tavola
R.02
COMUNE DI TRIEI
UFFICIO TECNICO COMUNALE
VISTO RUP: Ing. Stefano Tuligi
Dr.ssa Anna Assunta Chironi
Il Sindaco
Geom. Matteo Muggianu
Ing. Stefano Tuligi
Progettista/Ufficio Tecnico
______________________ PROGETTO DEFINITIVO__________________________
P R OG ET TO: R e al iz za zi o n e d i u n ce n tr o d i r acco lt a co m u n al e ( e co ce n tr o )a s u p p o rt o d e lla r acco d if fe re n zi at a d e i r if iu ti u rb an i co n fo rm e m e n te a l D .M . A m b ie n te 0 8 .0 4 .2 0 0 8
RELAZIONE TRATTAMENTO ACQUE REFLUE
1 SOMMARIO
1 DESCRIZIONE DEL SITO E DELLE ATTIVITÀ SVOLTE ... 2
1.1 premessa ... 2
1.2 Localizzazione e descrizione del sito ... 2
1.3 Attività svolte nel centro di raccolta... 2
2 DESCRIZIONE DEGLI SCARICHI ... 3
2.1 Premessa ... 3
2.2 Stima della portata degli scarichi ... 3
2.3 Modalità di smaltimento delle acque reflue e dei fanghi prodotti ... 4
2.4 Localizzazione dei punti di scarico ... 4
2.5 Reti di raccolta acque reflue ... 5
3 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI TRATTAMENTO ACQUE REFLUE ... 6
3.1 Premessa ... 6
3.2 Trattamento acque meteoriche e lavaggio piazzali... 6
3.2.1 Dimensionamento impianto prima pioggia... 6
3.2.2 Processo depurativo impianto prima pioggia... 7
3.2.3 Impianto di sub-irrigazione drenata ... 9
2 1 DESCRIZIONE DEL SITO E DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
1.1 PREMESSA
La presente relazione è parte integrante e sostanziale del progetto definitivo per la “realizzazione di un centro di raccolta comunale per rifiuti urbani nel Comune di Triei, con l’obiettivo di fornire una descrizione del sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue prodotte nell’ecocentro comunale di Triei.
Vista l’impossibilità di smaltire le acque reflue in fognatura, è necessario trattarle in loco con impianto dedicato. Lo scarico del refluo depurato sarà sul suolo, perché non sono presenti nelle vicinanze corpi idrici.
L’autorizzazione allo scarico sul suolo deve essere rilasciata dal settore acque della ex Provincia di Ogliastra.
Di seguito si descrivono sia le modalità di trattamento del refluo sia le modalità di scarico sul suolo.
1.2 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEL SITO
L’area in cui sarà realizzato l’ecocentro è situata nella parte orientale della Provincia Ogliastra, compresa nelle carte topografiche d’Italia in scala 1:25.000, foglio 517 - sezione III – Baunei. La stessa ricade all’esterno del centro abitato di Triei.
L’opera sarà realizzata in lotto di superficie pari a 11.000 mq, di proprietà comunale, localizzato in direzione Nord- Ovest rispetto al centro abitato. Si accede attraverso l’attuale strada comunale. L’area in oggetto si sviluppa su un terreno collinare.
L’area in oggetto si sviluppa su un terreno pianeggiante ed è individuata al C.T. del comune di Triei al foglio 1 mappale 45/p.
1.3 ATTIVITÀ SVOLTE NEL CENTRO DI RACCOLTA
Il centro di raccolta, progettato e autorizzato ai sensi del DM Ambiente 8 aprile 2008 e del DM Ambiente 13 maggio 2009, è costituito da un’area presidiata ed allestita ove si svolge unicamente attività di raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati elencati all’allegato I, paragrafo 4.2 del medesimo decreto, conferiti in maniera differenziata rispettivamente dalle utenze domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico, nonché dagli altri soggetti tenuti in base alle vigenti normative settoriali al ritiro di specifiche tipologie di rifiuti dalle utenze domestiche, tipo i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). I rifiuti speciali assimilabili ai rifiuti urbani, dovranno rispettare le tipologie e le quantità previste nell’apposito Regolamento comunale, redatto ai sensi dell’art. 198, c. 2, del D.Lgs n. 152/2006.
