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COMUNE DI SAN GIMIGNANO (SIENA) AVVIO DEL PROCEDIMENTO

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Academic year: 2022

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(1)

COMUNE DI SAN GIMIGNANO  (SIENA) 

             

AVVIO DEL PROCEDIMENTO 

Art.17 LR65/2014   

                           

                Maggio 2017 

   

(2)

Sindaco: Giacomo Bassi   

Assessore all’Urbanistica: Niccolò Guicciardini   

Responsabile Unico del Procedimento: Arch. Alberto Sardelli   

Garante dell'informazione e della partecipazione: Geom. Bettina Spinelli   

 

Pianificazione urbanistica: 

Arch. Mauro Ciampa ‐ Studio Architetti Associati M. Ciampa e P. Lazzeroni ‐ progettazione e coordinamento   Arch. Chiara Ciampa 

Arch. Giovanni Giusti   

Valutazione Ambientale Strategica: Dott.Geol. Francesco Paolo Nicoletti   

Studi geologici sismici: Dott. Geol. Emilio Pistilli‐Geoprogetti   

Studi idraulici: Dott. Ing. Nicola Croce   

 

 

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Indice generale   

 

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI ... 3 

1.A OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE e DEL NUOVO PIANO OPERATIVO ... 3 

1.B  IPOTESI DI TRASFORMAZIONI AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO ... 7 

1.C  PREVISIONE DEGLI EFFETTI TERRITORIALI ATTESI ... 9 

  QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO ... 14 

2.A QUADRO CONOSCITIVO ESISTENTE ... 14 

2.B RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO TERRITORIALE ... 16 

2.C STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE ... 18 

2.D INTEGRAZIONI DA SVOLGERE ... 19 

  3. ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI AI QUALI SI RICHIEDE UN CONTRIBUTO TECNICO SPECIFICANDONE LA  NATURA E L’INDICAZIONE DEL TERMINE ENTRO IL QUALE IL CONTRIBUTO DEVE PERVENIRE ... 22 

  4. ENTI ED ORGANI PUBBLICI COMPETENTI ALL’EMANAZIONE DI PARERI, NULLA OSTA O ASSENSI  COMUNQUE DENOMINATI ... 24 

  5. PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA ALLA  FORMAZIONE DELL’ATTO DI GOVERNO DEL TERRITORIO ... 25 

  6. GARANTE DELL’INFORMAZIONE E DELLA PARTECIPAZIONE, PER LE FINALITÀ DI CUI ALL’ARTICOLO 36,  RESPONSABILE DELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI CUI ALLA LETTERA E)………..25

   

 

   

(4)

DOCUMENTO DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO AI SENSI ART. 17 L.R. 65/14   

       

1.

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI

 

1.A  OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE E DEL PIANO OPERATIVO    

 Adeguamento alla LR 65/14  e al PIT con valenza di Piano Paesaggistico 

Il Piano Strutturale redatto nel 2005 dal Prof. Di Pietro ha posto il tema del paesaggio, della sua conservazione, riconoscibilità e fruibilità, a fondamento e principio ordinatore delle scelte di Piano, anticipando in modo consapevole e lungimirante riflessioni poi fatte proprie dalla legislazione regionale.

L’esteso e articolato quadro conoscitivo che ne costituisce il presupposto culturale e scientifico delinea ancora oggi in modo efficace i caratteri strutturali del territorio dal punto di vista storico, ambientale, naturalistico, paesaggistico, insediativo.

La revisione del Piano Strutturale e la formazione del nuovo Piano Operativo dovranno essere impostati in continuità con l’impostazione culturale dell’attuale strumento di pianificazione. L’adeguamento della strumentazione urbanistica verrà quindi affrontata rispetto al mutato contesto normativo di riferimento, svolgendo le opportune riflessioni critiche sulle sue modalità di attuazione/gestione in questo primo decennio, ed aggiornando il quadro strategico rispetto ad una realtà socioeconomica profondamente mutata sia a scala locale, che globale. In tal senso la rivisitazione del Piano comunale può rappresentare un’occasione fondamentale per consolidare e rafforzare l’impostazione culturale del piano urbanistico in vigore, ma al tempo stesso per leggere alla “luce dell’oggi” le esigenze e le dinamiche evolutive del territorio; in questi termini sarà possibile rivedere e aggiornare metodi, strumenti e strategie da tradurre in politiche di governo del territorio.

Con l’adeguamento del Piano Strutturale alla LR 65/14 e al PIT‐PPR e la formazione del Piano Operativo, attraverso le specifiche azioni normative e di indirizzo per la pianificazione, si dovranno orientare ed armonizzare le scelte connesse ai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali all’interno di una prospettiva rivolta alla sostenibilità ed alla valorizzazione delle risorse (naturali, culturali, sociali), in una logica di approccio sistemico al paesaggio come risorsa.

Obiettivi specifici:

Adeguamento della disciplina di P.S. alla L.R. 65/14

Conformazione del P.S. e del P.O. alla disciplina paesaggistica del PIT‐PPR

Adeguamento della disciplina di P.S. al PTCP di Siena

Sistema insediativo

Obiettivo prioritario dell’Amministrazione, in continuità con lo strumento di pianificazione vigente, è il recupero del patrimonio edilizio esistente, limitando il consumo di suolo. La riqualificazione insediativa sarà prioritaria, individuando regole e indirizzi rispetto alla tipologia, ai valori storici ed architettonici, alle funzioni, alla sostenibilità ambientale, energetica e strutturale.

Il Piano dovrà inevitabilmente affrontare la questione della permanenza dei caratteri distintivi della città e  del  territorio, in alcuni casi messi a rischio della pressione turistica. Questo tema sarà approfondito criticamente con le metodologie proprie dei piani di gestione, verificando puntualmente le compatibilità delle funzioni e le loro interazioni rispetto ad un processo di riqualificazione sociale e culturale. Una delle più importanti e significative azioni, da intendersi anche quale obiettivo prestazionale, è individuare strategie ed azioni per favorire il ritorno della residenza e delle attività ad essa connesse sia nel centro storico, che nella buffer zone che identifica le aree integrative alla città murata.

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Al tempo stesso dovrà essere perseguita la riqualificazione degli insediamenti recenti, non solo al fine di garantirne un corretto e coerente inserimento nel contesto insediativo e paesaggistico, ma anche, e soprattutto, per affrontarne le criticità ed i bisogni in termini di dotazione di servizi e spazi collettivi, qualità urbana, mobilità. Le problematiche della riqualificazione comportano la necessità di misurarsi con la tematica della forma urbana, della mobilità, dei servizi, del riuso e trovare le risposte opportune. In particolare, per molte parti del territorio si dovrà promuovere la riqualificazione e il rinnovo dello spazio pubblico, favorendo la formazione e/o la riqualificazione di centralità attraverso la ricerca di soluzioni urbanistiche e architettoniche che stabiliscano coerenza tra le permanenze storiche, quale continuità con la cultura tradizionale, ed i nuovi modelli di organizzazione dello spazio costruito all’interno di una prospettiva di sviluppo sostenibile. Qualora necessario, si dovrà intervenire ampliando il livello degli standard (servizi, verde, parcheggi) e riqualificando le infrastrutture di mobilità, attraverso soluzioni che alleggeriscano gli attuali carichi di attraversamento e favoriscano forme di mobilità dolce in ambito urbano ed extraurbano.

Il processo di riqualificazione degli insediamenti dovrà necessariamente affrontare il tema abitativo, anche attraverso la programmazione di aggiornate politiche di social housing come strumento privilegiato rivolto prevalentemente alle fasce giovani della popolazione.

Obiettivi specifici:

Individuazione di strategie e azioni per favorire il ritorno della residenza e delle attività ad essa connesse sia nel centro storico che nella buffer zone che identifica le aree integrative alla città murata.

Individuazione di criteri e indirizzi per la formazione di un Piano delle Funzioni che delinei i criteri per la qualificazione e la rivitalizzazione della struttura urbana nel rispetto del suo ruolo identitario e di socialità collettiva, anche attraverso la possibilità di revisione e aggiornamento del Piano Quaroni per il centro storico.

Qualificazione dell’ambito esterno alle mura di San Gimignano in quanto rappresenta un’area di margine urbano di notevoli potenzialità percettive, funzionali, relazionali, nonché di carattere ecologico‐ambientale.

