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Storia della città di Lucca

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Academic year: 2021

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Storia della città di Lucca

Introduzione

Nel volto odierno della città si possono distinguere alcuni momenti fondamentali della storia urbana della città: la città romana, la città dell’alto medioevo insediata su quella romana, ma già allargata fuori le mura; la completa ricostruzione di periodo comunale e la costruzione di mura su nuovo perimetro; l’ampliamento a nord-est, stabilito secondo un piano preciso e corrispondente alla costruzione di nuove mura già nel secolo XV. In questi vari tempi, i principali elementi urbani vennero ad avere una varietà e una complessità di funzioni, mentre anche l’impianto delle successive cerchie murarie fu strettamente legato alla genesi e all’assetto dell’agglomerato urbano; ed è seguendo appunto l’evoluzione delle mura a protezione della città che meglio si coglie lo sviluppo urbanistico.

Origine

Sono state avanzate ipotesi di precedenti stanziamenti liguri, anche sulla base del nome luk , radice celto-ligure significante “luogo paludoso”. Ma il problema della formazione e dello sviluppo non consente di essere impostato se non partendo, per rilevanza di documentazione

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archeologica, dal periodo romano.

Città romana

Il luogo di fondazione, che secondo molti fu un’isola fluviale del fiume Serchio, evitò la parte inferiore dell’antica piattaforma lacustre e del golfo marino che dette origine alla piana, ed evitò anche l’accostamento ai gruppi montuosi che la delimitano tenendo conto indubbiamente di tutto un complesso di fattori di difendibilità e sicurezza, di facilità di comunicazioni fluviali e terrestri, di edificabilità, di abitabilità strettamente connessi con l’aspetto idrografico e con l’assetto del territorio dell’epoca.

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Colonia latina nel 180 a. C. ebbe statuto di Municipium che consentiva una certa autonomia amministrativa.

La città romana, edificata in pianura ebbe la possibilità di uno sviluppo urbano secondo linee e forme geometricamente regolari: sostanzialmente un quadrilatero di circa 500m (lati nord e sud) per 650m (lati est e ovest), con uno sviluppo della cinta muraria per più di due chilometri. Questa prima cinta del II secolo a.C., consisteva in un recinto quadrangolare di otto o nove metri di altezza, costruito ad opus quadratum con blocchi di pietra tufacea disposti regolarmente. La città era edificata, com’era consuetudine romana, secondo l’intelaiatura di strade parallele alle principali, il cardo e il decumano, che la tagliavano in quattro settori e si incrociavano nel foro, l’attuale Piazza San Michele. In corrispondenza delle stesse si aprivano nella mura le quattro porte di ingresso alla città.

L’Alto Medioevo

Il passaggio urbanistico dell’assetto romano a quello medievale fu opera di successivi interventi nel tempo, tra la dominazione longobarda e la nascita del Comune. La nuova cinta muraria conseguentemente ebbe una lunga genesi, in connessione con il costituirsi dell’abitato fuori le mura. Con il Regno dei Longobardi Lucca divenne capitale del più importante ducato della Toscana, sede di un dux-iudex (duca-giudice) che aveva giurisdizione su un vastissimo territorio e risiedeva in un palazzo nei pressi dell'odierna piazza San Giusto.

Questa importanza politica continuò anche dopo con l'Impero di Carlo Magno ed il Regno d'Italia. Il marchese Adalberto I estese il suo potere su Firenze e su Fiesole, risiedeva a Lucca in un fastoso palazzo alle porte della città dove oggi è il Piazzale Verdi (anticamente chiamato Il prato del

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marchese). Alla fine del X secolo la città era la capitale del vasto marchesato di Toscana.

Scarsissime sono le notizie della città per più di un secolo e mezzo, durante l’invasione bizantina, al momento dell’occupazione longobarda e durante il secolo VII. I longobardi, che dapprima si insediarono appena fuori le mura dando alla città una continuità topografica, si insediarono anche all’interno; risultarono proprietari di numerosi beni e, convertiti, diressero le cose ecclesiastiche: tutti i vescovi di quel periodo furono longobardi e questo fatto è indice dell’importanza del vescovato lucchese. Motivo per cui il secolo VIII ha la caratteristica di un’intensa attività costruttiva nel settore.

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Tra l’VIII e l’XI secolo, entro l’ambito delle mura romane, si ha la notizia documentata di trentotto chiese a cui se ne aggiungono tredici nel suburbio. Tra queste quattro “sedali” presso le porte cittadine: San Pietro Maggiore, Santa Maria Forisportam, San Frediano e San Donato.Per il resto è molto probabile che la città presentasse larghi spazi ad orti.

L’interramento di Lucca rispetto alla città romana è stato notevole, (circa 2,5 – 3 m) anche se, non si è verificato in modo uniforme. Le quote stradali sono considerevolmente aumentate anche rispetto alle chiese romaniche site entro la cerchia di medievale.