Di seguito si descrivono le attività che si svolgono nella struttura in esame, costituita da una singola area funzionale, a servizio sia dell’utenza domestica e non domestica sia del soggetto gestore del servizio pubblico di raccolta.
3
Il centro di raccolta è deputato ad accogliere le tipologie di rifiuti indicate nel DM Ambiente 8 aprile 2008, secondo le modalità previste nel regolamento di gestione dello stesso. I rifiuti tipo carta/cartone, plastica, vetro, barattolame, umido, ingombranti di tipo ferroso, plastico, legnoso, ecc, vengono stoccati all’interno di cassoni scarrabili da 15-25 mc. Allo stesso modo si prevede di stoccare i rifiuti inerti derivanti da piccole demolizioni. Non appena raggiunto il carico utile si provvede all’avvio a smaltimento o recupero dei rifiuti menzionati. Riguardo alcuni rifiuti particolari, tipo, gli oli di frittura, le cartucce di toner esauste, le lampade al neon, i rifiuti T e/o F, si prevede lo stoccaggio in contenitori dedicati ubicati in un’area coperta, dotata di pozzetto a tenuta.
2 DESCRIZIONE DEGLI SCARICHI
2.1 PREMESSA
Nell’impianto in oggetto vengono prodotte le seguenti tipologie di acque reflue:
acque reflue provenienti dai servizi igienici annessi al locale ufficio;
acque di lavaggio dei piazzali;
acque meteoriche di prima pioggia;
acque meteoriche di seconda pioggia;
acque meteoriche provenienti dalle superfici coperte;
Ai sensi degli artt. 74 e 113 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. si possono identificare due tipologie di reflui da trattare:
acque reflue domestiche (proveniente dal servizio igienico);
acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle arre esterne (provenienti dalle superfici impermeabili scoperte).
Le acque reflue domestiche vengono temporaneamente stoccate in una vasca a tenuta stagna e periodicamente smaltite in impianto autorizzato.
Le acque di prima pioggia vengono preventivamente trattate con un impianto dedicato e successivamente scaricate sul suolo per mezzo di condotta disperdente.
2.2 STIMA DELLA PORTATA DEGLI SCARICHI
L’approvvigionamento idrico del centro di raccolta è garantito dalla rete idrica gestita da abbanoa, che alimenta i servizi igienici presenti nel locale ufficio e i punti idrici utilizzati per il lavaggio dei piazzali.
Stima portata acque reflue domestiche - Tenuto conto che il numero previsto di addetti è pari a una unità lavorativa, che il consumo idrico procapite è pari a 20 lt/giorno, che le giornate di apertura dell’ecocentro sono circa 250 all’anno, si stima un consumo medio annuo d’acqua pari a 5 m³. Considerando un coefficiente di afflusso alla vasca di accumulo pari a 1, si stima una quantità di refluo da smaltire pari a 5 m³/anno.
4
Stima consumo acque lavaggio piazzali - Il consumo delle acque utilizzate per il lavaggio occasionale dei piazzali è stimato in 0,2 m³/giorno, per un consumo annuo pari a 50 m³.
Riguardo la stima della portata delle acque meteoriche di prima pioggia si fanno le seguenti considerazioni.
La normativa regionale sulla disciplina degli scarichi di acque reflue (art. 2, lettera b, Deliberazione N.
69/25 del 10.12.2008), definisce “acque meteoriche di prima pioggia” le acque corrispondenti, per ogni evento meteorico, ad una precipitazione di cinque millimetri uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante; ai fini del calcolo delle portate si stabilisce inoltre che tale valore si verifichi in quindici minuti.
