COMUNE DI SAN GIMIGNANO (SIENA)
AVVIO DEL PROCEDIMENTO
Art.17 LR65/2014
Maggio 2017
Sindaco: Giacomo Bassi
Assessore all’Urbanistica: Niccolò Guicciardini
Responsabile Unico del Procedimento: Arch. Alberto Sardelli
Garante dell'informazione e della partecipazione: Geom. Bettina Spinelli
Pianificazione urbanistica:
Arch. Mauro Ciampa ‐ Studio Architetti Associati M. Ciampa e P. Lazzeroni ‐ progettazione e coordinamento Arch. Chiara Ciampa
Arch. Giovanni Giusti
Valutazione Ambientale Strategica: Dott.Geol. Francesco Paolo Nicoletti
Studi geologici sismici: Dott. Geol. Emilio Pistilli‐Geoprogetti
Studi idraulici: Dott. Ing. Nicola Croce
2
Indice generale
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI ... 3
1.A OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE e DEL NUOVO PIANO OPERATIVO ... 3
1.B IPOTESI DI TRASFORMAZIONI AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO ... 7
1.C PREVISIONE DEGLI EFFETTI TERRITORIALI ATTESI ... 9
QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO ... 14
2.A QUADRO CONOSCITIVO ESISTENTE ... 14
2.B RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO TERRITORIALE ... 16
2.C STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE ... 18
2.D INTEGRAZIONI DA SVOLGERE ... 19
3. ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI AI QUALI SI RICHIEDE UN CONTRIBUTO TECNICO SPECIFICANDONE LA NATURA E L’INDICAZIONE DEL TERMINE ENTRO IL QUALE IL CONTRIBUTO DEVE PERVENIRE ... 22
4. ENTI ED ORGANI PUBBLICI COMPETENTI ALL’EMANAZIONE DI PARERI, NULLA OSTA O ASSENSI COMUNQUE DENOMINATI ... 24
5. PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA ALLA FORMAZIONE DELL’ATTO DI GOVERNO DEL TERRITORIO ... 25
6. GARANTE DELL’INFORMAZIONE E DELLA PARTECIPAZIONE, PER LE FINALITÀ DI CUI ALL’ARTICOLO 36, RESPONSABILE DELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI CUI ALLA LETTERA E)………..25
DOCUMENTO DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO AI SENSI ART. 17 L.R. 65/14
1.
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI
1.A OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE E DEL PIANO OPERATIVO
Adeguamento alla LR 65/14 e al PIT con valenza di Piano Paesaggistico
Il Piano Strutturale redatto nel 2005 dal Prof. Di Pietro ha posto il tema del paesaggio, della sua conservazione, riconoscibilità e fruibilità, a fondamento e principio ordinatore delle scelte di Piano, anticipando in modo consapevole e lungimirante riflessioni poi fatte proprie dalla legislazione regionale.
L’esteso e articolato quadro conoscitivo che ne costituisce il presupposto culturale e scientifico delinea ancora oggi in modo efficace i caratteri strutturali del territorio dal punto di vista storico, ambientale, naturalistico, paesaggistico, insediativo.
La revisione del Piano Strutturale e la formazione del nuovo Piano Operativo dovranno essere impostati in continuità con l’impostazione culturale dell’attuale strumento di pianificazione. L’adeguamento della strumentazione urbanistica verrà quindi affrontata rispetto al mutato contesto normativo di riferimento, svolgendo le opportune riflessioni critiche sulle sue modalità di attuazione/gestione in questo primo decennio, ed aggiornando il quadro strategico rispetto ad una realtà socioeconomica profondamente mutata sia a scala locale, che globale. In tal senso la rivisitazione del Piano comunale può rappresentare un’occasione fondamentale per consolidare e rafforzare l’impostazione culturale del piano urbanistico in vigore, ma al tempo stesso per leggere alla “luce dell’oggi” le esigenze e le dinamiche evolutive del territorio; in questi termini sarà possibile rivedere e aggiornare metodi, strumenti e strategie da tradurre in politiche di governo del territorio.
Con l’adeguamento del Piano Strutturale alla LR 65/14 e al PIT‐PPR e la formazione del Piano Operativo, attraverso le specifiche azioni normative e di indirizzo per la pianificazione, si dovranno orientare ed armonizzare le scelte connesse ai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali all’interno di una prospettiva rivolta alla sostenibilità ed alla valorizzazione delle risorse (naturali, culturali, sociali), in una logica di approccio sistemico al paesaggio come risorsa.
Obiettivi specifici:
‐ Adeguamento della disciplina di P.S. alla L.R. 65/14
‐ Conformazione del P.S. e del P.O. alla disciplina paesaggistica del PIT‐PPR
‐ Adeguamento della disciplina di P.S. al PTCP di Siena
Sistema insediativo
Obiettivo prioritario dell’Amministrazione, in continuità con lo strumento di pianificazione vigente, è il recupero del patrimonio edilizio esistente, limitando il consumo di suolo. La riqualificazione insediativa sarà prioritaria, individuando regole e indirizzi rispetto alla tipologia, ai valori storici ed architettonici, alle funzioni, alla sostenibilità ambientale, energetica e strutturale.
Il Piano dovrà inevitabilmente affrontare la questione della permanenza dei caratteri distintivi della città e del territorio, in alcuni casi messi a rischio della pressione turistica. Questo tema sarà approfondito criticamente con le metodologie proprie dei piani di gestione, verificando puntualmente le compatibilità delle funzioni e le loro interazioni rispetto ad un processo di riqualificazione sociale e culturale. Una delle più importanti e significative azioni, da intendersi anche quale obiettivo prestazionale, è individuare strategie ed azioni per favorire il ritorno della residenza e delle attività ad essa connesse sia nel centro storico, che nella buffer zone che identifica le aree integrative alla città murata.
4 Al tempo stesso dovrà essere perseguita la riqualificazione degli insediamenti recenti, non solo al fine di garantirne un corretto e coerente inserimento nel contesto insediativo e paesaggistico, ma anche, e soprattutto, per affrontarne le criticità ed i bisogni in termini di dotazione di servizi e spazi collettivi, qualità urbana, mobilità. Le problematiche della riqualificazione comportano la necessità di misurarsi con la tematica della forma urbana, della mobilità, dei servizi, del riuso e trovare le risposte opportune. In particolare, per molte parti del territorio si dovrà promuovere la riqualificazione e il rinnovo dello spazio pubblico, favorendo la formazione e/o la riqualificazione di centralità attraverso la ricerca di soluzioni urbanistiche e architettoniche che stabiliscano coerenza tra le permanenze storiche, quale continuità con la cultura tradizionale, ed i nuovi modelli di organizzazione dello spazio costruito all’interno di una prospettiva di sviluppo sostenibile. Qualora necessario, si dovrà intervenire ampliando il livello degli standard (servizi, verde, parcheggi) e riqualificando le infrastrutture di mobilità, attraverso soluzioni che alleggeriscano gli attuali carichi di attraversamento e favoriscano forme di mobilità dolce in ambito urbano ed extraurbano.
Il processo di riqualificazione degli insediamenti dovrà necessariamente affrontare il tema abitativo, anche attraverso la programmazione di aggiornate politiche di social housing come strumento privilegiato rivolto prevalentemente alle fasce giovani della popolazione.
Obiettivi specifici:
‐ Individuazione di strategie e azioni per favorire il ritorno della residenza e delle attività ad essa connesse sia nel centro storico che nella buffer zone che identifica le aree integrative alla città murata.
