Il metabolismo di base (primario) comprende tutte le vie necessarie per la sopravvivenza delle cellule (A. Kossel, 1891)
I metaboliti primari sono:
Carboidrati
Proteine
Acidi nucleici
Lipidi
Le vie enziamatiche per biosintetizzare e modificare i metaboliti primari sono essenzialmente le stesse in tutti gli organismi.
Questi processi sono nel loro insieme descritti come metabolismo primario.
I metaboliti primari sono composti comunemente prodotti da tutte le piante e sono usati direttamente nella loro crescita e sviluppo.
I prodotti del metabolismo secondario sono sostanze spesso presenti solo in alcuni tipi di cellule specializzate e differenziate e non sono necessarie per le cellule stesse, ma sono utili alla pianta nel suo insieme (A. Kossel,1891)
Con l’attributo secondario fino a qualche tempo fa erano convenzionalmente indicati quei prodotti che non partecipano “direttamente” ai processi metabolici essenziali al mantenimento della vita in un organismo vegetale quali divisione cellulare, crescita, respirazione, riproduzione; per questo e per molto tempo è stata loro attribuita una funzione di scarto, detossificazione, accumulo o eccesso di
produzione di vie metaboliche primarie.
Sintetizzati dalle piante in piccole quantità rispetto ai metaboliti primari e, al contrario di questi ultimi, tendono ad essere sintetizzati da cellule specializzate e ad un determinato stadio di sviluppo
Le
piante
producono tanti tipi di MS
Alcuni tipi di microrganismi producono MS (es antibiotici). Soprattutto gli
attinomiceti, i
funghi filamentosi e i batteri
del suolo producono
un’enorme varietà di MS.
I MS prodotti dagli
animali
sono ad es utilizzati per la comunicazione e la
difesa del territorio (tioli, feromoni, acido formico)
Mephitis
mephitis
emette
essenze
odorose da speciali ghiandole quando si
sente attaccato.
Queste sostanze appartengono quasi tutte
al gruppo dei tioli, ovvero sostanze
organiche con un -SH nella molecola
tioacetati
idrolisi
tioli
quando le formiche vengono disturbate rilasciano feromoni di allarme, che sono stati identificati come idrocarburi e hanno funzione di difesa
Feromoni di allarme
Feromoni
Feromoni Aggregazione
Aggregazione
Asclepias curassavica
MS e interazione animale-animale
La farfalla monarca ottiene la tossina a causa della sua dieta a base di piante
della famiglia delle Asclepadiaceae che contengono glucosidi cardiaci tossici, i
cardenolidi che risultano emetici quando ingeriti dal predatore
La farfalla vicerè (non tossica) ha adattato
la sua colorazione per sfuggire ai predatori
MS e interazione animale-animale
La farfalla Monarca è tossica e viene vomitata dalla cinciarella che la
mangia.
IL dilemma delle piante: CRESCERE O DIFENDERSI?
Metabolismo secondario nelle piante
METABOLITI PRIMARI
Nuove cellule,
Tessuti, foglie
METABOLITI SECONDARI
Difesa da stress, parassiti,
erbivori
Sono alla base della
co-evoluzione
Ruolo biologico dei metaboliti secondari nelle piante
I ruoli più comuni per i metaboliti secondari nelle piante sono ruoli ecologici che governano le interazioni tra le piante e gli altri organismi
Interazione
chimica tra
pianta e
ambiente
Presenti in fiori e frutti Presenti in foglie, fusto e semiLe piante da sempre sono state fonte di nutrimento e cura per gli esseri viventi
svolgendo un ruolo fondamentale nell’evoluzione (e coevoluzione) degli organismi
erbivori e onnivori.
Ruolo dei metaboliti secondari nella fisiologia della pianta
e nella salute dell’uomo
I metaboliti secondari si raggruppano in classi su basi strutturali, o specie che li producono.
