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Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

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Academic year: 2022

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Garante Nazionale

dei diritti delle persone private della libertà personale

Presidente

1

P

IANO TRIENNALE

DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

2021-2023

DEL

G

ARANTE NAZIONALE DEI DIRITTI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTÀ PERSONALE

Premessa

Il 30 gennaio 2018 è stato adottato il primo Piano triennale (2018-2020) della prevenzione della corruzione e della trasparenza (d’ora in poi Ptpct) del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Poiché si tratta di una Istituzione ancora in fase di consolidamento, si ritiene opportuno rimandare ancora una volta all’ampia premessa di carattere giuridico

normativo riportata nel suddetto Ptpct 2018-2020

http://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/resources/cms/documents/95288dda747452 0058d4a3c5bd69d315.pdf.

Si ritiene altresì non inutile rammentare che il 6 settembre 2018, su proposta del Ministro della Giustizia, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che introduce nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, poi divenuta norma dello Stato, in esito alla approvazione definitiva del testo di legge il 18 dicembre 2018 e promulgato dal Presidente della Repubblica il 10 gennaio 2019. Sulla scia delle Raccomandazioni provenienti dal Gruppo di Stati contro la corruzione, nel contesto del Consiglio d’Europa, (Greco), e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), la normativa prevede trattamenti sanzionatori più gravi e l’estensione, al settore dei reati contro la pubblica Amministrazione, di strumenti come gli "infiltrati" o come le misure premiali in favore di chi, nella qualità di partecipe ai reati, collabori, favorendo le investigazioni. La Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (Uncac), ratificata dall’Italia con legge 3 agosto 2009 n. 116, stabilisce che ogni Stato, conformemente ai PRINCIPI fondamentali del proprio sistema giuridico, è tenuto ad applicare «politiche della prevenzione efficaci e coordinate che favoriscano la partecipazione della società e rispecchino i principi dello Stato di diritto, di buona gestione degli affari pubblici e dei beni pubblici, di integrità, di trasparenza e di responsabilità» (articolo 5)1.

1 La legge 9 gennaio 2019, n. 3 recante Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici, sul fronte del rafforzamento del contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione prevede una serie di misure finalizzate a inasprire le pene principali e accessorie per i reati di corruzione, rendere più efficaci le indagini preliminari e limitare l’accesso dei condannati ai benefici carcerari. Vengono aumentate le pene accessorie in caso di condanna per reati contro la Pubblica amministrazione. Aumentano le pene per i reati di corruzione per l'esercizio della funzione (articolo 318 c.p.) e di appropriazione indebita (articolo 646 c.p.). Il millantato credito (articolo 346 c.p.) viene abrogato come fattispecie autonoma di reato, e la relativa condotta viene inserita all’interno del delitto di traffico di influenze illecite (articolo 346-bis). È introdotta, in presenza di specifiche condizioni, una causa di non punibilità per chi collabora con la giustizia. I reati di corruzione tra privati (articolo. 2635 c.c.) e istigazione alla corruzione tra privati (articolo 2635-bis) diventano perseguibili d’ufficio.

Aumenta la durata delle sanzioni interdittive a carico di società ed enti responsabili in base al decreto legislativo 231/2001 per reati contro la Pubblica amministrazione. È facilitata la possibilità di perseguire i cittadini italiani o stranieri che commettono alcuni reati contro la Pubblica amministrazione all’estero.

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Presidente

2 Riguardo specificatamente al sistema anticorruzione, la Commissione europea, nel corso del 2020, ha presentato il primo rapporto sullo Stato di diritto dell'Unione, analizzando i fattori principali che hanno un forte impatto sullo Stato di diritto, tra cui il quadro normativo e istituzionale anticorruzione (Commissione europea, Relazione sullo Stato di diritto 2020. Capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Italia, Bruxelles, 30 settembre 2020, in http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdo cs/Attivita/AttivitaInternazionale/it_rol_country_chapter_it.pdf). In tale Relazione, si legge che:

«Nel 2019 l'Italia ha continuato a rafforzare il quadro istituzionale e legislativo per la lotta alla corruzione. Facendo seguito a precedenti iniziative, la legge anticorruzione adottata nel gennaio 2019 ha ulteriormente inasprito le sanzioni per i reati di corruzione e sospeso i termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado. È stata inoltre estesa ai reati di corruzione l'applicabilità degli strumenti di indagine per la lotta contro la criminalità organizzata. L'Autorità nazionale anticorruzione ha potenziato la sua sfera di intervento a favore di una cultura di prevenzione della corruzione, mantenendo parallelamente la sua funzione di vigilanza e regolamentazione dei contratti pubblici. È stato adottato un quadro per la protezione degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità. L'Italia non ha ancora adottato una legge generale che disciplini l'attività di lobbying e le norme sul conflitto di interessi sono frammentate. La capacità di accertare, indagare e perseguire i reati di corruzione è molto efficace e beneficia delle competenze acquisite dalle autorità di contrasto nella lotta contro la criminalità organizzata.

L'efficacia delle misure repressive è tuttavia ostacolata dall'eccessiva durata dei procedimenti penali. Il Parlamento sta discutendo una riforma globale intesa a razionalizzare la procedura penale»2.

2Emblematico il caso della Polonia: il Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) del Consiglio d’Europa il 28 gennaio 2019 ha statuito che una delle «massime priorità» per tale Stato è istituire un sistema per la nomina, la promozione e la revoca di tutti i dirigenti di alto livello nella polizia e nelle guardie di frontiera, basato su criteri obiettivi e meritocratici, nonché su procedure trasparenti. Un rapporto pubblicato appunto il 28 gennaio 2019, basato su una visita sul posto in Polonia effettuata nel 2018, osserva che «la polizia è stata diretta da tre diversi Comandanti in capo in soli due anni e (…) che i cambiamenti nelle posizioni apicali della polizia sono stati particolarmente controversi». Gli esperti ritengono che l’inadeguatezza delle remunerazioni contribuisca ad «aumentare le difficoltà»

per la polizia e la guardia di frontiera ad attirare e mantenere «personale qualificato e motivato». Ciò può inoltre causare «vulnerabilità di fronte alla corruzione» e spingere i funzionari a cercare altre fonti di reddito attraverso «lavori secondari che possono generare ulteriori rischi», tra cui incompatibilità e relazioni problematiche con terze parti. Gli estensori del rapporto osservano un «persistente fenomeno di influenze politiche sulle attività di polizia» in Polonia e l’impatto negativo che ciò potrebbe esercitare. Gli esperti del Greco hanno sentito da parte di diversi interlocutori preoccupazioni relative a una tendenza simile nella funzione pubblica polacca a seguito di recenti emendamenti alla Legge sulla funzione pubblica, adottata a gennaio 2016, dopo un processo accelerato e consultazioni inadeguate. Di conseguenza, tutti i funzionari di alto livello ora non rientrano nel campo di applicazione della legge e vengono pertanto nominati e revocati in modo discrezionale.

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Presidente

3 Il contesto di riferimento del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

L’articolo 7 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 10, ha istituito il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Garante nazionale) e gli ha attribuito il compito di vigilare affinché la custodia delle persone sottoposte alla limitazione della libertà personale sia attuata in conformità alle norme nazionali e alle Convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall'Italia. La norma è stata poi modificata dalla legge 28 dicembre 2015 n. 208, dalla legge 27 dicembre 2017 n. 205, nonché dal decreto-legge 4 ottobre 2018 n. 113 convertito in legge 1 dicembre 2018 n.

