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Capitolo 3.
Scopo della tesi.
Come riferito in precedenza le diverse qualità della luce influenzano le risposte fotomorfogeniche delle colture in vitro. Tuttavia, le poche indagini effettuate ancora non hanno permesso di approfondire le conoscenze su questo tema. In seguito alla scoperta dei fotorecettori, fitocromo e criptocromo, per la luce rossa e blu, gli studi relativi agli effetti indotti da queste due diverse qualità di luce hanno rilevato aspetti interessanti. Le risposte fotomorfogeniche delle colture sono diverse tra loro e a volte contraddittorie; molto dipende dalla specie studiata e dalle condizioni ambientali e nutrizionali della coltura. In particolare è il bilancio ormonale ad essere alterato dai fotorecettori.
Lo stadio di moltiplicazione dei germogli sicuramente è quello in cui si hanno riferimenti maggiori. Si è visto come la luce rossa in molte specie induca un aumento della proliferazione dei germogli con una riduzione sostanziale della dominanza apicale. A sua volta la luce blu ha gli stessi effetti su vite (Chèe, 1986).
Oltre alla luce rossa e blu vi sono risposte fotomorfogeniche che possono essere indotte da altre qualità di luce come ad esempio quella gialla e verde. Il fotorecettore interessato è sempre il fitocromo in grado di assorbire la luce da
280 nm a 800 nm.
Nel seguente lavoro di tesi abbiamo cercato di mettere in evidenza come la luce nelle sue diverse qualità e quindi lunghezze d’onda, influenzi il processo di radicazione dei germogli.
Le specie utilizzate sono melo, susino e cotogno. Dai rilievi fatti sui diversi esperimenti, abbiamo visto come tra le diverse specie le risposte sono diverse in base al tipo di luce utilizzata. Gli esperimenti sono stati condotti mettendo i germogli a radicare in diverse camere di crescita con luci e diverse lunghezza d’onda. Per l’ MM106 sono stai effettuati anche esperimenti combinando due diverse qualità di luce contemporaneamente: luce bianca e rossa. Oltre alle differenze relative alla qualità della luce si è valutata l’influenza che può avere la diversa esposizione e la diversa intensità luminosa sul processo di radicazione. In alcuni esperimenti i germogli, infatti, dopo essere stati esposti a trattamenti luminosi con luci di diversa qualità per un periodo di esposizione che poteva
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variare tra i 3 e 6 giorni ( MRS2/5, BA29) e 9 giorni (MM106), venivano trasferiti in camera di crescita con luce bianca. Lo stesso avveniva per i germogli sottoposti a periodi di buio diversi. La valutazione dei dati ha interessato il numero di germogli radicati, numero di radici per germoglio, lunghezza dei germogli e solo per l’ MRS2/5 la lunghezza delle radici. Essendo la fase di radicazione anche una fase di pretrapianto, quindi precedente a quella di acclimatazione, riuscire ad ottenere plantuline radicate e sfruttando gli eventuali effetti positivi delle diverse qualità di luce sulla parte epigea, tipo l’ interazione luce blu e verde sul differenziamento e attivazione degli stomi, si potrebbero ridurre gli effetti dei diversi tipi di stress a cui le plantuline sono sottoposte una volta passate dallo ambiente in vitro a quello in vivo.