‐ Individuazione di criteri e indirizzi per la formazione di un Piano delle Funzioni che delinei i criteri per la qualificazione e la rivitalizzazione della struttura urbana nel rispetto del suo ruolo identitario e di socialità collettiva, anche attraverso la possibilità di revisione e aggiornamento del Piano Quaroni per il centro storico.
‐ Qualificazione dell’ambito esterno alle mura di San Gimignano in quanto rappresenta un’area di margine urbano di notevoli potenzialità percettive, funzionali, relazionali, nonché di carattere ecologico‐ambientale.
‐ Per i nuclei di Pancole, Santa Lucia e Castel San Gimignano, oltre a promuovere azioni di recupero degli insediamenti di valore storico‐architettonico, si dovranno prevedere azioni di riqualificazione e valorizzazione degli ambiti di recente formazione attraverso l’individuazione ed il potenziamento di centralità urbane.
‐ Riqualificazione del tessuto insediativo di Ulignano attraverso interventi d’implementazione quantitativa e qualitativa degli standard, in particolare attraverso l’introduzione di spazi pubblici di relazione (centralità di vicinato) e verde.
‐ Riordino delle aree sottoutilizzate e/o degradate, anche attraverso interventi di recupero/rigenerazione urbana, nonché di qualificazione delle aree di margine urbano mediante specifiche azioni volte a rafforzarne il valore paesaggistico, sociale e di relazione tra il sistema insediativo ed il territorio rurale circostante. Una particolare importanza è costituita dal tema del recupero/rigenerazione delle strutture dismesse e degradate ubicate sia in ambito urbano, che rurale, la cui auspicata riqualificazione deve costituire l’occasione per disegnare nuove “parti” di paesaggio improntate al dialogo tra natura, storia e contemporaneità.
‐ Favorire la sperimentazione di nuovi modelli residenziali attraverso i quali rispondere alla necessità abitative della popolazione residente ed innescare un generale processo di riqualificazione urbana ed insediativa nel rispetto dei principi di sostenibilità e di contenimento del consumo di suolo, quali social housing, cohousing, ecc.
‐ I nuovi interventi dovranno favorire la dotazione di standard e garantire adeguati requisiti di carattere ambientale ed energetico (ad esempio: depurazione, rifiuti, riciclo, recupero acqua piovana, uso dei materiali, permeabilità dei suoli, impiantistica che limiti i consumi, corretto orientamento, isolamenti, etc).
‐ Rilettura e revisione delle previsioni relative alle aree di trasformazione previste dal RU vigente, con particolare riferimento alle ATD ed al loro dimensionamento, al fine di predisporre il quadro strategico quinquennale del PO.
Qualità dello spazio pubblico
Riqualificazione urbanistica e funzionale del tessuto urbano esistente, attraverso interventi che incrementino le relazioni, la qualità e l’efficienza degli spazi pubblici e di uso pubblico.
Obiettivi specifici:
‐ Potenziamento degli spazi civici e delle strutture d’interesse collettivo con particolare riferimento agli spazi associativi, sportivi, culturali, ecc.
‐ Valorizzazione del sistema delle centralità urbane quali luogo di aggregazione sociale ed organizzazione dei servizi di interesse collettivo.
Mobilità e viabilità
Qualificazione e adeguamento del sistema della mobilità urbana e territoriale, con particolare attenzione alla promozione ed allo sviluppo di modalità sostenibili di accesso e di fruizione dei centri urbani e del territorio.
Obiettivi specifici:
‐ Completamento del sistema della viabilità e dei parcheggi pubblici in coerenza con gli atti di programmazione vigenti.
‐ Potenziamento della rete di mobilità dolce ciclopedonale per implementare le relazioni funzionali ai centri urbani e ai servizi, nonchè per la valorizzazione della fruizione lenta del territorio.
‐ Promozione e qualificazione della rete dei percorsi storici e di valenza paesaggistica, con particolare attenzione al tracciato della via Francigena, anche nell’ottica dello sviluppo di un turismo naturalistico e culturale di qualità.
Territorio rurale
Il tema del territorio rurale e del paesaggio agrario sono fondamentali per la tutela, la valorizzazione e la promozione economica del territorio di San Gimignano, caratterizzato da un brand territoriale improntato all’ancor viva permanenza nell’immagine collettiva del paesaggio tipico della tradizione, ed al tempo stesso da processi di trasformazione produttiva che nel tempo ne hanno modificato la struttura.
Obiettivo dell’Amministrazione è da una parte confermare gli indirizzi culturali e operativi già tracciati dai precedenti strumenti urbanistici, dall’altra guidare le operazioni di recupero delle parti degradate.
In tal senso sarà promosso il recupero dei contenitori non utilizzati e/o incongrui in territorio rurale, anche attraverso operazioni di rifunzionalizzazione in loco, in particolare se di valore architettonico testimoniale, oppure mediante interventi di rigenerazione perequativa.
Il Piano, in coerenza con gli indirizzi e gli orientamenti del Piano Paesaggistico Regionale con valenza di Piano Paesaggistico, dovrà individuare un vero e proprio tessuto connettivo in grado di costituire relazioni fra le componenti insediative ed ambientali‐ecologiche del territorio, con particolare attenzione alle relazioni tra la città murata ed il suo territorio, rilanciando, anche attraverso una processo partecipato, il tema del parco agrario.
Inoltre dovranno essere ricondotti a sistema gli aspetti ecologici, paesaggistici (naturali e antropici), del sistema delle acque e del suolo, ed agronomici.
Obiettivi specifici:
‐ Aggiornamento della disciplina generale del territorio rurale, anche in riferimento alle specifiche esigenze aziendali emerse nelle fasi conoscitive, nel rispetto degli indirizzi ed delle disposizioni del Piano Strutturale, del Piano Paesaggistico regionale, della L.R. 65/14 e del relativo Regolamento di Attuazione.
‐ Ricognizione della disciplina del patrimonio edilizio rurale, con particolare attenzione alla permanenza dei valori storico tipologici e paesaggistici, predisponendo eventuali aggiornamenti e/o adeguamenti dell’apparato normativo vigente nel rispetto dei criteri di tutela e valorizzazione tracciati dal Piano Strutturale.
‐ Individuazione e disciplina degli interventi di recupero/riqualificazione urbanistica e paesaggistica delle aree dismesse e degradate, con particolare riferimento a quelle interessate da strutture e
6 contenitori produttivi dismessi, in coerenza con gli obiettivi di valorizzazione del territorio comunale e nel rispetto delle disposizioni della L.R. 65/14 e del PIT‐PPR.
‐ Tutela e valorizzazione, anche attraverso la predisposizione di progetti di paesaggio, degli ambiti di relazione fra le componenti insediative ed ambientali‐ecologiche del territorio, con particolare attenzione alle zona di salvaguardia e connessione tra la città murata ed il territorio (Zona H Art.
115 del vigente P.S) .
Attività turistiche ricettive
Il tema della valorizzazione turistica, di importanza fondamentale per l’economia del territorio, dovrà essere affrontato nella sua dinamica evolutiva che comporta una riflessione sui processi e le modalità di riqualificazione qualitativa delle strutture e dei servizi esistenti ed una valutazione dei possibili nuovi scenari. La promozione e il progressivo sviluppo di un turismo naturalistico e culturale di qualità costituisce già oggi un elemento strategico in grado di coniugare in modo coerente lo sviluppo dell’economia locale con gli obiettivi di conservazione dell’identità del luogo e della ricchezza ambientale e paesaggistica del territorio.
Obiettivo del Piano è quello di promuovere la qualificazione e la valorizzazione della rete ricettiva esistente nel territorio comunale, favorendone l’innalzamento ed il potenziamento dei servizi offerti nel rispetto della capacità e del dimensionamento complessivamente individuati dal vigente P.S. e commisurati agli obiettivi di valorizzazione turistica ed in coerenza con i valori paesaggistici del territorio.