Tenendo conto che la superficie scolante dell’ecocentro è pari a 920 m², il volume d’acqua da trattare è pari a: 920 m² x 5 lt = 4600 lt. La vasca di raccolta delle acque meteoriche, in progetto, di volume pari a 5.000 lt, risulta dunque di dimensioni adatte rispetto alle dimensioni dell’insediamento, anche in funzione del contenimento delle acque di lavaggio dei piazzali.
Per il calcolo della portata annua dello scarico si fanno le seguenti considerazioni:
il numero medio annuo di eventi meteorici della zona è pari a 110-120 (dati Arpas Sardegna 2012- 2013);
si devono raccogliere le acque di prima pioggia almeno ogni 3 giorni (72 ore);
il numero annuo di eventi meteorici da trattare può essere stimato in 60 unità;
il volume d’acqua raccolto per evento meteorico è pari a 6.000 lt;
si ha una portata media annua di refluo da trattare pari a 60 eventi x 6.000 lt= 360.000 lt (360 m³).
Lo scarico delle acque di prima pioggia avrà una portata annua pari a 360 m³. Lo scarico è di tipo discontinuo.
2.3 MODALITÀ DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE E DEI FANGHI PRODOTTI
Le acque reflue domestiche vengono scaricate tal quali nella vasca di accumulo prefabbricata in calcestruzzo armato. Periodicamente si dovrà provvedere allo svuotamento della vasca per mezzo di autospurgo e allo smaltimento dei reflui in impianto autorizzato.
Le acque di prima pioggia, preliminarmente trattate dalla linea di depurazione descritta al par. 3.2.2., vengono scaricate nell’area verde dell’ecocentro, per mezzo di condotta disperdente. La parte eccedente le acque di prima pioggia, cosiddette “acque di 2° pioggia”, vengono anch’esse scaricate nell’area verde.
I fanghi che si accumulano nella vasca di prima pioggia vengono periodicamente asportati per mezzo di autospurgo e smaltiti in impianto dedicato.
2.4 LOCALIZZAZIONE DEI PUNTI DI SCARICO
5
La posizione del pozzetto di prelievo e ispezione dell’impianto di prima pioggia è identificata dalle seguenti coordinate geografiche:
latitudine: 40° 2’5.72"N
longitudine: 9° 37'22.25"E
2.5 RETI DI RACCOLTA ACQUE REFLUE
La struttura in progetto è dotata di due linee di raccolta separate:
rete di raccolta e collettamento delle acque reflue provenienti dai servizi igienici;
rete di raccolta delle acque meteoriche e di lavaggio dei piazzali;
La rete di raccolta delle acque reflue provenienti dal servizio igienico è costituita da una tubazioni in PVC sn (serie normale) di diametro minimo pari a 125 mm, che conduce le stesse ad una vasca prefabbricata in calcestruzzo di volume pari a 10.000 lt.
La rete di raccolta delle acque meteoriche e di lavaggio dei piazzali è costituita da:
caditoia in cls con griglia in alluminio e/o in ghisa che consente di evitare gli intasamenti e gli elevati carichi di punta d’immissione nell’impianto di trattamento.
tubazioni in PVC tipo pesante, del diametro di 200 mm, che conducono i reflui all’impianto di trattamento dedicato.
Il piazzale è completamente pavimentato con una soletta in cls armato e sagomata al fine di ricavare tutte le confluenze necessarie ad un ottimale controllo del deflusso delle acque piovane e di lavaggio.
6
3 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI TRATTAMENTO ACQUE REFLUE
3.1 PREMESSA
Le acque di prima pioggia e di lavaggio dei piazzali vengono depurate con una linea di trattamento composta da: vasca di prima pioggia – disoleatore – pozzetto raccolta oli -pozzetto di ispezione e prelievo – condotta disperdente. A condizione che l’impianto messo in opera abbia le sezioni impiantistiche precedentemente descritte e la funzionalità descritta nel seguito, può essere realizzato con i diversi materiali che il mercato propone, salvo nulla osta del direttore dei lavori.
La linea di trattamento enunciata, meglio descritta al paragrafo 3.2.2., è progettata e dimensionata per rispettare i limiti di scarico previsti dalla tabella 4 (scarico sul suolo) dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs 152/2006.
