• Non ci sono risultati.

Il comportamento del cane e del gatto

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Il comportamento del cane e del gatto"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

22

Il comportamento del cane e del gatto

Secondo l’etologia, scienza che studia il comportamento degli animali, viene evidenziato come la condotta di quest’ultimi possa derivare sia da fattori ereditari (comportamenti innati e istintivi, passati geneticamente) sia dalla capacità di adeguare i propri gesti in base all’esperienza diretta (comportamenti appresi).

Ogni tipo di comportamento scaturisce da un particolare stimolo ambientale (stimolo- chiave), percepito dai 5 sensi e successivamente rielaborato attraverso il sistema nervoso.

Lo stimolo-chiave favorisce l'attivazione di un modello comportamentale istintivo e gli adattamenti ereditari dell'animale gli consentono di conoscere i modelli di riferimento, cioè il comportamento adottato dalla sua specie, un vero e proprio “bagaglio ereditario”

che consente un preciso atteggiamento nei confronti di una precisa situazione.

Per fare un esempio, il gatto, anche cucciolo, drizza il pelo appena si sente minacciato.

Questo comportamento è riscontrato anche in gattini separati dalla madre alla nascita e cresciuti in cattività.

La scienza etologica evidenzia come il comportamento innato nelle specie più semplici sia indipendente dall'esperienza del singolo esemplare, ma programmato geneticamente; mentre nelle specie più complesse l'istinto animale sia modificabile e legato ai contatti con l'ambiente e alle esperienze vissute.

In alcune specie il comportamento dipende prevalentemente dall'apprendimento (ad esempio i pulcini iniziano a beccare il terreno appena sgusciati dall’uovo, ma è la madre ad insegnarglielo) anche se, alla base della curiosità e della memoria, rimangono meccanismi motivazionali basati su strutture cerebrali che controllano i comportamenti istintivi. L'istinto animale comprende attività automatiche finalizzate alla sopravvivenza individuale e della specie.

In specie animali complesse, i sentimenti e le emozioni si manifestano, con risposte fisiche, in modo più articolato ed elaborato, infatti i cani, per esempio, possono provare gioia, stress, gelosia, rabbia, etc. Queste emozioni, che corrispondono a ciò che accade nel mondo esterno, sono elementi fondamentali per la sopravvivenza e guidano l'animale nelle sue scelte, creando memorie degli eventi vissuti.

(2)

23

Il comportamento del cane

In genere il cane adotta due tipi di comportamento:

! il comportamento istintivo (o innato) comprende l'identificazione fra simili, la protezione verso il proprietario e la sua proprietà, il desiderio di far parte della famiglia vista come branco, non solo attività indispensabili alla sopravvivenza.

! il comportamento acquisito è l'insieme di abitudini apprese con l'addestramento o anche solo con le coccole famigliari.

Il cane si identifica nel gruppo famigliare, perciò è sempre pronto a giocare e correre all'aperto con bambini e adulti, ma può intristirsi e talvolta fare danni se si lascia solo in quanto si sente escluso dal branco.

I riflessi del cane

Queste reazione agli agenti esterni si dividono in tre gruppi:

! riflessi innati o incondizionati: comportamenti istintivi, legati prevalentemente alla sopravvivenza e alla salvaguardia propria e della prole

! riflessi condizionati di primo tipo: dettati da esperienze positive o negative, questi comportamenti determinano la vita dell'animale e avvengono come risposta a stimoli casuali o quotidiani

! riflessi condizionati di secondo tipo: comportamenti eseguiti con cognizione, dovuti a stimoli precisi dovuti all'addestramento

Come noi usiamo la parola per dialogare con gli altri, così i cani emettono differenti vocalizzi e assumono posizioni diverse per comunicare con altri animali o con gli umani.

Le posture amichevoli tendono a ridurre la dimensione effettiva dell'animale, il cane abbassa il collo e le orecchie, si rotola sul dorso, distoglie lo sguardo e presenta la zona inguinale. Le posture aggressive invece tendono ad aumentare la massa dell'animale, il cane presenta il pelo drizzato e la coda gonfia e sollevata, vibrante e arcuata, le orecchie dritte e portate in avanti, scopre i denti e si flette in avanti.

(3)

24

La richiesta del gioco

Quando un cane vuole giocare assume una postura tale da avvisare l'altro che tutto ciò che farà dopo sarà un modo per divertirsi.

