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BIBLIOGRAFIA CONCLUSIONI CAPITOLO 2. TRADURRE LA LETTERATURA PER RAGAZZI CAPITOLO 1. LA LETTERATURA PER RAGAZZI INTRODUZIONE INDICE

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I

INDICE

INTRODUZIONE III

CAPITOLO 1.

LA LETTERATURA PER RAGAZZI V 1.1 Breve storia della letteratura young adult VII

1.1.1 Il XIX secolo in America VIII 1.1.2 Il 1900 X 1.2 La tematica queer nella letteratura per “giovani adulti” XXVIII

1.2.1 Stereotipi e modalità ricorrenti nella letteratura queer XL

CAPITOLO 2.

TRADURRE LA LETTERATURA PER RAGAZZI LI 2.1 Analisi di una caso: slang, turpiloquio e oralità in Bullied

di Jeff Erno LIV 2.1.1 Slang e turpiloquio: strategie traduttive LV 2.1.2 Oralità e colloquialità: vocativi, interiezioni e

strategie traduttive LXV 2.1.2.1 I vocativi LXVI 2.1.2.2. Le interiezioni LXVIII

CONCLUSIONI

LXXII

(2)

II

TRADUZIONE

Short stories tratte da Bullied, Jeff Erno, Harmony Ink Press, Miami, 2011.

1. Chuckie 1 2. Diverso 23 3. Vergogna 60

(3)

III

INTRODUZIONE

Per il presente lavoro di tesi si è scelto di affrontare la traduzione di tre delle sette

short sories che costituisco l’opera di Jeff Erno, dal titolo Bullied. Si tratta di un

testo narrativo del 2011, da inserire nel genere della young adult literature, nel quale l’autore cerca di presentare e portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del bullismo omofobico tra adolescenti in ambienti diversificati. Per una visione quanto mai sfaccettata del problema di cui parla, Erno sceglie di impiegare per ogni storia il punto di vista di un personaggio diverso. La prima storia che ho tradotto, intitolata Chuckie, è raccontata dal punto di vista del bullo, e presenta l’evoluzione del personaggio in questione nel suo rapporto con la vittima. La seconda vicenda, Different, si presenta invece come un racconto in terza persona, il cui narratore onniscente mostra al lettore le azioni e reazioni di tutti i personaggi riguardo al medesimo accadimento: vediamo qui entrare in scena il protagonista omosessuale-vittima, il bullo, la testimone, l’amica e la madre della vittima. La terza e ultima storia, Shame, è invece presentata adottando il punto di vista della madre del ragazzo che subisce atti di bullismo a scuola. L’adozione di focalizzazioni e punti di vista così variegati fa sì che l’autore abbia la possibilità di presentare il problema del bullismo, che punta a denunciare, da diverse angolazioni, per cercare di produrre nel lettore una completa presa di coscienza della gravità che tale problema ha assunto negli anni.

Il lavoro di tesi si divide in due parti distinte. Nel primo capitolo, dopo aver tentato di definire il genere della letteratura per adolescenti, ho cercato di delineare il più brevemente possibile le vicende storiche che hanno visto protagonista la letteratura

young adult, di nascita piuttosto recente, focalizzandomi sulle varie tematiche e le

modalità che il genere ha adottato nel corso degli anni. Ho incluso nello stesso capitolo anche una precisazione sulla nascita e la storia del romanzo a tematica

(4)

IV

più giovane, più complicato, evidenziandone in particolare i cliché e gli stereotipi che da sempre lo hanno caratterizzato.

Il secondo capitolo della tesi vuole essere invece un’analisi più mirata del processo di traduzione. Dopo la spiegazione e la scelta dell’approccio traduttivo più adatto, ho voluto motivare alcune delle strategie che ho adottato, focalizzando in particolare l’attenzione sulla resa del dialogo, modalità discorsiva ampiamente diffusa nella raccolta di Erno. Tra le caratteristiche tipiche della lingua orale colloquiale, ho ritenuto opportuno soffermare la mia analisi sulla riproduzione e traduzione del linguaggio giovanile, in particolar modo riguardo allo slang, al turpiloquio e ai caratteri di informalità e oralità, quali l’uso dei vocativi e delle interiezioni. Il tutto è stato corredato di esempi tratti direttamente dal testo.

(5)

V

CAPITOLO 1.

LA LETTERATURA PER RAGAZZI

Definire in modo preciso il termine “letteratura per ragazzi” è piuttosto complicato, a causa della vicinanza del genere alla letteratura per bambini da un lato, e a quella per adulti dall’altro. La difficoltà è data inoltre dalla varietà di argomenti che questo tipo di letteratura affronta; essi variano da temi innocenti a temi più pesanti, come l’abuso, la morte, la guerra, il suicidio. Sebbene alcuni di questi argomenti sembrino più adatti a un pubblico adulto, esistono alcune caratteristiche che fanno sì che il genere young adult si distingua dagli altri.

Stando a quanto afferma Patty Campbell, autrice di testi per ragazzi,

The central action in YA fiction is essentially internal, in the turbulent psyche of the adolescent. However, this internal action must not be a contemplative monologue but embedded in straightforward external action. Voice is all-important here and is the quality that most clearly distinguishes YA from adult fiction […] To be a YA novel a book must have a teen protagonist speaking from an adolescent point of view, with all the limitations of understanding this implies1.

Esistono libri che ricadono sotto la categoria di testi per adulti anche se narrano storie di adolescenti, o hanno protagonisti adolescenti; non è possibile etichettarli sotto il genere young adult proprio perché sono narrati da un personaggio che lancia uno sguardo alla sua vita passata, e non si limitano quindi a presentare il punto di vista del protagonista proprio durante il periodo adolescenziale che vive in prima persona.

Per quanto riguarda il pubblico a cui il genere “letteratura per ragazzi” è indirizzato, gli editori di solito tendono a identificarlo in quella porzione di lettori dall’età compresa tra i dodici e i diciotto anni. Il genere comprenderebbe tutto ciò che i

1 P. CAMPBELL, Campbell’s Scoop: Reflections on Young Adult Literature, Scarecrow Press Inc., Plymouth, 2010, p. 75.

(6)

VI

ragazzi leggono, sia per scelta personale sia per dovere scolastico, dalla scuola media fino alla fine del liceo2.

Ma tale definizione non è l’unica esistente. Mentre quando si parla di children’s

literature o di “letteratura per l’infanzia” tutte le definizioni sono più o meno

uniformi nell’identificare nel genere tutti i libri rivolti ai bambini dalla scuola materna fino agli undici anni circa, non tutti gli educatori descrivono il pubblico

young adult nello stesso modo. L’ ERIC (Educational Resources Information Center), ad esempio, riconosce come young adult i ragazzi tra i diciotto e i ventidue

anni, mentre il NAEP (National Assessment of Educational Progress), usa questa etichetta per riferirsi alla fascia di età compresa tra i ventuno e i venticinque anni3. Vista la differenza anche molto grande che intercorre tra ragazzi di dodici anni e ragazzi di diciassette, come pure tra quattordicenni e sedicenni, e dato il grande sviluppo che negli ultimi anni sta vedendo protagonista il mercato dei libri per adolescenti, si è sviluppata una sottocategoria della letteratura young adult4, rivolta al pubblico delle scuole elementari e medie, per il quale è stato coniato il neologismo tweener. Rispetto alla letteratura YA vera e propria, i testi per i cosiddetti preadolescenti (i tweener appunto) sono più brevi e più semplici, e, avendo protagonisti più giovani, i temi e il linguaggio usati sono, in un certo senso, molto più innocenti. Il protagonista si trova inizialmente in una particolare situazione, che a un certo punto si complica, ma, con lo snodarsi del racconto, viene risolta, più per un colpo di fortuna o per un aiuto dall’esterno che per merito del protagonista stesso. Alla fine, tutto torna alla normalità. Queste sono le caratteristiche principali per cui la letteratura YA si distingue; stando a quanto afferma ancora la Campbell,

2 J. BLASINGAME, K. L. DONELSON, D. NILSEN, Literature for Today’s Young Adults, Pearson, 2012, p. 3.

3 Ibidem.

(7)

VII

The central theme of most YA fiction is becoming an adult, finding the answer to the question “Who am I and what am I going to do about it?” No matter what events are going on in the book, accomplishing that task is really what the book is about, and in the climactic moment the resolution of the external conflict is linked to a realization for the protagonist that helps shape an adult identity5.

