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VIII LEGISLATURA XVLIII SESSIONE STRAORDINARIA RESOCONTO STENOGRAFICO Martedì 25 settembre 2007 (antimeridiana) Presidenza del Presidente Mauro TIPPOLOTTI Vice Presidenti: Mara GILIONI - Enrico MELASECCHE GERMINI

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VIII LEGISLATURA

XVLIII SESSIONE STRAORDINARIA RESOCONTO STENOGRAFICO

Martedì 25 settembre 2007 (antimeridiana)

Presidenza del Presidente Mauro TIPPOLOTTI

Vice Presidenti: Mara GILIONI - Enrico MELASECCHE GERMINI

INDICE

Oggetto n. 1

Approvazione processi verbali di precedenti sedute pag. 1

Presidente pag. 1

Oggetto n. 2

Comunicazione del Presidente del Coniglio Regionale pag. 1

Presidente pag. 1

Oggetto n. 3

Interventi per il sostegno e la qualificazione

dell’attività di assistenza familiare domiciliare pag. 1

Presidente pag. 1, 18, 22,

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23, 24, 25, 26, 27

Rossi, Relatore di maggioranza pag. 2, 22, 25

Melasecche Germini, Relatore di minoranza pag. 5, 18, 24, 25

Girolamini pag. 7

Dottorini pag. 9

Tracchegiani pag. 11

Vinti pag. 14

Modena pag. 17

Spadoni Urbani pag. 18

Oggetto n. 4

Richiesta di istituzione di una Commissione d’inchiesta su: assenteismo all’interno delle strutture sanitarie della Regione dell’Umbria e attività di controllo posta in essere per ridurre tale fenomeno – art. 54 dello Statuto Regionale

e artt. 36 e 37 del R.I. pag. 27

Presidente pag. 28

Oggetto n. 6

Relazione del Comitato Regionale per le comunicazioni (CO.RE.COM.) sul sistema delle comunicazioni in ambito

regionale e sulla attività svolta nell’anno 2006 pag. 29

Presidente pag. 29

Dottorini pag. 29

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VIII LEGISLATURA

XLVIII SESSIONE STRAORDINARIA

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIPPOLOTTI MAURO La seduta inizia alle ore 10.40.

PRESIDENTE. Colleghi, prendiamo posto, grazie. Colleghi, possiamo iniziare vista la presenza del numero legale.

OGGETTO N. 1

APPROVAZIONE PROCESSI VERBALI DI PRECEDENTI SEDUTE.

PRESIDENTE. Comunico dell’avvenuto deposito del verbale relativo al 18 settembre. Se non vi sono osservazioni detto verbale si intende approvato.

OGGETTO N. 2

COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CNOSIGLIO REGIONALE

PRESIDENTE. Comunico l’assenza per motivi istituzionali della Presidente Lorenzetti e l’assenza del Consigliere Regionale Carpinelli.

Prendiamo posto, grazie. Colleghi, allora possiamo dar luogo ai lavori del Consiglio chiamando l’atto n. 592/bis.

OGGETTO N. 3

INTERVENTI PER IL SOSTEGNO E LA QUALIFICAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI ASSISTENZA FAMILIARE DOMICILIARE

Relatore della Commissione Consiliare: III

Relatore di maggioranza: Consr. Rossi Gianluca – Relazione orale Relatore di minoranza: Consr. Melasecche Germini – Relazione orale Tipo atto: Proposta di Legge Regionale

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Iniziativa: Consr. Fracco, Rossi Gianluca, Baiardini, Cintioli, Gilioni e Ronca.

Atti numero: 592 e 592/bis

PRESIDENTE. Prego, la parola al Consigliere Rossi Gianluca.

ROSSI, Relatore di maggioranza. La proposta di legge, oggi all’esame del Consiglio Regionale, risponde ad un’esigenza ormai inderogabile di dare un riferimento legislativo che metta in ordine in un settore confuso come quello dell’assistenza familiare domiciliare da parte di persone provenienti da paesi extracomunitari e non, e pone l’Umbria ai primi posti nazionali in questo delicato settore e conferisce le seguenti connotazioni: l'alta percentuale di popolazione anziana nella Regione, dove su una popolazione totale di 848.022 unità, gli anziani rappresentano il 23,2% della popolazione, il 7,4% dei quali sono non autosufficienti, con una previsione al 2010 che prevede incrementi del 5,3% per gli uni e del 16,6% per gli altri. L’altrettanto alto percentuale di immigrati, che ha raggiunto quota 52.436 pari a circa il 6,2%, percentuale superiore alla media italiana ed europea. I dati che attestano l’attività di collaborazione familiare in generale e quella di lavoro domestico, di assistenza alla persona, in particolare, come la categoria a più alto inserimento di immigrati, rendono necessario fornire a quella che di fatto in Italia a differenza dei paesi del nord Europa è una soluzione per l’assistenza agli anziani ed alle famiglie, un rinforzo ed un sostegno a il livello di collocamento, formazione professionale, di incentivazione imprenditoriale ed anche di sostegno fiscale.

La proposta di legge infatti prendendo atto al progressivo invecchiamento della popolazione e del mutamento delle condizioni sociali delle famiglie che sempre più spesso sono costrette a ricorrere a personale straniero per l’assistenza a domicilio, vuole garantire alle persone disabili e/o anziane e non autosufficienti, la possibilità di accedere a servizi di cura domestici, di qualità e vuole incentivare la permanenza nella propria casa delle persone non autosufficienti o parzialmente tali, attivando tutte le forme possibili di deistituzionalizzazione. Sostenere le immigrate e gli immigrati impegnati in attività di cura nei confronti di disabili ed anziani non autosufficienti, favorire l’occupazione lavorativa, la qualificazione professionale, nonché l’integrazione anche dei cittadini extracomunitari in un quadro di legalità e coesione sociale. Realizzare un registro degli assistenti familiari domiciliari formali a cui le famiglie possano accedere per ricevere assistenza ed avere la garanzia di servizi di qualità. Evitare e ridurre infine i rischi di isolamento sia dei non autosufficienti sia degli extracomunitari. I corsi di formazione faranno acquisire ai

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partecipanti capacità di identificazione dei bisogni e delle problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative delle persone disabili e/o non autosufficienti. Abilità comunicative relazionali e sociali che consentiranno un adeguato rapporto interpersonale con l’utente e con il nucleo familiare. Abilità finalizzate al miglioramento del contesto abitativo, indipendenza e sicurezza domestica, abilità legate alla cura ed igiene della persona e dell’ambiente, contenuti di gerontologia geriatria e problematica dell’handicap, principi di educazione alimentare e nozioni di igiene personale e dell’ambiente. Elementi di primo soccorso e conoscenza delle reti dei servizi socio-sanitari, aspetti di etica e di legislazione legati al ruolo di collaborazione familiare. Conoscenza base della lingua italiana, degli aspetti di comunicazione interpersonale ed informazione sulla cultura e regole di convivenza civile e del lavoro per le persone extracomunitarie.

Questi sono i principi fondamentali su cui si basa la proposta di legge in quanto è prioritario fornire alla popolazione anziana assistenza qualificata che sia di supporto alle famiglie e non sostitutiva di essi ed al contempo è necessario eliminare tutto il lavoro sommerso, purtroppo ancora rilevante in questo settore e fornire agli immigrati e a quanti altri vogliano intraprendere in questa professione, tutti gli strumenti utili per svolgere un lavoro di qualità nel rispetto delle leggi e con tutte le tutele e garanzie che sono diritto inderogabile di ogni lavoratore. Al fine di superare le inevitabili difficoltà nel rapporto tra le cosiddette badanti e le famiglie dovute ad incomprensioni nella comunicazione e nell’appartenenza a culture diverse, ad usi e costumi e credenze difformi anche nella gestione delle persone assistite, si è ritenuto opportuno prevedere lo sviluppo di percorsi formativi diretti a favorire l’inserimento sociale e lavorativo nell’ambito delle famiglie. Ciò consentirà la preparazione professionale di un numero consistente di persone, non solo immigrate, disponibili ad inserire nelle famiglie l’assistenza a disabili ed anziani.