Esso tende ad abbassare la parte anteriore del corpo, scodinzolare o saltare. Emette latrati caratterizzati solitamente da note acute, le orecchie possono essere erette o indietro e il pelo della groppa può essere eretto.

La sottomissione

Il cane, quando sottomesso, si stende sul fianco mostrando il ventre, spesso alzando la zampa posteriore in segno di resa. La coda è abbassata o in mezzo agli arti posteriori, le orecchie indietro e la testa abbassata per evitare il contatto visivo.

Con questo atteggiamento il cane dimostra la sua totale mancanza di aggressività.

(4)

25

L’aggressività da paura

Quando un cane si sente minacciato tende di intimorire l'avversario e si presenta aggressivo, mostra i denti ed emette un ringhio sordo e prolungato.

Il corpo è teso, il pelo del dorso eretto, la coda si presenta bassa e rigida e le orecchie stanno abbassate.

L’aggressività da dominanza

Spesso è diretta verso cose o altri animali più che verso l'uomo, del quale più spesso il cane ha timore.

Il cane mantiene uno sguardo diretto, la coda e le orecchie sono erette, i denti scoperti. Sovente l'animale ringhia e abbaia…è pronto alla “lotta”.

I segnali calmanti

In generale i cani non amano i conflitti, per questo hanno sviluppato tutta una serie di segnali che sono utilizzati per prevenire le aggressioni e per ridurre la tensione tra i vari individui e che comprendono posture e movimenti particolari e possono essere utilizzati anche nella comunicazione tra l'uomo e il cane.

Dal sito psicologia canina (www.psicologiacanina.it) riportiamo qualche movimento particolare e il relativo segnale inviato.

(5)

26

Ruotare La Testa: questo segnale può essere un movimento veloce (girare la testa di lato e subito tornare nella posizione precedente) oppure la testa può restare voltata di lato per un po’ di tempo. Lo spostamento della testa in senso laterale, che comporta quindi l’assenza di contatto visivo, è una forma di evitamento del conflitto.

Il cane può usare questo gesto quando un altro cane si sta avvicinando, magari troppo in fretta. Spesso il girare la testa di lato fa parte proprio del cerimoniale di saluto tra cani:

due cani si incontrano, girano entrambi la testa per un attimo e poi si annusano felicemente.

Altre volte il cane usa questo gesto per comunicare un disagio in una certa situazione; ad esempio se qualcuno gli posa la mano sulla testa. Le persone potrebbero usare questo segnale mentre si avvicinano ad un cane proprio per chiarire all’animale il loro pacifico avvicinamento, e potreste adottarlo anche Voi durante il vostro lavoro.

Camminare seguendo una curva: due cani che si incontrano normalmente non si avvicinano in modo diretto, ma avanzano facendo un semicerchio. Tale gesto ha un forte potere calmante per il cane ed è facilmente attuabile anche da noi esseri umani.

Avvicinandovi ad un cane sconosciuto o vistosamente preoccupato, potreste fare un semicerchio per raggiungerlo, magari ruotando la testa di lato e senza guardarlo negli occhi.

Socchiudere gli occhi: anche il restringere gli occhi facendo diventare lo sguardo più dolce, abbassare le palpebre, non guardare in maniera minacciosa, sono segnali di “non belligeranza”.

Voltare le spalle: di solito i cani trovano molto rilassante girarsi di lato o dare le spalle.

Quando un cane ringhia ad un altro è facile vedere questo ultimo girarsi di schiena;

spesso i cani lo fanno anche quando vogliono essere coccolati dal padrone: si appoggiano alle gambe del proprietario con il fianco.

Anche Voi, come assistenti, potreste usare questo gesto proprio per calmare una situazione, ad esempio quando un cane sta giocando un po’ troppo irruentemente, oppure quando il cane salta addosso ripetutamente anche solo per fare le feste.

Leccarsi Il Naso: questo movimento veloce è molto rilassante per il cane. Lo mette in pratica sia quando è intimorito da qualcosa (per esempio quando un altro cane sta arrivando) sia quando è piacevolmente rilassato (cioè quando è coccolato).

Immobilizzarsi: lo stare immobile è una tipica tattica per sfuggire a una aggressione ed è innata in tutti gli animali e lo è anche nell’uomo in casi estremi (tant’è che si usa

(6)

27

l’espressione “paralizzarsi dalla paura”). Stando fermo davanti ad un altro cane, magari più grande per mole o età, l’animale cerca di dimostrarsi passivo, inoffensivo.