132 e infine dal decreto-legge 21 ottobre 2020 n. 130 convertito con modificazioni in legge 18 dicembre 2020 n. 173.

Il Garante nazionale è costituto in Collegio, composto dal Presidente e due membri, scelti tra persone non dipendenti delle pubbliche amministrazioni; essi sono nominati, previa delibera del Consiglio dei Ministri, sentite le competenti Commissioni parlamentari, con decreto del Presidente della Repubblica. Con decreto del Presidente della Repubblica del 1 febbraio 2016 è stato nominato il Presidente del Garante nazionale, professor Mauro Palma, e un componente del Collegio, l’avvocata Emilia Rossi; il 3 marzo 2016 è stato nominato l’altro membro del Collegio, la dottoressa Daniela de Robert. Il già citato decreto-legge 21 ottobre 2020 n. 130 convertito con modificazioni in legge 18 dicembre 2020 n. 173, ha mutato il nomen dell’Autorità, sopprimendo le parole ‘detenute o’, al fine di dare rilevanza anche formale ai molteplici campi di estensione del mandato del Garante nazionale, non solo limitato a quello della privazione penale della libertà.

Inoltre, viene prorogata di due anni la scadenza del mandato dell’attuale Garante nazionale e viene data la possibilità di delegare per l’esercizio di alcune delle proprie funzioni i Garanti territoriali.

Il Garante nazionale è un Organo indipendente ed è stato indicato dalle Autorità italiane come Meccanismo nazionale di prevenzione della tortura e dei trattamenti o pene crudeli, inumane o degradanti (Npm), ai sensi dell’articolo 3 e seguenti del protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura (Opcat) adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2002 e ratificato dall’Italia con legge 9 novembre 2012 n. 195. A seguito del deposito dello strumento di ratifica in data 3 aprile 2013, il Protocollo è entrato in vigore per l’Italia il 3 maggio 2013. Il Trattato, istituendo il Sottocomitato (Spt) delle Nazioni Unite per la prevenzione della tortura (insediatosi il 22 giugno 2006) con compiti di ispezione e monitoraggio a livello globale, ha impegnato tutti gli Stati aderenti a dotarsi di un Meccanismo nazionale di prevenzione con poteri di visita di tutti i luoghi di privazione della libertà. Allo scopo di prevenire la tortura e le altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, il Protocollo prevede l'istituzione di un sistema di visite regolari svolte da Organismi indipendenti nazionali e internazionali nei luoghi in cui le persone sono private della libertà. Per l’Italia è stato appunto individuato quale Meccanismo nazionale il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

In tale veste, con i poteri e le garanzie conferite ai sensi degli articoli 4, 17-23 del Protocollo, il

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4 Garante nazionale ha accesso a tutti i luoghi in cui delle persone sono o possono essere private della libertà, ai colloqui riservati con le persone e alla documentazione necessaria per le sue funzioni.

Nel 2014 il Garante nazionale veniva anche individuato dal Ministero dell’Interno e dal Dipartimento delle politiche europee quale Organo di monitoraggio indipendente dei rimpatri forzati, ai sensi dell’articolo 8 comma 6 della Direttiva dell’Unione europea 2008/115/CE recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Tale designazione nel 2015 veniva riconosciuta dalla Commissione europea e il Garante nazionale a pieno titolo ha potuto avviare il sistema di monitoraggio indipendente dei rimpatri forzati.

Inoltre, vista la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18, tenuto conto della risposta dell’Italia in relazione alla lista di domande del Comitato per i diritti delle persone con disabilità di cui all’articolo 15 ‘Freedom from torture or cruel, inhuman or degrading treatment’ punto 33 che recita «The matter is under consideration by the National Guarantor of the Rights of detainees and persons deprived of personal freedom who has been identified as the national preventative mechanism’; viste le Concluding observations on the initial report of Italy (Adopted by the Committee at its 16th Session (15 August-2 September 2016) di cui al punto 42 ‘The Committee recommends that the national preventive mechanism immediately visit and report on the situation in psychiatric institutions or other residential facilities for persons with disabilities, especially those with intellectual and/or psychosocial disabilities», il Garante nazionale esercita il proprio mandato anche in strutture privative della libertà in ambito socio sanitario e assistenziale. In questo contesto si inseriscono la mappatura delle strutture residenziali per persone con disabilità del territorio nazionale, l’attività del monitoraggio volta a verificare le condizioni di vita e di assistenza all’interno e a prevenire forme improprie di contrazione della libertà, possibili abusi o trattamenti contrari alla dignità della persona e al senso di umanità. Parallelamente, si colloca il monitoraggio delle residenze per persone anziane non autosufficienti: luoghi in cui il processo di istituzionalizzazione può divenire, successivamente a un ingresso volontario nella struttura stessa, una segregazione de facto.

La legge 1 dicembre 2018 n. 132 ha modificato l’articolo 7 comma 5 lettera e) del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146 che prevede che il Garante nazionale «verifica il rispetto degli adempimenti connessi ai diritti previsti agli articoli 20, 21, 22, e 23 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni, presso i centri di identificazione e di espulsione previsti dall'articolo 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, nonché presso i locali di cui all'articolo 6, comma 3-bis, primo periodo, del decreto legislativo 18 agosto 2019».

La diffusione della pandemia ha reso chiaro che il mandato del Garante nazionale, in qualità di Meccanismo Nazionale di Prevenzione ai sensi dell’articolo 3 del Protocollo Opcat, è esteso anche ai luoghi formali di quarantena e a tutti quegli altri luoghi dai quali non ci si può allontanare per ragioni simili in quanto contesti de facto privativi della libertà. In tal senso si veda il parere 25

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5 marzo 2020 del Spt rivolto agli Stati membri e ai Meccanismi nazionali di Prevenzione relativo alla pandemia di Coronavirus nonché il precedente parere, sempre del medesimo Sottocomitato Onu, reso al Meccanismo nazionale di prevenzione del Regno Unito e dell’Irlanda del nord riguardo la quarantena obbligatoria per Coronavirus, approvato nella sua quarantesima sessione (10-14 febbraio 2020).

A fronte delle dimensioni contenute in termini di personale, al Garante nazionale è stata attribuita una competenza molto ampia. Nello specifico, il Garante nazionale ha una funzione di tipo preventivo-cooperativo inter-istituzionale. In sintesi, il suo compito principale è quello di monitorare, visitandoli, i luoghi di privazione della libertà; oltre al carcere, le comunità chiuse, i luoghi di polizia, i centri per gli immigrati, le Residenze per misure di sicurezza psichiatriche (Rems), istituite dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Scopo delle visite è individuare eventuali criticità e, in un rapporto di collaborazione con le Autorità responsabili, trovare modalità per risolverle. Al Garante nazionale spetta inoltre per legge, in cooperazione con la Magistratura di sorveglianza, la trattazione dei reclami ex articolo 35 dell’Ordinamento penitenziario. Come specificato più avanti, la recentissima legge 18 dicembre 2020 n. 173 prevede che anche lo straniero trattenuto possa rivolgere istanze e reclami al Garante nazionale.

