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Scienza economica e assicurazioni sociali

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(1)

OTECA DI SCIE ZE SOCIALI - VOLUME

LXVIII

STEFANO GIUA

SCIENZA ECONOMICA

E

COD

prefazione

di

ACHILLE LORIA

TORINO

FRATELLI BOCOA, EDITORI

(2)

I

.

(3)
(4)
(5)

STEFANO GIUA

SCIENZA ECONOMICA

E

Con prefazione

di

ACHILLE

LORIA

TORINO

FRATELLI BOOOA, EDITORl

(6)

Proprietà letteraria

(7)

A

ACHILLE LORIA

LUMINARE DELLA SCIENZA ECONOMICA MAESTRO INCOMPARABILE

(8)
(9)

PREF AZIONE

La lettura del lavoro del Dr. STEFANO GIUA è per me stato argo-mento alla più viva soddisfazione, non solo per l'intrinseca bontà delle dottrine il/i sostenute, ma perchè esso giunge opportunissimo a colmare una vasta lacuna, ond'è viziata finora la letteratura italiana, o diciamo addirittura europea, sull'importante soggetto. Fin qui infatti tutti gli scritti italiani, concernenti il tema delle assicurazioni sociali si diffon-dono a ricordare le innumerevoli leggi, promulgate sulla materia nei più dispersi paesi del globo. Fatica al certo meritoria, benchè la utilità, che può derivarne alla scienza, sia sensibilmente attenuata dalla uni-formità, che quelle leggi tendono ad assumere in tutti i paesi civili; sia per quel mimetismo costituzionale, caratteristico di una civiltà a ra-pide comunicazioni interstatali, sia sopratutto per evitare che il diverso rigore delle leggi assicurative possa porre ostacolo alla piena concorrenza fra le industrie delle diverse nazioni. Ma fatica, che ad ogni modo non tcinge l'aspetto veramente economico del soggetto, od i processi di redistribuzione delltl ricchezza, cui dà luogo il carico assicurativo. D'altronde anche la letteratura francese sul tema non si discosta poi molto da codesto caratlere, come ne fanno prova, ad esempio, i lavori recenti del Montchrestien, del Dreyfous e del Degas; mentre soltanto alcuni giovani nord-americani, quali il W oodbury ed il Van Doren, mostrano di sentire l'eminente importanza dell'aspetto prettamente economico della trattazione.

(10)

VIli PREFAZIONE

campo d'indagine quella teoria dell'incidenza, che fin qui gli econo-misti hanno applicato con tanta fortuna ai fenomeni inerenti ai tri-buti ed ai prestiti pubblici, e di esaTTÙnare su chi ricada definitiva-mente l'aggravio del nuovo canone, imposto dalla fase recentissima della solidarietà umana e della giustizia sociale.

E solo siffatta analisi può darci una visione corretta di ciò che l'assicurazione sociale veramente è, o del suo carattere fondamentale e risolvere discussioni e diatribe, altrimenti destinate ad aggirarsi nel-l'orbita Uzfruttuosa delle scherme verbali. Un esempio singolarmente rilevante al riguardo ci è porto dalle discussioni vivaci, che si sfre-narono alcuni anni or sono in Italia fra i partigiani dell'assistenza sociale, i quali vorrebbero che le pensioni operaie fossero ad esclusivo carico dello Stato, o di questo e degli imprenditori, ed i paladini in-vece della assicurazione sociale, i quali domandano che il carico sia ripartito fra gli operai, gli imprenditori e lo Stato. Dispute dotte ed argute, ma che avevano il torto di obliare un elemento essenziale. NOli si pensava infatti abbastanza che lo Stato può certamente proporsi di istituire l'assistenza, o l'assicurazione e qllesta coll'uno o coll'altro metodo, ma che ciò che decreta quale sistema effettivamente si isti-tuirà è soltanto l'assieme dei rapporti economici dominanti. Per esempio, la legge pllÒ al certo imporre l'assicurazione sociale, addos-sando il contributo correlativo agli operai, agli imprenditori ed allo Stato. Ma se i salari sono appena al livello indispensabile alla sussi-stenza, per forza gli operai rimbalzano il proprio contributo sugli imprenditori, o sullo Stato e con ciò l'assicurazione sociale si tra-sforma di fatto in assistenza. Così ancora: la legge può imporre che l'assicurazione sociale si effettui col metodo della ripartizione, per cui ciascun anno si addossano agli assicurati le indennità da pagarsi nel-l'anno stesso. Ma poichè un tal metodo aggrava enormemente le gene-razioni future, alle quali impone un carico soverchiante l'utile, che esse ritrarranno dall'assicurazione, è pur d'uopo che ad un cerio punto intervenga lo Stato a contribuire una parte del carico; come avviene in Germania, ave, per riparare all'aumento allarmante dei premi per l'assicurazione-malattia, è forza ricorrere ad un aumento intensivo delle riserve a carico dello Stato. Ed ecco ancora che l'as-sicurazione sociale si converte parzialmente in assistenza.

(11)

procac-PREFAZIONE IX cierà le somme richieste al servizio delle pensioni operaie mercè im-poste gravanti in parte gli stessi lavoratori, e così l'assistenza si con-vertirà di fatto in assicurazione.

Come si scorge dunque, la parola della legge può bensì imporre la designazione dell'Istituto di solidarietà sociale, ma solo i rapporti economici sanciscono ciò che l'istjtuto effettivamente sarà, quale ne sarà la natura essenziale; onde avevamo perfettamente ragione di affermare che solo l'analisi della ripercussione economica del nuovo istituto consente di precisarne il carattere e di definirne la reale portata.

Ora questo punto di vista fondamentale, fin qui deplorevolmente tralasciato dagli scrittori italiani e d'oltr'alpe, è posto in bella e nuova luce nel saggio, che ora si affaccia alla ·pubblicità. E perciò non è esa-gerazione, o parzialità di giudizio, ispirata dal cordiale affetto e dalla estimazione sincera pel giovane autore, s'io affermo che il presente lavoro schiude effettivamente una nuova veduta sopra una manifesta-zione preliminare della novissima legislamanifesta-zione sociale, e si impone per-tanto alla coscienziosa attenzione di quanti si interessano ai grandi e complessi problemi della società del nostro tempo.

(12)
(13)

INDICE

P1'efazione di Achille Loria

Scienza economica e assicurazioni sociali

I. • L'onere dell'assicurazione sociale e l'industria

II .• Teoria della traslazione del contributo di assicurazione 1. Contributo dei datori di lavoro

2. Contributo dei lavoratori 3. Contributo dello Stato. III. - Effetti dell' assicurazione sociale:

a) Sul capitale . b) Sul lavoro

c) Sulla prevenzione e l'igiene sociale à) Sulla pubblica assistenza

e) Sul risparmio pago VII » 1 » 3

"

~O » 24 » 51 »

88

» 91 » 95 » 101 » 107 » 110 IV. - Ripercussioni economiche dell'organizzazione finanziaria » 113

V. - Verso la libertà » 1~1

A utori citati » 133

(14)
(15)

Scienza economica

e assicurazioni

sociali

La politica sociale contemporanea si orienta sempre più decisa-m.ente verso la progressiva realizzazione di un organico sistema di leggi che, mentre mirano ad attenuare le sperequazioni dell'economia capitalistica ed a contenerne gli attriti e le deviazioni, tendono altresì ad assicurare condizioni propizie allo sviluppo economico delle Na-zioni mercè la tutela delle classi lavoratrici.

Scnonchè l'unanime adozione di una legislazione del lavoro non ha avuto virtù di comporre gli aspri dissensi e le interminabili di-srussioni che divisero e tuttora dividono gli studio&'Ì nel valutare la utilità e la convenienza dell'intervento giuridico a tutela del lavoro. I fiumi di inchiostro sparsi a diritto ed a rovescio sull 'argomento, non che condurre ad una conclusione certa e chiarificatrice, hanno avuto anzi l'effetto di infittire le tenebre ed aggravare la babelica confusione: così che la questione può considerarsi tutt 'ora aperta.

Le ragioni del permanere di tanta incertezza debbono a mio avviso addebitarsi non tanto ad eccezionali difficoltà di trattazione inerenti all'argomento, quanto ad una errata impostazione del problema, avulso troppo spesso dalla sua naturale sede economica e spesso tra-visato o dalle inconcludenti quanto prolisse logomachie di un astratto sociologismo o dalle interessate, perturbatrici interferenze del

politi-cantismo.

