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CAPITOLO 3 ANALISI TRADUTTIVA 3.1. Tecniche narrative Hélène Lenoir ne

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 3

ANALISI TRADUTTIVA

3.1. Tecniche narrative

Hélène Lenoir ne L’Entracte adotta la narrazione in terza persona ad eccezione dei tre casi:

1) Il narratore non interferisce nella narrazione degli eventi commentandoli esplicitamente, a volte li commenta implicitamente attraverso l’uso di aggettivi.

2) Il narratore tende all’oggettività, infatti la sua voce sparisce e affida la narrazione al dialogo o al monologo interiore dei personaggi, adottando così il loro punto di vista. Il monologo interiore nella forma di discorso diretto libero e discorso indiretto libero che consiste in una presentazione del pensiero del protagonista attraverso una mediazione limitata del narratore che adotta lo stile del linguaggio dei suoi personaggi.

3) L’autrice attribuisce al narratore il compito di descrivere l’ambiente chiuso in cui vivono tutti i personaggi. Nessuna descrizione ha una funzione unicamente ornamentale, in quanto su ogni ambiente descritto vengono proiettati gli stati d’animo dei personaggi che lo popolano facendo diventare così ogni luogo un alter ego del personaggio stesso. Le descrizioni forniscono un’accurata e scrupolosa ricostruzione delle case, degli interni, e di luoghi esterni come cimiteri, strade, ferrovie. Inoltre sono presenti alcuni realia come il nome di un’azienda, la Technitel, oppure uno specifico articolo di finestre vélux fabbricato in Francia.

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Hélène Lenoir si allinea con la tendenza del Nouveau Roman stravolgendo lo stile del romanzo tradizionale. La tecnica della Lenoir è caratterizzata da un tipo di punteggiatura scelta sulla base delle esigenze del racconto: discorso indiretto libero; discorso diretto libero; monologo interiore; parti descrittive.

L’autrice sfrutta queste tecniche per rendere il romanzo più realistico e in particolare per catturare il flusso di coscienza dei personaggi dato che la trama si svolge più nella loro interiorità che nelle relazioni con il mondo esterno.

L’alternanza di tali tecniche è sinonimo del sogno di fuga, dell’instabilità della vita di coppia e di ogni relazione umana. Nella traduzione è stato complesso riprodurre lo stesso effetto della versione originale. La difficoltà maggiore è rappresentata dalla resa dell’alternanza delle tecniche adoperate. Pertanto la traduzione non è addomesticante1 in quanto non si è tentato di normalizzare l’andamento sintattico oppure disambiguare alcuni passi difficili, al contrario la traduzione ha mirato a mantenere le peculiarità stilistiche dell’originale.

Il discorso indiretto libero fonde le modalità del discorso diretto e di quello indiretto in una forma ibrida. Tale discorso è indiretto in quanto passa attraverso la mediazione del soggetto riferente che però mantiene stilemi, cioè quegli elementi caratteristici che sono il tratto distintivo dello stile di uno scrittore o di un testo, e strutture grammaticali del discorso diretto.

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Esso viene chiamato libero perché non viene in esso utilizzato quel legame tra discorso del narratore e discorso del personaggio che è il verbo di "dire" o "pensare". Nel caso del discorso indiretto libero, nessun preciso "segnale" grammaticale indica il momento del passaggio tra i due discorsi. Infatti in apparenza sembra essere il narratore che continua a "vedere" e a "pensare", ma in realtà è il personaggio.

Il romanzo è ricco di questi esempi che spesso sono molto estesi: «Elle ne prononcerait plus le nom de Zellinger devant lui, elle serait plus gentille, plus attentive et douce, elle n’essaierait pas de l’effrayer en lui disant ce qu’il en était d’elle […]»2. Frequente è l’uso del condizionale presente francese che denota un futuro nel passato e che in italiano è stato reso con il condizionale passato. Attraverso tale tecnica il lettore viene a conoscenza dei pensieri del personaggio e dei futuri intenti. La sintassi è prevalentemente paratattica, i punti fermi scompaiono e vengono sostituiti dai puntini di sospensione che scandiscono la successione dei pensieri: «Elle était prête à passer avec lui si cela le rassurait assez pour s’en aller tout le dimanche chez sa mère…ça donnerai de l’air… et ils seraient quittes alors, apaisés, pour toujours…»3.