Eventuali previsioni di trasformazione, connesse all’ampliamento di strutture esistenti, che comportino impegno di suolo all’esterno del territorio urbanizzato dovranno essere valutate nell’ambito della conferenza di copianificazione ai sensi dell’art. 25 della L.R. 65/14.
Obiettivi specifici:
‐ Promozione e consolidamento di un turismo naturalistico e culturale di qualità attraverso la realizzazione di una rete articolata e differenziata di offerte e servizi di carattere culturale, ambientale e paesaggistico (percorsi, itinerari tematici, promozione di attività e servizi innovativi capaci di aprire la città ed il territorio a sistemi e flussi di relazioni culturali, sociali ed economici ampi e diversificati).
‐ Favorire la qualificazione dell’offerta ricettiva nel territorio comunale attraverso la valorizzazione, l’adeguamento ed il potenziamento delle strutture alberghiere esistenti in termini di tipologia e livello dei servizi offerti, valutando anche la compatibilità rispetto ad eventuali interventi di ampliamento ed adeguamento funzionale.
Tessuto produttivo
Obiettivo dell’Amministrazione Comunale è la valorizzazione ed il potenziamento degli insediamenti produttivi esistenti, nel rispetto delle potenzialità individuate dal vigente Piano Strutturale, in una prospettiva di sviluppo socio‐economica che si inquadri nel contesto territoriale d’area, anche attraverso la promozione di forme di coordinamento con i comuni limitrofi della Val d’Elsa.
Gli interventi dovranno essere valutati rispetto alle condizioni alla trasformazione dettate dal contesto paesaggistico, ambientale, insediativo e infrastrutturale, con particolare riferimento alle fragilità di carattere idraulico che caratterizzano le aree di fondovalle. Saranno favorite anche funzioni collegate alle attività agricole di trasformazione zootecnica e agroalimentare.
Potranno essere promossi interventi di sviluppo ambientale, culturale e tecnologico delle aree produttive esistenti, con particolare riferimento ai settori dell’innovazione e della ricerca (p.es. economia della conoscenza, Polo tecnologico, ecc.).
Considerato il particolare momento socio‐economico, l’Amministrazione comunale potrà attivare varianti anticipatrici collegate a oggettive ed urgenti esigenze di insediamento e/o ampliamento di realtà produttive esistenti, fermo restando il dimensionamento del vigente Piano Strutturale e nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 25 della L.R. 65/14.
Obiettivi specifici:
‐ Consolidamento, qualificazione e sviluppo dell’area produttiva di Cusona, secondo modalità coerenti e compatibili con il contesto ambientale e paesaggistico, nonché le fragilità di carattere idraulico che caratterizzano le aree di fondovalle.
‐ Riqualificazione delle aree produttive ed artigianali di Badia ad Elmi e Fugnano, implementando le relazioni funzionali con il tessuto insediativo contermine, anche valutando la possibilità di riconversione funzionale con destinazioni di servizio, direzionali e commerciale di vicinato.
Semplificazione delle norme e delle procedure
In generale, gli apparati normativi di PS e PO dovranno essere strutturati modo semplice e con regole certe, nel senso di efficaci, chiare, snelle e semplici da applicare. In tal senso potrà essere effettuata una riorganizzazione formale della disciplina di P.S. nel rispetto dell’impostazione culturale e dei relativi contenuti.
Per quanto riguarda la gestione degli interventi subordinati a Piani Attuativi o ad altri interventi convenzionati, potranno essere individuate modalità di attuazione per lotti funzionali e/o sub comparti, in modo da semplificarne la realizzazione.
Partecipazione al Piano: San Gimignano partecipa
La formazione del Piano rappresenta un’importante occasione per riaggregare una comunità attorno al suo territorio, attraverso un processo partecipato che potrà consentire in primo luogo l’ascolto delle problematiche, delle esigenze e delle aspirazioni della comunità, e successivamente l’elaborazione di strategie condivise di sviluppo e valorizzazione territoriale e socio‐economica.
Il processo di partecipazione è fondamentale in quanto può contribuire alla formazione di un Piano il più possibile condiviso nei contenuti, chiaro e trasparente rispetto ai criteri, ai presupposti e alle scelte di governo del territorio.
1.B IPOTESI DI TRASFORMAZIONI AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO
Nel caso del PO di San Gimignano il perimetro del territorio urbanizzato è individuato ai sensi degli artt. 224 e 232 della LR65/14 e corrisponde “alle parti non individuate come aree a prevalente o esclusiva funzione agricola nei piani strutturali vigenti al momento dell’entrata in vigore della Legge”.
Nel Piano Strutturale di San Gimignano, la “Carta di Piano P04a/4b” individua le aree ricadenti nel “Sistema degli insediamenti, ambiti di trasformazione” quali ambiti distinti dalle “Aree produttive agricole”. In particolare, vengono individuati gli Ambiti di trasformazione, disciplinati all’art.18 delle Norme di PS e di seguito elencati:
‐ Ambito 1 Badia a Elmi (UP20)
‐ Ambito 2 Badia a Elmi (area produttiva) (UP20)
‐ Ambito 3 Ex cartiera di San Galgano (UP21)
‐ Ambito 4 Pancole (UP14)
‐ Ambito 5 Ulignano (UP15)
‐ Ambito 6 Cusona (UP21)
‐ Ambito 7 Fattoria di Larniano (UP6)
8
‐ Ambito 8 Area ex Niccolai in loc.Settefonti/Settefontino (UP13)
‐ Ambito 9 Ex azienda agricola Buonriposo (UP13)
‐ Ambito 10 Ex cementificio di Cellole in loc. Sferracavalli (UP13)
‐ Ambito 11 Area CMM in loc. Strada (UP10)
‐ Ambito 12 Centro storico di San Gimignano (UP10)
‐ Ambito 13 Attrezzature e verde urbano di riqualificazione della fascia lungo le mura e localizzazione degli approdi (UP10)
‐ Ambito 14 Fugnano ‐ Belvedere ‐ Le mosse (UP10)
‐ Ambito 15 Fugnano (area produttiva) (UP10)
‐ Ambito 16 S.Chiara (UP10)
‐ Ambito 17 S.Lucia (UP10)
‐ Ambito 18 Attrezzature sportive, ricettive e ricreazionali (Parco di S.Lucia) (UP10)
‐ Ambito 19 Ex tabaccaia in loc. Casa alla terra (UP11)
‐ Ambito 20 Castel San Gimignano (UP4)
Gli ambiti di trasformazione sono distinti in quattro macrogruppi:
a. centro storico di San Gimignano (Ambito 12);
b. centri del sistema urbano provinciale e la frazione di Pancole (inserita nell’elenco degli aggregati di cui all’art. L8 c.5 del PTC) a prevalente funzione residenziale con evidenziazione dei tessuti storici e delle emergenze architettoniche puntuali ed eventuale individuazione del verde pubblico, degli impianti di interesse collettivo e delle aree di riqualificazione, delle indicazioni di verde urbano (Ambiti 1, 4, 5, 14, 16, 17, 20);
c. aree esistenti e in formazione a prevalente funzione produttiva (Ambiti 2, 6, 15);
d. zone di riqualificazione urbanistica e paesaggistica di aree degradate (Ambiti 3, 7, 8, 9, 10, 11, 19).
Il territorio rurale nel PS di San Gimignano è rappresentato dall’intero territorio comunale escluse le parti individuate come ambiti di trasformazione.
