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"ViW*'
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w ir
ED
Copyright 1905
(PrintedSALVATORE ALIAGA
JANA
©cene sarde in due atti
MUSICA
DIM. Renato Virgilio
^
/€£
A. Puccio
-Editore MILANO
-VIA ROVELLO
\. 1(Printed in Italy).
T4l(*
Proprietà dell'Editore
per
tutti i paesi.Depositato
anorma
dei trattati internazionali.Tuttti i diritti di
esecuzione,
rappresentazione, ripro-duzione
diqualunque
genere,traduzione
e trascrizione
sono
riservati.Published November
lst 1905Copyright
Copyright
in U. S. A.by
A.Puccio.
'fjìancù> Jlg-netU
= PERSONAGGI
=
JAN A Soprano
Donna MINNlA-GRAZIA .... Mezzo Soprano
GADDU DI NUORO Tenore
GIACOMO PORTU ... Baritono
STEFANO DEDDA Basso
GAVINO 2° Tenore
-NfE&Dtf
,... 2° Baritono
Braccianti,
donne
ebambini,
cacciatori,amazzoni,
bracchieri, battitori, ecc.Ai
dì nostri—
Interra diGallura.
ATTO PRIMO
Un
villaggio—
il Picco—
sulla costieradi Gallura, ai dì nostri.Paesaggio
vasto. Infondo
allospiazzo
leprime
fratted'una
sodaglia limitata all'orizzonte dalla roccia delmonte
dal profiloche
digradabruscamente sovra un minor
pendìo.A
destra, tragli edifici rozzidell'abitato, la casettaa schisto greggio,diGaddu
e Jana. Dell'abituro è visi- bile, sotto a un'arcata su cuipoggia un
ballatoio dalla vòlta bassissima, l'internodellacucina,fumosa
edensa
d'arredi agresti; nelmezzo un'ampia
tavola zoppicante, cui attornianouna cassapanca
equalche
altromobile
di sgraziata fattura. Sulla parete di
fondo
ilvano
e la scala per cui s'accede
alla stanzuccia sovrastante,avente varco
sul ballatoio.A
sinistradell'ascoltatore,una
bettola protettada un
tetto difogliame
sporgentesicon piova
dirami
sul disordined'alcunemalferme
tavole e diquattropanche.
In
mezzo, un poco
sulfondo
delquadro, un
"nuraghe
„ sacro: alto,severo —
afoggiadicono tronco —
fron-zuto
di vegetazioni selvaggie alleconnessure
delle pietre. Più innanzi,alprimo
dei piani prospettici,lapila d'un beveratoio, accerchiato di sedili di sasso.La
sera, purpurea, urgente.Clamore
di voci.I braccianti scioperanti d'Efisio
Mannu —
il signore dei frantoi, delle biade e dellepasture
diLimbara
e diCalangianus — fanno
a carte; liguatano
icompagni,
dai volti scarni e riarsi dal cociore dei solleoni.SCENA PRIMA
Gaddu, Gavino, Stefano, Dedda, Nieddu donne
e altri braccianti.STEFANO
aNieddu, scrutante lungo la via montana) Qualcun?...
NIEDDU
Nulla.GAVINO
(conaltri sterratorisdraiato al suolo, dando unacarta) Danari.
STEFANO
(ribattendoa doppia carta)
Asso...
Ed un
altro.GAVINO
(crollando tristamente il capo)
Rifiuterà...
GADDU
Aspettiam.
GAVINO
Ei d'ogni terra Signor; noi schiavi e pochi!
È vana
guerra...GADDU
(violento)
Morrem
difame!
6
—
STEFANO
(sogghignando)
Affé; il partito è scaltro.
GADDU
(fissando tetro il compare)
Dedda! o
il pianto t'èmeglio ed
ilmalanno?
STEFANO
Io?...
Nuorese,
bah, è celia!...(additando un gruppo di fanciulli)
Ma costor?
GADDU
(proseguendo infervorato)
E
l'ansiasempre,
labestemmia,
il danno...?!GAVINO
(alzandosi e gettandole carte)
Fante;
ecedo!
STEFANO
(filosofo)
E affoghiam
..Bazza
a chimuor!
(Altrigiuocatori s'alzanoafatica da terra;gesti eatteggiamenti di stanchezzae dolore; donne, gruppi di bimbi traversano con frequenzala piazza, quali sostando peracqua alla fontana, con anfore di cotto, quali scomparendo lateralmente a tergo del nuraghe).
SCENA SECONDA.
Un gruppo
d'altri sterratori e precedenti.NIEDDU
(dal postodivedetta) Gli amici!
