M.D. Medicinae Doctor - Anno XXII numero 5 - Giugno-Luglio 2015 n 23
A ggiornAmenti
L’
attenzione dei ricercatori verso i probiotici applicati ai disturbi intestinali è in con- tinua crescita.“Studi recenti - afferma il Professor Lorenzo Drago, Direttore Laborato- rio di Analisi Chimico-Cliniche e Mi- crobiologiche, IRCCS Galeazzi, Uni- versità di Milano - dimostrano come probiotici ben selezionati e studiati, tra cui alcuni specifici ceppi di Lacto- bacilli e Bifidobatteri, possano crea- re una risorsa ottimale per il ripristi- no dell’equilibrio intestinale. La co- munità scientifica si sta impegnando molto nel far chiarezza circa le carat- teristiche ottimali di alcuni di questi probiotici in termini di efficacia e di sicurezza d’uso. Purtroppo, molti dei prodotti probiotici posti oggi in com- mercio non mostrano di avere i re- quisiti per essere definiti tali”.
“Al contrario, molti altri studi hanno dimostrato che alcuni di questi pro- biotici oggi in commercio presenta- no una valenza scientifica molto rile- vante – continua Drago. Numerosi studi in vitro e in vivo hanno dimo- strato, ad esempio, gli effetti benefi- ci di due ceppi, i Bifidobacterium longum BB536 e Lactobacillus rhamnosus HN001, di sopravvivere alle avverse condizioni gastrointesti- nali, di aderire alla mucosa intestina-
le e di interagire con l’ambiente inte- stinale. Sull’attività sinergica dei due probiotici sono in corso degli studi, i cui risultati ancora preliminari lascia- no ben sperare per un effetto non antagonista tra loro. Ulteriori ricer- che avranno l’obiettivo di dimostra- re, inoltre, come l’assunzione rego- lare possa determinare una migliore efficacia e una maggior durata bene- fica degli effetti della associazione”.
Consigliare dunque prodotti probioti- ci senza appurarne le caratteristiche e senza valutare per quale necessità si siano evoluti non è molto opportu- no: più della quantità dei ceppi pro- biotici utilizzati gli studiosi si indirizza- no verso la qualità. Appare evidente che, per quanto concerne il tratta- mento probiotico, è opportuno valu- tare quale genere di ceppo assumere per via orale al fine di aiutare l’intesti- no a rigenerare la propria funzionalità, nei casi in cui il microbiota batterico non sia più in equilibrio, una situazio- ne sempre più frequente considerato il tipo di alimentazione ricca di junk food, di additivi e povera di fitonu- trienti, vitamine e micronutrienti.
IBS e disbiosi
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La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è il più comune disturbo funzio-
nale gastrointestinale associato a di- sbiosi intestinale. “Colpendo il 7-10%
della popolazione, rappresenta una delle entità cliniche più frequente- mente riscontrate in medicina genera- le, gastroenterologia e pediatria” chia- risce il Prof. Salvatore Cucchiara, Direttore dell’Unità di Gastroentero- logia e Epatologia Pediatrica dell’Uni- versità di Roma “La Sapienza”.
Com’è noto l’IBS comporta una sin- tomatologia importante, in assenza tuttavia di una patologia organica.
Accanto a fattori legati a stress, stile di vita e alimentazione, diverse evi- denze hanno suggerito come un ruolo importante in questo disturbo sia svolto dal microbiota intestinale, tanto che sono segnalate differenze significative tra il microbiota intesti- nale dei pazienti affetti da IBS rispet- to a quello dei soggetti sani”.
“Per questo, accanto a opportune modifiche comportamentali e diete- tiche, è possibile intervenire diretta- mente sulla correzione della disbiosi, ricorrendo a opportuni probiotici”, commenta Cucchiara. “La condizio- ne perché questo approccio sia uti- le, è che si ricorra a prodotti con una base scientifica certa, supportata da studi ad hoc. Dai dati disponibili, ap- pare razionale l’impiego di combina- zioni di ceppi, alcuni più attivi a livel- lo intestinale, altri del colon”.
Equilibrio intestinale favorito da specifici ceppi di probiotici
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Salvatore Cucchiara