Per le loro specifiche caratteristiche, le “zone di riqualificazione urbanistica e paesaggistica di aree degradate”, pur ricadendo all’interno degli ambiti di trasformazione (Ambiti 3, 7, 8, 9, 10, 11, 19 di cui al punto “d” dell’elenco sopra richiamato), sono tuttavia riconosciute come zone di recupero e riqualificazione ubicate in territorio rurale e pertanto, ai sensi degli artt. 17 e 25 della L.R. 65/14, costituiscono potenziali ipotesi di trasformazioni al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato, per le quali sarà eventualmente necessario attivare la relativa conferenza di copianificazione prevista dalla legge regionale.
E’ opportuno precisare che la conferenza di copianificazione di cui all’art. 25 della L.R. 65/14 è necessaria esclusivamente nei casi di previsioni suscettibili di determinare impegno di suolo non edificato, ferme restando, nell’ambito della disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, le possibilità di recupero, riqualificazione e trasformazione del patrimonio edilizio esistente nel rispetto delle categorie di intervento e delle funzioni ammesse dallo strumento urbanistico comunale.
Sulla base di quanto sopra esposto, il Piano Operativo individua in fase di Avvio le seguenti ipotesi di trasformazione al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato:
‐ Ambito 3 ‐ Ex cartiera di San Galgano (UP21)
‐ Ambito 7 ‐ Fattoria di Larniano (UP6)
‐ Ambito 8 ‐ Area ex Niccolai in loc.Settefonti/Settefontino (UP13)
‐ Ambito 9 ‐ Ex azienda agricola Buonriposo (UP13)
‐ Ambito 10 ‐ Ex cementificio di Cellole in loc. Sferracavalli (UP13)
‐ Ambito 11 ‐ Area CMM in loc. Strada (UP10)
‐ Ambito 19 ‐ Ex tabaccaia in loc. Casa alla terra (UP11)
Le ipotesi sopra descritte dovranno essere puntualmente ed approfonditamente verificate in fase di redazione del PO, individuano e disciplinando gli eventuali interventi che comportino impegni di suolo agricolo e per i quali dovrà essere pertanto svolta la procedura di cui all’art. 25 della L.R. 65/14.
In tal senso, le previsioni di RU relative ai singoli ambiti, attualmente decadute, dovranno essere rivalutate criticamente in relazione al nuovo quadro normativo di riferimento ed agli obiettivi di governo del territorio individuati dall’Amministrazione comunale.
Al presente documento è allegata la cartografia di individuazione del perimetro del territorio urbanizzato ai sensi dell’art. 224 e delle ipotesi di trasformazione esterne a detto perimetro (polarità).
1.C PREVISIONE DEGLI EFFETTI TERRITORIALI ATTESI
Contestualmente alla redazione del presente Documento è predisposto il Documento Preliminare di VAS al quale si rinvia per una prima ricognizione dello stato delle risorse, degli effetti territoriali e ambientali attesi rispetto agli obiettivi individuati dall’AC e in relazione al quadro normativo e programmatorio vigente.
Rinviando alla lettura del Documento citato, riportiamo di seguito, uno stralcio relativo al cap.6 ‐ POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE:
La valutazione dei possibili effetti significativi sull’ambiente sarà sviluppata attraverso 2 diversi livelli di analisi:
valutazione qualitativa degli effetti ambientali: in questa prima fase, utilizzando lo strumento dell’analisi matriciale, saranno individuate le relazioni causa‐effetto delle previsioni con gli obiettivi specifici assunti come parametri di valutazione, esprimendo anche un giudizio qualitativo sulle caratteristiche dell’effetto atteso (effetto potenzialmente negativo, effetto potenzialmente positivo, effetto incerto), formulato attraverso il giudizio di esperti;
valutazione quantitativa degli effetti ambientali rilevanti: per gli effetti ambientali più significativi individuati nella prima fase, laddove possibile sarà approfondito il livello di analisi con l’obiettivo di arrivare a fornire una stima quantitativa dell’effetto atteso.
La valutazione qualitativa degli effetti
La valutazione avrà inizio partendo dagli obiettivi generali e specifici e dalle previsioni del Piano individuando gli effetti ambientali significativi, ovvero gli effetti da valutare, in relazione agli obiettivi di protezione ambientale assunti e ai relativi indicatori,. In generale, gli effetti significativi dovranno essere valutati su una scala territoriale adeguata e confrontati con opportune soglie basate su standard di
10 tolleranza dei sistemi ambientali (capacità di carico, impatti sulla qualità dell’aria) o standard di capacità dei servizi (in termini di disponibilità idriche, capacità di smaltimento dei rifiuti, ecc). Il processo di valutazione si tradurrà poi in “indicazioni di compatibilità o compensazione ambientale”.
E’ evidente come, nella fase di definizione e valutazione degli effetti ambientali, per alcuni aspetti prevale una certa discrezionalità: talvolta può risultare complessa e certamente non esaustiva l’individuazione degli effetti ambientali perlopiù indiretti legati ad un determinato intervento, per altri sono ormai disponibili riferimenti metodologici abbastanza condivisi e consolidati.
Un altro aspetto utile ai fini della valutazione è la definizione di standard di riferimento1 in rapporto ai quali verificare l’efficacia delle scelte ipotizzate. A tal proposito è però importante segnalare la difficoltà nel definire in modo univoco soglie di riferimento generali per ogni effetto ritenuto significativo. Infatti, poiché in taluni casi gli standard non presentano il carattere di efficacia richiesto, è opportuno mantenere una certa elasticità nella loro determinazione.
Nella
1 Gli standard di riferimento possono essere definiti a livello sia qualitativo che quantitativo, oppure possono risultare dalla composizione di un insieme di criteri, mediante i quali determinare la rilevanza di un dato effetto ambientale
tabella 1.1 sono comunque riportati alcuni riferimenti utili per la definizione degli standard in rapporto alle risorse e alla situazione territoriale. Tali riferimenti riguardano sia lo stato delle risorse sia le pressioni che si esercitano su di esse sia il livello di servizio che viene assicurato.
12 Tabella 1.1 ‐ Possibili riferimenti utili per la definizione degli standard ambientali per la valutazione
Obiettivi settoriali
Aria:
riduzione dei gas che contribuiscono all’effetto serra;
riduzione delle emissioni Acqua:
riduzione del livello di pressione delle sostanze inquinanti sulle risorse idriche;
riduzione del livello di prelievo delle acque per i diversi usi Natura e biodiversità:
tutela delle attività di conservazione della natura, del paesaggio e dei valori identitari del territorio
Suolo:
contenimento del consumo di suolo bonifica dei siti inquinati
Difesa del suolo:
prevenzione rischio idraulico ed idrogeologico;
diminuzione esposizione al rischio Energia:
contenimento dei consumi energetici.
Rumore
riduzione del livello di pressione sonora Rifiuti:
diminuzione della produzione dei rifiuti aumento della raccolta differenziata
aumento della quantità dei rifiuti recuperati Capacità di carico dei
sistemi ambientali con particolare riferimento alle Zone vulnerabili, Zone sensibili e Zone di criticità ambientale
Verifica della capacità di carico esaminando, dove pertinente, i seguenti fattori di crisi: zone di rischio idraulico e dissesto, zone di sovrasfruttamento delle falde, zone di inquinamento delle falde, zone di inquinamento acque superficiali zone di inquinamento atmosferico, zone che non gestiscono bene i rifiuti.
Standard di capacità dei servizi
Aria: garantire la coerenza con le misure di riduzione dell’inquinamento atmosferico definite in particolare con il piano regionale di rilevamento della qualità dell’aria.
