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Santuario di Santa Maria della Stella a Fosciandora (Lucca)

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Academic year: 2021

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Ingegneria Civile, Edile - Vecchio Ordinamento

Tesi di Laurea

Riqualificazione dell'area del

Santuario di Santa Maria della Stella a Fosciandora (Lucca)

Candidato Relatori

Emanuele Lotti Prof. Ing. Giampaolo Munafò

Prof. Ing. Mauro Sassu

Dott. Ing. Elisa Bonannini

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Sommario

Il Santuario di Santa Maria della Stella sito in località Migliano, comune di Fosciandora (Lu), è da secoli un punto di riferimento spirituale per gli abitanti della zona e la Garfagnana in generale. Dopo i fasti del primo novecento, oggi il complesso del Santuario, e in particolare l’annesso edificio del Collegio, versa in uno stato di degrado e parziale abbandono.

La presente tesi di laurea affronta il compito di riqualificare l’intera area del Santuario, prendendo spunto dall’intenzione che ha l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, attuale proprietario del complesso, di “modernizzarlo”, trasformando l’edificio del Collegio in una struttura ricettiva idonea ad accogliere religiosi e fedeli in visita al complesso.

Considerando che Migliano è in zona a medio-alta sismicità, come primo passo si è intervenuti sulla parte strutturale dell’edificio del Collegio, molto carente da questo punto di vista. Attraverso interventi mirati di rinforzo, si è riusciti ad adeguare l’edificio, rendendolo idoneo anche alla nuova destinazione d’uso. Un modesto ampliamento ha poi permesso di ottimizzare sia i collegamenti verticali fra i vari piani che quelli fra zone esterne ed interne.

Alla luce della nuova destinazione d’uso sono stati ottimizzati gli ambienti ed i percorsi interni, adattandoli alle necessità delle strutture ricettive. In questa fase, particolare attenzione è stata dedicata a rendere accessibile ogni ambiente, interno ed esterno, nonostante le complicazioni causate dalla morfologia del luogo. Gli spazi e i percorsi esterni sono stati pensati in maniera da far coesistere ambienti più tranquilli e meditativi con altri dedicati più al relax e al divertimento.

Infine, uno fra gli obiettivi principali della tesi è stato quello di ottenere un intervento ad alta sostenibilità energetico-ambientale. Questo aspetto è stato il filo conduttore che ha collegato ogni scelta progettuale fatta, da quelle architettoniche, a quelle sui materiali, fino a quelle sugli impianti. Per ottenere una misura della sostenibilità si sono seguite le linee guida della Regione Toscana, ispirate al protocollo I.T.A.C.A.1.

1 Acronimo di Istituto per la Trasparenza, l’Aggiornamento e la Certificazione degli Appalti

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(5)

Indice

Sommario ...3

Indice ...5

Obiettivi della tesi ... 11

1 - Inquadramento storico-geografico ... 13

1.1 - Inquadramento geografico ... 13

1.2 - Inquadramento storico ... 14

1.2.1 -Le origini ... 14

1.2.2 -Il Santuario nel XVIII secolo ... 15

1.2.3 -Il Santuario nel XIX secolo ... 16

1.2.4 -Il Santuario nel XX secolo ... 17

1.2.5 -Gli anni della Guerra ... 18

1.2.6 -Dalla ricostruzione ai giorni nostri ... 19

2 - Lo stato attuale ... 21

2.1 - Gli edifici del complesso del Santuario ... 22

2.1.1 -La Chiesa ... 22

2.1.2 -Il Campanile ... 23

2.1.3 -La Canonica ... 23

2.1.4 -La Sacrestia ... 24

2.1.5 -Il Collegio ... 24

2.1.6 -Il magazzino, il loggiato e gli altri locali ... 27

2.1.7 -Il campo da gioco ... 28

2.1.8 -Carenze funzionali riscontrate ... 29

2.2 - La situazione urbanistica ... 30

2.2.1 -Il Complesso del Santuario ... 33

2.2.2 -La chiesa, la canonica, la sacrestia e parte della Galleria ... 35

2.2.3 -Il Collegio e parte della Galleria ... 36

2.2.4 -Il campo da gioco ... 36

(6)

2.2.5 -Il giardino interno ... 36

2.2.6 -La piazza antistante la chiesa ... 38

2.2.7 -Il parco a verde esterno ... 39

2.3 - La situazione strutturale ... 41

2.3.1 -Murature portanti ... 41

2.3.2 -Solai ... 43

2.3.3 -Normativa di riferimento ... 46

2.3.4 -Modellazione ... 46

2.3.5 -Vita nominale, classe d’uso e periodo di riferimento ... 49

2.3.6 -Livello di conoscenza ... 49

2.3.7 -Azioni ... 49

2.3.7.1- Tamponamenti ... 50

2.3.7.2- Solai ... 50

2.3.7.3- Azione della neve ... 52

2.3.7.4- Azione del vento ... 53

2.3.7.5- Spinta del terreno ... 56

2.3.8 -Condizioni di carico ... 56

2.3.9 -Ambienti di carico ... 57

2.3.10 - Classificazione e parametri sismici adottati ... 58

2.3.11 - Risultato dell’analisi sismica pushover ... 62

3 - Lo stato di progetto ... 63

3.1 - Viabilità di accesso ... 64

3.2 - Chiesa e canonica ... 65

3.3 - Galleria ... 65

3.4 - Edificio del Collegio ... 66

3.4.1 -Destinazione d’uso ... 66

3.4.2 -Collegamenti verticali ... 68

3.4.3 -Collegamenti orizzontali ... 68

3.4.4 -Piano terra ... 69

3.4.5 -Piano primo ... 69

3.4.6 -Piano secondo ... 70

3.4.7 -Piano terzo ... 70

3.4.8 -Sottotetto ... 70

(7)

3.5 - Loggiato e centrale termica ... 70

3.6 - Ambienti esterni ... 70

3.7 - Interventi strutturali ... 72

3.7.1 -Solai ... 72

3.7.2 -Murature portanti ... 74

3.7.3 -Scale interne ... 77

3.7.4 -Interventi sulle aperture ... 77

3.7.5 -Modellazione ... 81

3.7.6 -Azioni ... 82

3.7.6.1 - Tamponamenti ... 82

3.7.6.2 - Solai ... 82

3.7.7 -Analisi sismica pushover ... 83

3.7.8 -Rinforzo con rete GFRP ... 84

3.7.8.1 Tecnica di rinforzo ... 85

3.7.9 -Risultato dell’analisi sismica pushover (con rinforzi) ... 86

3.7.10 - Confronto con lo stato attuale ... 88

4 - Sostenibilità degli interventi ... 89

4.1 - Introduzione al concetto di Sostenibilità ... 89

4.2 - Valutazione della Sostenibilità ambientale ... 91

4.2.1 -Il metodo BREEAM ... 91

4.2.2 -Il marchio CasaClima ... 92

4.2.3 -Il sistema HQE ... 92

4.2.4 -Il metodo LEED ... 92

4.2.5 -Il metodo GBC... 92

4.2.6 -Lo standard Passivhaus ... 93

4.3 - Normativa regionale Toscana ... 94

4.3.1 -Linee guida della Regione Toscana e protocollo ITACA ... 98

4.3.2 -Aree di valutazione ... 99

4.3.3 -Requisiti ... 100

4.3.4 -Analisi del sito ... 101

(8)

4.3.4.1 Verifica delle disponibilità di risorse rinnovabili ... 101

4.3.4.2 Scala di indagine e metodologia di lavoro ... 101

4.3.4.3 Agenti fisici o fattori climatici ... 102

4.3.5 -Schema esplicativo delle aree di valutazione ... 103

4.3.5.1 Qualità ambientale degli spazi esterni ... 103

4.3.5.2 Il risparmio di risorse ... 103

4.3.5.3 Il carico ambientale ... 104

4.3.5.4 La qualità dell’ambiente interno ... 104

4.3.5.5 La qualità del servizio ... 105

4.3.5.6 La qualità della gestione ... 105

4.3.5.7 I trasporti ... 105

4.3.6 -Scala di valutazione dei punteggi ... 105

4.3.7 -Livello di sostenibilità dell’opera ... 106

4.4 - Sostenibilità dell’intervento ... 107

4.4.1 -Analisi del sito... 107

4.4.1.1 Parametri geografici ed orografici ... 107

4.4.1.2 Dati climatici ... 108

4.4.1.3 Soleggiamento ... 109

4.4.1.4 Rischio geomorfologico ... 111

4.4.1.5 Rischio idraulico ... 112

4.4.1.6 Rischio sismico ... 113

4.4.1.7 Campi elettromagnetici ... 114

4.4.2 -Area 1: Qualità ambientale esterna ... 114

4.4.2.1 Scheda 1.1 - Comfort visivo-percettivo ... 114

4.4.2.2 Scheda 1.2 – Integrazione con il contesto ... 117

4.4.2.3 Scheda 1.3 – Inquinamento atmosferico locale ... 118

4.4.2.4 Scheda 1.4 – Inquinamento elettromagnetico a bassa frequenza ... 119

4.4.2.5 Scheda 1.5 – Inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza ... 120

4.4.2.6 Scheda 1.6 – Inquinamento acustico ... 121

4.4.2.7 Scheda 1.7 – Inquinamento del suolo ... 122

4.4.2.8 Scheda 1.8 – Inquinamento delle acque ... 124

(9)

