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applicate nell’occhio” sterili,acquoseodoleose,contenentiuno COLLIRI

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Academic year: 2021

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(1)

COLLIRI

Definizione FUI:

“ Sono soluzioni oppure sospensioni

sterili, acquose od oleose, contenenti uno

o più medicamenti destinati ad essere

applicate nell’occhio”

(2)

PRINCIPALI CLASSI DI FARMACI OFTALMICI

•Midriatici e ciclopegici (atropina, omatropina, pilocarpina

ecc.)

•Antibatterici •Antifungini •Antivirali

•Antiinfiammatori

•Antiglaucoma (miotici, beta bloccanti ecc.) •Decongestionanti oculari

•Farmaci per il trattamento dell’occhio secco

(N-acetilcisteina)

Terapeutici e diagnostici

(3)

SAGGI FARMACOPEA UFFICIALE

UNIFORMITA’ DI CONTENUTO: preparazioni oftalmiche a dose singola con p.a. inferiore al 2% della massa totale

UNIFORMITA’ DI MASSA: preparazione oftalmiche a dose singola soddisfano al saggio per l’uniformità di massa a dose singola

STERILITA’: devono soddisfare al saggio di sterilità sia le preparazioni che i contenitori. (FFdestinate alla somministrazione nell’occhio in stato

patologico che può aver abbassato i normali meccanismi di difesa)

MASSA O VOLUME RILASCIABILE: fornite in contenitori a dose singola

CONTENITORE: può contenere al massimo 10 ml della preparazione.

CONSERVAZIONE: il recipiente di conservazione deve essere sterile

ETICHETTA: deve indicare il nome di ogni antimicrobico aggiunto, il periodo dall’apertura del contenitore dopo il quale i contenuti non

devono essere utilizzati. Se non diversamente giustificato e autorizzato, questo periodo non supera le quattro settimane.

(4)

ASSORBIMENTO ED ELIMINAZIONE DEI FARMACI OFTALMICI

•FATTORI FISIOLOGICI •FARMACO

•FORMULAZIONE

FATTORI FISIOLOGICI

•AREA PRECORNEALE (antistante la cornea) •LA CORNEA

1. cornea: prima lente dell'occhio, molto trasparente,

posta davanti all'iride;

2. umor acqueo: il liquido che conferisce pressione

all'occhio;

3. iride: il diaframma colorato dell'occhio, delimita

la pupilla;

4. cristallino: seconda lente dell'occhio

(focalizzazione);

5. umor vitreo: un "gel" di sostegno;

6. retina: è la parte nervosa, il supporto che

raccoglie i segnali ottici;

7. sclera: la struttura di sostegno;

8. nervo ottico: il collegamento al cervello;

9. congiuntiva: ricopre la sclera (non disegnata in

figura)

(5)

FATTORI DI PERDITA DI FARMACO PRECORNEALI:

Drenaggio del liquido instillato: Il volume del liquido lacrimale è di circa 7l e la quantità di liquido che può essere trattenuta nel sacco congiuntivale è stata valutata intorno a 30l.

Pertanto già somministrando 1 goccia di collirio, con un volume medio di 50l, circa la metà verrà espulsa dall’occhio.

Maggiore è il volume instillato maggiore è la velocità di eliminazione dall’occhio. Contenitori con piccoli volumi migliorano la situazione ma sono troppo costosi da produrre.

La secrezione lacrimale: Lacrimazione riflessa dopo somministrazione del farmaco; condizione patologica che aumenta la lacrimazione.

Il legame farmaco/proteico: il continuo ricambio del fluido lacrimale costituisce continuo rifornimento di proteine fresche disponibili per il legame con il F.

La degradazione enzimatica : il F. che non è stato drenato e non ha subito binding proteico può essere soggetto alla degradazione da parte degli enzimi contenuti nel film lacrimale

L’assorbimento non produttivo: da parte di tessuti non corneali quali

congiuntiva sclerale e palpebrale. Il farmaco assorbito in queste strutture viene

(6)

La cornea è costituita da 3 strati:

epitelio (ricco di lipidi)

stroma (fortemente imbibito d’acqua)

endotelio (ricco di lipidi)

1. PER ATTRAVERSARE L’INTERA STRUTTURA È NECESSARIO CHE IL

FARMACO SIA SOLUBILE SIA IN OLIO CHE IN ACQUA. 2. LIMITATA AREA DISPONIBILE PER L’ASSORBIMENTO

La maggior parte di farmaco viene eliminato sia mediante drenaggio che mediante assorbimento non produttivo,

questa parte di F sarà disponibile nel sistema circolatorio e potrà esercitare effetti sistemici indesiderati

Solo una piccola percentuale di farmaco riesce ad attraversare la cornea.

L’eliminazione è rapida e completa : avviene in 20-30 min.