-
7-
I
BRACCIANTI
' Alfine.. orsù...
GAVINO
(ad uno dei sopravvenuti, concitatamente.) Parla... il
messaggio?
I
SOPRAGG1UNT1
(laconici, affranti) Scacciati!
I
BRACCIANTI
(gliocchi lampeggianti)
Per
Iddio!...STEFANO
(beffardo)
Né
udito ei v'ha...?GLI STESSI
Ciancie
non
vuol...La fame ha
per ostaggio...Pregammo, supplicammo,
d'umiltà curvi. Ei rise!STEFANO
(un sussulto d'ira intutti)
La
belvaha
gaioumor!
TUTTI
E
noibestemmierem, compagni,
ancor...(I pugni si serrano poderosi;Gaddu ha un gestodiscoramento
infinito.
—
Lontano, un canto femminile)IL
CORO LONTANO
Preghiam! Nel Vespero,
dal triste cor, sorelle,un
cantico salga al Signor.Preghiam per
l'animeprone
al dolor!I
BRACCIANTI
Compari,
affé,ecco
ridemadamigella Fame
col livido corteggio
de
lesue smorte dame, A
casa, orsù,ove
a notte, colfumo per
collar,ridon versiere e spettri
accanto
ai focolari...Pure...! a la
Pasqua,
orvia, cantiam,alsogno
d'or...Verrà...verrà!
(lento, lentoilcoros'avvia)
Ma un
dì, forse,men
triste verràdinoi sulpiantoche
riderà d'Aprile sui casolariun
canto!che
tutte entro dell'anima di sorrisi digiuna risorgeran lemorte speranze ad una ad una!
Men fosco
il sol sui doloranti allorasovra
i solchi fraternisplenderà;
verrà, verrà
ne
l'aspettataaurora l'umana tregua
aogni
martir: verrà.Pasqua
dei tempi, faro d'ogni prora,o Pasqua santa
dell'Umanità!(Il gruppocosì osannante inoltra edispare lungo la montana, dietro cui il tramonto agonizzain unastranadissoluzionedico- lori... Gaddu, il capopremuto fralemani,èrimastoin attitudine di dolore,accantoai sedili del fonte.V'èrimasto, solooraallon- tanandosene, Stefano Dedda. Scoterà melanconico il capo a l'echeggiare dellacanzone).
STEFANO
Buono:
laPasqua!?...
urrà... Frattantoun
gaio quaresimali...(s'avvia; passandopresso ilnuraghesisoffermerà accanto aduna pietra reggente unasortadi rozzopronaoedapostroferàGaddu).
Toh;
ilsasso benedetto
che
risana chi muor...Mia
fé! trapoco
non basteranno
i sassitutti della Gallura, alla morìa...
Bah!
ci pensi il demonio...E
così sia!(s'allontanae scompare)
SCENA TERZA
Jana
eGaddu
(Pallidissima, ravvolta in unoscialle chelecoprela testa,Jana apparirà sulla soglia della cascina. Scorto Gaddu, s'avvia alui
camminando
faticosamente; giuntagli accanto lo chiamerà con un lievetoccare.Un
trasalirediGaddu).Tu
qui?Sì.
GADDU
JANA
(debolmente)GADDU Anco una
volta a torturarmi ilcore?
JANA La
tua piccina - ascolta,Gaddu
- simuor!
(Gaddu china ilcapo, senzaparola. Jana proseguendocon ango- sciata dolcezza:)
Torna
a la tristecasa Gaddu!
vedi? ognimia
forza declinar-la tua cascina
non ha un
sorriso,una
dolcezza... vieni!ci
manca
ilpan? morremo
V_
-"\
a quella cuna, accanto,
ma almen ne
asciughiuna carezza
il pianto,un
tuo bacio d'amor...GADDU
(disperatamente)
Non
più;non
più!mi spasiman
nelcore
mille torture,mille paure,
che
sento,non so
dir!Or
de' tugurii all'ultimasperanza
il cielo irrida,ma che
ildolor mi
uccida,lo schianto,
prima che
ildigiun?
ch'iopianga?, no:
dillo tu alSignor!
JANA Gaddu,
t'uccide ildemone
torvo
della tua pena...(con crescentefervore)
Vieni...
serena d'amore
un'albaancor
verrà;un
incantogentil, se
m'ami,
a lacapanna ancor!
GADDU No, no!
sperai;ma,
frantoil
sogno,
quimorrem... Me
'1 dice il cor...JANA
Al
padron
cedi...Guarda: ovunque
è pianto!È vano
ogni martir!...Tornate
ai campi...GADDU
(imperioso, dolorando)
Lasciami
e taci!JANA
(supplichevole)La
tua piccina, l'occhi-turchina,Gaddu, morrà!