Dunque, per riassumere brevemente le caratteristiche basilari della letteratura

young adult: il protagonista ha un’età generalmente compresa tra i dodici e i diciotto

anni; ciò che fa sì che questo genere si differenzi dalla letteratura per adulti è il fatto che le storie siano raccontate dal punto di vista di un adolescente, e non da quello di un adulto che guarda indietro nel tempo a quando era ragazzo; infine, questo tipo di letteratura affronta una sorta di grande tema principale, a prescindere dal sottogenere di ogni libro: il tema del romanzo di formazione, dell’ingresso dell’adolescente a far parte del mondo maturo degli adulti, del diventare un adulto. Dopo aver cercato di dare una definizione sommaria del genere della YA literature, si intende adesso illustrare brevemente la storia e i trascorsi di questo genere nel tempo, per dare un’idea di quanto la letteratura per adolescenti e le aspettative su quest’ultima siano cambiate, in base alla cultura, alla visione dell’adolescente e di ciò che doveva leggere.

1.1 Breve storia della letteratura young adult

La storia del genere young adult in letteratura è strettamente legata alle modalità in cui, col passare degli anni, sono state definite l’infanzia e l’adolescenza nell’immaginario collettivo.

5 P. CAMPBELL, Campbell’s Scoop: Reflections on Young Adult Literature, Scarecrow Press, Inc., Plymouth, 2010, p. 70.

(8)

VIII

1.1.1 Il XIX secolo in America

Prima del 1800, i testi destinati a un pubblico di bambini e adolescenti erano per lo più testi religiosi. Queste opere, come ad esempio il celeberrimo The Pilgrim’s

Progress di J. Bunyan, avevano come unico obiettivo quello di ricordare ai giovani

lettori il loro status di piccoli adulti che ancora devono affrontare l’ira divina. Con l’inizio del XIX secolo, ci troviamo di fronte a un graduale cambiamento nel modo di vedere gli adolescenti, dovuto anche al forte vento di innovazioni che investì il continente americano all’inizio del secolo. Con la Rivoluzione Industriale, aumentò in un certo senso il divario tra tutto ciò che veniva rapportato ai “bambini” e ciò che invece era destinato agli “adulti”. Non esisteva ancora quel periodo di transizione che al giorno d’oggi conosciamo come “periodo dell’adolescenza”. In America, infatti, la parola teenager ancora non esisteva: a diciassette anni i ragazzi venivano arruolati nell’esercito e mandati in guerra, mentre le ragazze si sposavano e cominciavano a procreare. Nelle campagne, all’età di dodici anni i bambini lavoravano già nei campi, e nelle città prestavano la loro manodopera nelle fabbriche. Si parla di un periodo in cui la scuola ancora non era diventata un’istituzione obbligatoria, e molte persone, in particolar modo le femmine delle aree rurali, non sapevano né leggere né scrivere6. Nella vita dell’adolescente, dunque, non era prevista l’attività della lettura come momento di svago.

A tale proposito, a Philadelphia, nel 1817, prese avvio un movimento pratico e spirituale, noto a partire dal 1824 come American Sunday School Union, che cominciò a cambiare le sorti dell’istruzione dei giovani americani. Si trattava di un’associazione che si dedicava a impartire lezioni di religione affiancate all’insegnamento della matematica, della grammatica, della storia, nonché di tutte le attività pratiche correlate con il lavoro manuale. Per i quarant’anni che seguirono, quest’associazione si dedicò alla produzione di milioni di libri usati appunto per le lezioni, i quali, sebbene rimanessero aderenti al loro originario intento di impronta moralistica, contribuirono a incrementare il numero dei giovani alfabetizzati.

(9)

IX

Oltre ai testi di taglio religioso-moralistico, verso la fine del 1800 erano già comparse alcune tra le storie di adolescenti più popolari e famose di sempre: Alice

in Wonderland (1865), Tom Sawyer (1876), Huckleberry Finn (1884), Oliver Twist

(1837), Great Expectations (1860), Treasure Island (1883), e Little Women (1868), solo per citarne qualcuna. Sebbene però questi testi narrassero storie di giovani ragazzi o ragazze, non furono scritte prettamente per un pubblico adolescente, proprio per la mancanza di una distinzione culturale tra young adult e adult. A partire dalla metà del secolo, si svilupparono i due generi di romanzo che diventarono quelli più popolari e più letti dal pubblico di giovani; sto parlando della

domestic novel e della dime novel.

Parlando di domestic novel, conosciuta anche come sentimental fiction o women’s

fiction, ci si rifersice a un genere di romanzo divenuto molto popolare tra le donne

verso la metà del XIX secolo. Secondo quanto afferma Nina Baym,

The many novels all tell, with variations, a single tale. In essence, it is the story of a young girl who is deprived of the supports she had rightly or wrongly depended on to sustain her throughout life and is faced with the necessity of winning her own way in the world. […] The happy marriages with which most – though not all – of this fiction concludes are symbols of successful accomplishment of the required task and resolutions of the basic problems raised in the story.7

Si tratta di storie scritte spesso con un linguaggio lacrimevole, in modo da suscitare compassione nei lettori, quasi tutti di sesso femminile. Le protagoniste, remissive e passive, sottomesse ai loro mariti, presentavano tutte le caratteristiche tipiche dell’abnegazione, e avevano come primo e unico interesse quello di prendersi cura della famiglia e dei figli.

7 N. BAYM, Woman's Fiction: A Guide to Novels by and about Women in America, 1820-70, Cornell University Press, 1978, p. 11.

(10)

X

Il genere della domestic novel fu dunque un prodotto del sentimento religioso del tempo, nonché delle ansie e delle frustrazioni delle donne che cercavano di trovare il proprio ruolo all’interno di una società in continuo cambiamento.

Mentre i romanzi sentimentali e il realismo domestico conquistavano il pubblico femminile di metà Ottocento, la controparte maschile era rappresentata dal genere del cosiddetto dime novel. Contrapposti ai romanzi sentimentali domestici, rivolti per lo più alle donne della piccola e media borghesia, i dime novel derivavano da un nuovo genere sensazional-moralistico diffusosi dal 1840, derivato a sua volta dal classico romanzo western, che mirava a celebrare principi morali convenzionali attraverso racconti d'azione, proponendo la contrapposizione del bene contro il male. I dime novel nacquero ufficialmente nel 1860, quando la casa editrice Beadle

& Adams pubblicò proprio uno di questi racconti al costo di un dime, corrispondente

a dieci centesimi; si tratta di Malaeska: The Indian Wife of the White Hunter, di Anna Sophia Stephens. Il romanzo ebbe un successo immediato. Caratterizzati da vicende di guerra, storiche o d'azione, questi testi erano rivolti soprattutto ai giovani della bassa società, lettori poco istruiti, per la gran parte di genere maschile.

The original dime novels were tales of early America, of the frontier and the West. […] The earliest stories that appealed to the adult reader soon gave way to ones intended for younger readers. […] The heroes of the dime novel were frontiersmen, American Indians, bandits, detectives, fire fighters, inventors and school boys and girls8.