Una persona, che non conosce il cane che gli sta venendo in contro, stando ferma e facendosi annusare, darà un segno calmante all’animale, prendetene nota.

Muoversi lentamente: il movimento lento ha per il cane un forte senso calmante.

Spesso il cane lo mette in atto quando vede un altro cane sconosciuto o quando stanno succedendo troppe cose intorno a lui e si sente spaesato.

Utilizzate gesti lenti con i cani che avrete in cura, specialmente se volete fargli fare qualcosa che non ama particolarmente come mettergli la pettorina o il collare elisabettiano.

Sdraiarsi: sdraiarsi a pancia in giù ha un forte potere calmante, usato soprattutto da cani di alto rango sociale. Spesso tendono a mettere il muso tra le zampe anteriori oppure a rimanere eretti come sfingi, in ogni caso stanno dicendo che hanno bisogno di un po’ più di calma. Questo gesto è spesso usato dai cani adulti assillati dai giochi dei cuccioli.

Sbadigliare: il cane può usare lo sbadiglio quando è ansioso, spaventato, stressato, agitato. In ogni caso sta comunicando un disagio abbastanza forte.

Essendo questo un segnale calmante di forte intensità può essere usato anche dagli umani per far quietare e rilassare i cani: provate a sbadigliare se il cane gioca troppo irruentemente o se lo vedete impaurito da qualcosa o qualcuno.

Il comportamento del gatto

Il gatto, come tutti i felini, è un predatore e ha un comportamento tipico da cacciatore.

Uccelli, piccoli roditori e pesci sono le sue prede principali. Sarebbe meglio, però, evitare di fargli mangiare pesci crudi perché le interiora contengono un enzima che distrugge la tiamina, un aminoacido essenziale per la sua salute.

Il gatto probabilmente caccia per istinto, non necessariamente per fame infatti, anche gli esemplari più pasciuti, cacciano e catturano le prede (comprese le lucertole) per giocarci e, magari, portarle come ricompensa al suo padrone.

Rispetto agli altri animali che non sono visti come prede, l'approccio del gatto può essere di schiva prudenza o amicizia. In rari casi è ostile, solitamente quando protegge la prole e si trova impossibilitato alla fuga, in questi momenti sfoggia grande coraggio anche con aggressori molto più forti di lui.

(7)

28

L’attività e il riposo del gatto

Il gatto ha un'attività esplosiva ma di breve durata, tendenzialmente un paio d'ore non consecutive, ma distribuite nell'arco delle ventiquattro ore.

Solitamente il sonno con sogni dura un terzo di quello senza sogni.

I gatti che vivono in campagna passano circa il 40% del loro tempo dormendo, specialmente di notte. Il resto della giornata è diviso tra spostamenti, riposo, toelettatura, caccia e nutrizione.

L’aggressività predatoria del gatto

All’opposto della postura “alta” ed eretta che il gatto assume quando manifesta aggressività territoriale o sessuale, in fase predatoria si muove piano e con il corpo il più vicino possibile al suolo e si avvicina alla preda nascondendosi in ogni riparo naturale che trova. Più si ravvicina, più avanza lentamente. Poco prima di attaccare il corpo è appiattito e fa ondeggiare la coda lentamente, si sta preparando a balzare sulla preda che, solitamente, raggiunge in un paio di veloci salti.

Alcuni gatti, specialmente se c'è una finestra tra loro e la preda, emettono un suono simile ad un cinguettio.

Sicuramente avrete sentito l'espressione gergale "giocare come il gatto con il topo", non a caso il gatto difficilmente uccide la propria preda, la maggior parte delle volte ci gioca lanciandola in aria, rilasciandola per poi riprenderla, quasi consapevole e fiero della propria superiorità.

Gli strumenti impiegati dai gatti

Fondamentalmente il gatto ha dei sensi molto sviluppati e utilizza principalmente l'udito nella fase di esplorazione, in quanto particolarmente sensibile per via della forma e della grande mobilità dei padiglioni auricolari. Trovata la preda il gatto la segue con lo sguardo. Ovviamente per catturare la preda è fondamentale l'agilità del corpo e l'estremo controllo dell'apparato muscolare, che permette al gatto di muoversi velocemente e senza rumore.