GADDU
(disperatamente, minacciando)
Per
le tue lagrime,per
la tua vita...!JANA
(arretrando, sbigottita)
Gaddu!...
È
finita... Pietà.. Pietà...(Ladonna indugia fissando
Gaddu
con passione mortale; indi crollando il capo e guatando sbigottita in alto, in attitudine d'amore,s'avviadaccapostancamenteallacasa:ne varcalasoglia, soffermandosi avantiaduna immagine religiosa; s'inginocchia, assorta qualchemomento
in un'estasi d'angoscia).Mi sento
incore
un
desiderioarcan
di piangere,di piangere... e morir!
Madonna
ascolta:e se il pregarti è
vano
e ogni
pace
m'hai tolta, uccidimi,non
farmi più soffrir!...La mia
lividabimba, oh
sìsmunta,
sì stremata, sospira:
— madre, ho fame
e
tremo
tanto!— Vergine
benedetta:
fa tu ch'ella sorridache
di soleun
palpitole
giunga
al core, alcore
affranto..Tutta
r
tutta
dannami, o
Santa; ilsen mi colma
d'ogni tortura...E
sia!ma
lamia bimba
a singhiozzar reclina fallesoccorso Tu che
sei divina!la soccorri dal cielo
Tu
dalCarmelo
regina e fiore -
immagin
piad'amore.
Fa soccorso
almio sangue
di lassùche
il pane,o
Santa,non so
darle più!(rimane a ginocchi,il seno rotto tra i singulti; s'alzerà poscia barcollando avviandosi, brancicante, alla scaletta esalendo,fati- cosa, allastanzasuperiore).
SCENA QUARTA
Giacomo Portu, Minnìa-Grazia
la
falange
del cacciatori, leamazzoni.
(I terrazzani sfollano, a poco apoco levie e lospiazzo.Strane l'ultime fosforescenze del cielo, chiazzatodivastissimezonever- miglie. Qualche campana, dalloscocco stanco e melodioso. Im- provvisamente nellapacevesperale, icorni festosid'unacomitiva di battitori, di cavalieri e d'amazzoni reduci dalla caccia frut- tuosa entrolabella fratta gallurese.Lacomitivaempie festosa la bettola rusticana ad unassalto di acque dolci, d'orzateo di vin d'Olbio.
Un
piccolo e tozzo vecchiardo, l'oste, li accoglie, sgambettando in mille inchini, spolverando febbrilmente, di soppiatto,letavole e le panche sgangherate. Capannelli chias- sosi. Risate gioconde.Donna
Minnìa-Grazia furbescamente fissandoGiacomo
Portu assorto nella contemplazione della casupola di Jana:)13
—
MINNÌA
GRAZIA.Giacomo Portu
dite— o mal rammento?
questo
ilborgo
nationon
è di Jana, la selvaggia beltàche
giovanettov'accese?
PORTU
(arrossendo)
Evvia
! vecchiefantasme
;ubbìe
di tramontati giorni...
MINNÌA-GRAZIA
A che
ilrossor?
Dolce non
è la voluttà d'un
forterimpianto
? d'un
desìofermo
nelcore
siccome...(enfatica)
spada
nellasua guaina
? (sorridendogli)Spianate
il fronte; d'altri lauriamore
v'arriderà...
Giovine
siete.. Osate...PORTU Se
mite siete qual leggiadra, or via...mercè m'
usatede
la celia!(Il buio comincia ad avvolgerela scena; lacomitiva dei gen- tiluomini e delle
dame
ha ripreso da qualche minuto il cam- mino, non avvertendo l'assenza deidue. Luccica inaltoqualche stella)È
tardi!..Smarriti siam... di noi
sparleranno... Partiam...; volete?..
—
14—
MINMA-GRAZIA
(godendo della durataironia)E. dite, qual rustico rivale
la tolse a voi?...
Lo
sterrator,rammento.
Gaddo
di Xuoro...un
giacobino...!(ride forte)
Il braccio m'offrite...
Orsù
! d'unmadrigale
è tempo...porti-
Dì stelle il cielo
uno
ve'n tesse.-Andiamo
!(s'allontanano per la via del monte.
Da
un angololi 01 riconoscendo Portu. Stefano Dedda che avrà un beffardo,ma
tetro,gesto di intenzione).
SCENA QUINTA.