Il discorso diretto libero, invece, non è introdotto da verbi dichiarativi (dire, pensare...), per cui la narrazione è ancora più immediata. Quindi il discorso diretto libero consente al lettore di individuare con minor sforzo chi sta parlando, con che tono, a chi si rivolge, ecc.

Esempi riportati: «tout cela avait épuisé une grande partie de ses réserves […] du fait du séjour écourté de la jeune fille dont elle avait d’ailleurs refusé la pension

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H.LENOIR, L’E., p.35. 3

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pour les mois de mai alors qu’elle était réstée jusqu’au vingt. Non, non, ce sera ma participation à ton billet d’avion ou à je sais quoi, je suis tellement désolée de te sentir si malheureuse et de ne rien pouvoir faire pour toi»4.

Lo stile adottato in questi passaggi è simile a quello utilizzato nel discorso indiretto libero. Solitamente il narratore cede la parola ai personaggi nei momenti di maggiore concitazione e per testimoniare più direttamente la crisi che attraversano.

Altri esempi: «Elle tournait en ronde, décidée à se faire rayer du fichier des familles d’accueil, je ferai autre chose, du bénévolat, du sport, je m’occuperai autrement, mais la maison vide…[…] je ne vois pas pourquoi je devrais, moi, leur fermer ma porte et de me priver au même coup[…]»5.

Nelle novelle, inoltre, sono disseminati alcuni monologhi interiori6. Tale tecnica di scrittura è caratteristica dell’arte letteraria moderna, che cerca di rispecchiare direttamente e con esattezza il ragionamento di un personaggio dalla sua prospettiva interiore, seguendo i molteplici salti e le associazioni di idee, senza tralasciare l’inconscio e i meandri dello stream of consciousness (il flusso di coscienza). Rispetto a quest’ultimo il monologo interiore, che si serve spesso della prima persona singolare e del tempo verbale al presente/passato prossimo/imperfetto, rispecchia un maggior grado di consapevolezza da parte del soggetto pensante e presenta una più precisa formulazione e articolazione del discorso: «J’ai pris la pince à épiler et je me suis appliquée en lui parlant des vieux qui se négligent[…] je les comptais, j’en étais au sixième, le plus difficile, d’autant que cette année, ayant promis de

4 H. LENOIR, L’E., pp. 48-49. 5 H. LENOIR, L’E., pp. 53-54. 6 http://it.encarta.msn.com

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remplacer ma soeur pendant ses quinze jours de vacances, je ne pouvais me tranquilliser en commençant à préparer mes bagages»7.

Anche i passaggi descrittivi convivono con i monologhi interiori e hanno eguale importanza. Essi infatti sono descrizioni così minuziose del mondo esterno da rendere tali scene particolarmente realistiche. Alcuni servono per descrivere gli oggetti del personaggio e ne denotano alcune caratteristiche comportamentali. Per esempio ne Les Escarpins rouges, il narratore focalizza l’attenzione sulle scarpette rosse che caratterizzano il personaggio femminile e che rivelano i suoi modi di fare volgari: «Elle s’était acheté des escarpins rouges extrêmement pointus avec de minuscules talons beiges, comme des bouts de crayon collés sous les semelles […] ils avaient l’air d’avoir été placés sur le parquet avet autant de soin que dans la vitrine d’une boutique[…]»8.

Nella parte descrittiva le frasi sono brevi per dare maggiore chiarezza e incisività alla descrizione. Un altro esempio è presente ne L’Entracte dove il calendario familiare non è solo uno strumento per annotare gli impegni di famiglia ma è anche un oggetto rassicurante per la protagonista in quanto le occupazioni quotidiane le riempiono la giornata altrimenti vuota e priva di senso: «Elle regardait le calendrier familial accoché au mur de la cuisine, une quinzaine de jours découpée en cases où chaqun avait sa couleur pour inscrire ses activités particulières»9. Anche la descrizione minuta e attenta degli ambienti interni ed esterni serve a enfatizzare i momenti salienti delle novelle, a farne risaltare la sapiente struttura d’insieme e la puntualizzazione dei singoli dettagli. Infatti, i luoghi con il loro carico di fascino e mistero, rappresentano la giusta alternativa a una vita opaca e senza speranza. Lo si

