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CONCLUSIONI
Lo scopo del presente progetto di tesi è la realizzazione di un prototipo di un telecomando universale a controllo vocale utilizzando un’interfaccia a infrarossi. È stato sviluppato utilizzando un single-board computer, in questo caso un Raspberry pi modello B, per verificare la fattibilità e la bontà del progetto e valutarne possibili sviluppi futuri. La rilevanza del lavoro eseguito sta nel fatto di porre le basi per la realizzazione di dispositivi dedicati a persone con difficoltà fisico-motorie in modo permanente o provvisorio. Si è stati indotti ad affrontare queste problematiche riguardante questo bacino di utenze constatando alcuni dati pubblicati nel 2015 dal Censis, secondo il quale i disabili in Italia sarebbero 4,1 milioni, pari al 6,7% della popolazione; non contando coloro con difficoltà provvisorie e quelle persone anziane che cominciano ad avere problemi motori, non percependo nessuna assistenza economica o aiuto attraverso servizi opportuni da parte di enti preposti. Quindi, notando la quasi mancanza di prodotti consumer indirizzati a queste esigenze e il nomenclatore di ausili/protesi non aggiornato oppure inadeguato per le esigenze odierne (tranne alcune eccezioni positive della sanità regionale). L’esposizione precedente è il presupposto delle scelte progettuali con le conseguenti implementazioni, quindi per prima cosa, per controllare il telecomando si è optato di sfruttare il comando vocale dell’utente con l’implementazione del riconoscimento delle parole pronunciate. La politica intrapresa in questo progetto è stata quella di mantenere i costi bassi (per agevolare in futuro la distribuzione commerciale), per cui si è preferito di scegliere tecnologie, servizi e software open-source. Il servizio online utilizzato per il riconoscimento vocale è wit.ai avente prestazioni simili a quelli a pagamento (Google voice), in caso di connessione assente si è installata una libreria (Sphinx) con prestazioni minori rispetto ai servizi online. La predilezione di
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utilizzare un single-board computer è dovuta da diversi fattori: supporta vari linguaggi di programmazione e sistemi operativi molti dei quali open-source, facilità di implementazione hardware, alimentazione agevole con valore di 5V (tramite semplice cavo micro-USB) e documentazione approfondita sul sito del produttore. Per quanto riguarda nello specifico l’iter dell’interfaccia infrarosso dalle scelte progettuali fino la sua realizzazione non ha destato dubbi particolari e le sue prestazioni sperimentali sono congrue a quelle desiderate. Nel collaudo l’interfaccia InfraRed ha inviato il segnale infrarosso con qualunque protocollo, inoltre si è controllato un televisore SONY inviando gli opportuni comandi senza alcun problema verificando in questo modo: l’angolo di emissione del LED IR non è selettivo (infatti non bisogna puntare precisamente al ricevitore della TV) e copre la distanza dell’ordine del metro. Anche la parte di acquisizione dei segnali infrarossi utilizzando il modulo ricevitore non ha dato problemi, provando in questo caso diverse marche di telecomandi riuscendo a rilevare il segnale senza introdurre rumore tale da non riconoscere il segnale. Uno strumento affidabile è stato LIRC grazie al quale ha facilitato la comunicazione tra interfaccia IR e Raspberry. Inoltre, con l’implementazione del display touch- screen si facilita l’utilizzo e aumenta l’interattività con l’utente, grazie l’implementazione di un’interfaccia grafica (GUI). Si può affermare che è stato possibile realizzare un prototipo a basso costo, infatti è possibile implementarlo ulteriormente (es. Bluetooth), valutando un possibile start-up e ingegnerizzazione del progetto. Poiché, il mercato consumer non offre molto verso questo bacino di utenze (in incremento) e il servizio pubblico non è adeguato. Per vedere le principali caratteristiche del prototipo dettagliate guardare l’ultimo paragrafo del capitolo 5.