1.1.2 Il 1900

Durante i primi anni del XX secolo, gli Stati Uniti si trasformarono da una società agricola a una urbana. Allora il sistema di istruzione pubblica aveva già posto solide basi, e i ragazzi, sia maschi che femmine, raggiungevano un livello di educazione quantomeno accettabile. Poiché la percentuale di bambini che sapevano leggere e

8 J. RANDOLPH COX, The Dime Novel Companion. A Source Book, Greenwood Press, Westport, 2000, pp. xv-xvi.

(11)

XI

scrivere aumentò piuttosto considerevolmente, si presentò la necessità di produrre un tipo di letteratura che fosse diretta proprio al pubblico degli studenti, e quindi degli adolescenti. Le letture destinate agli allievi delle scuole erano per la maggior parte scelte dagli adulti, dagli insegnanti; inoltre non esisteva ancora l’idea di leggere (o far leggere i ragazzi) con scopo ricreativo.

Si può affermare che l’industria editoriale ha cominciato a riconoscere la letteratura per i più giovani come una categoria legittima e autentica a partire dal primo dopoguerra.

In realtà, però, altri affermano che la vera e propria idea di “adolescenza” abbia fatto la sua comparsa solo più tardi. Come riporta Michael Cart nel suo testo From

Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature,

secondo Betty Carter, della Texas Woman’s University,

[…] only when society demanded extended education or training for specialized jobs, which didn’t really happen until the Post World War II years, did circumstances allow teenagers time for this transition, thus signalling the birth of adolescence9.

Con il grande incremento demografico che si verificò dopo la Seconda guerra mondiale, l’istituzione scolastica cominciò a essere più strutturata e divisa in livelli (elementari, medie e superiori); inoltre i ragazzi dalle campagne si spostarono in massa nelle città, dove iniziarono a frequentare scuole organizzate in un modo più articolato: non un solo insegnante, ma più docenti, specializzati ognuno in una materia. Attenendoci ancora a quanto scrive Michael Cart, questa cronologia, che vede la “nascita” (se così si può chiamare) della categoria “adolescenza” nel secondo dopoguerra, sarebbe sostenuta dal fatto che solo tra la fine degli anni Quaranta e tutti gli anni Cinquanta videro la pubblicazione i primi studi di un certo

9 B. CARTER, Best Books for Young Adults: the History, the Selections, the Romance, American Library Assciation, Chicago, 1994, p. 9.

(12)

XII

spessore sull’adolescenza, come la teoria dello sviluppo umano e dell’educazione di R. J. Havighurst.10

Sebbene in questo periodo si assista alla presa di coscienza istituzionale dell’“adolescenza” quale momento della vita di ogni essere umano, dobbiamo aspettare fino al 1958 per ufficializzare, in un certo senso, la nascita di tale etichetta. In quell’anno, infatti, si assiste alla formazione della Young Adult Service Division (YASD), conosciuta oggi come Young Adult Library Services Association (YALSA). L’ ALA (American Library Association) subì in quegli anni una massiccia riorganizzazione, che vide la Association of Young People’s Librarians dividersi da una parte nella Children’s Library Association, e dall’altra nella YASD, ancora attiva ai giorni nostri sotto l’acronimo di YALSA, definita nel sito ufficiale come

a national association of librarians, library workers and advocates whose mission is to expand and strengthen library services for teens, aged 12-18. Through its member-driven advocacy, research, and profesional development initiatives, YALSA builds the capacity of libraries and librarians to engage, serve and empower teens11.

Nonostante la nascita di questa nuova divisione, però, non tutti i membri si trovarono d’accordo sulla definizione della fascia di età delle persone che avrebbero dovuto usufruire dei servizi erogati. Bisogna infatti aspettare il 1991 perché la YALSA definisca gli young adults come “those individuals from twelve to eighteen years old”.

Storicamente, questa definizione ha rappresentato un vero e proprio problema per la American Library Association e le sue varie commissioni che, a partire dal 1930, hanno avuto a che fare con la selezione annuale dei migliori libri per adolescenti. All’inizio, mancando ovviamente un corpus di letteratura YA nata proprio per tale

10 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 5.

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XIII

pubblico, le prime commissioni si trovarono davanti a un’unica strada percorribile: scegliere i testi da inserire nella lista sia tra quelli dedicati a un pubblico di bambini, sia tra quelli per adulti. Questo accadde per lo meno fino alla fine degli anni Quaranta, quando si cominciò a rendersi conto che questo nuovo gruppo di persone identificato con l’etichetta di “adolescenti”, sebbene ancora piuttosto amorfo e privo di confini nitidi, non mostrava interesse per i libri per bambini. Di conseguenza, finché le varie commissioni non si trovarono a maneggiare una significativa quantità di testi per giovani di un certo spessore letterario, si decise di inserire nella lista solamente titoli rivolti a un pubblico adulto (tant’è che se ne cambiò il nome in Adult Books for Young People).

Verso la metà degli anni Cinquanta, dunque, i testi per bambini rappresentavano un nicchia piuttosto salda nell’industria editoriale, mentre tra i cosiddetti teenager cominciava a diffondersi la passione per le series. Tra le molte collane che vennero pubblicate e che riscossero successo tra i più giovani, ricordiamo Sue Barton (1936-1952) di Helen Dore Boylston, e The Hardy Boys di Franklin W. Dixon. Il motivo per cui queste, e moltissime altre serie, ricevettero grande consenso, sta nella loro facilità di lettura, nonché nella loro agilità e scorrevolezza; si tratta di testi che giovani ragazzi e ragazze cominciarono a leggere solo per piacere. Al contrario, in classe gli insegnanti basavano i loro programmi scolastici solo sui classici, testi

sugli adolescenti, piuttosto che per gli adolescenti. Come non ricordare Great Expectations di Dickens, romanzo di formazione per eccellenza, che segue le

vicende del protagonista dalla prima infanzia fino alla maturità.

Mancano ancora dunque romanzi veri e propri per adolescenti, ovvero testi scritti appositamente per un pubblico di giovani, i cui protagonisti presentino caratteristiche tali da permettere al lettore di identificarvisi; un tipo di letteratura completa, per così dire, proprio come risultavano completi e definiti i libri per adulti o quelli per bambini.

Secondo quanto afferma Margaret Edwards, segretaria della Young People’s

(14)

XIV

letteratura per ragazzi si è affermato nel 194212, con la pubblicazione del primo romanzo di Maureen Daly, Seventeenth Summer:

This tender story of a young girl’s first awakening to love bids fair to become a classic for the teen-agers as did “Little Women” for younger girls13.

In realtà, come affermato dalla stessa autrice, sebbene ancora ventunenne al momento della pubblicazione, il romanzo era stato scritto pensando a un pubblico adulto. Il successo che il romanzo riscosse tra il pubblico dei più giovani si può spiegare pensando alla trama, incentrata sul tema del primo amore, raccontato in prima persona dalla protagonista adolescente Angie Morrow. Ecco che la narrazione in prima persona è diventata così una delle caratteristiche principali e più rappresentative della letteratura young adult, poiché fa sì che il lettore riesca a identificarsi con i personaggi e le vicende che questi si trovano ad affrontare. A ogni modo, il fatto che questa storia attirò una grande quantità di non-adulti spiega due cose: la presenza ormai alquanto consolidata di una nuova generazione, detta appunto young adult, e la conferma dell’impossibilità per questa nuova categoria di reperire materiale letterario creato appositamente per lei, che parlasse della vera esperienza di vita di questi “nuovi adolescenti”14.

L’opera della Daly dette avvio alla produzione di una serie di romanzi d’amore sulla stessa impronta, pervasi dai temi dei primi appuntamenti, dei balli studenteschi e dei problemi di popolarità tra ragazzi. Tra questi ricordiamo Going on Sixteen, scritto da Betty Cavanna e pubblicato nel 1946. Già dal titolo si capisce che si tratta di una sorta di omaggio a Seventeenth Summer. L’autrice sarà, insieme a Maureen Daly, una tra le più lette tra gli (o meglio, le) adolescenti tra gli anni Quaranta e

12 M. A. EDWARDS, “The Rise of Teen-Age Reading”, in The Saturday Review, XXXVII, 1954, p. 88. 13 Ibidem.

14 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 18.

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XV

Cinquanta, grazie alle trame assai prevedibili e ai personaggi stereotipati, quasi copie l’uno dell’altro.