Ricondurre quindi risolutamente l'indagine sul terreno economico è prescegliere l'unica via che possa condurre a risultati fruttuosi.

(16)

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

ripercussioni economiche che la vastità degli oneri finanziari gravanti su i produttori e l'entità dei capitali accumulati dagli Istituti assi-C'matori determinano nella produzione, distribuzione e redistribu-zione della ricchezza sociale.

L'istituto dell 'assicurazione obbligatoria è stato sinora general-mente considerato più che dal punto di vista economico, dal lato sociologico-amministrativo: si è sfiorata la superficie della questione, non ne sono state scandagliate le profondità.

Ciò che è da deplorare poichè soltanto l'investigazione economica può fornire element.i decisivi per giudicare dell 'utilità o meno delle aRsieurazioni sociali e della loro idoneit.à a conseguire lo scopo per cui vennero suggerite ed istituite; esclusivamente l'analisi economica potrà dirci se il costo sia compensato dai benefizi.

Quale è jJ processo di traslazione ed incidenza del contributo assicurativo e quale configurazione esso assumerà nei diversi pos-sibili stati del mercato 1 Quali effetti economici ne deriveranno 7

Sotto quale regime di politica commerciale gli oneri dell 'assicu-razione obbligatoria sono più agevolmente sopportati dai datori di lavoro e producono maggiori benefizi per i lavoratori 1

Verso quali zone di produzione dovranno orientarsi gli investi-menti delle ingenti riserve aecumulat.e perchè ne consegua il massimo benefizio per l'organismo economico nazionale e per gli assicurati ~ Quale sistema finanziario è più vantaggioso in reg'Ìme di assicu-razione obbligatoria ~ Il sistema di capitalizzazione, quello di ripar-tizione o lillO contemperamento di entrambi 1

(17)

I.

L'onere dell'

assicurazione sociale e l'industria

Pres1lpposto e base di un 'analisi economica sull'assicurazione ob-bligatoria è la valutazione dell'entità dell'aggravio assicurativo: è necessario cioè indagare se l'onere assicurativo imposto sia grave o lieve, se possa essere agevolmente assorbito dagli agenti economici percossi ovvero susciti da parte degli stessi sensibili reazioni.

L'esito di tale indagine costituirà un indice per prevedere se il processo di traslazione avverrà o no, e, in caso affermativo, se troverà o meno ulteri0ri resistenze da parte della classe incisa.

Ed invero se l'imprenditore risulterà percosso da un onere assi-curativo lieve, questi probabilmente, anzichè esporsi ai fastidi ed ai pericoli di una riduzione dei salari o di una elevazione del prezzo del prodotto, riterrà miglior avviso accollarsi senz 'altro l'aggravio imposto; ed anche se venisse tentata la traslazione del contributo obbligatorio sul COIummatore o su i lavoratori, tale traslazione po-trebbe non determinare alcuna contrazione della domanda o alcuna reazione da parte delle organizzazioni operaie: riuscirebbe insensibile illfaiti l'aumento del prezzo o la diminuzione del salario.

Un'opposta condotta sarebbe invece probabile se l'onere assicu-rativo fosse gravoso.

(18)

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

Il costo' totale delle assicurazioni obbligatorie tedesche contro gli infortuni, la malattia, l'invalidità e la veechiaia pcr il periodo 1885-1910 è indicato dalla seguente tabella: (l)

1885-1910 1885-1910 1891-1910 contributo Contributo SU8"idio assicurato imprenditore slalale

(Milioni di marchi) Assicurazione malattia 3.266,5 1.481,2

» infortunio 2_595,0

» invalidità 369,8 369,8 639,8

Totale 3.636,3 4.'2.46,0 639,8 L'onere assicurativo complessivo ammontò in Germania nel 1913 a 1102 lnilioni di marchi, nel 1924 a 1290 milioni di marclù.

Gli oneri comparativi per gli anni 1913 (anteguerra) e 1924 (da- -poguerra) distribuiti secondo i varii l'alni di assicurazione sono resi evidenti dalla seguente tabella:

1913 I 19U

(Assicurazione malalli": 19U)

(in mi lioni di m"rchi) l,avo- Ilmpren- I Tolale

I

Lavo- Ilmpren-I Totale ratori ditori ralari ditori

Assicurazione malattia 350 1 174 5M 500 ~50 750 » invalidità 145 145 290 165 165 330 » infortuni - 150 150 - 100 100 » impiegati 69 69 138 55 55 110 Totale

I

564 538 11102 720 1 570 -l290 ,

(19)

L'ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA 5 Da questa tabella si rileva un aumento del 18

% dell

'onere as~n­ curativo complessivo nel dopoguerra in confronto al periodo p1'ebcl-lico, aumento tuttavia inferiore al rincaro del costo della vita ed a11 'aumento dei prezzi alI 'ingro$so; l'onere gravante sull 'imprendi-tore è aumentato nel 1924 soltanto del 6,5

%;

i prezzi all'ingrosso invece hanno subito un aumento di oltre quattro volte maggiore: ciò che in definitiva si risolve in un effettivo rilevante sgravio dell'onere assicurativo.

L'onere per l'assicurazione infortuni gravante in toto sull 'im-prenditore era nel 1913 di 150 milioni di marchi e nel 1917 di 170 milioni mentre nel 1924 si riduce a 100 milioni con una diminuzione di un terzo sull 'anno 1913: ciò deve in gran parte attribuirsi ai gl'andi perfezionamenti apportati alle opere di protezione contro le insidie del macchinismo, alle provvidenze igieniche e terapeutiche adottate dalle intraprese ed in parte anche al basso livello della media delle pensioni ed alla svalutazione delle rendite minime.

TI rilevante sgravio tanto più è notevole in quanto - dato il si-stema di ripartizione su cui è basata l'organizzazione finanziaria del-l'assicurazione infortunii in Germania - l'ammontare delle rendite corrisposte avrebbe dovuto scguire una linea progressivamente crc-scente sino al raggiuugimento del periodo di regime e di conseguenza i premii - che tali rendite dovevano costituire - avrebbero dovuto aumentare.

Anche nei riguardi dell'assicurazione dcgli impiegati si rileva una sensibile diminuzione di oneri nel 1924 (110 milioni di marchi) in confronto al 1913 (138 milioni) ed al 1917 (169 milioni), da attri-buirsi all'abbassamento dei premii.

L'assicurazione invalidità e vecchiaia comporta per il 1924 un onere di 330 milioni di marchi contro i 290 milioni del 1913 e cioè un incremento di aggravii per 40 milioni di marchi.

La ragione di tale aumento deve rirercarsi nel fortissimo incre-mento del numero dei pensionati nel dopoguerra per l'immissione, nel godimento deUa pensione, delle vedove e degli orfani di guerra; nell'abbassamento del limite di età da 70 anni a 65 per il godimento della pensione di vecchiaia e nel maggior saggio di invalidità riscon-tratosi nel dopoguerra.

(20)

inte-'ì

6 SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

ressi fruttati dai capitali in precedenza accumulati ed investiti dagli istituti assicuratori. \

Il gettito dei contributi riscossi per l'assicurazione malattia am-monta nel 1924 a 750 milioni di marchi mentre nel 1914 raggiun-geva appena i 524 milioni con un aumento del primo sul secondo di circa il 50

%.

Ila maggior entrata è dovuta ad un aumento dei contributi e sarà presumibilmente - poichè ancora non si conoscono i risultati della gestione - pressochè completamente spesa pcr il notevolissimo incre-mento della morbilità operaia: in alcune Casse il numero degli am-malati e l'onere per la loro assistenza risultano duplicati e triplicati in confronto al 1913.

I contributi incassati per l'assistenza ai disoccupati (che è un compromesso fra la pura assistenza e l'assicurazione in quanto i di-soccupati, pur contribuendo coattivamente lavoratori e imprenditori, halIDO soltanto un diritto condizionale alle prestazioni) ammontano per il ] 924 a circa 220 milioni di marchi.

Complessivamente l'onere gravante sugli imprenditori e sui lavo-ratori per le diverse provvidenze assicurative raggiunse nel 1924 la cifra di un miliardo e mezzo di marchi (1).

