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GEOGRAFIA DELL’ISLAM Gianni Sofri Università di Bologna

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Academic year: 2021

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GEOGRAFIA DELL’ISLAM Gianni Sofri Università di Bologna

Per “Geografia dell’islam” intendo tre cose tra loro collegate e tuttavia concettualmente diverse:

1.

le caratteristiche geografico/naturali di quella parte di mondo che è caratterizzata dalla presenza, ora maggioritaria o addirittura solitaria, ora minoritaria dell’islam,

2.

la distribuzione geografica dell’islam e la sua evoluzione, passata o in atto;

3.

il rapporto storia/geografia nell’islam.

L’obiettivo principale che mi pongo è quello di affrontare alcuni stereotipi e pregiudizi conoscitivi (per quanto è possibile in una breve relazione).

La BIBLIOGRAFIA non è facile da indicare, per lo meno in lingua italiana. Bisognerebbe infatti far ricorso soprattutto agli studi di un grande geografo francese, Xavier de Planhol, autore di:

Les fondements géographiques de l’histoire de l’islam, Paris, Flammarion, 1968; Les nations du Prophète. Manuel géographique de politique musulmane, Paris, Fayard, 1993; L’Islam et la mer.

La mosquée et le matelot, VIIe-XXe siècle, Paris, Perrin, 2000.

Ma ci si può accontentare del fatto che quasi tutti i libri complessivi sull’Islam, da quelli classici di Gabrieli, Bausani, fino alle più recenti sintesi divulgativo-“introduttive” di Sabrina Mervin (Bruno Mondadori) o di Malise Ruthven (Einaudi), contengono qualche indicazione geografica.

Ovviamente, questo vale anche per i buoni libri di geografia regionale: non si dimentichi che una geografia dell’islam deve occuparsi del Medio Oriente come dell’Africa settentrionale e centro-settentrionale, dell’India come dell’Asia centrale, dell’Indonesia come della regione più occidentale della Cina.

Si può trovare molto materiale nella collezione della rivista di geopolitica “Limes”: a volte ideologicamente discutibile (chi non lo è, del resto?), ma per lo più veicolo di buone informazioni.

E poi atlanti, repertori (anche i più semplici: il Calendario Atlante De Agostini, lo Stato del mondo, l’Atlante geopolitico di Chaliand e Rageau nelle Garzantine); e l’ottima rivista “Internazionale”.

Insomma, niente pappa fatta (non esiste): ma tante occasioni...

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