Dopo ogni visita, il Garante nazionale redige un Rapporto contenente osservazioni ed eventuali Raccomandazioni e lo inoltra alle Autorità competenti. Ogni Rapporto, normalmente un mese dopo essere stato recapitato, viene pubblicato sul sito web del Garante nazionale, unitamente alle eventuali risposte e osservazioni fatte pervenire da parte delle rispettive Autorità competenti.

La pubblicazione dei Rapporti si può senz’altro configurare, per il contesto che qui interessa, come una fondamentale misura di prevenzione e trasparenza.

Ogni anno il Garante nazionale invia ed espone una Relazione al Parlamento sul lavoro svolto e sulle prospettive future negli ambiti di sua competenza. La Relazione, che rappresenta la performance dell’Autorità garante, è anch’essa pubblicata sul sito istituzionale. Contestualmente, il Garante nazionale riferisce periodicamente ai rispettivi Organi internazionali di controllo circa la propria attività svolta in adempimento di Convenzioni internazionali in ambito globale o europeo.

La legge 27 dicembre 2017 n. 205 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020) ha modificato, con l’articolo 1, comma 476, l’articolo 7 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, prevedendo che l’Ufficio del Garante nazionale sia composto da un numero massimo di 25 unità di personale, di cui almeno 20 del Ministero della Giustizia e, in posizione di comando, non più di 2 unità del Ministero dell’interno e non più di 3 unità degli Enti del Servizio sanitario nazionale e incrementando lo stanziamento di bilancio destinato al funzionamento del Garante nazionale. Tale modifica accoglie una specifica richiesta del Garante nazionale circa la necessaria multidisciplinarità del personale, tenuto conto delle molteplici e complesse competenze assegnate a tale Autorità garante.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 193 del 19 agosto 2019 è stato pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 aprile 2019 n. 89 che ha, tra l’altro, stabilito i diversi inquadramenti del

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6 personale e le modalità della selezione delle unità mancanti, inserendo ex novo un’unità dirigenziale di seconda fascia, quale Direttore dell’Ufficio e con incarico di funzionario delegato alla gestione del fondo per le spese di funzionamento del Garante. La relativa procedura di interpello si è conclusa a aprile 2020 e il Direttore si è insediato l’8 giugno 2020. Attualmente, l’Ufficio è composto, oltre che dal Dirigente da 20 unità del Ministero della Giustizia, 2 del Ministero dell’interno, 2 degli Enti del Servizio sanitario nazionale.

L’Ufficio del Garante nazionale è operativo dal 25 marzo 2016 e nel corso del 2020 ha terminato il reclutamento di tutte le unità di personale. Alla data del 31 dicembre 2020 la situazione del personale è la seguente:

Personale per Aree funzionali e Ruoli di Polizia

Aree/Ruoli Donne Uomini Totale

Dirigente II fascia 1 1

Comparto funzioni centrali, Area 2 3 4 7

Comparto funzioni centrali, Area 3 6 1 7

Polizia di Stato, Commissario 1 1

Comparto Funzioni Centrali, Ministero Interno, Area 2

1 1

Polizia penitenziaria, ruolo Agenti e Assistenti 6 6 Enti del Servizio sanitario nazionale, Collaboratore

amministrativo – Cat. D

1 1

Enti del Servizio sanitario nazionale, Assistente amministrativo – Cat. C

1 1

Totale 12 13 25

Personale per Aree/Ruoli e qualifiche

Area/Profilo - Ruolo/Qualifica Donne Uomini Totale

Dirigente II Fascia 1 1

Comparto funzioni centrali, Area 3 6 1 7

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Direttore 1 1

Funzionario amministrativo 1 1

Funzionario contabile 1 1

Funzionario della professionalità di servizio sociale

1 1

Funzionario giuridico pedagogico 1 1 2

Funzionario linguistico 1 1

Comparto funzioni centrali, Area 2 3 4 7

Assistente giudiziario 2 2 4

Assistente amministrativo 2 2

Assistente informatico 1 1

Ministero dell’Interno - Polizia di Stato 1 1 2

Commissario 1 1

Comparto Funzioni Centrali Area 2 1 1

Polizia penitenziaria, ruolo Agenti e Assistenti 6 6

Agente scelto 3 3

Assistente capo coordinatore 1 1

Agente 2 2

Enti del Servizio sanitario nazionale 2 2

Collaboratore amministrativo – Cat. D 1 Assistente amministrativo – Cat. C 1

Totale 12 13 25

L’articolo 2 del Dpcm n. 89/2019 e il Codice di autoregolamentazione adottato prevedono che il Garante possa avvalersi dell’opera di consulenti ed esperti in possesso di adeguate e comprovate

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8 capacità professionali, nominati con propria determinazione, anche stipulando apposite convenzioni con altre Amministrazioni dello Stato.

Al fine di dar conto di una procedura di selezione dei consulenti più trasparente, il Garante nazionale, con delibera del 5 novembre 2018, ha pubblicato sul proprio sito l’avviso di richiesta di candidature per la funzione di esperto.

Gli esperti vengono impiegati per il conferimento di incarichi di consulenza o per le attività di monitoraggio dei luoghi di privazione della libertà in ciascuna delle aree indicate di seguito:

a) area psichiatrica o di assistenza alla disabilità b) area della tutela della salute in carcere

c) area del trattenimento di migranti irregolari e di espletamento delle procedure di rimpatrio d) area della custodia di polizia

e) area della privazione della libertà in ambito penale per adulti o minori.

I 58 esperti, ad oggi selezionati, sono inseriti in cinque elenchi – uno per area – pubblicati sul sito del Garante.

In relazione al mandato di monitoraggio dei rimpatri forzati, il Garante nazionale è stato beneficiario di un finanziamento a valere sul Fondo nazionale asilo migrazione integrazione (Fami) 2014/2020 del Ministero dell’Interno attraverso il progetto “Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”. Per le funzioni di cui al progetto Fami sopracitato, il Garante nazionale si è avvalso di un pool di esperti selezionati tramite procedure di evidenza pubblica. Il progetto si è positivamente concluso il 28 febbraio 2020 con spese certificate pari a: euro 757.742,23. A seguito della chiusura del progetto, i contratti con i professionisti esterni in qualità di consulenti/esperti si sono conclusi.

Il Garante nazionale, il 27 febbraio 2020 ha presentato una nuova domanda di finanziamento a valere sul Fami 2014/2020 con un progetto dal titolo: “Implementazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”; l’Autorità responsabile del progetto Fami del Ministero dell’Interno ha comunicato l’ammissione al finanziamento del progetto in data 17 settembre 2020 per un importo complessivo pari a euro 943.350,00. La dichiarazione di inizio attività del progetto è stata comunicata all’Autorità responsabile del Fondo il 7 ottobre 2020. Al 31 dicembre 2020 non risultano ancora effettuate gare, appalti o procedure di selezione nell’ambito di detto progetto.

Nel corso del 2020, valutata l’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili all’interno dell’Ufficio per accertata carenza numerica e/o della professionalità richiesta, il Garante ha deliberato di procedere alla selezione di tre unità per il conferimento, rispettivamente, dell’incarico di avvocato esperto nell’ambito del diritto dell’immigrazione e dell’asilo, dell’incarico di giornalista pubblicista esperto in comunicazione pubblica, dell’incarico di professionista esperto in gestione e rendicontazione dei Fondi europei.