4.4.3 -Area 2: Risparmio delle risorse ambientali ... 126

4.4.3.1 Scheda 2.1 – Energia per la climatizzazione invernale ... 127

4.4.3.2 Scheda 2.2 – Sistemi solari passivi ... 132

4.4.3.3 Scheda 2.3 – Acqua calda sanitaria ... 134

4.4.3.4 Scheda 2.4 – Energia elettrica da fonti non rinnovabili e rinnovabili ... 136

4.4.3.5 Scheda 2.5 – Consumo di acqua potabile ... 137

4.4.3.6 Scheda 2.6 – Riutilizzo di materiali edili ... 139

4.4.3.7 Scheda 2.7 – Riciclabilità dei materiali edili ... 142

4.4.3.8 Scheda 2.8 – Riutilizzo di strutture esistenti ... 147

4.4.4 -Area 3: I carichi ambientali ... 148

4.4.4.1 Scheda 3.1 – Gestione delle acque meteoriche ... 148

4.4.4.2 Scheda 3.2 – Recupero delle acque grigie ... 149

4.4.4.3 Scheda 3.3 – Permeabilità delle superfici... 152

4.4.5 -Area 4: Qualità ambientale interna ... 153

4.4.5.1 Scheda 4.1 – Illuminazione naturale ... 153

4.4.5.2 Scheda 4.2 – Isolamento acustico di facciata ... 154

4.4.5.3 Scheda 4.3 – Isolamento acustico delle partizioni interne... 156

4.4.5.4 Scheda 4.4 – Isolamento acustico da calpestio e da agenti atmosferici ... 159

4.4.5.5 Scheda 4.5 – Isolamento acustico dei sistemi tecnici ... 161

4.4.5.6 Scheda 4.6 – Inerzia termica ... 162

4.4.5.7 Scheda 4.7 – Temperatura dell’aria e delle pareti interne ... 164

4.4.5.8 Scheda 4.8 – Controllo dell’umidità delle pareti ... 167

4.4.5.9 Scheda 4.9 – Controllo degli agenti inquinanti: fibre minerali... 168

4.4.5.10 Scheda 4.10 – Controllo degli agenti inquinanti: VOC ... 169

4.4.5.11 Scheda 4.11 – Controllo degli agenti inquinanti: Radon ... 172

4.4.5.12 Scheda 4.12 – Ventilazione: ricambi d’aria... 174

4.4.5.13 Scheda 4.13 – Campi elettromagnetici interni a bassa frequenza ... 177

4.4.6 -Area 5: Qualità del servizio ... 179

4.4.6.1 Scheda 5.1 – Protezione dell’involucro esterno ... 179

4.4.7 -Area 6: Qualità della gestione ... 181

4.4.7.1 Scheda 6.1 – Manuale di manutenzione ... 181

4.4.7.2 Scheda 6.2 – Manuale d’uso per gli utenti... 182

4.4.7.3 Scheda 6.3 – Programma delle manutenzioni ... 183

(10)

4.4.8 -Area 7: La mobilità sostenibile ... 185

4.4.8.1 Scheda 7.1 – Integrazione con il trasporto pubblico ... 185

4.4.8.2 Scheda 7.2 – Misure per favorire il trasporto alternativo ... 187

4.4.9 -Punteggio e valutazione della sostenibilità dell’intervento ... 188

Bibliografia ... 193

Indice delle figure ... 195

Appendice A: calcolo del FLD

m

per alcuni ambienti ... 199

Appendice B: calcolo dei valori di trasmittanza di alcuni elementi ... 205

Appendice C: calcolo serbatoio di accumulo dell’acqua piovana ... 215

Appendice D: schede delle linee guida della Regione Toscana ... 219

Appendice E: tavole grafiche ... 273

(11)

Obiettivi della tesi

Questo progetto nasce in seguito alla volontà degli attuali proprietari2 del complesso del Santuario di Santa Maria della Stella in Migliano, sito nel comune di Fosciandora, provincia di Lucca, di dare una nuova linfa al complesso che attualmente versa in stato di semi-abbandono. L’idea di fondo della proprietà è quella di riqualificare l’edificio del Collegio, rimasto operativo fino alla fine degli anni ottanta del secolo scorso, trasformandolo in una struttura ricettiva che possa dare ospitalità temporanea a religiosi o a fedeli che desiderano passare un periodo nella zona. Dovrà inoltre restare immutata la funzione della chiesa e le architetture che la caratterizzano, quali la facciata monumentale, gli edifici della sacrestia, il campanile e la Galleria fra la chiesa e il Collegio. Per una descrizione dettagliata di questi ultimi elementi fare riferimento al capitolo relativo allo stato attuale. Inoltre si dovrà cercare di mantenere se possibile il loggiato esistente di costruzione più moderna.

Prendendo spunto da questa idea, si è pensato di svilupparla in questa tesi, andando ad approfondire alcuni aspetti in particolare che si sono presi come obiettivi principali di questo lavoro:

 Il Santuario dovrà mantenere e ritrovare l’importanza e la valenza storica di un tempo, quale luogo di preghiera e ritrovo per i fedeli del comune di Fosciandora e di tutta la Garfagnana in generale (e non solo).

 Puntare alla riqualificazione dell’intera area del Santuario, cercando di integrare reciprocamente al meglio tutte quelle funzioni che devono trovare spazio all’interno e all’esterno dell’edificio del Collegio, destinato a diventare una struttura ricettiva.

 La riqualificazione del complesso dovrà necessariamente prevedere la completa accessibilità di ogni ambiente interno ed esterno, nonostante le complicazioni dovute all’orografia del luogo che si presenta con edifici e spazi esterni posti a quote diverse, con andamento in salita dalla zona di accesso/parcheggio a proseguire verso l’interno del complesso.

 La riqualificazione dovrà essere tale da non impattare con l’architettura preesistente: si dovrà cercare di integrare al meglio i nuovi interventi e gli ambienti esterni con quelli esistenti dell’edificio della chiesa vera e propria, che presenta una facciata monumentale che non potrà essere modificata. L’aspetto del nuovo edificio dovrà essere il più pulito e semplice possibile, visto il contesto rurale in cui si trova. Occorrerà trovare anche il giusto equilibrio fra la nuova

2 Ad oggi il complesso del Santuario è di proprietà dell’ordine religioso chiamato Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, di cui la Curia generale ha sede in Piazza Campitelli, 9 - Roma

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destinazione d’uso dell’edificio del Collegio e la sacralità delle funzioni religiose che continueranno ad essere celebrate nella chiesa.

 Gli interventi proposti dovranno essere considerati alla luce della zona a medio-alta sismicità in cui si trova il complesso del Santuario. Pertanto non si potrà prescindere da un completo intervento di messa in sicurezza dell’edificio del Collegio che consenta di ottenere un completo adeguamento anti-sismico della struttura. Dopo l’analisi delle carenze strutturali riportata nella parte relativa allo stato attuale, si sceglieranno gli interventi più idonei per ottenere l’obiettivo prefissato.

 Occorrerà ricercare un elemento architettonico di collegamento fra la zona sul retro del Collegio, dove si trova il loggiato realizzato in periodo più recente, e il Collegio stesso. Questo elemento dovrà permettere soprattutto il collegamento verticale fra i vari piani del Collegio e l’esterno, garantendo anche la presenza di una ulteriore via di fuga in termini di sicurezza. Questo elemento si dovrà integrare al meglio sia con il Collegio che con il loggiato.

 Gli spazi esterni dovranno avere una duplice funzione alla luce dei frequentatori previsti per la nuova struttura: ci dovranno essere aree destinate più alla lettura o alla meditazione, destinate ai religiosi, ed altre con una funzione più ludica e di intrattenimento, dove i fedeli potranno rilassarsi o intrattenersi a vicenda.