Acqua: elevare il grado di riutilizzo delle acque reflue e il conseguente risparmio di nuova risorsa
Suolo: garantire che il consumo di nuovo suolo sia subordinato alla dimostrazione dell’impossibilità di utilizzare metodi di coltivazione differenti Difesa del suolo: garantire il rispetto delle esigenze di difesa del suolo espresse in particolare nella pianificazione di bacino
Energia: incentivare l’uso di sistemi, impianti macchinari a minor impatto
energetico
Rumore: incentivare l’uso di impianti e macchinari a minor emissione acustica Rifiuti: attuare azioni per il corretto recupero/smaltimento
L’individuazione degli effetti ambientali significativi verrà effettuata attraverso l’analisi matriciale, uno strumento operativo rivolto a fornire una rappresentazione sintetica dei risultati e dei processi di analisi.
Nella prima colonna della matrice verranno riportate le azioni previste dal piano; nella prima riga saranno invece richiamati gli effetti attesi legati ai temi prioritari per la valutazione ambientale (obiettivi di protezione ambientale). Gli indicatori, selezionati fra quelli appartenenti ad un set più ampio che risultano più appropriati in relazione al tipo e all'intensità dell'interazione delle previsioni, sono riportati nella.
Nella matrice saranno evidenziati gli effetti attesi significativi adottando i seguenti livelli di valutazione:
Nella matrice saranno evidenziati gli effetti attesi significativi adottando i seguenti livelli di valutazione:
1) effetto atteso potenzialmente positivo e comunque compatibile con il contesto ambientale di riferimento:
rilevante (▲▲) colore verde smeraldo;
significativo (▲) colore verde pisello;
2) effetto atteso potenzialmente negativo, per cui si rendono necessarie opportune misure di mitigazione:
rilevante (▼▼) colore rosso;
significativo (▼) colore arancione;
3) effetto ambientale atteso incerto; l’azione può avere effetti positivi o negativi a seconda delle modalità con cui viene realizzata ( colore giallo);
4) non è individuabile un effetto atteso significativo con ripercussioni dirette sull’aspetto ambientale considerato (casella bianca).
Tabella 1.2 - Esempio di matrice di valutazione degli effetti ambientali del Piano
AZIONE
OBIETTIVI SPECIFICI / EFFETTI ATTESI
Lotta ai processi di cambiamento climatico
Salvaguardia della natura e delle biodiversità
Tutela dell'ambiente e della salute
Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti
Riduzione emissioni di CO2 Razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici Mantenimento e recupero dell’equilibrio idrogeologico Tutela delle aree naturali di pregio Riduzione della popolazione esposta ad inquinamento atmosferico e acustica Riduzione della produzione di rifiuti, e diminuzione quantitativi conferiti in discarica Contenimento del consumo di suolo Tutela qualità delle acque ed uso sostenibile della risorsa idrica
Azione 1 ▼ ▲ ▼ ▲ ▼ ▼ ▲
Azione 2 ▲ ▲
Effetto con esito incerto Effetto rilevante potenzialmente positivo Effetto significativo potenzialmente negativo Effetto nullo Effetto significativo potenzialmente positivo Effetto rilevante potenzialmente negativo
14 La valutazione quantitativa degli effetti rilevanti
Per quanto riguarda alcuni aspetti, cioè quelli per i quali sarà possibile una quantificazione (presumibilmente rappresentati dalla risorsa idrica, dal consumo di suolo e dalla produzione di rifiuti), verrà effettuata una stima dei fabbisogni in modo che questa possa essere confrontata con le reali disponibilità per apprezzarne gli effetti.
Problemi specifici rispetto alle aree di particolare rilevanza ambientale potenzialmente interessate dal Piano
Saranno costruite specifiche elaborazioni che permetteranno di verificare eventuali situazioni di interferenza tra le criticità individuate al capitolo e gli ambiti territoriali che potenzialmente potrebbero essere interessati.
2.
QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO
2.A QUADRO CONOSCITIVO ESISTENTE
Il quadro conoscitivo attualmente a disposizione dell’Amministrazione Comunale è il seguente:
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, PIANI E STUDI DI SETTORE
‐ Piano Strutturale approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n.40 del 06 giugno 2007 e successiva deliberazione n.78 del 30 novembre 2007;
‐ Piano Territoriale della Provincia di Siena approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 124 del 14 dicembre 2011;
‐ Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana con valore di Piano Paesaggistico approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n.37 del 27 febbraio 2015;
‐ Banche dati dei Sistemi Informativi Territoriali (SIT) regionali, provinciali e comunali;
‐ Piano di Bacino del fiume Arno (P.A.I.), Stralcio relativo alla riduzione del “Rischio idraulico” e “Stralcio Assetto Idrogeologico” (2004);
‐ Piano provinciale di bonifica delle aree inquinate (2006);
‐ Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati (2001);
‐ Piano energetico provinciale (2003);
‐ Piano Comunale di Classificazione Acustica (Del.C.C. n.79 del 26.11.2004);
‐ Piano di Rete per Telefonia Mobile contenente la disciplina per l’installazione degli impianti di radiocomunicazione (Del.C.C. n.78 del 21.11.2003)
‐ Piano Quaroni: piano particolareggiato per il centro storico di San Gimignano del Prof. Arch. Ludovico Quaroni (1985);
‐ Elenco degli edifici esistenti in zona agricola di particolare valore culturale e ambientale (1986);
‐ Studi costituenti il quadro conoscitivo delle indagini geologico‐tecniche.
REGOLAMENTO URBANISTICO
Il Regolamento Urbanistico ha approfondito ed integrato il quadro conoscitivo del Piano Strutturale attraverso i seguenti studi e le indagini:
‐ l’aggiornamento della cartografia di base 1:2000 riferita ai centri urbani (volo agosto 2007);
‐ aggiornamento della cartografia di base 1:10.000 riferita a tutto il territorio comunale (sulla base dell’ortofocarta ricavata dal volo AGEA 2007)
‐ la revisione ed integrazione della schedatura e la classificazione del patrimonio edilizio rurale esistente;
‐ l’analisi del tessuto urbano ed il rilievo fotografico del capoluogo e delle frazioni;
‐ le indagini geologiche e idrologico‐idrauliche;
‐ l’adeguamento della carta dell’uso del suolo per le aree agricole;
‐ la definizione ed aggiornamento del quadro dei vincoli;
‐ l’aggiornamento delle emergenze del paesaggio agrario e delle emergenze naturali costituenti elementi di invarianza per il PS.