Gaddu. Stefano, Gavino. Nieddu
gli altri braccianti
GADDU
(Da qualche minuto
Gaddu
è riapparso presso le pietre del nuraghe, attorniato da Gavino. Nieddu. e da altri borghigiani.Altrisopraggiungeranno quasi ad unaintesa: Gaddu appare ri-
temprato d'una nuova, disperataenergia).
È
tardi, amici.Orsù,
a cavallo- Io vo' stanotte ire al frantoio, delpadrone nostro
al cospetto.E
vo' delmio malanno,
vo' dell'ossache
più reggernon sanno
dell'anima il fardello,dirgli, afre! la
canzon. che
il ritornellomi
scoppidentro
al cor!-...J
NIEDDU
Teco
verrò!GADDU Vo'
dirgli il disperatomio tormento
e la tortura della
fame
atroce;e vo' dirgli la
croce
dei braccianti del Picco di
Gallura
eh*
hanno
lamorte
e lesue vanghe
attinto;di
morte
anch'io dipinto, ch'ognimaledizione
m'urli nell'urlo della
mia sventura!
GAVINO
Digli:
—
laghianda
è scarsa, e la pastura, e ilmoggio
d'orzo...STEFANO
E
s'è di spettri cinto—
digli—
ilnuraghe benedetto
:ed hanno
le
femmine
ilmalanno
a lagozza
!GAVINO
E
il digiun, narra, e lo schianto...GADDU
(lentamente; fissando tutti in volto)
Ma... s'ei rifiuta?...
I
BRACCIANTI
Allormorremo
!...16
STEFANO
(con biecosarcasmo)
Accanto
a lefemmine?
GADDU
(comprendendo il monito feroce)
A
lefemmine.?
(con violenza a Stefano)
Al
cane
che
alPicco —
intendi?—
avrà strappato ilpane!
La mia "mastrucca,,
olà...(l'indossa aiutato da qualcuno)
Vo'
a l'albeggiare giunger.GAVINO
T'assista il ciel..STEFANO
(crollandoil capo)
Gramo compare
!GADDU
(s'avvia;
ma
loassale il pensierodella piccina,diJana, emuove
qualche passo verso la soglia;si rattiene tosto, tormentato, tor-nando febbrilefrail gruppo degli sterratori).
No!...
(addita ai compagnila casa)
Se
vedrete pallidala
donna mia
venirda
quella porta, chiedete a lei se gracilese di
languor
lamia
piccina è morta.n -
Ditele
che
pe' i laceribimbi, pe'1
nostro
d'ogni dì martire,abbandonammo
l'erpicenei solchi e il fronte
alzammo
a l'avvenire.Che
s'iotornando,
1'ultimasperanza
in cor recassi a voi delusa, genti del Picco, diteleche
delnuraghe
sia la porta schiusa;che
delnuraghe benedetto
accanto, di leim'assolva una carezza
e il pianto! (fugge disperatamente; il gruppo dei braccianti s'allontana sbi- gottito, sfollando con lentezza).STEFANO
(entrando nellacasa di Gaddu, ne sale la scaletta scendendone quasi tosto; all'ultimo gradino, rivolto alla sommità, completa di qualche parola unafrasedianzi cominciata:)
L'aspettate
diman
... Frattantocalma
vi state!.. Addio...
(l'eco del corale fraterno risuona tosto,daccapo, poco lunge)
Ma un
dì, forse,men
triste verrà di noi sul piantoche
riderà d'Aprile sui casolariun
canto!che
tutte entro dell'anima di sorrisi digiuna risorgeran lemorte speranze ad una ad una
!18
-
SCENA ULTIMA Jana
solaJANA
(apparirà dalla scaletta; più stravoltachedianzi,indugieràqualche istante frugando febbrilmente entro lamadia,inqualchecassetto od altrove;un gesto d'angoscia enorme)
Nulla...
(un pensiero improvvisol'assale; un risolutoergere del capo)
Giacomo
Portu... Sì!...morrò
per via?!..
Che monta? ma
lei salva... Il Cielo vede...E
m'assista!rapidamente avvolgendosiloscialle sul"corittu,,afiorami,giunge supplici le maniverso l'alto della scala, rivolta alla bimba)
Aspettami... verrò...
(s'avvia alla porta;la schiuderà violentemente scomparendo di- sperata nella tenebra.
Da
lunge,sonoro nellavastaquiete diffusa,il canto degli uomini).
IL
CORO
DEIBRACCIANTI
Verrà, verrà
ne
l'aspettataaurora l'umana
tregua a ogni martir verràPasqua
dei tempi, faro d'ogniprora
o Pasqua
santade l'Umanità!
(sipario).