 Come ulteriore obiettivo di questo lavoro si è puntato ad ottenere un intervento ad alta sostenibilità energetico-ambientale. Questo aspetto è stato il filo conduttore che ha collegato ogni scelta progettuale fatta, da quelle architettoniche, a quelle sui materiali, fino a quelle sugli impianti. Per ottenere una misura della sostenibilità raggiunta si sono prese come riferimento le Linee Guida della Regione Toscana ispirate al protocollo I.T.A.C.A.

(13)

1 - Inquadramento storico-geografico

Al fine di permettere una maggior conoscenza del contesto in cui si è intervenuti, si riportano alcune informazioni di carattere geografico e storico relative al Santuario di S. Maria della Stella di Migliano.

Alcune figure serviranno di aiuto durante la lettura.

1.1 - Inquadramento geografico

Il Santuario di S. Maria della Stella si trova nel nord della Toscana, in provincia di Lucca, e più precisamente a Migliano, una piccola frazione nel comune di Fosciandora. La distanza dal capoluogo di provincia è di circa 30km. Questa la posizione di Migliano relativamente alla Toscana:

Figura 1 - Ubicazione di Migliano (da cartografia Google Earth)

Situato sulla sponda sinistra orografica del fiume Serchio, ad una quota di circa 380m s.l.m. con esposizione sud-ovest, Migliano si trova in un contesto geografico caratterizzato da una zona prevalentemente montuosa. Siamo in Garfagnana, sui versanti toscani dell'Appennino Tosco-Emiliano, proprio a ridosso delle Alpi Apuane. Il paese vanta origini molto antiche, risalenti all'anno 800.

Praticamente unito a Fosciandora, questo borgo è formato da case rurali che sorgono attorno alla chiesa di San Michele. Il Santuario si trova leggermente defilato in direzione sud, ad una distanza di circa 300m

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in linea d'aria dalla chiesa del paese. In figura la posizione di Migliano relativamente ai limiti del comune di Fosciandora (a sinistra) e la posizione del Santuario rispetto al paese (a destra):

Figura 2 - Ubicazione del Santuario di S. Maria della Stella (da cartografia Google Earth e Bing)

Le coordinate del sito dove sorge il santuario sono:

Latitudine: 44° 6'44.73"N Longitudine: 10°27'25.94"E

1.2 - Inquadramento storico

La storia del Santuario può essere sommariamente divisa in due periodi: uno "storico", dalle origini risalenti al XII sec. fino al 1903 e uno "moderno", dal 1903 ai giorni nostri.

La data discriminante, come riportato dal libro di Vittorio Pascucci [16] è il 6 giugno 1903 quando i religiosi appartenenti all'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio si insediarono al santuario di Migliano. Le notizie storiche che seguono sono state tratte dal libro del Pascucci.

1.2.1 - Le origini

Le prime notizie storiche circa la presenza di una chiesa dedicata alla Madonna in località Migliano risalgono ad una Bolla di Alessandro III risalente al XII sec. in cui si fa riferimento ad un oratorio denominato Ecclesia Sanctae Mariae de Miliano.

Notizie successive sono del 1260 quando la chiesa appare negli antichi libri delle Decime raccolte per la V Crociata e poi in un elenco del 1387 in cui si riportano le varie chiese soggette all'antica Pieve Fosciana. Soltanto però dal secolo XVI abbiamo notizie dirette ed esplicite dell'antico oratorio, oggetto di

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varianti realizzate in quell'anno. In origine, si dice, il Santuario era un piccolo oratorio con annessa una piccola abitazione per l'eremita. I lavori riguardano invece significativi interventi di ampliamento e orientamento della chiesa, nonché di notevoli miglioramenti riguardanti gli arredi interni.

1.2.2 - Il Santuario nel XVIII secolo

Il Santuario, dopo la ricostruzione del 1661, raggiunse un vero splendore di magnificenza nel corso del XVIII secolo. Un documento del 1755 riporta che, oltre all'altare maggiore, erano presenti due altari laterali, dei confessionali intagliati e dorati, alcuni quadri, un organo, nonché il soffitto a volta intagliato. La facciata era dotata di un loggiato, retto da due ordini di colonne sovrapposte in pietra e copertura a volta.

La forma della chiesa era a croce latina.

Figura 3 - Pianta e prospetto frontale del santuario settecentesco [16]

(16)

Fra il 1755 e il 1785 il Santuario attraversò un oscuro periodo: sappiamo [16] che nel 1785 "dell'antico e ricco edificio sono rimasti soltanto dei ruderi, qualche muro perimetrale e una semplice area nella quale ciuffi d'erba, rovi e sterpi esprimono desolazione e abbandono". Tutto sembra essere causato da un'ordinanza del 1774 che imponeva alle varie Congregazioni religiose il pagamento di tasse arretrate di molti anni. La Compagnia della Santa Croce di Ceserana, che amministrava anche il nostro Oratorio, si vide costretta non solo a sopprimere l'Oratorio, ma anche a demolirlo fisicamente al fine di rendere perlomeno commerciabile il terreno su cui era edificato. Nel 1785 il terreno venne infine venduto a Castelnuovo.

1.2.3 - Il Santuario nel XIX secolo

Nel 1798 i ruderi del Santuario e i terreni circostanti vennero acquistati dal Cav. Nicola Raffaelli con l'intenzione di costruirvi una limonaia vista l'esposizione del sito verso il mezzogiorno. Il 4 di luglio di quell'anno, durante dei lavori sui ruderi della chiesa, venne alla luce un antico e dimenticato affresco raffigurante la Madonna in preghiera di fronte ad un leggio, sormontato da una colomba e da una piccola stella. Il ritrovamento sollevò nella popolazione una notevole onda emotiva per cui il proprietario, abbandonato il progetto della limonaia, decise di erigere nel 1803 un nuovo oratorio, dedicato a Maria Santissima della Stella, inaugurato nel 1827 con la benedizione del vescovo della diocesi.

Figura 4 - L'affresco del XIV sec. della Madonna della Stella [16]

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Nel 1878 venne costruito un tratto di strada congiungente l'abitato di Migliano con la strada di fondovalle.

Grazie a questa opera, il Raffaelli impose ai figli di adoperarsi affinché presso l'oratorio venisse ad abitare la comunità di un Ordine religioso. Un primo istituto religioso fu quello dell'Ordine dei Servi di Maria che per quattro anni si stanziarono presso l'Oratorio e, nel 1890, decisero di iniziare i lavori per costruire in adiacenza all'Oratorio un collegio, innalzandolo fino al primo piano. Dopo aver desistito dall'impresa, decisero di abbandonare il luogo per stabilirsi altrove.

1.2.4 - Il Santuario nel XX secolo

In seguito l'invito venne rivolto all'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Nel 1900 l'Oratorio ed i terreni circostanti vennero ceduti all'Ordine religioso che si adoperò fin da subito a portare avanti i lavori del nuovo collegio secondo i disegni dell'architetto Gaetano Orzali di Lucca. Venne mantenuta, rinforzandola, una parte di quanto già realizzato e venne sopraelevata la costruzione, la quale venne completata nell'autunno del 1902, con l'artistica Galleria che lo collega alla chiesa.

.

Figura 5 - Lavori sulla facciata del Collegio e della Galleria - 1902 [16]

Da quella data lo spoglio e modesto oratorio subirà tutta una serie di varianti che lo riqualificheranno a livello architettonico. Nel 1914 fu completata la costruzione del campanile, terminante con una piramide quadrangolare e negli anni seguenti si intervenne per abbellire la facciata della chiesa, ritenuta troppo

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semplice e modesta. Seguendo il progetto dell'architetto Orzali, i lavori vennero completati e la facciata fu inaugurata nel 1927. Questa la foto della inaugurazione:

Figura 6 - Inaugurazione della facciata - 1927 [16]

1.2.5 - Gli anni della Guerra

Dall'ottobre del 1944 all'aprile del 1945 la zona fu interessata da operazioni militari legate al conflitto in corso. In particolare, nel settembre del 1944 il santuario fu oggetto di un bombardamento aereo improvviso ed inaspettato. Nel dicembre furono alcune cannonate sparate dagli alleati contro il nemico a procurare danni alla chiesa, come nel febbraio del 1945 quando venne colpito il collegio. In aprile ci furono varie offensive che provocarono altri gravi danni, in particolare al campanile e al Santuario.

