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2. Il progetto generale degli interventi di messa in sicurezza permanente La soluzione originaria proposta e linee guida d'intervento 4

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Ing. Mario Causero – dott. geol. Fulvio Iadarola – dott. for. Massimo Cainero Pag. 1 di 37 SOMMARIO

1. Premessa 2

2. Il progetto generale degli interventi di messa in sicurezza permanente 4

2.1 La soluzione originaria proposta e linee guida d'intervento 4

3. GLI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE – VARIANTE N.1

3.1 PREMESSA 7

3.2 APPROFONDIMENTI CONOSCITIVI - NUOVI SONDAGGI GEOGNOSTICI 7

3.3 monitoraggio delle acque di falda 10

3.3.1 Stratigrafie dei sondaggi 10

3.4 L’intervento di difesa e regimazione idraulica del rio del lago in località Cave del Predil10

3.4.1 Premesse 10

3.4.2 L’intervento di messa in sicurezza degli argini di contenimento dei sedimenti della miniera lungo la sponda sinistra del rio del Lago, disciplinato dall’Accordo di programma

Ministero Ambiente e la Regione FVG del 2011. 11

3.5 Variante al progetto generale con lo Stralcio dell’intervento di rinforzo e innalzamento della

difesa spondale. 12

4. Il progetto preliminare degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione

delle scorie della miniera di Raibl 2° FASE: 13

4.1 Gli interventi di completamento della copertura dei bacini n. 3 e n. 4 13

4.2 Interventi di Copertura dei bacini n. 1 e n. 2 14

4.2.1 modalita' esecutive dei lavori di inerbimento: 16

4.2.2 sementi 17

4.3 Canali di sgrondo 18

4.3.1 Intervento di completamento dei canali di drenaggio dell’acqua di versante. 20 4.3.2 Aspetti morfologici del versante sovrastante i bacini. 21

4.3.3 Canalone Andrea (1) 21

4.3.4 Canalone Barrenklamm 22

4.3.5 Intervento di rimodellazione del canale di drenaggio del canalone Andrea 24 5. Autorizzazioni e nulla osta ottenuti dal progetto definitivo della 2 FASE del piano operativo degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl –

Cave del Predil. 34

5.1 Autorizzazione paesaggistica 34

5.2 Autorizzazione forestale 35

5.3 Autorizzazione idraulica 35

5.4 Conformità urbanistica 36

5.5 Autorizzazione FEC 36

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 2 di 37

1. Premessa

Il Commissario Straordinario per il Recupero del Comprensorio Minerario di Cave del Predil, con Decreto n. 14 del 15 marzo 2012, ha individuato gli scriventi professionisti quale gruppo tecnico di consulenza per la predisposizione del progetto operativo di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl a Cave del Predil, come richiesto dalla Conferenza dei Servizi della regione auto- noma Friuli Venezia Giulia, nel parere favorevole espresso sul documento di analisi di ri- schio sito specifica relativo al distretto minerario di Cave del Predil dd. 5 dicembre 2011.

Facendo seguito alla richiesta di consulenza ricevuta, è stato predisposto il Progetto generale degli interventi per la messa in sicurezza permanente dei bacini di deposito del comprensorio minerario di Predil, datato 30 ottobre 2013.

Il sito, dove sono stati realizzati i bacini di decantazione delle scorie di lavorazione della miniera di Raibl a Cave del Predil in comune di Tarvisio (UD), risulta contenere fanghi di lavaggio con elevate concentrazioni di Piombo, Zinco, Tallio e Arsenico, tali da determina- re la contaminazione del sito in quanto i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR) per le acque sotterranee, valutati con l'applicazione della procedura di analisi di rischio sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati.

Il piano degli interventi in oggetto, è costituito dalla individuazione dell'insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici am- bientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente. Il piano prevede inoltre un piano di monitoraggio e controllo.

Le limitazioni d'uso sono già previste dalle norme dello strumento urbanistico vi- genti.

Gli interventi previsti sono da ritenere quali migliori tecniche di intervento a costi so- stenibili, ai sensi delle normative comunitarie vigenti..

La condizione specifica d'intervento di messa in sicurezza presenta, ai sensi del comma 7 dell’art. 242 del codice ambientale, una particolare complessità a causa della natura della contaminazione e dell'estensione dell'area interessata dagli interventi medesimi, e pertanto il progetto generale degli interventi può essere articolato per fasi progettuali distinte al fine di rendere possibile la realizzazione degli interventi per singole aree o per fasi temporali successive, in considerazione anche del rilevante impegno econo- mico necessario.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 3 di 37 Il progetto generale degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini è stato approvato con decreto n. 109/UD/BSI/134 del 28 gennaio 2014 ed è stata approvata la suddivisione per fasi degli interventi stessi.

Con il medesimo decreto è’ stato inoltre approvato ed autorizzata la realizzazione della prima fase del progetto operativo, con la prescrizione di mettere in opera, sopra lo strato di limo argilloso, uno strato di ghiaia pari a 30 cm più uno strato pari a 70 cm di terreno ai fi- ni dell’inerbimento.

I lavori di realizzazione degli interventi inerenti la prima fase della messa in sicurezza permanente dei bacini di deposito delle scorie della miniera di Raibl sono in corso di com- pletamento e riguardano la copertura impermeabile dei bacini n. 3 e n. 4 oltre alla regola- rizzazione dei piani delle ghiaie di copertura dei bacini n. 1 n. 2, n. 3 e n.4, assieme alla regolazione delle acque meteoriche superficiali sui medesimi bacini.

