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Lavori che mancano: le 5 professioni più ricercate (e meno trovate) dalle aziende

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TROVOLAVORO

Lavori che mancano: le 5 professioni più ricercate (e meno trovate) dalle aziende

di Irene Consigliere. Claudia Voltattorni, Federico De Rosa20 dicembre 2021 I mestieri più difficili da trovare: gli ottici

Cinque profili selezionati tra quelli che le aziende cercano, ma spesso non trovano.

Una possibilità di carriera interessante per un giovane può essere oggi quella dell’ottico. Diversi sono i brand sul mercato che offrono chance di impiego. A credere nelle nuove leve è innanzitutto Luxottica che ha lanciato di recente la nuova edizione del programma Campus di

Sailmoiraghi&Viganò dedicato ai migliori 70 neodiplomati in una delle scuole di ottica italiane. Ai candidati che si saranno distinti sarà offerto un contratto a tempo determinato con un premio di inserimento di 2.500 euro e la conferma a tempo indeterminato per chi si sarà distinto nel percorso.

I profili selezionati saranno inseriti all’interno di uno staff di negozio nei punti vendita Salmoiraghi

& Viganò e Ray-Ban Store in tutta Italia. L’iniziativa si inserisce in un complesso più ampio di attività dedicate alla formazione. A testimonianza di quanto creda nella formazione, il gruppo ha di recente acquisito l’Irso di Vinci in provincia di Firenze, storica scuola di ottica e optometria, tra le più prestigiose.

Giuntisti

Per il mondo delle telecomunicazioni sono l’equivalente degli asfaltatori per le autostrade. Si tratta dei giuntisti: gli operai specializzati che collegano i cavi in fibra ottica per creare le reti o connettere gli edifici. Una figura chiave per la realizzazione delle autostrade digitali previste dalla Gigabit Society, il piano europeo che ha come obiettivo la realizzazione, entro il 2025, di una copertura di rete di tutti servizi amministrativi, delle scuole e del trasporto pubblico con connessioni internet a un Gigabit al secondo. Sul mercato tuttavia è difficile trovarne. Secondo alcune stime ne

mancherebbero 15/16 mila. Ma mancano anche operai per fare gli scavi dove passa la fibra e tecnici di delivery, dedicati alle attivazioni delle linee a casa o in ufficio. Gli operatori di rete come Tim e Open Fiber si sono attrezzati iniziandoli a formare in casa e on the job. Ma non bastano. Per coprire la domanda di posti serve uno sforzo da parte delle Regioni, che gestiscono i fondi per la

formazione, ma la procedure sono macchinose e tutt’altro che rapide. Se l’Italia vuole rispettare le scadenze europee deve fare in fretta e, poiché per Pnrr non c’è da realizzare solo la rete in fibra ottica, ma anche ammodernare quella ferroviaria, ampliare le autostrade e realizzare i sistemi per le smart city, sia il ministero del Lavoro sia quello dello Sviluppo economico hanno iniziato ad affrontare il tema della formazione del personale che dovrà costruire le autostrade digitali.

CORRIERE.IT Data pubblicazione: 20/12/2021

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Link: https://www.corriere.it/economia/lavoro/cards/i-cinque-lavori-che-mancano/esperti-sicurezza-informatica.shtml

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Camionisti

Un lavoro molto faticoso che impone giorni e settimane lontani da casa. E per questo però anche meglio retribuito rispetto a tanti altri. Ma uno stipendio che può arrivare anche a 3 mila euro netti al mese evidentemente non basta a richiamare nuovi aspiranti camionisti. Così, l’Italia registra ogni anno di più una carenza di autotrasportatori stimata, secondo la Conftrasporti, in almeno 20mila unità. Cifra destinata a crescere se si pensa che l’età media oggi è di 54 anni. «Quello

dell’autotrasportatore – dice il segretario generale della Fai-Conftrasporto Andrea Manfron – è un lavoro particolare che richiede molta flessibilità, ma è anche un lavoro sicuro, la logistica è esplosa e di camionisti c’è sempre più bisogno». Inoltre, «dà la possibilità di viaggiare e oggi i mezzi sono dotati di tecnologie avanzatissime». I costi di accesso sono però molto alti. Tra patente e corso di formazione servono circa 5mila euro. Ma alcune aziende sono disposte a farsene carico pur di trovare il personale. Necessario inoltre avere almeno 21 anni, limite che le aziende chiedono di abbassare a 18.

Cuochi e camerieri

Riaprono i ristoranti, le strutture alberghiere, i villaggi turistici. E riprendono così anche le ricerche di figure specializzate come quelle degli chef e dei camerieri. «Durante la pandemia il settore è stato duramente colpito ma ora sia i camerieri sia gli chef e i cuochi sono tornati ad essere ‘ricercati come l’oro’ perché la gente ha di nuovo voglia di andare in vacanza» racconta Helga Niola,

Southern Europe employer branding&talent acquisition di Club Med. Ma quali sono le principali scuole per queste professionalità? «I nostri collaboratori arrivano da diversi Istituti alberghieri italiani, dalla scuola di cucina Alma di Colorno, dalla Cast Alimenti di Brescia, dalla scuola di pasticceria Arte Bianca di Neive. Anche noi abbiamo dei corsi di formazione in collaborazione con l’Istituto Paul Bocuse di Lione. È una professione che richiede molto sacrificio e passione. Ma incontriamo ragazzi che già durante la scuola hanno fatto esperienza e che meritano di essere assunti subito» conclude la manager.

Esperti della sicurezza informatica

Con l’aumento dello smart working in seguito alla pandemia i profili professionali della cyber security, ovvero della sicurezza informatica sono diventati indispensabili. Il cyber risk analyst che analizza i principali rischi aziendali e il security consulting engineering, l’ingegnere che si occupa dei software e il chief information security officer, che autorizza le misure di sicurezza informatica sono tra le figure principali. A ricercarli sono soprattutto le big della consulenza: in particolare Accenture ha da poco aperto 300 posizioni per la divisione Security e per raggiungere la parità di genere in azienda entro il 2025 ha organizzato la Pink Academy, per favorire l’ingresso delle donne in posizioni che richiedono una formazione scientifica. Altre realtà interessate a questi profili:

Deloitte, Price Waterhouse Coopers, Ey, Cisco, Microsoft. Per la formazione a Milano c’è il Master della Bocconi in collaborazione con il Politecnico e l’Hackademy della stessa Accenture.

CORRIERE.IT Data pubblicazione: 20/12/2021

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CONFCOMMERCIO WEB 10

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Home Professione Ufficio traffico Nasce il tavolo di lavoro per modulare i cantieri in autostrada

PROFESSIONE UFFICIO TRAFFICO

Nasce il tavolo di lavoro per

modulare i cantieri in autostrada

Confcommercio e Conftrasporto danno vita a un pool per calendarizzare i cantieri autostradali. Obiettivo? Monitorare la situazione del traffico nelle principali vie di comunicazione, prevedere i flussi più intensi, come ad esempio quelli legati a eventi che si svolgono in città o a ricorrenze particolari, per segnalare le giornate da

«bollino nero», quelle in cui i cantieri dovrebbero essere tabù

DiRedazione-20 Dicembre 2021

Il 2021 sarà ricordato probabilmente come l’anno dei cantieri sulle autostrade italiane. I lavori di manutenzione aperti sulla rete viaria della penisola sono stati infatti tantissimi. Segno di una maggiore attenzione su strade e viadotti, oggetto di controlli, verifiche statiche e opere di messa in sicurezza.

Il risvolto della medaglia è che questa situazione ha causato non poche code e disagi lungo le autostrade. «Un altro anno così sarebbe umanamente, ed economicamente, insostenibile», ha dichiarato il presidente di Confcommercio Genova, Paolo Odone, che – con il vicepresidente

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Davide Falteri, cui è stata assegnata la delega alla logistica e ai trasporti – ha dato vita a un tavolo di lavoro con le federazioni aderenti a Conftrasporto-Confcommercio per monitorare la situazione del traffico nelle principali vie di comunicazione, prevedere i flussi più intensi, come ad esempio quelli legati a eventi che si svolgono in città o a ricorrenze particolari, per segnalare le giornate da bollino nero, quelle in cui i cantieri dovrebbero essere «tabù.

«Assarmatori, Assagenti, Spediporto, Federlogistica, FAI e attività aeroportuale, con il

coordinamento della Camera di Commercio di Genova hanno unito le forze per arrivare, a breve, a una calendarizzazione dei (necessari) cantieri autostradali – spiegano Paolo Odone e Davide Falteri – Il tavolo di lavoro svolgerà un ruolo di supporto e si riunirà una volta al mese in un’ottica di collaborazione con la Regione Liguria, il Comune di Genova, l’Autorità di Sistema Portuale e Aspi Autostrade. L’obiettivo è contribuire a una pianificazione mirata della cantierizzazione dei lavori sulle arterie viarie di autostrade e della città, evidenziando e comunicando mensilmente le giornate di maggior flusso legate ad esigenze dei settori produttivi coinvolti».

Nel bilancio di fine anno, e nei propositi per il prossimo, insomma, la questione della mobilità è fra i temi più sentiti. Secondo Falteri, i ripetuti cantieri su numerosi tratti autostradali hanno creato quotidianamente code nella A26 tra Ovada e Genova, così come sulla A7 in direzione Milano, solita incidenza inoltre sul tratto a/r della A10 tra Arenzano e Savona. Inoltre numerose aree di sosta normalmente utilizzate dagli autotrasportatori per le interruzioni di guida obbligatorie sono state costantemente impegnate dai residui dei cantieri.

Una situazione pesante che si è ripercossa nei porti (in particolare quello di Genova), all’ingresso dei terminal, dove si sono formate code e intasamenti. Qui la «variabile cantieri» si è aggiunta ai forti volumi di merce da movimentare e alla carenza di autisti. Un mix che ha causato non pochi disagi alle navi in banchina e che – come sottolinea il presidente di Confcommercio Genova –

«non dovrà ripetersi».

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