Questa proposta di legge insieme ad altre proposte di legge, come il prestito sociale d’onore, anche la legge sui servizi socio-educativi per la prima infanzia, sull’istituzione del fondo per la non autosufficienza e sull’accesso al futuro per le nuove generazioni, rappresenta un fondamentale supporto strategico per le famiglie umbre, nell’intento di sostenere non solo economicamente quelle più bisognose, ma anche con lo scopo di permettere a tutti i membri della famiglia di avere non solo opportunità, ma anche validi sostegni giuridici ed economici, nonché spazi di tempo da dedicare in modo più proficuo o all’attività lavorativa o alla gestione della famiglia, in modo più sereno non a prezzo di pesanti sacrifici. Oltre ad essere un valido riferimento per le politiche familiari, la proposta

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di legge riconosce negli immigrati una risorsa soprattutto dal punto di vista demografico ed occupazionale. Grazie ad essi la popolazione non diminuisce, si giunge una quota di forza lavoro suppletiva indispensabile in diversi settori. Si tratta perciò di un’opportunità piuttosto che di una minaccia al nostro benessere, alla nostra cultura, alle nostre istituzioni ed anche al nostro senso religioso. In diversi ambiti a vari livelli è avvenuto uno scambio fruttuoso tra immigrati e società italiana, purtroppo non sempre favorito dalle leggi. La proposta in esame si pone quindi nell’ottica di una politica matura che riflettendo meglio su obiettivi e modalità operative contribuisce a rendere meno complesse e più praticabili le vie legali dell’immigrazione, oltre che fornire un supporto economico alle famiglie per il sostegno alla vita indipendente.

Tenendo ben presente queste impostazioni in buona parte da tutti condivisa, e per questo io ringrazio tutti i colleghi della Commissione, la stessa ha licenziato un testo nel quale ha assicurata coerenza con gli atti della programmazione regionale in materia sanitaria, sociale e della formazione professionale, oltre che con la legge quadro nazionale 328 del 2000.

La Commissione, accogliendo le osservazioni prodotte in sede di audizione, le sollecitazioni avvenute da molti colleghi, ha riconosciuto un ruolo alle Province le quali predispongono gli elenchi di persone disponibili all’assistenza familiare domiciliare e domiciliare e danno parere alla Giunta Regionale per definire i requisiti necessari per l’iscrizione a tali elenchi, nonché tutte le operazioni connesse alla tenuta degli elenchi stessi.

Ancora le Province, ma questa volta con i Comuni e con la collaborazione di soggetti pubblici, privati e del privato sociale, garantiscono l’attività di informazione, assistenza e consulenza, in favore delle famiglie e del personale addetto all’assistenza familiare domiciliare. Rispetto gli interventi di sostegno economico previsti dalla presente legge la Regione sostiene le persone singole e le famiglie che si avvalgono di personale addetto all’assistenza familiare domiciliare anche attraverso intese tra Comuni, Province e terzo settore associazionismo sociale, al fine di agevolare l’erogazione di contribuiti mensili diretti a ridurre gli oneri derivanti dai contratti di lavoro.

La Giunta regionale stabilità con proprio regolamento i soggetti che possono richiedere il contributo mensile, i requisiti necessari ai fini dell’immissione e al controllo tenendo conto di una serie di conto di fattori.

La Commissione infine ha approvato il presente atto a maggioranza con 4 voti favorevoli e

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2 di astensione, disponendo l’iscrizione dell’atto suddetto all’ordine del giorno della seduta odierna del Consiglio regionale, autorizzando a relazionare oralmente ai sensi del comma 6 dell’articolo 27 del regolamento interno per la maggioranza il sottoscritto e per la minoranza il collega Enrico Melasecche Germini, che voglio ringraziare per l’impegno ed il sostegno profuso, grazie.

PRESIDENTE. Grazie consigliere. Per la relazione di minoranza la parola al Consigliere Melasecche, prego consigliere.

MELASECCHE GERMINI, Relatore di minoranza. E’ una proposta questa che viene dal Centrosinistra, dalla maggioranza, ma che devo dire ha visto in varie sedute della Commissione lavorare fianco a fianco tutti i consiglieri, e questo credo sia un dato estremamente positivo, quindi io ringrazio tutti, il presentatore, il Presidente della Commissione, ma anche i colleghi Tracchegiani e Mantovani del Centrodestra che hanno lavorato con me tutti quanti insieme per migliorare il testo, per modularlo in base anche a quelle che erano le esigenze, secondo noi, della nostra parte politica e della nostra sensibilità politica. Debbo dire che per una serie di ragioni che illustrerò, non siamo giunti ad una conclusione unanime nel senso che nonostante positivi accoglimenti di alcuni nostri suggerimenti, rimane un dato di fondo che non ci convince e poi lo illustrerò in maniera chiara. Intanto la fenomenologia, il relatore, il collega Rossi ha spiegato, è un’esigenza vera, è una esigenza di decine di migliaia di famiglie in Umbria, ma di milioni di famiglie in Italia, la situazione odierna, per quanto si vada a stabilizzare, vede comunque situazioni limite, in cui ci sono collaboratori domestici che assistono anziani che non conoscono la lingua, non conoscono la nostra cultura, norme minime di igiene, hanno problemi seri di inserimento, in alcuni casi vengono anche sfruttati non essendoci né albi né situazioni che vadano a definire la loro figura, vengono dai loro paesi con situazioni di bisogno estremo e quindi si adattano un po’ a tutto, quindi una situazione che va in qualche modo regolamentata. Quindi da questo punto di vista c’è la necessità di una normativa specifica e, quindi, i numeri, tra l’altro, ricordava il Consigliere, sono numeri elevati. Ricordo che gli immigrati nella nostra Regione, la relazione prevede al 6,2 % della popolazione totale, ma ci sono città come Terni in cui la di percentuale è di gran lunga più elevata di questa media, parliamo del 10 - 15% addirittura, e per ragioni legate ad una evoluzione della nostra società, ad una serie di bisogni, ad una cultura in qualche modo

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che stimola i giovani verso altre professioni, vede una carenza estrema sul fronte delle famiglie per fornire loro servizi che stanno diventando sempre più essenziali.

Importantissimo è, e noi lo condividiamo in pieno come opposizione ma come UDC in modo particolare, qualsiasi norma che consenta alle famiglie di trattenere nel seno degli affetti i propri anziani, piuttosto che relegarli in case di riposo, abbandonarli in situazioni di isolamento. Quindi, dicevo, la proposta in sé è assolutamente positiva.

Noi abbiamo fatto delle proposte di miglioramento, in parte accolte, parte no. Uno dei problemi fondamentali che poniamo, e debbo dire con franchezza non è emerso tanto nel corso del dibattito in Commissione, ma lo sottolineo oggi perché ne abbiamo parlato nel corso di questi giorni con gli altri consiglieri, è un approccio di tipo fondamentalmente solo a servizio di certe esigenze di anziani non autosufficienti, quando, invece, nella realtà dei fatti, si riscontra sia questa esigenza imprescindibile e sicuramente fondamentale, ma tutta un’altra serie di necessità della famiglia che prescindono quasi completamente da questa proposta. E cioè, quando una badante si inserisce in una famiglia non necessariamente nel 100% dei casi viene chiamata per assistere anziani non autosufficienti, ma nella quasi totalità dei casi si chiede un aiuto alle esigenze quotidiane e ordinarie della famiglia. Ci sono bambini piccoli, e qui non c’è un minimo cenno, c’è necessità di accudire alla casa in tutte le sue esigenze, c’è necessità di risponde al telefono, di cucinare, di fare le pulizie, quindi una gestione della casa che è molto più ampia di un approccio un pochino troppo settoriale, per cui rileggendo la legge, al termine alla stessa, si ha l’impressione quasi che si vada a creare, e questo è positivo l’abbiamo detto, una figura specializzata per l’assistenza agli anziani disabili, ma prescinde quasi completamente da tutta un’altra serie di esigenze concrete e quotidiane che fanno parte invece della vita di tutti i giorni di ogni famiglia. Su questo noi preferiremmo, non so se ci sarà data la possibilità di presentare un emendamento, ad esempio, per integrare il comma 2 dell’Art. 1, perché ci sembra essenziale per evitare che il testo che si va a licenziare, appaia spione con una visione troppo parziale.

