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1.2. Il castello di Viareggio: “Turris de Via Regia”.

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Academic year: 2021

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8 1.2. Il castello di Viareggio: “Turris de Via Regia”.

Le prime memorie storiche di Viareggio risalgono agli inizi del XII secolo, quando si ricorda un castello eretto dai lucchesi e dagli alleati genovesi sulla riva del mare, in sostituzione di una piccola torre di legno, costruita alcuni anni prima, che aveva funzione di postazione di guardia e di segnalazione.

Elenchiamo le tappe che evidenziano la sua originaria importanza e la sua decadenza, rilevate dalle pubblicazioni e

da un esame degli atti e dei documenti conservati

nell’archivio storico del Comune di Viareggio.

gennaio 1172:

“Viene ultimata la costruzione del castello di Viareggio, voluto dai lucchesi e dai loro alleati genovesi per contrastare il dominio pisano sul litorale tirrenico.

Per edificare la fortezza che sostituisce validamente la precaria torre lignea, si sono presentate enormi difficoltà prima fra tutte la mancanza di strade per il trasporto del materiale occorrente. Perciò si è dovuto prima di dare inizio ai lavori, tracciare una strada, in mezzo al terreno paludoso, dalla spiaggia a Montramito, da dove passa una via pedemontana (l’odierna Sarzanese). È stata, questa, un’impresa assai rilevante, della quale i lucchesi hanno un comprensibile orgoglio sottolineato anche da un documento del 1534 che così afferma:

…et fecieseli la strada che va da Montramito a Viareggio, la quale con grande faticha si fecie in quelle paludi, et al hora parve bella cosa. 1

1

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Ricostruzione ideale della prima torre di legno realizzata sulla spiaggia dai lucchesi alcuni anni prima del 1172. al suo posto sorgerà nel1172 il castello di Viareggio.

Ricostruzione del castello edificato dai lucchesi e dagli alleati genovesi il 2 giugno 1172 al termine della Via Regia.

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10 Sull’ubicazione e sulle caratteristi del castello di Viareggio ci dà precise notizie un testimone del tempo: l’annalista Oberto, cancelliere del Comune di Genova, che ha eseguito un sopraluogo nella zona lasciandoci un’interessante relazione, che costituisce, in effetti, il primo atto di nascita della nostra città. Nel documento, scritta in lingua latina, ma che noi riportiamo tradotto in italiano, si legge:

Il fortilizio è stato edificato su terreno dunoso prossimo al mare, a distanza di circa due miglia dal Castello di Montramito (Mons. Gravantus nel testo), alla cui radice sgorga una fonte d’acqua viva, che forma addirittura un lago esteso fin quasi al fiume Serchio ed alimenta paludi così vaste che dal piede del cole fino al lido del mare nessuno può attraversare, se non lungo una gettata di pietre poco più alta delle acque circostanti, chiamata via Regia.

Al termine di questa gettata di pietre, alla quale è possibile avvicinarsi solo con piccole imbarcazioni, si eleva il magnifico e possente edificio denominato “Turris de Via Regia”, la quale torre è di forma rotonda e dalla circonferenza di 68 piedi (ca.20m.), 80 braccia di altezza

(ca.45m.) e dovrà essere circondata da un muro alto 60

braccia (ca.35m.), mentre un altro muro chiamato “barbacane”, sarà costruito tutto intorno fino all’altezza che sarà ritenuta più opportuna dagli esperti.

In verità bisogna riconoscere che coloro che entrano nell’Arno o s’appressano alla sua foce, possono chiaramente scorgere questa torre che i genovesi e i lucchesi hanno costruito alla fine della Via Regia, e possono additarla a quelli che seguono. 2

2

Annali genovesi di Caffaro e dei suoi continuatori da MXCIX al MCCXCIII, a cura di Belgrano, in <Fonti per la storia d’Italia, Scrittori, sec. XII-XIII>, vol.1, Genova, 1890.

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Segmento di una mappa delle Marine lucchesi del XVI sec. Nel disegno sono indicati i due fortilizi e la Via Regia.