Periodo Comunale

Il terzo assetto urbano, quello Comunale, è caratterizzato da un’intensa azione di ricostruzione edilizia nell’area della città romana e dall’addizione a questa area, mediante nuove mura, di zone già da tempo urbanizzate. Ad est il borgo di S. Gervasio, che comprendeva la chiesa di Santa Maria Forisportam; a nord est la zona di San Pietro Somali, nella cui piazza, prima della recinzione si teneva il mercato di “asini, muli e altre bestie”; a nord il borgo San Frediano.

Dal secolo XI la lenta dissoluzione del marchesato fu accompagnata dalla sempre maggiore autonomia delle singole città. L'imperatore Enrico II concesse a Lucca la giurisdizione su un territorio di sei miglia intorno alle mura, base per il futuro stato lucchese, il marchese Guelfo rinunziò ai propri diritti sulla città. Il governo comunale fu retto da due consoli, poi da un podestà. Le assemblee deliberative erano due: il Consiglio Maggiore (detto di San Michele in Foro) ed il Consiglio Minore (detto di San Pietro maggiore). Nel XIV secolo il potere esecutivo era attribuito al Consiglio degli Anziani presieduto da un Gonfaloniere.

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Le case dei secoli XII al XIV, in grandissima parte conservate, presentano diversi caratteri; avevano strutture lignee, in seguito scomparse.

In prevalenza, lungo il reticolo viario romano, l’abitato di questi secoli risulta dall’affian-camento di tante unità base: quelle case-torri che sono comuni a tante città della Toscana. Sono realizzate su due o tre muri portanti: la muratura è varia, in pietra o mattoni, oppure in pietra nella parte corrispondente al piano terra e in mattoni ai piani superiori.

Le nuove mura, terminate nel secolo XIII, si ampliarono rispetto a quelle romane sui lati est e nord; un ampliamento si ebbe anche nella parte ad ovest con uno spostamento della cinta parallelamente alle mura romane e con la conseguente formazione di strade ancora in relazione al tracciato ortogonale romano. A sud, al contrario, le mura romaniche si identificarono quasi con quelle romane. La ragione di questo ampliamento va ricercata nel fatto che il lato a sud era il più esposto ad assalti e scorrerie della rivale Pisa. Va ricordato, infatti, che nel 1126 Lucca si alleò con Genova contro Pisa con cui entrò più volte in conflitto dal 1128 al 1148. Più tardi, nel 1162 Lucca vide riconosciuto il suo comune da

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Federico I e l’espansione del suo contado aprì la strada a nuove guerre con Pisa in Garfagnana ed in Versilia.

In quel tempo le maggiori industrie erano la lana e la seta che i lucchesi vendevano nelle principali fiere e piazze italiane, inglesi e nordeuropee. Indebolita da conflitti interni la città fu poi conquistata e saccheggiata da Uguccione della Faggiola, signore di Pisa nel 1314. Liberatasi dal dominio pisano e sconfitti i fiorentini nella celebre battaglia di Altopascio (1325) sotto la guida di Castruccio Castracani degli Antelminelli, Lucca ottenne completa autonomia da Carlo IV. Il 7 giugno 1322 si iniziò, e in breve si terminò, sembra su progetto di Giotto, la costruzione, entro la città, della fortezza detta “l’Augusta” su commissione del Castracani stesso che vi si stabilì con tutta la famiglia. L’Augusta funzionò per breve tempo; usata dai dominatori pisani, divenne per i lucchesi un odioso simbolo di oppressione e per questa ragione nel 1370 il governo lucchese ordinò che fosse distrutta; Infatti, con la riacquisizione della libertà, nel 1369, Lucca si era data un nuovo statuto repubblicano. Il potere esecutivo restava al Gonfaloniere ed agli Anziani, in carica per due mesi, il potere deliberativo era attribuito ad un’unica assemblea, il Consiglio Generale che delegava la discussione di particolari materie al Consiglio dei Trentasei. Questo ordinamento restò in vigore fino al 1799 con esclusione dei trenta anni della signoria di Paolo Guinigi (1400-1430). Tuttavia nel corso dei secoli furono attuate alcune limitazioni all'accesso alle cariche pubbliche. La legge Martiniana (1556) e l'introduzione di un Libro delle Famiglie Nobili (1629) fecero di Lucca una repubblica oligarchica.

Al tempo di Paolo Guinigi si iniziò una terza fortificazione che giunse a compimento nel XV secolo: era di perimetro notevolmente allargato rispetto a quella medievale e quasi coincidente con le mura attuali, tale da accorpare un notevole ampliamento cittadino.

