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Standard di descrizione archivistica

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(1)

Standard di descrizione

archivistica

(2)

Approccio alla standardizzazione

L’esperienza italiana ed

internazionale, l’evoluzione del concetto, le sue applicazioni

(3)

Definizione di standard

• Insieme di norme e convenzioni elaborate per permettere ad una comunità di

uniformare il proprio comportamento

attraverso pratiche comuni che permettano di raggiungere fini identici o almeno

confrontabili

(4)

La realtà degli standard: un punto di partenza

• International Organization for Standardization (ISO)

(5)

Un panorama di standard archivistici e di gestione

documentale

• ICA

http://www.wien2004.ica.org/en/standar ds

• ICAR

(6)

Definizione preliminare di standardizzazione

• Processo di elaborazione di regole

omogenee e condivise per la individuazione degli oggetti da descrivere e per la loro

descrizione

• Standard per la descrizione archivistica

come risultato del processo di elaborazione

(7)

La descrizione: fase imprescindibile della valorizzazione e della

utilizzazione del materiale

archivistico

(8)

Definizione di descrizione archivistica

• Descrizione archivistica (archival description).

L'elaborazione di un'esatta rappresentazione di una unità di descrizione e delle parti che eventualmente la compongono attraverso la raccolta, il confronto, l'analisi e l'organizzazione di ogni informazione che permetta di identificare il materiale documentario e di illustrare il suo contesto di produzione ed i sistemi di archiviazione in base ai quali è stato organizzato.

(9)

Descrizione di contesti

• La descrizione archivistica è descrizione di contesti

• Necessità di mettere in relazione gli oggetti della descrizione

(10)

Esigenza di sistematizzare

• Il processo di standardizzazione non

comporta, almeno nelle sue linee generali e di impostazione, rinnovamenti o

ribaltamenti della disciplina. Rappresenta piuttosto un tentativo di rendere

sistematiche ed omogenee nella loro

applicazione norme non scritte o scritte solo parzialmente.

(11)

Gli standard sono concepiti per identificare contesto e contenuto del materiale

archivistico al fine di promuoverne

l’accessibilità. Nella loro elaborazione a tal fine si fa riferimento ai principi e alle

tradizioni archivistiche condivise.

(12)

Obiettivi della standardizzazione

• Elaborazione di regole e accorgimenti che consentano di esplicitare la ricchezza

informativa accumulata dal materiale

archivistico lungo il percorso di produzione uso e conservazione

• Individuazione di modelli che consentano la circolazione delle informazioni

• Semplificazione del recupero delle informazioni

(13)

L’evoluzione del processo di standardizzazione

• La realtà italiana prima della elaborazione delle ISAD(G)

• Le esperienze internazionali

• Dai casi nazionali al tentativo di definizione di uno standard internazionale

• Le ISAD(G)

• ISAAR (CPF)

(14)

Il caso italiano: tradizione

archivistica e standardizzazione

• Complessità e ricchezza della realtà storica

• Complessità e dinamicità del quadro storico-istituzionale

• Complessità effettiva della interpretazione della produzione documentaria

• Articolazione dei progetti conservativi

• Forti tradizioni archivistiche regionali

(15)

Il metodo come modello

• Unicità dell’archivio

• La teoria del rispecchiamento: il metodo di ordinamento diviene lo strumento per

estrinsecare il rapporto ente - archivio

• Il metodo storico come elemento di normalizzazione

• Scarsa attenzione al problema della descrizione

(16)

Il metodo come modello: esiti insoddisfacenti

• Dispersione di informazioni

• Eterogeneità di risultati: informazioni simili riprodotte in maniera non omogenea

• Sforzi di normalizzazione redazionale

“isolati”

(17)

Un approccio alla

normalizzazione: i criteri di redazione degli strumenti

• Sovrapposizione tra ordinamento e descrizione

• Accorgimenti grafici che investono solo parzialmente e comunque non risolvono i problemi di fondo

(18)

Nuove prospettive metodologiche

• La crisi della teoria dell’ordine originario

• Valenti, Stella, Pavone, Zanni Rosiello:

verso una lettura dell’archivio come

risultato di un processo storico complesso che riflette oltre alla storia dell’ente

produttore anche il processo di trasmissione e riconosce in esso un patrimonio

informativo di prima grandezza.