Per i nuclei di Pancole, Santa Lucia e Castel San Gimignano, oltre a promuovere azioni di recupero degli insediamenti di valore storico‐architettonico, si dovranno prevedere azioni di riqualificazione e valorizzazione degli ambiti di recente formazione attraverso l’individuazione ed il potenziamento di centralità urbane.

Riqualificazione del tessuto insediativo di Ulignano attraverso interventi d’implementazione quantitativa e qualitativa degli standard, in particolare attraverso l’introduzione di spazi pubblici di relazione (centralità di vicinato) e verde.

Riordino delle aree sottoutilizzate e/o degradate, anche attraverso interventi di recupero/rigenerazione urbana, nonché di qualificazione delle aree di margine urbano mediante specifiche azioni volte a rafforzarne il valore paesaggistico, sociale e di relazione tra il sistema insediativo ed il territorio rurale circostante. Una particolare importanza è costituita dal tema del recupero/rigenerazione delle strutture dismesse e degradate ubicate sia in ambito urbano, che rurale, la cui auspicata riqualificazione deve costituire l’occasione per disegnare nuove “parti” di paesaggio improntate al dialogo tra natura, storia e contemporaneità.

Favorire la sperimentazione di nuovi modelli residenziali attraverso i quali rispondere alla necessità abitative della popolazione residente ed innescare un generale processo di riqualificazione urbana ed insediativa nel rispetto dei principi di sostenibilità e di contenimento del consumo di suolo, quali social housing, cohousing, ecc.

I nuovi interventi dovranno favorire la dotazione di standard e garantire adeguati requisiti di carattere ambientale ed energetico (ad esempio: depurazione, rifiuti, riciclo, recupero acqua piovana, uso dei materiali, permeabilità dei suoli, impiantistica che limiti i consumi, corretto orientamento, isolamenti, etc).

Rilettura e revisione delle previsioni relative alle aree di trasformazione previste dal RU vigente, con particolare riferimento alle ATD ed al loro dimensionamento, al fine di predisporre il quadro strategico quinquennale del PO.

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 Qualità dello spazio pubblico

Riqualificazione urbanistica e funzionale del tessuto urbano esistente, attraverso interventi che incrementino le relazioni, la qualità e l’efficienza degli spazi pubblici e di uso pubblico.

Obiettivi specifici:

Potenziamento degli spazi civici e delle strutture d’interesse collettivo con particolare riferimento agli spazi associativi, sportivi, culturali, ecc.

Valorizzazione del sistema delle centralità urbane quali luogo di aggregazione sociale ed organizzazione dei servizi di interesse collettivo.

 Mobilità e viabilità

Qualificazione e adeguamento del sistema della mobilità urbana e territoriale, con particolare attenzione alla promozione ed allo sviluppo di modalità sostenibili di accesso e di fruizione dei centri urbani e del territorio.

Obiettivi specifici:

Completamento del sistema della viabilità e dei parcheggi pubblici in coerenza con gli atti di programmazione vigenti.

Potenziamento della rete di mobilità dolce ciclopedonale per implementare le relazioni funzionali ai centri urbani e ai servizi, nonchè per la valorizzazione della fruizione lenta del territorio.

Promozione e qualificazione della rete dei percorsi storici e di valenza paesaggistica, con particolare attenzione al tracciato della via Francigena, anche nell’ottica dello sviluppo di un turismo naturalistico e culturale di qualità.

 Territorio rurale

Il tema del territorio rurale e del paesaggio agrario sono fondamentali per la tutela, la valorizzazione e la promozione economica del territorio di San Gimignano, caratterizzato da un brand territoriale improntato all’ancor viva permanenza nell’immagine collettiva del paesaggio tipico della tradizione, ed al tempo stesso da processi di trasformazione produttiva che nel tempo ne hanno modificato la struttura.

Obiettivo dell’Amministrazione è da una parte confermare gli indirizzi culturali e operativi già tracciati dai precedenti strumenti urbanistici, dall’altra guidare le operazioni di recupero delle parti degradate.

In tal senso sarà promosso il recupero dei contenitori non utilizzati e/o incongrui in territorio rurale, anche attraverso operazioni di rifunzionalizzazione in loco, in particolare se di valore architettonico testimoniale, oppure mediante interventi di rigenerazione perequativa.

Il Piano, in coerenza con gli indirizzi e gli orientamenti del Piano Paesaggistico Regionale con valenza di Piano Paesaggistico, dovrà individuare un vero e proprio tessuto connettivo in grado di costituire relazioni fra le componenti insediative ed ambientali‐ecologiche del territorio, con particolare attenzione alle relazioni tra la città murata ed il suo territorio, rilanciando, anche attraverso una processo partecipato, il tema del parco agrario.

Inoltre dovranno essere ricondotti a sistema gli aspetti ecologici, paesaggistici (naturali e antropici), del sistema delle acque e del suolo, ed agronomici.

Obiettivi specifici:

Aggiornamento della disciplina generale del territorio rurale, anche in riferimento alle specifiche esigenze aziendali emerse nelle fasi conoscitive, nel rispetto degli indirizzi ed delle disposizioni del Piano Strutturale, del Piano Paesaggistico regionale, della L.R. 65/14 e del relativo Regolamento di Attuazione.

Ricognizione della disciplina del patrimonio edilizio rurale, con particolare attenzione alla permanenza dei valori storico tipologici e paesaggistici, predisponendo eventuali aggiornamenti e/o adeguamenti dell’apparato normativo vigente nel rispetto dei criteri di tutela e valorizzazione tracciati dal Piano Strutturale.

Individuazione e disciplina degli interventi di recupero/riqualificazione urbanistica e paesaggistica delle aree dismesse e degradate, con particolare riferimento a quelle interessate da strutture e

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contenitori produttivi dismessi, in coerenza con gli obiettivi di valorizzazione del territorio comunale e nel rispetto delle disposizioni della L.R. 65/14 e del PIT‐PPR.

Tutela e valorizzazione, anche attraverso la predisposizione di progetti di paesaggio, degli ambiti di relazione fra le componenti insediative ed ambientali‐ecologiche del territorio, con particolare attenzione alle zona di salvaguardia e connessione tra la città murata ed il territorio (Zona H Art.

115 del vigente P.S) .  

 Attività turistiche ricettive 

Il tema della valorizzazione turistica, di importanza fondamentale per l’economia del territorio, dovrà essere affrontato nella sua dinamica evolutiva che comporta una riflessione sui processi e le modalità di riqualificazione qualitativa delle strutture e dei servizi esistenti ed una valutazione dei possibili nuovi scenari. La promozione e il progressivo sviluppo di un turismo naturalistico e culturale di qualità costituisce già oggi un elemento strategico in grado di coniugare in modo coerente lo sviluppo dell’economia locale con gli obiettivi di conservazione dell’identità del luogo e della ricchezza ambientale e paesaggistica del territorio.

Obiettivo del Piano è quello di promuovere la qualificazione e la valorizzazione della rete ricettiva esistente nel territorio comunale, favorendone l’innalzamento ed il potenziamento dei servizi offerti nel rispetto della capacità e del dimensionamento complessivamente individuati dal vigente P.S. e commisurati agli obiettivi di valorizzazione turistica ed in coerenza con i valori paesaggistici del territorio.

Eventuali previsioni di trasformazione, connesse all’ampliamento di strutture esistenti, che comportino impegno di suolo all’esterno del territorio urbanizzato dovranno essere valutate nell’ambito della conferenza di copianificazione ai sensi dell’art. 25 della L.R. 65/14.

Obiettivi specifici:

Promozione e consolidamento di un turismo naturalistico e culturale di qualità attraverso la realizzazione di una rete articolata e differenziata di offerte e servizi di carattere culturale, ambientale e paesaggistico (percorsi, itinerari tematici, promozione di attività e servizi innovativi capaci di aprire la città ed il territorio a sistemi e flussi di relazioni culturali, sociali ed economici ampi e diversificati).

Favorire la qualificazione dell’offerta ricettiva nel territorio comunale attraverso la valorizzazione, l’adeguamento ed il potenziamento delle strutture alberghiere esistenti in termini di tipologia e livello dei servizi offerti, valutando anche la compatibilità rispetto ad eventuali interventi di ampliamento ed adeguamento funzionale.