E' opportuno tuttavia notare che le iperboliche cifre riportate, se possono « épater les bourgeois », non sono in realtà suscettibili di eco-nomica valutazione se non vengono opportunamente analizzate e com-parate: ed invero l'ammontare assoluto den 'aggravio non autorizza alcun apprezzamento circa l'entità dell'onere imposto sull'industria ove non si conosca in qual rapporto esso sta con il numero dei lavo-l'atori assicurati, con la misura del salario medio, con l'ammontare della spesa complessiva sostenuta per salari, con il capitale impie-gato, con i profitti, con i dividendi, con la spesa complessiva dell'in-trapresa, con i prezzi e con l'ampiezza di smercio dei beni prodotti dalle specifiche industrie esaminate.

Prima però di procedere oltre è necessario premettere alcune considerazioni esplicative e giustificative d'ordine generale.

(21)

L'ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA 7 sarò talvolta costretto, per deficienza di dati recenti a mia cono-scenza, a citare dati alquanto sorpassati riferenti si al periodo prebellico.

-Certamente, se potessi disporre di maggiori notizie statistiche aggiornate, l'indagine sarebbe più completa.

Ciò nonostante credo che i dati dell 'anteguerra e le conclusioni cui condurranno conservino anche attualmente la loro piena validità; direi anzi che, riferendosi ad un periodo di normalità economica, giovino ancor più ad illwninare e mettere in evidenza il reale stato del fenomeno considerato in quanto assenti o di minore intensità sono le perturbazioni e le interferenze eterogenee. Nel dopoguerra forze economiche estranee all 'aggravio assicurativo quali la crisi economica, l'inflazione monetaria, ecc. assunsero, in Germania special-mente, intensità e gTavità inaudite e tali da neutralizzare comple-tamente l'azione e la sensazione dell'onere assicurativo e da renderne estremamente ardua la valutazione statistica.

E' da notarsi infatti che l'iperbolica svalutazione della circola-zione monetaria tedesca nel 1922-1923 deprezzò i contributi assicu-rativi a tal punto che l'aggravio venne praticamente a perdere qual-siasi valore: soltanto in seguito al risanamento della circolazione, i contributi assicurativi si rivalutarono ma non raggiunsero tuttavia la misura proporzionale del periodo prebellico.

Come già si rilevò l'onere assicurativo in Germania è aumentato in proporzione inferiore al rincaro del costo della vita e dei prezzi all 'ingrosso; l'onere gravante suJl 'imprenditore nel 1924 ha subìto un aumento in confronto all 'antegnerra del 6,5

% mentre i

prezzi all'ingrosso sono aumentati di oltre quattro volte.

Le conclusioni quindi che i dati e le tabelle statistiche arretrate eventualmente autorizzeranno possono ritenersi valide e significative anche attualmente: soltanto, per una più esatta intelligenza ed inter-pretazione del materiale statistico arretrato, si dovTà aver l'avver-tenza di ricordare che in linea generale l'aggravio assicurativo sulle industrie tedesche deve considerarsi attualmente più lieve e meno gravoso di quel che risulterà eflsere stato negli anni anteriori aUa guerra europea.

Ciò premesso, riprendiamo l'indagine.

(22)

l'inva-.\

8 SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

lidità e la vecchiaia 15.659.700; nel 1924: 19 milioni contro la ma-lattia, da 16 a 17 milioni contro l'invalidità e vecchiaia, circa 2 milioni per l'assicurazione impiegati (istituita nel gennaio 1913), 14 milioni contro gli infortuni. Secondo l'Associazione federale per l'assicura-zione. dei minatori, istituita nel gennaio 1924 e comprendente la assicurazione malattia, invalidità e vecchiaia, il numero degli assicu-rati ammontava, nel 1925, ad 800.000 contro la malattia ed a 700.000 per l'invalidità e la vecchiaia (1).

Ora quale è il rapporto fra l'aggravio assoluto e il numero degli assicurati ~

Le officine Krupp nel 1907 sopportarono per operaio un aggravio annuo medio di 62 marchi.

Una tabella riportata dal Dawson (2) indica il costo annuo per operaio in alcune fra le più importanti intrapresc nel 1907: '

Ditta

Fabbrica macchine Nuremberg - Augsburg Costruzioni navali Vulcan

Kolner Bergwerksverein di Altessen Bcrgbaugesellschaft Neuessen di Altessen

Contribuzione annua (circa) 37 marchi

48 » 121 123 » » L'associazione dei proprietarii di fonderie e di miniere di carbone deW Alta Slesia calcolò per l'anno 1911 un costo annuo medio per operaio di 149,40 marchi, di cui marchi 35,37 per l'assicurazione in-fortuni, marchi 98,29 per l'assicurazione malattia e marchi 15,04 per l'assicurazione invalidità e vecchiaia (3).

In base ad una relazione presentata al Governo tedesco il 31 lu-glio 1925 dall'Associazione per la protezione degli interessi minerari della Ruhr il costo medio annuo per operaio dell'assicurazione sociale nelle miniere federate era ali 'aprile 1925 di 413 marchi contro 155 nell 'anno 1913.

(1) Cfr, Reichsct1'beitsblatt, 14 Dicembre 1925, Berlino; e The Minist1'Y

01

Labou?' Gctzette, pag, 84, marzo 1926,

(23)

L'ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA 9 Nel bacino minerario del ferro della Lahn il contributo mensile alla Cassa pensioni per operaio variava, prima della guerra, da marchi 2,80 a marchi 3,30 mentre alI'ottobre 1925 ammontava a marchi 9,95 (1).

Il co~to dell 'assicurazione sociale in Inghilterra, secondo quanto cita il Loria nella sua ultima, poderosa opera (2), si calcola per il ]913-14 in L. 15,6 per operaio a carico dell'imprenditore ed in L. 20,40 a carico dell 'operaio.

In Italia il costo annuo massimo dell'assicurazione contro la di-soccupazione e per l'invalidità e vecchiaia è complessivamente di L. 194,40; per la sola invalidità e vecchiaia è di L. 144; l'aggravio annuale per entrambe le assicurazioni_ distintamente per l 'imprendi-tore e per il lavoratore è quindi di L. 97,20; per la sola invalidità e ,"ecchiaia di L. 72.

Il costo annuo medio per operaio tuttavia può acquistare signi-ficato soltanto quando venga messo a confronto col saggio medio del salario. Ora, ammontando a L. 0,68 l'onere massimo, ragguagliato a giomo (salario giornaliero uguale o superiore a L. lO) imposto in Italia per l'assicurazione contro la disoccupazione e per l'invalidità c "ecchiaia si hanno le seguenti percentuali del salario medio per gli a1Jni 1921 e 1925:

Anno 1921

Salario Onere percentuale Categoria professionale medio per Assicurazione Sociale

in Lire H. Impr~nditore

I

Lav;"atore

I

Totale 990.829 assic. Cassa Naz. Inf. 18,75 1,83 1,83 3,66

Operai meccanici 23,- 1,47 1,47 2,95

Operai Fiat 25,36 1,03 1,33 2,1)7

Operai orefici di Torino 23,- 1,47 1,47 2,95 Operai edili da 16,19 da 2,01 da 2,01 4,02 a 18,15 a 1,87 a 1,87 3,75 (1) L'organizzazione indust1·iale. Roma, 10 dicembre 1925.

(24)

;)')-

---Il

10 SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

Industria

---'l'essile laniera

Filatura e torci tura cotone 'l'essitura cotone Seta: Trattura » Torcitura » Tessitm'a » Tintoria Lavoraz. cascami Seta artificiale Siderurgica Fonderie Costruz. navali Automobili, motociclette JHateriale ferroviario Macchine in genere .Motori e materiale elettI'. Meccanica varia Elettricità Carta Carta d'impacco Carta paglia Perfosfati Media generale Anno 1925

I

Sala~io

medlo

I

_ Oro Assicurazione Sociale Ac _ _ _ - _ in Lire HaI. ImprendItore c

I -

Lavoratore

I

Totale

(25)

L'ONERE DELI,'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA 11

a carico dell 'imprenditore; per l'assicurazione invalidità e vecchiaia il contributo costituisce dalO, 75 an '1,5

%

del salario medio dei lavo-ratori «lUlSkilleds » - i meno retribuiti - mentre per il lavoro qua-lificato ad alti salari la percentuale del contributo evidentemente si abbassa sino a 0,5

% del

salario; l'onere medio gravante sull'in-dustria tedesca per l'assicurazione infortuni ammontò nel 1909 a circa l '1,72

%

dei salari corrisposti; per l'industria mineraria a 2,94

%

(1). Il Dawson riporta le seguenti percentuali dei salari, calcolate in base all'inchiesta del 1911 (2).