(19)

Nuove prospettive e nuove esigenze

• Diminuzione della fiducia nei metodi di ordinamento

• Consapevolezza che la descrizione assume

peculiarità specifiche e diviene chiave di accesso alle informazioni

• Domanda diversificata da parte dell’utenza

• Esigenza di dar conto di un processo complesso non più fatto da rapporti uno a uno ma ricco di articolazioni informative.

(20)

L’approccio italiano ai problemi della standardizzazione

• Atteggiamento ambivalente

– rispetto delle peculiarità e diffidenza verso i tentativi di standardizzazione

– nuova visione del rapporto ente archivio e

maggior sensibilità nei confronti del problema del recupero dell’informazione = apertura ai processi di standardizzazione

(21)

Un punto di arrivo

• Allineamento pieno e costruttivo degli archivisti italiani ad un progetto volto ad elaborare regole ed accorgimenti che

permettano di esplicitare la ricchezza di

informazioni delle carte lungo il percorso di trasmissione e di descrivere tale patrimonio informativo secondo criteri univoci e

condivisi

(22)

I tentativi di normalizzazione a livello nazionale

• Prevalere dei criteri che abbiamo definito

“redazionali” e forte aderenza al metodo storico.

• Scarsa incisività rispetto a problemi che sono venuti manifestandosi nel corso

dell’ultimo decennio ma che erano già chiari (ed irrisolti) da tempo

(23)

La circolare 39/1966

• Direzione generale degli archivi di Stato

• Strumento di grande utilità forse sottovalutato

• Riassunto della prassi del lavoro

archivistico e tentativo di indirizzare la redazione degli strumenti

• Scarsa strutturazione dell’informazione

(24)

La struttura della circolare

Norme per la pubblicazione degli inventari

• Criteri di massima per l’ordinamento

– Periodizzazione

– Ordine di distribuzione della materia

• Introduzione agli inventari

– Inquadramento storico – Descrizione dell’archivio – Avvertenze particolari – Bibliografia

(25)

• Inventari

– Grado di analiticità

– Uniformità della scala adottata – Descrizione delle singole voci – Osservazioni

– Segnatura archivistica

– Consistenza delle unità inventariate – Datazione

– Allegati

– Collocazione degli elementi nel dattiloscritto – Indice dei nomi

(26)

La guida generale degli archivi di Stato

• la guida deve essere unitaria per impostazione e realizzazione e

facile nella lettura per linguaggio e veste tipografica;

• - la guida non deve essere nè un manuale di archivistica nè una storia delle istituzioni ma deve offrire un quadro reale del

contenuto negli archivi senza

giudizi di merito sui fondi e senza generiche lamentele sulla

conservazione o sulla trascuratezza;

(27)

• - ogni voce della guida deve

rispondere ad una tripartizione: I.

Archivi di istituzioni e uffici fino all'unificazione d'Italia, con

ripartizioni interne secondo le grandi periodizzazioni valide per i singoli Stati (antichi regimi, periodo

napoleonico, restaurazione);II.

Archivi degli organi periferici dello Stato unitario;III. Altri archivi che non rientrano nelle precedenti due categorie (archivi non statali,

archivi notarili, archivi privati, ecc.);

(28)

Un tentativo di normalizzazione informatica: il progetto

“Anagrafe”

• I presupposti di Anagrafe:

– Le leggi per la catalogazione dei beni culturali ed il ritardo del settore archivistico

– le nuove esigenze ed il mutato atteggiamento nei confronti dell’informatica

(29)

Gli obiettivi di Anagrafe

• Costituzione di una banca dati centrale presso il MBCA

• Descrizione di enti, complessi archivistici ed unità archivistiche

(30)

Anagrafe: una valutazione sommaria

• Tentativo di razionalizzazione,

• ambiguità tra finalità gestionali e storico archivistiche

• sovrapposizione dei due aspetti verso una logica di accumulo dei dati

• quantità piuttosto che qualità

• scarsa gestibilità complessiva del sw (tabelle, codici)

(31)

“Riprogettare Anagrafe”

• Iniziativa in corso (RAS, 2000)

• Recupero dei dati

• Aggiornamento modello tecnologico

– EAD codificazione degli strumenti di ricerca

– Z39.50 open standard, strumento di cumulazione virtuale di informazioni “traduttore”