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Presidente

9 Sono stati quindi pubblicati tre avvisi sul sito del Garante relativi alle procedure comparative per individuare le suddette risorse di personale, all’esito delle quali sono stati stipulati tre contratti di collaborazione occasionale, della durata di sei mesi, per un compenso massimo lordo di euro cinquemila ciascuno.

L'Ufficio del Garante nazionale ha sede in Roma nei locali messi a disposizione dal Ministero della Giustizia, in via di San Francesco di Sales n. 34. Il Ministero della Giustizia destina all’Ufficio del Garante nazionale gli arredi e i beni mobili strumentali, anche di tipo informatico, incluso un sito Internet, necessari al suo funzionamento, assicurandone la piena manutenzione (articolo 5 comma 2 Dpcm 19 aprile 2019 n. 89). Mediante le strutture e i beni di propria pertinenza, il Ministero della Giustizia provvede altresì alle eventuali esigenze organizzative e di supporto logistico per lo svolgimento dei compiti del Garante sull’intero territorio nazionale. Le risorse finanziarie del Garante nazionale sono assegnate dalla legge finanziaria nazionale e affluiscono in un apposito capitolo di bilancio utilizzato in piena autonomia e indipendenza dal Garante. Le funzioni di cassa sono tuttora esercitate da personale del Ministero della Giustizia che esegue le operazioni contabili secondo le direttive impartite dal Garante, fino al completamento della procedura che porterà il Direttore dell’Ufficio alla piena assunzione dell’incarico di Funzionario delegato. Il controllo sulla regolarità amministrativo-contabile delle spese sostenute dal Garante è effettuato dal Ministero dell’economia e delle finanze, amministrazione preposta alla verifica della legittimità della spesa pubblica. Nei limiti delle risorse assegnate, il Presidente del Garante nazionale, con proprie determinazioni, autorizza la spesa per missioni, acquisto di beni e fornitura di servizi.

Sotto tale aspetto occorre dare conto di quanto previsto dal recentissimo decreto-legge 21 ottobre 2020 n. 130 convertito, con modifiche, nella legge 18 dicembre 2020 n. 173, che prevede che nell’ambito delle funzioni attribuite dall’articolo 4 del regolamento di cui al Dpcm 10 aprile 2019 n. 89, e con le modalità ivi previste, il Garante nazionale adotta i piani annuali di spesa, in coerenza e nei limiti dell’autorizzazione di spesa prevista, modulando le voci di spesa in base a criteri oggettivi e funzionali alle necessità dell’Ufficio. Tale modifica, prevista a invarianza finanziaria, si è resa necessaria dopo i primi anni di esperienza dall’istituzione dell’Ente, al fine di poter sopperire alle reali necessità dell’Ufficio anche attraverso una meglio strutturata imputazione e programmazione delle spese.

L’Ufficio è articolato in 7 Unità organizzative; alle dirette dipendenze del Collegio è istituita l’Unità organizzativa “Supporto al Collegio”. Di seguito il grafico della line:

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10 Gli stakeholder del Garante nazionale

Prima di entrare nel dettaglio delle singole Unità organizzative si anticipano, nel complesso, quali sono gli interlocutori del Garante nazionale. Sono da ricordare, in primis, le persone private della libertà o la cui libertà personale subisce forte limitazioni nei vari ambiti di competenza (solo la popolazione adulta detenuta ammonta attualmente a circa 53.000 individui) nonché le Amministrazioni e gli attori, istituzionali e non, il cui operato è soggetto al monitoraggio dello stesso Garante e con i quali il Garante entra in dialogo in una forma cooperativa:

- l’Amministrazione penitenziaria (Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria e Dipartimento per la giustizia minorile o di comunità) con i suoi 190 Istituti penitenziari per adulti, 17 per minori, oltre alle strutture di comunità chiuse, alle diverse articolazioni e ai suoi più di 40.000 dipendenti;

- il personale, sia delle Forze di Polizia che dipendente degli Enti gestori (con il coordinamento delle Prefetture e del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno), che opera nei Centri per migranti (4 hotspot e 7 Centri per il rimpatrio-Cpr); il personale che opera come scorta nelle operazioni di rimpatrio forzato, sotto la responsabilità del Dipartimento;

- il personale che opera nelle strutture di detenzione per persone con patologie psichiche, sotto la responsabilità del Ministero della Salute (Rems);

- il personale che opera nelle molte e diffuse residenze per persone anziane o con disabilità.

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11 Tra gli altri interlocutori, istituzionali e non, del Garante nazionale ci sono le più alte Autorità dello Stato sia parlamentari che governative, la Magistratura, le Organizzazioni internazionali, la stampa, le Organizzazioni non governative, la società civile. L’attività del Garante, nonostante la sua recente istituzione, è conosciuta dai cittadini, anche in ragione della maggiore visibilità raggiunta sugli organi di stampa e dell’intensificarsi delle relazioni istituzionali e grazie alla formazione svolta al personale delle Forze di Polizia, al personale indicato dalla Scuola Superiore della Magistratura, e in occasione di numerosi interventi in corsi universitari.

Fondamentale la collaborazione avviata con il Garante della privacy al fine di prevedere una fattiva collaborazione che vede nel prossimo futuro uno scambio di know how circa la tutela dei diritti delle persone private della libertà, che possono essere inquadrati, nella maggior parte delle volte, nell’alveo della “privacy degli ultimi”. A tal proposito, il Garante nazionale, per il tramite del Responsabile del trattamento, ha previsto una sessione di formazione nell’ottobre 2020 funzionale all’individuazione di alcuni diritti concernenti la tutela della privacy in persone private della libertà. L’auspicio del Garante nazionale consiste nell’organizzare quanto prima degli incontri con il Garante della Privacy per la stipula di un Protocollo tra i due Garanti al fine di far emergere, quindi, tutelare con strumenti più puntuali, detti diritti troppo spesso negati per mancanza di equità.

Altrettanto importante la collaborazione avviata con il Garante nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, anche attraverso la partecipazione attiva al Tavolo permanente previsto dall’articolo 8 della “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti”.

Inoltre in occasione della elaborazione delle linee-guida sulla detenzione amministrativa da parte del Tavolo permanente avviato presso il Garante, la bozza del testo è stata partecipata con la società civile organizzata che ha formulato contributi e pareri che sono stati valutati nella stesura del testo definitivo pubblicato a marzo 2019.

Per quanto riguarda le iniziative organizzate dal Garante nazionale, quali convegni, workshop, seminari, conferenze stampa, si registra notevole partecipazione e interesse da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Altrettanto notevole è la diffusione di pubblicazioni e altro materiale prodotto dal Garante nazionale, che avviene sia in formato cartaceo (distribuzione nel corso di eventi come la presentazione della Relazione annuale in Parlamento, convegni, incontri bilaterali) sia sul web.