(7)

Una permanenza prolungata si ottiene con preparazioni liquide viscosizzate o con soluzioni oleose e ancora più con le pomate, le quali hanno una maggior viscosità

INFLUENZA DELLA FORMULAZIONE SULL’ASSORBIMENTO

PREPARAZIONI LIQUIDE (SOLUZIONI E SOSPENSIONI)

1. Le soluzioni di farmaco in veicolo acquoso hanno il 67% di presenza

sul mercato

Vantaggi industriali: semplicità di preparazione, filtrazione, e

sterilizzazione

Vantaggi terapeutici: facilità nell’eseguire un’automedicazione (non

disturbano la visione); il F. si trova già in soluzione e quindi disponibile all’assorbimento.

Il veicolo oleoso è in disuso, viene usato raramente per sostanze

completamente instabili in acqua (ES: tetraciclina 1% in olio di vaselina e vaselina).

(8)

2. Le sospensioni: si ricorre ad esse per farmaci poco solubili in acqua. Il

F. viene sospeso in forma micronizzata in veicolo acquoso con particelle di diametro inferiore ai 10µm

Se abbiamo una sospensione è necessario eseguire un ulteriore controllo da FU:

Dimensioni delle particelle: camera citometrica: si esamina una zona corrispondente a 10g della fase solida:

soltanto 20 particelle possono presentare dimensioni massime superiori a 25m

solo 2 possono superare i 50m.

(9)

COMPONENTI DELLE FORMULAZIONI OFTALMICHE LIQUIDE Generalmente inclusi:

FARMACO ACQUA

TAMPONI ACIDI O BASI AGENTI CONSERVANTI Facoltativi: AGENTI OSMOTICI SALI AGENTI VISCOSIZZANTI AGENTI SOSPENDENTI AGENTI SOLUBILIZZANTI

I colliri possono contenere eccipienti, per regolare la tonicità o la viscosità della preparazione, per aggiustare o stabilizzare il pH, per aumentare la solubilità del p.a., o per stabilizzare la preparazione

(10)

Il pH del liquido lacrimale appena emesso è di 7.4, dato dal

sistema tampone fisiologico bicarbonato/acido carbonico;

Con la perdita di anidride carbonica (evaporazione lacrimale), può

anche superare il valore di 8.0.

Una soluzione oftalmica ideale dovrebbe presentare un pH di 7.4

(ISOIDRIA

) (o intervallo fra 6.4 e 7.8)

pH DELLE FORMULAZIONI OFTALMICHE

Tuttavia non si può sempre mantenere un pH uguale o vicino

a quello lacrimale perché è necessario realizzare condizioni

di pH che consentano la migliore stabilità ed efficacia alla

preparazione e siano al contempo il meno possibile irritanti

per l’occhio

(EUIDRIA).

(11)

ESEMPIO: SALI DI ALCALOIDI:

base debole + ac.forte -> in soluzione abbiamo una reazione

acida debole.

Se spostiamo il pH verso la neutralità avremo parziale

insolubilizzazione/precipitazione e minore stabilità chimica.

IN GENERALE: un pH leggermente acido, può essere

comunque tollerabile, in quanto il liquido lacrimale può

tamponarlo portandolo a valori accettabili.

Un

pH

sensibilmente

acido

invece

irrita

provocando

lacrimazione

tamponare il collirio con i tamponi riportati in

farmacopea per limitare la lacrimazione e ridurre l’eliminazione

del farmaco ed aumentare la biodisponibilità

Sono tollerate bene soluzioni debolmente alcaline: pH 7.4-9.6

piuttosto che acide.

(12)

Lavorare in asepsi per filtrazione sotto cappa a flusso laminare.

Preservazione dall’inquinamento microbico: per colliri

acquosi

multidose

si rende

SEMPRE

necessaria l’aggiunta di adatti

conservanti

quali:

sali ammonici quaternari

: cloruro di benzalconio

0.004-0.02% ed è incompatibile con salicilati, nitrati, surfactanti

anionici

organomercuriali:

fenilmercurio

nitrato

0.001-0.01%

incompatibile con gli alogeni

clorbutanolo: 0.5% stabilità pH dipendente (4-5)

parabenici: 0.05-0.06% incompatibili con macromolecole

alcooli aromatici: 0.5-0.9% incompatibile con alcuni materiali di

confezionamento

(13)

tonicità:

“di norma i colliri devono essere isotonici con il liquido

lacrimale. Una soluzione oftalmica è considerata

isotonica quando la sua tonicità è pari a quella di una

soluzione di NaCl allo 0.9% (soluzione fisiologica)

e

quindi

uguale

a

quella

del

plasma

(

tc

abbassamento del punto di congelamento

nei

confronti

dell’acqua di una soluzione 1% p/v =

0.52°

)

ISOTONIA DELLE FORMULAZIONI OFTALMICHE

In realtà l’occhio tollera bene soluzioni con tonicità equivalenti a concentrazioni di NaCl comprese tra 0,5 e 1,8%