• Anagrafe come punto di scambio tra diversi

sistemi informativi periferici e non come collettore centralizzato

(32)

Il dibattito internazionale sulla standardizzazione della

descrizione

• Gli elementi che accelerano il processo di studio ed individuazione dei meccanismi di standardizzazione della descrizione

archivistica:

– Attenzione alla comunicazione – Standard bibliografici

– Diffusione dell’informatica – Nuove esigenze dell’utenza

(33)

L’elemento di novità in questo approccio risiede, almeno

inizialmente, nella volontà di conferire sistematicità al

processo di definizione degli standard piuttosto che nei

contenuti

(34)

Working group on standards for archival description

• Nasce nel 1988 e pubblica i risultati del

proprio lavoro su “The American Archivist”

• Produce un Report conclusivo, una serie di raccomendations e una checklist of

standards for archival description

(35)

I risultati più significativi conseguiti dal Working group

• In generale la sistematicità dell’approccio e la volontà di esaustività

• in particolare:

– la definizione di archival description

– la matrix of standard for archival description – la distinzione dei livelli di applicazione

(36)

Archival description

• Processo di raccolta, organizzazione ed

analisi delle informazioni necessarie per la identificazione, la gestione e

l’interpretazione del materiale conservato in un istituto archivistico e come

l’illustrazione del contesto e del sistema archivistico in genere

(37)

Conseguenze della definizione

• La descrizione archivistica è un processo, un fatto in divenire non qualcosa di compiuto. Si applica ad ogni momento della vita del documento

• In questo caso non è finalizzata alla creazione di strumenti di ricerca ma a rendere visibile il processo di produzione e gestione della documentazione a monte

• Non ci si limita alla descrizione del materiale ma si prende in considerazione il contesto in cui è stato creato.

(38)

La lista controllata degli standard

• Griglia di classificazione costituita valutando e classificando:

– forza prescrittiva – origine

– livello operativo

(39)

Forza prescrittiva

• Technical standards

– risultati identici in ogni occasione in cui vengano correttamente applicati

• conventions

– Più flessibili e variabili, garantiscono risultati simili ma non identici

• guidelines

– criteri di riferimento

(40)

Origine

• Standard interni al mondo archivistico

• Standard esterni al mondo archivistico

– L’apertura a standard esterni è garanzia di interdisciplinarità e spinge l’archivista ad

interrogarsi sul proprio ruolo nella definizione e modifica degli standard

(41)

Livello operativo

• Information system standards

– relativi al sistema informativo nel suo complesso e alla sua organizzazione

• data structure standards

– individuano gli elementi informativi presenti in ogni componente del s.i.

• data content standards

– definiscono le regole per l’inserimento dei dati negli elementi definiti nei data structure

• data value standards

– liste di termini o valori accettati nella compilazione dei data structure

(42)

Il lavoro del working group si orienta ad un sistema che

trascende il singolo istituto in direzione della creazione di un sistema informativo integrato con

quello bibliografico

(43)

Archives, personal paper and manuscripts (APPM) 1983 e

1989

• Si inserisce nell’approccio statunitense fortemente orientato all’integrazione tra descrizione bibliotecaria e archivistica

• Primo manuale a dettare regole uniformi relative alla natura, struttura e forma dei dati

• Si modella sulle AACR (anglo american cataloguing rules)

(44)

L’organizzazione

dell’informazione in APPM

• Title and statement of responsability area

• Edition area

• Physical Description area

• Notes area

(45)

L’aderenza alle regole di catalogazione

bibliografica, per quanto mediata, limita

il modello descrittivo proposto da APPM

e prevede un ampliamento dell’area delle

note per comprendere le informazioni di

natura tipicamente archivistica.

