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5. CONCLUSIONE
L’interesse per la scrittura di Rebecca Harding Davis è nato circa due anni fa, dopo un corso di traduzione di letteratura Anglo- Americana, che prevedeva l’analisi e la traduzione di alcuni capitoli di Yonnondio di Tillie Olsen. Affascinata da questo romanzo avrei voluto che fosse oggetto della mia tesi di laurea ma non essendo possibile, mi è stato proposto Life in the Iron Mills, che Olsen stessa aveva riscoperto e analizzato suggerendone la ristampa e scrivendone un’introduzione bio-bibliografica molto appassionata. Dopo aver preso visione della produzione di Rebecca Harding Davis e del contesto storico-letterario in cui ha operato, ho deciso che era il testo giusto per me.
Il lavoro di tesi comprende molte fasi, la lettura del testo, la
traduzione, la ricerca di materiale sulla scrittrice e sul testo stesso. La
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bibliografia esistente su Rebecca Harding Davis non è estesissima, perché la sua riscoperta si deve, appunto a Tillie Olsen, e ciò che esiste è quasi completamente riconducibile a lei, ma ciò che ho trovato, soprattutto sulla vita della scrittrice mi ha colpito molto.
Leggendone la biografia, le lettere sono entrata nella sua realtà, nella sua epoca, nella sua vita, ho cercato di capire “la sorgente” della scrittura. È un lavoro interessante, soprattutto quando si viene a contatto con una figura con poca visibilità nell’ambito della letteratura, come è capitato a Rebecca Harding Davis. Così leggendo il materiale biografico, mi sono resa conto che le donne alle prese con i problemi dell’emancipazione cento, centocinquant’anni fa, provavano la stessa inquietudine e avevano gli stessi problemi delle donne di oggi. Rebecca Harding Davis voleva diventare una grande scrittrice, ma dovette abbandonare i propri sogni per la famiglia, per i figli, per il marito. Doveva scrivere per poter mandare avanti una famiglia con bambini piccoli, e il sogno ha dovuto fu ridimensionato dalla la quotidianità. Molti dei suoi racconti mostrano la situazione di donne costrette a limitare le aspirazioni e ambizioni per ricoprire i ruoli di donna, madre, figlia imposti dalla società, ad abbandonare i desideri di autonomia e indipendenza per non turbare l’equilibrio delle loro vite, quello dei loro compagni uomini. Il conflitto tra desiderio di realizzazione personale e professionale è una costante nella vita delle donne, un problema attuale, allora come ora. Ma la scelta di trattarlo come tema centrale in molti articoli e testi letterari è ciò che fa definire Rebecca Harding Davis una scrittrice avanti con i tempi.
Sicuramente all’epoca di Harding Davis, poche donne si trovavano a
poter scegliere, poiché la scelta era obbligata, e forse il progresso è
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