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Insulta la maestra nel tema

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Academic year: 2022

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13-05-2020

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Mille euro di indennizzo per diffamazione

Insulta la maestra nel tema

Genitori condannati a risarcirla

«Impazzita» e «sclerata»: così un bimbo di 5^ elementare ha descritto l'insegnante La docente porta mamma e papà in tribunale: «La responsabilità educativa è loro»

CATERINA MANIACI

Insultata, nero su bianco, in un tema scritto in classe. E dopo le sue rimostranze, accusata per contro di

«atteggiamenti persecutori» nei con- fronti dell'alunno dalla penna fero- ce. Neppure scuse decenti da parte dei genitori. No, non è possibile ingo- iare anche questa provocazione. Co- sì una maestra ha pensato di difen- dersi, e di difendere la propria digni- tà, rivolgendosi alla legge. Ora è arri- vata la sentenza: i genitori del bambi- no sono stati condannati a pagare mille euro di risarcimento darmi mo- rali, più le spese legali.

La vicenda, l'ennesima in cui un insegnante viene preso di mira, e raccontata dal Gazzettino, si svolge a Conegliano, in provincia di Trevi- so, proprio nel cuore di quella zona straordinaria riconosciuta patrimo- nio Unesco, ovvero le colline del pro- secco. In una scuola elementare, il 9 marzo 2017, la maestra detta il tema alla classe dal titolo "Lettera a un amico". Quando esamina i compiti per correggerli, rimane senza paro- le: uno dei suoi alunni ha preso a pretesto il tema per lasciarsi andare ad un vero e proprio sfogo contro l'insegnante. La definisce «sclerata»,

«fuori di testa», e racconta di essere stato preso in giro da lei, per via del suo peso. «Mentre stavo scendendo

le scale, mi ha detto che era meglio che rotolassi». Episodio non confer- mato da alcuna testimonianza, così come le accuse di attacchi e derisio- ni proprio da parte della maestra. I genitori, chiamati a dare spiegazio- ni, non si sono resi disponibili ad un confronto con la scuola. Un solo, la- conico biglietto, alla fine dell'anno scolastico, presentato dal ragazzino, un biglietto prestampato con la fra- se: «Mi scuso per quello che ho scrit- to nel tema».

Non poteva bastare. L'insegnante è andata avanti, dopo aver segnala- to il tema alla preside, si è rivolta ad un avvocato, ha sporto denuncia, e la cosa è finita davanti al Giudice di pace. La richiesta era di 5mila euro per la propria onorabilità lesa. A quel punto i genitori si sono difesi accusando a loro volta la maestra di aver innescato quella reazione spro- positata del loro figliolo avendolo messo a disagio per via del suo so- vrappeso.

Ma la sentenza, emessa il 4 mag- gio scorso, pur non avendo accolto del tutto la richiesta pecuniaria, rico- nosce il danno arrecato all'insegnan- te e «la responsabilità dei genitori per la condotta offensiva e denigrato- ria del figlio minore», come si legge nel testo. Esultano anche i rappre- sentanti sindacali della categoria dei docenti - in Italia poco rispettata e

sottopagata - come la Gilda degli in- segnanti di Treviso. La sua coordina- trice, Michela Gallina, spiega che questa sentenza dovrebbe essere let- ta come «un segnale che spinga alcu- ne famiglie a modificare gli atteggia- menti svalutativi». Il rammarico, sot- tolinea Gallina, «è che per ristabilire il rispetto dei ruoli e dell'autorità si sia dovuti ricorrere al giudice».

Maestri insultati, professori pic- chiati dai genitori e a volte dagli stes- si studenti, impossibilitati persino ad esprimere, com'è loro dovere e diritto, un giudizio sui loro allievi: il quadro della professione più delica- ta e cruciale presenta sempre più ombre. E il periodo della cosiddetta Dad, didattica a distanza, imposta a causa dalla pandemia in corso, non sembra migliorare la situazione. Co- me il verificarsi di nuove forme di cyber-bullismo, sempre nei confron- ti dei docenti, che spesso si vedono aggrediti in diretta, per così dire, da intrusi nelle video lezioni, che ap- punto intervengono con la complici- tà degli alunni della classe collegata.

Senza dimenticare i costi notevoli che questa didattica impone, a co- minciare dall'uso di computer, ta- blet, smartphone, stampanti. Come se fosse scontato che ogni insegnan- te a casa propria ne sia ovviamente dotato.

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