• Non ci sono risultati.

Obiettivo: zero rifiuti DOSSIER. SU focusjunior.it SCOPRITE COME VIENE PRODOTTA E SMALTITA LA PLASTICA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Obiettivo: zero rifiuti DOSSIER. SU focusjunior.it SCOPRITE COME VIENE PRODOTTA E SMALTITA LA PLASTICA"

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

Obiettivo:

zero rifiuti

SU focusjunior.it SCOPRITE COME VIENE PRODOTTA E SMALTITA LA PLASTICA

 UN MARE DA INCUBO. Nei nostri mari, per fortuna, non si nuota in queste condizioni. Nelle Piccole Isole della Sonda (Indonesia), invece, masse di rifiuti di plastica galleggiano a pochi metri da riva.

Testi di Marta Ferrario e Livia Marin

Minden Pictures/Getty Images

DOSSIER

(2)

J

érémie Pichon, Bénédicte Moret e i loro due figli Dia e Mali sono una fa- miglia francese molto speciale, sono la “famiglia zero rifiuti (o quasi)”: nel 2014 hanno infatti deciso di cambiare le loro abi- tudini e sono riusciti a ridurre del 91% i loro rifiuti domestici e così dai quasi 400 chili all’anno che producevano sono scesi a 35.

Come hanno fatto? Nel loro libro che si intitola proprio “La famiglia zero rifiuti”, lo spiegano con tanti esempi: hanno iniziato a

consumare meno e in modo più consapevo- le, cioè a comprare soltanto le cose neces- sarie (regola valida non solo per il cibo, ma anche per gli abiti, gli oggetti per la casa, i giocattoli, ecc.) e a eliminare gli imballaggi dalla loro vita, come i sacchetti della spesa, le pellicole con cui è avvolto il cibo, le con- fezioni ingombranti di giocattoli, apparecchi elettronici, ecc. che poi finiscono inevitabil- mente... nella spazzatura.

Se tutti seguissimo il loro esempio, la

Ne produciamo tantissimi

e la maggior parte (soprattutto rifiuti in plastica) finisce in mare.

Ma siamo ancora in tempo per provare a rimediare

REALTÀ AUMENTATA

Prendete il vostro smartphone e inquadrate

questa pagina con l’app di Focus Junior.

Istruzioni a pag. 4.

(3)

L’HOTEL DI “SECONDA MANO”. I rifiuti sono il problema principale dei nostri mari e gli oceani rischiano di diventare giganteschi contenitori di spazzatura?

E allora anche le nostre vacanze saranno un incubo!

Per questo l’artista tedesco Ha Schult ha realizzato nel centro di Madrid il Beach Garbage Hotel (foto), un albergo costruito e arredato con rifiuti recuperati. Sulle pareti oggetti in plastica (rotti), strumenti musicali, calzini e pneumatici, per terra tappeti persiani (strappati) e, per illuminare, lampioni recuperati dalla strada. L’originale hotel, con sole cinque stanze, è stato realizzato per una fiera del turismo, e poi demolito.

VACANZA... RICICLATA!

Terra non sarebbe così inquinata! «La popolazione mondiale è in crescita costante e con lei i rifiuti. Negli Stati Uniti, per esem- pio, vengono prodotte ogni anno circa 251 milioni di tonnellate di rifiuti e in Italia, se- condo gli ultimi dati del 2016, più di 30 milio- ni. La maggior parte è plastica, che causa enormi danni ai mari e agli oceani» dice Giu- seppe Ungherese, responsabile della cam- pagna inquinamento di Greenpeace Italia.

Inoltre la popolazione mondiale distrug- ge le risorse naturali della Terra a gran velocità: «Consumiamo molto più di quanto il nostro pianeta sia in grado di offrirci» con- tinua Ungherese. «E così, ben prima della fine dell’anno, abbiamo già... divorato tutte le risorse che la Natura ricrea ogni 12 mesi.

 LA FAMIGLIA ZERO RIFIUTI. Jérémie, la compagna Bénédicte e i loro due figli si impegnano, in Francia, a vivere (bene) producendo la minor quantità possibile di rifiuti: in quattro anni l’hanno ridotta di oltre il 90%.

rémie Pichon, Bénédicte Moret

IL RECORD DELLA FAMIGLIA ZERO RIFIUTI

DA 400 A 35 KG

DI SPAZZATURA IN UN ANNO

Efe/IPA

(4)

Alluminio e acciaio possono essere riciclati infinite volte,

per ricreare prodotti della

stessa qualità Questo drammatico momento si chiama

Earth Overshoot Day (cioè giorno del sovra- sfruttamento): quest’anno è scattato il 1°

d’agosto, un giorno prima rispetto al 2017».