 Tessuto produttivo 

Obiettivo dell’Amministrazione Comunale è la valorizzazione ed il potenziamento degli insediamenti produttivi esistenti, nel rispetto delle potenzialità individuate dal vigente Piano Strutturale, in una prospettiva di sviluppo socio‐economica che si inquadri nel contesto territoriale d’area, anche attraverso la promozione di forme di coordinamento con i comuni limitrofi della Val d’Elsa.

Gli interventi dovranno essere valutati rispetto alle condizioni alla trasformazione dettate dal contesto paesaggistico, ambientale, insediativo e infrastrutturale, con particolare riferimento alle fragilità di carattere idraulico che caratterizzano le aree di fondovalle. Saranno favorite anche funzioni collegate alle attività agricole di trasformazione zootecnica e agroalimentare.

Potranno essere promossi interventi di sviluppo ambientale, culturale e tecnologico delle aree produttive esistenti, con particolare riferimento ai settori dell’innovazione e della ricerca (p.es. economia della conoscenza, Polo tecnologico, ecc.).

Considerato il particolare momento socio‐economico, l’Amministrazione comunale potrà attivare varianti  anticipatrici collegate a oggettive ed urgenti esigenze di insediamento e/o ampliamento di realtà produttive esistenti, fermo restando il dimensionamento del vigente Piano Strutturale e nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 25 della L.R. 65/14.

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Obiettivi specifici:

Consolidamento, qualificazione e sviluppo dell’area produttiva di Cusona, secondo modalità coerenti e compatibili con il contesto ambientale e paesaggistico, nonché le fragilità di carattere idraulico che caratterizzano le aree di fondovalle.

Riqualificazione delle aree produttive ed artigianali di Badia ad Elmi e Fugnano, implementando le relazioni funzionali con il tessuto insediativo contermine, anche valutando la possibilità di riconversione funzionale con destinazioni di servizio, direzionali e commerciale di vicinato.

 Semplificazione delle norme e delle procedure

In generale, gli apparati normativi di PS e PO dovranno essere strutturati modo semplice e con regole certe, nel senso di efficaci, chiare, snelle e semplici da applicare. In tal senso potrà essere effettuata una riorganizzazione formale della disciplina di P.S. nel rispetto dell’impostazione culturale e dei relativi contenuti.

Per quanto riguarda la gestione degli interventi subordinati a Piani Attuativi o ad altri interventi convenzionati, potranno essere individuate modalità di attuazione per lotti funzionali e/o sub comparti, in modo da semplificarne la realizzazione.

 Partecipazione al Piano: San Gimignano partecipa

La formazione del Piano rappresenta un’importante occasione per riaggregare una comunità attorno al suo territorio, attraverso un processo partecipato che potrà consentire in primo luogo l’ascolto delle problematiche, delle esigenze e delle aspirazioni della comunità, e successivamente l’elaborazione di strategie condivise di sviluppo e valorizzazione territoriale e socio‐economica.

Il processo di partecipazione è fondamentale in quanto può contribuire alla formazione di un Piano il più possibile condiviso nei contenuti, chiaro e trasparente rispetto ai criteri, ai presupposti e alle scelte di governo del territorio.

1.B   IPOTESI DI TRASFORMAZIONI AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO   

Nel caso del PO di San Gimignano il perimetro del territorio urbanizzato è individuato ai sensi degli artt. 224  e 232 della LR65/14 e corrisponde “alle parti non individuate come aree a prevalente o esclusiva funzione  agricola nei piani strutturali vigenti al momento dell’entrata in vigore della Legge”. 

 

Nel Piano Strutturale di San Gimignano, la “Carta di Piano P04a/4b” individua le aree ricadenti nel “Sistema  degli  insediamenti,  ambiti  di  trasformazione”    quali  ambiti  distinti  dalle  “Aree  produttive  agricole”.    In  particolare,  vengono  individuati  gli  Ambiti di trasformazione,  disciplinati  all’art.18  delle  Norme  di  PS  e  di  seguito elencati: 

‐ Ambito 1 Badia a Elmi (UP20) 

‐ Ambito 2 Badia a Elmi (area produttiva) (UP20) 

‐ Ambito 3 Ex cartiera di San Galgano (UP21) 

‐ Ambito 4 Pancole (UP14) 

‐ Ambito 5 Ulignano (UP15) 

‐ Ambito 6 Cusona (UP21) 

‐ Ambito 7 Fattoria di Larniano (UP6) 

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‐ Ambito 8 Area ex Niccolai in loc.Settefonti/Settefontino (UP13) 

‐ Ambito 9 Ex azienda agricola Buonriposo (UP13) 

‐ Ambito 10 Ex cementificio di Cellole in loc. Sferracavalli (UP13) 

‐ Ambito 11 Area CMM in loc. Strada (UP10) 

‐ Ambito 12 Centro storico di San Gimignano (UP10) 

‐ Ambito 13 Attrezzature e verde urbano di riqualificazione della fascia lungo le mura e localizzazione degli  approdi (UP10) 

‐ Ambito 14 Fugnano ‐ Belvedere ‐ Le mosse (UP10) 

‐ Ambito 15 Fugnano (area produttiva) (UP10) 

‐ Ambito 16 S.Chiara (UP10) 

‐ Ambito 17 S.Lucia (UP10) 

‐ Ambito 18 Attrezzature sportive, ricettive e ricreazionali (Parco di S.Lucia) (UP10) 

‐ Ambito 19 Ex tabaccaia in loc. Casa alla terra (UP11) 

‐ Ambito 20 Castel San Gimignano (UP4)   

Gli ambiti di trasformazione sono distinti in quattro macrogruppi: 

a. centro storico di San Gimignano (Ambito 12); 

b. centri del sistema urbano provinciale e la frazione di Pancole (inserita nell’elenco degli aggregati di  cui all’art. L8 c.5 del PTC) a prevalente funzione residenziale con evidenziazione dei tessuti storici e  delle  emergenze  architettoniche  puntuali  ed  eventuale  individuazione  del  verde  pubblico,  degli  impianti  di  interesse  collettivo  e  delle  aree  di  riqualificazione,  delle  indicazioni  di  verde  urbano  (Ambiti 1, 4, 5, 14, 16, 17, 20); 

c. aree esistenti e in formazione a prevalente funzione produttiva (Ambiti 2, 6, 15); 

d. zone di riqualificazione urbanistica e paesaggistica di aree degradate (Ambiti 3, 7, 8, 9, 10, 11, 19). 

 

Il territorio rurale nel PS di San Gimignano è rappresentato dall’intero territorio comunale escluse le parti  individuate come ambiti di trasformazione. 

Per  le  loro  specifiche  caratteristiche,  le  “zone  di  riqualificazione  urbanistica  e  paesaggistica  di  aree  degradate”, pur ricadendo all’interno degli ambiti di trasformazione (Ambiti 3, 7, 8, 9, 10, 11, 19 di cui al  punto  “d”  dell’elenco  sopra  richiamato),  sono  tuttavia  riconosciute  come  zone  di  recupero  e  riqualificazione  ubicate  in  territorio  rurale  e  pertanto,  ai  sensi  degli  artt.  17  e  25  della  L.R.  65/14,  costituiscono potenziali ipotesi di trasformazioni al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato, per le  quali sarà eventualmente necessario attivare la relativa conferenza di copianificazione prevista dalla legge  regionale. 

E’ opportuno precisare che la conferenza di copianificazione di cui all’art. 25 della L.R. 65/14 è necessaria   esclusivamente  nei  casi  di  previsioni  suscettibili  di  determinare  impegno  di  suolo  non  edificato,  ferme  restando, nell’ambito della disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, le possibilità di recupero,  riqualificazione e trasformazione del patrimonio edilizio esistente nel rispetto delle categorie di intervento  e delle funzioni ammesse dallo strumento urbanistico comunale. 

 

Sulla  base  di  quanto  sopra  esposto,  il  Piano  Operativo  individua  in  fase  di  Avvio  le  seguenti  ipotesi  di  trasformazione al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato: 

‐ Ambito 3 ‐ Ex cartiera di San Galgano (UP21)

‐ Ambito 7 ‐ Fattoria di Larniano (UP6)

‐ Ambito 8 ‐ Area ex Niccolai in loc.Settefonti/Settefontino (UP13)

‐ Ambito 9 ‐ Ex azienda agricola Buonriposo (UP13)

(10)

‐ Ambito 10 ‐ Ex cementificio di Cellole in loc. Sferracavalli (UP13)

‐ Ambito 11 ‐ Area CMM in loc. Strada (UP10)

‐ Ambito 19 ‐ Ex tabaccaia in loc. Casa alla terra (UP11)  

Le  ipotesi  sopra  descritte  dovranno  essere  puntualmente  ed  approfonditamente  verificate  in  fase  di  redazione  del  PO,  individuano  e  disciplinando  gli  eventuali  interventi  che  comportino  impegni  di  suolo  agricolo e per i quali dovrà essere pertanto svolta la procedura di cui all’art. 25 della L.R. 65/14. 