Figura 7 - I danni provocati dalla guerra [16]

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1.2.6 - Dalla ricostruzione ai giorni nostri

I lavori di riparazione al Santuario iniziarono subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale e si svolsero celermente. In questo periodo venne demolito un avancorpo della canonica posto a destra dell'ingresso della chiesa, forse per uniformare e linearizzare tutta la facciata principale.

Negli anni successivi non si registrano cambiamenti architettonici e funzionali importanti, salvo l'edificazione nella zona sud del Collegio di un piccolo edificio su due piani destinato a magazzino e di un lungo loggiato, con colonne in c.a. e alcuni piccoli locali accessori.

Il Collegio venne utilizzato fino alla fine degli anni ottanta del secolo scorso, quando venne praticamente abbandonato per la carenza di collegiali e religiosi che potessero fruire dei locali ad uso convento. Da allora il Collegio è in stato di abbandono.

Figura 8 - La scalinata di accesso verso la Galleria. Sullo sfondo l'edificio del Collegio

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2 - Lo stato attuale

Il Santuario, dopo i fasti di inizio secolo scorso, attraversa attualmente un periodo di declino. In particolar modo l'edificio del Collegio, non utilizzato da molti anni e in stato di abbandono, necessita di lavori urgenti di ristrutturazione, così come gli annessi e la zona circostante.

Si riporta in figura un confronto fra la cartografia relativa alla zona del santuario e una ortofoto, al fine di identificare con facilità gli edifici che compongono il complesso.

Figura 9 - Il complesso del Santuario (CTR Toscana 1:2000 e ortofoto Regione Toscana)

Facendo riferimento alla numerazione in figura, del complesso del Santuario fa parte la chiesa (1) con annessa torre campanaria, i locali riservati alla sacrestia e alla canonica. Accanto troviamo la Galleria (2) realizzata per creare un collegamento coperto fra la chiesa e l'edificio del Collegio (3). Vi sono altri edifici accessori adibiti a magazzino con un loggiato limitrofo (4) e da una terrazza esterna con un vano tecnico parzialmente interrato (6), forse destinato ad uso di spogliatoio per il vicino campo da gioco (5). I vari edifici sono collegati anche da percorsi esterni, attraverso una zona destinata a giardino su vari livelli, data la non planarità del complesso.

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2.1 - Gli edifici del complesso del Santuario

Nelle prossime pagine si riporta una descrizione degli edifici che compongono il complesso del Santuario.

Per una rapida identificazione fare riferimento alla figura nella pagina precedente.

2.1.1 - La Chiesa

La Chiesa si sviluppa su un unico livello. La struttura portante è in muratura in pietra riccamente decorata sia esternamente che internamente. La copertura è a capanna, con orditura principale e secondaria in legno e manto in cotto “alla toscana”. L'interno è a navata unica con volte a crociera poggianti su paraste e decorate con tempere raffiguranti figure di santi. Sopra la zona d'ingresso è situata la cantoria con l’organo, il cui solaio è in legno, sorretto da pilastri anch’essi in legno. Come ricordato nelle note storiche, sia la facciata che l’interno della chiesa vennero ricostruiti nei primi anni del novecento ad opera dell’architetto Gaetano Orzali di Lucca, che curò i lavori dai primi del novecento fino alla fine degli anni trenta, in diverse fasi successive. Negli stessi anni venne realizzata anche l’artistica gronda a cassettoni, in legno, eseguita sempre nello stabilimento Orzali di Lucca. Il portale di ingresso in legno intarsiato con 28 formelle di tipo sia figurativo umano che naturalistico/simbolico, fu realizzato nel 1931.

Figura 10 - L'interno della chiesa di S. Maria della Stella (Migliano)

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Figura 11 - L'esterno. Da sinistra: la Galleria, la Chiesa e il Campanile (dal sito Barganews)

2.1.2 - Il Campanile

Il campanile fu costruito intorno al 1914 e si eleva sulla destra della facciata a tre ripiani (esattamente come ora, dopo la ricostruzione seguita ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale); ai quattro angoli dell’ultimo ripiano corrispondono dei pilastrini (sempre con lo stesso motivo geometrico) che decorano la terrazza terminale dalla quale si eleva la guglia conclusiva a piramide con base quadrangolare. Si vedano le figure nella pagina successiva.

2.1.3 - La Canonica

Il fabbricato ad uso canonica si sviluppa su 3 piani fuori terra. La struttura portante è in muratura in pietra con intonaco interno ed esterno, ad esclusione della facciata in allineamento della chiesa che presenta e completa le finiture della chiesa stessa. I solai sono in laterocemento, ad eccezione del solaio di copertura che è con orditura principale e secondaria in legno e manto in cotto “alla toscana”; gli infissi sono tutti in legno. All’interno gli ambienti sono semplici, intonacati e tinteggiati. I pavimenti sono in graniglia per le parti adibite a soggiorno, cucina e camere poste ai piani primo e secondo e ristrutturate in tempi relativamente recenti, con solai in laterocemento.

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Figura 12 - La canonica e il campanile, da due punti di vista differenti

2.1.4 - La Sacrestia

Osservando la chiesa dalla piazza antistante possiamo notare a sinistra della stessa la zona dedicata alla sacrestia ed alla sala delle adunanze; la prima è posta al piano terra e vi si accede direttamente dalla chiesa, mentre il resto del piano terra è occupato da un locale adibito a magazzino, accessibile direttamente dall’esterno della piazza. La sala delle adunanze è posta al piano primo, internamente è semplice e non presenta rifiniture degne di nota; dalla sala si accede tramite una porta in legno ad un locale anticamente usato come matroneo, posto sopra la sacrestia, attualmente utilizzato come locale di sgombero.

2.1.5 - Il Collegio

Il collegio seminariale si sviluppa su 4 piani fuori terra ed è collegato tramite un percorso al coperto che dalla Galleria conduce alla Sacrestia e quindi alla chiesa. La struttura portante è in muratura in pietra con intonaco interno ed esterno. Per quanto riguarda i solai, sono riscontrabili sia solai in legno con mezzane in laterizio, sia solai in latero-cemento. Il solaio di copertura è con orditura principale e secondaria in legno e manto in cotto “alla toscana”; gli infissi sono tutti in legno. I prospetti non presentano particolari di rilievo: sono semplici, con finestre piccole e tinteggiati di colore bianco. Agli angoli sono presenti decorazioni che simulano delle colonne in mattoncini a vista, realizzate in epoca recente. All’interno non

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vi sono particolarità di rilievo: gli ambienti sono semplici, intonacati e tinteggiati di colore uniforme bianco.

I pavimenti sono prevalentemente in graniglia. Al piano terra si trovano i locali adibiti a cucina, refettorio e sale per adunanze, nonché locali ad uso ripostiglio e magazzino. Per quanto riguarda i restanti tre piani fuori terra, sono attualmente destinati a stanze studio, servizi igienici e camere sia singole, sia con letti a castello, atte ad ospitare un copioso numero di seminaristi.

Figura 13 - Collegio, magazzino, loggiato e campo giochi visti da sud-est

Figura 14 - Il Collegio visto dal campanile della chiesa

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Figura 15 - Scalinata monumentale di accesso alla galleria e al Collegio

Il giardino e la resede esterna risultano in stato di completo abbandono, coperti da piante infestanti e con alcuni muretti di contenimento parzialmente crollati.

Figura 16 - Il giardino interno, su due livelli, fra galleria, Sacrestia e Collegio

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2.1.6 - Il magazzino, il loggiato e gli altri locali

Il magazzino è posto in prossimità del prospetto sud del collegio e si sviluppa su due piani fuori terra, entrambi ad uso magazzino; presenta struttura portante in pietra, esternamente ed internamente intonacata, con solai in legno e mezzane; il solaio di copertura è con orditura principale e secondaria in legno e manto in cotto “alla toscana”; gli infissi sono tutti in legno di disegno semplice. Non si ravvisano particolari di pregio né esternamente né internamente, il fabbricato è estremamente semplice sia nel disegno planimetrico, che nel disegno dei prospetti. E' stato realizzato in epoca moderna, probabilmente negli stessi anni in cui venne realizzato il loggiato.

Figura 17 - Il magazzino (a sinistra) e il loggiato

Il loggiato è posto in aderenza alla facciata sud del magazzino. Presenta la struttura portante in cemento armato a vista, tamponata nel lato verso monte con blocchi di calcestruzzo con finitura esterna del tipo a

“rinzaffo”. Il solaio di copertura è con orditura principale e secondaria in legno e manto in laterizio del tipo

“alla portoghese”; il pavimento del piano di calpesto è in gres porcellanato di colore beige chiaro. Gli altri manufatti annessi, tutti di scarso pregio ed estremamente semplici, sono costruiti in blocchi di calcestruzzo con finitura esterna del tipo a “rinzaffo” e solaio di copertura in latero-cemento. Sia il loggiato che i manufatti attigui risultano di scarso rilievo storico-architettonico, sia per i materiali utilizzati che per le finiture e lasciano supporre un’epoca di edificazione relativamente recente.