-
19"^
INTERMEZZO
// correre
affannoso
dellamadre
via viaper
lacampagna
brulla, in traccia dellacasa amica,
del- l'amicaanima.
Lontano
ilritmo pacato
delmare,
sottoun
luc- cicare,un poco
scialbo, di stelle.L'angoscia
del viaggio atrocefra V ombre smisu-
rate degli alberi e irichiami
lontani dei casolari e della brughiera.Poscia
ilgrido affannoso
; ilpiom- bare
delladonna svenuta presso
il ciglione dellaboscaglia
saliente eselvaggia; un
precipitare dipassi
di lui, diGiacomo Portu, accanto
alla esa-nime
; ilriconoscimento
del viso pallidissimo,un giorno
idolatrato.Ed
iltornare
dellacoppia
dolorosa,daccapo
sotto le stelle, tral'ombre
degli alberi e irichiami
dei casolari lontani.J
-
20ATTO SECONDO
La scena
stessa dell'attoprecedente.Ma
piùserratoil
buio
emaggiore
ilnumero
deilumi
scintillantiscar-samente
nella vacuità del paesaggio.Poi che
lascena
sarà rimastaqualche minuto
deserta, daltenebrore
appariràGiacomo Portu sorreggendo Jana
vacillante ecerea; l'accompagnerà
entro la casa,ove
nella cu- cinaarderà una lampada
aboccia quadrangolare.
Echi notturni.Una
figura— Stefano Dedda —
sistaccheràda uno
degli sporti prolungantisi oltre la bettola, a spiare sui sopraggiunti.Un
gesto diaccorgimento
;poscia lo sterratore
scomparirà con un
tetroscuotere
del capo.SCENA PRIMA.
Giacomo Portu
eJana.
Q.
PORTU
(sorreggendo sempre ladonna).
Fate core
!JANA
(si lanciere,
come
losfinimentoleconsente, perlascaletta,scen- dendone quasisubito, con un fervido gestodi sollievoe gratitu- dine; siederà tosto, affranta)Mercè
resa vi sia.G.
PORTU
Voi, Jana, voi!?
Come... sì lunge... e sola, del
bosco
in sul declive?!r~
JANA
(ansando, lentamente)A
voi venia...G.
PORTU
(scosso)
Che?
JANA
Ma
sì stanca, e la riarsa golasì
chiusa!.
Svenni... Altronon
so...Accorreste:
or qui
mi
desto... Grazie...G.
PORTU
(esitante)
E.,
venivate?
JANA
(corredapprima anco unavolta alla scalettaadorigliarvi
immota
perqualche istante; piomberàposcia, smarrita, alle ginocchiadi Portu)Ho
fame...ho fame
!La casa ho
dannata,Giacomo
Portu, è la granaiaimpura
e la madia...La Vergine
piagata n'ha
gittata lamala vangatura
!N'ha
sdegnati il Signor...G.
PORTU
(un gesto di pietàe di stupore)
Cristo v'aiuti-
JANA
Ed ho
sìscarna
lamia bimba
e tanto piansi,congiunte
leman
cristiane,che
piùuna
stillanon san
dar di pianto quest'occhi e tutta la cascinaun
pane.22
Ella
morrà,
morrà...Le
tristi nozze,Giacomo
Portu,son dannata
!G.
PORTU Strano
dell'anima presagio!Era
oggi inme
folleun tumulto
d'arcanerimembranze,
un'armonia
qual di vocilontane
allor
che
tuttam'era
incuor
la Poesia...E
ilNuorese
?JANA
(rapidamente)stanotte, ito ai frantoi
s'è per
messaggio
a EfisioMannu — oh invano
!invan, lo
sento
!—
Or,mozze
m'abbia
Cristo laman,
la treccia e ilcore
e lamia
fedetolgami
ilSignore
s'io
men
l'adoro, e a luison
fida, epiango!
Ma
lamia bimba
se a baciarrimango né
ledò
stilla d'Olbio,o
latte,o
pane,s'io
non
la salvo ella simuor dimane, Giacomo Portu
!...g.
PORTU Oh
se d'alcunasplendere
luce
vedeste
il lietosogno d'un
giorno, se al gentil segretonon
irridesteonde
fu l'alma alteradeh
l'atroce preghierache m'è
tortura, l'ansia disperata Jana, cessate e il pianto!23
-
JANA
,
Or
se l'antico palpitoonde conobbe alcuna
dolcezza
ilcor
e—
a l'alma vostra grata—
Palma
fuggìa,non troppo
umil v'arride,deh questa che m'uccide
ambascia orrenda
d'ogniduol
colmata, d'ansie, d'angoscie arcane,deh mi
togliete!un
pane,per la
mia bimba un
pane,un pane
!un pane
!...G.