In tal senso, le previsioni di RU relative ai singoli ambiti, attualmente decadute, dovranno essere rivalutate  criticamente in relazione al nuovo quadro normativo di riferimento ed agli obiettivi di governo del territorio  individuati dall’Amministrazione comunale. 

 

Al presente documento è allegata la cartografia di individuazione del perimetro del territorio urbanizzato ai  sensi dell’art. 224 e delle ipotesi di trasformazione esterne a detto perimetro (polarità). 

     

1.C   PREVISIONE DEGLI EFFETTI TERRITORIALI ATTESI   

 

Contestualmente alla redazione del presente Documento è predisposto il Documento Preliminare di VAS al  quale si rinvia per una prima ricognizione dello stato delle risorse, degli effetti territoriali e ambientali attesi  rispetto agli obiettivi individuati dall’AC e in relazione al quadro normativo e programmatorio vigente. 

 

Rinviando alla lettura del Documento citato, riportiamo di seguito, uno stralcio relativo al cap.6 ‐  POSSIBILI  EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE: 

 

La  valutazione  dei  possibili  effetti  significativi  sull’ambiente  sarà  sviluppata  attraverso  2  diversi  livelli  di  analisi: 

 valutazione  qualitativa  degli  effetti  ambientali:  in  questa  prima  fase,  utilizzando  lo  strumento  dell’analisi  matriciale,  saranno  individuate  le  relazioni  causa‐effetto  delle  previsioni  con  gli  obiettivi  specifici  assunti  come  parametri  di  valutazione,  esprimendo  anche  un  giudizio  qualitativo  sulle  caratteristiche  dell’effetto  atteso  (effetto  potenzialmente  negativo,  effetto  potenzialmente  positivo,  effetto incerto), formulato attraverso il giudizio di esperti; 

 valutazione  quantitativa  degli  effetti  ambientali  rilevanti:  per  gli  effetti  ambientali  più  significativi  individuati  nella  prima  fase,  laddove  possibile  sarà  approfondito  il  livello  di  analisi  con  l’obiettivo  di  arrivare a fornire una stima quantitativa dell’effetto atteso. 

La valutazione qualitativa degli effetti 

La  valutazione  avrà  inizio  partendo  dagli  obiettivi  generali  e  specifici  e  dalle  previsioni  del  Piano  individuando  gli  effetti  ambientali  significativi,  ovvero  gli  effetti  da  valutare,  in  relazione  agli  obiettivi  di  protezione  ambientale  assunti  e  ai  relativi  indicatori,.  In  generale,  gli  effetti  significativi  dovranno  essere  valutati  su  una  scala  territoriale  adeguata  e  confrontati  con  opportune  soglie  basate  su  standard  di 

(11)

10  tolleranza dei sistemi ambientali (capacità di carico, impatti sulla qualità dell’aria) o standard di capacità dei  servizi (in termini di disponibilità idriche, capacità di smaltimento dei rifiuti, ecc). Il processo di valutazione  si tradurrà poi in “indicazioni di compatibilità o compensazione ambientale”. 

E’  evidente  come,  nella  fase  di  definizione  e  valutazione  degli  effetti  ambientali,  per  alcuni  aspetti  prevale  una  certa  discrezionalità:  talvolta  può  risultare  complessa  e  certamente  non  esaustiva  l’individuazione degli effetti ambientali perlopiù indiretti legati ad un determinato intervento, per altri sono  ormai disponibili riferimenti metodologici abbastanza condivisi e consolidati. 

Un altro aspetto utile ai fini della valutazione è la definizione di standard di riferimento1 in rapporto ai  quali verificare l’efficacia delle scelte ipotizzate. A tal proposito è però importante segnalare la difficoltà nel  definire in modo univoco soglie di riferimento generali per ogni effetto ritenuto significativo. Infatti, poiché  in  taluni  casi  gli  standard  non  presentano  il  carattere  di  efficacia  richiesto,  è  opportuno  mantenere  una  certa elasticità nella loro determinazione. 

Nella    

      

1 Gli standard di riferimento possono essere definiti a livello sia qualitativo che  quantitativo, oppure possono risultare  dalla composizione di un insieme di criteri, mediante i quali determinare la rilevanza di un dato effetto ambientale 

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tabella 1.1 sono comunque riportati alcuni riferimenti utili per la definizione degli standard in rapporto  alle risorse e alla situazione territoriale. Tali riferimenti riguardano sia lo stato delle risorse sia le pressioni  che si esercitano su di esse sia il livello di servizio che viene assicurato. 

   

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12  Tabella 1.1 ‐ Possibili riferimenti utili per la definizione degli standard ambientali per la valutazione 

Obiettivi settoriali 

Aria: 

riduzione dei gas che contribuiscono all’effetto serra; 

riduzione delle emissioni  Acqua: 

riduzione  del  livello  di  pressione  delle  sostanze  inquinanti  sulle  risorse  idriche; 

riduzione del livello di prelievo delle acque per i diversi usi  Natura e biodiversità: 

tutela  delle attività di conservazione della natura, del paesaggio  e dei valori  identitari del territorio 

Suolo: 

contenimento del consumo di suolo  bonifica dei siti inquinati 

Difesa del suolo: 

prevenzione rischio idraulico ed idrogeologico; 

diminuzione esposizione al rischio  Energia: 

contenimento dei consumi energetici. 

Rumore 

riduzione del livello di pressione sonora  Rifiuti: 

diminuzione della produzione dei rifiuti   aumento della raccolta differenziata 

aumento della quantità dei rifiuti recuperati  Capacità  di  carico  dei 

sistemi  ambientali  con  particolare  riferimento  alle Zone vulnerabili, Zone  sensibili  e  Zone  di  criticità  ambientale 

Verifica  della  capacità  di  carico  esaminando,  dove  pertinente,  i  seguenti  fattori di crisi: zone di rischio idraulico e dissesto, zone di sovrasfruttamento  delle  falde,  zone  di  inquinamento  delle  falde,  zone  di  inquinamento  acque  superficiali zone di inquinamento atmosferico, zone che non gestiscono bene  i rifiuti. 

Standard  di  capacità  dei  servizi 

Aria:  garantire  la  coerenza  con  le  misure  di  riduzione  dell’inquinamento  atmosferico definite in particolare con il piano regionale di rilevamento della  qualità dell’aria. 

Acqua:  elevare  il  grado  di  riutilizzo  delle  acque  reflue  e  il  conseguente  risparmio di nuova risorsa 

Suolo:  garantire  che  il  consumo  di  nuovo  suolo  sia  subordinato  alla  dimostrazione dell’impossibilità di utilizzare metodi di coltivazione differenti  Difesa  del  suolo:  garantire  il  rispetto  delle  esigenze  di  difesa  del  suolo  espresse in particolare nella pianificazione di bacino 

Energia:  incentivare  l’uso  di  sistemi,  impianti  macchinari  a  minor  impatto 

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energetico 

Rumore: incentivare l’uso di impianti e macchinari a minor emissione acustica Rifiuti: attuare azioni per il corretto recupero/smaltimento 

   

L’individuazione  degli  effetti  ambientali  significativi  verrà  effettuata  attraverso  l’analisi  matriciale,  uno  strumento  operativo  rivolto  a  fornire  una  rappresentazione  sintetica  dei  risultati  e  dei  processi  di  analisi. 

Nella prima colonna della matrice verranno riportate le azioni previste dal piano; nella prima riga saranno  invece  richiamati  gli  effetti  attesi  legati  ai  temi  prioritari  per  la  valutazione  ambientale  (obiettivi  di  protezione ambientale). Gli indicatori, selezionati fra quelli appartenenti ad un set più ampio che risultano  più appropriati in relazione al tipo e all'intensità dell'interazione delle previsioni, sono riportati nella. 

