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IL PRESIDENTE NAPOLITANO INCONTRA CARITAS ITALIANA Bene comune e lotta alla povertà, impegni da rilanciare
“Occorre inserire nell’agenda politico-sociale del Paese la questione povertà, che troppo spesso emerge solo dentro e dietro la questione sicurezza”. È quanto sottolineato oggi dal Presidente di Caritas Italiana, S.E. Mons. Francesco Montenegro, che insieme al direttore mons. Vittorio Nozza è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica.
“Questo vuol dire – ha aggiunto il Vescovo denunciando il progressivo indebolirsi della coscienza pubblica e l’esigenza di rimettere il bene comune al centro delle scelte future - costruire un Piano nazionale di contrasto alla povertà, come segno di una mobilitazione non solo istituzionale, ma anche sociale, puntando alla costruzione di politiche di giustizia che diano strutturalmente dignità a chi fa più fatica”.
Al Presidente Napolitano - nel sottolineare il radicamento territoriale delle Caritas a livello diocesano e parrocchiale e la costante ricerca di dialogo e confronto con le Istituzioni e gli Enti locali sempre nell’ottica del bene comune - sono state presentate alcune attenzioni prioritarie.
In particolare – come emerso dal VII Rapporto sulla Povertà in Italia “Rassegnarsi alla povertà?”, curato da Caritas Italiana e Fondazione Emanuela Zancan di Padova, che da anni condividono l’impegno pedagogico e culturale di analisi dei fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale - sono state segnalate:
▪ l’assenza di politiche di contrasto, organiche e strutturali, al fenomeno povertà;
▪ la necessità di operare un cambio di prospettiva nella spesa sociale, passando dai trasferimenti monetari (comunque inadeguati, data l’assenza di una misura universalistica di sostegno al reddito in caso di povertà dei singoli e delle famiglie) all’offerta di servizi, nonché dalla gestione centrale delle risorse per l’assistenza sociale, a forme di gestione regionale e locale, con un’attenzione significativa al tema delle disparità territoriali, che al momento attuale ovviamente penalizzano i cittadini del Meridione;
▪ l’urgenza di politiche di sostegno alle famiglie che vedono crescere insicurezza e rischio di povertà;
▪ l’attenzione prioritaria al tema lavoro, per far fronte sia alla piaga della disoccupazione giovanile, sia al dramma di chi perde l’occupazione e rischia di rimanere fuori per sempre dal mondo del lavoro.
In margine alla questione povertà/esclusione, sono state infine evidenziate alcune preoccupazioni circa:
l’insufficienza dell’attuale normativa sull’immigrazione, orientata più al controllo del fenomeno che ad una prospettiva di integrazione;
la mancata regolamentazione legislativa per i richiedenti asilo, che non fa onore al nostro Paese, nonostante pratiche di accoglienza consolidate e organizzate;
la persistente strumentalizzazione delle condizioni di marginalità nel dibattito – spesso scomposto – sul tema sicurezza, che comporta una spirale di carcerizzazione come unica alternativa alla costruzione di un sistema di protezione sociale, rendendo così lettera morta il dettato costituzionale relativo alla rimozione degli “ostacoli di ordine economico sociale”(art. 4).
Roma, 09 aprile 2008