7 H. LENOIR, L’E., pp.104-105. 8 H. LENOIR, L’E., pp.67-68. 9 H. LENOIR, L’E., pp. 23-24.

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può notare nella prima novella, in cui nella stanza della donna filtra la luce soffusa del corridoio: «La lumière du couloir pénétrait dans la chambre»10, «[…]la penombre de la chambre»11.

La camera è vista alla stregua di un luogo intimo, sicuro in cui tutti i personaggi riportano i propri pensieri, inquietudini, paure.

Anche le azioni dei personaggi, in particolare nelle scene prive di dialogo, sono minuziosamente descritte. La sintassi è diversa rispetto a quella dei monologhi. Infatti i periodi sono brevi e ricchi di segni di interpunzione. Il narratore mette in risalto tutte le parti del corpo coinvolte nelle azioni: «ils se sont mordus, le visage brûlant, le lèvre tumefiée»12 o come nel caso de Les escarpins rouges il narratore focalizza l’attenzione sulla ragazza che massaggia il proprio uomo in maniera provocante: «Sophie passerait son mercedi après-midi à lui mijoter des petits plats qui seraient avalés dans l’impatience d’assouvir l’autre faim, celle qu’elle avait de son corps et qu’il avait de ses mains, […]quand elle débouchait ses flacons d’huiles odorantes, saisissait ses épaules et se mettait au travail […]»13. Naturalmente l’abbondanza di particolari sulla gestualità e le azioni dei personaggi non fanno altro che accrescere il linguaggio sensuale che caratterizza questo romanzo.

3.2. Analisi linguistica

Termini che rinviano al disagio nelle relazioni interpersonali: coppia, rapporto madre-figlia, marito-moglie. Questo campo semantico è presente 10 H. LENOIR, L’E., p.15. 11 H. LENOIR, L’E., p.18. 12 H. LENOIR, L’E., p.11. 13 H. LENOIR, L’E., p.74.

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in ogni novella e non si alterna con altri campi semantici. Non si parla di amore, di relazioni felici ma solo di angosce, ansie, dubbi e sospetti. La massiccia presenza di tali termini fa emergere sin dall’inizio il tema comune a ogni novella. L’Entracte, la prima novella, si apre con l’aggettivo étouffant che denota sia l’ambiente chiuso, sia simbolicamente un’esistenza priva di entusiasmo. Questa parola ricompare ne Les étrangères: «[…]le vide que le départ des enfants avait creusé, la condamnation à envisager le reste de ses jours dans un lourd tête-à-tête avec un homme silencieux et perpétuellement absent, […]leur couple n’était que le frottement tiède de deux solitudes, elle étouffait là-dedans»14. Qui il verbo étouffer ha un significato simbolico, in quanto la donna si sente soffocata dalla vita di coppia. Un sinonimo del soffocamento è sentirsi prisonnière più a livello simbolico che fisico. Nella terza novella abbondano i termini che espimono inquietudine e confusione: brouillé, inquiétude, souffrance, tourmenté, drame, agité, troublé, chagrin, triste. Accanto a essi vi sono espressioni che indicano distacco, rottura nella coppia o repulsione dell’altro: «Il voulait annuller, besoin de distances, de solitude…»15 «tu m’a trouvée collante»16, «mes caresses t’agacent, tu te fermes, tu refuses toute forme de plaisir venant de moi […] tu n’as que dédain pour tout ce que j’adore»17, «Elle le repoussa violemment».18

L’infidele si apre con espressioni del rifiuto dell’altro, soprattutto gesti : «la crispation de son visage… exprimer une douleur, la tension à l’extrême».19 Subito dopo fanno la comparsa termini legati al dubbio: un découragement,

14 H. LENOIR, L’E., p.48. 15 H. LENOIR, L’E., p.87. 16 H.LENOIR, L’E., p.73. 17 H.LENOIR, L’E., p.80. 18 H. LENOIR, L’E., p.95. 19 H.LENOIR, L’E., p. 127.

