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PROLOGO Nulla ha senso in biologia se non alla luce dell’evoluzione.

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Academic year: 2021

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PROLOGO

Nulla ha senso in biologia se non alla luce dell’evoluzione. J.M. Smith

In biologia uno dei più rilevanti cambiamenti di paradigma è senz’altro dovuto alla formulazione ed all’acquisizione della teoria evolutiva, a partire dalla metà del secolo XIX. L’impianto teorico darwiniano si è mantenuto robusto e stabile nel tempo, riuscendo al tempo stesso ad aggiornarsi, integrando nuovi concetti e nuovi elementi. Attualmente, la teoria dell’evoluzione si conferma una teoria vitale e fondante dell’epistemologia biologica.

Proprio dall’affermazione e dallo sviluppo della teoria evolutiva trae origine e ragion d’essere una delle principali rivoluzioni in campo etologico: l’introduzione dell’approccio sociobiologico e, in particolare, della teoria di selezione di parentela. Dagli anni 60-70 in poi, anche grazie alla diffusione di questa teoria, sono esplosi gli studi approfonditi sugli organismi sociali. Oggi i laboratori che nel mondo si occupano di descrivere e capire l’origine del comportamento sociale sono decine. Il solo studio degli insetti sociali ha fatto nascere numerose società nazionali specifiche, un giornale ad hoc e una pletora di pubblicazioni annue.

La teoria della selezione di parentela, nonostante importanti e valide critiche, è una cornice logica fondamentale per comprendere fenomeni quali l’altruismo, la cooperazione, l’aggressione e l’egoismo nel mondo animale, e, a mio avviso, risulta essere un paradigma di lavoro ancora vitale ed estremamente fecondo.

Due sono le ragioni principali. Primo, poiché fornendo ipotesi precise sul comportamento animale permette uno studio accurato di fenomeni altrimenti spesso ignorati, contribuendo così alla scoperta di nuovi comportamenti e alla rianalisi di quelli già conosciuti.

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9 Secondo, poiché fornisce un modello teorico di base, sul quale

innestare altri importanti fattori.

Inoltre, esso fornisce una semplice, pregnante spiegazione di svariati comportamenti osservabili in natura, dall’evoluzione delle caste sterili negli insetti eusociali all’assenza di cannibalismo nelle salamandre. Anche qualora la sua validità potesse essere limitata a certi taxa animali, o qualora altri fattori di carattere ecologico ne diminuissero l’efficacia o la potenza, la teoria della kin selection si propone a mio avviso come ottimo strumento di lavoro teorico e pratico per molti studi comportamentali ed evoluzionistici.

Il lavoro di questa tesi trae molta della sua linfa dalla teoria della selezione di parentela. La teoria della selezione di parentela ci permette di impostare alcuni precisi interrogativi scientifici, in questo caso riguardanti i conflitti di interessi tra i vari membri di una colonia di vespe.

Nell’interpretazione dei risultati che ne scaturiscono, entra poi in campo un approccio più comprensivo, che riconosca e integri l’implicita complessità e l’estrema diversità del mondo vivente, estendendo quindi l’attenzione anche ai determinanti ecologici e storici del comportamento animale.

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