Ai soli fini della realizzazione degli interventi necessari all'attuazione del progetto operativo e per il tempo strettamente necessario all'attuazione medesima, l'autorizza- zione regionale sostituisce a tutti gli effetti le autorizzazioni, le concessioni, i concerti, le intese, i nulla osta, i pareri e gli assensi previsti dalla legislazione vigente compresi, in particolare, quelli relativi alla valutazione di impatto ambientale, ove necessaria, alla gestione delle terre e rocce da scavo all'interno dell'area oggetto dell'intervento. L'au- torizzazione costituisce, altresi', variante urbanistica e comporta dichiarazione di pubbli- ca utilita', di urgenza ed indifferibilita' dei lavori. Con il provvedimento di approva- zione del progetto sono stabiliti anche i tempi di esecuzione delle singole fasi di interven- to, indicando altresi' le eventuali prescrizioni necessarie per l'esecuzione dei lavori.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 4 di 37

2. Il progetto generale degli interventi di messa in sicu- rezza permanente

La scelta della soluzione d'intervento proposta è stata effettuata considerando di evi- tare interventi che necessitassero di movimentare il materiale mediante automezzi il cui numero elevato potesse apportare all'interno dell'ambito vallivo maggiori fonti di inquina- mento sia ambientale che acustico. La movimentazione comporterebbe infatti l'escavazione con riposizionamento, sia esso allontanamento ex situ definitivo o temporaneo, di più di 2 milioni di mc di materiale in un ambito vallivo molto limitato come spazi di manovra.

La viabilità infatti è limitata ad un solo asse viario di dimensioni normali (6 m), sia ver- so Tarvisio che verso Sella Nevea, con attraversamento di abitati importanti (Tarvisio) o delicati (Sella Nevea) e tornanti. Per l'asporto definitivo dei sedimenti dovrebbero essere impiegati 100.000 automezzi per almeno 30 anni!

Un limite importante è il costo economico da rapportare al beneficio da ottenere; le cifre in gioco sono comunque molto impegnative, come è possibile vedere nella tabella relativa all'analisi dei costi.

Quest'ultimo argomento è risultato decisivo ed ha indirizzato la proposta di intervenire sulla sorgente mediante il suo isolamento superficiale e laterale (lato versante) e sulla risorsa contaminata ossia sulla falda mediante il contenimento delle acque contami- nate.

I costi minori sono risultati infatti quelli relativi al barrieramento fisico passivo, sia late- rale che in copertura; si tratta più precisamente di un intervento di messa in sicurezza permanente piuttosto che di bonifica perchè non elimina la sorgente inquinante ma tende a ridurre la migrazione delle sostanze contaminanti agendo sui fattori di lisciviazione e trasporto.

2.1 La soluzione originaria proposta e linee guida d'intervento

Per quanto indicato sinteticamente in precedenza, gli interventi di progetto intendono isolare i sedimenti, quindi la sorgente d'inquinamento mediante un barrieramento fisico impermeabile sia laterale sull'intero perimetro sia in copertura. Impedendo di fatto l'infil- trazione delle acque meteoriche e di ruscellamento, viene a mancare il motore del trasporto e della dispersione delle sostanze contaminanti.

L'intervento proposto richiede innanzitutto la copertura dell'intera superficie dei bacini impedendo l'infiltrazione delle acque di precipitazione meteorica che rappresentano il mezzo di trasporto e messa in circolo degli inquinanti; tale opera, abbinata a quelle già rea-

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 5 di 37 lizzate di raccolta e convogliamento diretto nel Rio del Lago delle acque di ruscellamento provenienti dal versante orientale del Monte Re, consentirebbe di ridurre considerevolmen- te la migrazione dei contaminanti. Le funzioni principali che la copertura dovrà assolvere sono, oltre ad impedire l'infiltrazione delle acque meteoriche, quello di resistere ai feno- meni di gelo-disgelo, evitare fessurazioni da disseccamento, assorbire i cedimenti differen- ziali eventuali senza aumenti di permeabilità, resistere alle azioni erosive e favorire la cre- scita della vegetazione.

L'opera di barrieramento laterale impermeabile consentirebbe:

1) di impedire la presa in carico diretta delle sostanze contaminanti lisciviate da parte delle acque di falda circolanti nelle alluvioni di subalveo del rio;

2) di ridurre le escursioni del livello piezometrico conseguenti alle condizioni di variabilità idraulica del torrente, in particolare quelle, sebbene temporanee, in regime di piena. Tali escursioni consentono infatti alle acque di falda di poter entrare in contatto con i sedimenti fini dei bacini, non essendo questi tamponati alla base da uno strato impermeabile. Come già indicato, tali condizioni sono certe nei bacini 3 e 4.

La soluzione proposta ha il vantaggio di non operare movimentazioni dei materiali fini con il rischio di ulteriore diffusione dei contaminanti e di non variare i volumi esistenti, ad eccezione della copertura definitiva (capping). L'opera, realizzata secondo le linee guida del D. Lgs. 36/03, garantisce l'intercettamento delle acque d'infiltrazione meteorica e di ru- scellamento; la garanzia dell'efficacia dell'opera è legata alla presenza/assenza degli strati impermeabili d'ammorsamento della barriera e delle variazioni al deflusso delle acque di falda indotte dall'opera La realizzazione dell'opera prevede le seguenti fasi operative:

1) preparazione delle superfici mediante livellamento;

2) realizzazione della copertura dei bacini mediante la formazione del capping se- condo le linee d'indirizzo del D. Lgs. 36/03 ed esplicitate nel progetto operativo.

3) realizzazione delle piste di accesso e delle gradonature sulla scarpata prospicien- te il Rio del Lago;

4) realizzazione della barriera nel tratto lungo il Rio del Lago mediante una paratia di pali trivellati secanti, impostati alla quota di sommità della scogliera di prote- zione spondale e della lunghezza minima di 12 m.. I pali possono essere realiz- zati con i metodi di perforazione e mescolamento tradizionali, mediante l'utiliz- zo di miscele cementizie a base di cemento, bentonite ed eventualmente fly-ash (silice amorfa). Possono essere raggiunte permeabilità globali dell'ordine di 10-

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7-10-8 m/s, tali da determinare un tempo minimo di attraversamento della barrie- ra di circa 160 anni (Prov. Milano, 2004);

5) realizzazione della barriera nel tratto lato montagna con la predisposizione di una trincea a sezione obbligata mediante idonea macchina scavatrice per la posa di un pannello impermeabile (di spessore indicativo di almeno 50 cm, impostato fino al raggiungimento del substrato roccioso e immorsato nella roccia per un tratto che dipende dallo stato di fratturazione della roccia stessa (ma almeno 1,0 m per superare discontinuità e irregolarità superficiali). Tale accorgimento im- pedirebbe l'infiltrazione di acque provenienti dal versante;

6) sistemazione dell'area.