Industria Malattia

I

Infortunio

I

Invalidità

I

Totale FelTo e acciaio .Acciaio Locomotive e vagoni llocomotive J\f a cchine utensili Macchinari Macchine elettriche Automobili Oo&truzioni edili Miniere di carbone Prodotti chimici Vetro Oarta

Filatura e tessitura di cotone

1,04 0,9 0,9 1,9 1,76

2,2

2,4

2,5

0,60 0,6 0,7 0,7 3,4

3,7

4,2

3,7

4,0

3,7

2,6

2,6

4,0

5,4

2,9 5,1

4,0

2,2

Il Greissl, direttore di lilla fabbrica a Monaco, calcola in un suo pl'egevole studio il costo massimo 'dell;assicurazione sociale al 5112

%

del salario e cioè il 3

%,

nelle industrie più pericolose, per l'assicu-razione infortuni, l'l1jz

%

per l'assicurazione malattia e l'l % per l'assicurazione invalidità e vecchiaia (3).

In base alla già citata relazione den' Associazione per la pro

te-(1) WOODBURY, 1. c., pago 78; DAWSON, 1. C., pagg. 209-214. (2) DAWSON, 1. C., pago 214.

(26)

t I

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

ziol1e degli intei'essi minerari della Ruhr il costo dell'assicurazione sociale per ogni 100 marchi di salario era nel 1925 di marchi 16 94 e di marchi 1,36 per ogni giornata di lavoro (media mensile); nel ba-cil10 minerario del ferro dclla Ilahn si calcolò un contributo assicu-rativo globale di 16 marchi per ogni 100 marchi di salario; nella eas'sa mineraria di Siegerland l'importo dei contributi costituì ne l-l'ottobre 1925 il 19

%

del salario medio; nelle miniere di rame di Mansfeld l'aggravio assicurativo padronale ammontò a circa il 16

%

del salario medio (1).

RiRulta dai dati riportati c da quelli che verremo esponendo che l'industria mineraria sia nel periodo prebellico che nel dopoguerra subì un aggravio assicurativo assai rilevante: ad evitare inesatte generalizzazioni conviene in proposito osservare che l'industria mine-raria è forse la più onerata fra le industrie per l'alto costo della mano d'opera in rapporto al costo complessivo, per il grave coefficiente di pCl'Ìcolosità insito al genere di lavorazione e per l'impossibilità tec-nica di compensare il maggior aggravio con perfezionamenti nell'or-ganizzazione produttiva.

Prescindendo da queste considerazioni peculiari all'industria

mi-neraria, si rileva tuttavia che l'aggravio assicurativo presenta note-volissime oscillazioni da industria ad industria.

Senonchè tali oscillazioni se talvolta corrispondono ad una effet-tiva differenziale onerosità dell 'aggravio assicurativo, possono ta-l'altra essere determinate dal fatto che talune industrie impiegano prevalentemente lavoro «unskilled» a basso salario mentre altre ri-chiedono l'opera di lavoro qualificato ad alto salario così che il rap-porto den 'onere assicurativo ai salari si eleva per le prime e si ab-bassa per le seconde senza che da questo si possa con sicurezza infe-l'ire che le une siano effettivamente più gravate delle altre.

Ed invero una industria, pur essendo gravata di una percentuale bassissima del salario medio può in realtà essere colpita da un onere assicurativo assoluto ingente qualora la spesa totale per salari costi-tuisca un elemento prevalente del costo totale di produzionel mentre lilla industria a bassi salari la cui spesa complessiva per mercedi sia tenue in rapporto agli altri elementi del costo di produzione, per

(27)

L10NERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA j 3 piego di macchinari che consentano una forte riduzione della mano d'opera o per altre ragioni tecniche, sarà gravata di un onere assi-curativo lieve malgrado questo costituisca una percentuale dei salari molto alta.

Perchè quindi la valutazione dell'aggravio sia per quanto è possi -bile esatta sarebbe necessario conoscere il rapporto del costo delle assicurazioni sociali con le spese totali dell 'intrapresa: in tal modo si porrebbero in evidenza variazioni talora notevolissime dovute al maggiore o minore contingente di mano d'opera salariata da assicu-rarsi in rapporto al costo totale e si otterrebbe un indice più atten-dibile dell 'entità dell 'aggravio.

Il Lenz cita che l'onere assicurativo della Società Mineraria di Gelsenkirchen costituiva:

il 17,47

%

delle spese totali nel 1905

» 16,84

%

» » » » 1906

» 14,31

%

» » » » 1907

» 20,13

%

» » » » 1908

» 18,41

%

» » » » 1909

Lo stesso Lenz compilò la seguente tabella per porre in evidenza l'entità degli oneri tributari e sociali della Fabbrica di birra Schultbeiss in rapporto alle spese totali, al reddito lordo ed ai divi-dendi (1):

Oneri pubblici e sociali in perceuluuli di Periodo Spesa lolale Reddito lordo Dividendo medio

1906-1907 24,3 20,7 17,0 1907-1908 23,0 20,3 14,0 1908-1909 23,7 20,4 14,0 1909-1910 35,0 30,8 14,0 1910-1911 35,1 31,3 15,0 1911-1912 34,8 31,2 15,0

Senonchè in questa tabella gli oneri tributari e quelli assicu-rativi vengono cumulati e fusi in un 'unica voce «oneri pubblici e

(1) LENZ, «Die Soziale Geschichte des Schultheiss·Brauerei », in Archiv

(28)

14 SCIENZA ECONOMicA E ÀSSICURAZIONI SOCIALt

s00iali» così che non si sa quale sia in effetti l'onere percentuale specifico degli uni e degli altri in rapporto alle spese totali, al red-dito lordo ed ai dividenti. E' np.cessario quindi specificare che nel costo indistinto degli «oneri pubbliei» l'aggravio assicurativo co-stituisce una percentuale minima mentre l'onere tributario ha la massima prevalenza.

Ed invero, ave si pongano in raffronto gli oneri assicurativi e gli oneri fiscali della fabbrica considerata si hanno le seguenti percen-tuali:

Percentuale degli • oneri pubblici ~ rappresentati da Periodo 1901-1905 1906-1908 1909-1911 Assicurazione sociale 10,6 6,7 3,5 Imposte 89,4 93,3 96,5

Lievissimo appare dai dati esposti l'aggravio assicurativo in con-fronto agli oneri tributari e di conseguenza minima la percentuale dello stesso in rapporto alla spesa totale, al reddito lordo ed al di-videndo medio.

Il rapporto del costo delle assicurazioni sociali al capitale ed ai dividmdi, sebbene esponga il fianco a gravi critiche ed a fondati dubbi sulla sua attendibilità, è posto frequentemente in evidenza

dagli imprenditori.

Il costo annuo dell 'assicurazione per alcUlle importanti intra-pre.'le tedesche è calcolato dal Dawson (1) in percentuale di capitale secondo la seguente tabella:

Ditta

Krupp

V ulcan (Oostruzioni Navali) Phoenix (:Miniere e l<'onderie) K61ner Bergwerksverein di Altessen Arenberg (Miniere c Fonderie di Essen) Dahlbusch (Miniere di carbon fossile) Bergbaugesellschaft Neuessen di Altessen Essener Steinkohlenbergwerke

(1) DAWSON, 1. C., pagg. 214.-216.

Percentuale del capitale

(29)

L'ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOdIALE E L'INDUSTRIA 15 In base alla nota inchiflsta dell'H ansa Bund si hanno le seguenti percentuali per gli anni 1900-1909 nei confronti di 304 grandi società per azioni:

Anno 010 Capitale azioni 010 Dividendi

1900 1,37 13 1901 1,52 16,90 1902 1,43 19 1903 1,53 18 1904 1,63 11,21 1905 1,61 16,70 1906 1,68 16 1907 1,84 16,80 1908 2,17 23,30 1909 2,14 23,37

I dati raccolti m questa tabella indicano che l'aggravio assicu-rativo ha subìto un notevole progressivo incremento.

Da tale inchiesta l'isultò che l'industria più onerata era la mine-l'aria ove le spese per le assicurazioni operaie costituivano il 47,33% dei dividendi, e ciò per le considerazioni svolte in precedenza; l' in-dustria bancaria invece diede la percentuale più bassa, appena il 0,4

%.

Senonchè gravi rilievi inducono a considerare alquanto proble-matiche le deduzioni che da tali statistiche potrebbero eventualmente trarsi.