Nella  matrice  saranno  evidenziati  gli  effetti  attesi  significativi  adottando  i  seguenti  livelli  di  valutazione: 

Nella matrice saranno evidenziati gli effetti attesi significativi adottando i seguenti livelli di valutazione: 

1) effetto  atteso  potenzialmente  positivo  e  comunque  compatibile  con  il  contesto  ambientale  di  riferimento: 

 rilevante (▲▲) colore verde smeraldo; 

 significativo (▲) colore verde pisello; 

2) effetto atteso potenzialmente negativo, per cui si rendono necessarie opportune misure di mitigazione: 

 rilevante (▼▼) colore rosso; 

 significativo (▼) colore arancione; 

3) effetto ambientale atteso incerto; l’azione può avere effetti positivi o negativi a seconda delle modalità  con cui viene realizzata ( colore giallo); 

4) non  è  individuabile  un  effetto  atteso  significativo  con  ripercussioni  dirette  sull’aspetto  ambientale  considerato (casella bianca). 

Tabella 1.2 - Esempio di matrice di valutazione degli effetti ambientali del Piano

AZIONE

OBIETTIVI SPECIFICI / EFFETTI ATTESI

Lotta ai processi di cambiamento climatico

Salvaguardia della natura e delle biodiversità

Tutela dell'ambiente e della salute

Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti

Riduzione emissioni di CO2 Razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici Mantenimento e recupero dell’equilibrio idrogeologico Tutela delle aree naturali di pregio Riduzione della popolazione esposta ad inquinamento atmosferico e acustica Riduzione della produzione di rifiuti, e diminuzione quantitativi conferiti in discarica Contenimento del consumo di suolo Tutela qualità delle acque ed uso sostenibile della risorsa idrica

Azione 1

Azione 2  

Effetto con esito incerto  Effetto rilevante potenzialmente positivo   Effetto significativo potenzialmente negativo   Effetto nullo  Effetto significativo potenzialmente positivo   Effetto rilevante potenzialmente negativo  

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14  La valutazione quantitativa degli effetti rilevanti 

Per  quanto  riguarda  alcuni  aspetti,  cioè  quelli  per  i  quali  sarà  possibile  una  quantificazione  (presumibilmente rappresentati dalla risorsa idrica, dal consumo di suolo e dalla produzione di rifiuti), verrà  effettuata una stima dei fabbisogni in modo che questa possa essere confrontata con le reali disponibilità  per apprezzarne gli effetti. 

Problemi  specifici  rispetto  alle  aree  di  particolare  rilevanza  ambientale  potenzialmente  interessate  dal  Piano 

Saranno  costruite  specifiche  elaborazioni  che  permetteranno  di  verificare  eventuali  situazioni  di  interferenza  tra  le  criticità  individuate  al  capitolo  e  gli  ambiti  territoriali  che  potenzialmente  potrebbero  essere interessati. 

   

(16)

2.

QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO

 

2.A  QUADRO CONOSCITIVO ESISTENTE   

Il quadro conoscitivo attualmente a disposizione dell’Amministrazione Comunale è il seguente: 

 

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, PIANI E STUDI DI SETTORE 

‐  Piano  Strutturale  approvato  dal  Consiglio  Comunale  con  deliberazione  n.40  del  06  giugno  2007  e  successiva deliberazione n.78 del 30 novembre 2007; 

‐ Piano Territoriale della Provincia di Siena approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 124 del  14 dicembre 2011; 

‐  Piano  di  Indirizzo  Territoriale  della  Regione  Toscana  con  valore  di  Piano  Paesaggistico  approvato  con  deliberazione del Consiglio Regionale n.37 del 27 febbraio 2015; 

‐ Banche dati dei Sistemi Informativi Territoriali (SIT) regionali, provinciali e comunali; 

‐  Piano  di  Bacino  del  fiume  Arno  (P.A.I.),  Stralcio  relativo  alla  riduzione  del  “Rischio  idraulico”  e  “Stralcio  Assetto Idrogeologico” (2004); 

‐ Piano provinciale di bonifica delle aree inquinate (2006); 

‐ Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati (2001); 

‐ Piano energetico provinciale (2003); 

‐ Piano Comunale di Classificazione Acustica (Del.C.C. n.79 del 26.11.2004); 

‐  Piano  di  Rete  per  Telefonia  Mobile  contenente  la  disciplina  per  l’installazione  degli  impianti  di  radiocomunicazione (Del.C.C. n.78 del 21.11.2003) 

‐  Piano  Quaroni:  piano  particolareggiato  per  il  centro  storico  di  San  Gimignano  del  Prof.  Arch.  Ludovico  Quaroni (1985); 

‐ Elenco degli edifici esistenti in zona agricola di particolare valore culturale e ambientale (1986); 

‐ Studi costituenti il quadro conoscitivo delle indagini geologico‐tecniche. 

 

REGOLAMENTO URBANISTICO 

Il  Regolamento  Urbanistico  ha  approfondito  ed  integrato  il  quadro  conoscitivo  del  Piano  Strutturale  attraverso i seguenti studi e le indagini: 

‐ l’aggiornamento della cartografia di base 1:2000 riferita ai centri urbani (volo agosto 2007); 

‐  aggiornamento  della  cartografia  di  base  1:10.000  riferita  a  tutto  il  territorio  comunale  (sulla  base  dell’ortofocarta ricavata dal volo AGEA 2007) 

‐ la revisione ed integrazione della schedatura e la classificazione del patrimonio edilizio rurale esistente; 

‐ l’analisi del tessuto urbano ed il rilievo fotografico del capoluogo e delle frazioni; 

‐ le indagini geologiche e idrologico‐idrauliche; 

‐ l’adeguamento della carta dell’uso del suolo per le aree agricole; 

‐ la definizione ed aggiornamento del quadro dei vincoli; 

‐ l’aggiornamento delle emergenze del paesaggio agrario e delle emergenze naturali costituenti elementi di  invarianza per il PS. 

Costituiscono il quadro conoscitivo del Regolamento Urbanistico i seguenti elaborati: 

‐ Q1 ‐ Cartografia storica: catasto leopoldino 1823 – scala 1:5.000 

‐ Q2 ‐ Ortofotocarta (volo AGEA 2007) – scala 1:10.000 

‐ Q3 ‐ Carta dei vincoli e viabilità storica ‐ scala 1: 10.000 

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16 

‐ Q4 ‐ Rilievo urbanistico e atlante fotografico dei centri urbani – scala 1: 2.000 

‐ Q5 ‐ Rilievo urbanistico e atlante fotografico delle aree soggette a trasformazione ubicate in zona agricola  – scala 1: 2.000 

 

INDAGINI GEOLOGICO‐TECNICHE 

‐ PI1 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Gimignano) ‐ scala 1:2000 

‐ PI2 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Santa Chiara ‐ Santa Lucia ‐ Mulinaccio) ‐ scala 1:2000 

‐ PI3 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000 

‐ PI4 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Benedetto Basso ‐ Pancole) ‐ scala 1:2000 

‐ PI5 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Larniano ‐ Villa Buon Riposo ‐ Sferracavalli ‐ Settefonti) scala  1:2000 

‐ PI6 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Galgano ‐ Ulignano) ‐ scala 1:2000 

‐  PI7  ‐  Carta  delle  aree  a  pericolosità  idraulica  (Zona  Industriale  Cusona  ‐  Castel  S.Gimignano  –  Casa  La  Terra) ‐ scala 1:2000 

‐ PG1 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Gimignano) ‐ scala 1:2000 

‐  PG2  ‐  Carta  delle  aree  a  pericolosità  geomorfologica  (Santa  Chiara  ‐  Santa  Lucia  ‐  Mulinaccio)  –  scala  1:2000 

‐ PG3 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000 

‐ PG4 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Benedetto Basso ‐ Pancole) ‐ scala 1:2000 

‐  PG5  ‐  Carta  delle  aree  a  pericolosità  geomorfologica  (Larniano  ‐  Villa  Buon  Riposo  ‐  Sferracavalli  ‐  Settefonti) ‐ scala 1:2000 

‐ PG6 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Galgano ‐ Ulignano) ‐ scala 1:2000 

‐ PG7 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Zona Industriale Cusona ‐ Castel S.Gimignano– Casa  La Terra) ‐ scala 1:2000 

‐ PS1 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (San Gimignano) ‐ scala 1:2000 