Interesse per i metaboliti secondari
-sostanze aromatiche
-coloranti
-sostanze di interesse farmacologico, nutraceutico, cosmetico,
agro-alimentare
Attrazione degli animali:
•Sostanze coloranti (licopene: colore rosso del pomodoro)
•Sostanze dolci (eugenolo: gusto di banana)
•Sostanze profumate (citrale: odore di limone)
Ruolo biologico dei metaboliti secondari nelle piante
eugenolo
licopene
Repulsione degli animali erbivori:
•Sostanze amare (tannino: astringente)
•Sostanze tossiche (digitossigenina: aritmie cardiache)
•Sostanze velenose (coniina: paralisi muscolare)
•Ormoni animali (juvabione: inibizione crescita larvale)
Ruolo biologico dei metaboliti secondari nelle piante
tannino
digitossigenina
Difesa da parassiti e piante antagoniste:
•Antimicrobici: (resveratrolo: battericida)
•Fitoalessine (acido protocatechico: antimicotico)
•Sostanze allelopatiche (juglone: antigerminativo)
Ruolo biologico dei metaboliti secondari nelle piante
resveratrolo
acido protocatechico
Ogni pianta nel proprio habitat comunica chimicamente non solo con gli
animali (es. insetti), ma anche con altre piante e microorganismi
(allelopatia).
Le piante, infatti, competono fra loro per la luce, l’acqua e i nutrienti nel
terreno
Il termine allelopatia, coniato dal fisiologo vegetale Hans Molisch nel 1937 è
riferito agli effetti di una specie vegetale sulla crescita e lo sviluppo di
un’altra
specie,
attraverso
il
rilascio
di
sostanze
allelochimiche
nell’ambiente.
Allelopatia
Allelopatia
Comunicazione pianta-pianta
Prodotte da diverse parti delle piante:
fiori, frutti, foglie, steli, corteccia, radici, percolati e composti derivati
Possono
persistere nel terreno
influenzando la crescita sia delle piante
già presenti nelle vicinanze, sia di quelle che verranno piantate
successivamente.
Molecole allelopatiche possono essere:
Alcaloidi
Fenilpropanoidi
Terpenoidi
Steroidi
Flavonoidi
Il noce (Juglans regia, Juglandaceae) richiede una grande quantità di sostanze nutritive dalla rizosfera. Questo determina la necessità di competere con le altre specie vegetali con le quali è chiamato a convivere.
Per assicurarsi il terreno e reprimere la concorrenza il noce secerne a livello radicale e tramite le foglie cadute al suolo una sostanza con proprietà antigerminative , un naftochinone, lo juglone che inibisce o limita la capacità di germinare di altre specie.
Allelopatia
In genere,
gli effetti allelopatici
provocano:
una riduzione della germinazione
uno sviluppo stentato
una riduzione dell’accrescimento delle plantule e dell’apparato radicale
una minore capacità di assorbimento degli elementi nutritivi
un rallentamento dell’attività enzimatica e fotosintetica
Allelopatia
Comunicazione pianta-pianta
Esistono due tipi di tossicità dei composti allelochimici che si distinguono sulla base dell’effetto provocato dalla pianta donatrice (pianta che produce i composti) alla pianta bersaglio:
– L’autotossicità dei composti allelochimici si ha quando questi ultimi colpiscono piante bersaglio appartenenti alla stessa specie di quella donatrice;
– Con l‘eterotossicità, i composti allelochimici colpiscono specie diverse da quelle della pianta donatrice.
L’incorporazione dei residui colturali nel terreno
è una pratica molto
diffusa in numerosi sistemi agricoli ed il suo scopo include il miglioramento
delle proprietà del suolo, l’incremento della biodiversità del terreno,
l’apporto di ulteriore sostanza organica, la riduzione di fenomeni erosivi ed
un miglioramento della gestione idrica. Allo stesso tempo, tale pratica può
risultare in una
minore resa della coltura
a causa del rilascio di sostanze
allelopatiche nel terreno, in special modo componenti fenolici, durante la
decomposizione dei residui colturali
Allelopatia
La produzione delle sostanze allelochimiche può avvenire sia durante il periodo di crescita della pianta, sia durante la decomposizione dei residui vegetali, tanto epigei come ipogei. Il rilascio di tali sostanze ha luogo attraverso i seguenti:
Volatilizzazione: rilascio di sostanze
allelochimiche da parte delle foglie per via gassosa;
Lisciviazione: rilascio di sostanze allelochimiche da parte delle foglie attraverso la lisciviazione dalla lettiera oppure tramite la rugiada, la pioggia o la nebbia;
Essudazione: produzione di sostanze
allelochimiche da parte dell’apparato radicale;
Decomposizione: Rilascio di composti
allelochimici da residui aerei o radicali.