PORTU
(vinto di
commozione
profonda)Jana!
?...quanta
pietà!(un singultosoffocato di Jana)
Tu
? tu?!..no
..Jana!
?..(lesi avvicina fissandola a lungo negli occhi umidi di lagrime, parlandolecon pacatadolcezza,
man mano
infervorandosi)O
tuche
piangied
hai negli occhi fondi l'aridafiamma che
avvivò ildolore
;tu ch'entro ai
sogni una dolcezza
effondicome
nelvento l'aroma
d'un
fiore;guardami
fiso, Jana, e illampo ancora
di tue pupille
avventami
nel core!—
24-
"^
Tutte
di te,che un
palpito disfiora, Jana,splendono
ame
le ricordanze;tutte di luce il rider
tuo
infiora...Ricordi?
di* le nitideparanze?
l'aprii tianeo, col mattutin
richiamo
e ilgiocondo
fiorirde
lesperanze
? Ricordi?...oppur
di stelle eraun ricamo
e il labbro, labbro inascoltato e
gramo,
-
Jana, dicea, sei bella!, io t'amo... iot'amo! —
(con passione infinita, afferrando ladonna alle mani diaccie)
E t'amo ancor! un
fascinodi te m'assal...
Del sogno, ancora —
intendi ?—
sull'ali a
me
sorridi...E
tu... imploravi?No, no
!(trae, avvolte in una treccia di filo, alcune monete che porge a Jana)
Per
l'angel tuo,Jana
!..JANA
(come se Tatto e la vista del dono le dessero improvvisaco- scienza dell'insania compiuta;arretrando)
Meschina me, che ho
fatto?... Sognai?!... Vergili divina, chid'amor
quiparlava? Oh me!
l'angosciami
fé' cieca... Fuggite! è il sacrilegio,il sacrilegio...
E m'ho perduta!
(cadendo disperata a ginocchi innanzi laSanta)
Vergine de
laclemenza
!... ame
pietà, pietà!..—
25G.
PORTU
jana!...
non
più..Mi
vinse ilcor
l'ebbrezza di quel,che ancora
oblìonon
spense, antico ardor...Non
più..Carezza m'era
;... parlai!Mi perdonate
..Addio
!(tentoni la
mano
avrà cercato il legno della madia, presso la porta,deponendovi furtivala custodia diseta, colmadi monete.L'uomo
fuggirà poscia verso il monte,spiatoda Stefano improv- visamente emerso dalla tenebra. Jana sarà scomparsa per la scaladifondo).SCENA SECONDA.
Stefano Dedda
indiGaddu
diNuoro
STEFANO
Ah femminil coscienza!
fonte d'insania e scienza dimale! Ecco:
l'affannosu
noi rugge, laMorte par che ne
agganci... e forte tesse costei laragna
di
sua
frode el'inganno
alle preciaccompagna..
Si strugge
Gaddu
ilcor per
nostragrama
sorte e ilcor
gli schianti tu; Jana, dimale
essenza-.Pe'l Ciel,
che
d'ognifemmina
èun serpe
lacoscienza!(avvolto nella"mastrucca,, dipel nero appare dal fondoGaddu)
Gaddu!
GADDU
(ravvisando il compagno)
Tu?
STEFANO
Sì.
Tornato già?
GADDU
Tornato.
Aimassari
26
sassaresi s'è appel fatto; a
donne,
ai caprari diTempio
! il drittonostro
s'abbatte all'altruifame
!È
finita..STEFANO
(cupamente)
E
te '1 disse?GADDU
Cajo Maddu. Le lame de
leroncole avranno doman,
certo, loquela!STEFANO
Il credi?
GADDU
Se
F insulto ilsangue non
aggela incuore
ai galluresi...STEFANO
(fissandolo truce)
Buono
!...(una pausa)
... e nel
cor
diNuoro
!GADDU
Di
Nuoro? Dio
t'assista...che
intendi dir?STEFANO
Pel
coro de
le Versiere!... io? nulla...Che
ai cenci colbidente attoscato, s'appiglia ildemonio sovente
;che malo senno
è,Gaddu
diNuoro,
ir per fastella se schiusa è la fienaia... e lagiumenta
snella!—
27r~
GADDU
Compare,
giuraddio!che
disenno
traligni...STEFANO
(calmo,tetro) Possibil è...
(una pausa)
Pè noto Giacomo Portu?