Lo scarico sul suolo avviene per mezzo di condotta disperdente, la quale deve essere realizzata secondo quanto previsto dalla delibera CITAI del 4 febbraio 1977.
Le scelte progettuali sono state adottate nel rispetto degli artt. 101-103-113 del D.Lgs 152/2006 e della delibera di G.R. n° 69/25 del 10/12/2008 della Regione Autonoma della Sardegna.
3.2 TRATTAMENTO ACQUE METEORICHE E LAVAGGIO PIAZZALI
3.2.1 DIMENSIONAMENTO IMPIANTO PRIMA PIOGGIA
Come visto in precedenza, la normativa in vigore sulle acque reflue, obbliga il contenimento dei primi 15 minuti di evento meteorico che statisticamente equivalgono a circa 5 mm di refluo (5 litri per mq).
Trascorse 48 ore dall’evento, inizierà lo smaltimento in pubblica fognatura delle acque depurate da solidi sospesi e da sostanze oleose. L’intervallo di tempo sopra descritto è quello che permette una buona sedimentazione del refluo nelle sue componenti. La sedimentazione avverrà in parte all’interno della vasca di prima pioggia e ciò permetterà alle sabbie di decantare sul fondo, mentre gli oli flotteranno verso l’alto. In assenza di oli in emulsione (trattabili solo con un sistema specifico es. chimico/fisico) si ottiene, all’interno della vasca per il trattamento delle acque di prima pioggia, una separazione più che sufficiente per via fisica, permettendo la chiarificazione dei reflui derivanti dall’evento meteorico, con il contenimento degli oli e delle sabbie.
Ai fini del dimensionamento della vasca di prima pioggia viene presa in considerazione una superficie scolante pari a 920 m². Il volume d’acqua da trattare è pari a: 920 m² x 5 lt = 4.600 lt.
La vasca di raccolta delle acque meteoriche in progetto, di volume pari a 5.000 lt, risulta dunque di dimensioni adatte rispetto alle dimensioni dell’insediamento, anche in funzione del contenimento delle acque di lavaggio dei piazzali.
7
3.2.2 PROCESSO DEPURATIVO IMPIANTO PRIMA PIOGGIA Lo schema di processo è il seguente:
Separazione delle acque di prima pioggia e sfioro delle acque successive;
Accumulo delle acque di prima pioggia;
Decantazione delle sabbie e del materiale sedimentale;
Flottazione delle sostanze leggere;
Rilancio delle acque di prima pioggia;
Ulteriore sedimentazione delle sabbie e separazione degli oli;
Ulteriore separazione degli idrocarburi e oli;
Scarico su rete pubblica fognaria.
Tale impianto permette la separazione dall’acqua delle sostanze inquinanti caratteristiche di uno scarico di questo tipo, come oli minerali, idrocarburi leggeri, sabbie e terricci.
Le acque meteoriche provenienti dalle superfici scolanti, transitano in un pozzetto di raccolta, posizionato in testa all’impianto, entrano nella vasca di prima pioggia (si veda la figura a fianco), dove subiscono un primo trattamento di disoleazione. La scatola paraolio (posta in corrispondenza delle tubazioni ingresso ed uscita) farà in modo che una volta raggiunto il livello di massima, sia cortocircuitato l’ingresso con l’uscita. In tal modo si eviterà la fuoriuscita dell’olio e degli idrocarburi accumulati. Il refluo accumulato staziona per 48 ore nella vasca di prima pioggia, dove sedimentano verso il basso le sabbie e migrano verso la superficie gli oli.
Trascorse le 48 ore, la pompa sommersa svuoterà la vasca di prima pioggia fino al livello di minima del galleggiante. La pompa sommersa è posta a circa 30 cm dal fondo della vasca, a garanzia del processo di “sedimentazione-disoleazione” e di scarico delle acque chiarificate.