Costituiscono il quadro conoscitivo del Regolamento Urbanistico i seguenti elaborati:
‐ Q1 ‐ Cartografia storica: catasto leopoldino 1823 – scala 1:5.000
‐ Q2 ‐ Ortofotocarta (volo AGEA 2007) – scala 1:10.000
‐ Q3 ‐ Carta dei vincoli e viabilità storica ‐ scala 1: 10.000
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‐ Q4 ‐ Rilievo urbanistico e atlante fotografico dei centri urbani – scala 1: 2.000
‐ Q5 ‐ Rilievo urbanistico e atlante fotografico delle aree soggette a trasformazione ubicate in zona agricola – scala 1: 2.000
INDAGINI GEOLOGICO‐TECNICHE
‐ PI1 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Gimignano) ‐ scala 1:2000
‐ PI2 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Santa Chiara ‐ Santa Lucia ‐ Mulinaccio) ‐ scala 1:2000
‐ PI3 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000
‐ PI4 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Benedetto Basso ‐ Pancole) ‐ scala 1:2000
‐ PI5 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Larniano ‐ Villa Buon Riposo ‐ Sferracavalli ‐ Settefonti) scala 1:2000
‐ PI6 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (San Galgano ‐ Ulignano) ‐ scala 1:2000
‐ PI7 ‐ Carta delle aree a pericolosità idraulica (Zona Industriale Cusona ‐ Castel S.Gimignano – Casa La Terra) ‐ scala 1:2000
‐ PG1 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Gimignano) ‐ scala 1:2000
‐ PG2 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Santa Chiara ‐ Santa Lucia ‐ Mulinaccio) – scala 1:2000
‐ PG3 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000
‐ PG4 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Benedetto Basso ‐ Pancole) ‐ scala 1:2000
‐ PG5 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Larniano ‐ Villa Buon Riposo ‐ Sferracavalli ‐ Settefonti) ‐ scala 1:2000
‐ PG6 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (San Galgano ‐ Ulignano) ‐ scala 1:2000
‐ PG7 ‐ Carta delle aree a pericolosità geomorfologica (Zona Industriale Cusona ‐ Castel S.Gimignano– Casa La Terra) ‐ scala 1:2000
‐ PS1 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (San Gimignano) ‐ scala 1:2000
‐ PS2 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (Santa Chiara ‐ Santa Lucia ‐ Mulinaccio) ‐ scala 1:2000;
‐ PS3 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000;
‐ PS4 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (San Benedetto Basso ‐ Pancole)‐ scala 1:2000
‐ PS5 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (Larniano ‐ Villa Buon Riposo ‐ Sferracavalli ‐ Settefonti) ‐ scala 1:2000
‐ PS6 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (San Galgano ‐ Ulignano) – scala 1:2000;
‐ PS7 ‐ Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale ‐ ZMPSL (Zona Industriale Cusona ‐Castel S.Gimignano – Casa La Terra) ‐ scala 1:2000
‐ F1 ‐ Carta della fattibilità (Capoluogo) ‐ scala 1:2000
‐ F2 ‐ Carta della fattibilità (Santa Lucia ‐ Cusona) ‐ scala 1:2000;
‐ F3 ‐ Carta della fattibilità (Ulignano – Pancole – Castel San Gimignano) ‐ scala 1:2000;
‐ F4 ‐ Carta della fattibilità (Badia a Elmi) ‐ scala 1:2000
RELAZIONE DI MONITORAGGIO DEL R.U. ai sensi art. 95 comma 14 L.R. 65/14 – febbraio 2015
2.B RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO TERRITORIALE
La L.R. 65/14 definisce il Patrimonio Territoriale come l’insieme delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione fra ambiente naturale e insediamenti umani, di cui è riconosciuto il valore per le generazioni presenti e future. Il patrimonio territoriale è costituito, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 65/14, da:
a) la struttura idrogeomorfologica;
b) la struttura ecosistemica;
c) la struttura insediativa;
d) la struttura agroforestale;
e) il patrimonio culturale costituito dai beni culturali e paesaggistici.
Il PIT‐PPR approvato con DCR 37/2015 declina il patrimonio territoriale di cui ai precedenti punti a), b), c) e d) attraverso le quattro invarianti strutturali che costituiscono lo Statuto del Piano.
Il Patrimonio di cui al punto e) comprende i beni individuati ai sensi del D.Lgs 42/2004 ed è tutelato dalla specifica disciplina del PIT‐PPR (Beni paesaggistici – Elaborati da 1B a 8B e relativi allegati).
Tali beni sono distinti in:
‐ Immobili ed aree di notevole interesse pubblico ai sensi art. 136 D. Lgs 42/04 (Zona circostante il centro monumentale di San Gimignano G.U. 17.04.1965).
‐ Aree tutelate per legge ai sensi art. 142 D.Lgs 42/04 (territori contermini ai laghi; fiumi, torrenti e corsi d’acqua; i parchi e le riserve nazionali e regionali; i territorio coperti da foreste e boschi; le zone di interesse archeologico).
Nell’adeguamento della parte statutaria del P.S. e nella redazione del P.O. si farà riferimento puntuale alla disciplina definita dal PIT‐PPR relativamente a tali beni e componenti, che saranno oggetto di specifici approfondimenti relativi all’ambito comunale, con particolare riferimento alla Scheda d’Ambito 09 Val d’Elsa ed alla disciplina dei beni paesaggistici presenti nel territorio comunale.
Il Piano Strutturale di San Gimignano, attraverso lo Statuto del Territorio, definisce le risorse del territorio, detta indirizzi per la gestione orientandone l’uso secondo criteri di equità distributiva, di risparmio, di trasformazione controllata e tale da non comportarne distruzione, danno o riduzioni significative e irreversibili.
Lo Statuto del territorio quale definito all’art. 5 delle Norme di P.S. è l’insieme dei principi, delle regole e degli indirizzi programmatici da attivare per garantire la valorizzazione, la tutela delle risorse e i livelli prestazionali delle funzioni individuate dal Piano.
Lo Statuto del Territorio di P.S., sulla base del Quadro Conoscitivo ed attraverso la sua articolazione in Invarianti Strutturali, Sistemi e Sub sistemi ed Unità di Paesaggio, contiene gli elementi per una prima individuazione delle componenti del Patrimonio Territoriale come definito dalla L.R. 65/14, in coerenza con i contenuti a gli obiettivi del PIT‐PPR.
In particolare, si fa riferimento ai seguenti elaborati di P.S:
QUADRO CONOSCITIVO
‐ Q01 Fasce altimetriche 1:25.000
‐ Q02 Rappresentazione tridimensionale del territorio con idrografia e bacini idrografici 1:25.000
‐ Q03/a ‐ Q03/b Ortofotocarta volo 1954 1:10.000
‐ Q04/a ‐ Q04/b Ortofotocarta volo 1998 1:10.000
‐ Q05/a ‐ Q05/b Ortofotocarta volo 2002 1:10.000
‐ Q06/a – Q06/b Carta della viabilità – Class. stradale ai sensi del Nuovo Codice della Strada 1:10.000
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‐ Q07/a ‐ Q07/b Sistema insediativo sparso e viabilità storica (1823 – 1937) 1:10.000
‐ Q08 Carta dei vincoli sovraordinati 1:25.000
‐ Q09/a ‐ Q09/b Tipi forestali ed emergenze vegetazionali 1:10.000
‐ Q10/a – Q10/b Uso del suolo del territorio rurale 1:10.000 Q11 Rilievo urbanistico del capoluogo e delle frazioni maggiori:
‐ Q11/a San Gimignano Nord 1:2000
‐ Q11/b San Gimignano Sud 1:2000
‐ Q11/c Pancole 1:2000
‐ Q11/d Ulignano 1:2000
‐ Q11/e ‐ Q11/f S.Lucia 1:2000 ‐ Castel San Gimignano 1:2000
‐ Q11/g Badia a Elmi 1:2000
‐ Q11/h Cusona 1:2000
‐ Q12 Carta dei punti di fragilità 1:25.000 (Allegato del “Rapporto sullo stato dell’ambiente”) INDAGINI GEOLOGICHE
‐ G1/a Carta geolitologica 1:10.000
‐ G1/b Carta geolitologica 1:10.000
‐ G1/c Sezioni geolitologiche 1:10.000
‐ G2/a Carta geomorfologica 1:10.000
‐ G2/b Carta geomorfologica 1:10.000
‐ G3/a Carta litotecnica e dei sondaggi e dati di base 1:10.000
‐ G3/b Carta litotecnica e dei sondaggi e dati di base 1:10.000
‐ G4/a Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche 1:10.000
‐ G4/b Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche 1:10.000
‐ G5/a Carta delle pendenze 1:10.000
‐ G5/b Carta delle pendenze 1:10.000
‐ G6/a Carta della giacitura degli strati 1:10.000
‐ G6/b Carta della giacitura degli strati 1:10.000
‐ G7/a Carta della stabilità potenziale dei versanti 1:10.000
‐ G7/b Carta della stabilità potenziale dei versanti 1:10.000
G8/a Carta della stabilità potenziale integrata dei versanti 1:10.000 (Allegato 4 del PTC Provincia di Siena) G8/b Carta della stabilità potenziale integrata dei versanti 1:10.000 (Allegato 4 del PTC Provincia di Siena) G09/a Carta idrogeologica e della vulnerabilità degli acquiferi 1:10.000 (Allegato 1 del PTC Provincia di Siena)
G09/b Carta idrogeologica e della vulnerabilità degli acquiferi 1:10.000 (Allegato 1 del PTC Provincia di Siena)
‐ G10/a Carta della pericolosità 1:10.000
‐ G10/b Carta della pericolosità 1:10.000
‐ G11/a Carta della pericolosità idraulica 1:10.000
‐ G11/b Carta della pericolosità idraulica 1:10.000 PROGETTO
‐ P01.1 Sistemi e sub‐sistemi ambientali 1:25.000
‐ P01.2 Sistemi e sub‐sistemi ambientali: articolazione dei caratteri morfologici, geo‐pedologici e dell’uso del suolo 1:25.000
‐ P02 Sistemi territoriali: unità di paesaggio e strutture insediative 1:25.000 RELAZIONI
‐ Relazione di Piano
‐ Relazione Agronomica
‐ Relazione Forestale
‐ Relazione Geologica e geologico ‐ tecnica
‐ Norme di Piano ‐ Schede per Unità di Paesaggio
Nel processo di formazione del nuovo Piano Operativo e di adeguamento del Piano Strutturale, gli studi e gli elaborati sopra descritti saranno oggetto di specifico aggiornamento ed approfondimento, in coerenza con il quadro conoscitivo ed i contenuti statutari degli strumenti di pianificazione territoriale sovra comunale vigenti quali:
‐ Piano Territoriale della Provincia di Siena approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 124 del 14 dicembre 2011;
‐ Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana con valore di Piano Paesaggistico approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n.37 del 27 febbraio 2015.