Per tornare al testo specifico, la nostra proposta, uno degli emendamenti che è stato accolto prevede la conoscenza in questi corsi di formazione di elementi di fisioterapia. Si era pensato, il Consigliere Tracchegiani che peraltro è medico, prevedeva ipotesi di nozioni di riabilitazione, ci sono situazioni di anziani con rotture di femori, problemi, cadute etc. e questo invece non si è voluto accogliere. Un aspetto che per noi è essenziale e riguarda un po’ un tema di cui si dibatte oggi in Italia, un tema fondamentale, che è quello

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della concessione della cittadinanza ai cittadini stranieri e non comunitari, non riguarda direttamente questo testo di legge, però in qualche modo aleggia per le ragioni che ovviamente tutti comprendiamo. Ecco la ragione per la quale un emendamento da noi proposto prevedeva non solo la conoscenza della lingua, ma anche della cultura e della nostra tradizione e questo è stato accettato, e ci fa piacere. Diciamo che nel complesso anche per quanto riguarda gli aspetti dei contributi affinchè non intervengano situazioni che vadano a favorire famiglie che hanno un reddito medio – alto e che quindi tutto sommato hanno la capacità di poter sopportare un onere di questo genere, in ordine al metodo ISE da applicare, anche qui diciamo c’è stato un miglioramento del testo.

Avremmo voluto, perché uno dei dubbi che noi abbiamo sempre, è che una Regione nella quale i servizi sociali in effetti vengono forniti da un sistema piramidale che in effetti favorisce, da un lato, situazioni strutturali molto vicine al Centrosinistra e dall’altro, invece, non aiuta situazioni di autonomia che in qualche modo consentano a privati e ad altre associazioni di entrare in questo settore, noi avremmo preferito, intanto, un controllo diretto dei Comuni che possa consentire una verifica periodica estremamente seria dei risultati, anche eventualmente per migliorare il testo della legge in un prosieguo, dopo i primi anni di applicazione.

Abbiamo visto troppi esempi di situazioni in cui si privilegia l’aumento del budget, ad esempio, del fatturato di alcune cooperative piuttosto che il raggiungimento degli obiettivi che alcune leggi, e questa in modo particolare, si prefigge. Quindi anche sul sistema dei controlli avremmo preferito una maggiore incisività. Nel complesso noi riteniamo che sia comunque un testo positivo, vediamo adesso se ci sarà la possibilità di integrarlo sotto l’aspetto che annunciavo prima, per il momento la nostra posizione è di astensione, grazie.

ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE GILIONI MARA

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Melasecche. Inizia la discussione generale, è iscritta a parlare la Consigliera Girolamini, prego.

GIROLAMINI. Io ringrazio l’ex Presidente ed il nuovo Presidente di Commissione, il già Presidente, per il lavoro serio che è stato fatto di approfondimento, io ritengo brevi cose per sottolineare alcune questioni e poi una riflessione. La prima è che, intanto, questa è una legge che risponde ad un’esigenza di regolare e qualificare un fenomeno che esiste,

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tante sono le famiglie che hanno fatto ricorso e continuano a fare ricorso a queste operatrici o operatori che vengono da altri Stati e quindi all’incontro di due bisogni: un bisogno sociale nostro ed un bisogno di lavoro, quindi, di crescita economica da parte di coloro che vengono nel nostro Paese. E dobbiamo dire che spesso per fortuna, che ci sono state, che ci sono le badanti che consentono di poter mandare avanti l’attività normale in una famiglia. Questa è una legge che tende a garantire, prima di tutto, gli utenti, e a garantire anche coloro che lavorano, quindi io penso che tutto è perfettibile, come diceva prima Melasecche, ma la positività della proposta deve essere tutta sottoscritta, proprio per le motivazioni che dicevo prima. Certo, il tema della cittadinanza è un tema ancora aperto, ma mi pare che sia perfettamente in linea anche con alcuni provvedimenti che il Ministro dell’Interno Amato e questo Governo ha proposto, il tema dei diritti e dei doveri delle persone che risiedono nel nostro Stato. Il tema del rispetto delle leggi, e qui non è che voglio aprire una parentesi molto lunga, la voglio solo accennare, conoscenza della cultura, rispetto delle leggi italiane e dei diritti e dei doveri dei cittadini italiani, è un tema fondamentale se pensiamo soprattutto alla questione delle donne, ai diritti delle donne che sono purtroppo diversi da paese a paese e quindi pongono all’attenzione anche questo tema della parità dei diritti per le donne e per gli uomini. Il fenomeno è molto ampio, ma ricordava prima Rossi i numeri, quindi, non li sto a ricordare.

Voglio, invece, sottolineare che questa proposta di legge rientra in un quadro complessivo di interventi volti tutti a costruire una rete di tutele per le persone più deboli e, quindi, una rete di servizi e di aiuti che vengono posti come risposta per i non autosufficienti, in particolare per le persone appunto disabili.

Quindi credo che lo dobbiamo leggere anche insieme ad altri provvedimenti, alcuni dei quali sono stati presi, altri dovranno essere presi, come il fondo per la non autosufficienza, come il piano sociale regionale ed il piano regionale della sanità. Io voglio, però qui l’avevo anche accennato anche in Commissione, non so se si può meglio tradurre questo dato, e questo bisogno. A volte, la presenza delle badanti, il servizio delle cosiddette badanti, tra virgolette, viene vissuto un po’ come un momento di abbandono, sempre da virgolette, da parte delle famiglie, cioè c’è la badante che ci pensa e quindi, in qualche modo, c’è una sorta di deresponsabilizzazione. Alcuni casi che sono anche usciti sulla stampa ci danno questi segnali, è vero che sono pochi casi, è vero che sono anche casi emblematici, ma casi nei quali le persone anziane vengono addormentate, gli vengono date delle gocce per farli dormire in maniera tale che poi la notte, la sera possano uscire quindi io credo che…

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Come pure un altro fenomeno, ma è un po’ più difficile da controllare se non richiamando le famiglie ad un controllo vero, è quello dell’utilizzo delle risorse dei risparmi delle stesse persone anziane o presso le Poste o presso le banche.

Allora io credo che rispetto a questi che sono un po’, diciamo così, fenomeni nei quali il non autosufficiente si sente un po’ solo e nelle mani della persona che lo assiste, ci vogliono, bisogna sviluppare delle funzioni di controllo maggiore, da mettere in capo ai servizi sociali, da richiamare l’attenzione sicuramente delle famiglie, ma per quelle persone che sono sole da mettere in capo ai Comuni o ai servizi sociali con delle verifiche e dei controlli che siano periodici in maniera tale da garantire maggiormente le persone sole e le persone che si trovano appunto in questa situazione di bisogno.

Quindi non so in che modo possa essere recepita questa cosa, ma ritengo che sia un’esigenza ulteriore di cui tenere conto. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliera Girolamini. È iscritto a parlare il Consigliere Dottorini, prego.

DOTTORINI. Grazie, Presidente. L’atto su cui oggi siamo chiamati ad esprimerci è una prima risposta ad un’emergenza che interessa l’intero Paese ed in modo particolare la nostra Regione, l’assistenza domiciliare alle persone anziane e disabili, non autosufficienti è una realtà con cui migliaia di famiglie umbre si confrontano quotidianamente magari colpite da eventi improvvisi ed imprevedibili, un fenomeno che diviene sempre più marcato e diffuso con l’allungarsi della vita media e con ritmi e tempi di vita a cui ci costringe la modernità. Il modello patriarcale, la famiglia allargata lasciano sempre più spazio a famiglie mononucleari, autonome da vincoli parentali e sociale esterni. Per chi li sperimenta direttamente sono problemi di non facile soluzione ai quali anche le politiche sanitarie ed assistenziali non sempre sono stati in grado di dare risposte adeguate. Anzi è bene ammettere che nella maggior parte dei casi le famiglie sono state lasciate sole ad affrontare emergenze serie ed inedite. Fenomeno negli anni ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza, da Perugia al più piccolo centro della Regione, in molte occasioni è stato il ricorso all’assistenza e alle cure di cittadine polacche e moldave, prima ancora che rumene ed ecuadoregni che da prima in modo clandestino ed semiclandestino, poi riconosciuto dalla legge sono riusciti a rispondere alle nuove esigenze a e fare di questa emergenza un mestiere. Non è stato facile è complice anche

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una legge Bossi – Fini che ha considerato fuorilegge una situazione di fatto e che ha gettato nello sconforto migliaia di famiglie con congiunti non autosufficienti e migliaia di badanti costretti a vivere in clandestinità un grande servizio svolto alla collettività.