(14)

viscosità: l’aggiunta di un addensante

migliora la tollerabilità;

aumenta il contatto con i tessuti e

quindi migliora l’efficacia

COMPOSTI VISCOSANTI (concentrazioni max 1-2%):

derivati della cellulosa: metil-, idrossietil-, idrossipropil-, idrossipropilmetil-cellulosa

prodotti di origine sintetica (alcool polivinilico)

Acidi poliacrilici (carbomer)

VISCOSITA’ DELLE FORMULAZIONI OFTALMICHE

La max viscosità ritenuta ottimale è di 15mPa/sec; valori superiori

non aumentano il tempo di permanenza mentre offuscano

temporaneamente la visione;

Se sono troppo viscose possono indurre:

Stimolazione della lacrimazione ed ammiccamento riflesso

Ostruzione dei canali lacrimali

(15)

POMATE OFTALMICHE

Preparazioni semisolide sterili, destinate ad essere applicate

sui tessuti congiuntivali

Unguenti

riduzione della capacità di drenaggio

rilascio prolungato del farmaco da parte del veicolo

agiscono per lo più sui tessuti esterni dell’occhio

usati per farmaci instabili in acqua

non sono miscibili con il fluido lacrimale

untuosità e offuscamento della vista

Sono preferibilmente usati nella terapia notturna e/o

occlusiva

geli acquosi

Sono dispersioni di colloidi idrofili (Carbopol, derivati della

cellulosa ecc.) contenenti il farmaco in soluzioni anzichè in

sospensione.

Meglio tollerati dal paziente

Presentano gli stessi inconvenienti delle preparazioni

(16)

MATERIALI DI

CONFEZIONAMENTO

tubetti in alluminio rivestiti

internamente di resina epossidica

(17)

PREPARAZIONE SECONDO FU di

una preparazione liquida

oftalmica

La quantità pesata di un farmaco sterile viene

sciolta nella quantità di acqua distillata

sterile necessaria per ottenere una soluzione

isotonica; la soluzione così ottenuta viene

portata alla concentrazione desiderata per

aggiunta di una soluzione isotonica sterile

contenente un adatto conservante.

(18)

METODI PER PREPARARE

SOLUZIONI ISOTONICHE

OFTALMICHE:

calcolo del fattore osmotico

equivalenti di NaCl

(19)

f = n x p

pM

f : fattore osmotico

n: indice di dissociazione

p: grammi della sostanza in

1000 ml

della soluzione

pM : peso molecolare della sostanza

Per una soluzione isotonica di NaCl allo 0.9%:

n: 2

p: 9g

pM: 58.5

1.

f NaCl

= 2 x 9 = 0.3 M

58.5

METODO BASATO SUL CALCOLO DELLA CONCENTRAZIONE OSMOLARE O FATTORE OSMOTICO

Il coefficiente di van 't Hoff (o fattore di dissociazione) è un coefficiente correttivo che viene introdotto nel calcolo delle proprietà colligative nel caso in cui la soluzione contenga elettroliti. Esso è un fattore di correzione adimensionale che esprime la quantità di particelle o ioni che effettivamente si producono dalla dissoluzione di una mole di soluto (inizialmente allo stato solido) in un solvente.

(20)

2.f farmaco in 1000 ml di soluzione:

f = n x p

pM

3. F (f totale) della soluzione:

F= f NaCl – f farmaco

Presenza di più p.a.:

F= f NaCl – (f1+f2+fn)

4. gr NaCl

da aggiungere a 1000 ml di soluzione per

renderla isoosmotica:

g NaCl = F totale x pM NaCl

n NaCl

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(22)

METODO BASATO SUL CALCOLO DEGLI

EQUIVALENTI IN NaCl

Equivalente in NaCl di un farmaco: è dato dall’abbassamento

crioscopico*

della soluzione all’1% di farmaco e

quello

della soluzione all’1% di NaCl.

*(proprietà colligativa Una soluzione congela a una temperatura più bassa di quella del

solvente puro: la diminuzione del punto (o temperatura) di congelamento si

chiama abbassamento crioscopico)

Q = 0.9-A

Q = gr di NaCl in

100 ml

di soluzione

A = gr farmaco (p) (VALORE NOTO) x equivalenti in NaCl

del farmaco stesso (E) (TABULATI)

A = p x E

Isoosmotizzante diverso da NaCl: Z

g Z = Q(calcolato per NaCl)/Equivalenti in NaCl di Z

EZ = equivalenti in NaCl di Z

Presenza di più p.a.:

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METODO BASATO

SULL’ABBASSAMENTO CRIOSCOPICO

Formula di Lumiere Chevrotier:

Q = 0.52 - A

B

Q: % di sostanza da aggiungere per aver isotonia

0.52: punto di congelamento del siero del sangue = punto di

congelamento di una soluzione di NaCl allo 0.9%

A =

tc farmaco x gr farmaco

tc: valore dell’abbassamento crioscopico di una soluzione

all’1% del farmaco prescritto

B: valore dell’abbassamento crioscopico di una soluzione

all’1% della sostanza impiegata per isoosmotizzare

Presenza di più p.a.:

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Riferimenti

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