Come osserva acutamente il Garino (1) «il capitale azionario di un'azienda non rappresenta sempre tutto il capitale che è impiegato in un 'azienda, il quale si può ottenere in parte anche con mutui o con emissioni di obbligazioni.

Il capitale che è effettivamente impiegato in un'azienda può dunque variare anche senza che varii il capitale azionario, il quale anzi generalmente resta immutato per parecchi anni.

Se con capitale avuto a prestito si aumenta per esempio il nu-mero degli operai, le spese per le assicurazioni devono necessaria-mente crescere anche se il capitale azionario non ha subito varia-zioni. La percentuale in rapporto al capitale azionario può quindi

(30)

16 SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

riuscire inesatta e far apparire gli oneri sociali più gravosi di quel che essi siano in realtà.

E neppure il dividendo costituisce un termine di confronto ab-bastanza esatto per giudicare degli oneri sociali di un'industria.

Il dividendo infatti non rappresenta sempre tutto l'utile netto delle società per azioni, le quali spesso nascondono sapientemente nei loro bilanci una parte dci profitti facendo degli accantonament~ delle

ri8erve con svalutazioni di capitali, immobili, ecc.

E quest'apparente diminuzione di un utile netto di un'azienda fa naturalmente apparire più gravosi gli oneri di quel che essi siano di fatto ».

Fra i vari metodi di elaborazione statistica sinora passati in ras-segna il più attendibile ed il più significativo, data la natura dell'in-dagine, sembra quello che misura la ragione del costo delle assicura-zioni sociali al costo complessivo di produzione dell'intrapresa.

Senonchè anche con tale metodo si tiene conto soltanto delle spese complessive dell 'intrapresa e non anche dei prezzi dei prodotti e del-l'ampiezza dello smercio che, se conosciuti e computati, porrebbero in evidenza i guadagni, talora notevolissimi, di congiuntura e di mo-nopolio.

In tal modo si otterrebbe un indice sicuro, fedele e minuzioso dell 'entità dell 'aggravio assicurativo sul complesso finanziario di ciascuna azienda.

A ciò si aggiunga che i risultati di una simile indagine costitui-rebbero un elemento preziosissimo per giudicare della possibilità o meno della traslazione dell 'onere assicurativo sul consumatore.

Senonchè il materiale statistico disponibile è così esiguo, fram-mentario e superficiale che una tale ricerca non è allo stato attuale delle cose possibile se non nei confronti di pochissime intraprese.

Secondo i dati citati dal Woodbury (1) le miniere di carbon fos-sile Dahlbusch di Essen pagarono nel 1909 per l'assicurazione so-ciale 441,260 marchi contro uno smercio di 1.059.000 tonnellate di carbone con una media di 42 pf. per tonnellata.

La Essener Steinkohlenbergwerk Aktiengesellschaft sborsò per l'assicurazione 1.653.800 marchi contro 1.814.906 tonnellate di car-bone venduto cioè 90 pf. per tonnellata.

(31)

L'ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA 17

La Bergbaugesellschaft Neuessen pagò 40 pf. per tonnellata.

L'as-sociazione fra proprietari di miniere e di fonderie dell'Alta Slesia pagò 50 pf. per tonnellata (1).

Jtingst calcola che l'aggravio assicurativo globale, comprendente cioè il contributo padronale e quello operaio, per le miniere di antra-cite di Oberbergamtsbezirk Dortmlmd costituì nel 1904 il 7,2% e nel 1911 1'8,2

%

del valore del prodotto.

Secondo l'Associazione per la protezione degli interessi minerari

della Ruhr l'aggTavio assicurativo ammonta all'aprile del 1925 a

marchi 1,84 per ogni tonnellata di carbone venduto, nel bacino

mi-nerario del ferro della Lalm a marchi 1,80 per ogni tonnellata di

carbone estratto.

Greissl riporta che il costo dell 'assicurazione 11ell 'industria della

fabbrica della birra non raggiunge i lO pf. per ettolitro e cioè meno

dell'l

%

del prezzo all'ingrosso.

Branchart calcola nella seguente interessantissima tabella la

per-centuale dell 'aggravio assicurativo in rapporto al prezzo del prodotto: Industria

I

1900

I

1905

I

1910

I

191!1!

Macchine 0,92 0,87 0,98 0,87

Macchine utem;ili 1,8 0,8 1,1 1,1

Birra 0,8 0,7 0,7 0,6

Cemento 1,1 0,9 0,9

Filatura e tessitura cotone 0,6 0,6 0,7 0,7

l\Ifuuere e fonderie 0,61 0,8g 1,45 1,38

Grandi macchine 0,71 1,30 1,29 1,18

Filatura di cotone 0,25 0,33 0,34 0,32

Filatura e tessitura mecc. del cotone 0,4 0,5 0,7 0,6

Latte 0,41

Filatura 0,52 0,52 0,74 0,79

Oioccolato 0,48 0,63 0,65 0,75

Materiali per scrivere e contare 0,33 0,41 0,45 0,44

MBùere 1,50 2,75 2,51. 2,21

Esplosivi 0,42 0,68 0,76 0,62

(1)

(1) DAWSON, 1. c., pagg. 215-217.

(2) BRANCHART, «Zur Frage der Belastung del' deutschèn Industrie

(32)

18

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

Da questa tabella si rileva che l'aggravio dell'assicurazione sugli

imprenditori va nel 1900 dal 0,25 all'1,8

%

elel prezzo del prodotto;

nel 1905 da O, 33

%

a 2,75

%;

nel 1912 da .0,32

%

al 2,21 %. Alla luce delle statistiche riportate, infondati o per lo meno ecces-sivi sono gli allarmi suscitati da alcuni oppositori dell 'assicurazione sociale i quali vorrebbero far credere che l'industria è sovraccaricata e scossa dagli oneri assicurativi, che questi determinano l'esodo dei capitali all'estero verso campi di investimento più redditizi, che l'in-dustria langue, impotente a sostenere a causa di tali gravami la

concorrenza estera, ecc.

Ed invero l'onere dell'assicurazione sociale costituisce in genere

una percentuale trascurabile del salario e del prezzo del prodotto,

tanto è vero che il costo deli 'assicurazione non venne in Germania e

in Inghilterra trasferito nè sui consumatori nè sui lavoratori. Il costo deli 'assicurazione sociale non è certo di tale entità da

tur-bare l'equilibrio del commercio internazionale a danno delle industrie

gravate. I miglioramenti tecnici ed una più redditizia organizzazione commerciale, provocati od intensificati dan 'aggravio assicurativo, possono agevolmente assorbire il nuovo onere di modo che i prezzi

non ne vengano influenzati, nè i profitti ed i salari diminuiti. Senonchè si potrebbe giustamente obbiettare che un onere trascu-rabile in tempi di prosperità economica riesce talvolta gravoso in

pe-riodi di depressione industriale e commerciale.

Ma anche a questo proposito è da notarsi che, in caso di crisi, altri gravami ben più onerosi del contributo assicurativo, quali ad esempio

la pressione tributaria attualmente gravissima in tutti gli Stati e le misure protezionistiche imperseveranti, costituiscono per l'industria un pericolo ed una minaccia molto maggiori di quel che non sia il

costo deli 'assicUl'azione sociale; più alle prime che non al secondo

quindi dovrebbero imputarsi gli eventuali disagi deli 'industria.

Con ciò non si vuoI negare che in tempi di depressione e di crisi anche l'aggravio assicurativo possa essere opprimente.

D'altra parte le caratteristiche tecniche deli 'industria, le

(33)

L;ONERE DELL'ASSICURAZIONE SOCIALE E L'INDUSTRIA lì) rapporto al costo complessivo di produzione cd al prezzo del prodotto, l'esistenza di industrie concorrenti estere non gravate dan 'onere assi-curativo, l'essere un 'industria colpita da intensa concorrenza interna ed il trovarsi quindi al margine della produzione, san tutte queste, condizioni che possono rendere gravoso un onere che per industrie esercitate in condizioni normali è lievissimo; ne è conferma l'esempio citato deli 'industria mineraria tedesca il cui costo per l'assicurazione costituiva il 47,33

% dei

dividendi, mentre per l'industria bancaria si riduceva al 0,4

%.