Allelopatia
effetti fitotossici sulla germinabilità ed allungamento della radici di:
mentuccia comune iperico ircino assenzio arbustivo euforbia rigida Attività allelochimica di varie specie tipiche dell’ambiente mediterraneo.
lattuga farinello comune giavone senape bianca
Allelopatia
Le sostanze allelopatiche che producono un effetto inibente nei confronti della crescita e della germinazione di altre specie hanno ricevuto molta attenzione da parte degli studiosi, particolarmente al fine di spiegarsi gli effetti di una coltura nei confronti di un’altra di successione o coltivata in consociazione.
Si ipotizza che tutte le piante che hanno naturalmente sviluppato con successo un sistema di monocultura sono potenziali biosintetizzatori di tossine
Sostanze Allelopatiche
Il sorgoleone, sostanza allelopatica prodotta da Sorghum spp., conosciuta da molto tempo, ha mostrato elevata fitotossicità in varie specie di piante, mediante l’inibizione della formazione della clorofilla (Einhellig et al., 1993; Einhellig e Souza, 1992)
Sorgoleone (benzochinone)
Einhelllig F. A., Rasmussen, J. A., Hejl, A. M., Souza I. F., 1993. Effects of root exudates sorgoleone on photosynthesis. Journal of Chemical Ecology, 19:369–375.
Einhelllig F.A., Souza, I. F. 1992. Phytotoxicity of sorgoleone found in grain sorghum root exudates. Journal of Chemical Ecology, 18:1–11.
Negli oli essenziali è possibile ritrovare molte sostanze allelopatiche
numerosi monoterpenoidi prodotti dalla Salvia leucophylla Greene, la cui azione è probabilmente quella di inibire la moltiplicazione cellulare nei meristemi apicali delle radici. In particolare, la canfora, l’1,8-cineolo ed il β-pinene hanno mostrato di potere limitare la germinazione dei semi di Brassica campestris L. .
MOLECOLE ALLELOPATICHE COME ERBICIDI
Salvia leucophylla canfora 1,8-cineolo
β-pinene
Brassica campestris Nishida N., Tomotsu S., Nagata N., Saito C., Sakai A. 2005. Allelopathic effects of
volatile monoterpenoids produced by Salvia leucophylla: inhibition of cell proliferation and DNA synthesis in the root apical meristem of Brassica campestris seedlings. Journal of Chemical Ecology, 31 (5): 1187-1203.
MOLECOLE ALLELOPATICHE COME ERBICIDI
Uno degli esempi più significativi di utilizzo applicativo è quello che riguarda la sostanza attiva erbicida denominata cinmethylin, un analogo dell’1,4-cineolo avente una volatilità minore. La formulazione commerciale è stata sviluppata per il controllo delle infestanti graminacee
cinmethylin 1,4-cineolo
Duke S.O., Fayadan F.E., Romagni J.G. and Rimando A.M. 2000. Natural products as sources of herbicides: current status and future trends. Weed Research, 40, 99-111.
Il leptospermone, composto allelopatico prodotto da Callistemon citrinus (Callistemo), è stato utilizzato da Syngenta Crop Protection come base per la sintesi del mesotrione, erbicida commercializzato in oltre 30 nazioni con il nome di Callisto®.
leptospermone mesotrione
CALLISTO, erbicida di post-emergenza del mais dalle caratteristiche innovative, garantisce un’elevata efficacia contro numerose infestanti dicotiledoni ed è attivo anche contro alcune graminacee. CALLISTO agisce prevalentemente per via fogliare, dove il prodotto viene assorbito e rapidamente traslocato nei tessuti in accrescimento e, in via complementare, anche per assorbimento radicale. I sintomi sulle malerbe appaiono dopo 3-4 giorni e si manifestano come imbianchimenti, seguiti dal completo disseccamento delle infestanti.
Impiego delle cover crops allelopatiche
per il controllo delle infestanti
COVER CROP
Espressione entrata velocemente in uso nel vocabolario tecnico degli agronomi e dà immediatamente conto della funzione prioritaria che viene attribuita a queste colture,ovvero quella di “coprire” il terreno, evidentemente con scopo di protezione
Protezione dall’erosione(acqua, vento)
Arricchimento dei nutrienti (azoto)
Cattura e riciclo dei nutrienti del suolo
Cura del compattamento e della struttura del terreno Consumo dell’umidità del suolo
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Orzo, trifoglio incarnato o rosso e la veccia vellutata Segale e avena
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
segale, loiessa, veccia vellutata, trifoglio incarnato, e varie brassicaceae come
senape, colza e ravizzone
“cover crop allelopatiche”
Controllo delle infestanti
Queste specie che rilasciano - sia da vive, sia da morte
(pacciamatura, mulch) particolari sostanze ad azione
anti-germinello, attive soprattutto verso le infestanti a
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
la segale è stata impiegata come cover crop per la sua riconosciuta capacità di sopprimere le malerbe con meccanismi allelopatici e di competizione
BOA
DIBOA
Vincenzo Tabaglio, et al., XLI Convegno Nazionale della Società Italiana di Agronomia,Bari, 19-21 Settembre 2012
Infatti, il mulch di questa specie rilascia BOA (benzoxazolin-2(3H)-one) e DIBOA (2,4-dihydroxy-1,4(2H)-benzoxazin3-one) (benzoxazinoni) che
inibiscono la germinazione e la crescita di numerose infestanti dicotiledoni e monocotiledoni
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Lolium perenne L. Amaranthus retroflexus L.