Nel dicembre 2020, in occasione della giornata mondiale sulla prevenzione della corruzione, il Garante nazionale ha partecipato a una ‘maratona’ culturale che ha visto il contributo di diverse Autorità istituzionali tra cui lo stesso Presidente dell’Anac. Il Garante nazionale si è fatto co- promotore con la Fondazione De Sanctis di un susseguirsi di voci istituzionali rivolta in particolare al pubblico dei siti e dei social e quindi dei giovani, per evidenziare come esista uno stretto legame tra la funzione preventiva del Garante e il rifiuto di quella cultura di cui la corruzione si nutre.

Proprio nel presentare l’iniziativa, il Garante ha sottolineato «La tutela dei diritti delle persone private della libertà è un compito innanzitutto preventivo: occorre prevenire qualsiasi diminuzione dei diritti delle persone, in particolare di quelle più vulnerabili. In questa prospettiva

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Presidente

12 la prima prevenzione riguarda la lotta a ogni forma di corruzione: quella che porta le persone socialmente fragili a divenire vittima di chi falsamente si presenta come possibile risolutore di problemi, quella che porta alle discriminazioni anche in quei luoghi dove l'uguaglianza dovrebbe essere elemento costitutivo, quella che porta a defraudare le risorse delle istituzioni riducendo la loro capacità di rispondere ai bisogni della collettività, a totale vantaggio di quelle realtà criminali che nella corruzione trovano il proprio terreno di espansione. Per questo è doveroso sottolineare l'impegno che questa giornata contro la corruzione visivamente esprime».

Esiste anche una sezione sul sito istituzionale che contiene i testi dei pareri o altri documenti inviati dal Garante al Parlamento in occasione di specifica richiesta per decreti legislativi o di audizioni su provvedimenti in corso d’esame nelle competenti Commissioni. La Sezione contiene anche i pareri inviati alla magistratura su questioni problematiche in corso, che abbiano profili d’interesse per il potere giudiziario. Inoltre vengono diramati con regolarità comunicati stampa, inviti a iniziative e altri documenti. Tali azioni sono orientate anche a una maggiore diffusione della conoscenza dell’Istituzione al fine di far crescere la consapevolezza del ruolo fondamentale che la tutela dei diritti della persona ha nella costruzione di una società di effettiva convivenza oltre che di solido tessuto democratico. In tale contesto giova ricordare un’importante iniziativa assunta in occasione delle fasi più critiche dell’emergenza epidemiologica legata alla diffusione del Covid 19, ovvero la diramazione di un bollettino quotidiano contenente preziose informazioni sullo stato dell’arte delle iniziative assunte nei vari contesti di competenza per far fronte alle problematiche collegate alla situazione sanitaria. Si è potuto riscontrare da parte dei vari stakeholders un grande interesse e apprezzamento per la trasparenza dell’informazione fornita.

Il Garante ha avviato un confronto con la Rai in vista di un Tavolo comune nell’ambito delle attività della Direzione generale “Rai per il sociale”.

A ottobre del 2020, il Garante nazionale è stato ammesso dalla Corte europea dei diritti umani come terzo interveniente ai sensi dell’articolo 44 del Regolamento della Corte medesima, rispetto a due procedimenti in corso contro l’Italia, presentando, nel mese di novembre osservazioni scritte come amicus curiae.

Come previsto dal cronoprogramma, lo scorso anno per la prima volta è stata fatta una consultazione ‘aperta’ agli stakeholder tramite pubblicazione della bozza del Ptpct sul sito istituzionale. L’avviso è stato corredato da apposito modulo per esprimere eventuali osservazioni e proposte di correzione o integrazione, che sono state considerate e valutate prima della stesura del testo finale di aggiornamento del presente Ptpct. Anche per questo Ptpct si prevede di ripetere l’iniziativa.

Direttore

Il nuovo Direttore è un Dirigente di seconda fascia del Ministero della Giustizia che, come già detto, ha preso possesso l’8 giugno 2020, a ridosso della pausa estiva e in piena emergenza sanitaria.

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Presidente

13 Si è pertanto subito dovuto occupare di perfezionare e aggiornare il protocollo anti-Covid in linea con i diversi Dpcm che si sono succeduti nel tempo; adeguare la fornitura dei presidi sanitari per l’Ufficio; predisporre modalità facilitate di accesso ai tamponi specie in occasione di visite di monitoraggio del Collegio e del personale dell’Ufficio; portare a compimento una serie di attività relative ai rapporti con il medico competente, il cui apporto è stato esternalizzato mediante la stipula di un contratto di collaborazione professionale con affidamento diretto3, e a consolidare le procedure previste dalla normativa in materia di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro.

Parallelamente, e nel contesto della gestione del personale, ha seguito i processi di lavoro legati alla implementazione del lavoro agile come raccomandato dal Ministero della Funzione pubblica.

A tal proposito, ha avviato le procedure per rendere accessibile la Protocollazione dei documenti da remoto al personale in tale modalità di lavoro attraverso la cosiddetta Carta Multiservizi, in collaborazione con Dgsia.

Il Direttore ha poi provveduto a far pubblicare i dati che lo riguardano nella sezione Trasparenza del sito del Garante nazionale (dati su reddito, curriculum vitae, obbligo di autocertificazione per i dirigenti all’atto del conferimento dell’incarico circa l’insussistenza di cause di inconferibilità e di incompatibilità previste nel decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39), impegnandosi a comunicare tempestivamente eventuali variazioni intervenute.

Si è intrapresa una costante collaborazione con il personale dell'Area contabile e con la Direttrice (che riveste attualmente il ruolo di Funzionario delegato agli acquisti) della Casa circondariale di Roma Regina Coeli (con incontri di lavoro a cadenza settimanale) per velocizzare e migliorare l'acquisto e la fornitura dei beni necessari all'Ufficio. In tale ambito e a tale scopo si sono ottenute le credenziali di accesso al sistema informatico per gli acquisti della P.A. denominato Mepa.

Si stanno inoltre perfezionando tutte le procedure formali e sostanziali per acquisire l’autonomia contabile dell’Ufficio con l’assunzione da parte del Direttore del ruolo di Funzionario delegato agli acquisti. Si prevede che il perseguimento di questo obiettivo avverrà entro il 30 giugno 2021.

SI è conclusa positivamente l’interlocuzione con l’Organismo Indipendente di Valutazione del Ministero della Giustizia per l’inserimento dell’Ufficio nel sistema informativo di valutazione della performance organizzativa ed individuale già a partire dall’anno 2020.

Nel corso del 2021 si prevede di procedere alla nomina dei componenti dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari (Upd), previsto all’articolo 15 del Codice etico del Garante nazionale, riprendendo un’attività interrotta a causa dell’emergenza epidemiologica.

Sotto altro profilo, occorre dare conto che all’inizio del 2021 dovrà essere oggetto di valutazione la nomina del Componente del nucleo di Supporto al Rpct per sostituire il funzionario che nel

3Cfr. comma 130 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) che ha modificato l’articolo 1, comma 450 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 innalzando la soglia per non incorrere nell’obbligo di ricorrere al Mepa, da 1.000 euro a 5.000 euro; per l’articolo 36, comma 2, lettera a, decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 e seguenti modifiche, è consentito l’affidamento diretto, da parte del Responsabile del Procedimento, per importi inferiori a € 40.000.