In questa situazione ciascuno ha finito per arrangiarsi per proprio conto, a volte con successo e a volte invece affrontando ulteriori problemi oltre a quelli della sofferenza della malattia magari legata all’invecchiamento. A questo proposito è bene ricordare che l’Umbria è coinvolta in questo problema almeno al pari di altre Regioni se non di più, anche per una motivazione statistica. Il Cisis, Centro interregionale per il Sistema Informatico ed il Sistema Statistico, nel suo ultimo rapporto annuale che riporta i dati al 31 dicembre del 2005, conferma la nostra come una delle Regioni a più alto tasso di presenza di anziani in rapporto alla popolazione residente, dopo la Liguria che continua ad essere la Regione che detiene il primato, viene l’Umbria in cui la popolazione anziana è il 23,3% del totale quasi un quarto della popolazione. La nostra Regione contava 196.470 anziani al 31 dicembre 2004 alla stessa data del 2005 erano aumentati al 199.780 con un trend che appare ormai abbastanza consolidato che dovrebbe farci fare anche qualche altra considerazione sulla nostra longevità ma anche sul progressivo e particolarmente accentuato invecchiamento della nostra Regione.

L’Umbria in particolare ha un’alta percentuale di persone over 75, sono l’11,6% della popolazione regionale. Un’età nella quale più alto è il rischio di insorgenza di invalidanti e che generano la non autosufficienza.

Oggi con la discussione di questa proposta di legge noi andiamo colmare un vuoto, cerchiamo di trovare delle forme innovative di intervento che consentano di dare vita ad una assistenza sanitaria domiciliare ed integrata al servizio delle persone garantendo in questo modo la presenza di figure qualificate, che hanno diritto di vedere riconosciuto il proprio lavoro al pari di atti. L’atto che spero quest’aula vorrà approvare è coerente con la programmazione regionale e si inserisce a pieno titolo nel quadro degli impegni assunti con l’approvazione del DAP 2007 nel quale veniva esplicitato l’impegno della maggioranza di Governo ad intervenire in materia di welfare con un programma di sostegno per le condizioni di non autosufficienza. La legge affronta la tematica in questione in un’ottica di integrazione coinvolgendo tutti i soggetti che territorialmente si occupano dei servizi alla persona cercando di attuare quel principio di sussidiarietà che questa assemblea ha già avuto modo di affrontare. A nostro parere questo è uno dei modi più seri ed efficaci per affrontare il problema sostenendo la promozione dell’autonomia delle persone disabili ed

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anziane attraverso soluzioni innovative che consentano da restituire dignità ad una condizione umana a volte di grande sofferenza. Oggi nel territorio sono molteplici i soggetti pubblici e privati chiamati a dialogare tra di loro e con questa lettera, in particolare all’art. 5 viene affermata la necessità di coinvolgimento e responsabilità in questa attività di supporto all’assistenza familiare e domiciliare.

C’è un altro aspetto positivo che qui vorrei ricordare: molto spesso abbiamo discusso anche in quest’aula di politiche di integrazione e di accoglienza rispetto all’immigrazione, oggi scopriamo di dipendere in modo rilevante dalle prestazioni di persone che fino a ieri chiamavano extracomunitari e ci troviamo ad individuare misure in grado di agevolare la loro presenza in Italia e nelle nostre case. D’altra parte l’evoluzione della normativa nazionale ha semplificato e reso più facile avvalersi di figure di sostegno con un regolare contratto di lavoro, ma problemi non sono tutti risolti, rimane l’ostacolo culturale della diffidenza e quindi la necessità di una formazione ed informazione di base che consente un approccio di reciproca fiducia e rispetto. Per questo la legge punta sulla formazione con la consapevolezza che la conoscenza e la condivisione sono alla base di qualsiasi rapporto. Per questo è importante che la legge preveda l’erogazione di contributi economici a favore delle singole persone o famiglie che scelgono di avvalersi di personale di assistenza chiedendo come unica garanzia la loro partecipazione a programmi di formazione ed aggiornamento che verranno organizzati nei comprensori. Io spero fin dalla prossima legge finanziaria 2008 l’importo iscritto al bilancio regionale superi i 300 mila Euro che rappresentano per questo anno la dotazione finanziaria assegnata alla legge.

Detto questo e considerando questa legge anche come una risposta del buon senso al razzismo strisciante che ha animato certe forze della Destra estrema e che a volte pare pervadere anche le decisioni di certi sindaci sceriffi, i Verdi Civici signor Presidente, signora Presidente, sono convinti che questo intervento sia utile e quindi lo voteranno senza esitazioni, grazie.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Dottorini. E’ iscritto a parlare il Consigliere Tracchegiani.

TRACCHEGIANI. Grazie Presidente, è una materia importante, una materia che per la quale il Consiglio Regionale si sta adoperando, abbiamo visto anche nel documento per rimodulare le abitazioni alle esigenze delle badanti, alle esigenze degli anziani,

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all’abbattimento delle barriere architettoniche, noi con questa legge sulle badanti andiamo a toccare un altro tassello. Forse, ecco, come diceva il Consigliere Melasecche, qualche altro punto va rivisitato e tutto sommato siamo soddisfatti del fatto che parte dei nostri emendamenti sono stati accolti, emendamenti che direi sostanziali perché riguardano quello che sono le necessità per queste badanti, che noi consideriamo una grossa risorsa, e che tra l’altro avrei da obiettare al Consigliere Dottorini quando dice che la le Bossi – Fini hanno creato dei problemi, assolutamente, hanno cercato di normare come sta cercando di normare questa legge regionale ed istituzionalizzare una figura importante, una figura che deve dare per i prossimi anni assistenza ai nostri anziani, una popolazione, quella umbra che sta continuamente invecchiando e che ha la necessità assoluta di avere figure, di avere attenzione per quelle che sono le esigenze.

Ma non è stato fatto altrettanto da parte di questo Governo, i livelli essenziali di assistenza sociale non sono stati ancora toccati, e di questo ce ne lagniamo e tra l’altro anche le tanto sbandierate attività delle società no profit non fanno altro, e questo è uno studio della Bocconi Cedars, che portare all’1 - 2 - 3% l’assistenza delle associazioni no profit. Ancora sono le famiglie a sopperire con un 40% a quelle che sono le esigenze. Il costo annuale di un non autosufficiente viene considerando, escludendo i ricoveri ospedalieri, escludendo quelle che sono le esigenze di prestazioni specialistiche particolari, intorno ai 18 mila Euro di cui la gran parte se ne occupa l’INPS, però l’INPS non partecipa a quella che è la pianificazione. Quindi lì c’è tutto un discorso che abbiamo affrontato anche a livello di Commissione con il direttore generale, su chi devono essere gli attori che pianificano quella che deve essere l’assistenza ai nostri anziani e le attività di supporto. Parliamo di una necessità forte dei livelli essenziali di assistenza perché noi crediamo che oltre ad istituzionalizzare questa figura delle badanti, pur sempre momento fondamentale di passo avanti per il sostegno dei nostri anziani, noi dovremmo, però, cominciare, a livello delle nostre A.S.L., a creare situazioni tali perché i nostri anziani non vengano segregati e lasciati a sé, ma vengano attivate tutte quelle situazioni che possano essere i servizi di assistenza domiciliare, che possano essere sia infermieristici, sia riabilitativi e fisioterapici.

Non a caso, noi quando abbiamo parlato di un emendamento è perché nozioni anche basilari possono essere importanti per segnalare, magari ai medici delle A.S.L., che c’è la necessità di una riabilitazione particolare. Io direi che anche su questo aspetto le nostre A.S.L. dovrebbero essere più attente e noi ci ripromettiamo anche in tal senso di fare una proposta di legge per poter anche far sì che ci sia sul territorio questa mobilità, perché

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l’intervento del medico a livello domiciliare può essere importante, in molti casi, per escludere situazioni che poi possono andare avanti e creare all’anziano problemi. Ma la nostra sanità, probabilmente, è carente in un punto fondamentale, e questo dobbiamo fare un appunto anche al nostro Assessore regionale, perché forse ci deve essere un’attenzione particolare anche a quello che è il discorso anziani perché non autosufficiente è l’anziano o il diversamente abile, l’anziano che ha avuto magari un ictus, o ha avuto un problema legato a volte e molto spesso i medici di base su questi si sono pronunciati anche in maniera forte, legato ad una situazione di cure non appropriate. Noi spendiamo risorse ingentissime per le visite specialistiche all’interno dei nostri centri di eccellenza ospedalieri, poi sul territorio gran parte di quelli che sono i farmaci proposti nella terapia vengono spazzati via. E a questo noi siamo assolutamente contrari, noi vogliamo che i nostri anziani, i fondi necessari per le cure opportune vengano stanziati e non venga fatta questa azione di intimidazione alla prescrizione farmacologica.

