4. IL SISTEMA AQUAMANTYS
L’Aquamantys è un coagulatore bipolare (Fig. a) a radiofrequenza che utilizza l’energia trasportata da onde elettromagnetiche di 480 KHz, similari alle onde radio di frequenza media. Questa lunghezza d’onda ha un basso potere di assorbimento a livello dei liquidi tissutali e pertanto scalda relativamente poco.
La contemporanea emissione di soluzione fisiologica, mediante una pompa peristaltica integrata, riesce a mantenere a livello del tessuto da trattare temperature non superiori a 90°-100° per effetto dell’evaporazione. Il generatore consente di regolare la potenza da 20 a 200 Watt ed il flusso della soluzione fisiologica con tre posizioni in debole, medio, alto. Normalmente utilizziamo un flusso medio con potenza di 170 Watt.
Il sistema di funzionamento è lo stesso sfruttato in artroscopia nella c.d. coblazione: con emissione di alte energie si forma un film di vapore ionizzato denominato plasma che disintegra le cellule; con valori di energia ridotti non si forma il plasma, ma si ha solamente cessione di calore per effetto resistivo, che provoca la retrazione del tessuto (modalità di coagulazione dei dispositivi a radiofrequenze per artroscopia).
L’emocoagulazione con Aquamantys avviene per l’appunto grazie alla denaturazione del collagene contenuto nelle pareti dei vasi sanguigni: temperature di 90°-100° provocano la rottura dei legami interni ad idrogeno del collagene provocando il riarrangiamento della struttura a triplice elica in una struttura a configurazione casuale che, nel caso dei vasi sanguigni porta ad un accorciamento del vaso e ad un suo ingrossamento.
Questo effetto, denominato shrinkage (Fig. b), provoca la progressiva riduzione meccanica del diametro interno del vaso sanguigno fino alla sua chiusura (Fig. c).
Fig. b
Fig. c
L’azione dell’A. non arriva oltre i due millimetri di profondità e questo dà un notevole margine di sicurezza nell’ottica di evitare danni a nervi o grossi vasi sanguigni.
La soluzione fisiologica, oltre a mantenere la temperatura entro i 90°-100° per motivi fisici legati all’evaporazione, ha il grande vantaggio di diffondere l’effetto delle radiofrequenze in
un raggio di qualche millimetro intorno ai due poli dell’elettrodo bipolare, consentendo una coagulazione a nastro durante il passaggio del manipolo sui tessuti. In questo modo è possibile trattare in modo rapido vaste aree di tessuto che vengono rese esangui, schiariscono e permettono al chirurgo una migliore visione.
Gli elettrodi unipolari, al contrario agiscono in modo puntiforme e con temperature che arrivano ad oltre 300° provocando la carbonizzazione dei tessuti e la formazione di escara che può successivamente cadere e provocare la riapertura dei vasi ed un nuovo sanguinamento. Inoltre è ben noto che il tessuto necrotico è un ottimo terreno di coltura per eventuali germi contaminanti e questo accresce il rischio.
In parole povere la differenza nel funzionamento tra elettrodo unipolare e bipolare è la stessa che riscontriamo tra arrostire e lessare la carne.