Ogni eventuale malfunzionamento della pompa deve essere segnalato con apposita spia posizionata sul quadro elettrico. In tal modo verranno estratte solo le acque, mentre la frazione oleosa e le sabbie rimarranno all’interno della vasca di prima pioggia e saranno smaltite in fasi successive con l’impiego di mezzi adatti, prima che rientrino nel volume di lavoro della pompa sommersa.
Appena i reflui dal piazzale inizieranno a riempire la vasca di prima pioggia, il galleggiante elettrico nella sua posizione di minima si porterà man mano verso l'alto, consentendo l’avvio del timer, per conteggiare le 48 ore. La pulizia della vasca non dovrà essere necessariamente eseguita al termine di ogni processo, ma quando il livello dei sedimenti sul fondo arriva a 15-20 cm.
8
Dalla vasca di prima pioggia i reflui vengono inviati, per mezzo di pompa sommersa, al disoleatore dotato di filtri a coalescenza (si veda la figura sottostante), dove avviene un’ulteriore separazione degli oli
presenti.
La separazione della frazione oleosa avviene sfruttando le differenze di peso specifico e la coalescenza. Questo fenomeno sfrutta la diversa tensione superficiale degli oli rispetto all'acqua. L’elevata superficie del pacco lamellare aumenta notevolmente l'aggregazione superficiale delle particelle d'olio. Il rendimento viene amplificato dal fatto che il pacco lamellare lavora in controcorrente (si vedano le figura a fianco sx).
Gli oli vengono in gran parte flottati nel comparto d'ingresso. Deve essere presente una valvola telescopica che regoli il battente di fuoriuscita degli oli che verranno accumulati in un idoneo contenitore separato. La manutenzione dovrà risultare di semplice esecuzione, con controllo settimanale dei livelli raggiunti dai fanghi e dagli oli e con periodica estrazione, mediante autospurgo, dei fanghi accumulatisi sul fondo vasca ed asporto di oli e grassi dalla vasca di raccolta.
Le acque di prima pioggia, dopo apposito trattamento di sedimentazione e disoleazione, transitano in un pozzetto di ispezione e prelievo e successivamente, per mezzo di condotta disperdente, vengono scaricate sul suolo.
Si riporta uno schema tipologico del pozzetto di ispezione e prelievo che dovrà completare la linea di depurazione descritta.
9 3.2.3 IMPIANTO DI SUB-IRRIGAZIONE DRENATA
L’impianto di depurazione precedentemente descritto garantisce un refluo allo scarico che rispetta i limiti imposti dalla tabella 4 dell’allegato 5 alla parte III del D.Lgs 152/2006. Pertanto l’installazione dell’impianto di sub-irrigazione migliora ulteriormente la depurazione del refluo che viene sversato sul suolo.
Tale sistema viene indicato come trattamento appropriato dalla delibera CITAI del 4 febbraio 1977, a condizione che il terreno sia impermeabile o venga reso impermeabile. Nel caso in esame ci troviamo in presenza di un terreno composto da materiale leggero di riporto.
L’impianto di subirrigazione ha le seguenti caratteristiche tecniche:
le tubazioni di subirrigazione sono realizzate con tubi forati in PVC SN con diametro di 100 mm, messi in opera con pendenza minore o uguale a 0,5%;
le tubazioni sono poste in opera ad interasse minimo di 2,5 m;
la condotta disperdente è posta in trincea ad una profondità di 60-80 cm dentro uno strato di pietrisco di granulometria opportuna che occupa 2/3 inferiori della trincea stessa. Per impedire l’intasamento della parte superiore della massa ghiaiosa, questa sarà protetta con uno strato di tessuto non tessuto;
la parte superiore della trincea è riempita con terra di riporto, al di sopra della quale non sarà realizzato alcun getto di calcestruzzo. La zona soprastante l’impianto di subirrigazione è destinata a verde;
per terreno composto da materiale leggero di riporto la lunghezza della condotta deve essere per norma pari a 2 m per abitante equivalente.
Sarà realizzata una condotta disperdente della lunghezza minima pari a 10 m lineari.