Allora è necessario un’attenzione particolare, è necessario che tutto, anche questo contesto regionale, ponga attenzione a questo problema. Il problema degli anziani in Umbria è un problema che tutto sommato rientra in quella che è la situazione nazionale, ma noi siamo orgogliosi di non avere, come in altri paesi europei, la maggior parte degli anziani non autosufficienti istituzionalizzati, perché noi vogliamo che non siano strappati i nostri anziani alle proprie radici familiari, che non siano snaturati dal loro contesto perché poi questo porta a malattie più importanti, quali la depressione, che in alcuni soggetti possono poi essere fatali. Per questo riconosciamo alla nostra sanità e ai nostri servizi sociali e alla nostra cultura italiana e alla nostra tradizione, la capacità di avere un’attenzione, un’attenzione che deve essere ancora più forte, per questo siamo convinti che la legge sulle badanti sia un grosso passo avanti, siamo convinti che vadano trovate ulteriori risorse per facilitare ulteriormente la vita dei nostri anziani, un’attenzione avremo anche nei riguardi della legge per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Noi sappiamo che, per esempio, una normativa migliorativa ulteriore dovrà essere fatta a modifica della 328 su quelle che sono la situazione degli ascensori e delle barriere. Per questo noi dicevamo e chiedo l’ attenzione dell’Assessore, un’attenzione, quando andremo a programmare il nuovo piano sanitario regionale per le possibilità di attività fisioterapica, infermieristica a domicilio, Assessore, è una cosa importantissima, i nostri fisioterapisti, i nostri medici ed i nostri infermieri possono spostarsi sul territorio. Questo faciliterebbe tantissimo la possibilità di cura a domicilio con minori ospedalizzazioni, minori

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ingorghi dei nostri Pronto Soccorso e questo è un aspetto che noi ancora abbiamo sottovalutato. Il 51% delle risorse al territorio in parte devono essere destinate anche a questo settore. Siamo convinti che in questo modo noi riusciremo ancora di più a migliorare la nostra sanità, che non giudico una cattiva sanità, l’ho sempre detto, una buona sanità, ma che deve essere migliorata, perché è motivo di soddisfazione per tutti noi, grazie.

PRESIDENTE. Grazie consigliere, la parola al Consigliere Vinti.

VINTI. Il mio vuole essere un intervento breve per arrivare agli aspetti politici del provvedimento. Colgo l’occasione per citare un articolo che è apparso domenica sul Corriere della Sera di Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della FIAT, che in un’efficace disamina, per molti versi, per altri no, pone l’accento sulle diverse tipologie del capitalismo contemporaneo, e tra uno dei suoi elementi fondanti della sua analisi, ribadisce la sua preferenza per il modello europeo, che è determinato anche da una spesa sociale pubblica che è superiore del 100% rispetto a quella degli Stati Uniti d’America, e cioè Marchionne, che sicuramente è uno di quei manager emergenti e l’emergenza non è basata sulle tipologie di vacanze in barche o sulle veline che frequenta, ma sulla capacità di aver rimesso la FIAT sul mercato attraverso processi di innovazione, un’accelerazione che direi fa bene al capitalismo. pone appunto questa questione come il mercato può essere anche supportato da un impegno sociale pubblico relativo alla spesa.

Mi serve questo per dire che non siamo di fronte con la legge sulle assistenze familiari domiciliari di fronte ad una legge rivoluzionaria, ma siamo di fronte ad una legge che fa bene e che fa molto bene alla coesione sociale della nostra Regione. Fa bene perché coglie due elementi fondanti dei processi di trasformazione sociale, che anche la nostra Regione ha attraversato, e cerca di dare una risposta, una parte di risposta a quei processi che sono l’effetto di due scomposizioni fondamentali; da un lato, è la frammentazione del lavoro, e dall’altro gli effetti che questa frammentazione produce su un istituto importante come la famiglia. Il lavoro produce precarietà e la famiglia è sottoposta a delle tensioni fortissime, tant’è che è stato ricordato anche qui, cambia ed assai rapidamente il modello di famiglia e direi in una forma regressiva più che in una forma progressiva. Si passa da un modello che era quello di un modello consolidato del lavoro a tempo indeterminato, di uno Stato sociale che provvedeva a soddisfare alcuni bisogni, ad un modello sempre più liberista, dove i tempi e gli orari delle persone, ma anche della

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città, vengono radicalmente modificati, dove il reddito familiare è assicurato da più lavori della stessa persona e dove la stessa vita e le relazioni familiari sono sconvolte da un mercato che si accentua nella sua competizione.

Come la nostra parte politica, la Sinistra, ha sempre denunciato in un processo di competitività così esasperato sono i più deboli che ne vanno a soffrire, ed in particolare, in questo caso, i più deboli che sono coloro che, l’età determina appunto una debolezza che è naturale, ed in particolare poi queste cittadine e questi cittadini anziani o diversamente disabili, soffrono anche del fatto che in questi anni l’intervento pubblico per assicurare gli stessi diritti a questi cittadini, si è ridotto notevolmente. Allora noi siamo di fronte a delle mutazioni strutturali della nostra società, del lavoro, della famiglia, delle città, dei rapporti che insistono sui territori. A questo io credo che, giustamente, la legge alluda anche ad una necessità più profonda, che è quella della costruzione in maniera organica di un welfare regionale che sia in grado di rispondere a queste nuove esigenze e a questi nuovi bisogni. Ed in questo caso cerca di dare una risposta che è una risposta che non ripercorre un’antica strada che ha avuto i suoi frutti, ma che oggi sarebbe, probabilmente, inadeguata, che è quella della istituzionalizzazione del bisogno, ma è invece quella di dare una risposta in maniera articolata alle diverse esigenze che tanti cittadini con specifici bisogni esprimono.

Allora su questo c’è un dato di innovazione non secondario, su questo c’è un dato progressivo, su questo c’è un dato che niente di rivoluzionario, ma che coglie alcuni elementi e che li pone all’attenzione della comunità regionale, ma quello che di più è quello che dice occorre un intervento pubblico per dare delle risposte a dei bisogni che sono nella nostra Regione sempre più emergenti.

Il collega Rossi l’ha già detto, ci troviamo di fronte ad una specificità della nostra Regione che da un lato un tasso di anzianità della nostra popolazione che è tra i più alti d’Italia, come ricordava Dottorini, e allo stesso tempo c’è un flusso di immigrati nel nostro territorio che anche questo è ad altissima intensità, è fra le percentuali più alti specialmente sul perugino, della presenza dei cittadini immigrati, che rispondono contrariamente alle canee razziste che avvengono sia sui mezzi di telecomunicazione nazionali, ma anche sui giornali locali, a delle grandi necessità che sono quelle dell’apparato produttivo della nostra Regione, penso solo all’agricoltura e all’edilizia, sarebbe il caso che qualcuno vada a vedere la composizione della forza lavoro, nonché anche nell’apparato manifatturiero dell’industria di trasformazione, quanti sono i cittadini immigranti che producono ricchezza

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per questo Paese e per i nostri territori. Ma in più ormai, è un dato consolidato da anni, suppliscono alle carenze dello Stato sociale e suppliscono alle carenze dello Stato sociale dentro le nostre famiglie. Questo fatto io credo che non debba essere, e giustamente la legge inizia questo percorso, ad essere un fatto privato per le singole famiglie, sapendo quello che comporta in termini di qualità dell’intervento, sapendo, e lo sappiamo quanto comporta in sacrificio economico rispetto all’assistenza che le badanti compiono dentro le nostre case. È giusto che sia un servizio articolato specifico, ma che sia appunto di interesse pubblico, non è che le famiglie, una famiglia può essere da sola di fronte a questo problema, certe volte è drammatico, e che il reperimento di questo personale avviene attraverso mille forme, di cui nessuno è sicuro dell’intervento di qualità, anche se dobbiamo dire e prendere atto che la formazione del personale parasanitario migrante, indiscutibilmente, offre un tasso di qualità che è utilizzabile, impiegabile, se non addirittura, per molti versi, anche superiore a quello che produce il nostro sistema sanitario nazionale.