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12 Dal documento di Oberto si viene a sapere che il castello è stato denominato “Turris de Via Regia”, dal nome della strada che lo unisce al castello di Montramito; appare perciò evidente il nesso che corre tra l’originaria denominazione e il nome della nostra città.” 3

giugno 1181:

“[…] L’imperatore Federico Barbarossa, per suo conto, dichiara il castello di Viareggio di pertinenza dell’Impero e lo consegna ai pisani. Questi vi inviano un castellano con il compito di riscuotere dai mandriani e dai pastori il pagamento del pedaggio imposto per far pascolare i loro animali.” 4

aprile 1221:

“L’imperatore Federico II dona, a titolo di feudo, a Pagano Baldovini, cittadino lucchese residente a Messina, il castello di Viareggio e il territorio circostante. Nel diploma imperiale l’area viene definita disabitata e si dice che anticamente il fortilizio era noto come “Castrum Maris” (Castello del Mare). Il Baldovini, da buon patriota lucchese, fa restaurare e fortificare il castello e lo consegna insieme al territorio, alla repubblica di Lucca” 5

“[…]fino all’anno 1285 la storia tace sulle sorti del castello di Viareggio ed è da supporre che questo sia rimasto abbandonato per anni nella plaga paludigna e difficilmente accessibile, dato anche la Via di Montramito, ossia l’antica Via Regia, franava lentamente sotto l’insidia costante delle acque.[…]” 6

1285:

3

F. Bergamini, Le mille e una… notizia di vita viareggina 1169/1940. 4

F. Bergamini, op.cit. 5

F. Bergamini, op.cit. 6

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“Il castello di Viareggio che per varie vicende politiche è ritornato in mano pisana viene restituito ai lucchesi dal conte Ugolino della Gherardesca” 7

settembre 1287:

“Guglielmo Baldovini discende ed erede di quel Pagano, che nel 1221 ha concesso ai lucchesi una parte dei suoi diritti feudali sulla marina, cede a Lucca, contro pagamento di 300 fiorini d’oro “un castello munito di torre nel luogo di

Viareggio”. 8

1324:

“Castruccio Castracani fa rinforzare il già invecchiato castello di Viareggio, che presenta notevoli guasti per gli assalti subiti e per lo stato di semiabbandono in cui si trova.

Il Castracani provvede anche a rendere navigabile il canale Burlamacca per i navicelli che debbono scaricare o caricare le mercanzie. Anche la Via Regia, che sta per essere sommersa dalle acque della circostante palude, viene rafforzata con grossi tronchi d’albero e con una gettata di sassi estratti dalle cave di Colsereno.” 9

1436:

“Il castello è occupato dagli armati fiorentini, al comando di Francesco Sforza, mediante la corruzione del castellano Cristoforo Riccionello che, per denaro, non oppone la minima resistenza e consegna la fortezza viereggina al nemico.” 10

7 F. Bergamini, op.cit. 8 F. Bergamini, op.cit. 9 F. Bergamini, op.cit. 10

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giugno 1534:

“Per il continuo regredire del mare(o meglio, per il continuo apporto di materia del sistema fluviale Serchio-Arno con la formazione di nuova spiaggia) il castello di Viareggio è venuto a trovarsi arretrato di circa 600 metri dalla linea di riva. Poiché i magazzini delle merci, che sorgono quasi sulla spiaggia, sono facilmente esposti alle eventuali scorrerie dei pirati barbareschi, e visto che l’antico fortilizio non è più in grado di garantire una difesa, si rende necessaria ed urgente la costruzione di una nuova opera difensiva, che dovrà sorgere nelle immediate vicinanze delle attrezzature dello scalo marittimo.

Ecco perché il Senato lucchese decreta l’edificazione di una nuova torre presso la foce del canale Burlamacca. È quella che sorge, ancora oggi, sul fianco della vecchia piazza del mercato, che i viareggini chiamano, impropriamente, “Torre Matilde”.

I lavori di costruzione termineranno nel 1541, e alla Torre sarà assegnata una guarnizione di soldati scelti tra coloro che si sono distinti per indisciplina o che si sono macchiati di varie colpe.

La maggior parte del materiale usato per la costruzione della nuova opera di difesa è ricavata dalle demolizione del procinto del vecchio castello.” 11

marzo 1731:

“Il pittore Georg Christoph Martini, noto come il “Sassone”, è a Viareggio per soggiornarvi qualche tempo. Ecco come ricorda la visita nel nostro paese:

[…] Questa piccola località costituita da poche case,

per lo più di proprietà delle famiglie lucchesi, giace a circa 10 miglia dalla città sulla riva del mare. Fa le veci di porto un canale dalle rive murate che viene condotto al mare.

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(…)Il “Castellaccio”, (l’antico castello “de Via Regia”), una massiccia torre rotonda circondata da mura e da un fossato, difendeva nei tempi passati il porto-canale. Carlo V, passando da Viareggio prima di recarsi in Africa, osservò che era peccato che la torre non fosse posta nelle immediate vicinanze del mare; per tal motivo i lucchesi, avanti che Carlo V tornasse da quella campagna, costruirono la nuova torre sul mare destando la sua meraviglia per tanta rapidità.[…]

In altra occasione, il Martini descrive una visita fatta all’antico castello di Viareggio, ormai in totale abbandono:

Il Castellazzo di Viareggio rovinò diverse volte ed altrettante fu ricostruito o riattato, come si può agevolmente rilevare dai materiali usati per le riparazioni. Il signor Federico Trenta, cavaliere lucchese, presso il quale parecchie volte alloggiai a Viareggio, mi condusse a visitarlo.

