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Capitolo 3: I GIOVANI RADICATI IN FORTI MOTIVAZIONI

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Capitolo 3:

I GIOVANI RADICATI IN FORTI MOTIVAZIONI

3.1 La motivazione: fattore dinamico del comportamento umano

La premessa del SVE è la Carta Motivazionale che invia il giovane all'Organizzazione di Invio: ragione essenziale per intraprendere e fare parte di un Progetto. La Carta Motivazionale è il prodotto del processo motivazionale, il quale agisce ogniqualvolta ciascuna persona prende una decisione. Il comportamento degli esseri umani risponde

generalmente alle proprie motivazioni1; quest' ultime si distinguono in motivi fisiologici

o primari, motivi generali e motivi sociali. I motivi fisiologici o primari sono quei motivi che non vengono appresi, che rispondono a necessità che si producono nell'organismo; i motivi generali, non rispondono direttamente a necessità fisiologiche, anche se danno avvio ad un meccanismo di sopravvivenza ed infine i motivi sociali sono quei motivi appresi, come la necessità di potere, di status.

Le stesse motivazioni che spingono gli individui2 nel fare qualcosa, possono essere

inconsapevoli, cambiare, mutare nel tempo, possono essere influenzate da convinzioni personali, da sentimenti, da incentivi, ricompense. Il processo motivazionale vede la

messa in atto di comportamenti3 volti ad ottenere la soddisfazione di un certo bisogno,

all'interno di una continua ricerca di un equilibrio dinamico. È un processo circolare caratterizzato: da uno stato di tensione iniziale, dalla soddisfazione del bisogno e da uno stato di irrequietezza che spinge l'individuo alla ricerca di mezzi più idonei per soddisfare un certo bisogno.

Nel corso dei secoli, l'essere umano si è posto degli interrogativi sulla motivazione, quindi domande sul come suscita la motivazione, ma anche sul cosa indirizza e sostiene

il comportamento umano4; a partire dal Novecento, lo studio su questa tematica vide

diversi autori a confronto. McClelland5 e Atkinson ad esempio, delinearono come il

1 Questo articolo è consultabile su Www.iniciativasocial.net

2 De Palma E. (2009), Accogliere e motivare i volontari. Riferimenti teorici e strategie organizzative, Lombardia, Strumenti-CSV

3 Questo articolo è consultabile su Www.osstrentino.altervista.org, Portale dell'Operatore Socio Sanitario del Trentino, Il processo motivazionale

4 Ostinelli G. (2005), Motivazione e comportamento: le variabili psicologiche necessarie per

raggiungere obiettivi, Roma, Erickson

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comportamento di ogni persona era formato da un mix di motivi, un insieme di aspettative che si sviluppavano intorno alle esperienze motivazionali di ciascuna persona. Evidenziarono che ogni persona presentava dei motivi dominanti che esercitavano un'influenza decisiva sul proprio comportamento: il potere (bisogno di influenzare gli altri), il successo (bisogno di raggiungere dei risultati) e la socializzazione (bisogno di sentirsi parte di un gruppo). Questa fu definita “teoria del contenuto”, la quale cercò di spiegare cosa davvero motivava gli individui; a questa si contrappose la “teoria del processo”, che cercava di spiegare come la motivazione influiva sul comportamento: trattasi della Teoria dell'aspettativa-valenza di Vroom. Questa Teoria vide ogni sequenza comportamentale originata da una motivazione, da una scelta consapevole fra alternative e tesa al conseguimento di una ricompensa; scelta data dalla combinazione di aspettative, strumentalità (nella credenza che raggiunto l'obiettivo ci fosse una ricompensa) e da valenze (nella supposta capacità di una ricompensa che soddisfacesse le proprie esigenze). La motivazione equivalse così al prodotto fra valori che la persona assegnava alla ricompensa e all'aspettativa di un possibile lavoro; il modello Vroom fu una teoria ampiamente accettata nell'ambito delle

motivazioni per spiegare come e perché le persone prendono decisioni6.

Il rapporto dell'azione umana con il comportamento personale, con le cause, i motivi annessi e quindi il senso stesso dell'agire di un individuo furono studiati dettagliatamente dalla filosofia, già ai tempi di Aristotele7. Bentham sottolineò al

riguardo, come le forze in grado di motivare l'azione umana, risiedessero nella ricerca del piacere e nella fuga dalla sofferenza, mentre Weber in Il metodo delle scienze

storico-sociali (1922) descrisse l'azione sociale come ogni atteggiamento dotato di

senso diretto, ponendo il soggetto al centro dell'attenzione.

Solo in seguito comunque sia, con il filosofo Saint-Simon e Marx fu storicizzata la teoria dell'azione e vennero collocate le stesse azioni umane8, nel contesto dello

sviluppo storico delle società. Per spiegare un'azione quindi era necessario prendere in esame lo scopo prefissato, i mezzi utilizzati, la situazione presente, ma anche il contesto cui il soggetto ed i suoi motivi si formavano.

“Lavorare sulla motivazione dei volontari significa anche pianificare per loro un percorso di crescita, porre attenzione alle loro esigenze individuali”9; le diverse

6 Leopold de Sousa School of Information Studies Syracuse University, «Vroom's Expectancy Theory», Motivation at a Glance, Siracusa

7 Gallino L. (1993), Dizionario di Sociologia, Milano, Utet 8 Ibidem

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Organizzazioni devono stare attente al tipo di motivazione, al livello di motivazione del giovane, al modo in cui il tipo ed il livello di motivazione influisce sul comportamento e la performance di ogni volontario. In concreto, l'attenzione è sui bisogni e sulle aspettative rispetto all'azione volontaria e al contesto organizzativo di ogni singolo volontario.

Concetto che si collega alla motivazione intrinseca10, (quindi alla motivazione nel fare

qualcosa per il gusto o il piacere di realizzarlo), formata da un insieme di sensazioni positive, associate allo svolgere bene una certa attività. Una forza, una spinta interiore, quella della motivazione intrinseca, che si connette ad alcune emozioni come quelle di curiosità, piacere, gratificazione di sé.

Le Organizzazioni facenti capo al SVE denotano come le motivazioni di ogni giovane presentano un personale sviluppo con proprie caratteristiche e formano una sorta di processo contrassegnato da diversi fattori.

La motivazione è così identificata come un processo circolare, in cui al suo interno si distinguono, la prova nel riuscire in un determinato compito, il piacere nell'effettuarlo ed il successo che ne può derivare. La distinzione della motivazione intrinseca da quella estrinseca fu trattata da E. L. Deci e R. M. Ryan; rispettivamente, la motivazione estrinseca dipende da ricompense adeguate, mentre la motivazione intrinseca porta a svolgere attività per se stessi, senza ricercare una qualche ricompensa esterna. Per questi autori, la motivazione iniziò a collegarsi al concetto di felicità11, allo studio del

benessere, dalla quale prese avvio l'elaborazione della Self-determination Theory (SDT).

10 Gazzella L. (2014), «Motivazione intrinseca: quando la chiave di volta è la passione», Rivista

Crescita personale.it

11 Grippo T. (2012), «Le origini della motivazione intrinseca e le sue applicazioni nella realtà contemporanea: il ripristino dello stato naturale dell'individuo», Organizzazione aziendale, politica

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Trattasi di un approccio che si basò sull'assunzione del fatto che, le persone erano concepite come organismi attivi volte evolutivamente a crescere, a integrare le nuove esperienze in un coerente senso di sé. Questi due studiosi della motivazione notarono

come l'essere umano aveva la naturale inclinazione nel provare interesse12, quindi come

ogni uomo era motivato ad agire e auto migliorarsi.

Deci e Ryan identificarono che l'uomo, per essere felice, produttivo e motivato, necessitava della soddisfazione di tre bisogni innati e universali: la competenza, la relazionalità e l'autonomia. Il bisogno di competenza si riferiva alla necessità di esprimere e sperimentare le proprie capacità, il bisogno di relazione stava nel prendersi cura degli altri ed essere presi in considerazione dagli altri ed infine il bisogno di autonomia era rappresentato dal percepirsi origine e fonte del proprio comportamento. I contesti sociali che favorivano la soddisfazione di questi tre bisogni, promuovevano il benessere ed il buon funzionamento psicofisico della persona.