Una grande fabbrica che adoperi su larga scala macchinari per-fezionati e che quindi impieghi un numero relativamente tenue di operai ha un vantaggio notevole in confronto ad un opificio che per esigenze tecniche di lavorazione o difetto di capitali non può intro-durre se non un numero limitato di macchine e deve invece impiegare un 'alta percentuale di mano d'opera; una grande industria risulterà gra,ata dall'assicurazione in misura minore che la piccola industria, potendo la prima ripartirne il costo su una massa di prodotto di gran lunga maggiore di quel che non possa la seconda; una industria in condizioni di monopolio o che produce una merce a domanda rigida potrà più agevolmente trasferire l'onere assicurativo sul consumatore che non una industria colpita da intensa concorrenza o producente merce a domanda elastica.

(34)

II.

Teoria della traslazione del contributo

di

assicurazione

(1)

La teoria della traslazione, trattata con ampiezza e profondità di indagine nei riguardi dell 'imposta da eminenti economisti quali, per citare i maggiori, il Pantaleoni, il Seligman, il Graziani, l'Edgeworth, l'Einaudi, l'Jannaccone, non venne invece con altrettanta compiu-tezza studiata nei confronti del contributo obbligatorio di assicura-zione, ove si eccettuino rare e frammentarie, se pur notevoli, indagini parziaii. E pure l'analogia intercedente, almeno nei riflessi del pro-blema della traslazione, fra imposta e contributo assicurativo, pur te-nendo conto della natura specialissima del secondo, credo giustifichi e raccomandi una tale ricerca.

Qual'è infatti la natura giuridico-economica del contributo di assicurazione ~

(1) «La traslazione delle imposte e delle tasse - afferma il PANTALEONI nella sua magistrale monografia sulla Teoria della traslazione dl3'i t1·ibuti

- è quel processo mediante il quale il contribuente si rimborsa in tutto o

in parte del tributo che lo grava trasferendone l'onere ad altri i quali alla

loro volta se ne liberano similmente in tutto o in parte... La traslazione

delle contribuzioni non avviene sempre ma quando avviene ha un termine.

Essa crea a lato del contribuente de jure, cioè di quell'organismo

econo-mico, al quale il superiore politico impone giuridicamente l'imposta, un contribuente de facto, o ultimo contribuente traslato, al quale l'imposta

viene accollata sul mercato mediante la lotta economica privata ... L'inci-denza delle imposte e delle tasse ha luogo sul contribuente de jure quando

non vi è traslazione, mentre in caso opposto è ivi dove cessa la traslazione ». Identica significazione dovrà attribuirsi ai termini di «traslazione» ed

(35)

TEORIA DELLA TRASLAZIONE DEL CONTRIBUTO DI ASSICURAZIONE ~ l Il De Valles asserisce trattarsi di lilla tassa: «il contributo cioè si presenta come una prestazione di diritto pubblico chiesta al singolo in occasione di una determinata utilità che l'ente pubblico procura a lui o ad altre persone senza che vi sia il rapporto di prestazione o contro-prestazione contrattuale» (1).

C1'!-e non si tratti di "Lilla prestazione contrattuale credo sia incon-troverso; 110n sembra invece altrettanto legittimo l'attribuire al con-tributo la natura di tassa, quale la scienza finanziaria quasi concor-demente definisce (2).

Caratteri distintivi della tassa sono: a) la divisibilità del servizio o del bisogno per il cui speciale soddisfacimento viene corrisposta la contribuzione; b) la non obbligatorietà della contribuzione, corri-sposta soltanto da chi volontariamente richiede il soddisfacimento di quel tal bisogno.

L'imposta per contro: a) è una prestazione coattiva; b) provvede al soddisfacimento di bisogni collettivi indivisibili. Ora il contributo di assicurazione partecipa parzialmente ed alternativamente degli attributi della tassa e dell'imposta: alla prima è affine in quanto anche il contributo provvede al conseguimento di una utilità parti-colare divisibile: beneficio assicurativo; per contro, dato il suo carat-tere di prestazione obbligatoria, il contributo si discosta dalla tassa e partecipa invece di un eminente attributo dell 'imposta: la coat-tività.

In verità il contributo di assicurazione è di natura così speciale da non potersi catalogare nè fra le tasse, nè fra le imposte; che se si volesse formulare 1m 'analogia, sembra con maggior ragione la bi-lancia penda dalla palie deIl 'imposta se, come dice l'Einaudi, « quando e~iste la libertà di richiesta deIl 'utente o contribuente siamo

(1) A. DE V ALLES, «Le Assicurazioni Sociali », dal Trattato completo di diritto amministrativo italiano» a cura di V. E. ORLANDO. Soc. Ed. Libr., Milano 1925.

(36)

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

ileI campo del prezzo pubblico e della tassa, quando il contribuente deve essere coartato a pagare siamo nel campo dell'imposta ».

Ed una tale affinità è tanto maggiore ove si consideri la natura giuridico-economica del contributo totalmente o parzialmente gra-vante sul datore di lavoro: in questo caso infatti la contribuzione non solo è coattiva ma viene anche corrisposta non per il conseg ui-mento di un beneficio particolare in quanto di questo fruisce non il datore di lavoro ma il lavoratore, sibbene per il conseguimento di fini di utilità generale, per l'appagamento di bisogni indivisibili quali la sperata conciliazione del capitale e del lavoro, la prosperità della razza, la pace sociale, il maggior rendimento della forza lavoro, tutti fini questi che l'assicurazione sociale si propone di conseguire mediante la tutela economica cd igienica delle moltitudini lavoratrici. A prescindere tuttavia da tali considerazioni l'analogia che vera-mente importa riaffermare, a!?:li effetti della teoria della traslazione, fra contributo assicurativo ed impoRt.a è la coattività: sia nel campo dell 'imposta che in quello dell 'assicurazione sociale si è in presenza di una contribuzione de jure gravante su determinate categoril3 di cittadini le qnali, per mezzo della lotta economica, tentano trasferirne l'onere su altri.

Il 'investigare se e sotto quali condizioni un tale trasferimento di oneri finanziari obbligatori possa effettuarsi costituisce appunto l'oggetto della teoria della traslazione.

Questa è uno dei più complessi, intricati ed oscuri problemi che la scienza economica e finanziaria annoverino.

Arduo compito è invero isolare il fenomeno della incidenza del-l'onere assicurativo e valutarne gli effetti specif-ci sull' ambiente economico in quanto, simultanee, agi~cono ed infla.:.:;cono altre forze

economiche anch'esse cooperanti alla formazie-D del prezzo delle merci e dei servigio Ile depressioni economiche, le alterne vicende delle lotte del lavoro, non direttamente determinate dalla percussione del contributo obbligatorio, l'entità e la natura delle imposte, i mi-glioramenti tecnici, le congiunture, le variazioni nell 'utilità finale del prodotto ecc. sono anche tutti questi, fattori e non trascurabili che interferiscono, tm'bando e modificando l'equilibrio economico, in

(37)

TEORIA DELLA TRASLAZIONE DEL CONTRIBUTO DI ASSICURAZIONE 23

molteplici forze economiche in gioco, data la insufficienza e la defi-cienza di segnalazioni economiche adeguate. Le gravi difficolt.à l'ile,ate potrebbero almeno in parte essere attenuate qualora si disponesse di una copiosa e fedele raccolta di dati statistici, razio-n:tlmcnte rilevati ed elaborati, ccncernenti le variazioni dei prezzi delle merci e dei servigio Invece, deplorevoli deficienze di materiale statistico, negligenza e disorganizzazione degli strumenti di rileva-zione e conseguente infedeltà delle notizie statistiche, troppo spesso in,entate di sana pianta dagli organi di osservazione, ingigantiscono anzichè attenuare gli ostacoli e interdicono l'uso del metodo induttivo-storico.

Senonchè, pur dovendo assumere un carattere prevalentemente ipotetico e deduttivo non confortato dalla conferma statistica o da questa non sufficientemente illuminato, lo studio della traslazione ed incide~a del contributo assicurativo potrà non di meno essere fe-condo e fruttuoso di apprezzabili risultati qualora si limiti ad inve-stigare e ad accertare tendenze di prima approssimazione. Anche da una indagine così circoscritta i «pratici », i «realizzatori» della politica sociale potranno trarre utili suggerimenti, ove sovvengano i dovuti temperamenti ed adattamenti volta a volta consigliati dalle opportunità della mutevole realtà sociale.

I contribuenti de jure deZl'Assicu?"azione Sociale possono essere i datori di lavoro, i lavoratori e lo Stato .