Questo vecchio castello è circondato da un fossato circolare attualmente quasi asciutto, dal quale si leva un alto muro rotondo che racchiude un ampio spazio sul quale sorge una massiccia torre rotonda di pietra squadrata. Noi vi salimmo, non senza pericolo, con le scale che il cavaliere suddetto aveva avuto la cura di far portare. Nella torre trovammo una larga galleria rotonda, con forti volte, che correva tutto intorno e che mostra di essere stata più volte riparata. Castruccio la fece restaurare con ogni cura e mantenere in buono stato per proteggere dai pirati le barche che approdavano a quella spiaggia12”.”13

luglio 1802:

“Il governo aggiudica a Frediano Lippi di Viareggio la facoltà di prevalersi, per la durata di dieci anni, del

12

G.C. Martini, Viaggio in Toscana. 13

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materiale ricavato dalla demolizione del vecchio castello viareggino del 1172, chiamato ora “la Torraccia”.” 14

Dell’imponente costruzione descritta dallo studioso e storico lucchese Tommaso Trenta 15, oggi non rimane alcun resto.

La demolizione del castello cominciò nel 1534, quando per la costruzione della nuova torre furono adoperate le bozze di pietra dell’antico barbacane.

Da un documento del 1815 si apprende che il Delegato delle Finanze del Governo lucchese ordinò al capomastro Frediano Lippi di non disfare ulteriormente l’antico castello detto “il Castellaccio” e di non rimuovere più alcun sasso od altro materiale in quanto era già scaduta da qualche anno l’autorizzazione decennale concessagli. Cinque anni dopo, gli avanzi del castello furono ceduti in vendita ad alcuni privati, che smantellarono il diroccato edificio, impiegando il materiale per la costruzione di fabbricati in Viareggio. Nel 1825 il terreno su cui sorgeva il fortilizio fu venduto all’asta e acquistato da Paolo Androni e Michele Casali.

Giuseppe Genovali riferisce che “con i materiali del

vecchio castello, i cui avanzi si vedono ancora presso la fossa Parabola (Farabola) e che fu demolito nel XVIII secolo, si costruirono case ed il muro di cinta del Cimitero ora chiuso di via Cairoli. La totale sua demolizione è avvenuta nella prima metà del presente secolo (XIX) ed esistono ancora

14

F. Bergamini, op.cit. 15

“(…)Un grande edificio rotondo formava il Castello, o sia maschio di Viareggio, con vallo cinto di muro e da fosse. Entro il recinto indicato non vi si poteva girare intorno, venendo impedito da un alto muro al nemico di penetrare nell’interno e di caracollare dall’altra porta. Fortissima era la torre di mezzo, che aveva un pozzo nel centro. Ascendendo dal vallo nella parte inferiore della medesima, si trovava un’ampia corsia circolare, che prendeva luce da due altissime cateratte aperte nella volta, l’una vicina all’altra, quanto lo permetteva la divisione murata. Dalla corsia si comunicava al verone superiore per mezzo di scale a mano, atte a rimuoversi agevolmente alle occorrenze. Coprivasi in battaglia il verone con ben salda tettoia sostenuta da travi appoggiate sopra mensole di macigno. Lo stesso maschio poggiava sul cervello della volta inferiore, lasciando nel suo seno uno spazio assai ampio con altri ordini di mensole esterne. Il terreno che dava termine a questa fortificazione era tanto sollevato, che dal medesimo si spingeva a molta distanza le offese contro il nemico.” T. Trenta, Memorie

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individui che hanno veduto le mura di detto castello alte quanto un piano di casa”. 16

Agli inizi del novecento era ancora possibile individuare l’ubicazione del maschio: un modesto rialzamento del terreno con alcuni resti del castello. Quei ruderi stavano nel cuore del consigliere comunale don Lamberto Marcucci, il quale, nel corso della seduta consiliare del 25 giugno 1901 raccomandò al Sindaco che si provvedesse alla tutela degli stessi, …residuo

di un monumento storico della nostra città. Il sito del

castello “de Via Regia” era vicino al ponte sul fosso Parabola e alla via di Montramito, dove ora sorge lo stabilimento oleario SALOV.

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(12)

Segmento della Pianta di Viareggio, anno 1748. Sono indicate le rovine del Castello.

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20

Segmento della Pianta di Viareggio, anno 1924. Nel sito (segnato in rosso) non compare traccia del vecchio castello.

Riferimenti

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