Il concetto della motivazione assume una rilevanza primaria nell'ambito del Volontariato Europeo e per tale motivo, quando un giovane intraprende quel percorso per svolgere un Progetto SVE, i suoi motivi intrinseci vengono valutati attentamente dalle diverse Organizzazioni di Invio e Accoglienza. Al fine di inviare, coordinare o accogliere un volontario, le Associazioni facenti capo a questo tipo di attività internazionale pongono la loro centralità, nell'identificazione delle cause che spingono il giovane a fare un'esperienza di questo genere. La “motivazione” per l'appunto è il riferimento primario ed è uno degli standard di valutazione di una candidatura SVE, da parte dei Responsabili dei vari Progetti sociali.

L' importanza data alle motivazioni, quindi a ciò che effettivamente fa muovere l'individuo ad agire, ad agire socialmente, riferendosi sia alla sfera sociale che a quella individuale personale all'interno di una determinata società, porta a dei nessi causali fra giovane, motivazione e opportunità offerte loro. In particolare, la sociologia dell'azione prende in esame il fenomeno sociale e lo identifica come un insieme di azioni individuali; il sociologo si occupa quindi degli attori sociali inseriti all'interno delle reti sociali. Come definì Simmel in I problemi della filosofia della storia, qualsiasi fenomeno sociale è sempre il risultato di azioni, atteggiamenti, comportamenti individuali. Partendo dalle motivazioni e dal proprio agire sociale, i sociologi possono arrivare alla comprensione più nitida sia delle realtà sociali, sia dell'andamento delle

12 Deci E. L., Ryan R. M. (a c. di) University of Rochester (2000), Intrinsic Motivation and

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società europee nei confronti dei giovani.

3.2 Le motivazioni dal punto di vista dei giovani

Denotata fin da subito la centralità che le Organizzazioni riguardanti il SVE, danno alle motivazioni intrinseche dei giovani volontari europei, ne ha seguito una ricerca sia sulle Carte Motivazionali che sulle Application Form giunte ad Afaij. Afaij (Asociaciòn para la Formaciòn y Actividades Interculturales para la Juventud - Associazione per la formazione e le attività interculturali per la gioventù con sede a Madrid) è una delle Organizzazioni di Invio Accoglienza e Coordinazione SVE; questa Associazione è presente nell'area Europea e non Europea per accogliere-inviare-coordinare giovani volontari di tutto il mondo per svolgere un SVE.

Al suo interno, nell'area di accoglienza propria dei giovani, durante il periodo Ottobre 2012-Marzo 2013 è stato sviluppato un progetto inerente lo studio e l'analisi delle motivazioni dei giovani, nella realizzazione e nella partecipazione in progetti di Servizio Volontario Europeo. I due diversi punti di vista utilizzati nella ricerca sono stati quello degli stessi giovani che volevano ed iniziavano a fare parte di un Progetto SVE e quello dei responsabili e coordinatori delle Associazioni di Accoglienza dei volontari stranieri. La curiosità e il particolare interessamento in questa tematica hanno contribuito nello svolgimento di questo Progetto, che ha preso in esame nello specifico, un piccolo campione di 84 Carte Motivazionali e 54 Application Form. Lo strumento utilizzato al riguardo è stato, dal punto di vista statistico, quello di alcune Tabelle di Excel, utilizzate per l'inserimento dei dati e la configurazione di grafici, in seguito all'accorpamento dei concetti fondamentali evidenziati. Nell'analisi di 84 Carte Motivazionali giunte ad Afaij, ciascuna delle quali affiancate dall'invio del proprio Application Form, i giovani hanno messo in luce i propri desideri, sogni, volontà, realtà che avevano dentro sé. Tale analisi non è stata per niente banale, dal momento in cui ognuna di queste Carte, si sono presentate in forme sempre diversificate; poteva essere una semplice lettera, un power-point, poche righe con allegate delle foto, ecc.

Da qui le difficoltà di tale ricerca, l'impossibilità di avere un preciso strumento di analisi che permettesse di incanalare in breve tempo tutte le Carte Motivazionali; breve tempo poiché l'analisi è stata effettuata in un arco di tempo specifico. Inoltre, l'utilizzo del materiale ha richiesto un certa cautela nel maneggiarlo, dal momento in cui si è trattato di materiale sensibile quindi con le condizioni di privacy annesse. Per incanalare l'analisi ne conseguì una lettura attenta di ognuna delle Carte, per poi raggruppare i

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motivi chiavi che emergevano di volta in volta; si distinsero così, una serie di concetti, alcuni dei quali ricorsero maggiormente, altri meno. Ognuna di queste però, presentava una propria sfumatura personale poiché legata strettamente alla propria vita, quindi alla propria origine, al proprio contesto familiare, amicale, culturale, religioso.

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3.2.1 Le Carte Motivazionali

In un percorso SVE, l’importanza della tematica motivazionale si riscontra fin dal principio, dal momento in cui al presentarsi di una candidatura, dev'esserci l’invio di una Carta Motivazionale, nella quale il giovane deve esplicare nella forma a lui più consona, il perché di quella scelta, di quella volontà, il perché si sente adatto a quel determinato progetto. In concreto, la Carta Motivazionale è quella lettera, quel power-point, quella serie di immagini, ecc. (le modalità possono variare e non hanno restrizioni di forma) in cui il giovane esplica a suo modo, il motivo intrinseco del perché vuole conseguire ad effettuare un SVE. Carta che viene affiancata all'Application Form appositamente compilato dal candidato: procedura cruciale per l'Organizzazione di Accoglienza, la quale, attraverso questa documentazione, deve decidere di accettare o meno la candidatura del giovane.

La centralità data a questa Carta in un SVE è paragonata alla centralità data ad un curriculum vitae per la ricerca di un impiego lavorativo; la motivazione diviene il punto focale per intraprendere una nuova esperienza, relazionata all'apprendimento non formale. Nel caso del SVE, l'originalità è nel coinvolgere anche quei giovani con meno opportunità, che non presentano una formazione eccellente, ma che hanno maturato il desiderio di fare parte di un Progetto. Giovani che vogliono agire all'interno delle società europee, per essere di aiuto a qualcuno e che allo stesso tempo, vogliono “approfittare” del luogo in cui si verranno a trovare, per ampliare le proprie conoscenze, il proprio sapere, le proprie relazioni.

Per le Associazioni inserite nei Progetti SVE, la motivazione è uno dei fattori più importanti, quello cruciale, poiché rappresenta ciò che realmente muove la persona nella decisione iniziale per svolgere un'attività di volontariato a livello nazionale o

internazionale13. E' fondamentale questo concetto perché le motivazioni che hanno i

giovani nel divenire volontari stranieri, sono molteplici e differenti e possono dipendere per di più dalle proprie necessità personali, dal contesto sociale, dal momento che stanno passando: è un argomento che presenta mille sfaccettature. Ogni giovane ha la sua idea, la sua motivazione che con il tempo può mutare, accompagnandosi ogni volta con un nuovo entusiasmo, una nuova energia, un nuovo adattamento alla situazione incontrata. Molti giovani sono arrivati ad Afaij con l'idea principale che “EVS program

13 Porcarelli A. (2009), Fare rete nella “cultura del volontariato”, Padova, Dipartimento di Scienze dell'Educazione

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is a melting pot where people from all over Europe gather, share, help each other in a

voluntary fashion, learn about different cultures, and different languages”14.

Afaij accoglie giovani da tutto il mondo, provenienti da fuori o dentro Europa per inserirli nei diversi progetti sociali convenzionati a Madrid e dintorni; per tale motivo ogni giorno Afaij si confronta con le tante Carte Motivazionali che i giovani inviano. L'attenzione posta nel leggere tali Carte Motivazionali, l'importanza che viene data ad esse (un'attenzione maggiore rispetto ad un semplice curriculum vitae) è notevole: rispecchia il vero significato del Servizio Volontario Europeo.

Innanzitutto, nel momento in cui un giovane decide di volere effettuare un SVE, deve prendere parte ad una Sessione Informativa, ossia una riunione con la Coordinatrice di Invio dell'Associazione, la quale mette a conoscenza sia di cos'è effettivamente il SVE, sia di tutti i dettagli organizzativi, burocratici, amministrativi, personali che i giovani devono seguire per effettuare un SVE. In questo contesto è esplicato il valore della

motivazione, cosicché il giovane comprende che un volontariato europeo può porsi in

essere, solo innanzi ad un forte e radicato motivo, inteso come quella forza, quella energia interna che porta all'azione.