(un sussulto violentodi Qaddu)
Spigni tua porta, allor, s'ei passa...; ch'ei di sterpi
non colmi
il
saccon
dituo nozze!
GADDU Giuraddio!
STEFANO
Serra!... d'olmi siffatti
non ha
d'uopo
la tua vite...GADDU
(afferrandolo)
Dir
vuoi?STEFANO
Nulla!... uscir di
casa
tua il vidi. A' casi tuoi bada...Ma
s'ei delPicco
tien di polledre inconto
le donne., affé!
commesso
t'èun dovere;
l'affronto paghi ildannato
e n'abbia l'anima tua ristoro!GADDU
(terribilmente pacato)
Stefano Dedda,
addio.-
28—
STEFANO
Addio, Gaddu
diNuoro.
(si separano; Gaddu batteallaporta di suacasa)
SCENA TERZA.
Gaddu
eJana
JANA
(ricompare prontamente; toglie la sbarra dellaporta, indi get- tandosi appassionata su
Gaddu
:)Gaddu, mio Gaddu,
alfin!GADDU
(afferra ladonna ai polsi; l'abbatteviolentemente)
Ah
creatura, creatura, così!JANA
(annichilita)
Gaddu
?!GADDU
(tenendola prona)
Carponi,
così!che
ilcapro
ti soverchi, e il cane, e lamartora
ladra!...JANA
(divincolandosi)
Ah
tiperdoni
Iddio;che
haimorso
al veratro selvaggio,Gaddu
!-
29—
GADDU
Ove
l'esca ? e fude
lasozzura pago
ilcompar?...
JANA
A
te! per la piccina tua scarna...Gaddu
; tidanni
!GADDU
(torcendole ipolsi forsennato)
Sgualdrina!
JANA
(è quasi stesa al suolo, retta sul cubito,affannosamente; volge a
Gaddu
unasupplicazionedisperata)Gaddu
diNuoro
; io l'anima— ecco
tiporgo
abrani,ma pura come
i calici—
de' tuoi gigli montani...Tutte come
nel vergine— sogno,
letempia
ancora,Gaddu, mi
scoteun
fremito—
seun tuo
baciole sfiora...M'insulta tu...
mi
strazia— piagami pur
nel core...t'amo — m'oda
ilSignore —
piùche
l'Eterno indel
!GADDU
Parla:
Giacomo Portu
qui fu ? ti seivenduta
?JANA
No
: pe '1mio sangue.
GADDU
Parla...
ah! perduta., perduta!.-.
—
30—
-^
JANA Gaddu,
pe' i sacri spiritide' tuoi morti...
GADDU
Sgualdrina!
JANA No,
m'ascolta...una
furiat'anima, ti trascina...
GADDU Dove
ei t'ebbe, lafemmina?
dove
la giacitura?...JANA Per
quella fronte lividaGaddu...
son
pura..
GADDU
(s'aggira tormentato; scorge il dono di
Giacomo
Portu: scioglie la custodiadi filo in cui scintillanole monete lucenti; un urlo)L'inferno!
JANA
(rinculando,atterrita)
No,
no...GADDU
(brandisce il fucileagganciato presso lamadia)
Femmina!
JANA
(fuggendo)Pe
'1 figlioloinnocente
di Dio...
-
31—
QADDU
(sparando:un grido nel tuonodell'arme)
Per
ildemonio!
..JANA
(cadendo) Madre...GADDU
(un clamore digioia selvaggia;afferrandolemoneteche avventa ad una ad unaper laporta spalancata:)
A me!.. Ancor
pezzente!...SCENA QUARTA
I braccianti accorrenti,
Stefano Dedda,
ledonne, Gaddu, Jana, Gavino.
GLI
ACCORRENTI
Olà,
un
grido!... - Ilcapanno
delnuorese...- Correte!GADDU
(additando a Stefano ilcorpodi Jana)
Stefano Dedda, guarda!
STEFANO
(alzando le spalle; serenamente)
T'aiuti Iddio.
LA FOLLA DEGLI ACCORSI
(lacascina è invasa dai borghigiani; la donna levataa braccia dallapositura)
32
Madonna
addolorata! - Al
sacro nuraghe!
-A
lacolonna
delsoccorso!
-Veh!
accenna...Ancor
vive: tacete...GAVINO
(raccattando ilfucile omicida)
La
creatura!.Alcun
salga..LE DONNE
(s'additanoa vicenda la scaletta)
La
creatura!lassù...
TUTTI
Gaddu
diNuoro,
seidannato! Sventura!