E grazie a questo è stato possibile dare delle risposte che sono state delle risposte che hanno tamponato la situazione ed è giusto che su questo ci sia un intervento complessivo, un intervento che prende la questione come grande questione della nostra società. Non sfugge a nessuno i numeri che abbiamo di 16.000 anziani non autosufficienti nella nostra Regione, non sfugge a nessuno come è urgente e necessario la costruzione del fondo regionale per la non autosufficienza, non sfugge a nessuno come questo Governo ha avviato un percorso ed un processo di finanziamento che non era riscontrabile a livello centrale nel Governo precedente.

Ma questo intervento serve anche, ed è utile anche, a ripristinare dei criteri di legalità, tanto invocata in queste settimane, ma che è una legalità che invece è spesso rotta, tracimata, violentata da una legge sulla immigrazione, la Bossi – Fini, che non ha fatto altro che alimentare l’ingresso di migranti clandestini. Allora interveniamo a valle di questo per cercare di ottimizzare queste presenze, per cercare di qualificarle, per cercare di dare un servizio ad un bisogno emergente che io credo, in questo senso, abbia la capacità di rispondere con grande celerità ad un bisogno emergente di questo tipo.

Non ci sfugge che occorrono altre risorse, non ci sfugge che un intervento che voglia essere adeguato occorre che la politica nel suo insieme, non solo quella regionale, la politica nazionale, risponda con investimenti concreti sui diritti e sulla esigibilità dei diritti, perché questi cittadini non autosufficienti, anziani, sono cittadini esattamente come gli altri, e come tali la collettività nel suo insieme deve dare le risposte, non è un fatto privato.

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Allora su questo, e la questione che ci porterebbe lontano, dipende da come noi riportiamo questo Paese sui livelli di spesa sociale a livello europeo, visto che oggi siamo 4 punti percentuale del PIL inferiore alla media europea. La spesa sociale non è un costo, è la capacità di dare cittadinanza a tutti i cittadini del nostro Paese. Allora su queste linee generali e su quelle specifiche che la relazione del Consigliere Rossi ha illustrato noi pensiamo che questo è un altro tassello importante per la ricostruzione di una politica riformatrice per un nuovo welfare regionale a cui noi diamo il nostro sostegno e per quello che possiamo il nostro contributo, grazie.

PRESIDENTE. Grazie Conigliere Vinti. Invito tutti a mantenere un po’ più di silenzio.

Passo la parola alla Consigliera Modena, prego.

MODENA. Colleghi, parlerò brevemente, perché la legge è stata seguita dal collega Mantovani per noi in Commissione e poi immagino anche altri colleghi del gruppo vorranno dire qualche cosa. Io prendo la parola solo per ricordare all’aula alcune cose. Noi ovviamente ringraziamo il lavoro che hanno fatto i colleghi per migliorare una legge che nasce in un quadro dove intanto ci manca una cosa, perché in questa Regione è una mancanza cronica, cioè l’applicazione della legge Biagi e della sussidiarietà orizzontale per tutto quello che riguarda la partita del mercato del lavoro. Questo è il punto politico che non ci può consentire, pur avendo, ovviamente, gli apprezzamenti del caso, di dare un’approvazione convinta a questo testo di legge, perché mancando la cornice complessiva che attiene e riguarda il rapporto tra pubblico e privato, per tutto quello che riguarda il collocamento, è ovvio che questa è una legge che nasce zoppa, nasce zoppa perché comunque sia, lo ricordavano i colleghi della Commissione, il relatore di minoranza, la sussidiarietà orizzontale non è di fatto applicata appieno, si parla vagamente di collaborazioni, ma non c’è un concetto chiaro da questo punto di vista né tanto meno si pensa di far intervenire realmente e concretamente quello che è il privato, soprattutto non c’è, anche questo va detto con grande chiarezza, un minimo di finanziamento adeguato, l’hanno detto già i colleghi, sono riusciti anche a migliorare la situazione, però una legge per avere le gambe allora deve avere anche una contribuzione adeguata, altrimenti fa la fine di tutte quelle leggi di spesa che noi ci andiamo a vedere di anno in anno nel bilancio della Regione che troviamo poi un anno finanziato magari con 100, 200 mila euro e poi con uno zero, questo è il punto che noi vorremmo sottolineare.

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C’è anche da dire, quando si parla delle clausole valutative che questa legge introduce, e questo è positivo, la clausola valutativa, dove magari il Consiglio regionale, ed è stato giusto metterlo, deve assumere come propria responsabilità, perché altrimenti non si comprende neanche esattamente che cosa poi vada a fare in un quadro di poteri completamente cambiati. Allora quello che noi diciamo è questo: è sicuramente una legge partita male, perché l’impostazione del Centrosinistra la puoi rigirare quanto ti pare ma comunque è l’impostazione che tende ad un controllo complessivo di ogni forma autonoma di auto-organizzazione della società, quindi rimane sostanzialmente “statalista”

nel senso deleterio del termine come punto di partenza, mentre è stata sicuramente migliorata nel corso dei lavori della Commissione che sono durati a lungo. Rimangono dei forti punti di perplessità che sono quelli che ho elencato: finanziamenti, Legge Biagi e rapporto pubblico–privato per tutto quello che riguarda il collocamento ed è per questo che noi non andremo ad un voto favorevole nei confronti della legge.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliera Modena. Io non ho altri iscritti a parlare, se non il Consigliere Melasecche sull’ordine dei lavori, prego.

MELASECCHE GERMINI. Chiediamo dieci minuti di sospensione per valutare un attimo alcuni aspetti della legge e valutare se sia il caso o meno di presentare emendamenti per migliorare ulteriormente.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari, possiamo concedere dieci minuti di sospensione, prego.

La seduta è sospesa alle ore 11.45.

La seduta riprende alle ore 11.55.

PRESIDENTE. Colleghi, se prendiamo posto, possiamo iniziare. Ha chiesto di intervenire la Consigliera Urbani, prego.

SPADONI URBANI. Grazie Presidente, se si riesce a ritrovare un po’ di serenità per poter intervenire. La prima cosa che mi sento di dover dire all’assemblea è che si evidenzia l’assistenza dell’Assessore Stufara. E’ vero che il problema degli anziani riguarda il sociale

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ed il sanitario, anche se anni fa abbiamo fatto una legge apposta, il piano sociale, per mettere un limite che è sempre borderline tra il sociale ed il sanitario, però apprezzo la presenza dell’Assessore Rosi, mentre stigmatizzo moltissimo l’assenza di questo giovanotto che è stato nominato Assessore dalla Presidente e che snobba un argomento che per me non è che viene risolto con questa legge, ma è un argomento che effettivamente esiste, perché non riguarda solo la questione delle badanti; le badanti sono solo un ramo del problema degli anziani che abbiamo in Umbria. Quindi non è né professionale né del rispetto del problema nei confronti delle badanti, visto che Rifondazione Comunista tiene tanto agli extracomunitari e a queste tipologie di professioni, né tanto bene nell’assemblea non essere presente ad ascoltare le nostre valutazioni anche perché parlandoci, esprimendo i nostri giudizi, i nostri dubbi, i nostri apprezzamenti, a volte si riesce poi a modificare qualcosa nell’interesse generale del problema, non nell’interesse della parte politica, perché altrimenti se ci dicono che apparteniamo ad una casta fanno bene e potrebbero fare anche qualche altra cosa, però le assenze ci fanno capire che effettivamente qui esiste una casta, un solo Assessore, c’è la casta di chi detiene il potere da tanti anni, l’arroganza del detenere il potere e del fregarsene, mi passi, Presidente, questo termine visto che ne vanno in giro altri molto più forti e che i politici si prendono con molta nonchalance dalla mattina alla sera. Io non concluderò in quella maniera il mio intervento, anche se sarei portata a farlo perché penso che in certi casi quel tipo di saluto ci vada bene, in questo caso all’Assessore Stufara.