.ii titolo di esemplificazione, in Germania all 'assicurazione contro la malattia contribuiscono per egual quota imprenditori e lavoratori; in Inghilterra l'assicurazione contro la malattia e l'invalidità prema-tura è alimentata per 4/9 dai lavoratori, per 3/9 dagli imprenditori e per 2/9 dallo Stato; in Italia l'assicurazione per l'invalidità e la veechiaia grava in parti uguali su imprenditori e lavoratori, lo Stato contribuisce con una maggiorazione annua di L. 100 per ogHi pensione liquidata. L'assicurazione contro gli infortuni, in tutti gli Stati ove venne istituita, costituisce un onere esclusivo dei datori di lavoro in omaggio al principio, universalmente riconosciuto, del rischio professionale. In Rumania l'onere dell'assicurazione contro la malattia grava totalmente sui lavoratori.

(38)

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

.

solo datore di lavoro, a volte sul solo lavoratore ovvero su entrambi / in proporzionp variabHe o in fine congiuntamente sul datore di lavoro

sul lavoratore e sullo Stato. :t

Al momento della percussione il contributo obbligatorio di assi-curazione si risolve: per gli imprenditori in un aumento del costo

di produzionc, per i lavoratori in una diminuzione del salario, per

lo Stato in un aumento di pubbliche spese.

L'aggravio assicurativo inciderà sui contribuenti «de jure» per-cossi ovvero verrà traslato? In quest 'ultima ipotesi quale

configura-zione assumerà il processo di traslaconfigura-zione nei vari possibili stati del mercato?

Ai due quesiti cnunciati si tenterà di dare una risposta

pren-dendo successivamente e distintamente in considerazione il

contri-buto padronale, il contributo operaio ed il contributo statale:

1. - Contributo dei datori di lavoro.

Il datore di lavoro, percosso dal contributo assicurativo, di pre-fr,renza tenterà di tras-F.erirne il costo sul consumatore con un

aumento dei prezzi; cercherà invece, qualora Je condizioni del me

r-cato non gli consentano di porre in effetto il suo prescelto disegno, di addossare l'aggravio sugli operai mediante una riduzione dei salari; se infine non riesca ad effettuare la traslazione neppure su

i lavoratori, per la vittoriosa resistenza delle organizzazioni di me-stiere, o per lc avverse condizioni del mercato del lavoro, dovrà subire

la definitiva incidenza dcI contributo assicuratiyo: il contribuente

de jure diverrà anche contribuente de facto.

Bisogna ricercare sotto quali condizioni si avveri l'una o l'altra delle possibili eventualità.

La possibilità o meno di trasferire il costo deli 'assicurazione sociale sui consumatori è condizionata dall'essere la merce prodotta

in condizioni di monopolio o in condizioni di concorrenza, in regime

di libero scambio o di protezionismo; dalla natura della domanda o

deU 'offerta; dalle caratteristiche tecniche dell 'intrapresa; dal rap-porto del prodotto al costo; dan 'essere il contributo assicurativo alto

o basso, generale o speciale, uniforme o differenziale.

Un imprenditore che esercita la sua industria in regime di

(39)

..

TEORIA DELLA TRASLAZIONE DEL CONTRIBUTO DI ASSICURAZIONE 25

è determinato non dal costo di produzione di un qualsiasi produttore

marginale concorrente su] mel'cato, ma dal monopollsta al punto che gli consente il massimo guadagno.

In tali condizioni ile la domanda è rigida, anelastica non v'ha dubbio che il prczzo verrà aumentato e che quindi j] contributo assi-curativo verrà traslato sul consumatore: la elevazione del prezzo infatti non contr'arrà il consumo della merce e consentirà sempre al monopolista il guadagno netto massimo realizzato anteriormente alla impm!izione del contributo. .

Teoricamente questo caso non dovrebbe mai avverarsi perchè si suppone che il monopolista, arbitro del mercato, abbia già fissato,

prima ed a prescindere da qualsiasi imposizione di oneri, il prezzo

che, combinato coli 'ampiezza dello smercio, gli assicura il massimo profitto.

Nell 'ipotesi, qualunque aumento di prezzo comporterebbe una

contrazione più o meno accentuata del consumo o la sua totale estin-zione e, in tutti i casi, un minor profitto netto in confronto al profitto massimo prima conseguito.

Senonchè nella pratica commerciale può benissimo avverarsi il

caso, e spesso si avvera, che il monopolista, percosso dal nuovo ag-gravio, trasferisca questo sul consumatore mediante una corrispon-dente elevazione del prezzo senza che scemi lo smercio del prodotto, nè venga quindi intaccato il profitto primitivo: ma ciò, correttamente

ragionando, deve esclusivamente attribuirsi all'ignoranza del

mono-polista circa il grado di l'igidità della domanda e cirea il prezzo da

essa consentito, indipendentemente dall'imposizione o meno del con-tributo assicurativo.

TI profitto del monopolista sarà sì lo stesso di quello realizzato prima, anche dopo l'imposizione del contril?ut.o, ma sarà minore del-l'ammontare di questo in confronto al guadagno massimo che avrebbe potuto conseguire qualora avesse già prima fissato il prezzo a quel

punto che, soltanto in seguito alla percussione dell'aggravio, venne

determinato.

In conclusione il consumatore non rimarrà inciso dal contributo assicurativo, sebbene l'aumento del prezzo sia stato occasionalmente

(40)

SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALI

Sul monopolista invece cadrà l'incidenza del contributo sotto forma di lucrum cessans.

Se la domanda è elastica, il monopolista aumenterà il prezzo in maggiore o minor misura, o lo manterrà immutato a seconda che il costo dell 'as~icurazione operaia sia maggiore o minore della differenza fra il guadagno maRsimo conseguito anteriormente alla imposizione dell 'a,g-gravjo ed il minor guadagno consentito dallo scemato consumo derivante da una elevazione del prezzo. La parziale o mancata tras-la7.ione sul consumatore è la l'iRultante di due funzioni: l'entità. de l-l'aggravio assicurativo e l'elasticit.à della domanda.

Se il costo dell 'assicurazione obbligatoria, aI punto di guadagno massimo, è inferiore alla diminuzione del provento netto conseguibile con un qlla1ul1C1Ue ril'll7.o del prezzo del prodotto e con la conseguente contrazione della domanda e diminuzione del carico assicurativo, indubbiamente converrà al monopolista mantenere invariato il prezzo e subire per intero le spese del1 'assicurazione.

Se invece l'a@'gravio assicurativo è maggiore della differenza fra il guadagno maflsimo di monopolio ed il guadagno consentito da una elevazione del prezzo, converrà che questo sia aumentato al punto che, combinato coll 'ampiezza dello smercio ed il minor carico assi-curativo derivante dalla minor offerta, assicuri al monopolista la minor perdita.

In altre parole, se la quota di contributo assicurativo evaso con una contrazione dell 'offerta è minore della perdita derivante al mo-nopolista dallo scemato consumo, il prezzo non verrà elevato; se invece la quota di contributo evaso è maggiore della perdita deter-minata dalla contrazione della domanda, si avrà elevazione di prezzo.

In quest 'ultimo caso si avrà.: una parziale evasione del contributo assicurativo corrispondente al minor contingente di mano d'opera necessaria a produrre la scemata offerta, e ciò perchè il costo

del-l'assicurazione sociale è direttamente proporzionale al numero dei

lavoratori impiegati; l'incidenza sul monopolista del contributo assicurativo in proporzione del contingente di lavoratori ancora necessario a soddisfare le esigenze del minor consumo; un danno emergente, quale effetto dell'incidenza, a carico dello stesso

(41)

TEORIA DELLA TRASLAZIONE DEL CONTRIBUTO DI ASSICURAZIONE SJ,7

danno emergente, quale effetto deli 'incidenza, a carico dei consuma-tori per il maggior prezzo del prodotto.

Esaminando il caso analogo di una imposta proporzionale al prodotto lordo, due insigni economisti, il Graziani ed il Seligman, ehe magistralmente trattarono della traslazione ed incidenza dei tri-buti, considerano l'elevazione del prezzo, quando venga effettuato dal monopolista in seguito alla percussione del tributo, come una parziale o totale traslazione del tributo stesso sul consumatore.