‐  PS2  ‐  Carta  delle  zone  a  maggior  pericolosità  sismica  locale  ‐  ZMPSL  (Santa  Chiara  ‐  Santa  Lucia  ‐ Mulinaccio) ‐ scala 1:2000; 

‐ PS3 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000; 

‐ PS4 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (San Benedetto Basso ‐ Pancole)‐ scala  1:2000 

‐  PS5  ‐  Carta  delle  zone  a  maggior  pericolosità  sismica  locale  ‐  ZMPSL  (Larniano  ‐  Villa  Buon  Riposo  ‐ Sferracavalli ‐ Settefonti) ‐ scala 1:2000 

‐  PS6  ‐  Carta  delle  zone  a  maggior  pericolosità  sismica  locale  ‐  ZMPSL  (San  Galgano  ‐  Ulignano)  –  scala  1:2000; 

‐  PS7  ‐  Carta  delle  zone  a  maggior  pericolosità  sismica  locale  ‐  ZMPSL  (Zona  Industriale  Cusona  ‐Castel  S.Gimignano – Casa La Terra) ‐ scala 1:2000 

‐ F1 ‐ Carta della fattibilità (Capoluogo) ‐ scala 1:2000 

‐ F2 ‐ Carta della fattibilità (Santa Lucia ‐ Cusona) ‐ scala 1:2000; 

‐ F3 ‐ Carta della fattibilità (Ulignano – Pancole – Castel San Gimignano) ‐ scala 1:2000; 

‐ F4 ‐ Carta della fattibilità (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000   

RELAZIONE DI MONITORAGGIO DEL R.U.  ai sensi art. 95 comma 14 L.R. 65/14 – febbraio 2015   

 

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2.B  RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO TERRITORIALE   

La  L.R.  65/14  definisce  il  Patrimonio  Territoriale  come  l’insieme  delle  strutture  di  lunga  durata  prodotte  dalla  coevoluzione  fra  ambiente  naturale  e  insediamenti  umani,  di  cui  è  riconosciuto  il  valore  per  le  generazioni presenti e future. Il patrimonio territoriale è costituito, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 65/14, da: 

a) la struttura idrogeomorfologica; 

b) la struttura ecosistemica; 

c) la struttura insediativa; 

d) la struttura agroforestale; 

e) il patrimonio culturale costituito dai beni culturali e paesaggistici. 

Il PIT‐PPR approvato con DCR 37/2015 declina il patrimonio territoriale di cui ai precedenti punti a), b), c) e  d) attraverso le quattro invarianti strutturali che costituiscono lo Statuto del Piano. 

Il Patrimonio di cui al punto e) comprende i beni individuati ai sensi del D.Lgs 42/2004 ed è tutelato dalla  specifica disciplina del PIT‐PPR  (Beni paesaggistici – Elaborati da 1B a 8B e relativi allegati). 

Tali beni sono distinti in: 

Immobili ed aree di notevole interesse pubblico ai sensi art. 136 D. Lgs 42/04 (Zona  circostante  il  centro monumentale di San Gimignano G.U. 17.04.1965). 

Aree tutelate per legge ai sensi art. 142 D.Lgs 42/04 (territori contermini ai laghi; fiumi, torrenti e  corsi  d’acqua;  i  parchi  e  le  riserve  nazionali  e  regionali;  i  territorio  coperti  da  foreste  e  boschi;  le  zone di interesse archeologico). 

 

Nell’adeguamento della parte statutaria del P.S. e nella redazione del P.O. si farà riferimento puntuale alla  disciplina  definita  dal  PIT‐PPR  relativamente  a  tali  beni  e  componenti,  che  saranno  oggetto  di  specifici  approfondimenti  relativi  all’ambito  comunale,  con  particolare  riferimento  alla  Scheda  d’Ambito  09  Val  d’Elsa ed alla disciplina dei beni paesaggistici presenti nel territorio comunale. 

 

Il Piano Strutturale di San Gimignano, attraverso lo Statuto del Territorio, definisce le risorse del territorio,  detta  indirizzi  per  la  gestione  orientandone  l’uso  secondo  criteri  di  equità  distributiva,  di  risparmio,  di  trasformazione  controllata  e  tale  da  non  comportarne  distruzione,  danno  o  riduzioni  significative  e  irreversibili. 

Lo Statuto del territorio quale definito all’art. 5 delle Norme di P.S. è l’insieme dei principi, delle regole e  degli  indirizzi  programmatici  da  attivare  per  garantire  la  valorizzazione,  la  tutela  delle  risorse  e  i  livelli  prestazionali delle funzioni individuate dal Piano.  

 

Lo  Statuto  del  Territorio  di  P.S.,  sulla  base  del  Quadro  Conoscitivo  ed  attraverso  la  sua  articolazione  in  Invarianti  Strutturali,  Sistemi  e  Sub  sistemi  ed  Unità  di  Paesaggio,  contiene  gli  elementi  per  una  prima  individuazione delle componenti del Patrimonio Territoriale come definito dalla L.R. 65/14, in coerenza con  i contenuti a gli obiettivi del PIT‐PPR. 

In particolare, si fa riferimento ai seguenti elaborati di P.S: 

QUADRO CONOSCITIVO

‐ Q01 Fasce altimetriche 1:25.000 

‐ Q02 Rappresentazione tridimensionale del territorio con idrografia e bacini idrografici 1:25.000 

‐ Q03/a ‐ Q03/b Ortofotocarta volo 1954 1:10.000 

‐ Q04/a ‐ Q04/b Ortofotocarta volo 1998 1:10.000 

‐ Q05/a ‐ Q05/b Ortofotocarta volo 2002 1:10.000 

‐ Q06/a – Q06/b Carta della viabilità – Class. stradale ai sensi del Nuovo Codice della Strada 1:10.000 

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‐ Q07/a ‐ Q07/b Sistema insediativo sparso e viabilità storica (1823 – 1937) 1:10.000 

‐ Q08 Carta dei vincoli sovraordinati 1:25.000 

‐ Q09/a ‐ Q09/b Tipi forestali ed emergenze vegetazionali 1:10.000 

‐ Q10/a – Q10/b Uso del suolo del territorio rurale 1:10.000  Q11 Rilievo urbanistico del capoluogo e delle frazioni maggiori: 

‐ Q11/a San Gimignano Nord 1:2000 

‐ Q11/b San Gimignano Sud 1:2000 

‐ Q11/c Pancole 1:2000 

‐ Q11/d Ulignano 1:2000 

‐ Q11/e ‐ Q11/f S.Lucia 1:2000 ‐ Castel San Gimignano 1:2000 

‐ Q11/g Badia a Elmi 1:2000 

‐ Q11/h Cusona 1:2000 

‐ Q12 Carta dei punti di fragilità 1:25.000 (Allegato del “Rapporto sullo stato dell’ambiente”)  INDAGINI GEOLOGICHE

‐ G1/a Carta geolitologica 1:10.000 

‐ G1/b Carta geolitologica 1:10.000 

‐ G1/c Sezioni geolitologiche 1:10.000 

‐ G2/a Carta geomorfologica 1:10.000 

‐ G2/b Carta geomorfologica 1:10.000 

‐ G3/a Carta litotecnica e dei sondaggi e dati di base 1:10.000 

‐ G3/b Carta litotecnica e dei sondaggi e dati di base 1:10.000 

‐ G4/a Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche 1:10.000 

‐ G4/b Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche 1:10.000 

‐ G5/a Carta delle pendenze 1:10.000 

‐ G5/b Carta delle pendenze 1:10.000 

‐ G6/a Carta della giacitura degli strati 1:10.000 

‐ G6/b Carta della giacitura degli strati 1:10.000 

‐ G7/a Carta della stabilità potenziale dei versanti 1:10.000 

‐ G7/b Carta della stabilità potenziale dei versanti 1:10.000 

G8/a Carta della stabilità potenziale integrata dei versanti 1:10.000 (Allegato 4 del PTC Provincia di Siena)  G8/b Carta della stabilità potenziale integrata dei versanti 1:10.000 (Allegato 4 del PTC Provincia di Siena)  G09/a  Carta  idrogeologica  e  della  vulnerabilità  degli  acquiferi  1:10.000  (Allegato  1  del  PTC  Provincia  di  Siena) 

G09/b  Carta  idrogeologica  e  della  vulnerabilità  degli  acquiferi  1:10.000  (Allegato  1  del  PTC  Provincia  di  Siena) 