Il problema, ripeto, Assessore Rosi, e la ringrazio per la sua presenza, come lei capisce, riguarda l’affrontare il problema dei tanti - tanti anziani che noi ospitiamo nella nostra Regione, per fortuna dico ospitiamo, vuol dire che la vita della nostra Regione tutto sommato è favorevole al prolungamento della vita. Quello che conta, però, è che la vita che si prolunga sia di qualità, perché se è solamente un’agonia nell’attesa nella morte, allora possiamo dire che non è una conquista sociale quella che abbiamo in Umbria, un’idea di progresso che abbiamo in Umbria, ma solamente un problema in più per il piano sanitario che l’Assessore deve gestire. Questa legge per me mi sembra andando in giro di averla rivista, sbirciata, qua e là, è stata già approvata in Regioni che hanno un tessuto economico e sociale diverso… Sì, il Friuli, esattamente, che dal terremoto è riuscita a trasformare una società povera in una società dove c’è il benessere, cosa che noi non siamo riusciti a fare nella nostra Regione. Attuarla in quella Regione forse sarà più facile, attuarla qui da noi sarà molto più difficile, anche se sarebbe molto bello, purtroppo,

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solamente chi ha avuto bisogno di queste assistenti utilissime, se hai la fortuna di trovarne che hanno perlomeno nel loro DNA un po’ di umanità e che non stiano solamente qui per guadagnare alla fine del mese, utilissime, indispensabili per dare una mano alle famiglie a tenere con dignità la qualità della vita alta delle persone anziane che ancora hanno la fortuna di avere in casa. Io non la voglio fare troppo lunga, però, Assessore, il problema degli anziani da affrontare riguarda lei ma riguarda la politica in generale. Riguarda per esempio moltissimo la politica della famiglia; le badanti sono utili se sono un aiuto per la cura alla persona all’interno di un nucleo familiare dove c’è già chi svolge un altro ruolo, perché non credo che voi possiate pensare di dare alle badanti la cura anche di patologie fisiche o di riabilitazione o psichiche. Le badanti servono con la più professionalità possibile e questa legge dovrebbe andare in questo senso a curare la persona dell’anziano, della persona disabile e non certamente a sostituire una famiglia o a sostituire un servizio sanitario che sia pubblico o privato, ma un servizio sanitario. L’ha detto già il collega prima, il collega della Destra che per poter che queste badanti qualificate, non so come ci riusciremo noi piccoli umbri a qualificarle all’estero, anche perché le extracomunitarie sono rimaste solo le ucraine e le moldave, le altre sono comunitarie quindi non si capisce nella legge se questa formazione all’estero va rivolta per ottenere le quote di ingresso. Cioè rumene, tutte le altre, le polacche che vengono in Italia ormai vengono come semplici cittadine comunitarie quindi questa formazione verrebbe fatta solamente a coloro che sono ancora extracomunitari.

Ma ripeto, questi aiuti che più sono qualificati e meglio è, devono però se una parte della cura e dell’attenzione che si ha per gli anziani, quindi serve una politica per la famiglia perché se continuiamo a far sì che le famiglie si sciolgano, che non abbiano più questo significato importante che hanno sempre avuto e del quale nella famiglia c’era anche l’amore per curare i propri anziani difficile poi che le badanti possono supplire a quell’affetto, a quella attenzione, a quella compagnia che gli anziani devono avere dal calore della vita familiare. Poi deve arrivare la sanità anche con l’assistenza sul territorio e potenziando l’assistenza domiciliare che funziona non bene Assessore, la prego di sentirmi, nel programma sanitario io penso che lei debba affrontare il problema anziani potenziando al massimo la medicina sul territorio e potenziando anche la medicina dell’assistenza domiciliare, perché è di questo che gli anziani hanno bisogno. Non credo che facendo un corso di lingua, un corso di igiene o insegnando a queste signore che vengono da un paese povero dove molte volte scappano perché magari hanno una vita

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familiare convulsa, io ne ho sentite diverse che c’hanno mariti che non lavorano, mariti che bevono, mariti che le picchiano, scappano qua, quindi dire pure che noi dobbiamo avere senso di civiltà e di rispetto nei confronti di queste persone che ci sono utilissime è come poter presupporre che non siamo civili e che un siamo capaci di ospitare queste persone che ci sono indispensabili.

Ora, a me piacerebbe moltissimo avendone bisogno, Assessore, poter pensare di avere per assistere i miei anziani che purtroppo non ho più, una persona qualificata che porta una divisa, un cappellino e che possa avere la dignità che un anziano ha bisogno intorno, ma il problema è che molte volte le persone non hanno bisogno di questo, quanto proprio di un bisogno fisico e materiale di una persona che li aiuti negli adempimenti più normali di cui un anziano ha bisogno. Ed allora questa legge, che, ripeto in una società che se la può permettere è la benvenuta, e sarà la benvenuta anche in Umbria, però dubito sinceramente che possa arrivare a raggiungere lo scopo che si prefigge perché le straniere che vengono, l’italiano lo imparano già da sole in dieci minuti, in un mese parlano italiano, se qualcuno glielo insegna prima è meglio, perché è una difesa, per loro stesse, perché queste persone…, ci fidiamo di loro e loro si fidano di noi, quindi serve per difendere loro stesse, perché se non sanno la lingua non possono neanche sapere quali sono i propri diritti e quali sono i propri doveri. Io mi auguro e non entri a regime perché sia obbligatoria, cioè che sia ancora possibile poter, attraverso un ufficio del lavoro di collocamento o attraverso la Caritas, attraverso tutte quelle associazioni umanitarie che ti vengono incontro, che finora hanno supplito alla mancanza di una regolamentazione, prima che entri a regime si possa fare conto ancora su questo. Il povero don Lionello, che ho letto sui giornali, in onore della cronaca che tutti massacrano, ha fatto del bene a tante persone, sicuramente avrebbe aiutato, perché non vi sia quell’assemblamento di persone davanti lui, che indubbiamente può non dare senso di sicurezza alle persone che vivono in quella zona, ma don Lionello ha fatto del bene a tanti – tanti poveri vecchietti che non ce la facevano a vivere senza l’aiuto di una persona e a questo ci pensava don Lionello e non le istituzioni. Mi permetto, anche se non sono di Perugia, di spezzare una lancia in questi confronti. Il problema è complesso, concludo, bisogna però indubbiamente fare la formazione a queste signore perché si rendano conto che lavorare in Italia è diverso che lavorare nel loro paese, dove lavorare o non lavorare lo stipendio è lo stesso, questa è la cultura comunista che per fortuna ancora noi non abbiamo, ragion per cui venire in Italia significa lavorare, allora quando badano ad una persona anziana, se la

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persona anziana è complessa, nel senso che non è sedata e che quindi non è comoda, il lavoro è lavoro, bisogna far capire, dare a loro questo senso della cultura per cui bisogna venire incontro soprattutto nei casi di effettiva necessità, perché altrimenti costringi una famiglia che ha vera necessità a spendere somme immense per poter avere un aiuto che settimanalmente devi sostituire perché se il malato non è comodo c’è anche questo aspetto, vi prego di considerarlo, se il malato non è comodo la badante se ne va, dalla mattina alla sera, anche segnata, iscritta con contributi e tutto, loro se ne possono andare noi non le possiamo mandare via.

In conclusione, Assessore, spero che questo piano sociale che si incrocia con il sanitario venga presentato al più presto perché è un’esigenza. L’ultima cosa che devo dire: va bene che ormai il 2007 è finito, ma i 300.000 Euro presi dalla formazione ce ne sono tanti, non ho il metro per sapere se sono sufficienti o non sufficiente, perché quando si è in rodaggio, ma togliere 300.000 Euro dagli assegni di cura mi sembra veramente grave, visto che erano solo 800.000 Euro, visto che erano solo 800 interventi, togliere 300.000 Euro da quel capitolo di bilancio, quest’anno significa dover ammettere che qui non c’è neanche più la cultura alla sanità e mi potrebbero rispondere che praticamente la legge approvata entrata in vigore non ha girato se a tre mesi dalla fine dell’anno ci sono 300.000 Euro che non sono stati distribuiti ad anziani e non autosufficienti con reddito basso che ne avevano fatto richiesta, e che quindi possono essere spesi per altro scopo. Questo vuol dire che la legge, indubbiamente, non ha funzionato, mi piacerebbe sapere dall’Assessore come mai sono rimaste queste risorse disponibili a contribuire all’assegno delle badanti invece che darlo direttamente alle famiglie che potevano con questo assegno praticamente scegliersi il modo di venire incontro all’anziano che si ha in famiglia, senza bisogno dell’intervento del pubblico e della Regione. Grazie.

