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PARALISI CEREBRALE INFANTILE

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Academic year: 2022

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PARALISI CEREBRALE

INFANTILE

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L’espressione paralisi cerebrale infantile (PCI) definisce una turba persistente, ma non immutabile, dello sviluppo della postura e del movimento, dovuta ad alterazioni della funzione cerebrale, per cause pre-, peri- o post- natali, prima che se ne completi la crescita e lo sviluppo.

Il termine turba indica una condizione, cioè uno stato permanente, non tanto una malattia, passibile invece di evoluzione in senso sia positivo che negativo; una turba rimane, mentre una malattia può cambiare.

PARALISI CEREBRALE INFANTILE (PCI)

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L’aggettivo permanente rinforza il concetto di turba come condizione stabile e definitiva, cioè non evolutiva, e viene solo in parte attenuato dall’aggettivo non immutabile che indica come siano tuttavia possibili cambiamenti migliorativi o peggiorativi, spontanei o indotti.

La lesione di per sé non evolve, ma divengono sempre più complesse le richieste dell’ambiente al sistema nervoso, con conseguente aggravamento della disabilità in funzione sia del danno primitivo, sia dei deficit accumulati “strada facendo” in ragione della mancata acquisizione di esperienze e di nuove capacità.

PARALISI CEREBRALE INFANTILE (PCI)

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Caratteristiche

In Italia 3 bambini su 1000 (> nei gravi prematuri prima di 32 settimane e neonati di peso minore di 1500 g).

Possibile ritardo mentale ed epilessia.

Anormale tono muscolare

Difetti posturali

Gravi problemi motori

Ipostenia; atassia; rigidità.

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Epidemiologia

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EZIOLOGIA: CAUSE o FATTORI

PRENATALI

Diabete materno, gestosi, ipertensione, infezioni fetali (TORCH), ritardo di crescita intrauterino; Alterazioni placentari; Alterazioni cromosomiche;

Malformazioni Congenite; Fattori genetici; Intossicazioni (farmaci, alcool, sostanze stupefacenti).

PERINATALI

Danni per cause meccaniche in caso di parto distocico (emorragie sottodurale o subaracnoidea); stress fetale acuto o subacuto con ipossia o ischemia.

anomalie di presentazione del feto; anomalie di presentazione del cordone ombelicale; distacco di placenta; disturbi respiratori o metabolici del neonato.

(7)

EZIOLOGIA: CAUSE o FATTORI

POSTNATALI

Infezioni batteriche e virali, traumi cranici, intossicazioni; Alterazioni metaboliche (ipoglicemia, ipocalcemia, ipo- e ipernatriemia, iperbilirubinemia).

FISIOPATOLOGIA

Il danno nella paralisi cerebrale è causato da lesioni permanenti e non progressive che colpiscono la corteccia cerebrale motoria prima, entro o intorno ai 2 anni di vita. Sebbene tali lesioni siano statiche nel tempo, le manifestazioni cliniche da queste causate si modificano notevolmente man mano che il bambino cresce e si sviluppa.

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CLASSIFICAZIONI

Classificazione Topografica:

distribuzione dei disturbi motori nei diversi segmenti corporei.

Classificazione Motoria:

descritta in base al tipo di movimento alterato che

viene compiuto dal soggetto con PCI.

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CLASSIFICAZIONE TOPOGRAFICA

Tetraplegia

Disturbo motorio del tronco e dei 4 arti

Emiplegia

disturbo motorio di una metà del corpo, destra o sinistra.

Sospetta causa prenatale. È più compromesso l’arto superiore: polso flesso, dita iperestese, pollice addotto

(10)

CLASSIFICAZIONE TOPOGRAFICA

Diplegia: disturbo motorio a carico di due arti contemporaneamente, con

maggior coinvolgimento di quelli inferiori.

Triplegia: difetto generalmente di tipo spastico, che deriva dall’associazione di emiplegia e

paraplegia; risultano di norma colpiti i due arti inferiori e un

arto superiore.

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CLASSIFICAZIONE TOPOGRAFICA

Paraplegia: disturbo motorio degli arti inferiori.

Non è un tipo di PCI, ma è

dovuta a lesioni del midollo spinale

Monoplegia: disturbo del controllo motorio di un arto.

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA

DELLE PARALISI

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

SPASTICA

Aumento del tono muscolare, alterazione della via motoria (Piramidale), che origina dai lobi frontali cerebrali.

Arto superiore: addotto (a contatto con il tronco), braccio e polso flesso.

Arto inferiore: ruotato verso l’interno e

piede flesso.

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

TETRAPLEGIA SPASTICA

Forma più grave per basso livello di autonomia motoria, ritardo mentale grave, frequente associazione con deficit sensoriali ed epilessia.

• In posizione eretta con sostegno: scatenamento della spasticità posturale con riflesso tonico asimmetrico del collo e incrociamento degli arti inferiori.

• In posizione supina: atteggiamento in flessione coatta dei 4 arti.

• Elevata percentuale di problemi correlati alla nutrizione (assenza del riflesso della deglutizione, reflusso gastroesofageo, polmonite “ab ingestis”).

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

DIPLEGIA SPASTICA

Deficit motorio a carico dei 4 arti, ma con compromissione maggiore degli inferiori rispetto ai superiori.

Se la funzione degli arti superiori è normale il disturbo è definibile come “paraplegia”.