(Janaè posata, riversa, sulla pietra liminaredelnuraghe, presso lacolonna benedetta;l'attorniano le donne sgomente; splendono lanterne vacillanti d'ognidove)
GADDU
(immoto, ispirato)
Sì,
dannato!
e morrò...Né avrò campana, né
croce...che
colvomere
loschianto m'è passato
sul cor!Quanto
martire entro i capanni!;.,fame
e pianto... e ilpane
sì
bestemmiato!
enon
ai deschiun
fior!Tu
sol dolenteamor,
tu solo all'anima ridevi...(imprecante)
E mi
fu tolto!E
ilsen venduto
fransi!...
(strappadalle mani di Gavino l'arme ch'ei riconosce) Morrò...
ma
pria -guardate!
- il ferroche
uccise io bacio e l'offro al Gel...33
-
(da qualche minuto sulla montanaè apparso
Giacomo
Portu at- tratto dal tonaredelcolpo-Qadduloravvisa)A me.
Giacomo Portu!
Galluresi ame!
(s'avventa su Portu; un grido; gli uominisi lanciano trai due Gaddu si divincola terribile)
G.
PORTU
(pacato)
Gaddu
diNuoro,
menti!...Or
m'odi:...Forte
io ti dico,nuorese:
Per
l'offesetue,
ecco
ilmio sardo
core.Buono
hai ferro? l'alborene
rivedrà!Ma
gridoprima
- leman
protese,l'anima a
queste consacrate mura
-pe
'1 solco d'ogni aratro, lamatura
saggina, il gran,per
la vita, lamorte
per l'eterna sventura,Gaddu,
ladonna che
uccidesti è pura!JANA
(segnandosi cristianamente)
Gaddu!.. innocente
m'hai morta...Nel nome
del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo...
GADDU
(fissadapprima,
come
folgorato,Jana; guata a Stefano Dedda pallidissimo,aGiacomo
Portu che ne regge sereno losguardo)Innocente!
(laparolaè balbettata angosciosamente; un attimod'esitanzaan- cora; posciavinto dallaforza sacramentale dello scongiuro, in limite di morte, precipiteràaccantoalladonna)
Jana... Jana... Jana!...
34
JANA
(le occhiate di questa, un suo lungo gesto freneticodirannoalle
donne chela sorreggono, unasua volontàsuprema;
come
tutti ne comprendono il senso,unadonna le darà sul seno lapiccina che le era tenuta pietosamente lontana.Un
sorridere, quasi beato, dellamadre.Gaddupiange).Gaddu!
voglio di salicitutta
una cuna
echeta
vo' dormire, eche
al mattin vi palpitide
lemattugie un
fievole garrire..Gaddu!... laggiù., di
Corsica
venir
non
sentiun gemito
dal mare?...Baciami...
oh
ancora!., baciami...ride la
Morte
se tu sai baciare!GADDU No, non
morrai!... no... lagrimepiù
non
darai,che
tutto ilcore
hai pianto...Sangue?!., ancor sangue?! ah suggimi
l'anima! èpoco pe
'1tuo seno
infranto...Vivrai, m'intendi?...
JANA
(quasi inintelligibilmente)
Aiutami...
(ungrido fievole)
No
!..Gaddu
mio...mi
straziano-.È
finita...(spira; la portadel nuraghe si schiude,giusta il rito di morte;
una luce rossastra nell'interno del tempio).
GADDU
(per qualche istante non s'avvede dell'immobilità assoluta del corpo esanime; poscia la tragica verità lo persuade violente- mente; fissa l'uccisaed arretra sbigottito).
Morta?!...
ah dannato!..
35
—
STEFANO
(grave, accigliato
muove
lentamente contro Gaddu; giuntogli avanti si trae dalla cintola unaroncola;laporge a lui coniera- tica compostezzae gli dice,scoprendosi il petto)Uccidimi,
nuorese.
GADDU
(stretta convulsamente l'armefa per avventarsi suDeddache lo aspettatranquillo:
ma
gitta lungi dasé il ferro e corre allapic- cina che, dolcemente, scostando con religiososgomento lemani dellamorta, toglie dal seno di Jana)Vieni.,
non
guardar...;mia
vita...!(tenta distoglierele pupille dellacreaturafissestranamentesulla madre supina; sempreserrandolaal viso, mentre nessunooserà accostarglisi,vorràavviarsi alla casa; monterà faticosamente il
primodei tre gradini di calcareondesiaccedeallasoglia;poscia
come
il dolore lo annichilisserepentinamente, stramazzerà al suolo senzagemitoné parola. II corpicinodella piccolagli sarà ancora strettonell'amplesso disperateSIPARIO
36