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Il Rinascimento

Dopo l’architettura delle case gotiche che aveva caratterizzato la città fino al secolo XIV e dopo le gotiche costruzioni dei Guinigi agli inizi del XV secolo, la nuova architettura del palazzo si afferma in periodo rinascimentale. Compaiono così, solo per elencarne gli esempi di maggior pregio e stile, i Palazzi Trenta in Via Fillungo, lo Sbarra in Via Roma, e ancora Bernardini, Gigli, Arnolfini, Buonvisi, Guinigi e Mansi oltre al Palazzo del Podestà che fu l’unico a mantenere l’uso del porticato sulla strada, mentre negli altri si affermò il cortile interno a colonnato su tre o quattro lati.

Solo dal 1544 si lavorò alla costruzione di nuove mura, la quarta cerchia che ci è pervenuta integra, i cui lavori furono definitivamente terminati nel 1650. Queste, costruite con percorso irregolare su uno sviluppo di 4195 metri, sono formate da dodici cortine di 30 metri di spessore alla base; il rilevato è sostenuto dal lato esterno per mezzo di un muro a scarpa di

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mattoni (alto in media 12 metri) e, dal lato interno, era un tempo a tre gradoni con filari di piante. Le mura ebbero in origine solo tre porte monumentali chiuse da saracinesche e con ponti levatoi: Porta San Pietro, Porta Santa Maria e Porta San Donato. Le altre furono aperte in epoche successive.

Principato Napoleonico

Dopo una breve parentesi, nella quale si alternarono per le vicende belliche della campagna d'Italia di Napoleone, due governi democratici a due di restaurazione (1799-1805), il Senato della Repubblica democratica lucchese chiese all'imperatore dei Francesi di concedere alla città un suo familiare come sovrano.

La scelta cadde su Elisa Bonaparte e su Felice Baiocchi, che come principi di Lucca e Piombino, governarono con un regime costituzionale dal 1805 al 1814. La costituzione del Principato di Lucca e Piombino prevedeva la separazione fra governo dello stato ed amministrazione della città, in questo modo nacque il moderno Comune di Lucca presieduto prima da un

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“maire”, poi nuovamente da un gonfaloniere di nomina governativa ed infine con l'unità d'Italia da un sindaco eletto dai cittadini.

Dalla Restaurazione all'unità d'Italia

Il Congresso di Vienna (1815) non restaurò l'antica Repubblica ma istituì il Ducato di Lucca per Maria Luisa e Carlo Lodovico di Borbone che erano rimasti senza un trono.

Carlo Ludovico nel 1847 cedette il ducato ai Lorena, Lucca fu unita alla Toscana e subito dopo al Regno d'Italia.

In questo periodo si ebbero aggiunte importanti alle mura: nel 1804 l’apertura della porta Elisa, di stile neoclassico voluta da Elisa Baiocchi, sorella di Napoleone che gli affido il Principato durante il suo Impero; la costruzione di un caffè sul baluardo Santa Maria nel 1840, demolito e ricostruito più indietro nella stessa forma nel 1885, per dar luogo a un

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Emanuele nel 1910, quella San Jacopo nel 1930 e una serie di sortite per facilitare il collegamento con la periferia in espansione. L’incremento edilizio e la mira a creare spazi larghi , dei Baiocchi e dei Borboni, intesi a trasformare Lucca in una capitale moderna, portò nei primi decenni dell’Ottocento a parziali smagliamenti.

L’apertura della Piazza Grande e della Piazza del Giglio –la prima in rapporto al palazzo Ducale, la seconda al teatro. Furono realizzazioni di un certo livello, ma in cui si persero monumenti e parti della città medievale. L’urbanistica del tempo è da ricercare nell’elegante sistemazione che Lorenzo Nottolini dette (1830-1839) all’anfiteatro, su cui si era infittito nel medioevo un grappolo di abitazioni. L’opera del Nottolini non si propose l’opera del monumento romano, ma giunse a un compresso con la sistemazione della zona ad abitazioni e mercato.

XX secolo

Attualmente la provincia di Lucca si estende in parte sulla fertile pianura del Serchio e sulla porzione meridionale della pianura costiera apuana, in parte sulle Alpi Apuane e sul versante meridionale dell’Appenino Tosco-emiliano, includendovi l’intero bacino del Serchi.

Le appartengono, quindi, la Garfagnana e la Versilia. Alla ricchezza agricola dei terreni piani e collinari (cereali, ortaggi, olivi, viti) si aggiungo attività di tipo manifatturiero e cartario, ma soprattutto l’attività turistica del litorale viareggino e versiliese e l’industria marmifera. Fiore all’occhiello della città rimangono le sue Mura, che -episodio curioso- nel 1866 il Comune fu costretto ad acquistare dal Regio Governo perché si minacciava di privatizzarle con asta pubblica; inoltre ai primi del ‘900 si pensò addirittura di abbatterle (intervento urbanistico di moda all’epoca, adottato in varie capitali europee) cosa che oggi ci sembra impossibile

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data l’eccezionalità del monumento. La città del resto non ha trovato in esse una difficoltà al suo espandersi.

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