DEL DAMO CHE AVVERREBBE ALLO
SITUO ffiMTIf SCIO
da qualunque strada ferrata DI COMUNICAZIONE
FRA LA TOSCANA E L’ADRIATICO
al/ cSuttiMimo cclvclÌww
COMPUTISTA GENERALE DBLLA R. C. A.
51.
BBBBBBVVB BftAII
SEGRETARIO DBLLA CAMERA DI COMMERCIO IN CIVITAVECCHIA
ROMA
TIPOGRAFIA DELLE BELLE
ARTI 1846INAUGURAZIONE SOLENNE
DI
UNA
STRADA
Signor Cavaliere Oaaervandlaolmo
(Quando
dal rispettabilecomune amico
sig. Alessan-dro commendator
Cialdi e dalla vostra gentilezzaebbi
dono
delle vostre dotteed accurate
riflessioni sulla opportunità delle strade ferrate nello Stato Pontificio e suimodi
di adottarle, io già
da lunga pezza avea posto mente ad una grave ed importante
questione,quale
si èquella
senuocerebbe
agl’interessi dello Sta- to Pontificiouna comunicazione
di esso colla vicinaToscana
, sicchéLivorno
potesse anch’essa trasportarsi sull'Adriatico ecommerciarvi. Posta
abase
dellemie
considerazioni quella verità di fatto, di
che niuno po- trebbe oggimai
dubitare,che
cioè utilissima e d’im-mensa
prosperitàcagione
allo Stato Pontificiosarebbe
la
unione
deidue mari Adriatico
eMediterraneo
col- l’opera diuna
strada ferrata che,squarciando
ilseno
degliAppennini, per
la viapiù
facile ebreve ponesse
in sollecita e diretta
comunicazione Ancona
e Civita' vecchia; e tantosto nella tenuità delmio ingegno mi
persuasi
che ove
laToscana, sbucando
nello Stato Pontificio, avessepotuto metter capo
nell’Adriatico,o
sarebbesiper
noitotalmente perduto quel
benefìzio0 decurtato
d’assai.E
dettata,per comando
diquesta
Camera
dicommercio,
ilmeglio
ch’iomi
sapessi,una
rispettosa istanza alla Santità di
Nostro Signore (che
a voipiacque
ricordare) in cuim’ingegnai dimostrare
1
danni che
allo Stato Pontifìcioverrebbero
dallasud-
dettacomunicazione
collaToscana,
attesiche
altriavesse
dottamente
trattata e sviluppata la questione.Quindi non
è a dirsicome
io,percorrendo
il vostro cosciensoso e diligente lavoro, etrovandovi massime e
principii
uniformi
ai miei,mi augurassi
divedere
dalla vostra dotta
penna
troncata sin dalle radici la disputa inmodo da
torre altrui lasperanza
di rinver- dirla.E mi godeva l’animo
inleggere come,
discor-rendo
i favori che ripromette lapresenza
deidue mari
,proclamate con
belle ragioni la utilità della linea fer- rata dall’Adriatico alMediterraneo
siada Ancona a
Roma
e Civitavecchia, sia dall’unporto direttamente
all’altro;
e come, riproducendo
lo scritto del nostro Cialdi in cui,con
ragioni tolte dall’artesua
(nellaquale
è valentemaestro) dimostra
esserequesto porto per ogni modo
preferibile aquel
diLivorno,
lo rivendicaste allanon curanza
al disprezzo cui il sig. Petittiavealo condannato. Ebbi però
alla fine ameravigliare
a doler-mi
inveggendo che
voi,contento
diavere combattuta
la idea
che
lacomunicazione
fra idue mari
s’avessead operare
nella linea diAncona
aLivorno, quasiché
5
(
cóme giustamente
dite)non
esistesse ilporto
di Ci- vitavecchia,non
solonon
vioccupaste a dimostrare
perniciosa allo interesse dei sudditi dellaSanta Sede ogni comunicazione
dellaToscana
coll’Adriatico;ma
nell’ordinatnento delle linee,
ammetteste, sebbene du-
bitativamente che:potrebbe
forseprender
luogofra
le principali coincidenzeuna diramazione
chepartendo
dalla lineamaestra
versoFuligno
, si dirigesseper Pe- rugia
alconfine TOSCANO
(pag. 54).La quale
dira-mazione, come
quellache porrebbe Livorno
e tutta laToscana
incomunicazione
coll’Adriaticopercorrendo
parte della principale via ferrata dello Stato,sembra a
me sommamente dannosa. Non
ioperò
voglio eposso
farvi debito dello
avere ammessa
si fatta perniciosa di-ramazione;
siaperchè
lo stessodubitar
vostromi da
fede che
forseper
particolari plausibili ragioni vi sie- te astenuto dal combatterla; siaperchè non ignoro che non
avrei atemervi giudice
inquesta
vertenza.Permettete adunque
che, quasi acompimento
del vo- stro prezioso lavoro, io ardiscasvolgere accademica- mente
seco voi la questione;ed
esservi dieccitamen-
to
ed
invito cotiquesto
scrittoad
unirvimeco
(che abbisogno
di valido sostegno) affinchè ilpubblico,
a coidanno volgerebbesi
la contraria sentenza,cono-
sca l’entità della cosa, e sia
guidato a giudicar
ret-tamente
de’ suoi veri interessi.Che
ilporto
di Civitavecchia siapiù
centrale diquel
diLivorno
epiù
di esso a portata di ricevere lele
provenienze
tutte di levante eponente: che ne
sia rnegliore lasua
costituzione idrografica;che con po-
ca
spesa possa esseremunito
diuna rada
rneglioredella livornese, anzi di un’altro vastissimo
porto a con-
tatto dell’esistente: in
una parola che
ilporto
di Civi- tavecchia siada
anteporsi aquel
diLivorno,
egli èun
fattodimostrato con
tantaevidenza
dal sig. Cialdi eda
voi, sicchénon potrebbe
lamia debole penna aggiungervi un
iota.Ed invano
l’ingegnere sig.Giu- seppe Bavosi, basandosi macchinalmente
sul fattoma-
teriale dello stato di floridezza in cui trovasi il
com- mercio
dell’unporto e
dell’altro, sidecide a niegare
al nostro la preferenza:
imperciocché
seper
lemolte
ragioni,
che qui non
èluogo
a discutere e fra le qualiprobabilmente sono pur
quelleche a
lui insegnòpru- denza
dinon spiegare
, ilporto
di Civitavecchianon
profittò
degl’immensi
suoi vantaggi;non perciò
èmen
vero che
questivantaggi
esistano e che, postia pro-
fitto,
indurrebbero
quella floridezzadicommercio che
tantoahbaglia
ilnostro
contraddittore, e quella pre- ferenza di fatto ch’eglipur
gliniega
di dritto.E
avrebbe pur dovuto
il lodatoautore considerare che
se
quei vantaggi
innegabili dimegliore
posizione geo- graficaed
idrograficasono
influenti,come certamente
influiscono, al
maggior comodo
ebene
delcommercio
suscitato e posto in
movimento
dalle strade ferrate,non
v’era
ragione per
laquale
esso(come
si dichiara) statistanon
avessedovuto dare
lapreferenza
alno-
stro
porto abbenchè
inattivo enon paragonabile per
rispetto alla floridezza delcommercio a quel
di Li-vorno;
ameno che
eglinon
volesse considerare lestrade ferrate
come strumenti
inutili enon
efficacia
far
sorgere
le prosperitàcommerciali anche
làdove non
esistono affatto;locchè certamente non vorrà
so-stenere
giammai.
7
Ma questa
specialità divantaggi non
entra nellanostra tesi e nel
novero
dei nostriargomenti,
essen-doché
noinon disputiamo
incausa
di generale inte- ressea quale
deidue
portimeglio
siconverrebbe
lapreferenza per
lariunione
deidue mari, ma dispu-
tiamo
solo seper
lo interesse dello Stato Pontifìciosia utile,
o
indifferente,o dannoso che Livorno abbia una
direttacomunicazione
nell’Adriatico,posta una
eguale comunicazione
fra idue mari
nello StatoPon-
tifìcio.
Io non dovrei qui
trattenermia singolarmente enunciare
tutti ivantaggi che deriveranno
dalla tanto sospiratariunione
deidue
mari;essendoché quanti han- no
scritto sulla utilità delle strade ferrate in Italia,non
escluso voi sig. cavaliere,ne han
ragionato.Ma
perchè quanto
saròper
dire asostegno
delmio
as-sunto
intieramente parte dal fattoche
utilissima saràper
risultare allo Stato Pontificioquesta riunione
deidue mari
sea
traverso dellesue provincie venga ope-
rata;
mi
ègiuoco
forzaspendere su
di ciòqualche
parola.
Nel che
nullaporrò
delmio, ma varrommi
intieramente
delleidee
di chimi ha preceduto, e
spe-cialmente
del bellissimo discorso sulle strade ferrate negli stati della Chiesa, testépubblicato con molta
dot- trina dall’esimio architettocablo PONT
ani.Dacché
ilcommercio
di oriente(il
massimo dei
commerci
delmondo
)
fu
rapito alla Italia dal pas-saggio
delCapo
dibuona speranza
e,abbandonato
ilMediterraneo,
si dièa percorrere
il vastoOceano,
noi non abbiamo
avuti progressicommerciali
di sorta alcuna:che
anzi, limitatia
scarsocommercio
inter-no, abbiamo totalmente perduto
l’esterno.Ora però che
ilcommercio
asiatico-europeoTiene ricondotto a
traverso di
quel Mediterraneo che ne fu
già signore;ora
in cui in seguito dei fortunati tentativi dell'inglese sig.Warghom V
interocommercio fra V
Indie e l'Euro-pa
nella principalissimaveduta
dieconomizzare
parti-colarmente
iltempo
,deviando
dall'attuale via,prenderà
quella dell'Istmo di
Suez
(1): l’Italia,mercè
lasua mi-
rabile posizione,
entra
inuna
novella etàcommer-
ciale
perchè,
centro delcommercio
stesso,dovrà
ri-prendere gran
parte nelsuo gran movimento.
Il
Mediterraneo
(dicegiustamente
il sig.Pon-
tani) (2)
che non
vastolambisce
le tre parti dell'antico continenti,
Europa
,Asia
, Affrica, esuperbo
presiede ai progressi della civiltàEuropea
, all'Asiapreconizza
un'era
novella di vita, all'Affricauna
rigenerazione pie-na
anch’essa di civiltà e coltura; e dall'oriente atten-de nuova una via
di aprire algrande Oceano
,onde mandare
allepiù
lontane regioni dell'Asiaquanti pro-
dotti
sappia
raccogliere dalla cultaed
industreEu-
ropa.
È
pelMediterraneo adunque che
lemeridionali
nazionieuropee trasmetteranno
all’Asiaed
all’Affricai loro prodotti; è
per
la via delMediterraneo che
trar-ranno
quelli diqueste due
parti delmondo. Quanto
traffico
quindi, quanto movimento, quanta
ricchezza ne’suoi
scali !Nè
aquesto movimento
delmezzogiorno
diEu-
ropa,
mancheranno
di associarsi le nazioni dalNord,
ma scenderanno
sull’Adriaticoper
partecipare delgran
(1) Galli pag. 47.
(2) Pag. 17.
9 commercio ancor
esse.Quindi
i tre portimaggiori
diTriestre,
Venezia ed Ancona dobbiam
noi considerarecome
gliemporii più opportuni
del Belgio,
Francia
settentrionale,
Alemagna
,Austria
,gran
parte dell'Un-
gheria
e Polonia.Che più
? inmolte
occorrenze arri-veranno
opportunissimi agli stessi inglesi,quando
riu- nite inuna
legrandi
linee di strade ferratedalV
Atlan-tico all'Adriatico,
potranno speditamente passare
pei Belgi,Alemanni
meridionali, Svizzeri
per
fino alVitar lia (1).Queste nordiche
nazioni però,non saranno
sol-tanto
contente
discambiare
ipropri
coinostrali pro- dotti nell’Adriatico,ma vorranno
accorrereancora
sulMediterraneo per
ivi diffonderlio
spedirli all’Asiaed
airAffrica, e
da queste
trarre ciòche
loroabbisogna.
Nell’uno
e nell’altrocaso però ameranno
esse di bat- tere quella viache più
facile,più breve ed econo-
mica
si presentiopportunamente
ai lor desiderii.E
questa
vianon
altraper fermo
esserpotrebbe che
quella laquale ponesse
incomunicazione
idue
mari.Ove
i prodotti delnord vogliami
avviare nelMe-
diterraneo
siaper
esservi diffusi, siaper
passare nel- l’Affricao a ponente
d’Italia ed’Europa;
è facile ilconcepire quanto
utilesarebbe
il traversare dall’A- driatico l’Italiaper giungere
sull’oppostomare;
es-sendoché
lalunga,
difficile, pericolosanavigazione
at- torno alla penisola, siache
si passi pel faro diMes-
sina, sia
che
sipercorra
lapiù
sicura e libera linea di altura fra la Sicilia e l’Affrica,non sarebbe
eco-(3) Fontani pag. <8.
nomia
di apesache
potessecompensare. Quindi
èma-
nifesto
che
lemerci
suddette,non meno che
gliuo- mini
siavvierebbero per
la strada ferratache
dall’Adriatico
direttamente scendesse
alMediterraneo.
Altrettanto in verità
avverrebbe
dellemerci che
si volessero far passare dall’Adriatico all’Asia e vice- versa.
Imperciocché
èdimostrato
esserepiù agevole ed opportuno
discendere
dall’Adriatico alMediter- raneo per proseguire
alla voltad’Alessandria
di Egit- toanziché
correre l’Adriaticoche
èuno
deimari
ipiù
tempestosiper
i suoi venti dibora
e di scirocco,
nonché
pericolosoper
lasua
ristrettezza,poco
/ondo,^mancanza
di porti netta costa italiana (1).Posti questi fatti innegabili, chi
non vede quanta
affluenza di passeggieri e dimerci sarebbe
neidue
scali
che
ilMediterraneo congiungessero
all’Adriati-co? Chi non
sipersuade che
questidue
porti diver-sebbero l’emporio
delcommercio
di levante e dipo-
nente?Prova deH’immenso vantaggio che
si trarreb-be
dall’unione deidue mari
si éche
tutti gli statid’Italia
ambiscono
eprocurano
di effettuarla.Napoli
èper operarla
colla strada ferrata dalla capitalea
Barletta; l’alta Italia l’ha in parte
operata mediante
la
gran
lineaFerdinandea da Venezia
aMilano,
e la(1) Galli pag. 49. Pontani pag. 24. Forse per le merci di molto peso e volume e di poco valore, le spese dei ripetuti carichi e di*
scarichi, di spedizione ec. renderebbero poco proficua la loro di-
scesa da Venezia e Trieste ad Ancona e sul Mediterraneo per prò*
seguire alla volta dell’Asia ; troverebbero però utile sempre nella sollecitudine e per le altre direzioni di Africa e ponente d’Italia e d’Europa. Ad ogni modo, anche per andare dal nord all’Asia sarà sempre più utile alle persone di scendere sul Mediterraneo.
u
compirà
col trattoda Milano
aGenova;
e laTosca-
na,
noi potendo
altrimenti, fa suoigrandi
sfòrziper
operarlasbucando
nello Stato Pontificio.Ora non
è egli giustoche una
utilità sigrande
siagelosamente
custodita, enon
sene
fecciasciupo partecipandola
altrui?E
ciòcon
tantaragione maggiore,
inquanto che questo
beneficio è privativo, esclusivo del nostro Sta-to;
essendoché, tranne
ilRegno
delleDue
Sicilie,niun’altro Stato è
bagnato
daidue
mari.Ma
ilRe-
gno
delleDue
Sicilie ètroppo
all’estremità dellape-
nisola,
e perciò troppo
eccentrico,
nè potrebbe
nelcommercio
esteronuocere
allo Stato Pontifìcio, sicco-me con brevi ma
afficaciparole
il sig.Pontani dimo-
stra (3).
Lo
Stato Pontificio èinvece
nelcentro
dell’Italia e
dell’Europa,
seper centro
vuoisi intendere,non
la posizionegeografica
e materiale rispetto alle altre nazioni,ma
il sitopiù acconcio
acomunicare
per
terra eper mare con
esse inproporzione
della loroimportanza
verso gli ordini attuali d’incivilimen-to.
Ove
pertanto lo Stato Pontifìcio operassequesta
riunione,non
solonon avrebbe a temere
laconcor- renza
diNapoli
colquale
le altre nazioninon po- trebbero commerciare senza più
gravi spese;ma ne renderebbe
l’utilità a seintieramente
proficua.Si
dica
Io stesso inriguardo
diGenova
laquale potrà comunicare
coH’ Adriaticoper mezzo
dell’alta Italia. Ilpassaggio
dall’Adriatico aquesto
scalo delMediterraneo non potrebbe convenire che per merci
(1) Pag. 28.
e
per uomini
destinati alle parti occidentali diEu-
ropa.
Ma
se il trafficoabbia a
sostenersi coll'oriente, ciò cheoggi toma a grandissimo momento per l'Euro
-pa
tutta, allorapossiamo
noidimostrare
che la oppor- tunitàmaggiore
è dipassare
sull'Adriaticoda
Triesteo
Venezia ad Ancona
eguindi per
terra sinoa
Civi- tavecchiada dove
dirigersi fino allapunta
della Si- ciliaonde
girar quindiper Malta
finoad
Alessan-dria
(1).Ecco pertanto
qualisarebbero
i vantaggiosi resul-tati
che
siavrebbero
dalla strada ferrata dell*Adria-
tico al
Mediterraneo.
1 .
Le
nazioninordiche
e le loromerci
destinatea
passare nell’Asiao
nell’Africa,o ad
essereconsu-
mate
nelmezzogiorno
d’Italia,scenderanno
inAnco- na
eda qui per
la via ferrata alMediterraneo,
per-correndo
lo Stato Pontificio.2. 1
due
porti dello Statodiverranno quindi em-
porii del
commercio
di esportazione,d’importazione
diconsumo
e di transito dellemerci
e prodotti del Belgio, dellaFrancia
settentrionale,Alemagna, Au-
stria,
gran
partedell’Ungheria
e Polonia:ed ove
lastrada ferrata scendesse
(come
è assai probabile) dalla Svizzera aMilano e da Milano
venisse sinoad An- cona
condotta, quella valigia lascierebbe la via di Trie-ste e si
volgerebbe ad Ancona, perchè questa
città tanto (listerebbeda Milano quanto
distada Milano
Trieste.
3.
Le provincie
settentrionali dello Stato postea
(1) Pontani pag. 24«
13
contatto colle meridionali, sialternerebbero
iaspet-
tivi prodotti tanto
per
ciòche
richiede l’internocon- sumo, quanto per
ciòche
sipotrebbe commerciare
all’estero.
4.
Le
nazioni e gii stati esteriche sono
apo- nente
d’Italia e chenon potranno
diretta/mentecomu-
nicare coll'Adriatico,
dovranno necessariamente prov-
vedersi dellemerci
di levante e delnord
diEuro- pa
nello scalo dello Stato Pontificio sulMediterraneo;
essendoché non potrebbe convenire ad
esse diprov- vedersene
nelregno
diNapoli
emolto meno
nell’A-driatico
navigando
attorno alla penisola.Il
commercio
di orienteo comunicherebbe
di-rettamente con Ancona
e refluirebbe nelMediterra-
neo per
la via ferrata,o
viceversa.Ma come
questivantaggi
derivanti dalla unio-ne
deidue mari sparirebbero
senon
si effettuasse;così si
diminuirebbero
e forse intieramente si per-derebbero
se venisseconcesso
allaToscana
dimet-
tersi in diretta
comunicazione
coll’Adriatico;perchè farebbe
suoi ivantaggi che
lo Stato Pontificiopo- trebbe
trarne.Di
fatti:oggi
laToscana, par accedere
nell’A- driatico, incontra le difficoltàmedesime che
incon-triam
noi epiù ancora
inragione
delmaggiore cam- mino che dovrebbe percorrere per
girare attorno al-l’Italia.
Se
insequela
della strada ferrata lemerci
di levante e del
nord
si depositassero nelMediter- raneo
inuno
scaloqualunque
pontifìcio,avverrebbe senza
falloche
laToscana
siporterebbe
inquesto
ad
acquistarle;essendoché non troverebbe suo conto
di
navigare
nell’Adriatico aprovvedersene. E non
solo
qui
nello Statoprovvederebbe
ilbisognevole
al
suo
internoconsumo; ma
eziandioquanto
le sa-rebbe
necessarioper commerciare
all’estero.In una
parola: il
commercio
dello statodiverrebbe totalmen-
te attivo e
preponderante per
rispetto allaToscana.
Similmente
lesarebbe impedito
disomministrare
all’Adriatico le
merci
diponente, poiché non potreb- be
sostenere laconcorrenza
dello Stato Pontificioper
le spese di trasporto
che sarebbe
costrettaa
fareper
la via di
mare.
Al
contrario se laToscana
potràper una
facileed economica comunicazione, quale
si è la strada ferrata, mettercapo
nell’Adriatico;è
eglimai
pos-sibile
che non
facessedirettamente,
e perciòfuo-
ridello stato PONTIFICIO quel commercio che
al-trimenti
sarebbe
costretta farecon
esso l Si vera-mente
!Essa
trarrebbe dall’Adriatico, (e forse neglet- taanche Ancona)
tutto ciòche
leconverrebbe. Nè
basta.
Le
nazioni diponente
scalerebbero inLivorno
tanto
per provvedersi
dellemerci
tratte dall’Adria-
tico
quanto per
spedire nell’Adriatico i loroprodot-
ti.
Quindi avverrebbe che
le provinciemeridionali
dello Statosarebbero
escluseper
laconcorrenza
del- laToscana
dalcommerciare
cogli esteri,perchè
Li-vorno diverrebbe
1’emporio
delcommercio
di le-vante
e diponente
sulMediterraneo,
siaper
effetto della già esistente floridezza delsuo commercio e per 1’avviamento che
già vi esiste, siaperchè
le na- zionia ponente
d’Italiae
diEuropa, seppure non
vi trovassero
maggiore economia
nel costo, vi tro-15 verebbero sempre, per
la vicinanzamaggiore,
eco-nomia
ditempo,
di trasporto, di pericolo.£
ache
servirebbe
mai per
lo Stato Pontificio launione
deidue mari? Alla
solacomunicazione
delcommercio
interno fra le provincie settentrionali e meridionali;
al
cambio
dei respettivi prodotti di esse;
non mai
al
commercio
esterno,
perchè
laToscana
intiera-mente
lo assorbirebbe.Le merci
delnord
e di le-vante
condotte,per esempio, a
Civitavecchia,rimar- rebbero
affatto inutili pel traffico all’estero,perchè
il
regno
delleDue
Sicilie leavrebbe direttamente
dall’Adriaticoper mezzo
dellasua comunicazione
ferrata; e le nazioni di
ponente, come
giàdicemmo
le trarrebbero
da Livorno. Suppongasi che
l’Italianon
potesseavere
altracomunicazione che
quellada
Napoli
a Barletta.Non
forseNapoli diverrebbe
sulMediterraneo l’emporio
delcommercio
di levantee ponente
in Italia ?Invece
aprasi lacomunicazione
di
Ancona a
Civitavecchia;questa
toglierà aNapoli quel
beneficio,perchè
le nazioni diponente
verran-no
acommerciare
inCivitavecchia
enon progredi- ranno a
Napoli.Nella
guisa stessa seLivorno potrà congiungersi
coll’Adriatico, assorbirà ilcommercio che potrebbe
fare Civitavecchia.Nè
si obietti,che
se lacomunicazione
dellaTo- scana
coll’Adriatico fosse tale sicchédovesse com-
merciare con Ancona, niun danno
risulterebbe alloStato,
perchè commercierebbe con una
città delloStato.
Rispondo
esserequesta una
illusione,perchè
il
danno
esisterebbesempre
e grave.Priva
laTo-
scana
di acoesso nell’Adriatico,sarebbe
costretta, co*me fu
dimostrato,a commerciare
sulMediterraneo
nello scalo dello Stato, e
questo
scalofarebbe con Ancona quel commercio che Livorno
nell’altra ipo-tesi
farebbe direttamente con Ancona. E quand’anche
si volgesse
ad Ancona, sempre
lemerci che
trarreb- be,dovrebbero
correre fino allo scalo sulMediterra- neo percorrendo
tutta la linea ferrata dello Stato,ivi imbarcarsi, ivi lasciare
un qualche
benefìzio : amenochè non
preferisse l’antica via dimare, locchè
non sarebbe
a temersi.Quindi
è tanto innegabile es-sere utile allo Stato Pontificio
che Livorno non
pos- saaccedere
all’Adriatico,quanto
è innegabile esserepili utile
che
faccia ilcommercio con due
città dello Stato,anziché con UNA.
E qui perchè non mi
si facciarimbrotto
di gret- to interessemunicipale per avere
io soventi voltenominata
Civitavecchia,voglio
osservareche
il ra-ragionamento procede
di paripasso ove a
Civita-vecchia
si sostituiscaqualunque
altro scalo pontifi- cio nelMediterraneo.
Se non
che, posta la verità e giustezza delmio
ragionamento
e postoche
ildanno
fòsse della sola Civitavecchia,sarebbe
eglimai
giusto di ascrivere amunicipale
interesse lemie deduzioni? Sarebbe
egli forse, in sìgrave bisogna, a
disprezzarsi ildanno
della sola
Civitavecchia?
Ommetto
di osservareche
se le cittàsono mem-
bri dello Stato, il
danno
diuna
città èdanno
dello Stato,come
ildolore
diun membro
èdolore del
cor- po.Non
diròneppure che l’ingrandimento,
lapro-
sperità, la ricchezza di Civitavecchia refluirebbe sul
17 rimanente
dello Stato, especialmente su Roma
di cui, colla strada ferrata,diverrebbe
ilsobborgo ed
il porto;
come
ilben
essere diun individuo
sicon-
verte inbene
dell’intiera famiglia.Chiederò
soltanto se nelcaso proposto possa
dirsimunicipale
interesse,
nel senso in cui
questa
frasedeve
essereveramente
intesa, sicché meriti di essere disprezzato? Allora do-
vranno non
curarsi levedute
di utilitào
didanno
privato e
municipale, quando
1’ utilitànuoce
,o
ildanno
diuna
cittàgiova ad un
’ altromunicipio
ocittà,
ad
un’altromembro
dello Stalomedesimo
; per-chè
inquesto
caso, considerata lacosa
in rispetto all’interesse generale dello Stato l’utilità si bilancia coldanno
e la partita diviene(come
suol dirsi incom-
mercio)
passatora.Ma potrebbe mai con buon senno
dirsi
questione
dimunicipale
interesse quella in cuiil
danno
diuna
città diun municipio
siconverte
in utilità di
un
estero Stato?In questo
caso,non v’ha
forse assoluta perdita edanno per
lo Stato, ilquale
non ha compenso
nella utilità di un’altromembro
di esso?Nel caso
nostro:quale
utilitàverrebbe
allo Stato Pontificioo ad
altra città di esso, se laToscana, con danno
della solaCivitavecchia
potesse diretta-mente comunicare
coll’Adriatico?Ma
è eglivero che
ildanno sarebbe
della sola Civitavecchia?Nò per mia
fede!Vi sarebbe danno
dello Stato,
ed eccone
la dimostrazione.Dal punto
in cui lacomunicazione
stradaleper
la
Toscana abbandonasse
la linea dello Stato, tuttele provincie inferiori
perderebbero
il beneficioche potrebbero
risentire dalla strada ferrataproveniente
2
da Ancona, perchè da questo punto
lemerci che
laToscana
trarrebbe dell’Adriatico, eche
(tolta lacomu-
nicazione)
giungerebbero
fino almare, non dareb- bero
loro utilitàalcuna:
la strada ferratasarebbe, per
rispetto a quellemerci
equeste
provincie,come
se
non
esistesse.Nè questo danno sarebbe
di lievemomento; perchè sarebbero
tolte al transito dique-
sto
rimanente
della stradanon
solo lemerci che
laToscana consuma; ma
quelleeziandio che smercia
esomministra
alle altre nazioni. Io lo dissi enon
lo ripeterògiammai quanto
basta: tolta lacomunicazio- ne
ferrata dell’Adriatico collaToscana,
lo StatoPon-
tifìcio
provvederà
aquesta ed
alle altre nazioni lemerci
del levante: inuna parola
ilcommercio
dellevante sarà privativo allo Stato Pontificio col
mezzo
di
Ancona
e Civitavecchia; altrimenti saràcomune
allo Stato Pontifìcio
ed
allaToscana
colmezzo
diAncona
e diLivorno;
sepure Livorno non metterà
fuoriAncona provvedendosi
a Trieste eVenezia come
purtroppo avverrebbe.
Dicasi lo stesso dellemerci
diponente. Livorno,
la solaLivorno somministrerebbe direttamente queste
all’Adriatico e senza ilconcorso
di
Ancona. Queste
considerazionimi sembrano
digrandissimo
peso.In secondo luogo ne
risentirebbedanno V Erario.
Se per
lecose
dette edimostrate
Civitavecchia di- verrà(come diverrebbe
colla strada dicomunicazio- ne con Ancona,
escluso l’intervento dellaToscana)
lo scalo
per
lemerci
diponente che dovranno
pas- sarea
levante, e di quelle di levanteche dovranno
passare a
ponente (vantaggio che avrebbe comune con
19 Ancona)
questi portinon basteranno
acontenere
lenavi che ve
leimporteranno ed
esporteranno.E
l’E-rario
non
risente forseuna
utilità diretta dall’appro-do
dellenavi
nei porti dello stato?Non
vi percepi- sce forse la tassa diancoraggio per ciascuna
vela inragione
dellasua
portata?E
l’utilità dell’Erario,non è
forse utilità dello Stato?Non
diròcosa avverrebbe
nel
caso
contrarioperchè sarebbe un
ripetere le cose già dette.Il sig. Petitti nella
sua opera
delle strade ferrale italianeha
detta utilissima lacomunicazione
deidue
mari per
la linea diAncona
eLivorno
, inutile quella
da Ancona
e Civitavecchia. Egli si è basato sullamag-
giore brevità di
questa
linea, sullamaggiore oppor-
tunità del porto. Io
non confuterò questa
opinione:l’han fatto già
bravamente
il signorAlessandro com- mendator
Cialdied
il sig. architettoPontani con
ra- gioni alle qualimi sembra che non possa
replicarsi.Mi
limiterò a fareuna osservazione che persuaderà anche
i fautori del contrario partito. Il sig. Petittiragionava
nello interessenon
di Stato a Stato, dina-
zionea nazione, ma
di tutta l’Italiaassembrata ed
unita in
un
solo interesse. Ilsuo
sistema della rete stradale italianabasa
sulla ipotesiche
la Italia fosseuna
sola nazione.E certamante
inquesta
ipotesiessendo
indifferenteche
la strada ferrata arrichissepiuttosto
Livorno che Civitavecchia (perchè come po- co
fa diceva, la utilità della intieranazione
torne-rebbe
alconto medesimo
e laquestione sarebbe
dimera gara municipale
) l’
economista trovava buone
ragioni nella
supposta
brevità della lineaper
perfe-20
rire quella
d’Ancona
aLivorno
piuttostochèquella
da Ancona
a Civitavecchia.E questa diceva inutile
quanto
alcongiungimento
deidue
mari.: poiché,
posto
eseguito ilmedesimo
all'insùda Livorno ad Ancona
cVenezia, ed all’ingiù
da Napoli a Termoli
,Manfredo
-nia
o Brindisi, e ciòper
viepiù
rette e brevi;un
terzopunto
dicongiunzione per una
lineamolto più lunga
perciò costosissima,
non
cisembra
potere interessare inmodo alcuuo
lanavigazione
sì delMediterraneo
che dellAdriatico (1).
E dunque
nella vista di utilità generale d'Italiache
eglidisaminava
la questione.Che
se aves- sedovuto ragionare per
stabilire inmassima
seuna comunicazione da Livorno
all’Adriatico fòssenocevole
agl’interessi dello Stato Pontificio;
non avrebbe du-
bitato di
pronunciarsi con
noiper
l’afFermativa: poi-ché
l’interessenon comune rende dannoso
all’uno de-gli Stati ciò
che
all’altro giova.E
di fatti: se, postala
comunicazione
fraAncona
eLivorno,
l’autorepro- clama inutile
quella fraAncona
a Civitavecchia; chinon vede avere
egli già decisa laquestione
afferma-tivamente? imperciocché
se ilconcedere
allaToscana
il
passaggio per andare
all’Adriatico, valequanto ren- dere
inutile la strada fraAncona
e Civitavecchia;, vale privarsi della utilitàche
lo Statopuò
trarre (ecertamente
trarrebbe)da questa
strada; egli è evi-dente
ildanno: perchè
ilrendere
inutileuna cosa
non
ècertamente
creareun
vantaggio.0
ioho
affattoperduto
ilbene
dello intelletto,o
la
disputa
è ridottaa
talpunto
di verità dievidenza
(7) Pag. 386.
db
noi»abbisognare
di Ulterior discussione.Tutta-
voltanon è fuor
di proposito ilpesare
leragioni
deieeMraTi perchè
dalla nullità di rase falègtto tìparrà da qual
parte è labuona
cauto.Ho
sott’occhi una memoria
diretta ali’ eceelteu- tosiatoCmnHMsùbne
delle strade ferrate, nellaquaiè
sull'altro è di raalft*
di
feré,ohe
glidegl
beftme-
ritati ai
membri d^tintlMdhd dtH
la GUftuSusètahècompongono. L’autóre* ohe non
%i palesa, dicati tttft dito pontificio * fhaé
tegK attnhé WWOré
di Cittadi-no,
0
è in lui soffocatoda
qualéfae altro«dorai Incomincia
daldeclamare
«bandir
lacmiawi
allegrette idea di prtminm'&i, ti
mamefpfo, d’ttàm
Mf* SI località,
di cafHptmle
; evorrebbe* copiando Pastore
delle strade
fonate Mattane, ebè
Sibada
totenon
àllèprosperità Ai Ufi Solo sialo o provincia^ Otft 'dèlia
W-
tieta Penisola.
Nel che ben
fece,poiché
èquesta Pu- nito ragione ché poteva
allégàr&i dallaéuà par
té\
ragione che dimo&trà
ilsuo
torto*
perchè
chi àiraccomanda
all’ altruicompassione* dà prova
di noftaVere
dirittida méttere
ihcampo. Ad
Udirequesto
signore, Ooi
dobbiamo
ifltlerftftiente sacrificarti àibén’
essere della Penisola,che per
luivuol
significareToscana. Egli ragiona come
se fra laToscana e
loStato Potitificid noti esistesse
demarcazione
di confitti*diversità di leggi politiche* civili,
commerciali*
finan- ziere, é pereiòUna grande
diversità e differenza &'in- tercisi.Poco mancò che non
invocasse lemassime
di filantropia, di carità cristiana, quasiche questa co- mandasse
aipoveri
didare
ai ricchi tutto quelloche
hanno. E
si !Perchè
a fare inmodo che non
siavidistinzione fra il
campanile
dìCampidoglio
equel
di Pisa,noi poveri
d’industria e dicommercio.,
noido-
vremmo
regalare a’ricchi toscani tutto il benefìcioche possiamo
trarre dallaunione dei due mari,
eche
può
arricchirci : sepoi dimani
essiguazzeranno
nel- l’opulenza e noimorremo
difame, che importa? Ricca
la
Toscana,
è ricca tutta la penisola, e noiche
della penisolasiamo pure
abitanti, ricchi di dirittonon
di fatto, ce lapasseremo
sbadigliando, contenti diavere eroicamente
rispettata lamassima
dinon
far distin-zione fra
provincia
e provincia, fra stato e stato, e dinon aver badato
ai gretti interessi di località, dicampanile
!Se però con
talimassime
inbocca, noi
ci
presentassimo
inToscana
adimandare impieghi,
lavoro,pane; oh
allora sìche
ci sichiederebbe
lafede di nascita, e si alzerebbero
per noi
a guisa,non
di
campanile, ma
dimonti,
i confiniche separano
l’uno Stato dall’altro, eche oggi
sivogliono
appianati, per-chè
i nostri pietosi vicini profittino diquel bene che
la sola nostra fortunata posizione
può
darci ! ! !(1).Prosiegue
l’autore dellamemoria
beffandosi dinoi
che, rigettandoqualunque progetto
dicomunica-
zione colla
Toscana, ammettiamo
ilprolungamento
della linea fra
Roma ed
ilRegno
diNapoli
; loc-chè
eglichiama incoerenza
di principilaquasiché
fòsse impossibile al
mondo che ima cosa convenga
per uno
edisconvenga per
l’altro.Ma
sa egliche
inapoletani non verranno giammai
nello Stato Ponti-fi) Se questa ragione dovesse militare, si dovrebbe togliere fra stato e stato ogni divieto d’ irrtrodazione de' respettivi prodotti ,
Ogni dazio.
23
ftcio
per
recarsi all’ Adriatico acommerciare;
e sepure
ilfaranno non
ciarrecheranno danno alcuno
ma
utilità,perchè non potranno
rapircinè
in tuttonè
in parte ilvantaggio che
giàabbiamo con
essicomune
di esserebagnati da due mari? Sa
egliche da
semplicecomunicazione
fra stato e stato, ecomu-
nicazione
commerciale
, esisteuna gran
differenza?Che
la
prima
ilpiù
delle volte è utile, laseconda quasi
sempre dannosa? Se dunque apriamo
le porte alcon-
fine di
Napoli, noi non
viperderemo, perchè per
essepasseranno persone
soltanto,non merci,
e si reche-ranno
nello Statonon per
trarne ilcommercio
dell’Adriatico
dicui non abbisognano, ma per
visitarele
meraviglie
dell’antica e dellamoderna Roma, o per
passaread
altri Stati.Avverrebbe
deiToscani
altret-tanto?
Amanti
dei loro interessinon
dellemeravi-
glie di
Roma, neppure saluterebbero da lontano que-
sta
gran
capitale;ma volgendole appena
entrati lespalle
correrebbero
alla difìlata all’Adriatico per con-
tenderciquel
fonte di ricchezzache per noi
solipuò
essere dischiuso.
Ma
voi(soggiunse
inuna nota piena
di attico sale)
ma
voi temete il concorso delcommercio
toscano
, e
non paventate
quello delRegno
diNapoli nelV importazione
degli olii, de'grani
e delbestiame tanta
fu- nesta alcommercio
attivo dello Statopontificio.Di
grazia signore; parlateda senno o da
scherzo?E che! Siamo
forse a discutere se si
debba accordare
alRegno
diNapoli
la liberaintroduzione
de' suoi prodotti, e nie- garla allaToscana; ovvero ragioniamo
se ciconven- ga
diperdere
tutta l’utilità derivante dal riunire idue mari
in grazia dei vostri protetti?Parliamo
difinanza o
distrade
ferrate?Di comunicazione
tira*date
o
di liberaammissione
de* prodotti esteri!Certo che
seper
voi l’aprireuna
strada ferrataequivale
al
concedere
liberaintroduzione
dimerci
estere, voi aveteragione: ma
seanche
all’ingresso della strada ferrata diNapoli
esisterà la nostradogana;
sedu-
rerà l’interdizione delle derrate e prodotti esteri; se la novella
comunicazione
ferratanon recherà
altera-zione alle leggi di
Finanza;
voivedete bene che non
avete giusto
motivo
di beffarvi di noi,nè
di chia-marci
incoerenti nei nostri principi;ma
invecedo-
vrete confessare l’incoerenza del vostro
ragionamento.
Dall’avere
implorato
la nostra filantropia passail nostro contraddittore
ad
offrirci filantropia toscana.Egli
cirichiama
ameditare seriamente
sullapovertà
nostra ead esaminare conscienziosamente
se i prodotti presumibilida
ritrarsi dallastrada a
rotaiefra An- cona
e Civitavecchia,senza
il sussidio di altre dira-mazioni saranno adequati
all'enorme spesache impor-
terà lasua
linea longitudinale di240 miglia
col for-midabile
ostacolo delpassaggio
dell'Appennino. Ciò
si-gnifica senza fallo esser
mente
del nostro avversarioche
senon
sipermetterà
ai toscani di profittare della nostra stradaper andare
all’Adriatico, l’impresa an-drà senza meno
fallita, eche perciò
ciconviene
di supplicarliginocchioni ed
amani giunte perchè
sidegnino
sostenerci nellascabrosa ed ardua
impresa.Or
iochiedo
a lui avicenda
se pensi che, interdettoai toscani lo
andare
all’Adriatico, s’interdiranno essidel pari
ogni commercio con
noi, e siniegheranno
di avere
da
noi quellemerci che
altrimenti siprò-
25
curerebbero con un
direttocommercio? Se nò,
co-me
dinò
è di fatti, si tranquillizzi,non tema che
tutte le
merci
le quali, acquistatedirettamente
dai to- scani sull’Adriatic o,dovrebbero
passareper
la nostra strada, vipasseranno
del pari,perchè o
siache
leacquistino in
Civitavecchia o
lecommettano ad An-
cona, sempre avranno percorsa
la nostra strada a ro- taieprima che pervengano
nelle loromani, ed
essicontribuiranno generosamente
almantenimento
della strada ead adequarne
i prodotti alia spesa:che
anzimeglio
èpiù
vicontribuiranno quando non
v’abbia-no comunicazione; perchè, dovendole
ricevere in Ci- vitavecchia,avranno
tutteintieramente percorsa
lastrada dall’un
mare
all’altro,ed
al contrario sepo- tranno volgere per
laToscana, una
sola partene
per-correranno. £ poi
!Crede
egliche senza
l’unione
della strada di
Toscana, mancherà
la nostra del sus- sidio di altrediramazioni? Non
parlerò diquella
delle
romagne per
l’alta Italianè
dell’altra di Napoli.Non
faròparola
diRoma che
della strada siederà regina,,ed a
cui migliaia di stranieriverranno
inogni anno
a recarleomaggio
e tributo.Dirò
soloche
la stradada Civitavecchia ad Ancona ha due
estese,
immense,
ricchissimediramazioni
ne’ suoidue
mari, per
l’uno dei quali si attaccaa Venezia, Trie-
ste e
comunica
colleprovincie nordiche
dell’Eu- ropa; per
l’altro siunisce
allenazioni
tuttemeri-
dionali
Europee,
alle isole diSardegna,
di Sicilia,di Malta, all’