Questo significa che dal 2 di agosto stiamo consumando risorse che la Terra non riusci- rà più a ricreare: aria e acqua pulite, anima- li, piante e verde, cioè tutto quello che con- sente all’uomo di vivere bene e in salute!

Ognuno di noi ha un’idea dei rifiuti che produce ogni giorno: gli scarti di cibo, le confezioni, le bottiglie e le lattine. E poi i prodotti usa-e-getta in plastica (molto più pratici ma più inquinanti di quelli riutilizza- bili), gli oggetti elettronici rotti, eccetera. Ma forse non ci rendiamo conto che in Italia in un anno produciamo in media 497 chili di

UNA BARRIERA RIVOLUZIONARIA. The Ocean Cleanup è il più ambizioso progetto mondiale di pulizia marina. È nato dalla tenacia di Boyan Slat (nella foto), giovane olandese di 24 anni che, cinque anni fa, ha sospeso i suoi studi in ingegneria aerospaziale per dedicarsi a ripulire gli oceani dalla plastica. Per farlo ha ideato una “barriera” che, sfruttando le correnti oceaniche, raccoglie i rifiuti plastici galleggianti.

L’organizzazione ha raccolto fondi attraverso la Rete e ora sta per inaugurare la prima barriera “mangia plastica”, montata proprio in queste settimane al largo nell’oceano Pacifico.

IL PULITORE DEGLI OCEANI

spazzatura a testa (dati Ispra 2017)! E soltanto al- cuni di questi scarti vengo-

no smaltiti in modo corretto o trasformati in altri oggetti. È il caso del vetro e dell’allumi- nio che, se recuperati, possono diventare nuovi contenitori (ma non gratis: riciclare costa!); e dei rifiuti organici (quelli raccolti come “umido” in molte città) che diventano biogas o compost che è un fertilizzante na- turale. Anche la plastica si può riciclare, ma è un destino che riguarda appena il 10% di quella prodotta, il 90% finisce infatti nell’am- biente. Nella sola area della città di Los An- geles (Usa), per esempio, ogni giorno fini- scono nell’oceano Pacifico 10 tonnellate di buste, bottiglie e cannucce di plastica. «Da- gli Anni 50 del secolo scorso a oggi sono

 INGANNO.

Nelle acque del Portogallo una noce di mare (che sembra una medusa, ma è uno ctenoforo) ha ingoiato un cotton fioc: questi oggetti, se buttati nel wc, superano i sistemi di filtraggio e finiscono spesso in mare, dove vengono scambiati per cibo e ingeriti dagli animali.

YURI VAN GEENEN/The Ocean Cleanup

NHPA/PHOTOSHOT/SINTESI

DOSSIER

(5)

stati prodotti circa 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, e ogni an- no se ne produce di più» spiega Ungherese. «Si è calcolato che

ogni minuto, per 365 giorni l’anno, finisce in mare l’equivalente di un camion pieno di pla- stica: una vera catastrofe!».

Perché è una catastrofe? Lo spiega Vin- cenzo Piemonte, docente all’Università Campus Bio-Medico di Roma: «La plastica usata nei prodotti commerciali contiene so- stanze riempitive, dette “filler”, che possono essere metalli o altri materiali inquinanti.

Quando la plastica si deteriora, queste so- stanze si disperdono nell’ambiente e lo inqui- nano». E c’è un flagello ancora più grave: le microplastiche, cioè i minuscoli frammenti (circa 300 micròmetri, cioè milionesimi di me- tro) che si staccano dai prodotti o dalla plasti- ca degradata. «Spesso vediamo immagini di animali marini assediati dalla plastica, che li

soffoca o li danneggia» continua Piemonte. «Per loro è una tragedia, ma anche per noi uomini: circa il 20 percento del pesce che mangiamo, infatti, contiene pic- coli frammenti di plastica, che provoca con- seguenze molto serie sulla nostra salute».

Fortunatamente i governi stanno inizian- do a fare qualcosa per risolvere almeno questo problema: negli Stati Uniti, per esempio, è già scattato il divieto di aggiun- gere minuscole sfere di plastica nei prodot- ti cosmetici e nei dentifrici. L’Unione Euro- pea, invece, ha da poco stabilito di vietare l’utilizzo di oggetti di plastica “usa e getta”, come piatti, cannucce, cotton fioc, ecc., entro il 2021. Ma anche le aziende e i supermerca- ti dovranno fare la loro parte, riducendo in modo drastico i contenitori e le pellicole di plastica dei prodotti in vendita.

 PLASTICOSA. Flipflopi è una barca kenyota fatta in plastica riciclata.

Questa è un prototipo: quella vera, lunga 20 metri, navigherà per 5.250 km da Lamu (Kenya) a Cape Town (Sudafrica).