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Figura 18 - Da sinistra: il Collegio, il magazzino, il loggiato e altri locali di servizio

Figura 19 - Il locale che ospitava gli spogliatoi, con sovrastante terrazza

2.1.7 - Il campo da gioco

Ad una quota più bassa del loggiato e dell'edificio del Collegio troviamo un campo da gioco utilizzato dai frequentatori del collegio per finalità ludico-sportive. Ha le dimensioni di circa 39m di lunghezza per 16 di larghezza. Attualmente versa in stato di completo abbandono, con il terreno invaso da erbacce e le

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recinzioni che lo delimitavano, realizzate con rete metallica sostenuta da paletti, completamente arrugginite

Figura 20 - Il campo da gioco. A destra il Collegio, il magazzino, il loggiato e gli altri locali accessori

2.1.8 - Carenze funzionali riscontrate

Tralasciando l'organizzazione interna degli spazi e degli ambienti che andrà rivista in base alla nuova destinazione d'uso, le principali carenze riscontrate dal punto di vista funzionale riguardano i collegamenti verticali che, allo stato attuale, sono completamente affidati ad una rampa di scale interna la quale manifesta vari problemi, quali alcune carenze strutturali e una larghezza insufficiente per garantire una efficace via di esodo.

Altre carenze riguardano la fruibilità interna ed esterna, complicata dalla geomorfologia del sito su cui sorge il collegio, posto su più livelli: il parcheggio e la chiesa occupano il livello più basso, il giardino interno, la galleria e il campo da gioco il livello intermedio, mentre Collegio, magazzino e loggiato il livello più in alto. Fra la quota del parcheggio e quella del loggiato ci sono più di 7 metri di dislivello e tutti questi ambienti sono collegati fra loro con scale interne o esterne.

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2.2 - La situazione urbanistica

L’area su cui sorge il Santuario confina a nord con l’area prospiciente la chiesa di S.S. Maria della Stella attualmente utilizzata come parcheggio, ad est con la strada vicinale della Cerreta, a sud con il territorio aperto (territorio rurale) su cui insistono sporadici fabbricati ad uso capanne e pochi fabbricati deruralizzati, e ad ovest con la strada comunale per Riana. Il complesso è accessibile tramite la viabilità esistente e in buono stato di conservazione che collega direttamente il Santuario alla S.P. Lodovica, n°2.

Dal punto di vista urbanistico, in riferimento al Piano Strutturale (PS) del Comune di Fosciandora, la zona del Santuario ricade nella Unità Territoriale Organica Elementare (UTOE) n.3 di Migliano. Nell'allegato 2 relativo alle norme particolari relative alla UTOE n.3, negli indirizzi di carattere strategico, direttive e prescrizioni operative, è esplicitamente menzionato il "recupero e valorizzazione delle aree e degli edifici del complesso architettonico di Santa Maria della Stella", con le seguenti prescrizioni:

a) Recupero della viabilità antica di collegamento tra la chiesa parrocchiale e il complesso immobiliare suddetto;

b) Recupero e valorizzazione delle aree a verde alberato a valle della strada antica citata e adiacenti al complesso immobiliare;

c) Recupero e valorizzazione dell’antico collegio seminariale ad uso residenziale o per attività turistico ricettive.

d) Restauro della chiesa-santuario e mantenimento dell’uso connesso con l’esercizio della vita spirituale.

e) Valorizzazione delle aree di pertinenza del santuario con destinazione d’uso per impianti sportivi, per l’uso del tempo libero e a parco.

Nei centri e nei nuclei di matrice antica si opera per mezzo di piani attuativi (art.11 del R.U.). Un Piano Attuativo (P.A.) o Piano di Attuazione Comunale non è altro che un piano particolareggiato relativo a un intervento edilizio in cui viene preso in esame nel dettaglio il disegno urbanistico che ha a che fare con quell'intervento: esso è indispensabile in tutte le circostanze in cui sia prevista l'attuazione indiretta dal Piano regolatore. Costituiscono quindi un approfondimento tecnico delle previsioni del Piano Regolatore e si rende necessario in tutti i casi in cui il Piano regolatore preveda l'attuazione indiretta. Si compone di diverse fasi:

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a) Nella prima fase si presenta l’istanza al Comune per l’approvazione del P.A.

b) Il responsabile del procedimento la trasmette quindi ai soggetti competenti in materia di V.A.S3. c) Inizia a questo punto la fase di assoggettabilità alla V.A.S.

d) Se la verifica è positiva, inizia la fase di Valutazione Integrata che segue lo stesso iter di un Piano Strutturale e richiede il parere obbligatorio di Soprintendenza, Autorità di Bacino e Genio Civile.

e) A questo punto avviene la fase di Adozione, con le eventuali osservazioni.

f) Ultima fase è quella della Approvazione. Finito questo iter è possibile procedere con un normale permesso di costruire.

Riportiamo alcune cartografie estratte dal Regolamento Urbanistico (RU), approvato con delibera C.C. n.

60 del 20/12/2012, partendo dalla carta dei vincoli:

Figura 21 – Carta dei vincoli (dal R.U. vigente)

3 Da Wikipedia: La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo finalizzato ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi di sviluppo, per migliorare la qualità decisionale complessiva. In particolare l'obiettivo principale della VAS è valutare gli effetti ambientali dei piani o dei programmi, prima della loro approvazione (ex ante), durante ed al termine del loro periodo di validità (in-itinere, ex post). Ciò serve soprattutto a sopperire alle mancanze di altre procedure parziali di valutazione ambientale, introducendo l'esame degli aspetti ambientali già nella fase strategica che precede la progettazione e la realizzazione delle opere.

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Figura 22 – Carta delle invarianti strutturali (dal R.U. vigente)

Figura 23 – Carta delle reti e dei servizi (dal R.U. vigente)

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Figura 24 - Estratto dal Regolamento Urbanistico e legenda

2.2.1 - Il Complesso del Santuario

L'intero complesso è individuato in via generale come area esistente per attrezzature collettive, regolate dall'art. 38 del RU. L'area è anche identificata come un centro di matrice antica regolato dagli art.10 e 11 del RU. Questi articoli prevedono:

Art. 38 - Edifici e/o aree per attrezzature di uso collettivo

§1. Le attrezzature esistenti costituiscono elementi di particolare valore per l’efficienza e la funzionalità del territorio comunale.

§2. Le principali attrezzature di interesse comunale esistenti sono:

- le sedi dell’amministrazione comunale; le aree destinate alla scuola dell’obbligo “SO”; l’ area del Centro infanzia, adolescenza e famiglia “CIAF”; le aree per l’assistenza all’infanzia, quali, asili nido

“AN” e scuole materne “SM”; le aree destinate alle attrezzature parrocchiali “CC” e alla vita spirituale; le aree cimiteriali “ci”; le aree a verde pubblico e per impianti sportivi “Se”; le aree destinate ad impianti tecnici, cabine elettriche, “it”, “ce”; le aree degli impianti dell’acquedotto “cda”;

le aree degli impianti di depurazione “da”.

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§3. E’ previsto:

- il mantenimento di tutte le attrezzature e servizi esistenti; l’eventuale loro ampliamento; il recupero di edifici per l’incremento della dotazione di attrezzature e servizi, così come individuati nelle tavole grafiche del R.U. e dimensionate nelle schede relative alle singole UTOE;

- Nelle aree a verde pubblico per gli impianti sportivi “Se” è possibile la realizzazione di edifici a servizio dell’attività sportiva, quali ad esempio: servizi igienici, spogliatoi, e altri necessari per l’uso pubblico;

- il reperimento di nuove aree ad uso di attrezzature sportive “Se”, parcheggi ed altre funzioni di uso pubblico, in adiacenza a quelle esistenti.

§4. Per le aree e gli edifici destinati ad attrezzature e servizi si opera con intervento diretto. Ove non diversamente prescritto, nel caso di interventi eseguiti da privati, deve essere stipulata apposita convenzione o atto di asservimento o di regolamento d’uso, per

prestata.