È così spiegato il valore indispensabile che viene dato alla creatività, alla fantasia per creare una Carta Motivazionale; il fine è quello di spiegare all'Associazione di Invio e Accoglienza il perché di quella scelta che lo spinge ad andarsene per un certo periodo fuori dal proprio Paese, per aiutare qualcuno, o anche per un qualcosa (nel caso ad esempio di un Progetto riguardante il medio ambiente) che presenta una certa necessità, un bisogno.

La motivazione è qualcosa intrinseco alla persona stessa e proprio per ciò che, il vero senso di un SVE, come sottolinearono i diversi collaboratori dei Progetti SVE15, è

rintracciabile grazie alle molte frasi, pensieri che i giovani scrivono nelle Carte Motivazionali. In linea generale, all'inizio di ogni Carta è descritta dal candidato, una piccola parte di sé, della propria vita, quindi dove in quel momento abitano, in quale contesto culturale si trovano, le competenze che hanno, le esperienze, i valori che

maturano dentro di sé16. Dopodiché, ogni giovane sembra che scava dentro di sé per fare

emergere le proprie motivazioni; lentamente si sciolgono e incominciano a raccontare

14 Cit. Aspetto motivazionale esposto nella 4° Application Form di un ragazzo che ha inviato la propria candidatura ad Afaij, 2012/2013

15 Belén Sanchez Direttrice di Afaij, Marta Picòn tecnica dell'Ufficio di Solidarietà e Cooperazione e Taty Coordinatrice di Alicia Kolpowitz – Organizzazioni di Accoglienza SVE Madrid

16 Europe Direct/Eurodesk (2014), Lettera di motivazione- Servizio Volontario Europeo (Programma

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sulle loro passioni, sui loro gusti, su ciò che sanno fare o che gli piace imparare o conoscere. Si aprono per fare capire a chi legge, il perché della scelta di quel progetto SVE cui vorrebbero fare parte e del come, secondo loro, possono esserne utili. Una sorta di percorso interiore che i giovani effettuano e descrivono per esprimere sia le loro reali convinzioni, fattori stimolanti su di sé, che i loro progetti a breve tempo che desiderano compiere. I giovani in qualche maniera dovono cercare di colpire l'attenzione dell'Organizzazione di accoglienza, cercando di dimostrare di essere le persone adeguate per quel determinato Progetto.

Più nello specifico, analizzando il materiale in questione, in alcune Carte Motivazionali i giovani descrivono il SVE come una buona esperienza: “un'esperienza capace di dare

senso alla propria vita”17 ha confidato un giovane che ha inviato la propria Application

Form. Una decisione in concordanza con i propri principi, il proprio essere, mossa dalla necessità di agire per fare parte di quel granello di sabbia necessario al mondo, ai fini di un cambiamento positivo della società, “I want to dare myself to see if I can succeed

and to expand my limits”18. Più giovani sottolineano che il SVE è per loro, una buona

esperienza per crescere, maturare, arricchirsi sia come persone che come cittadini di una società, confrontandosi con le diverse realtà in cui si vorrebbero interfacciare.

Il Servizio Volontario Europeo, agli occhi dei giovani che inviano la propria candidatura è descritto tramite diverse modalità, ma soprattutto è identificato come quel 'particolare'; particolare che “potrebbe cambiare la propria vita, capace di dare senso al proprio

avvenire, una vera e propria opportunità da non lasciarsi scappare”19. Emerge in maniera

più o meno evidente come questa esperienza è percepita spesso dai giovani, come punto di partenza per costruire il proprio futuro.

A dimostrazione di ciò, la clausola sugli anni che una persona deve avere per effettuare

un SVE: tra i 18 e i 30 anni20. Questo è “l'arco di tempo ove solitamente una persona

cerca di prendere in mano la propria vita”21, creandosi un qualcosa di benefico per il

proprio avvenire. Il SVE viene così percepito, da coloro che ne vogliono fare parte, come una sorta d'ispirazione capace di ampliare i propri orizzonti, la propria visuale, dedicandosi allo stesso tempo agli altri. Dedicarsi al prossimo disagiato senza un

17 Cit. Aspetto motivazionale esposto nella 34° Application Form di un ragazzo che ha inviato la propria candidatura ad Afaij

18 Estratto dalla 35° Carta Motivazionale analizzata di un giovane volontario, SVE Madrid 2012 19 Concetto ricorrente nelle Carte Motivazionali dei volontari in accoglienza ad Afaij 2012/2013 20 Questo articolo è consultabile su Www.europa.eu, European Voluntary Service: what is it really? 21 Dolci F. (2014), La fragilità dei giovani. Il risultato di un epoca di cambiamenti

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qualcosa in cambio: un aiuto descritto come privo di aspettative22. Molti giovani

vogliono evidenziare il semplice gusto del dare, della gratificazione personale che ne può derivare da questo gesto gratuito, accompagnato dalla volontà di collaborazione, cooperazione per un obiettivo comune: aprire i propri orizzonti a 360° senza dare niente per scontato, chinandosi e ponendosi di fronte al bisogno che i progetti sociali

convenzionati all'interno del SVE, fanno emergere23.

Assumere così una visuale più grande rispetto a quella che un giovane può avere all'interno della sua città (piccola o grande che sia); uscire dal proprio contesto, dalla piccola nicchia culturale, tradizioni comprese, per integrarsi, in un certo arco di tempo, ad una nuova realtà24. Conoscere nuove prospettive, nuove forme di vita, acquisire

nuovi punti di vista sono alcune delle motivazioni che emergono dalle diverse Carte Motivazionali. Un'esperienza connotata come un “arricchimento” su diversi piani: piano personale, professionale, sociale, ecc. “No obstante, despuès de cinco años de estudios y otros tres de experiencias profesionales enriquecedoras, no me siento realizado en el plano personal ni profesional25”..(nonostante cinque anni di studio, arrichiti con altri tre

anni di esperienza professionale, non mi sento realizzato nè sul piano personale, nè in

quello professionale)26 viene specificato in una Carta Motivazionale.

I giovani volontari dichiarano che il SVE è una ricchezza per sé, per migliorarsi, per crescere e modellarsi come persona, ma è anche una ricchezza in ambito lavorativo-progettuale, per acquisire più esperienza, più consapevolezza dei diritti e delle responsabilità di cittadini facenti parte di una società in continuo mutamento. Ai molti problemi emergenti all'interno di un territorio, questi giovani vogliono dare una risposta alquanto concreta e in linea con i propri desideri a livello pratico; contribuire alla società e offrire un reale servizio è ciò che emerge nelle volontà dei giovani “I want to have an active role in the society”27.

Il SVE è visto come un'opportunità per apprendere, interagire, per divenire attivi cittadini in un mondo bisognoso, capaci di porre la propria persona, il proprio tempo per il bene e l'aiuto degli altri. Per l'appunto “aiutare gli altri” affiora spesso nelle volontà

22 Cit. Aspetto motivazionale esposto nella 1° Application Form di un ragazzo che ha inviato la propria candidatura ad Afaij, 2012/2013

23 Concetti chiavi delle Carte motivazionali analizzate – Afaij 2012/2013

24 L' Integrazione è un motivo ricorrente fra i giovani all'interno delle Carte motivazionali inviate ad Afaij

25 Cit. Aspetto motivazionale esposto nell' 8° Application Form di un ragazzo che ha inviato la propria candidatura ad Afaij, 2012/2013

26 Tutte le traduzioni dallo spagnolo e dall'inglese presenti in tutto il testo sono dell'Autore

27 Cit. dell'aspetto motivazionale esposto nella 16° Carta Motivazionale di un giovane che ha inviato la propria candidatura per effettuare un SVE a Madrid

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dei giovani. Il volere donare qualcosa anche se si tratta semplicemente del proprio tempo; “uno de los objetivos màs noble e importante en la vida es tratar de dar ayuda y mantener a los demàs, estoy convencido de que puedo aportar a su proyecto tanto como puedo obtener de ella” (uno degli obiettivi più nobili e importanti nella vita è cercare di aiutare gli altri, sono convinto che posso apportare tanto al suo progetto, quanto ottenere tanto in cambio)28.

Emerge quindi il volere essere utile ad un progetto, al fine di apportarne beneficio; nelle motivazioni dei giovani è descritta la loro voglia di dare il proprio contributo, apportare dei cambiamenti significativi nel progetto in questione sia a livello umano che sociale senza sperare di ottenere qualcosa in cambio. Chiedono in qualche maniera di evidenziarsi dalla massa, dedicandosi completamente all'altro e al progetto scelto, ponendo come elementi significativi al riguardo, il proprio sapere, le proprie conoscenze, la propria filosofia di vita, la propria allegria. Ma la sfida che questi giovani espongono, sta anche nel sapersi mettere alla prova, per effettuare un cambiamento. Un cambiamento che permette di ampliare e mettere alla prova le proprie abilità, le proprie conoscenze professionali, ampliando gli eventuali limiti che uno possiede.

Svilupparsi, migliorarsi, crescere come persone con la motivazione centrale di dare il

meglio, per maturare, perché il SVE è visto anche come: un'esperienza istruttiva29.

Acquisire in questa maniera diversi punti di vista e assumere una nuova prospettiva di vita, agendo costruttivamente in un progetto connesso ad una determinata realtà

sociale30. Inoltre uno dei punti salienti ricorrenti nelle Carte motivazionali, riguarda l'

interculturalità; la stessa parola consta di due significati, inter- il quale riguarda l'interazione, l'apertura, la reciprocità, lo scambio, la solidarietà dell'individuo, mentre

-culturale è il riconoscimento dei valori, dei modi di vita, delle rappresentazioni

simboliche31. Le relazioni interculturali sono ciò che tentano d'instaurare le persone,

partendo dalla comprensione dell'altro, ma anche dalla comprensione di se stessi32; la

prospettiva interculturale mette a fondamento di tutto, la persona in concreto, di conseguenza l'interculturalità è identificata con il personalismo applicato alla realtà dei rapporti umani. Uno degli aspetti emergenti nell'ambito di un SVE è proprio il dialogo

28 Cit. 6° Carta Motivazionale di un volontario in accoglienza, SVE Madrid 2012/2013 29 Crescita a livello personale, maturazione sono leitmotiv nelle Carte motivazionali esaminate 30 Ibidem

31 Definizione di interculturalità emanata da Unesco, 1980

32 Gioberti G. (2012), «L'interculturalità come prospettiva globale», Rivista IdP Istituto di Politica, questo articolo è consultabile su Www.istitutodipolitica.it

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fra culture33, un dialogo che implica l'incontro con l'altro, diverso da sé. Un altro che

entra in relazione, che riesce a riconoscere e ad interagire al di là delle differenze evidenti o meno. Come ha detto un autore anonimo:

“Incorporare l’altro, convivere con il suo diverso patrimonio culturale ci rafforza perché il nostro essere è diversità.

Sciogliendo il conflitto in un dialogo, questo essere fiorirà in un potenziale più ricco, come un’occasione di crescita, quanto più cercherà se stesso in un diverso da sé.

È per questo che mi piace affrontare il nuovo e lo sconosciuto con partecipazione e passione”.

Proprio il volere conoscere, il volere aiutare a sviluppare il dialogo interculturale è identificato come una delle molte motivazioni presenti nei giovani; “creo que es un reto de vivir en una cultura diferente y comunicarse en un lenguaje nuevo y necesito que el desafìo para mejorar” (credo che sarà una sfida, quella di vivere in una cultura differente

e comunicare con un linguaggio nuovo, necessito una sfida per migliorarmi)34. Molti

giovani parlano del SVE come una sorta di opportunità unica che si presenta al momento giusto della propria esistenza, un'opportunità per produrre nuove idee alternative, nuovi punti di vista e divenire una persona più ricca umanamente e più entusiasta.

Dare il proprio contributo in maniera del tutto volontaria ad un progetto che s'incastra alla perfezione con i propri desideri, volontà, gusti, interessi è ciò che emerge più volte nelle Carte Motivazionali. Tutto questo rispecchia le parole iniziali di presentazione della “Premiazione Nazionale Gioventù Spagnola 2012” svoltasi nel Ministero di Sanità, Servizio Sociale e Uguaglianza di Madrid.

..« La gioventù è l'età del non conformismo

dell'immaginazione, dell'entusiasmo e della speranza. La gioventù è transitoria

però imprigiona un chiarore sottile che si porta con se' per sempre: è la capacità di sognare,

di prendere parte e scrivere la propria storia, apprendere dai propri errori

e vivere intensamente ogni secondo;

33 Questo articolo è consultabile su Www.agenziagiovani.it, Servizio Volontario Europeo

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questo lo trasforma in un motore di rinnovazione e sviluppo. Solo i giovani fanno dell'impossibile il possibile » .

Inoltre le mille passioni che i giovani oggigiorno hanno, come quella del viaggiare35 è

strettamente collegabile con l'esperienza del SVE; questa permette di sperimentare il vivere all'interno di una nuova società al di fuori dei propri confini territoriali. Spesso i giovani “si sentono manchevoli di qualcosa, forse quel qualcosa che potrebbe cambiare

in meglio la propria esistenza”36. Da qui emerge la loro voglia di andare oltre i confini

della propria città, per assumere una nuova visuale, una visuale internazionale, ottenendo allo stesso tempo una propria indipendenza.

In questa analisi emerge proprio quel desiderio di varcare il proprio paese per fare un'esperienza benefica per sé e per gli altri, in un progetto che rispecchia appieno le proprie volontà. L' adattamento ad una nuova realtà straniera con tutti i pro e i contro che ne possono derivare è una sfida che questi giovani si prestano ad affrontare. Una sfida che vogliono, desiderano fare, convinte del beneficio positivo che l'esperienza in sé può avere. Nonostante l'età dell'incertezza, dei dubbi, tra i 18 e i 30 anni37, i giovani

presentano anche ferme convinzioni leggibili in queste Carte Motivazionali. Convinzioni di come il Servizio Volontario Europeo non è una semplice opportunità, ma un di più capace di dare forse risposte a domande ancora non richieste.

“Para mì el voluntariado es una forma de vida... Racomienda el voluntariado a todos tus amigos. Tanto a los que no saben lo que en su vida quieren hacer, pero los que tienen la cabeza llena de ideas y no saben còmo usarlas. Para mì es una gran pena que sòlo se puede utilizar una vez con caràcter voluntario como es SVE. Que debe ser similar voluntariado lo que se necesita depende de ti. Esta es tu oportunidad, tòmelo tan duro

como estaba previsto38” (Per me il volontariato è una forma di vita... raccomanda il

volontariato a tutti i tuoi amici. A chi non sa cosa fare della propria vita, ma anche a chi ha la testa piena di idee e non sanno come utilizzarle. Per me è una grande pena che il SVE si può fare solo una volta nella propria vita. Questa è la tua opportunità, prendila concretamente come sta effettivamente previsto”). Queste parole di un giovane volontario, esprimono anche un “annuncio” rivolto agli altri giovani come lui, per fare conoscere l'esperienza del SVE e farla comprendere nella sua globalità. Racchiude la

35 Andreoli V. (1997), GIOVANI Sfida, rivolta, speranze, futuro, Milano, Bur

36 Gonzalo L. A.A., (2011), Humanización y voluntariado, Madrid, Ppc- Centro de Humanización de la Salud

37 Santoro M. (2004), «Recenti transformazioni dei processi di transizione all'età adulta in Europa»,

Working Papers del Dipartimento degli studi sociali e politici, n°9

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voglia di donare, di fare conoscere questa opportunità che l'Unione Europea offre, per migliorare anche il futuro dell'altro. Solidarietà e aiuto reciproco sono caratteristiche evidenti fra questi giovani di diverse nazionalità e ciò che sembra che li accomuna è l'entusiasmo del dare e del fare. E il fare l'esperienza del SVE è ciò che desiderano e vogliono di conseguenza condividere con gli altri.

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3.2.2 “Il Servizio Volontario Europeo e la motivazione” trattato dai giovani volontari in accoglienza

La consapevolezza, la conoscenza, la motivazione personale sono strettamente legate in un giovane che intraprende un percorso per un SVE. In seguito all'analisi delle Carte Motivazionali, nel Dicembre 2013, durante una riunione mensile dell'Organizzazione di Accoglienza Afaij è stato preso in esame il concetto della motivazione e affrontato direttamente con i giovani volontari presenti in quell'arco di tempo a Madrid.

Il fine è stato quello di comprendere il concetto “Servizio Volontario Europeo e Motivazione” dal punto di vista dei giovani, i quali hanno parlato in prima persona di questo argomento. In sostanza è stata svolta un'attività dinamica, pensata esclusivamente per ottenere una certa spontaneità nelle risposte; il gruppo presente era formato da alcuni ragazzi di diverse nazionalità quali, Nepal, India, Italia, Indonesia, Inghilterra, Francia, ecc.

La riunione si è svolta nella sede di Afaij e i giovani che ne hanno fatto parte, al momento del loro arrivo, non erano a conoscenza dell'attività dinamica che gli spettava; il concetto di condivisione e aiuto reciproco è emersa nettamente nel gruppo di volontari e di rilievo è stata anche la comunicazione fra loro stessi, la quale è avvenuta attraverso lingue diverse, spagnolo, inglese, italiano. Una comunicazione aperta al dialogo e al reciproco confronto.

L'attività svolta ha consistito nello scrivere in maniera istantanea, ciò che ogni giovane pensava, credeva, innanzi alla domanda “Come definiresti il Servizio Volontario Europeo in una frase?”; ognuno dei presenti doveva scrivere la propria risposta in un foglietto di carta e incollarla in un cartellone precedentemente realizzato. Al centro di tale cartellone era stata scritta la parola chiave “motivazione” e con l'inserirsi delle diverse frasi dei giovani, l'esito fu quello di un brain-storming.

Le parole-frasi emergenti sono state:

➢ Comprometido totalmente con tù mismo y los demàs (Impegnarsi con se stessi e con

gli altri);

➢ (Puedes) Descubrir, aprender, intercambiar (Puoi scoprire, apprendere, scambiare);

➢ Para mì el SVE es la solidariedad entre jovenes de paises distintos (Per me il SVE à

la solidarietà fra Paesi differenti);

➢ Team work-Equipo de trabajo (Gruppo di lavoro);

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personale);

➢ Es un projecto que cualquiera debe hacer una vez en la vida (È un progetto che

chiunque deve fare una volta nella propria vita); ➢ Intercambio intercultural (Scambio culturale);

➢ That the person to whom the person who volunteers will both happy (Che sia la

persona che il volontario saranno entrambi felici).

Condotto quindi questo grande brain-storming, il seguito è stato quello di una discussione sul concetto di motivazione, identificata dagli stessi partecipanti, come oggetto di cambiamento in tutto il percorso di selezione, iniziazione e svolgimento del Progetto SVE. Per evitare ogni tipo di suggestione, la riunione non è stata registrata, ergo l'analisi emergente è stata documentata da appunti presi su un taccuino.

Inizialmente, la motivazione che questi giovani hanno dichiarato è stata quella di fare in concreto un qualcosa: ottenere quell'opportunità che l'Unione Europea offre. Hanno espresso all'unisono come il SVE sia un'occasione per inserirsi all'interno di un'Associazione e sviluppare una certa attività connessa ai propri desideri, gusti, per formarsi maggiormente come persone e non solo.

Hanno parlato di aspettative e motivazioni che sono mutate nel corso dello svolgimento del Progetto; un'evoluzione data in relazione alle sfide giornaliere che ognuno si pone. Cosicché è emersa la questione dello “sviluppo della motivazione”, del come se all'inizio, quindi al momento della compilazione della Carta Motivazionale, c'era solo un'idea, uno stimolo chiaro e univoco, con il tempo, entrando a contatto con la realtà del SVE, le motivazioni hanno assunto maggiore spessore. Questi giovani hanno riscontrato l'ampliamento delle proprie motivazioni, dal momento in cui con il tempo si sono arricchite e i propri orizzonti hanno assunto nuove mete: ogni giorno il Progetto in questione ha assunto un valore particolare per loro. Al volere solo apprendere semplicemente una nuova lingua, aggiunsero il volere apprendere allo stesso tempo la cultura spagnola, scambiando i propri punti di vista con persone di un'origine diversa dalla propria. Puntualizzarono come il “fare, contribuire, collaborare, partecipare” li hanno portati a vedere con i propri occhi, un risultato effettivo all'Associazione, un risultato dato “per gli altri”. In tal senso, anche le scoperte dei giovani, le maggiori abilità che quotidianamente apprendono, sono sensazionali per loro: “prima avevo paura nel mettere il sondino del cibo ad un nostro disabile, ma adesso dopo aver preso coraggio, riesco a farlo, ma soprattutto provo una certa sensazione..una sensazione strana, un certo piacere che mi rallegra dentro” ha confidato una giovane volontaria.

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3.2.3 Le Application Form

Il progetto di ricerca ha previsto anche l'analisi delle Application Form (A.f.): documento fondamentale per richiedere la partecipazione ad un progetto del SVE. Trattasi di un cartaceo, un documento composto di domande a risposta aperte e chiuse che il giovane deve riempire per candidarsi. Nel concreto, la ricerca consta dell'analisi statistica di 54 Application Form inviate ad Afaij nell'anno 2012; Application Form di giovani volontari di diverse nazionalità, che volevano recarsi a Madrid per conseguire un progetto SVE.

Ogni candidatura ha il proprio A.f.: ciò serve all'Organizzazione di Accoglienza per sapere e acquisire maggiori informazioni sul giovane. Ciascuna Application Form è strutturata da diverse parti, la prima si riferisce alle generalità della persona, quindi ai dati personali e anagrafici; dati che servono per avere un quadro generale sul giovane in questione, con riferimento anche all'ambito familiare cui momentaneamente si trova e alla formazione che possiede. Ne segue una parte dedicata al captare più da vicino i reali interessi del potenziale volontario, quindi gli hobby, il lato positivo e negativo del suo carattere, le proprie competenze, qualità, abilità che potrebbero condividere nel Progetto, le eventuali esperienze effettuate al di fuori dal proprio paese ed i propri progetti per il futuro; di conseguenza è richiesto al giovane, in quale ambito gli piacerebbe maggiormente svolgere il proprio SVE.

Le aree in cui è possibile svolgere un SVE sono diversificate, ad esempio l'ambito della disabilità, dell'infanzia, degli anziani, dei rifugiati, ecc. e di conseguenza anche le tematiche cui il Progetto può toccare: educativo, internazionale, arte e cultura, sviluppo urbano, ecc. . Negli A.f. è richiesto, basandosi su una scala numerica, di esprimere le proprie preferenze sulla tematica del progetto, la modalità di svolgimento delle attività e il tipo di alloggiamento. Questo perché ogni Progetto presenta la propria singolarità, la propria location, quindi il lavoro dell'Organizzazione di Accoglienza è proprio quello di fare incastrare in qualche maniera il “giovane giusto con un Progetto a sua misura”. Dopodiché è presente una parte strettamente legata al SVE, quindi al perché di quella scelta, del cosa uno crede di apportare a quel determinato progetto e le probabili difficoltà che può trovarsi innanzi; ma anche ciò che vorrebbe ottenere da questa esperienza.

Più specificatamente, l'analisi statistica ha previsto anche l'elaborazione delle A.f. attraverso una tabella di Excel, creata appositamente per inserire al suo interno i dati emergenti; gli elementi analizzati sono stati il genere, la distribuzione per fasce d'età, la

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motivazione intrinseca intesa come causa scatenante nel volere fare parte di un Progetto SVE, cosa questi giovani volevano ottenere da questa esperienza e i propri piani per il futuro. Per accorpare il materiale a disposizione sono stati raggruppati con gli stessi numeri, i diversi concetti che sono emersi di volta in volta; ne ha seguito la realizzazione di alcuni grafici per evidenziare i concetti fondamentali.

Mettendo i grafici in evidenzia, la maggior parte di queste 54 A.f. sono state compilate da donne (con il 65%), innanzi ad un 35% di uomini (Fig. 1); i giovani che hanno richiesto di effettuare un Progetto SVE sono stati soprattutto giovani con un'età compresa fra i 24 e i 30 anni, a fronte di una piccola percentuale di giovani fra i 21 e i 24 anni (Fig. 2).

La motivazione ricorrente espressa da questi 54 giovani è stata inerente soprattutto i piani per il proprio avvenire. Infatti il dato che ha ricorso maggiormente è stato il desiderio di incontrare un lavoro nell'area sociale, ad esempio come educatore, professore, assistente sociale, psicologo, lavoratore nel settore della comunicazione; oltre a questo desiderio ricorrente in 27 giovani, si distingue fra loro anche il desiderio di finire gli studi universitari ed il volere continuare con la propria formazione professionale (Fig. 3). 35% 65% Fig.1 Genere Uomini Donne 18-21 anni 21-24 anni 24-27 anni 27-30 anni 0 5 10 15 20 25 2 10 21 21

Fig.2 Distribuzione per fasce d'età

Incontrare lavoro nell'ambito sociale Finire gli studi e/o continuare con la propria formazione Non ho piani Uscire dal proprio Paese Effettuare un cambio di vita Incontrare lavoro in un'altra area

0 5 10 15 20 25 30 27 11 1 4 3 8

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Molti giovani testimoniano in queste A. f., di avere preso la decisione di effettuare questa esperienza per compiere un cambio di vita, intraprendere una nuova rotta, per rompere in qualche maniera la solita routine quotidiana, al fine di dedicarsi a se stessi e agli altri. Il giovane lo concepisce come l'effettuare un cambio per riuscire a sperimentare nuove situazioni, un nuovo Paese, nuove conoscenze e nuove abilità (Fig. 4).

Dall'esperienza SVE i giovani hanno dichiarato di volersi migliorare, crescere ed arricchirsi come persone, ma anche apprendere nuove cose a livello culturale, linguistico, professionale, ecc., mentre aiutare gli altri è emersa come la seconda motivazione più sentita (Fig. 5).

I risultati di questa analisi sono in linea con le motivazioni che spingono i giovani all'azione sociale: “la loro voglia di ottenere un beneficio personale, di ricercare la

Aiutare gli altri Vivere una nuova esperienza, fare un cambiamento Apprendere nuove cose (cultura, lingua,..) Migliorarsi, crescere, arricchirsi Uscire dal proprio Paese Promuovere la solidarietà 0 2 4 6 8 10 12 14 11 14 11 11 5 2

Fig.4 Motivazioni nel volere svolgere il SVE

Ampliare le proprie conoscenze a livello personale, culturale e professionale Migliorarsi, crescere ed essere soddisfatti Decidere il proprio futuro Acquisire esperienza e abilità Contribuire per la società e aiutare gli altri

0 5 10 15 20 14 20 2 11 6

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propria felicità, di dare qualcosa di sé alla società”39. Un'azione che l'Unione Europea

delinea come un'opzione strategica e un punto di forza per lo sviluppo delle politiche giovanili in Europa40. Trattasi dello svolgimento di attività cui, sia i giovani che la stessa

Unione Europea, ne trae beneficio; se da una parte il riconoscimento del valore dell'apprendimento non formale per la gioventù europea contribuisce alla realizzazione di diversi obiettivi nel settore giovanile, come quello della Strategia di Lisbona, dall'altra parte i giovani riescono a soddisfare i propri desideri, le proprie esigenze per compiere una nuova esperienza e assumere nuove conoscenze.

Ritornando alle aspettative, desideri, motivazioni di ciascun giovane che è passato ad Afaij, l'esperienza di volontariato internazionale agli occhi delle Organizzazioni di Accoglienza sembra assumere una rilevanza importante per il soggetto; questo poiché solitamente, a fine di ogni Progetto SVE a Madrid, Afaij effettua un sorta di piccola intervista al giovane volontario, successivamente pubblicata nella Newsletter mensile della stessa Associazione Afaij41. Interviste per condividere, con tutti coloro che

seguono telematicamente il Blog di questa Associazione, l'esperienza che ogni giovane vuole lasciare. Questa documentazione rappresenta una sorta di resoconto, di condivisione di quel pezzetto di vita spagnola che il volontario vive e che probabilmente lo segnerà per tutta la vita futura.

Più specificatamente, le Newsletter di Afaij attestano le testimonianze che i giovani vogliono lasciare prima di ripartire e ritornare nel proprio Paese; testimonianze che si rifanno al proprio percorso di volontariato europeo. Nei mesi fra Marzo e Ottobre 2013 (compresi), i concetti che emersero nelle Newsletter sono stati diversi e connessi; lo svolgimento del SVE è stato concepito e contrassegnato come la sperimentazione di un lavoro teso nell'aiutare gli altri in maniera del tutto gratuita, “la vida solamente puede funcionar si la gente està dispuesta a ayudarse mutuamente” (la vita può funzionare solo

se la gente è disposta ad aiutarsi reciprocamente)42. Il periodo del SVE è stato visto

come l'unica esperienza capace di apportare una differenza per cambiare la società; quel fare semplicemente un qualcosa, perché altri lo necessitano, trasformandolo in “un

modo de vida” (un modo di vita per il giovane)43. Le aspettative e le motivazioni che

39 Corporacion Participa (2012), «Los jóvenes y su integración dentro de la sociedad actual»,

Pensamiento Iberoamericano, Madrid

40 Questo articolo è consultabile su Www.europe.eu, Reconocimiento de la educación no formal y

informal (en el ámbito de la juventud)

41 Questo articolo è consultabile su Afaij.blogspot.com.es

42 Intervista a Tamara, volontaria tedesca SVE del Progetto Alicia Koplowitz (Infanzia), esposta nella Newsletter di Afaij, Giugno 2013 - Madrid

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sono emerse, alla luce di tutto il percorso effettuato all'interno del Progetto in cui i giovani si sono interfacciati, si è collegata ad una trasformazione a livello personale. Complessivamente, la valutazione approssimativa dell'esperienza SVE manifestata in queste interviste, assume una connotazione soprattutto positiva.

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3.3 “Le Motivazioni dal punto di vista dei Responsabili Coordinatori

delle Organizzazioni di accoglienza”

La motivazione del volontario è l'elemento principale per i responsabili e coordinatori delle Associazioni di accoglienza, per selezionare ed accettare la candidatura di un giovane. Ogni Associazione, essendo in relazione con diversi Progetti SVE adotta presupposti, modalità, elementi cruciali, criteri specifici, per collegare ad ogni Progetto il giovane adatto, il quale dovrà svolgere determinate mansioni.

A tal proposito, la ricerca ha previsto, oltre ad analizzare il punto di vista dei giovani, un'indagine sui punti di vista dei Responsabili-Coordinatori delle Organizzazioni di accoglienza nel territorio madrileno, al fine di ottenere una visione più ampia sulla questione della motivazione di un giovane che svolge un Progetto SVE. Nel novembre 2013 sono state intervistate al riguardo, tre coordinatrici-responsabili di diversi Progetti SVE nell'area di Madrid: Belén Sanchez di Afaij, Marta Picón dell'Ufficio Azione per la Solidarietà e la Cooperazione e Taty di Alicia Koplowitz.

Le tre Associazioni riguardano ambiti diversi dal momento in cui, la Fondazione Alicia

Koplowitz44 è un'Associazione senza animo di lucro che nacque come espressione del

suo impegno sociale inerente la protezione, l'educazione, la cultura, le arti, le scienze, l'investigazione scientifica, lo sviluppo tecnologico, il medio ambiente e soprattutto l'assistenza sociale ai minori, maggiorenni e disabili. La comparsa di tale Fondazione avvenne nel 2005, con la fusione di due Istituzioni: la “Fondazione Vita e Speranza” che dal 1994 ha lavorato nella promozione e nel miglioramento all'attenzione del collettivo con necessità, (soprattutto nell'ambito dell'infanzia e dell'adolescenza) e la “Fondazione Alicia Koplowitz” costituitasi nel 2003, la quale, attraverso il Programma di formazione e investigazione nel campo della Psichiatria Infantile-Giovanile, si dedicò alla salute mentale infantile e adolescenziale. Con tale fusione, la Fondazione creatasi è stata sottoscritta nella sotto Direzione Generale delle Fondazioni, prendendo come linea principale di lavoro, l'appoggio allo sviluppo della Psichiatria Infantile e Giovanile. La seconda Associazione esaminata è stato l'Ufficio Azione per la Solidarietà e la

Cooperazione45 la quale nacque nell'Ottobre del 2002, delineandosi come un

compromesso istituzionale dell'Università Autonoma di Madrid46, al fine di organizzare

44 Questo articolo è consultabile su Www.aliciakoplowitz.org

45 Brochure UAM, Universidad Autonoma de Madrid-Oficina Acciòn Solidaria y Cooperaciòn, Madrid 46 “Università Autonoma di Madrid” è una delle Università più importanti del sistema pubblico

madrileno; si estende per oltre 22 milioni di metri quadrati nella periferia della capitale spagnola, nel Campus di Cantoblanco.

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tutte le attività inerenti la sensibilizzazione, la formazione, la promozione dei valori e delle attitudini e centrata nella cooperazione, solidarietà, giustizia. È stata commessa dal Vice Rettorato delle Relazioni Istituzionali e Cooperazione e attraverso il volontariato e la cooperazione universitaria, tale Associazione ha raggiunto un'integrale formazione degli studenti, sulla base della solidarietà, responsabilità e compromesso. Infatti, è stata creata grazie ad uno spirito aperto e pluralistico, caratterizzato sia dall'ascolto dei suggerimenti per collaborare con la Comunità Universitaria, le Organizzazioni, i Gruppi Sociali e le Istituzioni Sociali, sia dalla volontà di stabilire una linea di lavoro, un'azione, un intervento preciso.

La terza e ultima Associazione analizzata è stata Afaij, Associazione per la Formazione e le Attività Interculturali per i Giovani47, Associazione senza animo di lucro che

appoggia e accompagna i giovani offrendo loro informazioni e formazione in progetti sociali che presentano ambienti svantaggiati in diversi Paesi della Comunità Europea. Nacque nel 1999 con l'intento di dare risposte alle necessità presenti nell'area spagnola e nel 2006 è stata dichiarata come Associazione di Utilità Pubblica.

I tre diversi Centri analizzati sono stati contrassegnati da diverse tipologie di Progetti rivolti ai giovani, rispettivamente, il settore dell'infanzia disagiata, il settore della comunicazione e interculturalità giovanile e infine l'area della disabilità. Quindi realtà diversificate ma che allo stesso tempo percepiscono egualmente, la manodopera da parte dei giovani volontari, come una manodopera benefica per i Progetti e la relativa utenza. Anche se ogni volontario ha la propria origine, nazionalità, creatività, formazione, i Responsabili-Coordinatori hanno espresso la loro reale convinzione che i giovani che passano per la propria Associazione, rappresentano quella sorta di granellino che con il tempo è capace di maturare dei frutti di buona qualità all'interno del Progetto.

Le interviste sono state strutturate in quattro parti distinte, più specificatamente, le informazioni richieste hanno riguardato: le generalità sull'Associazione, i giovani e la loro accoglienza, il Servizio Volontario Europeo e l'aspetto delle motivazioni intrinseche dei volontari. Il materiale raccolto è stato registrato ed ogni intervistato ha avuto la traccia delle domande solo al momento dell'intervista; questo sia per ottenere risposte e riscontri istintivi, quindi risposte non primariamente razionalizzate, preparate, sia per avere interviste il più naturale possibile, più colloquiali e meno didattiche. La disponibilità da parte degli intervistati ha rispecchiato appieno lo spirito del SVE; dalla loro comunicazione non verbale ha trapelato la loro volontà di dare il proprio contributo

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ai fini di una ricerca che vede la “motivazione SVE” come argomento principale.

La prima parte dell'analisi ha riguardato le generalità sulle Associazioni, quindi i diversi obiettivi che ognuna di esse si prefissa, le mansioni dei giovani volontari, le eventuali collaborazioni che stipulano con le altre Associazioni presenti sul territorio europeo ed extraeuropeo. In tutti e tre i casi, gli obiettivi riguardano la promozione, la collaborazione, il favorire lo sviluppo del giovane sia sul piano personale umanistico, che su quello formativo professionale. La partecipazione giovanile la identificano come il perno centrale, per apportare nei Progetti un contributo benefico che tocca il benessere della parte più disagiata della popolazione in questione.

Nel dettaglio, l'Associazione Alicia Koplowitz pone come obiettivo fondamentale, quello di favorire l'integrale sviluppo dei bambini, rispecchiando i Diritti delineati nella

Convenzione48 del Bambino; favorire lo sviluppo globale del bambino che per motivi

diversificati non può vivere con la propria famiglia. Nel concreto, in questo Progetto, i

giovani volontari49 stanno a sostegno degli educatori per la gestione e la mobilitazione

di tutti gli aspetti della vita quotidiana dei bambini, promuovendo le loro capacità e la ricerca delle risorse necessarie per il loro sviluppo, l'indipendenza, la comprensione della realtà. Il progetto d'intervento del bambino è effettuato in coordinamento con i Servizi Sociali del territorio spagnolo e l'Area Minorile e Familiare di Madrid.

L'Ufficio Azione per la Solidarietà e la Cooperazione ha invece stabilito come obiettivi principali, il potenziare la partecipazione, la sensibilizzazione della Comunità Universitaria in un'iniziativa vincolata all'azione solidale, per fomentare il pensiero critico e creare una cultura per la pace, la convivenza e la tolleranza, ma anche il coordinare e proporre iniziative, azioni e progetti che vincolano la docenza, la formazione e l'investigazione. Il Progetto SVE all'interno di questo Ente è stato contrassegnato nel dare sia una formazione ai giovani con disabilità mentali, sviluppando le loro capacità relazionali e le loro ambizioni lavorative, sia relazionare i volontari con il Programma di sostegno agli anziani, al fine di fare diminuire i sentimenti di solitudine e d'inattività cui alcuni anziani si trovano. Il coinvolgimento degli stessi volontari hanno come fine, quello di sviluppare le capacità relazionali, le competenze per lavorare con gruppi svantaggiati, imparare e contribuire all'inclusione sociale.

48 Convenzione Diritti del Bambino 1989 -Art. 6 “Gli Stati parte devono riconoscere che tutti i bambini

hanno il diritto intrinseco alla vita e devono garantire le migliori misure per la sopravvivenza e lo sviluppo del bambino”

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Invece Afaij si pone come obiettivi, la promozione della mobilità giovanile e dell'educazione interculturale; nello specifico le proprie finalità preposte sono state quelle di promuovere, attraverso la realizzazione di attività d'intercambio giovanile, programmi per l'ospitalità di giovani stranieri in famiglie, comunità, centri sociali e proporre programmi di formazione di giovani riguardanti temi internazionali, le relazioni fra diverse culture, la cooperazione fra Paesi, programmi educativi sul tema dello sviluppo, la formazione professionale e la promozione sociale. Ma anche di contribuire per lo studio e l'informazione su tematiche inerenti il mondo dei giovani, di collaborare con gli Enti e Associazioni nazionali e internazionali incaricate alle attività d'intercambio culturale e progetti educativi, di riunire coloro che hanno partecipato ai Programmi dell'Associazione e coloro interessati, per sostenere e diffondere le informazioni e di promuovere, formare e sensibilizzare il Volontariato Nazionale e Internazionale. Quindi anche il realizzare programmi che contribuiscono allo sviluppo personale e professionale dei giovani, attraverso l'educazione non formale, la mobilità giovanile e l'apprendimento interculturale.

Innanzi a queste finalità, Afaij organizza attività interculturali di carattere internazionale, facilitando l'intercambio delle esperienze e le conoscenze fra Associazioni ed Enti Giovanili in ambito nazionale e internazionale. Si configura come punto di congiunzione con il Programma dell'Unione Europea in cui al suo interno pone il Servizio Volontario Europeo. Il suo lavoro vede relazioni con una grande quantità di Paesi di tutto il mondo, sia per quanto concerne l'accoglienza, l'invio che la coordinazione di giovani. Funge infatti sia da Ente di Invio dei giovani spagnoli in Paesi europei che extraeuropei (in quest'ultimo caso, con ICYE-Scambio Interculturale e Internazionale fra Giovani), ma anche come Ente di Accoglienza e Coordinatrice per inserire i giovani nei diversi Progetti Sociali.