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14 corso dell’anno 2020 è cessato dall’incarico. Nella contingenza di tale situazione, la soluzione organizzativa adottata a supporto del Rpct è stata - e nelle more continuerà ad essere - quella del coinvolgimento trasversale dei Responsabili delle varie Unità organizzative, attraverso un’interlocuzione diretta.

Prima di passare alla descrizione delle singole Unità organizzative, si anticipa che è imminente la soppressione della U.O. Sistemi informativi e la inclusione delle risorse di personale a essa assegnate alla U.O. Segreteria generale. Questa, oltre ad assumere le funzioni di contabilità conseguenti alla fase di transizione per l’assunzione del ruolo di Funzionario delegato del Direttore dell’Ufficio, svolgerà anche i compiti della sopprimenda Unità organizzativa. Tra questi, occorre anche prevedere la ricognizione e il consolidamento degli attuali Sistemi informativi in uso all’Ufficio, anche alla luce della necessità di creare un database per i reclami e le segnalazioni relativi alle persone in detenzione amministrativa, a seguito della recentissima legge 18 dicembre 2020 n. 173 che ha introdotto tale possibilità. Si prevede altresì di elaborare una soluzione informatica per la geo-localizzazione delle strutture di privazione della libertà personale sul territorio nazionale negli ambiti penale, amministrativo e di polizia.

Unità organizzativa 1. Segreteria generale

Essa costituisce la segreteria dell’Ufficio, si occupa di protocollazione, di distribuzione dei fascicoli alle U.O., di archiviazione. Tiene lo scadenzario delle relazioni sulle visite di monitoraggio effettuate e della ricezione delle risposte. Cura la gestione amministrativa del personale e la logistica dell’Ufficio. Gestisce le missioni e cura gli adempimenti relativi al capitolo 1753 ‘Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale’ del Bilancio del Ministero della Giustizia, tenendo presente che tutti gli acquisti di beni e servizi vengono fatti, allo stato, tramite gli uffici del Ministero della Giustizia.

Attività Struttura Stakeholder

Gestione delle missioni Segreteria generale Membri del Collegio, Direttore e personale delle Unità organizzative

Approvvigionamento di beni Segreteria generale Collegio, Direttore e Unità organizzative, fornitori

Amministrazione del protocollo Segreteria generale Mittenti, Membri del Collegio, Direttore e personale delle Unità organizzative destinatario ultimo delle note

Gestione delle presenze del personale Segreteria generale Personale delle Unità organizzative

Unità organizzativa 2. Sistemi informativi

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15 L’Unità Sistemi informativi si occupa delle funzioni informatiche dell’Ufficio. In particolare, oltre a fornire assistenza tecnica ai membri del Collegio, al Direttore dell’Ufficio e al personale dell’Ufficio, cura l’acquisizione e l’organizzazione dei dati che pervengono all’Ufficio dalle varie Amministrazioni nonché gestisce i profili per quanto riguarda il protocollo “Calliope”. Tali dati vengono elaborati e analizzati per la produzione di rapporti tematici periodici o specifici. A tale fine, l’Unità si occupa della gestione informatizzata dei flussi informativi interni e realizza e gestisce gli archivi relativi. Parte di questa attività viene assolta mediante un portale intranet realizzato “in economia” dal personale assegnato all’Unità Sistemi informativi. L’Unità pubblica, unitamente al personale delle singole Unità organizzative per la parte di competenza, i contenuti sul sito internet istituzionale ed effettua modifiche minime sul layout del sito, cioè la disposizione degli elementi in ogni pagina del sito. Di recente, l’Unità ha dotato la Segreteria di un applicativo denominato “gestione presenze”, utilizzato da parte di tutto il personale del Garante nazionale, al fine di monitorare e gestire le presenze/assenze del personale stesso da parte del Collegio e del Direttore dell’Ufficio, nonché da parte degli stessi Capi Unità. Infine, l’Unità si occupa anche della gestione del centralino e dei locali server. L’amministrazione informatica del sito è affidata alla Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia.

Attività Struttura Stakeholder

Assistenza tecnica Unità organizzativa Sistemi

informativi

Membri del Collegio, Direttore dell’Ufficio e personale dell’Ufficio

Acquisizione e organizzazione delle informazioni

Unità organizzativa Sistemi informativi

Collegio, Direttore dell’Ufficio e Unità organizzative

Rapporti tematici periodici o specifici Unità organizzativa Sistemi informativi

Destinatari esterni, istituzionali e non, interessati agli ambiti d’intervento del Garante nazionale

Realizzazione e gestione del portale intranet

Unità organizzativa Sistemi informativi

Collegio, Direttore dell’Ufficio e Unità organizzative

Pubblicazione di contenuti sul sito internet istituzionale

Unità organizzativa Sistemi informativi

Destinatari esterni, istituzionali e non, interessati agli ambiti d’intervento del Garante

Unità organizzativa 3. Privazione della libertà in ambito penale

Si occupa del monitoraggio delle strutture del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità, curando i rapporti con le relative Amministrazioni, visionando atti, richieste di documentazione, anche attraverso i contatti con la Magistratura di sorveglianza. Gestisce i rapporti con le Procure della Repubblica relativamente ai procedimenti penali che riguardano fatti commessi ai danni di persone detenute negli Istituti penitenziari. Cura la preparazione di modelli di checklist per la visita delle varie tipologie di strutture di privazione della libertà personale. Coordina il monitoraggio delle segnalazioni riguardanti luoghi di privazione della libertà in ambito penale. Si occupa, altresì, della stesura di

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Presidente

16 protocolli di intesa con le Amministrazioni e servizi interessati per avviare attività di formazione/studi/ricerche in ambito penitenziario.

Attività Struttura Stakeholder

Monitoraggio Istituti penitenziari per adulti

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Azienda sanitarie, Organismi della società civile, Garanti regionali e locali, Enti regionali e locali

Monitoraggio Reparti ospedalieri protetti

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Salute, Ministero della Giustizia, Aziende sanitarie, Enti regionali e locali, Garanti regionali e locali

Monitoraggio Istituti penitenziari minorili

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Aziende sanitarie, Enti regionali e locali, Organismi della società civile, Garanti regionali e locali

Monitoraggio Centri prima accoglienza Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Aziende sanitarie, Enti regionali e locali, Organismi della società civile, Garanti regionali e locali

Monitoraggio Comunità per minorenni Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Aziende sanitarie, Enti regionali e locali, Organismi della società civile, Garanti regionali e locali

Monitoraggio Comunità terapeutico - riabilitative

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Aziende sanitarie, Servizio per le

tossicodipendenze, Organismi della società civile, Garanti regionali e locali, Enti regionali e locali

Gestisce i Rapporti con le Procure della Repubblica per casi di decessi e maltrattamenti

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Procure della Repubblica, Ministero della Giustizia, Garanti regionali e locali

Stipula protocolli con Amministrazioni e servizi interessati, Tribunale di sorveglianza, Autorità giudiziarie

Unità organizzativa Privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Garanti regionali e locali, Tribunali di sorveglianza, Autorità giudiziarie Formazione con Ministero della

Giustizia (Dipartimento amministrazione penitenziaria e Dipartimento della giustizia minorile e di comunità)

Unità organizzativa privazione della libertà in ambito penale

Ministero della Giustizia, Garanti regionali e locali, Autorità giudiziarie

Unità organizzativa 4. Privazione della libertà da parte delle Forze di Polizia

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Presidente

17 Il decreto-legge n. 146 del 23 dicembre 2013 convertito in legge n. 10 del 21 febbraio 2014 (articolo 7 comma 5 lettera b) prevede che: «il Garante nazionale visita, senza necessità di autorizzazione e senza che da ciò possa derivare danno per le attività investigative in corso, le camere di sicurezza delle Forze di polizia, accedendo, senza restrizioni, a qualunque locale adibito o comunque funzionale alle esigenze restrittive». L’Unità organizzativa si occupa del monitoraggio delle strutture di tutte le Forze di Polizia delle persone private della libertà personale in quanto trattenute per fini di indagine presso strutture ad hoc delle Forze di Polizia, per esempio le camere di sicurezza o i luoghi ove si svolgono gli interrogatori di Polizia giudiziaria. Tiene rapporti con le relative Amministrazioni e visiona atti, richieste di documentazione.