Altri critici ancora affermano invece che il romanzo e la letteratura young adult abbiano avuto inizio con un altro testo: The Catcher in the Rye di J. D. Salinger, pubblicato nel 1951 e noto in Italia con il titolo Il giovane Holden. Con questo testo ci troviamo di fronte a tutt’altri temi: lasciata da parte la storia del primo amore adolescenziale, si introducono i temi della ricerca della personalità, della rabbia e dell’alienazione del giovane15. Nonostante anche tale testo non fosse stato scritto per una pubblico adolescente, e sebbene sia stato uno tra i libri più censurati dal sistema scolastico americano, il romanzo riscosse (e riscuote ancora oggi) un successo enorme tra la generazione YA. Per gli adolescenti si tratta di una storia molto umana e onesta, in grado di rispecchiare l’esperienza di vita di un giovane uomo a metà strada tra la fanciullezza e l’età adulta, ancora insicuro sulla giusta strada da percorrere16.

A conferma del nuovo riconoscimento della generazione di adolescenti, nel 1951 venne dato alle stampe il primo saggio critico sui romanzi YA, “The Novel for the Adolescent”, a opera di Dwight L. Burton. Mentre negli anni Quaranta i giornali si limitavano a fornire solamente liste di libri, recensioni o semplici cenni riguardo ai gusti letterari dei giovani, in questo testo l’autore commenta in maniera più approfondita i testi di Maureen Daly, Paul Annixter e Betty Cavanna, identificando inoltre le qualità del buon romanzo young adult e ipotizzando sul suo potenziale futuro:

It must […] maintain a clear vision of the adolescent as a person of complexity, individuality, and dignity17.

15 « [ … ] intoduced the contemporary themes of adolescent angst, alienation, and anomie that would inform so much of the teenage fiction that followed in its influential wake». (M. CART, “Famous Firsts”. Booklist. Nov. 15, 2000, Vol. 97, no. 6, p. 628).

16 J. BLASINGAME, K. L. DONELSON, D. NILSEN, Literature for Today’s Young Adults, Pearson, 2012, p.63.

17 D. L. BURTON, “The Novel for the Adolescent”, in The English Journal, vol. 40, No. 7, 1951, p. 363.

(16)

XVI

Molti critici sostengono che per poter parlare di vero e proprio romanzo e letteratura

young adult, creati espressamente per il pubblico dei teenager, dobbiamo aspettare

fino agli anni Sessanta. Si tratta di un periodo storicamente molto ricco di eventi: l’affermarsi del Movimento dei diritti civili, la guerra del Vietnam, l’assassinio di John F. Kennedy, seguito da quelli di Malcom X e di Martin Luther King. Sono anni in cui l’attività giovanile divenne prominente, si formarono gruppi studenteschi in rivolta contro la società e il consumismo. Sono anni in cui la letteratura per adolescenti si affermò e divenne indipendente.

Questo cambiamento cominciò a verificarsi con la pubblicazione del primo libro della scrittrice adolescente S. E. Hinton, dal titolo The Outsiders, nel 1967. Come accadde circa venti anni prima con Seventeenth Summer, il romanzo riscosse un enorme successo, anche se le due storie mostrano più differenze che affinità. Per cominciare, la storia della Hinton non ha niente a che vedere con le storie d’amore che videro la luce negli anni Quaranta; nessun ballo scolastico e nessun primo amore. I protagonisti non sono più giovani ragazze innamorate, ma ragazzi adolescenti che cercano di sopravvivere tra le strade di una città ostile, in continua lotta tra bande. Si parla infatti di un conflitto: quello tra due bande di ragazzi, i “Socs”, benestanti della classe media, e i “Greasers”, di ceto inferiore, come simbolo del conflitto di classe. Narrato in prima persona, il romanzo mette in scena personaggi realistici che agiscono in situazioni realistiche; ecco che nasce un nuovo modo di fare letteratura, un modo di scrivere che rispecchia la realtà dei giovani adolescenti americani nel periodo in cui vivono. In un articolo pubblicato lo stesso anno su The New York Times Book Review, l’autrice si fa portavoce di questa nuova modalità letteraria per i più giovani:

The trouble is, grownups write about teen-agers from their own memories, or else write about teen-agers from a stand-off, I’m-a-little-scared-to-get-close-they’re-hairy view.

(17)

XVII

Teen-agers today want to read about teen-agers today. The world is changing, yet the authors of books for teen-agers are still 15 years behind the times18.

La Hinton rifiuta la letteratura prodotta fino a quel momento per la sua generazione, che definisce «the inane junk lining the teen-age shelf on the library19», coerentemente con il rifiuto universale dello status quo che stava avendo luogo proprio in quegli stessi anni Sessanta da parte della gioventù americana. Le storie d’amore smielate delle serie e dei romanzi letti fino a quel momento cedono il passo a soggetti nuovi e audaci. Scrive ancora la Hinton,

In the fiction […] romance is still the most popular theme […]. Nowhere is the drive-in social jungle mentioned, the behdrive-ind-the-scenes politickdrive-ing that goes on drive-in big schools, the cruel social system in which, if you can afford to snub every fourth person you meet, you’re popular. In short, where is reality? […] We still get books on Mary Jane’s big date with the football hero. Why not write it realistically?20

The Ousiders ha dato dunque avvio a una nuova tradizione e una nuova modalità di

scrivere romanzi per ragazzi: il nuovo realismo.

È importante però ricordare anche un altro autore che segnò un passo importante in questo cambio di mentalità riguardo al modo di scrivere testi per adolescenti; si tratta di Paul Zindel, e del suo romanzo The Pigman. Pubblicato nel 1968, un anno dopo il romanzo della Hinton, narra la storia di due ragazzi, John e Lorraine, di come conoscono Mr. Pignati attraverso uno scherzo telefonico, e di come i tre, inaspettatamente, diventano amici. Anche se meno realistico rispetto a The

Outsiders, a causa delle esagerazioni degli stereotipi attualizzanti nella

caratterizzazione dei personaggi e nelle scene più patetiche, il romanzo, insieme a quello di S. E. Hinton, contribuì a trasformare il cosiddetto junior novel, lasciando

18 S. E. HINTON, “Teen-agers Are for Real”, in The New York Times Books Review, 1967, p. 27. 19 Ivi, p. 29.

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XVIII

da parte le storie d’amore stereotipate e scontate, e introducendo invece storie più complesse, in cui i protagonisti adolescenti affrontano problemi e situazioni “reali”. Per ultimo si ricorda un terzo romanzo molto importante per la nascita del vero e proprio genere young adult: The Contender, di Robert Lipsyte, del 1967. Si tratta di un testo fondamentale, grazie alla sua verosimiglianza nella trama, nei personaggi e nello stile. Narra la storia di un giovane ragazzo orfano di colore, Alfred Brooks, che vive con la zia vedova e che abbandona gli studi per lavorare come magazziniere in un negozio di alimentari a Harlem. Quando la sua vita sembra scorrere senza alcuna ambizione o alcuna speranza per il futuro, Alfred decide di diventare un pugile. Alla fine però si rende conto di non avere le caratteristiche adatte al combattente del ring, ma di aver acquisito quelle che lo rendono un combattente nella vita. Tutto ciò che viene descritto è essenzialmente aderente alla realtà: non esistono personaggi stereotipati o tipi convenzionali; tutti agiscono in modo diverso (e verosimile) di fronte alle situazioni in cui si trovano. L’autore non ci regala un lieto fine scontato, quanto piuttosto un finale cautamente ottimistico, in perfetto accordo con lo sviluppo realistico della vicenda durante tutto il romanzo. Verso la fine degli anni Sessanta ci troviamo dunque di fronte a un evidente cambiamento nella letteratura YA. Citando di nuovo Michael Cart,

if it was not a full-blown eruption of realism, it was, at least, a transition from a literature that had traditionally offered a head-in-the-sand approach to one that offered a more clear-eyed and less flinching look at the often unpleasant realities of the lives of adolescent Americans21.