(8)

29

Quando la preda è molto vicina, la messa a fuoco non è più utile, e il gatto trova la sua vittima con il tatto, utilizzando i recettori della bocca e le vibrisse. A differenza del cane, il gatto annusa la preda solo a distanze molto ravvicinate.

Strumento fondamentale per la caccia sono i denti. Gli incisivi servono quasi esclusivamente per la pulizia del pelo e sono molto piccoli; i grandi canini sono adatti ad uccidere la preda, scardinando le vertebre del collo e ledendo il midollo spinale, infatti alla base hanno terminazioni nervose che sono di aiuto per individuare il punto debole della preda. La masticazione è affidata alle zanne, costituite dall'ultimo premolare superiore e dal primo molare inferiore. Il gatto può contare su un totale di 30 denti con la disposizione tipica dei carnivori.

Altro strumento di offesa e difesa sono gli affilatissimi artigli.

Quando il gatto cammina sono in posizione retratta, ciò permette al felino di muoversi silenziosamente appoggiandosi sui suoi cuscinetti plantari, vengono estratti nel momento dell'attacco e sono anche utilizzati per marcare il territorio e per arrampicarsi.

I cuccioli imparano a cacciare qualsiasi oggetto procuri loro la madre, per questo quelli cresciuti in solitudine raramente, e con maggior difficoltà, avranno comportamenti predatori.

Solitamente la madre non lascia mangiare la preda ai propri cuccioli, ma li stimola alla caccia lasciando andare la preda e catturandola nuovamente. Se il cucciolo tenta di

(9)

30

mangiare o afferrare la preda, la madre entra in competizione passando ad un insegnamento pratico di caccia, competizione e osservazione. Le prede procurate dalla madre influenzano anche le specie cacciate dal cucciolo in età ormai adulta.

La propensione dei gatti a giocare con la propria preda, viva o morta, potrebbe apparire crudele: un gatto non si accontenta di catturare la preda, ma la lascia andare per catturarla nuovamente e, una volta morta, viene lanciata in aria e schiacciata dal peso del predatore che gli salta sopra. Gli studi sull'argomento non portano ad una spiegazione precisa sulla funzione di questo comportamento, può, forse, stimolare l’appetito o riflettere un comportamento puramente “esibizionistico”.

Quando un gatto non caccia per istinto o per "piacere", ma la sua motivazione è la prettamente la fame, consuma la preda rapidamente.

Psicologia della relazione uomo-animale

Ci sono due importanti categorie di animali che interagiscono direttamente con l'uomo.

Gli animali da reddito, la cui esistenza dipende solo da fattori economici, e gli animali da compagnia, principalmente cani e gatti.

Mentre la convivenza tra l'uomo e il cane risale a epoche antiche, l'addomesticamento del gatto ha una storia più recente e meno conosciuta.

Probabilmente il lupo rappresenta l'antenato del cane domestico in quanto, in comune con l'uomo preistorico, aveva una grande socievolezza, non era un animale solitario ed aveva una vita comunitaria (il branco),

(10)

31

fondamentale per la sopravvivenza della specie.

L'intesa tra l'uomo e il cane permise ai nostri avi di devenire pastori: con un numero esiguo di cani è possibile tenere un gregge di pecore e da queste ricavare cibo senza eccessivo sforzo. Dal canto suo, il cane ricevette piccoli fondamentali vantaggi tra i quali il cibo e un rifugio anche per la prole.

Il gatto, di contro, è caratterizzato da una forte indipendenza, un'indole più solitaria e un maggior attaccamento al proprio territorio, piuttosto che al padrone. Il miglior atteggiamento da adottare per addestrarlo è quello di considerarlo come un compagno, libero di scegliere dove e con chi stare.

In ambito domestico e urbano il rapporto con gli animali da compagnia è prevalentemente di tipo emotivo e affettivo, si crea un legame fatto di divertimento, amore e soprattutto rispetto reciproco.

Oggi si inseriscono gli animali da compagnia in strutture sociali quali scuole, ospedali, case di riposo e carceri per usufruire dei loro effetti terapeutici.

All'interno del nucleo famigliare rappresentano un’occasione di maggior comunicazione e aggregazione tra i componenti della famiglia. Inoltre possono svolgere un importante ruolo nello sviluppo dei bambini, offrendo opportunità di apprendimento essenziali per la formazione della personalità.

Gli animali da compagnia possono, infatti, avere la funzione di elemento di stabilità emozionale e affettiva.