§5. Per dette attrezzature e servizi si richiamano le disposizioni specifiche in materia; non sono prescritti limiti di densità edilizia o volumetrici, fatte salve le seguenti prescrizioni:

- l’altezza degli edifici non deve essere superiore a quella degli edifici circostanti;

- deve essere rispettato il contesto ambientale, sia nell’uso dei materiali, che nella sistemazione delle aree di pertinenza;

- devono essere rispettate le distanze fissate dal D.M. 1444/1968 e dal Codice della Strada, fatte salve le deroghe concesse dall’Ente gestore della strada.

§6. Per le attrezzature e i servizi che hanno sede in edifici di interesse storico artistico, individuati con apposita campitura nelle tavole grafiche del R.U., si richiamano le norme del restauro e risanamento conservativo di cui alle disposizioni regionali e statali vigenti.

§7. Per i beni immobili di interesse culturale previsti nella Parte Seconda del DLgs. 42/04 e s.m.i. si richiamano le disposizioni dello stesso decreto.

Art. 10 - Individuazione dei tessuti storici consolidati e dei centri di matrice antica

§1. I tessuti storici consolidati corrispondono ai centri e i nuclei di matrice antica e sono parte del sistema territoriale degli ambiti e dei paesaggi dei nuclei storici pedemontani così come definito dal P.S. Detto sub-sistema comprende aree, nuclei e centri di matrice antica individuati nelle tavole in scala 1:10.000 e 1:2.000 del R.U. con apposita simbologia grafica e corrispondono a zona territoriale omogenea “A” del D.M. 1444/68 e alle zone di recupero ai sensi dell’art. 27 della L.

457/78.

Art. 11 - Individuazione e definizione delle unità edilizie “UE” e delle tipologie edilizie

§1. Nei centri e nei nuclei di matrice antica si opera per mezzo di piani attuativi, in pendenza dell’approvazione dei quali sono consentiti gli interventi di cui ai successivi articoli del presente Capo I.

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§2. Si definisce unità edilizia “UE” una porzione dei centri abitati che ha matrice antica riconoscibile, caratteri tipologici unitari, presenza di elementi architettonici, uso e funzionalità distinti da altre porzioni dell’edificato urbano. L’unità edilizia non è necessariamente coincidente con le particelle catastali dell’edificio. Le previsioni, gli indirizzi e le prescrizioni delle presenti disposizioni normative si applicano alle singole unità immobiliari o proprietà che compongono la UE.

§3. Le varie UE sono classificate nelle seguenti tipologie edilizie per ciascuna delle quali si richiamano le norme comuni e le ulteriori specifiche dei successivi artt. 12-24 e, per gli edifici rurali, le norme della Parte terza, Titolo IV, delle presenti disposizioni normative.

1. Tipologie edilizie residenziali:

1.1. Palazzi, palazzi con giardino, ville;

1.2. Palazzetti e palazzetti con giardino, simili ai precedenti, ma diversi per dimensione e caratterizzazione architettonica;

1.3. Edilizia di base, connessa all’impianto urbano originario, con edifici generalmente aggregati in linea e aperti sui lati opposti del corpo di fabbrica;

1.4. Edifici di matrice antica non aggregati ad altri;

2. Tipologie edilizie non residenziali:

2.1. Edifici del sistema delle fortificazioni antiche (quali, ad esempio: i resti della rocca di Ceserana, ecc.), resti delle torri di segnalazione antiche (quali, ad esempio: la torre detta La Rocchetta, ecc.);

2.2. Edifici religiosi (quali: chiese e torri campanarie, oratori, cappelle, ecc.);

2.3. Edifici e annessi di matrice rurale (quali: case coloniche, stalle, fienili, metati, ecc.);

2.4. Edifici di matrice produttiva antica (quali: frantoi, molini, ferriere, ecc.).

3. Manufatti della cultura materiale e devozionale e di arredo urbano (quali: lavatoi, pozzi, marginette, edicole sacre, crociali, fontane, cippi, ecc.).

4. Edifici allo stato di rudere.

2.2.2 - La chiesa, la canonica, la sacrestia e parte della Galleria

La Chiesa, la Canonica, la Sacrestia e la prima parte della Galleria sono considerati edifici religiosi, regolati dall'art.21 delle disposizioni normative del RU che prevedono:

Art. 21 - Norme relative agli interventi negli edifici religiosi e negli oratori

§1. Negli edifici classificati chiese e oratori sono ammessi interventi diretti di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo e interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche.

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§2. Sono ammesse le attività connesse alla vita spirituale e ai riti religiosi. Ove in disuso, tali edifici possono essere adibiti ad attrezzature collettive quali sale per conferenze e relativi servizi, attività espositive, circoli culturali, comitati paesani.

§3. Si richiamano, inoltre, le norme di cui ai commi 3, 4, 6-9 del precedente art.17.

2.2.3 - Il Collegio e parte della Galleria

Il Collegio e la parte rimanente della Galleria sono considerati edilizia di base, connessa all'impianto urbano originario ed edifici di matrice antica isolati, regolati dall'art.19 del RU che prevede:

Art. 19 - Norme relative agli interventi nell’edilizia di base

§1. Negli edifici classificati edilizia di base, sono ammessi interventi diretti di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e interventi per il superamento delle barriere architettoniche.

§2. Sono confermate le destinazioni d’uso esistenti; sono altresì ammessi cambi di destinazioni d’uso in conformità ai dettati del precedente art. 12, comma 3.

§3. Si richiamano inoltre i disposti del comma 7 del precedente art. 12 e dell’art. 16.

2.2.4 - Il campo da gioco

Il campo da gioco è considerato come area ed edificio per lo sport esistente (Se) regolata dall'art.38 già citato.

2.2.5 - Il giardino interno

Il giardino interno è considerato come parco e giardino monumentale regolato dall'art.26 del RU che prevede:

Art. 26 - Giardini, orti e aree a verde privato “vpr”

§1. Nelle sistemazioni esterne devono essere mantenuti o ripristinati con forme, materiali e specie vegetali tradizionali gli elementi di arredo esistenti e delle opere di valore storico, architettonico e testimoniale. Si deve inoltre:

- ristrutturare tutti i manufatti incongrui purché assentiti dal punto di vista urbanistico edilizio;

- operare la valorizzazione e il ridisegno del verde e dei lastricati di cortili e aie;

- garantire la permeabilità del suolo;

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- mantenere le aree in ordine e pulizia. E’ vietato il deposito di materiali maleodoranti che superino l’altezza delle recinzioni o delle siepi; il deposito di quelli consentiti non deve determinare emissione di polveri.

§2. Le aree a giardino disegnato documentate nelle mappe del catasto ottocentesco e le aree ad orto segnalate nelle tavole grafiche del R.U. devono essere restaurate nel rispetto della documentazione storica esistente e di quanto rinvenuto e attestato da appositi rilievi metrici e fotografici che è obbligatorio allegare alla documentazione dovuta per l’intervento.

§3. Nelle aree di pertinenza, cortili, aie e superfici ad orto e a giardino privato che presentano sistemazioni ed arredi (quali aiuole, fontane, statue, pavimentazioni in pietra, tracce di sistemazioni precedenti, ecc.) da ritenere di valore storico, l’inserimento dei manufatti indicati al successivo comma 4 è ammesso purché collocate in modo tale da non interferire direttamente con l’edificio antico.

§4. In dette aree è vietata la realizzazione di tettoie e altri manufatti in muratura; nel rispetto delle distanze del Codice Civile, sono consentiti:

- Autorimesse private in muratura in conformità ai disposti del precedente art. 15.

- Piccoli manufatti in legno con superficie coperta non superiore a mq. 18 e di altezza massima in gronda di m. 2,00, da costruirsi in legno o in muratura e tali da non comportare alcuna modificazione alla morfologia dei luoghi, che non abbiano dotazioni che ne consentano l’uso abitativo. Detti manufatti possono essere adibiti ad uso di legnaia e rimessa attrezzi da giardino, purché non siano visibili da strade o aree di uso pubblico, o siano occultate da siepi sempreverdi.

- pergolati coperti con cannicci permeabili, piante rampicanti, con altezza non superiore a m. 2,50;

- Piscine interrate e relativi impianti di depurazione e trattamento delle acque, e vasche ornamentali;

- La realizzazione di piani cottura a griglia e di forni di uso domestico, ad eccezione delle aree antistanti il fronte principale degli edifici, con altezza massima in gronda di m. 2,00 con eventuale tettoia antistante fino ad un massimo di mq. 3,00; detti manufatti devono essere addossati a fabbricati esistenti e dotati di propria canna fumaria atta a disperdere i fumi oltre la copertura dei tetti degli edifici circostanti. Tali opere dovranno essere realizzate con caratteri architettonici e materiali tradizionali.

- Aree pavimentate e opere di arredo.

I suddetti manufatti devono possibilmente essere collocati in aderenza al fabbricato principale; è ammessa la distanza inferiore a m. 10,00 dal fabbricato principale, ove non ricorrano le disposizioni del D.M. 1444/68.

§5. Nelle aree a giardino e ad orto è prescritto il mantenimento e la conservazione degli alberi monumentali segnalati nelle tavole grafiche del R.U. e di tutti gli individui vegetali adulti.

§6. E’ consentito realizzare recinzioni:

- in muratura in pietra a faccia vista che riprenda i caratteri originari del tessuto urbano anche con sovrastante ringhiera in ferro di semplice fattura e di disegno geometrico, di altezza complessiva non superiore a m. 2,20 fuori terra;

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- in muratura con tipologia tradizionale, intonacata a civile e tinteggiata, con copertina in laterizio o in pietra, anche con sovrastante ringhiera in ferro di semplice fattura e di disegno geometrico, di altezza complessiva non superiore a m. 2,20 fuori terra;

- ringhiere in quadrello di ferro di semplice fattura e di disegno geometrico, senza volute, rosette, motivi floreali, lance, ecc.;

Per le recinzioni non prospicienti strade comunali, oltre alle tipologie sopraindicate è consentito:

- installare in alternativa alle ringhiere in ferro, reti metalliche a maglia sciolta sostenuti da paletti in ferro verniciato, mantenendo l’altezza complessiva non superiore a m. 2,20.

- Installare semplici pali (in legno o acciaio verniciato) e rete metallica plastificata di colore verde anche corredata da siepi di specie autoctone e con altezza non superiore a cm 2,20;

- I cancelli in ferro battuto di foggia antica esistenti devono essere conservati e restaurati. I nuovi cancelli devono essere di semplice fattura e di disegno geometrico, in quadrello di ferro, senza volute, rosette, motivi floreali, lance, ecc.; possono essere tamponati con lamierini metallici dipinti dello stesso colore dei telai.

È ammesso il rifacimento di antiche e vecchie recinzioni esistenti costituite da particolari tipologie da ritenersi tradizionali nell’ambito urbano in cui si trovano; è altresì ammesso l’eventuale loro ampliamento nel rispetto dei caratteri tipologici originari. È obbligatorio provvedere alla manutenzione e al ripristino dei muri di cinta (le “chiuse”) pur consentendo la realizzazione di nuovi ingressi. Non sono ammesse recinzioni nelle corti e nelle resedi di uso comune.

Per quanto non specificamente disciplinato dalle presenti disposizioni normative si rimanda alle disposizioni del regolamento edilizio comunale e alle sue eventuali successive modifiche ed integrazioni.

2.2.6 - La piazza antistante la chiesa

La piazza prospicente la chiesa è individuata dal RU come area per parcheggio pubblico esistente, regolata dall'art. 39 del RU che prevede:

Art. 39 - Aree per parcheggio pubblico di autoveicoli “P”

§1. Le aree a parcheggio pubblico di autoveicoli esistenti sono indicate nelle tavole grafiche del R.U. e sono utilizzabili per il parcheggio di autoveicoli, per banchine pedonali, aiuole e quanto effettivamente funzionale all’area di parcheggio.

§2. Dette aree possono essere utilizzate per manifestazioni pubbliche ed eventi espositivi, quali aree mercatale, nonché per assolvere alle finalità e ai compiti della protezione civile.

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2.2.7 - Il parco a verde esterno

Di fronte all'edificio del collegio, nell'area limitrofa al parcheggio esistente, il RU prevede un'area a verde pubblico di nuova previsione, regolata dall'art.70 che prevede:

Art. 70 - Aree a verde pubblico di nuova previsione “Vn”

§1. Al fine di definire i vari interventi necessari a soddisfare il fabbisogno di verde pubblico il Comune provvede a redigere un piano di settore del verde che tiene conto delle indicazioni del R.U.; detto piano è redatto in conformità ai disposti dell’art. 12, comma 2 del DPGR 09.02.2007 n.

2/R. Nelle more della redazione del suddetto piano si applicano le disposizioni che seguono.

§2. Nelle aree del sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso residenziale

“R1”, “R2”, nelle aree del sub-sistema insediativo a prevalente uso residenziale di nuova previsione

“ER1”, nelle aree artigianali e commerciali di nuova previsione “ACn” e in tutte le aree oggetto di riqualificazione e trasformazione urbanistica devono essere previste idonee aree a verde pubblico, dimensionate a seconda degli usi, nel rispetto delle disposizioni del DM 1444/68.

§3. Per il verde e alberature adiacenti alle strade e dei parcheggi si richiamano i dettati del precedente art. 68.

§4. Per le aree verdi di quartiere e le piccole aree a verde di uso pubblico dei centri abitati si richiamano i dettati dell’art. 65 delle presenti disposizioni normative.

§5. In prossimità delle aree attrezzate per i giochi per i bambini, e in particolar modo delle altalene, degli scivoli, delle giostrine, ecc., dovranno essere predisposte opportune pavimentazioni in materiale sintetico appropriato, in grado di favorire il drenaggio delle acque piovane nel sottosuolo evitando la formazione di buche e pozze d’acqua. Le aree con sabbia devono essere recintate e chiaramente diversificate dalle altre zone. Gli oggetti di arredo, alla pari di tutti quelli previsti nelle aree verdi, non devono presentare spigoli o sporgenze pericolose. Le strutture per il gioco possono essere pensate per stimolare più sensi ed articolate in modo da fornire una stimolazione motoria ai bambini con ridotta mobilità.

Nelle aree a verde pubblico, compatibilmente con l’ambiente naturale, inseriti in edifici o in strutture all’uopo installate, devono essere previsti servizi igienici accessibili anche a persone disabili. Per consentire l’uso degli apparecchi, lo spazio interno deve essere opportunamente dimensionato sulla base degli spazi di manovra necessari per l’accostamento trasversale o laterale alla tazza w.c. e l’accostamento al lavabo (nel rispetto dei parametri minimi previsti dal D.M. n. 236/89).

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§6. In dette aree devono essere previsti una serie di oggetti di arredo che presentino caratteristiche di accessibilità quali: sistemi di seduta; appoggi ischiatici; fontanelle per bere; cestini portarifiuti;

fioriere rialzate; portabiciclette e devono verificarsi i seguenti requisiti:

- Le aree da gioco devono essere strutturate in modo da permettere ai bambini disabili una utilizzazione autonoma degli spazi e delle attrezzature fisse;

- i percorsi pedonali devono avere una larghezza minima di cm. 150 con pendenze massime del 5% e una pavimentazione antisdrucciolevole;

- le vasche di sabbia devono essere poste ad un’altezza di cm. 50-70 dal piano di calpestio, prevedendo il sottostante spazio libero;

- le “casette” o strutture simili devono avere gli accessi larghi almeno cm. 80;

- i percorsi per le attività motorie devono essere costituiti da brevi rampe con pendenza non superiori all’8% protette con un parapetto e dotate di corrimano.

§7. L’illuminazione pubblica di dette aree dovrà tenere conto degli eventuali effetti negativi per gli animali selvatici utilizzando lampade a raggio efficienza luminosa al sodio a bassa pressione (90- 200 Im/W) seguite da quelle al sodio ad alta pressione (90-130 Im/W) rivolte verso il basso, eventualmente dotate di fotocellule con accensione programmata.

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2.3 - La situazione strutturale

Dall'analisi dello stato attuale, con il supporto di fotografie, disegni e sopralluoghi, sono emerse diverse carenze che occorrerà affrontare e risolvere per intraprendere un recupero strutturale e funzionale dell'edificio.

2.3.1 - Murature portanti

Le murature portanti, prevalentemente in pietra, non presentano particolari problemi di degrado, salvo una congenita assenza di murature resistenti alle azioni orizzontali nella direzione parallela al lato corto, come si può evincere da un estratto delle piante strutturali dell'edificio dello stato attuale. Altro elemento critico, il fatto che alcuni dei muri paralleli al lato corto non proseguono fino al tetto. Ultima criticità le pareti delimitanti il vano scala, ai piani superiori sono molto sottili. La tipologia della muratura esistente è inquadrabile in quella di “muratura con pietre a spacco di buona tessitura” secondo le NTC08.