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une peur, une rancore, le remords, inquiétude20. Il disagio interiore viene espresso attraverso tali termini: «Elle a peur de rentrer, de se coucher à côté de lui, […] son corps est lourde et douloureux […] elle n’avait fait que rêver leur désordre destructeur»21.

3.3. Linguaggio colloquiale

Caratteristica saliente della narrazione è l’uso del linguaggio colloquiale che la traduzione ha mirato a rendere creando un registro equivalente in italiano. In particolare lo stile informale si ritrova nei dialoghi e nei monologhi interiori dei personaggi. Frequenti sono ad esempio le espressioni idiomatiche, che nella traduzione sono state rese con le corrispondenti espressioni idiomatiche italiane. Ad esempio: “Jeter en pature” che è stato reso nella traduzione “sbandierare ai quattro venti” (L’Entracte p. 16), “Laura a pété les plombs”, tradotto con “Laura ha perso il controllo di sé” ( L’E. p. 19)e “Elle aurait voulu faire le noir” tradotto con “ Lei avrebbe voluto mettere una pietra su” (L’E. p. 19).

È possibile individuare anche espressioni colloquiali come “Arrête de me poser des colles”, tradotta in italiano con “Piantala con questi indovinelli” (L’ E. p. 12). In questo caso arrête non è stato tradotto con il verbo standard “smettila” ma è stato scelto un termine di registro più colloquiale per accentuare lo stile informale del dialogo. Un altro esempio è dato dall’espressione “tu t’en fiches”, tradotto con “Te ne infischi” (L’E. p. 13), che mira ad accentuare il linguaggio informale. L’espressione “Pauvre

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H.LENOIR, L’E., p.128; 133. 21

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chat” , che è un chiaro elemento culturale francese, è stata resa in italiano con l’equivalente appellativo affettivo“tesoruccio mio”(L’E. p. 20) .

Nella seconda novella è presente un realia: Technitel (L’E. p.39), si riferisce al nome di un’azienda francese di apparecchi di radiocomunicazioni. Siccome nel testo non crea nessun’ambiguità si è deciso di mantenere il riferimento culturale.

Anche nella seconda novella sono presenti espressioni idiomatiche che appartengono a un registro informale: “sans fantaisie ni coquetterie”, tradotta con “senza grilli per la testa” (L’E. p.40), oppure, “plus de plomb dans la cervelle”, tradotto con “hanno più cervello” (L’E. p.44). Un altro esempio può essere “tu enfonces le clou” tradotto con “insisti” (L’E. p. 59). Vi sono numerosi termini offensivi che sono stati tradotti con termini evente la stessa funzione in italiano: “sottes” con “scemette”(L’E. p.44), “cruches” con citrulle” (L’E. p.50), “salopard” con “mascalzone” (L’E. p.61).

Nella terza novella è stato necessario addomesticare un paragone: “dur comme du bois”, tradotto con “duro come il marmo” (L’E. p.71) in quanto quest’ultima espressione è più naturale nell’italiano corrente perché nella cultura italiana il marmo, anziché il legno, denota la durezza. Anche l’espressione “quelle mine de chien” è stata addomesticata in italiano con “Che brutta faccia”(L’E. p.72) in quanto non esiste l’equivalente italiano di cane che riveste la stessa funzione.

Anche nella quarta novella è stato necessario addomesticare le espressioni idiomatiche: “je ne suis pas à ta botte” tradotto con “non sono ai tuoi piedi” (L’E. p. 106) .

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Anche in questa novella è presente un realia: vélux rimanda al nome di una finestra e all’azienda produttrice. Nel contesto il termine utilizzato con la prima accezione, non essendoci un corrispettivo italiano, si è deciso di mantenere il termine francese, inoltre il testo spiega che si tratta di aperture nei muri delle case.

Inoltre è presente il modo di dire francese “les visiteurs, c’est comme le poisson, passé trois jours ça commence à sentir” con “l’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza” (L’E. p. 105) che in italiano ha un equivalente perfetto che mantiene la stessa corrispondenza tra pesce-puzza.

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