Ciò che maggiormente ci attrae del cane e del gatto, almeno dal punto di vista razionale, è il loro atteggiamento giocoso, la loro comunicatività, il loro aspetto estetico e la fedeltà. Questi animali tollerano molto il comportamento umano, accettano i nostri problemi e vengono influenzati dal nostro stato d'animo, ma non si lamentano mai.

In genere siamo noi a scegliere della loro vita (loro non hanno i mezzi per farlo, se vivono in casa), perciò è nostra responsabilità fornire loro diverse esperienze. Purtroppo spesso interpretiamo il loro comportamento nei limiti umani, senza pensare al fatto che sono animali e hanno modi diversi dal nostro di agire e comunicare.

Per allevare un cane o un gatto l'approccio corretto si dovrebbe basare sull'acquisizione di nozioni e sull'osservazione del comportamento naturale dell'animale.

(11)

32

Il legame affettivo tra cane e uomo: l'attaccamento

Secondo l'omonima teoria si ritiene che il sistema di attaccamento abbia la funzione di proteggere la prole e, per estensione, gli individui più giovani, dalle minacce. Non è un fenomeno esclusivamente umano, ma porta spiegazioni scientifiche a vari fenomeni comportamentali fondamentali delle specie sociali. Questa teoria ha portato un cambiamento nella valutazione dello sviluppo delle relazioni sociali.

Per le sue caratteristiche il legame tra cane e uomo è molto simile e condivide vari aspetti tipici della relazione tra genitore e figlio.

Durante l'assenza dei proprietari i cani ne sentono la mancanza, come esposto dalla teoria dell'attaccamento. I cani sviluppano un attaccamento molto più forte per l'uomo che non per gli altri membri della propria specie, a questo, contribuisce il crescere a stretto contatto con gli esseri umani e il relazionarsi, per un tempo molto limitato, con altri cani. Il cane è un animale molto sociale con grandi capacità comunicative e ha una predisposizione naturale a formare legami forti e durevoli nei confronti dell'uomo;

anche grazie a questo suo comportamento, molto spesso viene trattato come un effettivo membro della famiglia.

Nel cane in particolare, l'attaccamento verso l'uomo implica una risposta alla separazione e riunione con la figura di attaccamento distinguibile in modo netto rispetto alle altre persone, la preferenza per questa figura, cercata nella vicinanza e nel contatto con la stessa, e prima su tutte, la capacità di riconoscere suddetta figura.

In entrambi i casi, infatti, vengono allevati fin da piccoli e rimangono dipendenti dalla famiglia anche in età adulta e dipendono dall'uomo per la propria salute.

In ultimo il legame affettivo ed emotivo dell'uomo nei confronti del cane è basato anche su un processo evolutivo chiamato neotenia, grazie al quale anche da adulti, i cani mantengono le loro caratteristiche giovanili.

Riferimenti

Documenti correlati

• I punti chiave per il successo terapeutico sono rappresentati dalla fluidoterapia e l’integra- zione di glucosio, dalla terapia insulinica e dalla supplementazione di potassio.

Figura 2 - Cane meticcio, maschio intero di 7 anni - Pancreas normale. Scan- sione parasagittale mediana a livello mesogastrico sinistro: lobo sinistro del pan- creas in

FIGURA 5 - Gatto Comune Europeo affetto da pemfigo foliaceo: presenza di pu- stole sui cuscinetti plantari e croste alla periferia... sindrome epatocutanea), la necrolisi tossica

Poiché nel caso dell’insufficienza renale cronica il ritor- no alla normale funzione renale è impossibile, l’emodialisi viene utilizzata come terapia continua per migliorare la

1-9 Nell’uomo e nei piccoli animali, nella maggior parte dei casi l’uroaddome è associato a rottura della vescica e dell’uretra causata da un trauma addominale o pelvi-

Le immagini della fase ossea si ottengono da 1 a 4 ore dopo iniezione endovenosa di 99m Tc-difosfonato, tempo necessario per la clearance renale del radiotracciante.. Le

Quando la risposta alle varia- zioni della pressione sanguigna cerebrovascolare risulti alte- rata, è necessario controllare con maggiore attenzione la pressione sanguigna sistemica

Nel corso di una valutazione della via nervosa afferen- te condotta in cani adulti con megaesofago idiopatico ac- quisito, è stata effettuata la misurazione della pressione a livello