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La storia del Sannio attraverso le foto di famiglia e altre
«memorabilia»
Progetto “L’albero delle donne in Campania e nel Sannio
Anno scolastico 2005 - 2006
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Le immagini e il linguaggio del corpo
Le tradizioni
Il diritto La storia
La ricerca è stata realizzata nell’ambito delle attività didattiche dell’Istituto per Geometri «Galileo Galilei» di Benevento, nell’anno 2005 - 2006, e le immagini
fotografiche sono state fornite dagli studenti.
L’interpretazione psico-sociologica di
ciascuna foto è stata effettuata dagli allievi sulla base dell’osservazione oggettiva della postura, della gestualità e delle espressioni facciali dei protagonisti.
In sintesi, dal linguaggio corporeo
analizzato in modo scientifico, gli studenti hanno tratto conclusioni riguardo agli stili di vita dei personaggi ritratti in foto.
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Nelle foto di inizio secolo manca completamente la gestualità: la necessità di restare immobili, per
permettere alla rudimentale macchina fotografica di immortalare il momento, fissa i soggetti in pose statiche ed innaturali.
Indice Le brigantesse
Michelina De Cesare
Guerrigliera e donna di Francesco Guerra: fu
tanto impavida quanto bella, con il suo formidabile intuito riuscì più volte a prevenire attacchi ed
imboscate dei piemontesi. Il 30 agosto 1868 la banda del Guerra fu massacrata e Michelina ne seguì la stessa sorte. Il suo corpo fu spogliato ed esposto nella piazza del paese suscitando ire, risentimenti e scandalo.
Nella foto la donna appoggia la mano su un fianco per aumentare lo spazio occupato dal suo corpo ed apparire più imponente. Lo sguardo è di
traverso e comunica ostilità. L’abbigliamento è, tuttavia, molto femminile ed esalta la sensualità, al di fuori degli schemi del tempo, della brigantessa.
La donna non sorride: difatti il sorriso viene usato dai primati per esprimere sottomissione e la
donna non sembra affatto sottomessa!
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La foto era un evento importante, affidata alla maestria di un fotografo professionista ed era destinata a essere conservata dalle generazioni successive come memoria storica della famiglia.
Per l’occasione venivano indossati gli abiti migliori, quelle «della domenica».
Dall’abbigliamento un po’
approssimativo si deduce che la
famiglia della foto fosse di estrazione contadina.
Il padre, alquanto anziano, appoggia la mano sulla spalla del figlio maschio, probabilmente nato dopo anni di
matrimonio e destinato a essere il
futuro capofamiglia ovvero il sostegno
economico degli anziani genitori.
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In questo caso, la staticità della posa non sembra diminuire la bellezza della donna.
Lo sguardo è rivolto verso un punto lontano ed è
abbastanza enigmatico. La
donna non sorride perché il
sorriso non è considerato
adatto all’evento ed è segno
di «poca sseirietà».
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Coppia benestante
L’uomo sembra meno alto della donna e, quindi, compensa la sua inferiorità fisica assumendo la posizione eretta.
Ha la mano in tasca ed appoggia l’altra mano sulla spalla della donna come a rivendicarne la proprietà e ad imporre la sua autorità.
La donna è seduta con la schiena eretta e si discosta leggermente dalla sedia e dall’uomo, in una posa un po’
rigida. La bocca rivela un sorriso “a labbra tirate” tipico di chi nutre
sentimenti ambivalenti che non vuole rendere manifesti.
Sotto il lungo abito si intravedono le gambe in posizione incrociata. Questo gesto, considerato in genere molto femminile e seducente, è in contrasto con la rigidità del resto del corpo.
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Donna anziana
La donna è visibilmente anziana anche se il viso non sembra sciupato; al
contrario porta ancora i segni della giovanile bellezza.
La donna è seduta e si appoggia a un tavolo. Le spalle sono curve e la testa non è in linea con il resto del corpo.
Lo sguardo sembra perso nel vuoto e non è rivolto in una direzione precisa.
Gli angoli della bocca sono all’ingiù, nell’espressione tipica della persona depressa.
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20 gennaio 1924 – Primo abito da sposa bianco di Apice (BN)
Vai a Il matrimonio antico!