Attività Struttura Stakeholder

Monitoraggio camere di sicurezza presso le articolazioni centrali e periferiche della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché delle Polizie provinciali e locali

Unità organizzativa Privazione della libertà da parte delle Forze di polizia

Ministero dell’Interno, Dipartimento della della Pubblica sicurezza, Ministero della Difesa, Arma dei Carabinieri, Ministero dell’Economia e delle finanze, Guardia di Finanza, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Dipartimento organizzazione giudiziaria, Comuni e Province, Polizie provinciali e locali

Unità organizzativa 5. Privazione della libertà e migranti

L’Unità organizzativa è incaricata delle attività relative al mandato del Garante nazionale in tema di tutela dei diritti dei migranti sottoposti a privazione della libertà personale. In particolare la legge istitutiva del Garante nazionale, decreto-legge n. 146 del 23 dicembre 2013 convertito in legge n. 10 del 21 febbraio 2014 prevede che il Garante nazionale (articolo 7 comma 5 lettera e) verifica il rispetto degli adempimenti connessi ai diritti previsti agli articoli 20, 21, 22, e 23 del Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni, presso i Centri di identificazione e di espulsione previsti dall'articolo 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni (cfr. la legge 132/2018 già citata) nonché presso i locali di cui all'articolo 6, comma 3-bis, primo periodo, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, accedendo senza restrizione alcuna in qualunque locale.

A seguito della conversione con modificazioni in legge 18 dicembre 2020 n.173 del decreto-legge 21 ottobre 2020 n.130 il Garante nazionale, punto f-bis lettera e), comma 5, articolo 7 del decreto- legge 23 dicembre 2013 n. 146, «formula specifiche raccomandazioni all’amministrazione interessata, se accerta la fondatezza delle istanze e dei reclami proposti dai soggetti trattenuti nelle strutture di cui alla lettera e). L’amministrazione interessata, in caso di diniego, comunica il dissenso motivato nel termine di trenta giorni».

Ci si riferisce evidentemente alla possibilità per le persone trattenute pressi i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), ex Centri di identificazione e espulsione (Cie), di poter indirizzare e/o proporre reclami al Garante nazionale ai sensi dell’articolo 14 comma 2-bis del decreto legislativo

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Presidente

18 25 luglio 1998 n.286, comma introdotto dal decreto-legge 21 ottobre 2020 n.130 convertito, con modificazioni, in legge 18 dicembre 2020 n. 173: «Lo straniero trattenuto può rivolgere istanze o reclami, orali o scritti, anche in busta chiusa al Garante nazionale e ai garanti regionali o locali dei diritti delle persone private della libertà personale».

Inoltre, il Garante nazionale è stato individuato quale Autorità nazionale di monitoraggio dei rimpatri forzati in esecuzione delle previsioni di cui all’articolo 8 paragrafo 6 della Direttiva 115/2008 della Commissione europea. In relazione a tale mandato il Garante nazionale è beneficiario di un finanziamento a valere sul Fondo nazionale Asilo Migrazione Integrazione (Fami) 2014/2020 del Ministero dell’Interno attraverso il progetto “Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”. Il progetto del valore di euro 799.168,82 è stato avviato il 5 aprile 2017 ed è stato prorogato al 28 febbraio 2020. Il progetto di cui sopra si è positivamente concluso il 28 febbraio 2020 e, come già anticipato nelle pagine precedenti, il Garante nazionale il 27 febbraio 2020 ha presentato una nuova domanda di finanziamento. L’Autorità responsabile Fami ha comunicato l’ammissione al finanziamento del progetto in data 17 settembre e la dichiarazione di inizio attività del progetto è stata comunicata all’Autorità responsabile del Fondo il 7 ottobre 2020. Il progetto si inquadra nell’azione di potenziamento del Garante nazionale rispetto al monitoraggio dei rimpatri forzati attraverso la fornitura di beni e servizi funzionali a tale competenza. Nell’ambito del progetto, saranno realizzate, tra le altre, le seguenti attività (rientranti nel quadro degli indicatori di realizzazione e di risultato):

- due interventi di formazione linguistica specialistica per complessive 30 persone

- sei interventi di formazione specialistica inerenti il monitoraggio dei rimpatri forzati per complessive 40 persone

- due eventi nazionali e internazionali di divulgazione e conoscenza in tema di tutela dei diritti fondamentali nelle operazioni di rimpatrio forzato

- due workshop tematici con gli stakeholders del settore afferenti le operazioni di rimpatrio forzato e la tutela dei diritti

- cinque meeting con organismi esteri omologhi al Garante nazionale finalizzati alla sottoscrizione di almeno tre accordi di collaborazione in tema di tutela dei diritti nelle operazioni di rimpatrio forzato

- un aggiornamento delle linee guida e dei video tutorial per il monitoraggio e la tutela dei diritti fondamentali nel corso delle operazioni di rimpatrio forzato.

Inoltre, in ambito progettuale si procederà a:

- selezionare 11 esperti per la realizzazione del progetto, ovvero: esperto giuridico, esperto in tutela internazionale dei diritti umani, esperto medico nell’applicazione del Protocollo di Istanbul 2004, esperto in comunicazione istituzionale, esperto web e social media, esperto statistico, esperto informatico, esperto in rendicontazione progetti europei, assistente giuridico, esperto legale e revisore;

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19 - selezionare una società fornitrice di servizi di interpretazione e mediazione culturale;

- implementare la piattaforma informatica, già realizzata attraverso il precedente progetto, per la gestione del flusso informativo in entrata e in uscita relativo alle operazioni di rimpatrio forzato e il loro monitoraggio;

- selezionare agenzia di viaggi per l’organizzazione delle missioni di monitoraggio delle operazioni di rimpatrio forzato che vedranno coinvolti i monitor del Garante nazionale, anche attraverso il coinvolgimento della rete dei Garanti territoriali che, sulla base di uno sperimentato modello, sceglieranno di aderire alla nuova progettualità, nonché degli esperti all’uopo individuati.

Attività Struttura Stakeholder

Monitoraggio Cpr e hotspot, locali idonei Unità organizzativa Privazione della libertà e migranti

Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Dipartimento della Pubblica sicurezza, Esercito italiano, Enti gestori, Regioni, Aziende sanitarie, Comune, Organismi della società civile, università, Garanti regionali e locali

Monitoraggio waiting room, scali aerei, vettori (aereo o nave)

Unità organizzativa Privazione della libertà e migranti

Ministero dell’interno, Dipartimento della Pubblica sicurezza, Frontex, Garanti regionali e locali

Monitoraggio delle operazioni di rimpatrio forzato

Unità organizzativa privazione della libertà e migranti

Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Dipartimento della Pubblica sicurezza, Garanti regionali e locali, Organismi della società civile, Università, Magistratura

Unità organizzativa 6. Relazioni nazionali e internazionali, studi Tre sono le principali aree di attività dell’Unità.

Relazioni nazionali: si occupa delle attività utili a promuovere e favorire i rapporti di collaborazione con i Garanti dei diritti delle persone private della libertà regionali, provinciali e comunali cioè quelli competenti su porzioni del territorio italiano – quindi territoriali – e a realizzare una rete di Meccanismi di prevenzione della tortura e degli altri gravi maltrattamenti che comprenda i Garanti territoriali e che sia coordinata dal Garante nazionale, la cosiddetta rete Npm – National Preventive Mechanism – ai sensi del Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura (Opcat) del 1984. Tale rete, per via delle modifiche normative intervenute nel corso del 2020, in particolare la novella di ottobre cambia configurazione, avendo il legislatore incisivamente chiarito come il Npm italiano sia solo il Garante nazionale, che d’ora in poi avrà il potere di

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20 delegare, temporaneamente, specifici compiti ai Garanti territoriali. Il networking rispetto ai Garanti territoriali si riconfigura quindi nel senso della costruzione di una rete di figure di Garanzia territoriali che collabori con il Npm italiano: la rete dei Garanti territoriali.

Si occupa, inoltre, di promuovere la cooperazione con gli stakeholder nazionali impegnati nella tutela dei diritti delle persone private della libertà, ovvero partecipa e organizza iniziative in sintonia con il mandato istituzionale sul territorio nazionale.

Relazioni internazionali: cura il consolidamento della posizione del Garante nazionale all’interno della rete dei Meccanismi internazionali di prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti – come il Spt e il Cpt – e di quelli nazionali degli altri Stati (Npm).

Partecipa a incontri di carattere internazionale – audizioni, conferenze, consultazione di esperti, forum e così via – in Italia e all’estero e si occupa di incontrare delegazioni internazionali. Tiene i rapporti e collabora con: a) le Organizzazioni internazionali, nonché con i loro organi e rappresentanti (in particolare tiene i rapporti con il Sottocomitato Onu per la prevenzione della tortura); b) il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani e partecipa ai suoi lavori; c) gli Ombudsman e i National Human Rights Institution (Nhri) degli altri Stati; d) Ong internazionali, come l’Association for the prevention of torture (Apt), l’International organization for migration (Aom) e così via (staffetta nelle operazioni di rimpatrio forzato verso Tunisia e Albania a seguito di avvio di interlocuzione con i relativi Meccanismi nazionali di prevenzione della tortura;

cooperazione fra Istituzioni di controllo sulla salvaguardia dei diritti delle persone private della libertà personale in situazioni di stallo di navi soccorso migranti in mare; progetto europeo FreM III di cooperazione nelle operazioni di rimpatrio forzato; insieme alla U.O. privazione della libertà e Polizie è stata promossa la cooperazione con un’organizzazione non governativa di studi e ricerche progetto europeo ProCAM. Inoltre, su richiesta dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, l’U.O. insieme al Collegio ha avviato un’attività di cooperazione internazionale con l’Autorità nazionale palestinese).

Predispone le risposte – per le parti di competenza del Garante nazionale – alle osservazioni e raccomandazioni formulate all’esito di visite in Italia effettuate da Meccanismi di monitoraggio delle Organizzazioni internazionali competenti in materia di diritti delle persone private della libertà come il Cpt per il Consiglio d’Europa e l’Spt per l’Onu. Predispone le parti di competenza del Garante nazionale dei Rapporti periodici che l’Italia ha l’obbligo di presentare ai Meccanismi di monitoraggio degli Organismi internazionali competenti in materia di diritti umani come il Comitato Onu dei diritti umani (Hrc). Predispone le informazioni richieste ai Npm dai Meccanismi di monitoraggio delle Organizzazioni internazionali competenti in materia di diritti umani. Dispone di un servizio di interpretariato e traduzioni che cura, tra l’altro, l’edizione inglese della Relazione annuale del Garante nazionale al Parlamento.

Studi: svolge attività di studio, di ricerca e di in-formazione nel settore della protezione delle persone private della libertà. Cura l’aggiornamento legislativo e segue i processi normativi (nazionali, regionali e globali) in corso.

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Attività Struttura Stakeholder

Relazioni nazionali Unità organizzativa Relazioni nazionali e internazionali, studi

Garanti dei diritti delle persone private della libertà regionali, provinciali, di città metropolitana e comunali, Difensori civici regionali, Istituzioni dello Stato e Ong nazionali che si occupano della tutela dei diritti delle persone private della libertà

Relazioni internazionali Unità organizzativa Relazioni nazionali e internazionali, studi

Alto Commissario Onu per i diritti umani (Ohchr), Alto Commissario Onu per i rifugiati (Ohcr), Comitato Onu contro la tortura (Cat), Sottocomitato Onu per la prevenzione della tortura (Spt), Comitato Onu sulle sparizioni forzate (Ced), Consiglio dei diritti umani dell’Onu (HRC), Relatore speciale Onu sulla tortura, Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa (Cpt), Npm degli altri Stati, Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu), Ombudsman e National Human Rights Institution (Nhri) degli altri Stati, Comitato Onu dei diritti umani (Hrc), Ong internazionali

Studi Unità organizzativa Relazioni nazionali e

internazionali, studi

Istituti di ricerca nazionali e internazionali, Università nazionali e internazionali

Unità organizzativa 7. Privazione della libertà nella tutela della salute

Si occupa del monitoraggio dei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) o anche di strutture extra ospedaliere ove sono ricoverate persone sottoposte a Trattamento sanitario obbligatorio (Tso); del monitoraggio e delle visite a residenze per persone con disabilità o anziane ove si possa configurare il rischio di privazione della libertà de facto. Per questa attività l’U.O. si avvale dell’Anagrafe del Garante nazionale delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per persone con disabilità e si occupa dell’elaborazione di checklist e linee guida delle visite di monitoraggio. L’U.O. per questo ambito cura i rapporti con le relative Amministrazioni, visiona atti e richiede documentazioni anche attraverso contatti con i Giudici tutelari e Amministratori di sostegno e Autorità giudiziarie.

L’Unità organizzativa svolge altresì attività di monitoraggio e visita i luoghi di esecuzione delle misure di sicurezza detentive in ambito psichiatrico (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza - Rems), curando i rapporti con le relative Amministrazioni e Autorità giudiziarie. Per tutte le attività svolte prende visione di atti e richiede documentazione.

L’unità coordina il monitoraggio delle segnalazioni pervenute al Garante nazionale in tema di violazione della privazione della libertà nell’ambito della tutela della salute, con particolare riferimento alle segnalazioni relative a persone sottoposte a misure di sicurezza presso le Rems e quelle riguardanti persone disabili, adulte o minori, e anziani residenti in strutture socio sanitarie

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