(46)

IL Manual of Archival Description (MAD) e

l’esperienza inglese

• Approccio orientato al mondo archivistico

• Individuazione di standard per la

produzione di strumenti di ricerca (finding aid) di tipo tradizionale

• Specificità dell’inventariazione archivistica rispetto alla catalogazione bibliografica

(47)

• MAD si pone l’obiettivo di fornire standard per la produzione di

strumenti di ricerca e di sistemi di

strumenti di ricerca a livello degli

istituti conservatori

(48)

La teoria dei livelli nodo

concettuale dell’elaborazione di Cook

• La descrizione dei fondi archivistici è costituita da un insieme di descrizioni distinte e collegate gerarchicamente

secondo una scala che va dal generale al particolare. I fondi sono costituiti da un intreccio di relazioni (archival

relationships) che legano tra loro le varie parti e le singole unità

(49)

I livelli

• Repository

• management groups

• groups (collections/fonds)

• classes (series)

• items

• pieces

(50)

L’articolazione della descrizione

• Macro description

– entità collettive

• Micro description

– entità individuali

(51)

I description formats

• A ciascun livello corrisponde uno specifico formato descrittivo che è il risultato della combinazione di determinate tipologie

descrittive (data elements)

(52)

L’esperienza canadese: le rules of archival description (RAD)

• Progetto di ampio respiro e forte complessità

• La normalizzazione è posta al centro della riflessione teorica degli archivisti

• Gli standard orientano la politica di gestione delle informazioni e fanno

riferimento ad ogni tipologia documentaria, non solo a quella di carattere storico.

(53)

I principi generali della descrizione in RAD

• Modello di riferimento APPM

• Introduzioni di distinzioni significative rispetto al modello

– distinzione in livelli

– aggiunta di un’area descrittiva (archival

description area) che raccoglie gli elementi descrittivi peculiari degli archivi

(54)

Le RAD propongono un modello

descrittivo particolarmente accurato nel grado di elaborazione delle norme e, pur

ispirandosi al modello catalografico e bibliografico, recepiscono in maniera

significative le peculiarità della

descrizione archivistica

(55)

Statement of principles regarding archival description

• Dichiarazione di principi

– a) obiettivi della standardizzazione

– b) definizione delle unità di descrizione

– c) impostazione della descrizione: dal generale al particolare

– d) definizione del concetto di elemento della descrizione e della pertinenza di livello

dell’informazione

– e) Il recupero delle informazioni come parte integrante del processo di standardizzazione

(56)

Obiettivi della standardizzazione

• Gli standard hanno l’obiettivo di

identificare contesto e contenuto del materiale archivistico al fine di

promuoverne l’accessibilità

(57)

Definizione dell’unità di descrizione

• Qualsiasi unità archivistica a prescindere dalla forma e dal supporto è unità di

descrizione. Al livello più alto sta il fondo.

(58)

Generalità della struttura

• La descrizione deve procedere dal generale al particolare, secondo il modello esplicitato nelle teoria dei livelli

(59)

Elementi della descrizione

• Ogni descrizione a prescindere dal livello è composta da un gruppo di elementi ordinati e pertinenti al livello.

(60)

Recupero delle informazioni

• Struttura e contenuti devono facilitare il recupero delle informazioni

(61)

ISAD(G)

• Presupposti MAD

• Elaborazione sistematica di concetti noti all’archivistica

• General: prima versione elemento di valutazione 1994

• Strumento di confronto tra diverse tradizioni archivistiche nazionali

• Necessità di elaborazioni successive

(62)

ISAD(G) la seconda versione

• Dalla commissione ad hoc al comitato permanente (pechino 1996)

• Proposta di revisione che si sostanzia in 101 pagine

• Presentazione definitiva seconda versione Siviglia 2000

(63)

La struttura di ISAD (G)

• Introduzione

• Glossario

• 1) Descrizione in più livelli

• 2) Regole della descrizione in più livelli

• 3) Elementi descrittivi

(64)

Introduzione

• Illustrazione degli obiettivi

• Definizione della “generalità”

• Struttura della regola

• Individuazione delle aree

• Elementi per il formato di scambio internazionale

(65)

Introduzione 1: natura generale

• Standard generali da utilizzare INSIEME a standard nazionali o PER sviluppare

standard nazionali

(66)

Intro 2:descrizione dalla formazione e controllo

intellettuale

• Scopo della descrizione è identificare contesto e contenuto per promuovere l’accessibilità

• Tali attività possono iniziare fin dal momento della formazione dei documenti (nel caso di

sistemi informativi anche dalla CONCEZIONE)

• Ciò garantisce il controllo intellettuale e consente di tramandare documenti affidabili, autentici e

significativi

(67)

Intro 3: informazione dinamica lungo tutto il ciclo vitale

• In ogni fase del ciclo vitale si acquisiscono elementi di informazione relativi al

materiale archivistico che possono rivelarsi essenziali alla sua utilizzazione

(produzione, procedure di valutazione ecc.)