Lo sposo compensa la minore
prestanza fisica, rispetto alla sposa, assumendo una postura eretta, con il mento proteso un avanti; la sposa, al contrario, tiene le spalle basse per diminuire la sua altezza. Il
braccio è rivolto verso il basso e la mano non stringe il bouquet ma lo mantiene in modo debole, quasi lasciandolo cadere.
Il braccio teso in orizzontale
dell’uomo appare come un gesto di chiusura e di comando. Lo sguardo dell’uomo è rivolto all’obiettivo
mentre gli occhi della donna sono diretti in obliquo e sfocati.
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La donna a sinistra nella foto è la madre dello sposo. La postura eretta e le braccia allargate sono il tentativo di far apparire più
imponenti la statura e la corporatura piccole.
Anche il figlio è in posizione eretta e rigida ma di traverso con una gamba in avanti e leggermente più vicino all’obiettivo. La sigaretta è un segno di mascolinità poiché il fumo,
all’epoca, era un vizio accettabile solo per gli uomini.
Le espressioni facciali sono rigide in misura più accentuata rispetto a quanto i tempi prolungati di posa delle macchine fotografiche del tempo rendevano necessario.
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Coniugi cittadini
Osserviamo la postura dei signori: l’uomo è in posizione frontale rispetto al fotografo e la donna è di fianco, lievemente arretrata: il capo di casa nonché difensore del focolare è lui!
La distanza fra i due coniugi è ravvicinata. Infatti la “bolla
d’aria” , ossia la distanza ideale fra due abitanti della città è
generalmente ristretta perché i
cittadini sono abituati a vivere in
zone affollate.
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Coniugi di campagna
L’uomo guarda direttamente
l’obiettivo e porta la mano sul petto:
anche lui è il padrone di casa. Ma osserviamo la distanza fra i coniugi:
è certamente maggiore rispetto a quella fra i coniugi cittadini; questo perché il contadino è abituato agli spazi aperti ed ha una “bubble” più ampia.
Questa caratteristica si notava nella vita reale, soprattutto al momento delle presentazioni, durante le quali l’abitante delle zone rurali sembra imbarazzato nell’avvicinarsi a
sconosciuti. Ma anche nelle
conversazioni con amici il contadino mantiene una “distanza di rispetto”
maggiore.
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Donna risoluta
La donna è di costituzione minuta ma la posizione assunta, con le mani sui fianchi, la fa sembrare più imponente. Questa postura viene usata da una persona per lanciare una sfida contro chiunque voglia entrare nel proprio territorio.
Il gesto indica che la donna è pronta ad agire con fermezza e determinazione per difendere la sua famiglia e la sua casa.
A volte le mani sui fianchi sono
utilizzate come segno di civetteria
e corteggiamento ma non sembra
affatto il caso di questa donna!
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Le due donne sono certamente sorelle e forse, considerata la somiglianza, gemelle monozigote.
Chi è la sorella dominante?
Lo sguardo della donna seduta è diretto e la bocca sembra sorridere rivelando
maggiore senso di sicurezza ed equilibrio interiore.
La sorella a destra è in posizione eretta e ha i lineamenti del viso tirati. Le labbra sono più sottili e tese rispetto alla sorella.
La mano sulla spalla in genere è segno di protezione ma non i questo caso perché le spalle della donna sono scostate rispetto alle gambe, come se la donna temesse il contatto fisico con la sorella dominante.
Inoltre la sorella seduta è vestita in modo più frivolo, con una gonna a fiori, mettendo ulteriormente in risalto l’abbigliamento
dimesso dell’altra.
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1942
Anni “40”
Siamo ancora di fronte a un foto scattata da un fotografo professionista ma lo stile è diverso. La posa è ricercata e
garbatamente sensuale, ricalcata sulle immagini delle dive del cinema
dell’epoca.
I capelli sono curati e modellati da un
coiffeur con l’effetto finale di evidenziare il collo lungo e sottile.
Il trucco è delicato, adatto a una signorina di buona famiglia: si intravede un
accenno di rossetto.
Lo sguardo è serio e malinconico:
sorridere apertamente in una foto è
ancora considerato sconveniente per una donna in quanto potrebbe essere
interpretato come un «invito».
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Anni “50”
L’atteggiamento dello sposo è serio, coerente col suo ruolo di capofamiglia, ma la sposa e le altre invitate finalmente
sorridono senza problemi.
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Anni “50”
E’ una bimba
La madre mostra con gioia ed orgoglio la sua figlia neonata:
sembra una foto scontata,
invece è la testimonianza di una rivoluzione culturale. La donna si fa fotografare con
un’espressione facciale più sciolta e naturale ed è
visibilmente contenta.
Nascere donne non è più una
disgrazia!
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Anni “60”
La signora ha un’espressione seria e appare più giovane nella foto in alto a sinistra.
Nelle altre foto la donna dimostra qualche anno in più. L’oggetto protagonista è il televisore,
inequivocabile status symbol dell’epoca.
La donna è ritratta in piedi, in posizione eretta con le mani in tasca per
evidenziare una certa nonchalance mentre, nella foto da seduta, la signora accavalla le gambe con disinvoltura.
Se la maturità ha sottratto qualcosa alla sua bellezza, certamente l’esperienza e il raggiunto benessere economico le hanno conferito maggiore sicurezza ed equilibrio.
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Gli anni “70”
Il matrimonio
Gli anni “70” sono vissuti anche in Campania come un periodo di riflessione sul rapporto uomo–
donna. Tuttavia, sono poche le coppie che decidono essere coerenti fino in fondo con le loro idee e, quindi, di sposarsi solo civilmente, come i coniugi nella foto, ma certamente questa scelta non è più considerata trasgressiva dalla società.
Donne e auto
La donna raggiunge il posto di guida in auto: la parità dei diritti passa anche di qui!
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La “bubble” è diventata minima: la donna e l’uomo occupano lo spazio dell’altro, senza che questa sia considerata una
sconveniente intrusione. I volti sono distesi e sorridenti. Nella foto a destra l’uomo tiene in braccio il figlio e lo coccola con tenerezza.
Il ruolo paterno comincia a trasformarsi da rigido e autoritario in affettuoso e protettivo, cominciando così a sovrapporsi a quello della madre.
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Donna e Internet
La foto è ironica ma eloquente: la donna, probabilmente una
casalinga, scambia un ferro da stiro per un mouse! Il rapporto
donna – Internet è completamente cambiato in questo decennio.
Le donne si avvicinano alle Nuove Tecnologie
Secondo i dati rilevati dall’Istituto Eurisko nel 2005-2006 il numero totale di persone che avevano accesso alla rete in Italia, anche occasionalmente, era pari a quasi 17 milioni. In Italia le donne erano fra il 35 e il 38 per cento delle persone in rete, continuando a crescere in progressione geometrica.
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marzo 2004 – aprile 2005 Alla fine del 2003 le donne risultavano essere il 41 % delle persone che si
collegano all’internet in Italia. Due anni più tardi sembra che la percentuale non sia aumentata –
mentre nei periodi
precedenti c’era stata una continua crescita. Nel
2001-2002 si era rilevato oltre il 50 % di donne fra le
“nuove” persone online, livello certamente non basso se confrontato con la situazione precedente
Il grafico: Persone online in 18 paesi europei
da:
Il Mercante in Rete
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Il matrimonio antico
La sposa
Il vestito della sposa era ricamato a mano in lino puro, comprato a metraggio e tagliato e confezionato dalla sposa stessa. La sua spesa era sostenuta dal padre della sposa la quale veniva così ricambiata dei lavori nei campi, nell’allevamento degli animali e in casa. Il padre regalava alla sposa anche l’intero corredo.
Lo sposo
Lo sposo comprava per la futura casa il comò. Inoltre egli portava in dote le
proprietà, ossia i beni immobili su cui si sarebbe retta la futura famiglia. Egli
contribuiva anche nelle spese per il pranzo di nozze, che si teneva nella sua casa ed era preparato da un cuoco di professione.
Le nozze erano celebrate in modo semplice:
iniziavano con l’arrivo dello sposo a casa della sposa, per prelevarla e condurla in chiesa in corteo a piedi, ammirando il suo bell’abito ricamato che lo sposo vedeva per la prima volta.