L'intervento comporta tradizionali attività di cantiere con temporanee occupazioni dei bacini stessi, e quindi escludendo il coinvolgimento della viabilità ordinaria o territori in uso pubblico; non è prevista la produzione di rifiuti che nel caso saranno smaltiti nelle forme dovute. I materiali movimentati troveranno tutti collocazione all'interno dell'a- rea di intervento.

L'area di cantiere è limitata ai bacini in quanto tutte le attività saranno realizzate al loro interno. L'accesso è previsto dal lato meridionale (miniera), quindi confinato all'area dei depositi in sinistra orografica; l'accesso dal ponte in località Muda potrà essere conside- rato secondario e comunque per mezzi leggeri e, nel caso, dovrà essere prevista l'idonea si- stemazione della rampa del sentiero mediante il livellamento del fondo con materiale in lo- co.

Le modificazioni allo stato dei luoghi saranno confinate al sito di cantiere e comunque temporanee e funzionali allo svolgimento dell'attività di messa in sicurezza.

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3. GLI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA PERMA- NENTE – VARIANTE N.1

3.1 PREMESSA

Da quanto si desume dai capitoli precedenti, la condizione specifica d'intervento di messa in sicurezza permanente presenta una complessità tale, a causa della natura della contaminazione e dell'estensione dell'area interessata, da richiedere un rilevante impegno economico; per tali ragioni si è ritenuto necessario procedere alla realizzazione del Piano Generale degli interventi per fasi progettuali operative distinte al fine di rende- re possibile l'esecuzione degli interventi per singole aree o per fasi temporali successi- ve, compatibilmente con i finanziamenti che saranno resi disponibili.

L'attuazione della progettazione per singole fasi deve inoltre essere supportata dal- la possibilità di variazione delle soluzioni tecnologiche per la mitigazione del rischio di contaminazione in seguito agli approfondimenti conoscitivi che saranno richiesti per la predisposizione di ciascun progetto esecutivo.

3.2 APPROFONDIMENTI CONOSCITIVI - NUOVI SONDAGGI GEOGNOSTI- CI

Durante l’esecuzione degli interventi di copertura dei bacini n. 3 e n. 4 di cui alla prima fase, sono state effettuate delle indagini geognostiche lungo l'argine esterno per la verifica della profondità del badrock e la presenza di eventuali strati a bassa permeabilità nelle al- luvioni soprastanti.

L’indagine è stata eseguita per conoscere la natura e le caratteristiche geotecniche dei ter- reni presenti nel sottosuolo dei bacini, misurarne la permeabilità e definire la quota del substrato roccioso.

In questa ottica sono stati eseguiti tre sondaggi a carotaggio continuo nei bacini 2, 3, e 4 posizionati, per necessità logistiche, sulla sommità degli stessi, sul bordo esterno, verso il torrente.

La stratigrafia media ha evidenziato, sotto le scorie, un materasso granulare ghiaioso me- dio grosso sub-arrotondato variamente limoso e sabbioso, intercalato da livelli di sabbia medio fine ghiaiosa, fino a circa 50 metri.

Successivamente una formazione limoso-argillosa marrone ocracea, con alternanze milli- metriche e centimetriche di livelli sabbiosi con resti lignei, talvolta decimetrici ghiaiosi, si estende per una decina di metri.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 8 di 37 Oltre, di nuovo terreni granulari sub-angolosi eterometrici, passanti alternativamente tra ghiaie medie e ciottoli con scarsa matrice ghiaiosa e blocchi con ghiaia, per arrivare, a cir- ca 90 metri sulla formazione rocciosa calcarea.

Le prove di permeabilità, eseguite nelle ghiaie sottostanti le scorie, hanno rilevato valori medi compresi tra 10-5 – 10-6 cm/secondo che indicano una permeabilità non elevata tipica delle formazioni ghiaioso sabbiose con presenza di limo.

La profondità notevole a cui è stata reperita la formazione dei limi unitariamente alla scar- sa permeabilità hanno indotto a recuperare un campione indisturbato degli stessi ed a sot- toporlo ad alcune prove di laboratorio. Le prove di permeabilità, eseguite in laboratorio in cella triassiale, hanno evidenziato valori medi di 10-11 cm/secondo.

Il sondaggio S1-13 è stato attrezzato a piezometro con la parte fenestrata da 49 m a 91 m per monitorare la falda al di sotto della formazione dei limi sabbiosi.

Il sondaggio S4-13 collocato all’estremo nord del 4° bacino destinato a campionare le ac- que di pendio, ha evidenziato la presenza della formazione ghiaioso sabbiosa con interca- lazioni metriche limose fino a 45 metri e quindi si è deciso di non raggiungere la roccia at- trezzandolo a piezometro da 43 metri.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 9 di 37 Planimetria bacini con indicati i sondaggi integrativi

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 10 di 37 3.3 monitoraggio delle acque di falda

Il 18 gennaio 2007 veniva firmata una convenzione tra il Commissario Straordinario per il recupero del comprensorio Minerario di Cave del Predil, l'Università di Udine - Diparti- mento Georisorse e Territorio e l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Fiuli Venezia Giulia - Dipartimento di Udine per l'esecuzione di una serie di indagini da eseguire sui materiali del rilevato e sull'ambiente circostante.

3.3.1 Stratigrafie dei sondaggi

Nella stratigrafia del sondaggio S1-13 si evince che alla profondità di 40 metri si trova una formazione limoso-argillosa marrone ocracea della potenza di 10 metri che ha fatto ritenere in un primo momento potesse essere una barriera impermeabile nei riguardi delle sostanze inquinanti proventienti dai bacini rispetto alla falda sottostante.

A tal fine è stato prelevato un campione di materiale all’interno della formazione limosa per verificare la permeabilità e lo stato di contaminazione. I risultati non sono stati soddisfacenti in quanto è stata riscontrata la presenza di Tallio in concentrazione superiore ai limiti della tabella A, ancorchè il valore di permeabilità sia molto basso pari a 2,0 x 10-9 m/s.

La roccia è stata trovata a 91 m di profondità. Pertanto risulta del tutto impossibile realizzare una barriera di separazione tra la falda presente al disotto dei bacini e quella del subalveo del torrente rio del Lago, dovuta alla eccessiva profondità dello strato impermea- bile. La migrazione degli inquinanti può essere rallentata ma non impedita.