La seconda parte dell'intervista ha visto una parte volta ai giovani e la loro accoglienza; primariamente è stato sottolineato quanti giovani sommariamente durante un anno passano per la propria Associazione. L'Ente che vede maggiori volontari è Afaij, con 35/40 giovani ogni anno, questo perché è un'Associazione sia d'Accoglienza che Coordinazione e Invio quindi le accoglienze dei giovani di diverse nazionalità è per loro all'ordine quotidiano; Afaij per l'appunto coordina anche il Progetto Alicia Koplowitz, il quale prevede la presenza di 6-8 giovani annuali. Differentemente c'è l'Ufficio di Azione Solidaria e Cooperazione, che ha la presenza di 2 giovani all'anno, anche perché come è stato spiegato, i loro Progetti si diramano per il periodo che va dal 1° ottobre al 30

(26)

giugno, per una tempistica totale di 9 mesi50.

“I giovani si distinguono per la loro provenienza” hanno sottolineato le intervistate: nell'ambito dell'infanzia i volontari provengono dai diversi Paesi Europei e solitamente hanno un'età particolarmente giovane, (non hanno ancora iniziato la carriera

universitaria-lavorativa)51, mentre Belén di Afaij52 ha delineato alcune differenze fra

provenienza ed età dei giovani. Belén ha evidenziato che i giovani provenienti dal Centro-Nord Europa sono molto più giovani, con un'età compresa fra i 18 e i 20 anni, mentre i volontari del Sud Europa in media svolgono un SVE ai 24/26 anni.

Prendendo in esame il concetto del Servizio Volontario Europeo, le tre intervistate lo hanno descritto in termini di risorse, opportunità; Taty53 ha sottolineato che lei

personalmente non ha svolto questa esperienza, poiché ha conosciuto questa realtà dopo i 30 anni (dopo questa età non è più possibile effettuare un SVE), ma ne ha parlato identificando il SVE come “qualcosa di bello, capace di dare qualcosa sia al volontario che al Progetto”. Ciò lo argomentò, sottolineando l'importanza dell'aspetto solidale e culturale che i giovani apportano, “persone predisposte e ambasciatori della propria cultura”54; inoltre ha aggiunto che il SVE in Alicia Koplowitz è stato oggetto di

cambiamento, questo per essere adattato ai diversi bisogni, necessità emergenti. Per l'appunto dal 2000 Alicia Koplowitz ha iniziato a collaborare con il SVE, configurandosi, agli occhi di chi ruota attorno al Progetto, come un'esperienza positiva sia per i volontari stranieri che per i bambini dell'Associazione (in termini di arricchimento culturale, di ampliamento delle proprie conoscenze, ampliamento dei propri orizzonti di vita); per tale ragione questo Progetto sociale è stato accreditato come esperienza SVE anche negli anni a seguire.

Le altre due intervistate, invece effettuarono entrambe un SVE e per tale motivo hanno dichiarato la loro ferma convinzione di come sia un'esperienza capace di conoscersi, mettersi alla prova, scoprendo così le proprie risorse personali e allo stesso tempo, l'aiutare gli altri, diviene un modo per superare le proprie difficoltà. “SVE come un'opportunità per: vivere in un altro Paese, apprendere una nuova cultura, conoscere una nuova lingua, sviluppare le proprie capacità, accrescere l'autonomia, la fiducia,

50 II° Intervista effettuata il 10/12/2013 a Marta Sanchez Picòn Coordinatrice del SVE all'interno dell'Ufficio di Solidarietà e Cooperazione, presso lo stesso Ufficio nel Campus Cantoblanco - Madrid 51 I° Intervista effettuata il 04/12/2013 a Taty, Coordinatrice dell'Associazione Alicia Kolpowitz, presso

una casa d'infanzia nella zona di Ventilla - Madrid

52 III° Intervista effettuata il 09/12/2013 a Belén Sanchez Direttrice dell'Associazione Afaij, presso la zona Conde de Casal - Madrid

53 Coodinatrice di Alicia Koplowitz - Madrid

(27)

l'interculturalità”55.

Infine, l'ultima parte delle interviste ha riguardato l'aspetto delle motivazioni intrinseche

dei volontari, quindi la percezione dei responsabili-coordinatori dei Progetti circa le

motivazioni dei giovani; l'importanza della selezione dei candidati e l'aspetto della motivazione è stato oggetto di cambiamento nell'arco di tutto il SVE. Le intervistate hanno inizialmente argomentato sui criteri di selezione delle candidature e del come la motivazione gioca un ruolo fondamentale, nonché prioritario per selezionare un giovane piuttosto di un altro. La Direttrice di Afaij, Belèn Sanchez, data la mole di Carte Motivazionali cui ogni giorno si confronta ha confidato che ogni volta valorizza aspetti distinti “leggendo semplicemente una Carta Motivazionale si può denotare se quella persona vuole venire solo a Madrid, o se realmente vuole svolgere un'attività per gli altri […]. Se dovranno dedicare i loro giorni per fare qualcosa che non gli piace, ciò non avrebbe senso e a questo punto parte la prima motivazione: identificare chi ha

veramente letto il Progetto e quindi a chi gli interessa realmente56.” Dal momento in cui

ogni Progetto presenta un sostanzioso contenuto sociale, Belèn prende in considerazione la relazione che sussiste fra Carta Motivazionale e il Progetto in sé per sé, trovandosi spesso, innanzi a Carte Motivazionali di giovani che non sanno professionalmente nulla sulla tematica del SVE richiesto, ma che desiderano ugualmente entrare in contatto con una nuova area, per vedere una diversa forma di vita. Nel prendere in esame tali Carte Motivazionali, la Direttrice Sanchez pone come centralità il giovane, quindi il come egli vede le cose, come si stimola nel fare, gli obiettivi che si prefissa, questo perché il SVE non è “quell'utilità del fare-fare”, ma piuttosto quella del “proporre un'attività all'altra persona e dedicargli un tempo di ascolto attivo”57.

Nella realtà di Alicia Koplowitz è stato dichiarato invece, il valore della comunicazione, come presupposto principe all'interno dell'ambito motivazionale: grazie ad un'efficace relazione fra giovani e responsabili-coordinatori del SVE, la motivazione può rimanere sempre chiara nel giovane. Grazie alla comunicazione fin dal primo momento, degli eventuali problemi emergenti e della volontà di apportare qualcosa di nuovo ed efficiente al Progetto, i volontari percepiscono lo sviluppo di un vero senso

motivazionale del proprio operato58, connesso alla volontà di aiutare gli altri, apprendere

55 Aspetto del SVE nella II° Intervista effettuata a Marta, Coordinatrice all'interno dell'Oficina Acciòn Solidaria y Cooperaciòn, Madrid

56 Aspetto delle motivazioni nella II° Intervista effettuata a Belèn Direttrice di Afaij, Madrid 57 Ibidem

58 Aspetto delle motivazioni nella I° Intervista effettuata a Taty, Coordinatrice all'interno di Alicia Koplowitz, Madrid

(28)

una nuova lingua e una nuova cultura.

A differenza, Marta, la Coordinatrice dell'Ufficio di di Azione Solidaria e Cooperazione ha evidenziato che, nella loro Associazione ricercano nel giovane, una conoscenza minima della lingua spagnola, dal momento in cui si tratta di Progetti nell'ambito della disabilità. Per tale motivo vengono presi in considerazione per effettuare un volontariato europeo in questo ambito, giovani con abilità sociali, di comunicazione, di lavoro di equipe, tolleranti, flessibili, sensibili, consapevoli delle disabilità che esistono e capaci di trasmettere la propria energia.

Comunque sia, oltre a questo criterio di selezione, l'importanza data in questa Associazione nella selezione dei volontari è nei confronti delle motivazioni giovanili, quindi anche negli interessi, nelle aspettative, nel ciò che i giovani potrebbero offrire,

con le loro esperienze59. Quest'ultimo aspetto è soggetto a cambiamenti, poiché Marta

ha dichiarato “con il tempo i giovani iniziano ad integrarsi maggiormente con il Progetto, acquistano scioltezza e denotiamo come la loro motivazione aumenta sempre di più”.

59 Aspetto delle motivazioni nella II° Intervista effettuata a Marta, Responsabile all'interno dell' Oficina Acciòn Solidaria y Cooperaciòn, Madrid

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