• Sistemi informativi evoluti possono poi selezionare o integrare tali informazioni

(68)

Intro 4: Generalità delle regole

• Regole indipendenti dal supporto e dalla tipologia.

• Sono esclusi sigilli, registrazioni sonore e mappe che già hanno manuali ad hoc

• ISAD può essere usato insieme ai manuali speciali

(69)

Intro5: obiettivi del processo di standardizzazione

• Elaborazione di descrizioni coerenti, appropriate ed autoesplicative

• Facilitare il recupero e lo scambio di informazioni

• Permettere la condivisione di informazioni di autorità

• Rendere possibile l’integrazione di differenti

descrizioni archivistiche in un sistema informativo unificato

(70)

Intro6: elasticità delle norme

• Gli elementi della descrizione previsti sono 26

• Le norme sono generali e NON FORNISCONO FORMATI DI

PRESENTAZIONE DEI DATI IN INVENTARI CATALOGHI ECC.

(71)

Intro7: base principi teorici riconosciuti

• Le norme si basano su principi teorici riconosciuti

• P.e. la descrizione dal generale al

particolare è conseguenza del respect des fonds

(72)

Intro8: i livelli della descrizione

• Esistono livelli di descrizione appropriati ad ogni livello di ordinamento

• Il fondo può essere descritto come tutto in una

sola descrizione oppure scomposto nelle sue parti dando le relative informazioni ai vari livelli. Sono possibili livelli intermedi

• Accanto ai livelli di descrizione occorre inserire la descrizione delle relazioni tra soggetto produttore e unità di descrizione

(73)

Intro9 struttura della regola

• Nome dell’elemento cui si applica

• Enunciato della funzione (scopo)

• Regola

• Esempi

(74)

Intro 10: organizzazione degli elementi descrittivi in 7 aree

• Area dell’identificazione (informazioni essenziali per l’identificazione)

• Area delle informazioni sul contesto

(informazioni relative ala provenienza e alla storia della conservazione)

• Area delle informazioni relative al

contenuto e alla struttura (contenuto e ordinamento)

(75)

aree2

• Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso e utilizzazione(disponibilità)

• Area delle informazioni relative a documentazione collegata e complementare (relazioni con

documenti conservati altrove ma significativi ai fini della comprensione

• Area delle note

• Area di controllo della descrizione (informazioni su chi come e quando ha descritto)

(76)

Elementi descrittivi essenziali per lo scambio di informazioni a livello internazionale

• Tutti i 26 elementi possono essere utilizzati ma solo questi sono essenziali

• Segnatura o codice identificativo

• Denominazione o titolo

• Soggetto produttore

• Data

• Consistenza

• Livello di descrizione

(77)

Descrizione in più livelli

• Introduzione:

• Se si intende descrivere un fondo nel suo

complesso si usa una sola descrizione utilizzando gli elementi appropriati. Se è necessari descrivere anche le parti che lo compongono si descrivono separatamente utilizzando gli elementi appropriati alle parti.

• L’insieme di queste descrizioni collegate

gerarchicamente ci dà la rappresentazione del fondo

(78)

Regole della descrizione in più livelli

• Se si stabiliscono rapporti gerarchici tra le descrizioni si devono osservare queste

regole:

– Descrizione dal generale al particolare

– Informazioni pertinenti al livello di descrizione – Collegamento tra le descrizioni

– Non ripetizione delle informazioni

(79)

Descrizione dal generale al particolare

• Scopo: rappresentare il contesto e la struttura gerarchica del fondo

– A livello di fondo le informazioni relative al fondo nel suo complesso

– Ai livelli successivi le informazioni relative ad ogni singola unità di descrizione

(80)

Informazioni pertinenti al livello di descrizione

• Scopo: descrivere accuratamente l’unità di descrizione

– Fornire soltanto le informazioni pertinenti al livello ad esempio non fornire descrizioni

dettagliate delle unità archivistiche se l’unità di descrizione è un fondo; non fornire la storia di un intero ministero se a produrre il fondo è una sua direzione generale;

(81)