2.C STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE
Il Comune di San Gimignano è dotato di Piano Strutturale approvato con Del. C.C. n. 78 del 30.11.2007 e Regolamento Urbanistico approvato con Del. C.C. n. 101 del 22.12.2009. Entrambi gli strumenti sono stati approvati ai sensi della L.R. 1/05 e smi.
Successivamente gli strumenti di pianificazione comunale sono stati oggetto delle seguenti varianti:
‐ Variante al RU di rettifica di errori materiali e/o refusi, approvata con Del. C.C. n. 63 del 31.07.2012;
‐ Variante al RU per la riqualificazione del complesso sociosanitario di S. Fina, approvata con Del. C.C.
n. 47 del 30.07.2013;
‐ Variante semplificata ex art. 30 L.R. 65/14 al P.S. ed al R.U. per il recepimento dell’accordo di valorizzazione dell’ex convento ed ex carcere di San Domenico, approvata con Del. C.C. n. 3 del 20.01.2017.
Nel febbraio 2015, in occasione della scadenza del primo quinquennio di efficacia del RU, la struttura tecnica comunale ha predisposto una Relazione di Monitoraggio del Regolamento Urbanistico ai sensi dell’art. 95 comma 14 della L.R. 65/14, contenente la ricognizione dettagliata dello stato di attuazione della pianificazione.
Tale ricognizione costituisce riferimento fondamentale per i successivi approfondimenti che costituiranno supporto alle scelte di P.S. e di P.O., sia in termini di dimensionamento delle funzioni che di localizzazione delle stesse.
Rinviando alla consultazione della Relazione di Monitoraggio per l’analisi di dettaglio dello stato di attuazione delle previsioni, evidenziamo in questa sede alcuni dati generali emergenti dalla ricognizione del febbraio 2015:
a) Nel primo quinquennio del RU sono stati approvati tre Piani Attuativi:
‐ Il PEEP “Comparto TRr14_1 Belvedere”, in loc. Belvedere (Del. C.C. n. 45 del 2.07.2014);
‐ Il Piano di Recupero di iniziativa pubblica del complesso sociosanitario di S. Fina (Del. C.C. n. 82 del 16.10.2014);
‐ Il Piano di Recupero di iniziativa privata “Podere le Verzure” in loc. Libbiano (Del. C.C. n. 29 del 28.05.2013).
20 b) Rispetto al dimensionamento complessivo relativo al primo quinquennio di RU, peraltro inferiore al 50% del dimensionamento generale di PS per quanto riguarda la funzione residenziale, il bilancio degli interventi attuati o in fase di attuazione è il seguente:
‐ Relativamente agli interventi di trasformazione previsti dalle Schede dell’Allegato N1A sono stati realizzati circa 1.570 mq di SUL (tutti residenziali) a fronte di previsioni non attuate per 200.334 mq;
‐ Relativamente agli interventi puntuali in zona agricola previsti dalle Schede dell’Allegato N1B sono stati realizzati o sono in fase di realizzazione circa 3.715 mq di SUL, a fronte di previsioni non attuate per circa 6.426 mq;
‐ Relativamente agli standard urbanistici, sono stati realizzati circa 15.711 mq di spazi e servizi pubblici, prevalentemente aree a parcheggio ed a verde ubicate nel capoluogo e nelle frazioni di Badia a Elmi, Ulignano e Castel S. Gimignano (a fronte di previsioni di RU per 295.326 mq).
Dai dati disponibili emerge quindi una percentuale di attuazione delle previsioni molto ridotta rispetto al dimensionamento complessivo del primo RU, ed in generale del PS. E’ da evidenziare in particolare come siano rimaste totalmente inattuate le previsioni relative alle attività non residenziali (turistico ricettive, direzionali e di servizio, commerciali ed artigianali‐industriali).
In sede di formazione del PO e della variante di adeguamento del PS dovranno essere effettuati specifici approfondimenti, anche in aggiornamento del quadro conoscitivo disponibile, per verificare le ragioni della mancata attuazione degli interventi, individuare le criticità esistenti e/o intercorse (certamente non interamente riconducibili alla crisi economica), e rivalutare le scelte alla luce dei nuovi obiettivi di governo del territorio.
2.D INTEGRAZIONI DA SVOLGERE
ASPETTI URBANISTICI
Sulla base degli elementi del Quadro Conoscitivo esistente, si rende opportuno approfondire ed integrare alcuni elementi finalizzati alla definizione delle strategie territoriali di P.S. e P.O., con particolare riferimento a:
a) analisi delle dinamiche demografiche e socioeconomiche del territorio comunale;
b) verifica dello stato qualitativo e quantitativo degli standard urbanistici e dei servizi di interesse collettivo;
c) analisi degli aspetti infrastrutturali e della mobilità urbana e territoriale;
d) ricognizione della tipologia e della distribuzione delle funzioni e delle destinazioni d’uso presenti in ambito urbano e rurale;
e) monitoraggio dei dati della domanda ed offerta di edilizia residenziale sociale;
f) monitoraggio dello stato di attuazione del RU comunale, compresi Piani Attuativi ed interventi diretti, rivolto anche alla valutazione qualitativa dei processi di gestione e trasformazione, ed alla individuazione di eventuali criticità da superare;
g) aggiornamento ed integrazione del quadro conoscitivo del patrimonio edilizio esistente, finalizzato ad individuare appropriate strategie e modalità di recupero/rigenerazione;
h) individuazione delle aree di degrado ai sensi art. 123 co. 1 L.R. 65/14;
i) ricognizione delle previsioni ricadenti all’interno delle pertinenze dei BSA individuati dal PTCP di Siena al fine di previste dall’art. 13.14 della Disciplina del PTCP;
j) ricognizione ed aggiornamento delle aree soggette a vincoli di carattere paesaggistico e derivanti da norme sovraordinate;
k) verifica delle relazioni ambientali, infrastrutturali, insediativi, socioeconomiche con i comuni contermini al fine di prefigurare strategie ed indirizzi comuni.