Deambulazione autonoma gravemente condizionata da contratture

muscolo tendinee e deformità osteoarticolari.

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

EMIPLEGIA CONGENITA

Costituisce il 70-90% di tutte le forme emiplegiche, mentre le forme acquisite (turbe circolatorie, stroke, disgenesie cerebrali) sono una minoranza.

Deficit prevalente a carico dell’arto superiore con ipotonia e iporeflessia, spesso erroneamente attribuito ad una paralisi ostetrica.

“Segno di sospetto”: preferenza costante di lato (predominanza di un arto) al di sotto dell’anno di età.

Dopo il 3° mese compaiono spasticità, iperreflessia, ipostenia della muscolatura antigravitaria, difficoltà nei movimenti fini delle dita.

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

ATETOSICA

Lesioni alle basi dell’encefalo (nuclei della base).

Si manifesta con movimenti lenti irregolari (tentacolari) e involontari.

Questi movimenti sono scatenati da stimoli emozionali. Sono interessati tutti i muscoli: arti, faccia, lingua, i muscoli fonatori (risulta così difficile la masticazione, l’articolazione dei suoni).

Una volta era più frequente perché legata all’incompatibilità materno-

fetale del fattore Rh.

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CLASSIFICAZIONE MOTORIA DELLE PARALISI

ATASSICA

disturbi del coordinamento e dell’equilibrio dovuti a lesioni cerebellari (del cervelletto) o della trasmissione dei segnali dall’orecchio.

DISCINETICHE O DISTONICHE

dovute a modificazione continua del tono, cioè della contrazione muscolare (es. torcicollo)

MISTE: sono caratterizzate dalla presenza contemporanea di

difetti motori di tipo piramidale e di tipo extrapiramidale.

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Forma Atassica

Costituisce circa il 10% di tutte le PCI ed è secondaria ad un disturbo di origine cerebellare.

Diagnosi spesso tardiva sulla base del ritardo nell’acquisizione delle tappe dello sviluppo psicomotorio e dell’ipotonia muscolare.

Possibilità di forme miste (“diplegia atassica”).

Essenziale la discriminazione precoce tra questa atassia “non progressiva” e altre forme di atassia neurodegenerativa.

CLASSIFICAZIONE MOTORIA

DELLE PARALISI

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DIAGNOSI

Già nei primi giorni di vita, anche se non è spesso semplice

Fattori che possono far sospettare PCI

Punteggio Apgar basso

Ritardo delle acquisizioni delle posture

Anomalie del tono

Visita neurologica

Altri esami:

Ecografia cerebrale (entro 12 mesi di vita)

Risonanza magnetica cerebrale

EEG: elettroencefalogramma

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DIAGNOSI

In epoca neonatale i segni precoci sono: pallore, sguardo fisso, lieve difficoltà respiratoria, facile irritabilità o, all’opposto, un’insolita apatia.

L’esame neurologico neonatale, può tempestivamente evidenziare un’ipotonia o una marcata e diffusa ipertonia, che possono corrispondere a differenti emiplegie mono- o bilaterali. Insieme all’esame neurologico, di buon ausilio prognostico possono risultare:

La RACHICENTESI (la presenza di sangue nel liquor è segno evidente di emorragia endocranica) e i diversi ESAMI RADIOGRAFICI;

L’EEG; l’applicazione delle scale d sviluppo motorio e l’osservazione periodica, per rilevare e valutare, secondo tempi fisiologici definiti, la maturazione del sistema nervoso centrale.

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TERAPIA

La terapia non è unica, ma personalizzata con interventi multidirezionali

Terapie Farmacologiche

Miorilassanti

Ausili ortopedici: plantari, protesi, apparecchi per migliorare la motricità

Antiepilettici

Neurochirurgia

Terapie riabilitative con lo scopo di mantenere e migliorare le capacità residue

Tetraplegie: mantenimento della postura

Diplegia: acquisizione della deambulazione autonoma o assistita

Emiplegie: migliorare i movimenti della mano

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TERAPIA

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I DISTURBI DELLE FUNZIONI CEREBRALI SUPERIORI NELLE PCI

Alle difficoltà obiettive della patologia motoria, si associano frequentemente disturbi delle funzioni cerebrali superiori, come deficit prassici, gnosici e somatognosici, che tendono a ripercuotersi in modo diretto sulle capacità di comunicazione del soggetto, creando ulteriori difficoltà e limitazioni.

Il danno motorio maggiormente presente nel disturbo di

espressione verbale è quasi sempre riferibile a un disordine

dell’articolazione (disartria).

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I DISTURBI DELLE FUNZIONI CEREBRALI SUPERIORI NELLE PCI

Il disordine disartrico viene di norma distinto in:

Disartria spastica, in cui l’espressione verbale è compromessa in modo considerevole;

Disartria distonica, in cui il linguaggio espressivo risulta ostacolato dalla produzione di suoni incerti e distorti;

Disartria atassica, in cui il linguaggio appare caratterizzato dall’emissione scandita e lenta delle parole e dalla difficoltà nell’articolazione corretta di raggruppamenti consonantici.

Nelle PCI, indipendentemente dalla presenza del disturbo disartrico, l’espressione verbale sembra comunque condizionata dalla situazione cognitiva di base e dagli stimoli relazionali che il soggetto raccoglie nel corso dello sviluppo.

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