Carvacrolo
(monoterpene aromatico)
Inibisce la germinazione
mescolando nei primi strati di terreno la biomassa prodotta da una varietà ibrida di origano, nei cui oli essenziali era presente una elevata quantità di carvacrolo, si osserva una consistente riduzione delle emergenze delle infestanti, sia in vaso che in pieno campo
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Una strategia è quella di sfruttare
le biomasse
di piante produttrici di sostanze
allelopatiche. Tali biomasse potrebbero essere utilizzate come materiale
pacciamante
o anche interrate.
I vantaggi connessi a quest’ultima tecnica sarebbero innumerevoli e
riguarderebbero soprattutto la possibilità di utilizzare
prodotti vegetali tal quali
,
senza passare attraverso processi di sintesi o formulazione.
Questo,
oltre
agli
intuibili
effetti
positivi
sull’intero
agroecosistema,
comporterebbe anche il contenimento dei costi energetici e dei processi
inquinanti connessi alla sintesi e/o alla formulazione degli erbicidi, siano essi di
origine naturale o sintetica.
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Controllo dei parassiti
Alcune specie della famiglia delle Brassicaceae (rafano, colza, senape) vengono usate perché producono glucosinolati efficaci contro i funghi patogeni e nematodi che vivono nel terreno
La produzione dei prodotti di degradazione dei glucosinolati (isotiocianati, nitrili ecc.) inizia immediatamente dopo la trinciatura, raggiunge un picco nelle prime 12 ore e si esaurisce nell’arco di 48 ore. E’ pertanto di fondamentale importanza ridurre al minimo la dispersione dei composti biofumiganti, procedendo ad un rapido interramento delle piante appena
trinciate.
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Sistema glucosinolati-mirosinasi nella cellula intatta
IMPIEGO DELLE COVER CROP ALLELOPATICHE PER IL CONTROLLO SOSTENIBILE DELLE INFESTANTI NEGLI AGRO-ECOSISTEMI
Altri
composti allelopatici
che hanno una importanza significativa sono quelli in
grado di agire come
stimolatori dell’emergenza di alcune specie
.
Un caso applicativo è quello che riguarda le
infestanti parassite
appartenenti ai
genere Orobanche e Striga. La germinazione dei semi di queste piante viene
stimolata dalla presenza di sostanze essudate dalle radici delle piante ospiti.
L’assenza dell’ospite, ma la presenza della sostanza, porta alla cosiddetta
“germinazione suicida”, in seguito alla quale il seme germina, ma non trovando
l’individuo da parassitizzare, non può dar vita alla pianta adulta
Orobanche coerulescens
(succiamele o lupo di fave)
Gli
Strigolattoni
sono molecole segnale (fitormoni) prodotte dalle radici della
maggior parte delle piante superiori. Hanno un doppio ruolo, endogeno ed
esogeno.
A livello endogeno, rappresentano una nuova classe di ormoni vegetali intervenendo nella regolazione dello sviluppo dell'apparato radicale e della chioma ed in generale della pianta in relazione alle condizioni nutrizionali (deficienza di nutrienti in particolare fosfati).
Gli
Strigolattoni
sono molecole segnale (fitormoni) prodotte dalle radici della
maggior parte delle piante superiori. Hanno un doppio ruolo, endogeno ed
esogeno.
A livello esogeno
rappresentano dei segnali chimici che vengono rilasciati nella rizosfera e vengono percepiti da microorganismi che vivono associati alla pianta, quali i funghi simbionti con effetti benefici sull'instaurarsi della simbiosi
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Formazione di micorrize e assorbimento radicale di fosforo
Articolo pubblicato su Nature Microgravity da ricercatori dell’Università di Zurigo e dell’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna