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Risultati I dati raccolti fino ad ora evidenziano come la comunicazione della diagnosi sia prevalentemente condotta dal medico

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Academic year: 2021

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LA COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI IN ONCOLOGIA PEDIATRICA: MEDICO E PSICOLOGO A CONFRONTO

Autori

Sala F.(1), Beschi C.(2), Jankovic M.(3), Nichelli F.(3), Pinto A.(4), Taormina R.(5), Ripamonti C.

A.(1)

Affiliazioni

(1) Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano Bicocca (2)Oncoematologia Pediatrica, IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia (3)Oncoematologia Pediatrica, Ospedale San Gerado di Monza

(4)Oncologia Pedriatrica, A.O.R.N. Santobono Pausilipon (5)Oncologia Pediatrica, Ospedale Civico di Palermo

Introduzione

Un’adeguata comunicazione della diagnosi al bambino e al genitore migliora la compliance del bambino e dei suoi familiari. In alcuni centri italiani, sembra emergere sempre di più il ruolo di primo piano dello psicologo durante la comunicazione ai bambini. Questa ricerca ha quindi l’obiettivo di indagare le modalità comunicative adottate dagli oncologi e dagli psicologi che operano nei reparti di oncoematologia e di confrontare le analogie e le divergenze con cui vengono condotti i colloqui con bambini e genitori.

Metodo

E’ stato somministrato ai genitori (n=72) di bambini ricoverati o in day hospital un questionario sulla comunicazione della diagnosi in generale e sulla propria esperienza in particolare.

Risultati

I dati raccolti fino ad ora evidenziano come la comunicazione della diagnosi sia prevalentemente condotta dal medico; nel 36% dei casi (26 su 72) è presente anche lo psicologo, mentre nel 22%

dei casi è esclusivamente lo psicologo a comunicare la diagnosi al bambino (16 su 72). La conduzione dei colloqui da parte dello psicologo o la sua presenza durante il colloquio non

sembrano incidere sui livelli di soddisfazione espressi dai genitori relativi alla relazione (p>.05) e alla comunicazione della diagnosi (p>.05). La comunicazione al bambino, indipendentemente dall’operatore coinvolto, avviene per lo più con la presenza dei genitori (20,5% dei casi) e in un momento successivo alla comunicazione con loro (37% dei casi). Non sembra esserci differenza negli strumenti utilizzati da medico o psicologo (opuscoli o cartoni animati) E’ interessante notare che, nonostante i genitori ritengano importante la presenza dello psicologo in reparto (65,2% dei genitori) e desiderino ricevere un supporto (53%), meno frequentemente affermano di sentire la necessità di un aiuto per il proprio figlio (47,6%) o per i propri famigliari (39%).

Conclusioni

Nel nostro campione sono prevalentemente i medici a occuparsi della comunicazione della diagnosi, così come indicato dalle principali linee guida presenti in letteratura, tuttavia anche quando la comunicazione è fatta dallo psicologo i genitori esprimono pari soddisfazione.

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