La soluzione possibile ed economicamente sostenibile, per la messa in sicurezza perma- nente dei bacini di deposito delle scorie della miniera di Raibl risulta essere quella di bloc- care il passaggio degli analiti inquianti dai sedimenti alla falda sottostante, mediante l’eliminazione dell’acqua meteorica che per percolazione e successiva liscivazione tra- sporta gli inquinanti solubili fino alla falda negli strati più profondi.

3.4 L’intervento di difesa e regimazione idraulica del rio del lago in località Cave del Predil

3.4.1 Premesse

L’Accordo di programma per la riduzione del rischio idrogeologico 31 gennaio 2011 tra la Regione FVG ed il Ministero dell’Ambiente ha previsto un finanziamento di € 3.500.000 per la difesa e regimazione idraulica del rio del Lago in località Cave del Predil, in comune di Tarvisio, codice ISPRA UD032C/10.

Il Commissario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione FVG si è avvalso del Commissario straordinario per il recu-

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 11 di 37 pero del comprensorio minerario di Cave del Predil, per la progettazione ed esecuzione dei lavori di regimazione idraulica del rio del Lago.

Il progetto esecutivo, modificato in esito alle migliorie offerte dall’Impresa aggiudicata- ria in sede di gara, è stato approvato dal Commissario Delegato, Presidente della Regione FVG, con decreto n. 37 del 10.08.2015.

I lavori sono stati realizzati da parte dell’Impresa I.CO.P. spa di Basiliano (UD).

La realizzazione di questo intervento ha comportato la richiesta di approvazione di una variante al progetto generale di messa in sicurezza dei bacini di deposito delle scorie dell’ex miniera di Raibl, con la previsione dello stralcio della parte relativa alla prevista palificazione verso il rio del Lago. Da evidenziare che l’intervento stesso, ricade comple- tamente al di fuori del sito di bonifica e quindi non soggetto ad approvazione da parte della Conferenza di Servizi.

3.4.2 L’intervento di messa in sicurezza degli argini di contenimento dei sedimenti della miniera lungo la sponda sinistra del rio del Lago, disciplinato dall’Accordo di programma Ministero Ambiente e la Regione FVG del 2011.

L’intervento per la difesa e regimazione idraulica del rio del Lago, riguarda la sot- tofondazione della scogliera esistente lungo la sponda sinistra del torrente, al fine di mi- gliorare la difesa idraulica delle arginature dei bacini di contenimento delle scorie della miniera di Raibl, mediante la costruzione di una barriera continua di pali secanti in c.a. del diametro di 800 mm e profondi 9 m dalla base della scogliera stessa, oltre ad un innalza- mento della difesa spondale mediante la costruzione di una barriera in terra rinforzata.

L’intervento consentirà di annullare il rischio di crollo degli argini per erosione laterale con possibile fuoriuscita dei fanghi depositati.

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Sezione tipo dell’intervento di sottofondazione della scogliera esistente e dell’innalzamento della difesa.

3.5 Variante al progetto generale con lo Stralcio dell’intervento di rinforzo e innalza- mento della difesa spondale.

Il progetto generale degli interventi di messa in sicurezza permanente è stato modificato con l’eliminazione dell’intervento previsto per la difesa spondale di cui al disegno sotto ri- portato:

Con la motivazione che l’intervento stesso non raggiunge l’obiettivo della messa in si- curezza permanente dei bacini di deposito delle scorie della miniera di Raibl, in quanto non è possibile realizzare una barriera impermeabile di confinamento della falda sottostante i bacini, non essendo stati rilevati strati di sedimenti impermeabili all’interno dei depositi al- luvionali del subalveo del rio del lago se non a profondità eccessive (oltre 90 m) da rag- giungere con la paratia di pali.

Mentre, l’intervento di rafforzamento delle fondazioni della difesa spondale lungo il rio del Lago, offre le necessarie garanzie circa l’attenuazione del rischio idrogeologico rappre- sentato dalla possibile erosione spondale degli argini di contenimento dei bacini di conte- nimento delle scorie della miniera di Raibl.

La variante suddetta è stata resa operativa con l’approvazione del “ progetto defi- nitivo 2° FASE piano operativo di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedi- mentazione delle scorie della miniera di Raibl – Cave del Predil in comune di Tarvi- sio”. Con decreto 1134/AMB del 16 maggio 2016.

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4. Il progetto preliminare degli interventi di messa in sicurezza perma- nente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl 2° FASE:

Il progetto preliminare descritto dalla presente relazione riassume e considera gli inter- venti previsti dal progetto operativo sopra descritto limitatamente a:

1) Interventi di completamento della copertura dei bacini n.3 e 4 2) Interventi di copertura dei bacini n. 1 e n.2

3) Intervento di completamento dei canali di sgrondo delle acque meteoriche 4) Intervento di corazzamento dei bacini 1a) e 1b) con ampliamento del canalone di

scarico

5) Intervento di riprofilatura e copertura della scarpata esterna bacini Sulla base dei finanziamenti resi disponibili dalla Regione FVG.

4.1 Gli interventi di completamento della copertura dei bacini n. 3 e n. 4

Il decreto n. 109 del 28 gennaio 2014 ha prescritto che venisse completato l’intervento di copertura dei bacini 3 e 4 con lo strato di ghiaia limosa e lo strato superficiale di terra vegetale.

Sulla base del finanziamento disponibile con la prima fase degli interventi è stata realiz- zata la copertura dei bacini n.3 e n.4 mediante la fornitura e posa in opera di uno strato di 50 cm di spessore di materiale limoso argilloso, avente coefficiente di conducibilità idrau- lica K inferiore a 1 x 10-8 m/s; e da uno strato drenante di materiale arido a pezzatura grossolana per uno spessore di almeno 0,3 m, con funzione di protezione dello strato im- permeabilizzante e drenante, avente una permeabilità maggiore di 1x10-3 m/s, posto in opera su un geotessuto di polipropilene a protezione dello strato limoso argilloso.

Con il progetto di seconda fase si prevede l’intervento di completamento della copertura dei bacini n.3 e n. 4 mediante la fornitura e stesa di uno strato dello spessore di 60 cm di materiale arido ghiaioso-limoso, a protezione degli strati sottostanti e favorente la rinatura- lizzazione dell’area montana, e successivamente con la stesa di uno strato dello spessore di 10 cm di terreno coltivo atto alla semina finale.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 14 di 37 Particolare grafico dell’intervento di copertura dei bacini 3 e 4 nella forma definitiva.

4.2 Interventi di Copertura dei bacini n. 1 e n. 2

Allo stato attuale la copertura delle scorie presenti nei bacini n. 1 e n. 2 è costituita solo da uno strato di terreno granulare grossolano, regolarizzato e reso pianeggiante con lieve inclinazione verso l’esterno, con gli interventi previsti nella prima fase, dove le acque me- teoriche vengono raccolte da un canale perimetrale e scaricate nel sottostante rio del lago, attraverso delle tubazioni in PVC.

Al fine di garantire l’isolamento del corpo dei rifiuti dalle matrici ambientali, i bacini devono soddisfare i seguenti requisiti tecnici:

1. Sistema di regimazione e convogliamento delle acque superficiali;

2. Impermeabilizzazione della superficie e delle sponde dei bacini;

3. Sistema di copertura finale dei bacini.

Il progetto della prima fase, approvato con decreto n. 109 del 28 gennaio 2014, prevede per la realizzazione della copertura di operare nel seguente modo:

spianamento e livellazione delle superfici interessate (intervento già realizzato)

posa in opera di uno strato di 50 cm di spessore di materiale limoso argilloso, aven- te coefficiente di conducibilità idraulica K inferiore a 1 x 10-8 m/s;

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 15 di 37 la stesa del materiale limo-argilloso verrà eseguita in due successive fasi: prima

compattazione profonda mediante rullo compattatore a piedi di montone e succes- sivo livellamento con rullo liscio ad azione statica di almeno 10 tonnellate di peso.

la stesa di materiale arido a pezzatura grossolana per uno spessore di almeno 0,3 m, con funzione di protezione dello strato impermeabilizzante e drenante, avente una permeabilità maggiore di 1x10-3 m/s, posto in opera su un geotessuto di polipropi- lene a protezione dello strato limoso.

la realizzazione dello strato superficiale di copertura con spessore uguale a 60 cm che rappresenta una protezione adeguata contro l'erosione e preserva la barriera impermeabile sottostante e consente una rinaturalizzazione dell’area. Il materiale necessario può essere prelevato nell’estesa alluvione presente lungo la sponda sud del Lago di Predil.

la realizzazione di uno strato superficiale di terreno coltivo dello spessore di circa 10 cm, composto da materiale inerte fine, sabbie e limi argillosi, mescolato con del compostato verde, proveniente dall’Impianto di trattamento rifiuti della NET Spa di Gonars (UD), con funzioni di ammendante in conformità agli indirizzi contenuti nell’allegato 3 al titolo V del D.Lgs. 152/2008.

Particolare grafico dell’intervento di copertura dei bacini nella forma definitiva.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 16 di 37 Sezione tipo del ricoprimento e sistema di drenaggio superficiale acque meteoriche nel bacino n.1

Il telo per l’impermeabilizzazione dei sedimenti presenti lungo il versante del monte Re ai piedi del canalone Andrea, deve essere di tipo aggrappante che consenta la stabilizzazione della terra vegetale di ricoprimento e di sistemazione finale, lungo la scarpata esistente.

4.2.1 modalita' esecutive dei lavori di inerbimento:

Alla fornitura, il terreno proveniente dallo strato colturale attivo dovrà possedere le se- guenti caratteristiche:

- contenuto di sostanza organica (%): > 1,5

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 17 di 37 - pH: da 6,8 a 7,5

- capacità di scambio cationico (meq/100g): >10

- tessitura (USDA): sabbia >50% - argilla 10-20% - limo 10-30%

- salinità: non salino

- scheletro (frammenti litoidi con diam.>2mm): <15%

- rapporto C/N: tra 9 e 11;

- calcare totale (% CaCO3): tra 9 e 18

- temperatura: superiore a 10°C (< a 10°C si ha un accrescimento lento);

Alla terra di coltivo verrà mescolato l'ammendante compostato verde (ACV) con pezza- tura fine < 4cm e adeguata carica microbica e batterica, di qualità certificata; la dose con- sigliata di AMV è di 150/250 q.li/ettaro.

Lo spessore finale del terreno con ammendante deve essere almeno di 10cm.

Una volta steso il terreno con l'ammendante, a terreno asciutto, si dovrà rullare legger- mente al fine di livellare la superficie e affinare il letto di semina. Nella preparazione si deve aver cura di rimuovere eventuali sassi e radici.

Si procede quindi alla semina a spaglio mediante operazione meccanica (trattore munito di spargisementi) avendo l'accortezza di delimitare con strisce e pichetti le superfici semi- nate per evitare di seminare più volte o di lasciare spazi vuoti.

Terminata la semina si ripassa con un rullo leggero per l'adesione seme-terreno.

4.2.2 sementi

La scelta delle sementi autoctone deriva preliminarmente da una attenta analisi delle ca- ratteristiche ambientale e vegetazionale dei luoghi in un congruo intorno.

Segue una ampia analisi bibliografica e delle prove dimostrative di inerbimento in si- tuazioni particolari (risultati delle prove nell'ambito del progetto europeo SURE - Ripristini ambientali - Ersa. Regione FVG - Ag. reg. per lo sviluppo rurale - 2006).

La finalità principale che si è voluta seguire è quella dell'utilizzo nell'ambito dell'azione antierosiva richiesta sia per tempi lunghi sia per l'innesco di un dinamismo "aperto" (con- seguente instaurazione di una successione spontanea della vegetazione erbacea).

Le specie sono state selezionate per il loro adattamento all'altitudine (dal piano basale fino anche a 1800-2000 m per alcune sp.), esposizione e clima del sito. Sono valide per substrati carbonatici, aridi e capaci di produrre velocemente un manto protettivo.

Quelle previste in maggior percentuale mostrano la maggior capacità di insediamento nelle situazioni pedologiche più estreme sia per la ridottissima disponibilità idrica sia per la povertà del substato (Festuca ovina, Medicago sativa, Sanguisorba minor); Achillea mille-

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 18 di 37 folium, Bromus erectus, Lotus corniculatus e Onobrychis viciigolia hanno elevata amplitu- dine ecologica e sono rinvenute, a seguito di numerose prove, su tutti i tipi di substrato.

La scelta è ricaduta anche alla facile reperibilità sul mercato soprattutto per: Achillea millefolium, Onobrychis viciifolia, Plantago lanceolata, Medicago lupulina, Medicago sa- tiva, Trifolium hybridum, Trifolium repens, Sanguisorba minor, Dactylis glomerata, Lo- lium perenne, Phleum pratense, Lotus corniculatus.

Le graninacee che formano l'ossatura dell'inerbimento (74% del peso del miscuglio) so- no mescolate in consociazione alle leguminose (18%) e al altre specie accessorie (8%) im- portanti e necessarie per la diversificazione, sviluppo e durata delle specie.

La provenienza dei semi e la germinabilità deve essere certificata e di qualità.

4.3 Canali di sgrondo

Il detrito di falda che caratterizza il sottosuolo al contatto fra le pendici montane e i depositi di sco- rie costituisce una via preferenziale di infiltrazione all’interno dei depositi e quindi è necessario completare i canali in scogliera cementata, (già parzialmente realizzati con gli interventi precedenti) con fondo imper-

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 19 di 37 meabilizzato, per raccogliere tutte le acque provenienti da monte e scaricarle nel Rio del Lago prima che queste riescano ad infiltrarsi o ad erodere la superficie dei bacini.

Deve essere completato il canale di raccolta delle acque meteoriche provenienti dal versante del monte Re, lungo tutto il bacino n. 2 e successivamente lungo il bacino n. 3 fino a raggiungere il canale di scarico esi- stente posizionato lungo la linea di separazione tra il livello del bacino n.3 ed il livello del bacino n. 4.

Il canale esistente lato monte del bacino n. 4 deve essere protetto con scogliera cementata impermeabilizzata lungo tutta la scarpata interna, lato sedimenti, e sul fondo per tutta l’estesa dove non si riscontra la presenza di roccia affiorante, per impedire possibili infiltrazioni di acqua meteorica. Nella parte finale del bacino n. 4, basta proteggere la scarpata interna per fatto che il canale scorre attualmente in parte su fondo in roccia e nella parte finale su fondo cementato fino allo scarico nel rio del Lago, come si vede nella foto sotto riporta- ta:

Fondo del canale terminale del bacino n.4 con in evidenza l’apertura del manufatto di convogliamento delle acque meteoriche nel sottostante rio del Lago.

Immagine della griglia di raccolta delle acque della strada di accesso al bacino n. 4

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 20 di 37 4.3.1 Intervento di completamento dei canali di drenaggio dell’acqua di versante.

Il progetto prevede il completamento dei canali di raccolta dell’acqua meteorica prove- niente dal versante del monte Re.

Con gli interventi di MISE sono stati realizzati i canali di raccolta dell’acqua di versante limitatamente alle aree afferenti il canalone Andrea e Barrenklamm, ora con la seconda fa- se del progetto operativo di messa in sicurezza permanente si considera il completamento, secondo il profilo idraulico riportato nel disegno che segue:

Profilo e particolari costruttivi del canale di drenaggio delle acque di versante

L’estensione del canale è pari a 390 m nel bacino n. 2 e 3 ed ulteriori 105 m per il cana- le di bypass ai piedi del canalone Barrenklamm .

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 21 di 37 4.3.2 Aspetti morfologici del versante sovrastante i bacini.

Il versante del monte Re che insiste sui bacini è costituito da dolomie e calcari varia- mente do-lomitizzati appartenenti alle Dolomie dello Schlern; i corpi rocciosi sono stati deformati, fagliati e fratturati durante gli eventi orogenetici dinarici e alpini (cfr. relazione Università di Udine prof. Meriggi). Essendo il substrato costituito da rocce carbonatiche deformate e tettonizzate, nella valutazione dell’assetto idrogeologico del versante occorre tenere presente che l’ammasso roccioso presenta un discreto grado di suddivisione e una permeabilità per frattu-razione e carsismo elevati. Oltre a questi fattori naturali non si può trascurare la presenza del reticolo di gallerie all’interno del monte Re (1700 km totali).

L’attività della miniera ha prodotto degli accumuli significativi di depositi sciolti con spessore che può superare i 2 m , nella parte alta del bacino del canalone Andrea. Si tratta di materiale sterile estratto e abbandonato lungo il versante.

I principali impluvi dove avviene l’incanalamento dell’acqua ed il trasporto di detrito durante eventi piovosi caratterizzati da una certa intensità differenziando i collettori princi- pali da quelli secondari. Particolare attenzione è stata rivolta ai canaloni Andrea e Barren- klamm, lun-go i quali è presente detrito sciolto ed è evidente la ricorrenza di fenomeni va- langhivi.

Gli elementi più interessanti per gli effetti erosivi che provocano sui bacini di deposi- to sono i canaloniAndrea (1) e Barrenklamm (2).

4.3.3 Canalone Andrea (1)

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 22 di 37 Drena il settore sudorientale del versante, esso sarebbe in continuità con il canale che drena la parte sommitale del versante del monte Re se non fosse interrotto a quota 1400 mslm circa dall’area di miniera esterna A, in corrispondenza della quale è sta-ta creata una piazza di deposito dei detriti provenienti da monte.

Sul margine esterno dell’area A sono accumulati consistenti depositi di materiale sterile estratto, i depositi sono costituiti prevalentemente da ghiaie le cui dimensioni possono su- perare i 25 cm. Per quanto siano presenti opere per isolare questi depositi dalle acque di ru- scellamento provenienti dal versante, il margine del terrazzo artificiale e la scarpata che de-grada nel canalone presentano evidenti segni di erosione sia da parte di acque di ruscel- la-mento che del movimento di masse nevose . La scarpata non è vegetata ed ha una pen- denza che localmente supera i 40°. Non si esclude che con particolari condizioni, questi depositi possano essere soggetti a fenomeni di trasporto di massa. Tra quota 1250 mslm e 900 mslm (sbocco del canale sui bacini) il fondo del canale è inciso in roccia con accumuli di grossi blocchi in alcuni punti. In questo settore la pendenza media è di circa 35° anche se vi sono dei tratti con pendenze superiori ai 60°

Vista del cunettone di drenaggio con lo scarico finale ampliato con il M.I.S.E. nel 2009

4.3.4 Canalone Barrenklamm

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 23 di 37 Raccoglie le acque ed i detriti di una serie di collettori che drenano il settore orientale del versante, mentre non riceve apporti detritici dall’area di miniera A. Tra quota 1400 mslm circa, ed il fondovalle il canale ha una pendenza media abbastanza costante di circa 30°, sul suo fondo sono presenti detriti grossolani parzialmente stabilizzati dalla vegeta- zione anche se vi sono evidenze di fenomeni valanghivi I collettori che convergono in es- so, invece, hanno pendenze decisamente superiori e fondo per gran parte in roccia. A circa 1030 mslm, alla confluenza di due rami del canale, troviamo l’area di miniera esterna B che si presenta degradata (in misura decisamente minore rispetto all’area A) per i fenomeni erosivi che si verificano ai danni dei fronti di scavo e degli accumuli di materiali sciolti.

Alla base del canale è presente un conoide detritico dove in passato è stato costruito un muro di deviazione a protezione dei tralicci dalle valanghe

sottobacini idrografici inerenti i canaloni B1 (Barrenklamm) e B2 (Andrea)

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 24 di 37 4.3.5 Intervento di rimodellazione del canale di drenaggio del canalone Andrea

Planimetria del bacino 1a e 1b con indicato l’intervento di ampliamento del cunettone di drenaggio del canalone Andrea.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 25 di 37 Il materiale depositato nella parte alta del bacino del canalone Andrea, può essere mobi- litato da precipitazioni

particolarmente intense e generare un debris flow che potenzialmente potrebbe erodere la copertura dei bacini di deposito e trasportare i fanghi verso il torrente andando ad inqui- nare sia l’acqua di falda e che quella superficiale.

Il sito dove è collocato il bacino di deposito n. 1 è inserito tra le aree a rischio di colata detritica come illustrato nella pianta che segue:

L’intervento consiste nell’ampliamento del canale di drenaggio, mantenendo il fondo in pietrame cementato, le sponde vengono realizzate con del pietrame intasato con cls a se- zione trapezia per contenere l’urto della colata. Gli argini laterali così realizzati possono essere sormontati dalla colata detritica e defluire verso i bacini di deposito. Per impedire possibili erosioni del materiale di copertura con mobilitazione dei sedimenti, il progetto prevede di realizzare una corazzatura superficiale con scogli di pietra intasata con cls e successivamente ricoperta con terreno vegetale e idrosemina finale.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 26 di 37 Sezione e particolari costruttivi dell’ampliamento del canale di drenaggio della colata detritica

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 27 di 37 Su gentile concessione della geologa dott.sa Glenda Nicola, si riportano i risultati della modellazione 2d effettuata con la sua tesi di laurea, del 2010, sulla colata detri- tica avvenuta lungo il canalone Andrea.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 28 di 37 Altezze finali di deposito In quell'occasione sono state utilizzate come caratteristiche reologiche dei valori assimilabili a quelli del materiale presente nei bacini di decantazione e del materiale di scarto di miniera presenti nel rio del lago.

Le altezze massime di flusso ottenute con la modellazione sono dell’ordine massimo di 1,25 m mentre i volumi depositati sono dell’ordine dei 35.000 mc, l’area interessata dalla colata è di circa 11.000 mq.

Il progetto di rimodellazione del cunettone di drenaggio del canalone Andrea, prevede un altezza delle arginature di contenìimento della colata di 1,50 m sia le prime lungo il canale centrale, sia le seconde poste sui bacini per contenere eventuali esondazioni del canale primcipale.

Le dimensioni delle superfici di protezione dall’erosione delle potenziali colate detritiche sono riportate nella tavola grafica di progetto e precisamente il bacino interno ha un’estensione areale di 4.500 mq, mentre il bacino inferiore dx di 1.050 mq ed il bacino inferiore sx di 850 mq. L’area complessiva è di 6.400 mq mentre il volume di trattenuta diventa per uno spessore di 1,50 m di circa 10.000 mc.

Le due arginature quindi, sono in grado di contenere un deposito finale di inerti pari a oltre 10.000 mc senza interessare la copertura della parte non protetta dei bacini 1a e 1b.

Considerato che l’altezza finale stimata con la modellazione è mediamente di 50 cm si può ritenere in prima approssimazione che la colata non rappresenti un pericolo per i bacini di deposito in quanto i tiranti previsti non hanno spessori tali da rappresentare un rischio verosimile di erosione per lo strato di copertura dei sedimenti che a lavori ultimati sarà di

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 29 di 37 1,50 m oltre alla copertura attuale che è di circa 50 cm. I fanghi depositati all’interno dei bacini 1a) e 1b) sono ricoperti da uno spessore di materiale inerte complessivo di 2 metri, del tutto sufficiente a scongiurare che una possibile fuoriuscita della colata detritica provenitne dal canalone Andrea dalle aree con il fondo protetto con massi di scogliera cementati, possa asportare l’intero strato di copertura per arrivarre ad incidere lo strato di fango sottostante.

Da ricorda infine che il deposito di inerti prodotti dall’attività della miniera, presente in cima al bacino del canalone Andrea ha già scaricato due volte in forma parossistica nel periodo che intercorre dal 2010 alla data di chiusura della miniera avvenuta nel 1991 e a differenza dei bacini montani naturali non sono prevedibili ricariche di materiale, pertanto il fenomeno è destinato ad esaurisri in tempi non molto lunghi e probabilmente diminuirà anche l’intensità degli stessi.

(31)

Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 30 di 37 Planimetria bacino n.2 con completamento canali di sgrondo

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 31 di 37

Planimetria bacino n.3 con indicato il bypass nel caso di ostruzione del canale esistente dovuta ad una colata del Barrecklann

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 32 di 37 Planimetra bacino n.4 con indicazione del rivestimento del canale lato montagna

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 33 di 37 Sezione tipo di progetto del rivestimento della sponda interna del canale lato montagna del bacino n.4

Sezione tipo di progetto del rivestimento della sponda interna e del fondo del canale lato montagna del bacino n.4

Il trasporto degli inquinanti nelle acque di falda dipende anche dalle variazioni di livello dovuti al Rio del Lago che tuttavia, almeno allo stato attuale della conoscenza, sem- brano avere un’influenza minore rispetto a quella dell’acqua che riesce ad infiltrarsi attra- verso la superficie dei bacini. La realizzazione degli interventi previsti dovrebbe quindi es- sere sufficiente ad abbattere sensibilmente il trasporto per convezione degli inquinanti e a rendere non necessario il completo incapsulamento delle scorie tramite la realiz- zazione di una barriera di fondo.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 34 di 37

5. Autorizzazioni e nulla osta ottenuti dal progetto definitivo della 2 FA- SE del piano operativo degli interventi di messa in sicurezza perma- nente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl – Cave del Predil.