FLIP FLOP UTILIZZATE PER LO SCAFO

PIÙ DI 200 MILA

Alamy/IPA

Per creare plastica riciclata basta il 12%

dell’energia che serve

a creare della plastica

nuova

(6)

E noi, che cosa possiamo fare per contri- buire ad arginare il problema? L’esempio della famiglia “zero rifiuti” di cui abbiamo parlato è sicuramente da seguire, ma per cominciare può essere utile adottare, nella vita quotidiana, la regola delle “quattro R”:

cioè ridurre (i prodotti che consumiamo), ri- utilizzare (per esempio, non buttare i giocat- toli rotti, ma ripararli), riciclare (cioè smal- tire i rifiuti attraverso la raccolta differenzia- ta) e recuperare (non cambiare zainetto, ma tenere quello dell’anno prima).

Altre idee? «Al supermercato portiamo buste per la spesa riutilizzabili, in stoffa»

aggiunge il responsabile di Greenpeace «e alle feste, usiamo piatti in ceramica e bic- chieri in vetro, lavabili e riutilizzabili. A

 UN ESAME ACCURATO Ricercatori nel laboratorio del progetto Ocean Cleanup (vedi pag. 29) raccolgono ed esaminano il tipo e la quantità di microrifiuti di plastica dispersi

in un campione di acqua marina.

 PONTE GALLEGGIANTE. Nel 2016, sul Lago d’Iseo (Bs), l’artista americano (di origini bulgare) Christo ha costruito un’isola temporanea fatta di 220mila blocchi di plastica ricoperti di tela arancione.

“CACCIATORI” DI PLASTICA. Anche il nostro Paese fa la sua parte: è notizia recente quella dei giovani ricercatori italiani al lavoro per aiutare il mondo a combattere l’inquinamento da plastica.

Per esempio Marcello Calisti (sopra), ricercatore della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha inventato un robot che, ispirandosi ai movimenti del granchio, possa raggiungere i fondali marini a grandi profondità e ripulirli dalla plastica. Cristina Panti (foto sotto), invece, lavora per il progetto europeo Plastic Busters e si occupa di raccogliere dati sull’inquinamento e farli conoscere a uomini politici e amministratori pubblici per

metterli di fronte alle proprie responsabilità. Sia Cristina sia Marcello hanno come obiettivo il far capire a tutti che il mondo è in pericolo e che, per salvarlo, si deve agire subito.

MENO RIFIUTI PER UN MONDO MIGLIORE

Mariollorca.com

AGF-FOTO

Ocean plastic Research Lab and SeaLife Impact Images Marcello Calisti

DOSSIER

(7)

DA +8.000 A -10.000 METRI. L’inquinamento dovuto ai rifiuti è un problema globale, talmente diffuso che l’immondizia si trova nei posti più impensabili. Per esempio sulla vetta dell’Everest, la montagna più alta del mondo: qui si trovano tende, bombole di ossigeno vuote (foto), scale, lattine, coperte e perfino avanzi di cibo!

Per questo nel 2014 il governo nepalese ha stabilito per legge che ogni scalatore deve riportare a valle con sé almeno otto chili di spazzatura, propria o raccolta. I rifiuti sono un problema non solo sul tetto del mondo, ma anche... dalla parte opposta: buste di plastica e crostacei contaminati sono stati trovati anche nella Fossa delle Marianne, a 10mila metri di profondità.

UNA MONTAGNA DI RIFIUTI

scuola portiamo una borraccia per l’ac- qua, invece delle bottiglie in plastica. E poi diciamo basta alle cannucce, che non pos- sono essere riciclate e sono tra i primi cin- que rifiuti raccolti sulle spiagge».

Un’altra cosa utile (e divertente) è diven- tare “detective dei rifiuti” grazie al Greenpe- ace Plastic Radar (plasticradar.greenpeace.

it). Basta fotografare i rifiuti di plastica e con-

 TUTTI PER UNO. Se ciascuno di noi raccogliesse dai boschi e dalle spiagge almeno tre rifiuti di plastica al giorno e li smaltisse correttamente, in poco tempo i luoghi delle nostre vacanze sarebbero molto più belli e sani.

plastica La gettata via

ogni anno, trasformata in

filo, farebbe quattro volte

il giro della Terra UNA BOTTIGLIA DI PLASTICA

PER DECOMPORSI IMPIEGA

100 ANNI

AFP/Getty Images

AGF-FOTO

dividerne foto e po- sizione al numero 3423711267 di WhatsApp. Poi, naturalmente, il ri-

fiuto va raccolto e messo nei cestini per la raccolta differenziata. Esiste già, per fortuna, anche una plastica “buona”, realizzata con materiali naturali e quindi biodegradabile (si decompone facilmente nell’ambiente, quindi non inquina): provate a farla con le istruzioni della pagina qui accanto!

DOSSIER

Riferimenti

Documenti correlati