Figura 25 - Pianta dello stato ATTUALE del piano terra

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Figura 26 - Piante dello stato ATTUALE dei piani primo (in alto), secondo e terzo

(43)

Figura 27 - Piante dello stato ATTUALE del sottotetto

2.3.2 - Solai

Come ricordato, l'edificio del Collegio è in stato di abbandono dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso. La manutenzione mancante da decenni, unita al degrado in copertura che ha causato notevoli infiltrazioni d'acqua, hanno portato diversi problemi. Quelli più critici riguardano alcuni solai in legno, i cui elementi portanti, travi e travicelli, risultano indeboliti dal tempo e dall'umidità. Questi solai sono privi sia di cordoli perimetrali che di soletta armata.

La copertura, sempre con struttura in legno ha sofferto in modo particolare a causa delle infiltrazioni di acqua penetrate attraverso il manto di copertura danneggiato in molti punti.

Altra criticità riguarda la tipologia e la disposizione dei solai: alcuni sono in legno, altri in laterocemento, sicuramente in seguito ad un rifacimento più recente, altri ancora in acciaio. Da un esame preliminare non hanno collegamenti efficaci alle murature laterali.

Questa frammentazione tipologica non è sicuramente congeniale al fine del comportamento sismico dell’edificio. Anche all’interno dello stesso piano, come si può facilmente riscontrare dalle figure che seguono, le tipologie dei solai variano.

Dal rilievo risultano presenti varie catene metalliche inserite nei solai di piano, inserite a seguito dei terremoti che colpirono la Garfagnana nei primi anni del 1900.

Il pavimento del piano terra è realizzato direttamente sul terreno tramite vespaio.

(44)

Figura 28 - Solai stato attuale dei piani primo (in alto), secondo e terzo

(45)

Figura 29 - Solai stato attuale del sottotetto (in alto) e copertura, con legenda

(46)

2.3.3 - Normativa di riferimento

Come normativa tecnica di riferimento si sono assunte i seguenti provvedimenti legislativi:

 D.M. 14 gennaio 2008 - "Norme tecniche per le costruzioni", in seguito “NTC2008”.

 Circolare n.617 del 2/2/2009 – “Istruzioni per l’applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni di cui al DM 14/1/2008”

 “Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del Patrimonio culturale” pubblicata sulla G.U. del 26 febbraio 2011, in seguito chiamata “Direttiva”.

2.3.4 - Modellazione

Per conoscere il comportamento strutturale dello stato attuale si è modellato l’edificio utilizzando il software agli elementi finiti Modest v.8.11 della ditta Tecnisoft (Prato), che permette anche analisi non lineari.

Il passo successivo è stato quello di caricare la struttura con le azioni dovute ai pesi propri, a quelli permanenti portati, accidentali, all’azione della neve, del vento e del sisma. Per le murature contro terra si è inserita anche la spinta della terra. Ciascuna di queste azioni è stata inserita in apposita Condizione Elementare di Carico (CCE)

Si sono quindi ottenute le varie Condizioni di Carico (CC) che sono servite per effettuare un’analisi non lineare. L'analisi sismica statica non lineare (pushover) è un metodo di calcolo volto a valutare la

"capacità" globale di un edificio di rispondere alla "domanda" posta in essere dall'evento sismico.

A livello di calcolo, come riporta il manuale del software, l'analisi consiste concettualmente nell'incrementare un sistema di forze laterali, monitorando lo spostamento di un punto di controllo fino al raggiungimento del collasso della struttura (ovviamente tenendo conto delle non linearità del materiale).

Per le strutture in muratura viene creato un telaio equivalente e durante l'analisi si tiene conto anche della fase post-elastica e delle rotture dei diversi elementi che compongono la struttura.L'analisi si fa arrestare in genere quando la sua capacità di reazione scende sotto una certa soglia o quando la struttura diventa labile.

Si è scelto di effettuare una analisi di questo tipo per confrontare numericamente il miglioramento ottenibile con gli interventi che saranno ritenuti necessari. Tutto questo grazie agli Indicatori di Rischio calcolati in automatico dal software. Tramite diagrammi accelerazione-spostamento, è sufficiente valutare (a periodo costante) di quanto debba essere scalato lo spettro di risposta di domanda dello specifico stato limite per portarlo a individuare il punto che caratterizza la capacità di spostamento del sistema. In questo modo si ottiene l'accelerazione al suolo necessaria per raggiungere la capacità del sistema.

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Figura 30 - Spaccati in 3D esplicativi

(48)

Riportiamo anche il modello utilizzato dal software con i maschi murari reagenti alle azioni sismiche:

Figura 31 – Viste del Modello generale pareti (MGP) dei maschi murari reagenti al sisma

(49)

2.3.5 - Vita nominale, classe d’uso e periodo di riferimento

Secondo le indicazioni del §2.4.1 delle NTC2008 per la struttura in esame si è assunta una vita nominale VN = 50 anni relativa alle opere ordinarie.

Secondo le indicazioni del §2.4.2 delle NTC2008, si specifica che la struttura in esame è stata considerata di Classe II relativa alle costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Per la Classe adottata il coefficiente d’uso è CU = 1.

Secondo le indicazioni del §2.4.3 delle NTC2008, visto le scelte fatte riguardo la vita nominale e la classe d’uso, ne deriva che il periodo di riferimento è VR = CU · VN = 50 anni

2.3.6 - Livello di conoscenza

Secondo i disposti dell’Appendice al capitolo C8 delle NTC 2008 e della tabella 4.1 della Direttiva i fattori parziali di confidenza relativi ai livelli di conoscenza per le varie categorie di indagine sono:

1) rilievo geometrico completo: Fc1 = 0.05;

2) vicende storiche e fasi costruttive: Fc2 = 0.12;

3) Proprietà meccaniche dei materiali: Fc3 = 0.12;

4) Terreno e fondazioni: Fc4 = 0.06;

Il corrispondente fattore di confidenza è FC = 1 + 0,05 + 0,12 + 0,12 + 0,06 = 1,35

I valori assunti per le caratteristiche meccaniche riportati nella tabella C8A.2.1 relativa alle murature esistenti, sono:

- quelli minimi per le resistenze;

- quelli medi per i moduli elastici;

2.3.7 - Azioni

Le azioni di calcolo considerate, secondo le indicazioni del §2.5 delle NTC 2008, comprendono i pesi propri strutturali e non strutturali degli elementi costituenti le strutture, l’azione della neve, del vento, la spinta delle terre, i sovraccarichi variabili e l’azione sismica. Le azioni agenti sono state combinate secondo quanto riportato nel §2.5.3 delle norme in opportune combinazioni al fine di ottenere le più gravose condizioni di carico che possono agire sulla struttura, sia per le verifiche agli stati limite ultimi che per quelle agli stati limite di esercizio (quando previste).

(50)

2.3.7.1 - Tamponamenti

Per quanto riguarda il peso dei tamponamenti è stato considerato (ove presenti) come carico uniformemente distribuito aggiuntivo sui permanenti portati del solaio secondo i disposti del § 3.1.3.1 delle NTC 2008.

2.3.7.2 - Solai

Si riporta una tabella con l’analisi dei carichi dei vari solai presenti, divisi per tipologia:

Vengono riportate alcune tipologie di solaio nel dettaglio:

Peso solaio esistente in laterocemento (tipo 1)

Tamponamenti ... 160 kg/m2 Pavimentazione ... 40 kg/m2 Massetto ... 100 kg/m2 Solaio in laterocemento (16+4 cm)... 260 kg/m2 Intonaco ... 30 kg/m2 Totale peso strutturale ... 260 kg/m2 Totale peso non strutturale ... 330 kg/m2 Accidentali (Cat. A) ... 200 kg/m2

(51)

Peso solaio esistente in legno (tipo 3)

Tamponamenti ... 160 kg/m2 Pavimentazione ... 40 kg/m2 Massetto ... 130 kg/m2 Soletta ... 100 kg/m2 Mezzane ... 50 kg/m2 Orditura di travicelli... 20 kg/m2 Orditura delle travi principali ... 20 kg/m2 Totale peso strutturale ... 190 kg/m2 Totale peso non strutturale ... 330 kg/m2 Accidentali (Cat. A)... 200 kg/m2

Peso solaio esistente di copertura in legno (tipo 6)

Manto di copertura ... 60 kg/m2 Soletta ... 100 kg/m2 Mezzane ... 50 kg/m2 Orditura di travicelli... 20 kg/m2 Orditura delle travi principali ... 30 kg/m2 Totale peso strutturale ... 200 kg/m2 Totale peso non strutturale ... 60 kg/m2 Carico neve (<1000m s.l.m.) ... 115 kg/m2

A seguire si riporta il calcolo delle azioni della neve e del vento, elaborate con un foglio di calcolo realizzato dall’autore.

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