Tutti gli interventi considerati nel presente progetto preliminare per la messa in sicurez- za permanente dei bacini di decantazione delle scorie della miniera di Raibl – Cave del Predil hanno ottenuto le autorizzazioni previste dalla vigente normativa e sono riportate nel Decreto n. 1134/AMB del 16/05/2016, che ha approvato il progetto definitivo del piano operativo della 2° FASE degli interventi in argomento.

Le autorizzazioni si si riportano per memoria nel seguito:

5.1 Autorizzazione paesaggistica

“La conferenza di servizi, preso atto del parere paesaggistico reso dal servizio compe- tente ai sensi di quanto previsto dall’art. 146 del D.Lgs. 42/2004, fermo restando il rila- scio del parere vincolante della Sopraintendenza belle arti e paesaggio, esprime parere favorevole in merito all’approvazione della variante al progetto generale operativo di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl Cave del Predil in comune di Tarvisio presentato dal Commissario straordinario per gli interventi di recupero del comprensorio minerario di Cave del Predil, con la se- guente motivazione:“L’obiettivo finale enunciato nel progetto generale, quale quello di restituire il territorio al patrimonio naturale dell’abitato di Cave del Predil, diminuen- do drasticamente e definitivamente il rischio di contaminazione delle acque del rio del Lago e/o della falda da parte dei metalli pesanti presenti nei fanghi di lavorazione della miniera di Raibl, viene confermato anche nella presente soluzione di variante ed appare coerente con le complessive finalità di tutela paesaggistica. In tal senso le foto- simulazioni presenti nella relazione paesaggistica al punto 3.9 riassumono i trend di potenziale evoluzione vegetativa che interesseranno i bacini n.1 e n.2 una volta ricoper- ti ed inerbiti. Anche le modifiche introdotte alle opere idrauliche afferenti ai bacini di regimazione delle acque, ancorché paesaggisticamente impattanti, vengono positiva- mente valutate nel complessivo sforzo di riorganizzazione morfologica dell’area. Ri- mangono invariate le prescrizioni di cui al Decreto 2834/2014, relativo al progetto ge- nerale originario, e viene confermato il parere già espresso per l’intervento “prima fa- se, bacini 3-4” con Decreto 2952 del 09/10/2015”.

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 35 di 37 Atteso che con nota n. 35961 di data 19 novembre 2015 il Servizio tutela del paesaggio e biodiversità della Direzione centrale infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici, edilizia ha richiesto al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia l’espressione del parere vincolante di cui al comma 5 dell’art. 146 del D. Lgs 42/2004;

Considerato che nei tempi previsti dal comma 9 del già citato articolo 146 la Soprin- tendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia non ha espresso il proprio parere di competenza e che pertanto può essere rilasciata l’autorizzazione paesaggistica

5.2 Autorizzazione forestale

La conferenza di servizi ritiene di esprimere parere favorevole ai sensi di quanto stabilito dalla L.R. n. 9/2007, Artt. 42 e 47, fatti salvi i diritti di terzi e le competenze in materia di altri organi, restando impregiudicate le responsabilità per danni a chiunque derivati, con l'obbligo dell'osservanza delle leggi e regolamenti in vigore, in merito ai contenuti della variante al progetto generale degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl, in Comune Tarvisio con la seguente prescrizione:

- Nell’ambito degli interventi di ripristino ambientale, al fine di favorire una salda adesione della semente al terreno ed evitarne il dilavamento in caso di forti piogge, si prescrive di utilizzare il metodo dell’idrosemina con collanti, in particolare lungo le scarpate dei bacini;

La conferenza di servizi dà atto che l'autorità forestale si riserva la facoltà di prescrivere in qualsiasi momento opere integrative o intervenire per imporre tecniche e precauzioni rite- nute necessarie ad evitare qualsiasi danno al soprassuolo circostante, alla stabilità dei ter- reni ed al buon regime idrico delle acque.

5.3 Autorizzazione idraulica

La conferenza di servizi, ai sensi del regio decreto 25 luglio 1904, n. 523 e legge regionale 29 aprile 2015, n. 11, esprime parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione idraulica al progetto generale operativo di messa in sicurezza permanente dei bacini di sedimentazione delle scorie della miniera di Raibl Cave del Predil in oggetto ed al nuovo sistema di drenaggio delle acque, con la prescrizione, relativa al buon regime delle acque del rio del Lago, che vengano adottate attività di monitoraggio ed intervento per garantire la sezione idraulica del Rio del Lago a seguito di colate detritiche dal canalone Andrea che possono interessare il corso d’acqua.

(37)

Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 36 di 37 5.4 Conformità urbanistica

La conferenza di servizi, ai sensi della LR 19/2009, esprime parere favorevole al rilascio della conformità urbanistica

5.5 Autorizzazione FEC

La conferenza di servizi ritiene di esprimere parere favorevole alla concessione, a titolo gratuito, al Commissario straordinario per gli interventi di recupero del comprensorio minerario di Cave del Predil all’utilizzo dei terreni di proprietà del FEC ai fini del recupero ambientale in argomento fino al 31/12/2018. Al fine del rilascio dell’autorizzazione all’utilizzo di porzioni di proprietà FEC og- getto del recupero ambientale, la Ditta che sarà incaricata della realizzazione dei lavori dovrà, pri- ma dell’inizio degli stessi, al fine del rilascio del formale atto di autorizzazione, presentare all’UTB di Tarvisio istanza di concessione di servitù di passaggio e/o occupazione di cantiere, completa di planimetria a scala 1:5.000.

Udine li, 18 luglio 2017

dott. ing. Mario Causero

dott.geol. Fulvio Iadarola dott. for. Massimo Cainero

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Ing. Mario Causero – dott.geol. Fulvio Iadarola – dott.for. Massimo Cainero Pag. 37 di 37

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