Tali approfondimenti ed integrazioni costituiranno supporto conoscitivo indispensabile per la redazione della proposta di Variante al P.S. e del nuovo P.O.
ASPETTI GEOLOGICI ‐IDRAULICI 2
Al fine di redigere le Carte di Fattibilità, vero e proprio strumento operativo di carattere geologico contenuto nel Piano Operativo, è necessario aggiornare il quadro conoscitivo rappresentato dalle cartografie di base (geologica, geomorfologica, litotecnica) integrandolo con le tematiche di recente introduzione (microzonazione sismica) prevenendo quindi alle nuove carte di pericolosità, riferite agli aspetti geologici, sismici ed idraulici.
Nel dettaglio, l'aggiornamento riguarderà in primo luogo gli aspetti prettamente geologici, e sarà perseguito integrando i dati già contenuti nel precedente Piano Strutturale e nei vari atti di Governo del Territorio con la Cartografia Geologica Regionale. La coerenza tra le varie cartografie disponibili sarà verificata e validata con specifici sopralluoghi di campagna, che condurranno alla redazione della nuova Carta Geologica.
Gli aspetti geomorfologici, che sono quelli che maggiormente interessano le criticità dei rilievi, saranno verificati e aggiornati a partire dalle conoscenze disponibili nel Piano Strutturale vigente, dagli esiti degli interventi di messa in sicurezza e stabilizzazione di dissesti eseguiti dall'Amministrazione Comunale e da soggetti privati, dalle relazioni geologiche depositate a supporto degli interventi edilizi o di sistemazione ambientale presso gli Uffici Tecnici comunali, nonché dal confronto con le Banche Dati pubbliche disponibili (Regione Toscana, PAI, IFFI). Per la verifica dello stato di attività dei fenomeni franosi saranno utilizzati, oltre al rilevamento di dettaglio di campagna, i dati disponibili nel Portale Cartografico Nazionale del Ministero dell'Ambiente relativi ai dati satellitari di interferometria SAR (Permanent Scatterers), che permettono di valutare gli spostamenti di bersagli fissi nel tempo (di norma edifici) tramite segnali di telerilevamento satellitare.
Una volta completato, il nuovo assetto geomorfologico del territorio comunale sarà sottoposto agli Enti sovraordinati e di controllo (Regione Toscana, Distretto Idrografico dell'Appennino Settentrionale), al fine di ottenere un quadro conoscitivo condiviso e validato.
Le forme del territorio ed in particolare l'acclività dei versanti saranno definite a partire dai dati LIDAR (voli 2008, ove disponibili) messi a disposizione dalla Regione Toscana, attraverso la realizzazione di un modello digitale del terreno (DTM) da cui estrapolare curve di livello con equidistanza non superiore ad 1 m.
Saranno inoltre approfonditi gli aspetti connessi alla tutela della risorsa idrica sotterranea, alla sua esposizione, nonché alla sua regimazione nelle aree depresse, al fine di valutarne le criticità in relazione alle attività previste dal Piano Operativo.
Come previsto dalla D.P.G.R. 2011/R/53 gli aspetti sismici del territorio saranno definiti attraverso uno studio di microzonazione sismica che estenderà a tutte le zone del territorio urbanizzato ed a quelle interessate da future trasformazioni urbanistiche gli studi già realizzati a supporto del Regolamento
2 A cura Geoprogetti
22 Urbanistico: tale studio sarà basato sull'acquisizione del maggior numero di indagini geognostiche, estrapolate dalle indagini geologiche depositate presso gli Uffici tecnici comunali a supporto degli interventi edilizi e da qualunque altro studio a disposizione dell'Amministrazione Comunale. I dati saranno organizzati in un database spaziale tramite software GIS che permetterà l'analisi delle caratteristiche litotecniche ed elastiche dei depositi superficiali, rappresentate nella Carta Litotecnica e delle Indagini.
Le varie indagini sismiche permetteranno la definizione delle Frequenze fondamentali dei depositi, da cui sarà possibile estrapolare la Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS): tale carta sarà redatta in attuazione dell'O.P.C.M. 3907/2010, degli Indirizzi e Criteri di Microzonazione Sismica (Dipartimento Nazionale di Protezione Civile) e delle Specifiche Tecniche per la redazione degli Studi di Microzonazione Sismica della Regione Toscana (Del.G.R.T. 971/2013, aggiornamento 2015).
Il quadro conoscitivo così aggiornato, integrato con gli studi idrologico‐idraulici, condurrà alla redazione delle Carte di Pericolosità Geologica, Sismica ed Idraulica.
Nella Carta della Pericolosità Geologica, in attuazione del punto B.3 dell'Allegato 1 alla DPGR 2011/R/53, saranno valutati gli aspetti geologici, stratigrafici, giaciturali, litotecnici e geomorfologici del territorio e saranno ricondotti alle 4 Classi di Pericolosità definiti nello stesso Regolamento Regionale.
La Carta della Pericolosità Sismica sarà redatta in coerenza con quanto indicato al punto C.5 dell'Allegato 1 alla D.P.G.R: 2011/R/53 e rappresentata individuando 4 Classi di Pericolosità.
Le criticità idrauliche del territorio saranno rappresentate nella Carta della Pericolosità Idraulica dove, per le aree interessate da studi idrologico‐idraulici, saranno riprese le perimetrazioni delle aree potenzialmente allagabili in funzione dei tempi di ritorno verificati (30, 200 anni) e ricondotte alle Classi di Pericolosità definite al punto C.2 dell'Allegato 1 alla DPGR/R/53. Per le aree di pianura o fondovalle non studiate, la pericolosità sarà definita sia in relazione alle caratteristiche morfologiche del territorio rispetto ai corsi d'acqua che posso determinare rischio idraulico, sia in riferimento ad episodi storici di inondazione.
Tali valutazioni saranno estese, per quanto possibile, al Reticolo Idrografico e di Gestione approvato dalla Regione Toscana (L.R. 79/2012, DCRT n.9/2015).
Specifici approfondimenti saranno svolti in relazione alle criticità idrogeologiche emerse nello studio geologico, con particolare riguardo alla Tutela della Risorsa Idrica sotterranea.
A completamento del lavoro saranno redatte le Carte di Fattibilità, in cui per le diverse zone urbanistiche e per i diversi interventi di trasformazione saranno definite le condizioni alla loro realizzazione:
tali cartografie saranno redatte in attuazione dei punto 3.1 e 3.2 dell'Allegato 1 alla DPGR 2011/R/53.
Nel caso in cui per alcuni comparti fossero previste schede monografiche, saranno fornite le specifiche valutazioni geologiche ed idrauliche, con le conseguenti condizioni e/o limitazione alla realizzazione degli interventi.
Per il territorio aperto sarà redatta una matrice di correlazione tra le Classi di Pericolosità e gli interventi previsti dal Piano Operativo, dalla quale sarà possibile definire la Classi di Fattibilità corrispondente.
Tutti gli elaborati saranno restituiti alla Scala 1:10.000, salvo le Carte di Fattibilità che seguiranno il formato e la scala scelta per la rappresentazione delle diverse zone Urbanistiche.