‐ G10/a Carta della pericolosità 1:10.000 

‐ G10/b Carta della pericolosità 1:10.000 

‐ G11/a Carta della pericolosità idraulica 1:10.000 

‐ G11/b Carta della pericolosità idraulica 1:10.000  PROGETTO

‐ P01.1 Sistemi e sub‐sistemi ambientali 1:25.000 

‐  P01.2  Sistemi  e  sub‐sistemi  ambientali:  articolazione  dei  caratteri  morfologici,  geo‐pedologici  e  dell’uso  del suolo 1:25.000 

‐ P02 Sistemi territoriali: unità di paesaggio e strutture insediative 1:25.000  RELAZIONI

‐ Relazione di Piano 

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‐ Relazione Agronomica 

‐ Relazione Forestale 

‐ Relazione Geologica e geologico ‐ tecnica 

‐ Norme di Piano ‐ Schede per Unità di Paesaggio   

Nel processo di formazione del nuovo Piano Operativo e di adeguamento del Piano Strutturale, gli studi e  gli elaborati sopra descritti saranno oggetto di specifico aggiornamento ed approfondimento, in coerenza  con  il  quadro  conoscitivo  ed  i  contenuti  statutari  degli  strumenti  di  pianificazione  territoriale  sovra  comunale vigenti quali: 

‐ Piano Territoriale della Provincia di Siena approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 124 del  14 dicembre 2011; 

‐  Piano  di  Indirizzo  Territoriale  della  Regione  Toscana  con  valore  di  Piano  Paesaggistico  approvato  con  deliberazione del Consiglio Regionale n.37 del 27 febbraio 2015. 

   

2.C  STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE   

Il Comune di San Gimignano è dotato di Piano Strutturale approvato con Del. C.C. n. 78 del 30.11.2007 e  Regolamento Urbanistico approvato con Del. C.C. n. 101 del 22.12.2009. Entrambi gli strumenti sono stati  approvati ai sensi della L.R. 1/05 e smi. 

Successivamente gli strumenti di pianificazione comunale sono stati oggetto delle seguenti varianti: 

‐ Variante al RU di rettifica di errori materiali e/o refusi, approvata con Del. C.C. n. 63 del 31.07.2012; 

‐ Variante al RU per la riqualificazione del complesso sociosanitario di S. Fina, approvata con Del. C.C. 

n. 47 del 30.07.2013; 

‐ Variante  semplificata  ex  art.  30  L.R.  65/14  al  P.S.  ed  al  R.U.  per  il  recepimento  dell’accordo  di  valorizzazione  dell’ex  convento  ed  ex  carcere  di  San  Domenico,  approvata  con  Del.  C.C.  n.  3  del  20.01.2017. 

 

Nel  febbraio  2015,  in  occasione  della  scadenza  del  primo  quinquennio  di  efficacia  del  RU,  la  struttura  tecnica  comunale  ha  predisposto  una  Relazione  di  Monitoraggio  del  Regolamento  Urbanistico  ai  sensi  dell’art. 95 comma 14 della L.R. 65/14, contenente la ricognizione dettagliata dello stato di attuazione della  pianificazione. 

Tale ricognizione costituisce riferimento fondamentale per i successivi approfondimenti che costituiranno  supporto alle scelte di P.S. e di P.O., sia in termini di dimensionamento delle funzioni che di localizzazione  delle stesse. 

Rinviando  alla  consultazione  della  Relazione  di  Monitoraggio  per  l’analisi  di  dettaglio  dello  stato  di  attuazione delle previsioni, evidenziamo in questa sede alcuni dati generali emergenti dalla ricognizione del  febbraio 2015: 

a) Nel primo quinquennio del RU sono stati approvati tre Piani Attuativi: 

‐ Il PEEP “Comparto TRr14_1 Belvedere”, in loc. Belvedere (Del. C.C. n. 45 del 2.07.2014); 

‐ Il Piano di Recupero di iniziativa pubblica del complesso sociosanitario di S. Fina (Del. C.C. n. 82 del  16.10.2014); 

‐ Il  Piano  di  Recupero  di  iniziativa  privata  “Podere  le  Verzure”  in  loc.  Libbiano  (Del.  C.C.  n.  29  del  28.05.2013). 

(21)

20  b) Rispetto  al  dimensionamento  complessivo  relativo  al  primo  quinquennio  di  RU,  peraltro  inferiore  al  50% del dimensionamento generale di PS per quanto riguarda la funzione residenziale, il bilancio degli  interventi attuati o in fase di attuazione è il seguente: 

‐ Relativamente  agli  interventi  di  trasformazione  previsti  dalle  Schede  dell’Allegato  N1A  sono  stati  realizzati circa 1.570 mq di SUL (tutti residenziali) a fronte di previsioni non attuate per 200.334 mq; 

‐ Relativamente agli interventi puntuali in zona agricola previsti dalle Schede dell’Allegato N1B sono  stati  realizzati  o  sono  in  fase  di  realizzazione  circa  3.715  mq  di  SUL,  a  fronte  di  previsioni  non  attuate per circa 6.426 mq; 

‐ Relativamente  agli  standard  urbanistici,  sono  stati  realizzati  circa  15.711  mq  di  spazi  e  servizi  pubblici,  prevalentemente  aree  a  parcheggio  ed  a  verde  ubicate  nel  capoluogo  e  nelle  frazioni  di  Badia a Elmi, Ulignano e Castel S. Gimignano (a fronte di previsioni di RU per 295.326 mq). 

 

Dai  dati  disponibili  emerge  quindi  una  percentuale  di  attuazione  delle  previsioni  molto  ridotta  rispetto  al  dimensionamento complessivo del primo RU, ed in generale del PS. E’ da evidenziare in particolare come  siano  rimaste  totalmente  inattuate  le  previsioni  relative  alle  attività  non  residenziali  (turistico  ricettive,  direzionali e di servizio, commerciali ed artigianali‐industriali). 

In  sede  di  formazione  del  PO  e  della  variante  di  adeguamento  del  PS  dovranno  essere  effettuati  specifici  approfondimenti, anche in aggiornamento del quadro conoscitivo disponibile, per verificare le ragioni  della  mancata  attuazione  degli  interventi,  individuare  le  criticità  esistenti  e/o  intercorse  (certamente  non  interamente riconducibili alla crisi economica), e rivalutare le scelte alla luce dei nuovi obiettivi di governo  del territorio. 

 

2.D  INTEGRAZIONI DA SVOLGERE   

 

ASPETTI URBANISTICI   

Sulla base degli elementi del Quadro Conoscitivo esistente, si rende opportuno approfondire ed integrare  alcuni  elementi  finalizzati  alla  definizione  delle  strategie  territoriali  di  P.S.  e  P.O.,  con  particolare  riferimento a: 

a) analisi delle dinamiche demografiche e socioeconomiche del territorio comunale; 

b) verifica  dello  stato  qualitativo  e  quantitativo  degli  standard  urbanistici  e  dei  servizi  di  interesse  collettivo; 

c) analisi degli aspetti infrastrutturali e della mobilità urbana e territoriale; 

d) ricognizione della tipologia e della distribuzione delle funzioni e delle destinazioni d’uso presenti in  ambito urbano e rurale; 

e) monitoraggio dei dati della domanda ed offerta di edilizia residenziale sociale; 

f) monitoraggio  dello  stato  di  attuazione  del  RU  comunale,  compresi  Piani  Attuativi  ed  interventi  diretti, rivolto anche alla valutazione qualitativa dei processi di gestione e trasformazione, ed alla  individuazione di eventuali criticità da superare; 

g) aggiornamento ed integrazione del quadro conoscitivo del patrimonio edilizio esistente, finalizzato  ad individuare appropriate strategie e modalità di recupero/rigenerazione; 

h) individuazione delle aree di degrado ai sensi art. 123 co. 1 L.R. 65/14; 

i) ricognizione  delle  previsioni  ricadenti  all’interno  delle  pertinenze  dei  BSA  individuati  dal  PTCP  di  Siena al fine di  previste dall’art. 13.14 della Disciplina del PTCP; 

(22)

j) ricognizione  ed aggiornamento  delle  aree soggette a vincoli di carattere paesaggistico e derivanti  da norme sovraordinate; 

k) verifica  delle  relazioni  ambientali,  infrastrutturali,  insediativi,  socioeconomiche  con  i  comuni  contermini al fine di prefigurare strategie ed indirizzi comuni. 