«Non è corretto - dice il Graziani (1) -- affermare che il mo-nopolista, nell 'ipotesi di un 'imposta, che colpisce proporzionalmente ciascuna unità di prodotto, non possa ripercuotere il tributo, giacchè egli può cangiare il prezzo con v::mtaggio; quando cioè la diminuzione del suo guadagno netto è inferiore di quella che avviene allorchè mantiene il prez7.0 primi;jvo. Mai il monopolista può in tutto tras-ferire il trihllto; gli riesce però di trasferirlo in parte, c di scemare il carico di esso, quando un altro prezzo gli assicura un provento netto più alto ».

« Se l'imposta è piccola e la domanda è tale da decrescere molto con l '~1Umento del prezzo - soggiunge il Seligman (2) - è pro

ha-bile che il monopolista trovi che gli conviene di più assumere su di se stesso una massima parte d'imposta. Se, invece, la domanda è meno elastica, egli trasferirà una parte sempre più grande d'imposta sul consumatore ».

Pur essendo sostanzialmente d'accordo con i due eminenti econo-misti, credo che alle loro conclusioni possa farsi una obbiezione di carattere terminologico, obbiezione formale ma che pure ha la sua importanza teorica.

Nel caso prospettato infatti non vi ha traslazione del contributo o dell 'imposta sul consumatore, ma evasione parziale del tributo ed incidenza integrale del tributo stesso sul monopolista in proporzione deli 'offerta scemata in conseguenza dell'elevazione del prezzo. Il danno patito dal consumatore per il maggior prezzo del prodotto non

(1) A. GRAZIANI, Istituzioni di Scienza delle Finanze, F.lli Bocca Ed., T<r rino, 1911, pago 339.

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28 SCIENZA ECONOMICA E ASSICuRAZIONI SOCIALI

è che un effetto deU 'incidenza. del tributo sul monopolista come al-trEsì effetto dell 'incidenza è l'ulteriore perdita patita dal monopo-lista stesso, oltre l'ammontare dcI contributo od imposta pagati, a causa dello scemato consumo.

Ed invero il monopolista, elevando il prezzo, non solo subisce la perdita dello scemato consumo in confronto del guadagno massimo consentito dal prezzo primitivo, ma ri~ane inciso integralmente dal contributo assicurativo in proporzione dei lavoratori tuttora neces-sari a soddisfare le esigenze Stella diminuita produzione; tanto è vero che il guadagno netto del monopolista in seguito all'elevazione del prezzo è quello stesso che allo stesso prezzo avrebbe potuto conse-guire, prima della percussione del gravame, detratto l'ammontare del contributo assicurativo (1).

Il vantaggio derivante al monopolista dall'elevaziòne del prezzo non consiste in una parziale o totale -traslazione del contributo sul consumatore, ma in un 'attenuazione del danno che avrebbe su-bito con il prezzo primitivo e ciò mediante una parziale evasione del contributo a causa della restrizione dell 'oggetto colpito e cioè a causa dél minore contingente di lavoratori assicurandi in seguito alla contrazione della produzione.

Anche il rapporto del prodotto al costo è un elemento da tenersi neHa debita considerazione nel determinare le condizioni che in-fluiscono sull 'incidenza del contributo assicurativo nelle industrie soggette a monopolio e sulla possibilità di una elevazione del prezzo in seguito alla percussione del contributo assicurativo.

Se il prodotto è soggetto alla legge del costo decrescente, cioè quando il costo unitario del prodotto decresce con l'aumento della produzione, il monopolista, qualora la domanda sia elastica, non ele-verà il prezzo o lo eleverà in misura minore; ed infatti l'aumento del prezzo contrae il consumo e di consilguenza la produzione; a pro-duzione minore il costo unitario del prodotto, prescindendo dall'ag-gravio assicurativo, aumenta e quindi il monopolista subisce, oltre la perdita per lo scemato consumo e per l'entità del contributo

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TEORIA DELLA TRASLAZIONE DEL CONTRIBUTO DI ASSICURAZIONE 29

curativo, anche il danno dell'elevazione del costo lmitario del pro-dotto.

Per contro, la legge del costo crescente è favorevole ad una eleva

-zione del prezzo in quanto il costo unitario del prodotto decresce con

una minor produzione e quindi il damlo dello scemato consumo è at-tenuato dal minor costo del prodotto. Il monopolista in tali condi-zioni tenderà ad evadere parzialmente l'onere assicurativo mediante una elevazione del prezzo in quanto la perdita derivante dalla

con-trazione della domanda è attenuata dalla diminuzione del costo di

produzione.

In conclusione quando la domanda è elastica, quando l'entità del

contributo assicurativo è lieve, quando l'industria è soggetta alla

legge del costo decrescente, il prezzo del prodotto monopolizzato non verrà probabilmente aumentato ed il contributo assicurativo inciderà

quindi integralmente sul monopolista.

Quando invece la domanda è rigida, anelastica, quando l'entità dell'onere assicurativo è grave e quando l'industria è soggetta, alla legge del costo crescente, probabilmente il prezzo di monopolio

verrà aumentato ed il contributo assicurativo in parte verrà evaso eù in parte inciderà sul monopolista.

La misura dell 'elevazione del prezzo, dell 'incidenza del

contri-Luio sul monopolista e conseguentemente dell'evasione del contributo stesso varierà in proporzione diretta col grado di anelasticità della domanda, con l'altezza del contributo e con la variabilità del costo unitario del prodotto in rapporto al volume della produzione.

L'eventuale elevazione del prezzo determinerebbe un triplice

ordine di svantaggi: il consumatore rimarrebbe direttamente dan-nèggiato dal rincarimento delle merci; il lavoratore dalla contrazione dell'offerta di lavoro derivante dalla diminuzione della produzione, l'ente assicuratore dal minor gettito dei contributi.

E' da notarsi tuttavia che, di regola, la percussione del contributo assicurativo sul monopolista non determinerà alcuna modificazione

del prezzo in quanto il monopolista riterrà quasi sempre più conve-niente addossarsi per intero il carico assicurativo e mantenere inva-riata la domanda del prodotto, lasciando inalterato il prezzo.

Ed invero soltanto i prodotti eli primissima necessità, i generi di lusso e le merci complementari sono a domanda rigida mentre la

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30 SCIENZA ECONOMICA E ASSICURAZIONI SOCIALt

alle esigenze ed agli agi della vita, di consumo larghissimo, sono a domanda elastica così che ogni variazione di prezzo contrae sensibil-mente il consumo.

Inoltre gran parte dei monopoli economici concernono prodotti a costo decrescente: la produzione su vasta scala, che è una delle

ca-ratteristiche del monopolio, è particolarmente vantaggiosa quando

l'industria sia soggetta alla legge dei costi decrescenti cioè quando ad ogni incremento di produzione decresce il costo unitario del prodotto.

Ora la legge del costo decrescente, che per tal modo è favorevole alla crea.zione ed alla prosperità del monopolio, è anche uno degli elementi che tendono a rendere svantaggiosa una modificazione del prezzo.

E' da considerarsi infine che, per l'ampiezza dello smercio ed il grande uso di macchinari, una industria monopolizzata impiega un contingente di mano d'opera relativamente esiguo in confronto alla

massa del prodotto così che il costo dell 'assicurazione obbligatoria costituisce un elemento trascurabile del costo totale di produzione:

ne consegue che probabilmente il lieve vantaggio derivante da una elevazione del prezzo e da un minor carico assicurativo, conseguente alla contrazione della produzione, quasi certamente non compenserà

lo svantaggio derivante dal minor smercio e dal maggior costo uni-tario del prodotto.

Il monopolista quindi preferirà rimanere inciso in toto dal

con-tributo assicurativo e lasciare inaltr,rato il prezzo.

Passando ad esaminare il caso di industrie soggette a concorrenza

dovranno soccorrere tutt 'altre considerazioni. E' noto che il prezzo di concorrenza non vien fissato, come nel monopolio, dal produttore al

punto che gli assicura il provento netto massimo, ma tende a coin-cidere con il costo del produttore marginale, del produttore cioè che,

in un dato momento, concorre nel mercato in condizioni le più

sfavo-revoli. Il prezzo di concorr·enza peraltro, per il continuo processo

di sostituzione dei produttori più abili ed officienti al posto di quelli meno capaci, tende ad abbassarsi per il fatto che i successivi

produt-tori marginali, subentrati a quelli cacciati dal mercato, producono a

minor costo.

Quantunque anche in condizioni di libera competizione l'elasticità della domanda e del! 'offerta, il rapporto del prodotto al costo,

l'entità del! 'onere assicUI'ativo siano elementi tutt 'altro che

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