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INTRODUZIONE
Quotidianamente i mass-media ci travolgono di notizie che mostrano come la società del XXI° secolo stia andando a rotoli. Mali che pensavamo aver debellato in passato (razzismo, intolleranza religiosa,..) fanno da cornice ad una situazione preoccupante da tempo (povertà, degrado ambientale,..), ulteriormente aggravata dalla recente crisi economico-finanziaria. La responsabilità sociale delle imprese può essere vista come un utile strumento per uscire dalla crisi, in quanto riscopre valori (onestà, rispetto della vita, solidarietà,..) che sembravano persi a causa dell’affermarsi di una logica prettamente materialista e di breve periodo diffusasi a seguito dello straordinario sviluppo economico e sociale della seconda metà del XX secolo.
La Responsabilità Sociale d’Impresa (più comunemente nota come “Corporate Social Responsibility”) è un tema che, a lungo, è stato al centro di un profondo dibattito nel mondo accademico. Dibattito che ancora oggi non sembra essere giunto a conclusione.
Nonostante, per molti aspetti, la storia abbia dimostrato l’infondatezza della tesi contraria al riconoscimento di una qualche forma di responsabilità sociale alle imprese diversa dal solo perseguimento del massimo profitto per gli azionisti, tutt’oggi sono poche le realtà economiche che effettivamente hanno modificato la propria mentalità e deciso di adottare un orientamento CSR. Alla base di questo atteggiamento troviamo una cultura imprenditoriale miope e tradizionalista difficile da debellare, che non riesce a comprendere il forte potenziale sotteso all’adozione di un comportamento socialmente responsabile, in grado di coniugare l’interesse legittimo del soggetto economico con quello degli altri portatori di interessi che si muovono dentro e fuori l’organizzazione.
È solo a fronte dell’acuirsi dei grandi mali sociali (es: povertà, disuguaglianza,
degrado ambientale,..), e sotto le pressioni esercitate da organismi internazionali
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come l’ONU, che i Paesi hanno compreso l’importanza vitale del promuovere la diffusione della CSR nel mondo imprenditoriale. Essa costituisce un indispensabile strumento in grado di realizzare uno sviluppo sostenibile; cioè uno sviluppo non solo economico, ma anche sociale ed ambientale in grado di perdurare nel tempo. A tal fine, negli anni, sono state promosse a livello internazionale e nazionale diverse iniziative di avvicinamento a questa tematica, si pensi: al “Global compact” dell’ONU del 1999, al “Libro Verde” della Commissione Europea del 2001 oppure al “progetto CSR-SC” del Governo italiano del 2002.
Un ruolo fondamentale nella promozione, presso le imprese soprattutto di piccole e medie dimensioni, di un atteggiamento socialmente responsabile è svolto dalla finanza etica che riscopre il ruolo “originale e benefico” del denaro (sostenere l’economia reale) e lo lega ad una finalità etica. Infatti gli istituti finanziari, convogliando il risparmio precedentemente raccolto verso imprese che dimostrano la propria eticità, possono indurre un numero crescente di operatori economici ad adottare un orientamento CSR. Ovviamente, affinché ciò sia possibile, è necessario che la stessa banca muti la propria mentalità e faccia propria la CSR. Solo così il “sogno” di uno sviluppo sostenibile, reso ancor più urgente dalla recente crisi economico-finanziaria, potrà finalmente diventare realtà.
Sulla base di questa speranza, mantenendo i piedi ben saldi alla realtà circostante, ci accingiamo ad affrontare in questa breve trattazione, composta da cinque capitoli, il tema della Corporate Social Responsibility.
Nel capitolo 1 si parlerà della realtà circostante, in particolare della globalizzazione, e verranno indagati i fattori che hanno determinato l’emersione
“dal basso” della domanda di una maggiore responsabilità da parte delle imprese.
Nel capitolo 2 verrà analizzato il rapporto esistente tra etica ed economia,
confutando la tesi dell’amoralità del business sostenuta dal tradizionale pensiero
liberista.
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