A partire dal 1967 ha inizio un periodo piuttosto audace nella letteratura, caratterizzato da un cambiamento che investe soprattutto i temi affrontati nei testi per ragazzi. Si inaugura il genere del cosiddetto problem novel. Sheila Egoff, insegnante, autrice e critico della children’s literature, nel suo testo Beyond the

21 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 62.

(19)

XIX

Garden Wall, ne evidenzia le carenze e i difetti rispetto a quello che doveva essere

un tipo di letteratura realistica. Il limite principale di questo tipo di romanzi, secondo l’autrice, è il modo di focalizzare tutto l’interesse sul tema, piuttosto che sul modo di esporre tale tema, sul topic piuttosto che sul telling. I temi trattati sono tutti destinati a un pubblico adulto: tra essi droga, divorzio, morte, alcool, assenza dei genitori. Guardando indietro verso la fine degli anni Sessanta e a tutti gli anni Settanta, la Egoff infatti conferma il cambiamento che le vite degli adolescenti avevano subito, acquisendo sempre più le caratteristiche e i problemi degli adulti:

Like adults, teenagers now had money, cars, jobs and also drugs, liquor, sex, and the assorted difficulties arising therefrom22.

A ogni modo, i titoli per adolescenti più innovativi comparvero proprio negli anni Settanta, periodo non a caso chiamato la golden age della letteratura per ragazzi: i romanzi sono più audaci e provocatori, e affrontano temi di grande interesse per il pubblico di adolescenti, riconosciuto ufficialmente dal mercato editoriale solo in quegli ultimi anni. Il romanzo più importante e degno di nota è The Chocolate War, di Robert Cormier, pubblicato per la prima volta nel 1974. Il protagonista è Jerry, un nuovo allievo della cattolica scuola per la middle class di Trinity, che decide, quasi senza capire con quale forza e perché, di ribellarsi alle leggi dure e violente della scuola, imposte prima di tutto da Archie, leader potentissimo e terribile della società segreta dei "Vigilanti", ma anche da alcuni professori. La sua sarà una guerra drammatica, una vera e propria lotta per la sopravvivenza, senza un lieto fine come nelle favole. Il peso tematico, il tema trattato, la mancanza di un finale positivo, furono tutte caratteristiche che rivoluzionarono la visione del mondo fino a quel momento raccontata nei testi destinati al pubblico dei più giovani. Il testo, dopo aver ricevuto molte critiche e essere stato al centro di numerose controversie per il suo crudo realismo, ha dato avvio a un nuovo modo di scrivere la realtà dei

22 S. EGOFF, Beyond the Garden Wall, in Z. Sutherland (a cura di), The Arbuthnot Lectures

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XX

ragazzi. Sebbene spesso questa nuova impronta letteraria sviluppatasi negli anni Settanta abbia contribuito alla stesura delle già citate problem novel, bisogna riconoscere che ha posto anche le basi per far emergere un altro tra i talenti più importanti nel panorama della YA literature: John Donovan. In particolare, l’autore, nei suoi quattro romanzi per adolescenti, I’ll Get There: It Better Be Worth the Trip (1969), Wild in the World (1971), Remove Protective Coating a Little at a Time (1973) e Family (1976), affronta uno dei più grandi temi della letteratura per ragazzi: l’alienazione. I suoi protagonisti sono sempre ragazzi isolati, sofferenti, che hanno a che fare con la sperimentazione sessuale, l’alcolismo genitoriale, la morte, o addirittura l’omosessualità, tutti temi fino a quel momento considerati

taboo, tagliati fuori dalla letteratura, in particolare quella dedicata a un pubblico

così particolare e problematico come quello degli adolescenti.

Ecco che la nascita di questo nuovo corpus di letteratura pubblicata espressamente per la nuova categoria di young adults venne infine definitivamente riconosciuta nel 1973, quando la Young Adult Services Division dell’ALA cominciò a inserire alcuni di questi titoli per adolescenti nella sua lista annuale Best Books for Young

Adults23. Un tipo di letteratura realistica, che trattava temi reali per il giovani del tempo.

Ma eccoci di fronte a un altro cambiamento, manifestatosi all’inizio degli anni Ottanta. Michael Cart, azzardando una metafora che paragona le leggi della letteratura a quelle della fisica, parla di reazione uguale e contraria a seguito di una qualsiasi azione/innovazione:

If the law of physics applied to literature, for every action (read ʽinnovationʼ), there would be an equal and opposite reaction. I don’t know if it was physics or the economics of publishing or an accident of history, but it is a fact that the decade-long

23 «The emergence of a serious body of literature published expressly for young adults was finally acknowledged in 1973 by ALA’s Young Adult Services Division when it began considering YA titles for inclusion on its annual Best Books for Young Adults List», in M. CART, From Romance to

Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers,

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emergence of realism, with its relatively unsparing focus on life’s darker aspects was followed by just such a reaction24.

E questa reazione sta nella rinascita, all’inizio della decade degli anni Ottanta, del genere del romanzo d’amore, il romanzo sentimentale, tanto in voga negli anni Quaranta e Cinquanta. Rispetto agli anni precedenti, però, si assiste a un cambiamento di modalità di distribuzione. Stando a quanto afferma Sherry Garland in Writing for Young Adults, si passa in quest’epoca dalla produzione di testi in

hardcover a quella in paperback.

Traditionally, a children’s or young adult book was published in hardcover and sold to the school and library market. If the book received great reviews and was deemed a success, paperback rights were purchased. […] By the 1970’s, however, publishers had discovered that modern teens had money of their own and were spending it on paperback books. The trick was to offer them the right kind of books25.

Il giusto genere di libri sembrava essere quello che presentava storie scorrevoli, veloci e semplici, proprio come quelle delle serie anni Cinquanta sopracitate. Il mercato editoriale si dedicò ancora una volta alla pubblicazione di collane, con almeno una nuova uscita al mese; tra le più celebri ricordiamo la Wildfire, la

Caprice, la Sweet Dreams, la First Love, la Sweet Valley High e la Crosswind26. Le storie presentavano tutte più o meno la stessa situazione e le stesse caratteristiche: eroine di provincia, timide e inesperte, i cui unici interessi erano i ragazzi e come fare per conquistarli. Gli argomenti sono sempre quelli dell’amicizia, della popolarità, degli appuntamenti, e si svolgono all’interno di scenari ogni volta uguali: il centro commerciale, il ballo studentesco, il liceo, le partite di football. I

24 Ivi, p. 98.

25 S. GARLAND, Writing for Young Adults, Writer’s Digest Books, Cincinnati, Ohio, 1998, p. 9. 26 Ivi, p. 10.

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protagonisti appartengono quasi sempre alla classe media e di origine euro-americana.

Come già accennato, rispetto all’epoca in cui queste serie videro la luce per la prima volta, adesso si assiste a un fondamentale cambiamento nelle modalità commerciali: queste nuove storie sono confezionate per essere vendute direttamente ai consumatori (gli adolescenti, appunto), anziché alle scuole o alle biblioteche;

These series and their runaway commercial success signaled the rise of a new retail market for young adult books as the institutional market had known them27.

Qualche tempo prima, negli anni Sessanta, si assiste anche a un altro importante cambiamento a livello sociale e politico, che vedrà ovviamente un riflesso nel modo di fare letteratura. A seguito della modifica di alcuni emendamenti dell’Immigration

and Nationality Act, apportata nel 1965, si verificarono importanti variazioni nella

conformazione della popolazione americana.

Recent changes in immigration law have affected the characteristics of immigrants coming to the United States. The major changes in immigration policy […] concerned the abolition of the quota system, preference system and labor clearances for certain classes of immigrants. […] The law led to clear changes in origin of immigrants. Southern European, Asian and Caribbean immigrants make up a larger portion of immigrants than previously28.

Sebbene in letteratura si continuassero a pubblicare nuovi testi di voci già affermate sul mercato editoriale dell’epoca, quali S. E. Hinton, Robert Cormier, Richard Peck e Robert Lipsyte, cominciò a configurarsi anche un nuovo corpus di opere, a cui venne assegnato l’attributo “multiculturale”. Tra i vari gruppi che si videro

27 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 103.

28 C. B. KEELY, “Effects of the Immigration Act of 1965 on Selected Population Characteristics of Immigrants to the United States”, in Demography, vol. 8, no. 2, 1971, p. 157.

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XXIII

rappresentati nella letteratura, e in particolare in quella young adult, trovarono voce prima di tutto gli afro-americani, grazie alle opere di autori come Rosa Guy, Virginia Hamilton, Mildred Taylor. Stando a quanto afferma sempre Cart, lo sviluppo di questa nuova modalità della letteratura è testimoniato anche dall’ALA:

To encourage this creative flowering, the American Library Association, working through its Social Responsabilities Roundtable, established the annual Coretta Scott King Awards in 1969 to recognize the outstanding works written and illustrated by black authors and artists29.

Allo stesso modo, Karen Patricia Smith, nel suo articolo “The Multicultural Ethic and Connections to Literature for Children and Young Adults”, conferma il grande interesse che si animò intorno all’argomento multiculturale:

During the 1960s and 1970s, there was tremendous interest in the idea of multicultural materials for children and young adults, an interest not divorced from the civil rights movement […]. It was recognized that there was a terrible void; authors and illustrators were incouraged to come forward and fill this void. One such group which played a role in meeting this need was the Council on Interracial Books for Children (CIBC), whose bulletin served as a valuable vehicle for revealing issues involving evaluation of multicultural children’s literature as well as encouraging new authors and illustrators to enter the publishing field30.

Fondamentale per lo sviluppo di questo nuovo filone fu la pubblicazione, nel 1965, dell’articolo di Nancy Larrik dal titolo “The All-White World of Children’s Books”, che scosse il panorama letterario dell’epoca, obbligando in un certo senso l’industria editoriale a prendere coscienza della grande disparità che fino a quel

29 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 112.

30 K. P. SMITH, The Multicultural Ethic and Connection to Literature for Children and Young Adults, Library Trends, 1993, p. 348.

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momento investiva il mercato di testi per ragazzi: la maggior parte delle opere parlava di (e agli) adolescenti bianchi, mentre i bambini di colore rimanevano eclissati. Nel 1967 uscì dunque il romanzo Zeely di Virginia Hamilton; questa pubblicazione, insieme alla fondazione del Council on Interracial Books for

Children (CIBC), nello stesso anno, e all’istituzione, nel 1969, del premio Coretta Scott King per le migliori opere scritte o illustrate da afroamericani, aprirono la

strada agli autori di colore, permettendo loro di creare narrativa per adolescenti di qualità.

All’alba della decade degli anni Novanta del Novecento, si assiste a una diminuzione delle vendite del cosiddetto problem novel, tanto che alcuni editori pensarono addirittura di trovarsi di fronte alla fine del romanzo young adult in generale. In realtà, si tratta di un calo generale del mercato della letteratura realistica, che investe anche il campo dei libri per adulti. Adam Hoschschild, fondatore della rivista Mother Jones, citato da Cart, sintetizza questa situazione dell’editoria:

One reason people write fewer traditional realist novels these days, is that modern readers are jaded. Film, radio, first-person journalism, prying biographers and, above all, TV, have saturated us with reality31.

Forse proprio per questa stanchezza e noia dei fruitori nel vedere e leggere quotidianamente la storia delle loro vite, alla fine degli anni Ottanta cominciò a risquotere grande successo il nuovo genere del romanzo horror per adulti, con autori quali Stephen King e Clive Barker come esponenti di spicco. Ben presto, il nuovo genere attirò anche l’attenzione dei più giovani, che divennero prima di tutto il pubblico dominante di una serie di film nei quali la violenza fa da protagonista

31 A. HOCHSCHILD, “War and Peace, Part II”, in The Los Angeles Times Book Review, 1994, p. 11, citato in M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult

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(Friday the 13th, Nightmare on Elm Street, solo per ricordarne alcuni). In pochissimo tempo poi, il genere si spostò e abbracciò anche la narrativa per adolescenti: il romanzo horror, che riscosse un successo comparabile a quello del revival del romanzo d’amore negli anni Ottanta. Di solito, il protagonista è un adolescente, impegnato inizialmente in attività tradizionali per i suoi coetanei americani, come per esempio partire per il campeggio estivo o per il college. Durante lo svolgimento della vicenda, i protagonisti si trovano a affrontare eventi e situazioni tra le più spaventose mai viste; il genere si contraddistingue per l’inserimento di elementi inspiegabili e inattesi all’interno della vita quotidiana e ordinaria32. Come scrive Ken Tucker in articolo pubblicato sul New York Times

Books Review nel 1993,

The settings for danger are ordinary teen-agers’ touchstones: shopping malls, summer camps, classrooms, lonely beaches, even the protagonist’s own home when the parents are out for the night. The agents of menace tend to be authority figures gone round the bend: doctors, teachers, your best friend’s mom or dad33.

Come già affermato, il genere riscosse un grande successo tra i più giovani, secondo Tucker a causa di due fattori principali: assecondava da un lato l’eterno desiderio degli adolescenti di scioccare gli adulti, e dall’altro l’interesse crescente verso tutto ciò che è strano e sgradevole:

Television programming aimed at teen-agers is becoming ever more didactic and trite, and by this age, many kids have become bored with the special-effects gross-outs of contemporary horror movies. […] Young-adult horror taps into the worries of early adolescence, fears about moving out of parents’ home or of working at a part-time job for a mean boss or of enduring a bad date34.

32 K. TUCKER, “Nameless Fear Stalks the Middle-Class Teen-Ager”, in The New York Times Book

Review, 1993, p. 27.

33 Ibidem. 34 Ivi, pp. 27-28.

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XXVI

Di solito si attribuisce il merito della nascita di questa corsa all’horror per ragazzi e bambini a un autore in particolare, Christopher Pike, autore del romanzo Slumber

Party, pubblicato nel 1985. Storia di un gruppo di teenager coinvolto in una serie

di violenti e bizzarri eventi durante una vacanza in montagna, il libro riscosse subito un grande successo, tanto che, l’anno successivo, l’autore si decise a pubblicare altri due romanzi, Weekend e Chain Letter.

Un altro importante nome da ricordare quando si parla della nascita del genere

thriller per il pubblico YA è R. L. Stine, che nel 1986 pubblicò il romanzo Blind Date, con il quale prese avvio la collana Fear Street, conosciuta in Italia con il titolo La strada della paura, composta da circa cento romanzi per ragazzi. R. L. Stine si

rivolse anche a un’altra particolare porzione di pubblico, i preadolescenti (preteen), con il grandissimo successo della serie Goosebumps, uscita negli Stati Uniti nel 1992, e giunta in Italia nel 1995, con il titolo tradotto in Piccoli brividi.

Sebbene il genere horror fosse in crescita e mantenesse il primo posto tra le vendite, anche le serie dei romanzi sentimentali, in particolare la Sweet Valley, e quelle riguardanti temi e personaggi afro-americani, come la 18 Pine Street, continuavano a riscuotere un notevole successo.

Bisogna sottolineare di nuovo il fatto che questi libri in brossura, cosiddetti

paperback, adesso venivano acquistati direttamente dal pubblico, formato dagli

adolescenti stessi, al contrario di quanto succedeva per i romanzi realistici prodotti con copertina rigida (hardcover), comprati unicamente da librai e da insegnanti. Secondo Michael Cart, si tratta di un’importante informazione, poiché mostra il cambiamento che il mercato dei libri per adolescenti stava subendo, oltre a giustificare l’aumento della produzione e delle vendite dei libri in brossura.

[…] it is now the buyers for the chains – not librarians, not educators, and not psychologists – who dictate how we define ʽyoung adultsʼ. For them, YAs are now eleven-to-thirteen- or fourteen-year-olds. And since the chains believe that these consumers will buy only paperback books, […] a result is the continuing growth of

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XXVII

paperback series and the increasing importance to editors […] of its marketability as a paperback35.

Questo forte sviluppo nella produzione di testi per adolescenti e preadolescenti è anche la conseguenza di una grande crescita demografica, che fece sì che intorno al 1992 il popolo di lettori young adult avesse un aumento tale da prevedere il superamento del tasso di crescita della popolazione in generale36.

Purtroppo, però, anche quelle dell’horror e del romanzo sentimentale si dimostrarono mode passeggere tra le abitudini letterarie dei più giovani: le serie dei

Goosebumps e del Baby-Sitters Club, infatti, dominarono per qualche tempo il

mercato e generarono grossi profitti, ma già alla fine degli anni Novanta le vendite cominciarono a calare, lasciando via libera allo sviluppo del romanzo fantasy. Il genere, che vede quali elementi caratterizzanti principali il soprannaturale, il simbolo e il surreale, ha origini molto antiche, e nasce dal mito (trae spunto dalla mitologia classica, da quella mesopotamica e da quella scandinava), dal folklore e dalle fiabe37. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, il fantasy ha cominciato a avere come target il pubblico degli adolescenti, in particolare grazie al grandissimo successo della serie di romanzi di Harry Potter della scrittrice inglese J. K. Rowling.

The American Library Association’s Office for Intellectual Freedom announced in January of 2000 thar J. K. Rowling’s Harry Potter series was at the top of the list of challenged books in 199938.

35 M. CART, From Romance to Realism. 50 Years of Growth and Change in Young Adult Literature, Harpercollins Publishers, 1996, p. 150.

36 T. KUNZ, “Word for Word/Teen Magazines”, in The New York Times, aprile 1994, p.E7. 37 M. A. FITZGERALD, Young Adult Fantasy Fiction in Recent Years: a Selective Annotated

Bibliography, Chapel Hill, North Carolina, 2008, p. 2.

(28)

XXVIII

Dopo aver passato in rassegna le vicende storiche del genere della young adult

literature in generale, il prossimo paragrafo si soffermerà sugli sviluppi storici e le

caratteristiche peculiari di uno dei sottogeneri più problematici per i più giovani: quello della queer literature.

1.2 La tematica queer nella letteratura per “giovani adulti”

A partire dal 1967, anno di pubblicazione dei già citati The Outsiders di S. E. Hinton e The contender di Robert Lipsyte, la letteratura per ragazzi cominciò a introdurre una quantità sempre maggiore di storie e temi riguardanti adolescenti e “giovani adulti” che in qualche modo differivano da quella che fino a quel momento era stata la cultura più diffusa, quello che Nancy Larrick, nel suo articolo pubblicato sul

Saturday Review del 1965 definiva «the all-white world of children’s books»39. Ecco che cominciano a fare il loro ingresso nelle pagine destinate agli adolescenti anche personaggi provenienti da etnie, culture, classi, nazioni e credi religiosi differenti. Ma c’è ancora un gruppo di young adults che continua a rimanere in un’oscurità pressoché completa all’interno del genere della letteratura per i più giovani: la cosiddetta gioventù GLBTQ. Con questo acronimo si identifica quell’insieme di persone il cui orientamento sessuale è considerato deviante dalla norma, ossia gay, lesbian, bisexual, transgender, queer/questioning characters. Secondo quanto afferma Michael Cart nella sua opera The Heart Has Its Reasons:

Young Adult Literature With Gay/Lesbian/Queer Content, si parla di circa duecento

romanzi per adolescenti che affrontano tematiche e storie di personaggi omosessuali, pubblicati in un arco di tempo di trentacinque anni, dal 1969 al 2004; un numero piuttosto esiguo, se messo a confronto con «unnumbered millions of homosexual youth in the U. S.»40. Sebbene si rimanga sempre su una scala non

39N. LARRICK, “The All-White World of Children’s Books”, in Saturday Review, settembre 1965, p. 63.

40 M. CART - C. A. JENKINS, The Heart Has Its Reasons: Young Adult Literature With

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XXIX

adeguata per la quantità della popolazione cosiddetta queer, negli ultimi anni si è assistito comunque a un aumento progressivo delle pubblicazioni editoriali di opere pensate per i “giovani adulti” non eterosessuali:

Despite uncertainties of statistics and vagaries of descriptors, a look at YA publishing over time clearly indicates that the number of YA novels with gay/lesbian content has slowly increased, growing from an average of one title per year in the 1970s to four per year in the 1980s to seven per year in the 1990s to over twelve titles per year in the early years of the 21st century41.

Ci fornisce una stima più precisa a riguardo Christine A. Jenkins, critico e autrice di letteratura young adult, in un suo saggio del 1993, nel quale prende in esame appunto il lasso di tempo che va dal 1969 al 1992:

[…] the rate of production of this body of literature has roughly doubled over the years, with approximately half (thirty-one) of the books published in the sixteen years from 1969 to 1984, and the rest (twenty-nine) published in the following eight years, from 1985 to 199242.

Prima di parlare però di young adult queer literature, bisogna ricordare che già verso le fine degli anni Quaranta del Novecento videro la luce i primi romanzi a tematica omosessuale per adulti. Per quanto riguarda la tematica gay, risalgono infatti al 1948 Other Voices, Other Rooms di Truman Capote, e, ancor più fondamentale, The City and the Pillar dello scrittore statunitense Gore Vidal. Si tratta di romanzi che narrano le vicende di giovani che arrivano alla consapevolezza della propria omosessualità durante il periodo di transizione verso la vita adulta. Di particolare importanza è stata l’uscita del romanzo di Vidal, in quanto viene

41 Ivi, p. xvi.

42 C. A. JENKINS, “Young Adult Novels with Gay/Lesbian Characters and Themes 1969-1992: A Historical Reading of Content, Gender, and Narrative Distance”, in Journal of Youth Services in

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XXX

riconosciuto come la prima opera letteraria risalente al dopoguerra che ha messo in scena un protagonista fin da subito apertamente omosessuale, e oltretutto in ambito militare; l’opera destò grande scalpore e fu aspramente criticata, non solo per il tema trattato e per l’immoralità che gli veniva riconosciuta dalla società intera, ma soprattutto perché per la prima volta l’autore dipinge l’attrazione omoerotica del personaggio come un comportamento naturale e armonico, da egli stesso palesemente accettato.

Nel 1964 vide le stampe A Single Man di Christopher Isherwood, romanzo dedicato a Gore Vidal, che illustra una giornata ordinaria del protagonista, il professore omosessuale George che, rimasto solo dopo la morte del compagno, trova conforto in una notte trascorsa insieme a un giovane universitario.

Parlando invece di tematiche lesbiche, ricordiamo il primo romanzo, nonché il più famoso, che le affronta: The Well of Loneliness di Radclyffe Hall, pubblicato in Inghilterra nel 1928. L’opera include contenuti apertamente omosessuali, narrando la vita di un’aristocratica donna inglese, Stephen Gordon, esplicitamente lesbica, alla quale però l’autrice fa costantemente riferimento utilizzando il termine “invertita”. Anche questa pubblicazione suscitò grandissimo scandalo, sia in Inghilterra, paese dove vide le stampe per la prima volta, sia negli Stati Uniti, tanto da costare un processo con l’accusa di oscenità per l’autrice e una condanna, seguita poi da un’assoluzione, all’editore che ne curò l’uscita in America. Nonostante vari tentativi di censura, il testo conobbe un enorme successo, e costituì una sorta di ispirazione per molte opere a venire.

Negli anni Cinquanta si assiste alla pubblicazione sempre più assidua di paperback per adulti incentrati su tematiche lesbiche, ai quali cominciarono ad affacciarsi anche giovani lettrici, forse proprio grazie alle trame piuttosto semplici e ripetitive:

Typical storylines featured naïve young women who are seduced by lesbians but finally won back to heterosexuality by men who could offer them marriage, a home, and children. If the lesbian character was actually a good person, she usually died

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XXXI

before the end of the book. If she was evil, she might die or end up in a mental hospital, or she might head off to further conquests43.

