Attualità – Pag. 12 06 marzo 2007
Personal e stampanti nuova miniera d’oro
Scoperta una nuova miniera d’oro. Non si trova sottoterra, ma nei telefonini, nei computer e nelle stampanti. E alcuni ricercatori dell’Università di Cagliari hanno trovato il modo di estrarlo senza mettere a repentaglio salute umana e ambiente. «Ricavare l’oro e il rame dai rifiuti elettronici non è una novità - ha spiegato Paola Deplano, docente al Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica dell’Università di Cagliari, che ha condotto lo studio - ma noi siamo riusciti a creare un nuovo reagente che promette di estrarre metalli nobili in modo ecologico ed economico». Un metallo nobile è quello che non si scioglie quando viene attaccato da un acido corrosivo, e che riesce a restare integro anche sotto l'azione del tempo e degli agenti atmosferici. L'oro è uno di questi, ed è utilizzato come conduttore in molte parti elettroniche di computer e altre apparecchiature. A contenerlo sono soprattutto le schede dei computer, ma anche i cellulari, con le Sim card e le cartucce della stampante serbano un buon quantitativo del metallo prezioso. Il processo messo a punto dagli scienziati cagliaritani impiega un reagente dal nome complesso, ditiossamide ciclica con iodio, ma funziona in modo semplice. I componenti elettronici da cui ricavare oro e rame vengono prima messi in contatto con acido cloridrico che scioglie i metalli non nobili. Si passa poi a una soluzione di ammoniaca e acqua ossigenata - che permette di isolare il rame - e infine si arriva alla soluzione del reagente e acetone. Alla fine di questo processo si ritroveranno in sospensione le particelle d’oro, con una purezza del 95 per cento. «Da una Sim card di circa 400 milligrammi, riusciamo a ricavare circa mezzo milligrammo d’oro» ha spiegato la Deplano. E questo reagente così efficace non è aggressivo né cancerogeno, a differenza di altre sostanze usate in procedimenti simili. Le parti elettroniche del computer che contengono più oro sono senza dubbio, a detta dei ricercatori, i contatti esposti - quelli, per intenderci, dove si infilano gli spinotti - che anche a occhio nudo rivelano la presenza dell’oro, oltre alle schede della memoria Ram e del modem. Anche l’attacco del carica batteria di un cellulare è una bella miniera e, a sorpresa, lo è anche la linguetta di plastica che strappiamo e che gettiamo via prima di installare la cartuccia della stampante. «Quella è senza dubbio la fonte d’oro più ricca. Ci sono circa 5 milligrammi di oro per 350 grammi di plastica. E anche 125 milligrammi di rame» ha infatti rivelato la studiosa, precisando inoltre che, mediamente, da una scheda elettronica del peso di 20 grammi si ottengono circa 10 milligrammi di oro, e in generale almeno il 75 per cento di tutto l’oro contenuto. A prima vista si tratta di cifre davvero esigue. Che però possono diventare importanti se si considera che ogni anno solo in Europa vengono smaltiti otto milioni di rifiuti elettronici di vario genere. Inoltre la scoperta messa a punto dai ricercatori cagliaritani offre anche una soluzione ecologica per lo smaltimento di questi prodotti che, attualmente, vengono inviati sotto forma di donazioni in Africa oppure in immense discariche indiane e cinesi.
Stefano Pisani