 

Tali  approfondimenti  ed  integrazioni  costituiranno  supporto  conoscitivo  indispensabile  per  la  redazione  della proposta di Variante al P.S. e del nuovo P.O. 

 

ASPETTI GEOLOGICI ‐IDRAULICI 2   

Al  fine  di  redigere  le  Carte  di  Fattibilità,  vero  e  proprio  strumento  operativo  di  carattere  geologico  contenuto  nel  Piano  Operativo,  è  necessario  aggiornare  il  quadro  conoscitivo  rappresentato  dalle  cartografie  di  base  (geologica,  geomorfologica,  litotecnica)  integrandolo  con  le  tematiche  di  recente  introduzione  (microzonazione  sismica)  prevenendo  quindi  alle  nuove  carte  di  pericolosità,  riferite  agli  aspetti geologici, sismici ed idraulici. 

Nel  dettaglio,  l'aggiornamento  riguarderà  in  primo  luogo  gli  aspetti  prettamente  geologici,  e  sarà  perseguito  integrando  i  dati  già  contenuti  nel  precedente  Piano  Strutturale  e  nei  vari  atti  di  Governo  del  Territorio  con  la  Cartografia  Geologica  Regionale.  La  coerenza  tra  le  varie  cartografie  disponibili  sarà  verificata  e  validata  con  specifici  sopralluoghi  di  campagna,  che  condurranno  alla  redazione  della  nuova  Carta Geologica. 

Gli aspetti geomorfologici, che sono quelli che maggiormente interessano le criticità dei rilievi, saranno  verificati  e  aggiornati  a  partire  dalle  conoscenze  disponibili  nel  Piano  Strutturale  vigente,  dagli  esiti  degli  interventi  di  messa  in  sicurezza  e  stabilizzazione  di  dissesti  eseguiti  dall'Amministrazione  Comunale  e  da  soggetti  privati,  dalle  relazioni  geologiche  depositate  a  supporto  degli  interventi  edilizi  o  di  sistemazione  ambientale presso gli Uffici Tecnici comunali, nonché dal confronto con le Banche Dati pubbliche disponibili  (Regione  Toscana,  PAI,  IFFI).  Per  la  verifica  dello  stato  di  attività  dei  fenomeni  franosi  saranno  utilizzati,  oltre  al  rilevamento  di  dettaglio  di  campagna,  i  dati  disponibili  nel  Portale  Cartografico  Nazionale  del  Ministero  dell'Ambiente  relativi  ai  dati  satellitari  di  interferometria  SAR  (Permanent  Scatterers),  che  permettono  di  valutare  gli  spostamenti  di  bersagli  fissi  nel  tempo  (di  norma  edifici)  tramite  segnali  di  telerilevamento satellitare. 

Una volta completato, il nuovo assetto geomorfologico del territorio comunale sarà sottoposto agli Enti  sovraordinati e di controllo (Regione Toscana, Distretto Idrografico dell'Appennino Settentrionale), al fine di  ottenere un quadro conoscitivo condiviso e validato. 

Le forme del territorio ed in particolare l'acclività dei versanti saranno definite a partire dai dati LIDAR  (voli  2008,  ove  disponibili)  messi  a  disposizione  dalla  Regione  Toscana,  attraverso  la  realizzazione  di  un  modello digitale del terreno (DTM) da cui estrapolare curve di livello con equidistanza non superiore ad 1  m. 

Saranno  inoltre  approfonditi  gli  aspetti  connessi  alla  tutela  della  risorsa  idrica  sotterranea,  alla  sua  esposizione, nonché alla sua regimazione nelle aree depresse, al fine di valutarne le criticità in relazione alle  attività previste dal Piano Operativo. 

Come previsto dalla D.P.G.R. 2011/R/53 gli aspetti sismici del territorio saranno definiti attraverso uno  studio  di  microzonazione  sismica  che  estenderà  a  tutte  le  zone  del  territorio  urbanizzato  ed  a  quelle  interessate  da  future  trasformazioni  urbanistiche  gli  studi  già  realizzati  a  supporto  del  Regolamento        

2 A cura Geoprogetti  

(23)

22  Urbanistico:  tale  studio  sarà  basato  sull'acquisizione  del  maggior  numero  di  indagini  geognostiche,  estrapolate dalle indagini geologiche depositate presso gli Uffici tecnici comunali a supporto degli interventi  edilizi e da qualunque altro studio a disposizione dell'Amministrazione Comunale. I dati saranno organizzati  in  un  database  spaziale  tramite  software  GIS  che  permetterà  l'analisi  delle  caratteristiche  litotecniche  ed  elastiche dei depositi superficiali, rappresentate nella Carta Litotecnica e delle Indagini. 

Le  varie  indagini  sismiche  permetteranno  la  definizione  delle  Frequenze  fondamentali  dei  depositi,  da  cui sarà possibile estrapolare la Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS): tale carta  sarà  redatta  in  attuazione  dell'O.P.C.M.  3907/2010,  degli  Indirizzi  e  Criteri  di  Microzonazione  Sismica  (Dipartimento  Nazionale  di  Protezione  Civile)  e  delle  Specifiche  Tecniche  per  la  redazione  degli  Studi  di  Microzonazione Sismica della Regione Toscana (Del.G.R.T. 971/2013, aggiornamento 2015).  

Il quadro conoscitivo così aggiornato, integrato con gli studi idrologico‐idraulici, condurrà alla redazione  delle Carte di Pericolosità Geologica, Sismica ed Idraulica. 

Nella Carta della Pericolosità Geologica, in attuazione del punto B.3 dell'Allegato 1 alla DPGR 2011/R/53,  saranno  valutati  gli  aspetti  geologici,  stratigrafici,  giaciturali,  litotecnici  e  geomorfologici  del  territorio  e  saranno ricondotti alle 4 Classi di Pericolosità definiti nello stesso Regolamento Regionale. 

La Carta della Pericolosità Sismica sarà redatta in coerenza con quanto indicato al punto C.5 dell'Allegato  1 alla D.P.G.R: 2011/R/53 e rappresentata individuando 4 Classi di Pericolosità. 

Le  criticità  idrauliche  del  territorio  saranno  rappresentate  nella  Carta  della  Pericolosità  Idraulica  dove,  per  le  aree  interessate  da  studi  idrologico‐idraulici,  saranno  riprese  le  perimetrazioni  delle  aree  potenzialmente allagabili in funzione dei tempi di ritorno verificati (30, 200 anni) e ricondotte alle Classi di  Pericolosità  definite  al  punto  C.2  dell'Allegato  1  alla  DPGR/R/53.  Per  le  aree  di  pianura  o  fondovalle  non  studiate, la pericolosità sarà definita sia in relazione alle caratteristiche morfologiche del territorio rispetto  ai corsi d'acqua che posso determinare rischio idraulico, sia in riferimento ad episodi storici di inondazione. 

Tali  valutazioni  saranno  estese,  per  quanto  possibile,  al  Reticolo  Idrografico  e  di  Gestione  approvato  dalla Regione Toscana (L.R. 79/2012, DCRT n.9/2015). 

Specifici  approfondimenti  saranno  svolti  in  relazione  alle  criticità  idrogeologiche  emerse  nello  studio  geologico, con particolare riguardo alla Tutela della Risorsa Idrica sotterranea. 

A  completamento  del  lavoro  saranno  redatte  le  Carte  di  Fattibilità,  in  cui  per  le  diverse  zone  urbanistiche e per i diversi interventi di trasformazione saranno definite le condizioni alla loro realizzazione: 

tali cartografie saranno redatte in attuazione dei punto 3.1 e 3.2 dell'Allegato 1 alla DPGR 2011/R/53. 

Nel caso in cui per alcuni comparti fossero previste schede monografiche, saranno fornite le specifiche  valutazioni  geologiche  ed  idrauliche,  con  le  conseguenti  condizioni  e/o  limitazione  alla  realizzazione  degli  interventi. 

Per il territorio aperto sarà redatta una matrice di correlazione tra le Classi di Pericolosità e gli interventi  previsti dal Piano Operativo, dalla quale sarà possibile definire la Classi di Fattibilità corrispondente. 

Tutti  gli  elaborati  saranno  restituiti  alla  Scala  1:10.000,  salvo  le  Carte  di  Fattibilità  che  seguiranno  il  formato e la scala scelta per la rappresentazione delle diverse zone Urbanistiche. 

     

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