Collegamento tra le descrizioni

• Scopo: rendere esplicita la posizione

dell’unità di descrizione all’interno della struttura gerarchica

– Collegare ciascuna unità di descrizione a quella immediatamente superiore

(82)

Non ripetizione delle informazioni

• Scopo: evitare la ripetizione delle descrizioni archivistiche collegate gerarchicamente

– Dare l’informazione comune a tutte le parti al livello appropriato più elevato

(83)

Gli elementi descrittivi: l’area dell’identificazione

• Segnatura e/o codice identificativo

• Scopo identificare univocamente l’unità di descrizione

• Codice paese secondo la orma UNI EN

• Codice dell’istituzione archivistica

• Specifica segnatura locale

• IT AS FI

(84)

Denominazione o titolo

• Denominare l’unità di descrizione

• Riportare il titolo originale o attribuire un titolo conciso

(85)

ISAAR (CPF)

• International Standard Archival Authority Record (Corporate Bodies, Persons, Families)

• due obiettivi: dare regole generali per stabilire liste di autorità controllate dei soggetti produttori (authority files)

• descrizioni separate, autonome e autoesplicative dei soggetti produttori stessi in maniera da mettere in relazione archivi e produttori.

(86)

Record di autorità

• Nei sistemi informativi bibliotecari, l’entità identificata da un nome che costituisce chiave d’accesso è l’oggetto di una descrizione

normalizzata definita record d’autorità. Il record d’autorità consiste di una intestazione d’autorità (cioè la forma normalizzata del nome o del

termine utilizzato come chiave d’accesso) associata ad altri elementi informativi che

descrivono l’entità identificata o rinviano ad altre intestazioni d’ autorità.

(87)

File di autorità

• In un record d’autorità tradizionale questi altri elementi informativi sono limitati ai dati essenziali ad ottenere una inequivoca identificazione dell’entità tale che i diversi record d’autorità raccolti ed aggiornati

all’interno di un ampio file d’autorità possano essere distinti con chiarezza.

(88)

Record di autorità archivistici

• IUna descrizione normalizzata del soggetto

produttore di documentazione archivistica può essere vista come un tipo di record d’autorità, consistente di una intestazione d’autorità (la denominazione) associata ad altri elementi

informativi che descrivono l’entità così identificata o che rinviano ad altre intestazioni d’autorità.

• USO + AMPIO DEGLI ALTRI ELEMENTI INFORMATIVI = RECORD DI AUTORITA’

ARCHIVISTICI

(89)

• FINALITA’ DELLO STANDARD

• I.12 Questo standard consiste in un insieme di

elementi informativi numerati che possono essere usati:

  a) per controllare l’elaborazione e l’uso delle chiavi d’accesso in record descrittivi; e/o

  b) descrivere un ente, una persona, o una famiglia come entità autonome all’interno di un sistema di descrizioni archivistiche.

(90)

• TIPLOGIE DI INFORMAZIONI E MODALITA’ D’USO

• I.13 Questo standard determina le tipologie di informazioni che dovrebbero essere comprese in un record d’autorità

archivistico. Il contenuto concreto degli elementi informativi compresi in tale record sarà determinato dalle convenzioni e/o regole che ciascuna istituzione segue per stabilire le intestazioni d’autorità (vedi 1.3) e la/le intestazione/i

associata/e parallela/e (vedi 1.4), la/le forma/e esclusa/e (vedi 1.5), la/le intestazione/i d’autorità correlata/e (vedi 1.6).

(91)

Elementi

• All’interno di questa struttura gli elementi sono raggruppati in tre aree:

• 1. Area del controllo d’autorità

• stabilisce la intestazione d’autorità e provvede ai collegamenti con le altre intestazioni

• 2. Area delle informazioni

• fornisce le informazioni appropriate relative agli enti, persone, famiglie identificate nella intestazione d’autorità

• 3. Area delle note

• dà conto della redazione e dell’aggiornamento del record d’autorità.

(92)

Guidelines for the preparation and presentation of finding aids

• indicazioni generali per l'elaborazione di strumenti di ricerca accurati, coerenti e autoesplicativi,

secondo principi non dipendenti dalla tecnica - tradizionale o automatizzata e/o dagli strumenti software e/o di codificazione elettronica utilizzati (come da esempio EAD, HTML, il formato

MARC ecc.).