ASSUME LA PRESIDENZA IL PRESIDENTE MAURO TIPPOLOTTI

PRESIDENTE. E’ stato presentato un emendamento all’ art. 7. Non ho altre richieste di intervento nella discussione generale. Sull’ordine dei lavori il Consigliere Rossi.

ROSSI. Proprio a proposito dell’emendamento vorremmo chiedere dieci minuti di sospensione per poter valutare l’emendamento presentato dai colleghi del Centrodestra.

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PRESIDENTE. C’è questa richiesta, non vedo cenni contrari, sospendiamo il Consiglio per dieci minuti.

La seduta è sospesa alle ore 12.11.

La seduta riprende alle ore 12.33.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Abbiamo concluso la discussione generale, passiamo all’esame dell’articolato. Consigliere Brega, prego.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 1.

PRESIDENTE. Art. 1, osservazioni? Non vi sono osservazioni, votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 2.

PRESIDENTE. Colleghi, votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 3.

PRESIDENTE. Votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 4.

PRESIDENTE. Sull’Art. 4 ha chiesto di intervenire il Consigliere Melasecche, prego.

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MELASECCHE GERMINI. È chiaro che data la situazione qui c’è necessità di arrivare alla conclusione, pur tuttavia qualche osservazione va fatta. In merito all’Art. 4 “Promozione dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro”, il grosso dubbio, e questa è la ragione della nostra astensione, è quello che aveva prima sottolineato la Consigliera Modena. Questa funzione delle Province e dei Comuni nell’organizzazione, nel gestire, nel promuovere l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, una sorta di borsa per le badanti, rischia in effetti di portare a burocratizzazione l’intero sistema con grossi rischi, sicuramente la strutturazione di meccanismi, di modulistica, per cui in effetti poi chi andrà ad operare saranno i soliti noti, questo è il problema, per cui abbiamo dubbi che la cosa funzioni ed è questa la ragione la quale ci asteniamo in quanto nel complesso l’esigenza c’è, ma non è questo il modo, l’abbiamo sottolineato per rispondere in maniera puntuale a questa esigenza. Grazie.

PRESIDENTE. Altri? Votiamo, colleghi.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 5.

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 6.

PRESIDENTE. Colleghi, votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

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Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 7.

PRESIDENTE. Art. 7, abbiamo due emendamenti, un emendamento sostitutivo ed un emendamento aggiuntivo. Il sostitutivo è al primo comma, e l’aggiuntivo al secondo.

Occorre votare prima l’emendamento sostitutivo. Prego, Consigliere Melasecche sugli emendamenti.

MELASECCHE GERMINI. Poiché esistono molte perplessità sulla possibilità che questa legge possa funzionare appieno, noi riteniamo che questa clausola valutativa che consente alla Giunta di riferire in Consiglio dopo due anni, in effetti fa scivolare la cosa a ben dopo l’attuale legislatura. Poiché riteniamo che i nostri dubbi siano concreti, che occorrerà rimettere mano a questa legge, riteniamo che la cadenza annuale sia fondamentale perché consentirà a tutti nel 2008 di ridiscutere di questo testo e quindi verificare se ha funzionato, se non ha funzionato, quanto è costato, quali risultati ha prodotto e quindi a tutti noi di tornare sull’argomento. Non solo, nello stesso spirito, il punto b), sempre dell’Art. 7, prevede la qualità percepita, quindi, della formazione erogata da parte di soggetti che hanno frequentato i corsi formativi e dei risultati ottenuti sul fronte della selezione dei soggetti formati. Perché tutti noi comprendiamo che fare corsi all’estero in una situazione, peraltro, nella quale oggi la Romania e la Bulgaria sono diventati paesi europei, quindi non so in quali nazioni si andranno a fare, forse in Ucraina, chi li farà, la selezione conseguente a questa formazione. Aggiungo: varranno i titoli conseguiti all’estero anche non solo quelli conseguiti dalla formazione prevista in questa legge. Devo dire che introduce una casistica estremamente complessa, positiva diciamo in qualche modo nelle sue finalità, ma estremamente complessa, difficilissima da gestire, dispendiosa. Secondo me è un salto al buio, quindi credo che sia corretto verificare al più presto dopo il primo anno di applicazione l’intera legge e quindi questa è la ragione per cui proponiamo questi due emendamenti.

PRESIDENTE. La parola al Consigliere Rossi.

ROSSI. Io intervengo per sottolineare al di là di come andrà l’iter di questa o altre leggi, che la questione annuale e biennale è stata oggetto di ampia ed approfondita discussione in Commissione. Convenimmo, tant’è che all’Art. 7 ci fu un voto pressoché unanime di

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introdurre la cadenza biennale perché alcuni elementi di complessità della legge stessa imponevano un periodo più lungo del riferimento annuale della legge stessa, e poi comunque, sempre per le stesse ragioni dell’annualità, era opportuno evitare che si trattasse di un’informativa parziale che la Giunta, oppure non rispettando i tempi, che la Giunta producesse al Consiglio stesso. Comunque, almeno da parte nostra, non c’è nessuna difficoltà ad accettare la modifica, perché, ripeto è stata oggetto di ampia ed approfondita discussione, la cadenza biennale fu individuata da tutti come più congrua, più opportuna, ma se una parte del Consiglio ritiene di modificarla non abbiamo nessun tipo di problema. Invece mi trovo d’accordo con la puntualizzazione riferita al comma 2, perché sarà interesse di tutti valutare i risultati ottenuti sul fronte della selezione dei soggetti formati, proprio perché questa rappresenta un elemento di complessità e rappresenta anche un elemento di novità, stante anche l’innovazione che la stessa legge produce.

D’altronde nel nostro Paese vi è una sola altra Regione che ha provato a dare una normativa legislativa in questa complessa materia, quindi per quanto riguarda il comma 2 esprimiamo convintamente un assenso all’emendamento aggiuntivo.

PRESIDENTE. Votiamo, colleghi, l’emendamento sostitutivo al comma 1.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Votiamo l’intero articolo, colleghi.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Votiamo l’emendamento aggiuntivo al secondo comma.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Così modificato l’Art. 7. Siamo all’Art. 8, prego.

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Il Consigliere Segretario Brega dà lettura dell’Art. 8.

PRESIDENTE. È l’ultimo articolo, colleghi, votiamo.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’intero provvedimento.

Il Consiglio vota.

Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo il secondo punto all’ordine del giorno che riguardava la composizione di una Commissione richiesta per esaminare le problematiche relative all’assenteismo della sanità. Il Consiglio è chiamato soltanto, nel rispetto alle sue prerogative a determinare la composizione della Commissione, la durata ed i quesiti relativi al contenuto dell’attività della Commissione, che già sono presenti nella richiesta della Commissione stessa. Si apre la discussione, a meno che non ci sia già una composizione. Abbiamo bisogno di cinque minuti? Va bene, cinque minuti di sospensione.

La seduta è sospesa alle ore 12.47.

La seduta riprende alle ore 13.08.

PRESIDENTE. Colleghi, prendiamo posto, grazie. Possiamo riprendere i lavori.

OGGETTO N. 4

RICHIESTA DI ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA SU:

ASSENTEISMO ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE SANITARIE DELLA REGIONE DELL’UMBRIA E ATTIVITÀ DI CONTROLLO POSTA IN ESSERE PER RIDURRE TALE FENOMENO – ART. 54 DELLO STATUTO REGIONALE E ARTT. 36 E 37 DEL R.I.

Tipo atto: Proposta di atto interno

Iniziativa: Consr. Laffranco, De Sio, Modena, Nevi, Sebastiani, Zaffini, Tracchegiani, Melasecche Germini, Mantovani e Lignani Marchesani.

Riferimenti

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