Questa nuova consapevolezza della presenza dell’omosessuale all’interno della società americana, che cominciò lentamente a farsi strada in particolar modo a partire dal secondo dopoguerra, dette una spinta anche alle prime timide apparizioni di prodotti per il pubblico YA, che iniziarono proprio in quel periodo ad affacciarsi sul mercato editoriale della letteratura queer. Data fondamentale di questa nuova, seppur lenta, ondata di sviluppo nel genere letterario in questione è il 1969. È l’anno dei cosiddetti moti di Stonewall, i violenti scontri che coinvolsero gruppi di omosessuali e la polizia di New York, che ebbero inizio nella notte del 28 giugno, all’interno del bar gay “Stonewall Inn”, nel Greenwich Village. La rivolta di Stonewall è considerata, da un punto di vista simbolico, come l’episodio dal quale ebbe origine il movimento moderno di liberazione gay in tutto il mondo44.

Sebbene alcuni dei già citati testi per adulti, ma di grande successo tra il pubblico dei più giovani, contenessero piccole e incidentali trattazioni di episodi allusivi all’omosessualità45, questi non ebbero un impatto significativo sull’evoluzione della letteratura gay e lesbica creata specificamente per il pubblico young adult. La

43 M. CART - C. A. JENKINS, The Heart Has Its Reasons: Young Adult Literature With

Gay/Lesbian/Queer Content, Scarecrow Press Inc., Stati Uniti d’America, 2006, p. 4.

44 «The legendary Stonewall Inn is the birthplace of the modern Gay Rights Movement. […] For the first time in history Gay people refused to accept the status quo of oppression and stoop up for themselves and, ultimately, the global Gay community. The Stonewall Inn, and the rebellion here, became the iconic flashpoint that sparked the long, uphill battle towards equality for all members of the Gay community.», in The Stonewall Inn,

http://www.thestonewallinnnyc.com/StonewallInnNYC/HISTORY.html.

45 In Seventeenth Summer di Maureen Daly (1942), la protagonista si reca insieme al suo fidanzato, in un locale, dove si esibisce un musicista descritto con tutti gli stereotipi del ragazzo gay: «”Look, Jack,” I remeber saying. “He has red nail polish on! Isn’t that funny – for a man?”». Per citarne un altro, in The Catcher in the Rye, di J. D. Salinger, viene descritto una scena particolare del protagonista Holden Caufield con il suo vecchio professore preferito,

nell’appartamento di quest’ultimo: «What he was doing was, he was sitting on the floor right next to the couch, in the dark and all, and he was sort of petting me or patting me on the goddham head. Boy, I’ll bet I jumped about a thousend feet. “What’re ya doing?” I said. “Nothing! I’m simply sitting here admiring –“. “What’re ya doing, anyway?” I said over again. I didn’t know what the hell to say – I mean I was embarassed as hell.»

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XXXII

prima volta che la tematica omosessuale ricevette una trattazione più esplicita e approfondita nella YA literature fu all’interno del romanzo I’ll Get There. It Better

Be Worth the Trip, di John Donovan, che vide le stampe proprio del 1969. Citando

di nuovo Cart,

There is no simple cause-and-effect relationship between the fact that the publication of this book and the Stonewall Rebellion – a landmark in the gay civil rights movement - happened in the same watershed year, 1969, but both were products of the same social/cultural climate46.

Nel libro, il protagonista tredicenne Davy descrive la sua grande amicizia con il compagno di scuola Altschuler, finché un pomeriggio i due, mentre giocano a fare la lotta, finiscono per baciarsi. Inizialmente il giovane reagisce d’istinto, evitando l’amico, ma alla fine i due si riconciliano, decidendo di lasciarsi alle spalle l’episodio47.

All’epoca della pubblicazione, il libro destò diverse controversie, e venne considerato un testo del tutto rivoluzionario, sebbene la trattazione dell’incontro amoroso tra due ragazzi dello stesso sesso sia riportata brevemente e in maniera molto vaga. Inoltre, l’opera contribuì a dare avvio a un particolare filone di questo genere ancora acerbo: quello che Daisy Porter chiama «the “queerness leads to death” trope»48. I primi testi che si accingono alla trattazione del tema dell’omosessualità, oltre a includere principalmente personaggi maschili e appartenenti alla classe media di origine europea, presentano i protagonisti della storia, o le persone a loro vicine, costantemente in pericolo49. Nessun prodotto

46 M. CART - C. A. JENKINS, The Heart Has Its Reasons: Young Adult Literature With

Gay/Lesbian/Queer Content, Scarecrow Press Inc., Stati Uniti d’America, 2006, p. 7.

47 C. A. JENKINS, “Young Adult Novels with Gay/Lesbian Characters and Themes 1969-92: A Historical Reading of Content, Gender, and Narrative Distance”, in Journal of Youth Services in

Libraries, 1993, Vol. 7, No. 1, p. 49.

48 D. PORTER, “From Problem to Pride: A Short History of Queer YA Fiction”,

http://www.malindalo.com/2012/06/from-problem-to-pride-a-short-history-of-queer-ya-fiction/. 49 «[…] Next, there is the endangered status of gay males. In the earlier books, seven die and one is gay bashed; in the more recent books, five die or are dying, and three are gay bashed.», C. A.

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XXXIII

editoriale in questo primo corpus di opere ha un lieto fine in cui i protagonisti riescano a trarre qualche vantaggio dalla loro situazione; al contrario, le trame sono solite fornire una rappresentazione piuttosto scoraggiante della vita del personaggio omosessuale. Per fare un esempio dal già citato testo di Donovan, dopo “l’incidente” del bacio tra il protagonista e l’amico dello stesso sesso, il cane di Davy viene ucciso da un’auto, quasi come si trattasse di una punizione divina, come un segno che ciò che era appena accaduto tra i due giovani fosse totalmente sbagliato, un episodio gravido di conseguenze fatali, assolutamente da non ripetersi. Simili accadimenti, piuttosto macabri, si riscontrano anche in alcune altre opere del periodo, che seguono le orme di I’ll Get There, It Better Be Worth The Trip, tra cui ricordiamo The Man Without a Face di Isabelle Holland del 1972, e Trying Hard

to Hear You di Sandra Scoppettone del 1974, dove uno dei protagonisti muore in

un incidente stradale mentre si dirige a un appuntamento con una donna.

Il messaggio è piuttosto chiaro: «LGBT characters are most useful if thy’re dead or gone»50.

Poiché, stando a quanto afferma ancora la Jenkins, «young adults have many questions and much misinformation about homosexuality, and reading is one of the few private ways for adolescents to gather information about this subject»51: si tratta di scelte fatte in primo luogo dagli autori e dagli editori, che, spaventati al pensiero delle controversie che testi così innovativi avrebbero quasi sicuramente creato, cercano di proporre rappresentazioni di temi e personaggi omosessuali appropriate, o meglio, accettabili agli occhi dell’opinione comune e della cultura del tempo. Michael Cart elenca le ragioni “permanenti” che spingono alla lettura offerte da T. S. Eliot nel saggio “Notes towards the definition of culture”:

JENKINS, “Young Adult Novels with Gay/Lesbian Characters and Themes 1969-92: A Historical Reading of Content, Gender, and Narrative Distance”, in Journal of Youth Services in Libraries, 1993, Vol. 7, No. 1, p. 52.

50 W. P. BANKS, “Literacy, Sexsuality and the Value(s) of Queer Young Adult Literatures”, in The

English Journal, Vol. 98, No. 4, 2009, p. 35.

51C. A. JENKINS, “Young Adult Novels with Gay/Lesbian Characters and Themes 1969-92: A Historical Reading of Content, Gender, and Narrative Distance”, in Journal of Youth Services in

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