(93)

Un sistema integrato di strumenti per la ricerca

• Ogni strumento di ricerca deve essere pensato, come parte di un più ampio e comprensivo

integrated finding aid system, all'interno del quale ciascun strumento sia disegnato in congiunzione con gli altri, e allo scopo di offrire reciproco

complemento informativo.

• Oltre alle descrizioni sono necessarie altre

componenti file di autorità, indici, thesaurus, ecc.,

(94)

Regole

• Nella creazione di strumenti attenersi a regole chiaramente stabilite attraverso la predisposizione di appositi manuali di

procedure.

• Regole volte a definire definire a beneficio degli utenti, gli scopi dei vari strumenti di ricerca.

(95)

ISDIAH

• International Standard for Describing

Institutions with Archival Holdings, First edition

• Standard internazionale per la descrizione degli istituti conservatori di archivi

• Prima edizione 2008

(96)

Obiettivi

• Questo standard fornisce norme generali per la standardizzazione delle descrizioni degli istituti conservatori di archivi

(97)

Obiettivi 2

• fornire una guida pratica per identificare e contattare gli istituti conservatori di archivi, e per accedere alla documentazione

archivistica e ai servizi disponibili;

(98)

Obiettivi 3

• produrre directory e/o di liste d’autorità degli istituti conservatori;

• stabilire collegamenti con liste d’autorità di biblioteche e musei e/o sviluppare directory condivise di istituzioni culturali a livello

regionale, nazionale e internazionale, e produrre statistiche relative agli istituti

conservatori di archivi, a livello regionale, nazionale o internazionale.

(99)

EAC e EAC(CPF)

• Per le sintesi su EAD e EAC si è fatto in parte riferimento al sito ICAR

• Standard per la creazione della struttura semantica (DTD) all'interno della quale è possibile codificare in formato XML le notizie sui soggetti produttori d'archivio, ovvero i record d'autorità archivistici conformi ad ISAAR(CPF).

(100)

EAC(CPF)

• Nel 2010 è stata publicata la nuova versione dello schema e della relativa tag library di EAC-CPF (frutto del lavoro dell'EAC-CPF Working Group) il cui obiettivo è quello di

favorire l'interoperabilità tra sistemi informativi archivistici diversi, indipendentemente dai

supporti hardware e software utilizzati.

(101)

EAD

• EAD (Encoded Archival Description)

Elaborato nel 1998 dalla Society of American Archivists in collaborazione con la Library of Congress, EAD è uno standard per la creazione di una strutura semantica (DTD) all'interno della quale è possibile codificare in formato XML

strumenti di corredo archivistici di qualsiasi tipologia.

(102)

Obiettivi

• gestione e condivisione del patrimonio documentario,

• supporto per la conservazione,

accessibilità, fruizione e trattamento del materiale

(103)

Accesso integrato

• “A goal of EAD is to make archival

resources from many institutions accessible to users. To achieve this goal, EAD must

accommodate a wide range of internationally divergent descriptive practices. The standard must be responsive to clearly articulated

needs across the range of institutional or media-specific archival contexts”.

(104)

Struttura e non contenuto

• EAD is a data structure and not a data

content standard. It does not prescribe how one formulates the data that appears in any given data element - that is the role of

external national or international data content standards.

(105)

Struttura e non rappresentazione

• EAD focuses on the structural content of

archival description, not on its presentation.

However, the standard must provide sufficient mechanisms to support output in a variety of formats. These may include traditional forms of finding aids such as registers, inventories, and lists of various sorts, as well as new output forms for both web display and print.

(106)

XML

• utilizza la tecnologia XML per la

conservazione e la comunicazione dei dati, circostanza che rende il modello dati

indipendente da specifiche piattaforme hardware e software e la continuità della struttura e del contenuto garantisce

l'accettabilità e la validità nel tempo di ogni applicazione che lo utilizzi;

(107)

Un’applicazione

• consente la conversione di strumenti di

ricerca archivistici su supporto cartaceo e la loro pubblicazione in formato elettronico

(108)

Modello aperto

• è aperto a proposte di modifica, preferendo l'aggiunta piuttosto che la modifica di

elementi, in modo che le versioni successive della DTD EAD siano compatibili con quelle precedenti.

(109)

Esempi di applicazione

• .doc

• Rinasco

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