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…ancora il matrimonio antico
Al ritorno dalle nozze benedette in chiesa, si ritornava a casa dello sposo per consumare il pranzo allestito dal cuoco con l’aiuto dei parenti e degli amici degli sposi.
Dopo si ballava al suono dell’organino. Intanto si era
provveduto al trasporto del corredo dalla casa della sposa a quella dello sposo. Dopo il ballo gli sposi riposavano nella nuova casa dove, la mattina seguente, erano
svegliati dalla madre dello sposo con l’offerta di un buon caffè.
Durante il matrimonio si scattavano al massimo tre
fotografie ricordo, una delle quali in gruppo con i genitori e gli sposi.
Fin dal giorno seguente le nozze, gli sposi e le loro famiglie d’origine erano in ansiosa attesa di un primo
figlio, cui sarebbe stato imposto il nome del nonno o della
nonna paterna, secondo il suo sesso.
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Nota di Cerreto consegnata al Sig.
D’Andrea Pasquale e Palmira Marciano di Francesco Saverio
1.Cassettone e letto £ 2000 2.Apparecchio di letto 450
3.“ “ 300
4.“ “ 250
5.“ “ 150
6.“ “ 200
7.Guanciali 6 e picche 200
8.“ 4 150
9.Apparecchio di letto 1 150
10.Sottavite 10 100
11.Mutande12 100
12.Camicie 37 900
13.Apparecchio di tavola 150
14.Lenzuole 12 600
15.Veste di guanciali paie 6 168 16.….
Li 23 Aprile 1928
Il corredo
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Lanno 1933, 12 Gennaio
Nota del aprezzo Biancheria di Vittoria Oliviera e di Giriaco Rotolo
S. Acupolo 1933
Uncommò diretti n.4 con toletta n.1
Lenzioli n.20
Cascine paie n. 7
Mutande n. 7
Cammice n. 20
Coperte n. 3
Calzette paie n. 14
Abiti n. 6
Sottanini n. 9
Sarviette uno da sei e unaltro da 12 n. 8
Musali n. 4
Scarpe nere n. 1
Lana chili n. 29
Sacone emadarazzi
Un altro corredo
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Quando una lira bastava per fare la spesa…
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AM-LIRE ovvero Allied Military Currency
Banconote d’occupazione delle truppe Alleate nella seconda guerra mondiale, che hanno segnato, nel bene e nel male, una parte della storia d’Italia. Erano state stampate negli Usa e riportavano le quattro libertà americane: quella di parola (Freedom of Speech), quella di religione (freedom of Religion), dal bisogno (freedom from Want), dalla paura (freedom from Fear).
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 le truppe
angloamericane sbarcarono in Sicilia e, con perdite
inferiori alle previsioni, data la scarsa resistenza degli italiani, in poco più di un mese occuparono tutta l’isola. In previsione
dell’invasione dell’Italia, le autorità americane, avevano predisposto la produzione di cartamoneta d’occupazione, la prima da loro utilizzata in questa guerra: seguiranno emissioni analoghe per la Francia, l’Austria, la
Germania, il Giappone.
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Il Piano Marshall
“La Gazzetta del Mezzogiorno” Bari, sabato 2 agosto 1947
Conosciuto ufficialmente come Piano per la Ripresa Europea (European Recovery
Program), il Piano Marshall fu uno dei piani statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale. L'iniziativa prese il nome dal Segretario di Stato USA, gen. George Marshall, che in un discorso all'Università di Harvard (5 giugno 1947)
delineò la disponibilità del governo degli Stati Uniti a contribuire alla ricostruzione economica dell'Europa. Il Presidente degli Stati Uniti
Harry Truman firmò la legge istituiva del Piano Marshall il 3 aprile 1948.
Tra il 1948 e il 1951, gli Stati Uniti
contribuirono con più di tredici miliardi di dollari (quasi cento miliardi ai valori odierni) di
assistenza tecnica ed economica nei confronti di 18 nazioni europee che si erano riunite (16 aprile 1948) nell' Organizzazione per la
Cooperazione Economica Europea (OEEC), antesignana dell attuale OECD, in risposta all'appello di Marshall per un piano congiunto.