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L’ Su un caso di tubercolosi

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Academic year: 2022

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Numero 1 - Marzo 2014

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L’

EFSA pone in dubbio l’utilità della visita tradizionale al Mat- tatoio, ritenendola inefficace nel rilevare gli effettivi pericoli e propone di semplificare le attività ispettive.

La DGSANCO sembra gradire queste perplessità, i cui risvolti sono anche di ca- rattere economico dal momento che, de- legando a personale ausiliario low cost alcune mansioni, si avrebbe una flessione dei costi del 50%, data dalla contrazione numerica dei Veterinari ufficiali.

Vero è che fino a 40 anni fa il veterina- rio ispettore si occupava solo della vi- sita ante e post mortem degli animali al macello, mentre attualmente le sue fun- zioni si sono allargate all’intero con- trollo di filiera.

A supporto dell’ampliamento delle re- sponsabilità c’è un esercito di sigle e nomi (ICA, HACCP, OSA, formazione, rischio, audit ecc.), in cui ci si perde die- tro un garantismo di salute per il con- sumatore a volte troppo scontato.

Così ogni Paese europeo ha scelto modelli propri, chi ha più ausiliari con maggiori compiti e responsabilità, chi ha più Vete- rinari ufficiali, chi delega all’OSA alcune mansioni, chi il veterinario se lo paga da sé, chi punta tutto sulle misure preventive in allevamento, alla faccia delle racco- mandazioni di garanzie standard di con- trolli uniformi del Pacchetto Igiene.

Sarà anche attendibile che per alcune forme patologiche come la Salmonella, il Campylobacter, non è l’ispezione al

Su un caso

di tubercolosi

Immotus nec iners

L’altra informazione

Pensieri critici di Caterina Pennesi

Polmoni con forma di tubercolosi acinosa.

© Fabio Torresi

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mattatoio che possa costituire l’unico elemento utile ai fini diagnostici, ma confidare troppo sulle misure preven- tive in allevamento e sulle autocertifica- zioni anamnestiche degli allevatori, non può costituire di per sé elemento unico per la tutela della salute pubblica. Di certo si andrebbero a perdere anche tutte le neoplasie e i rilievi autoptici di interesse epidemiologico, che potreb- bero essere importanti indicatori di in- quinamento ambientale o di patologie a rischio anche per l’uomo.

Il gruppo di esperti scientifici EFSA so- stiene che la palpazione e l’incisione possono non essere necessari per le carni bovine, anche se glissano sul pro- blema tubercolosi, confidando su un maggiore utilizzo delle informazioni sulla catena alimentare.

Ma le ICA non sono un rapporto dei servizi segreti.

Nel giugno del 2013 viene inviato in un mattatoio un gruppo di bovine per una regolare macellazione.

Allo scarico, l’operatore addetto al con- trollo non riscontra alcunché di ano- malo. Perfetta la documentazione, la corrispondenza dei dati e le informa- zioni sulla catena alimentare, che non dichiarano nulla.

All’ispezione post mortem una bovina di trenta mesi, presenta una forma miliare epatica con lesioni di tipo sclero-caseo- calcifiche in alcuni linfonodi mediastinici e bronchiali, tisi perlacea, caverne bronco-ectasiche e un quadro riferibile a tubercolosi acinosa galoppante nel lobo diaframmatico polmonare.

L’isolamento batteriologico conferma il Mycobacterium bovis.

I restanti capi presentano idatidosi epa- tica e polmonare a notevole dissemina- zione parenchimale con cisti di varia grandezza da 1 a 10 cm di diametro, epatomegalia, linfoadenomegalia.

Nel servizio fotografico manca un’im- magine, quella delle ICA presentate del- l’allevatore.

Il documento è perfettamente compilato per dati segnaletici dell’azienda, firma, data ecc., ma per il resto è intacta virgo.

Chi si occupa di tutela della salute pub- blica deve guardare “più alto, più oltre”

senza però cancellare per forza tutto il passato e a volte è meglio che resti

“fermo, ma non inerte”.

Tutte le foto pubblicate sono di proprietà del dottor Fabio Torresi dell’U.O.S. - Sede Operativa di Ma- cerata ASUR Marche Area Vasta 3.

Particolare dei linfonodi mediastinici.

Linfoadenomegalia tubercolare con forma sclero-caseo-calcifica.

Tubercolosi della pleura; tisi perlacea.

© Fabio Torresi

© Fabio Torresi

© Fabio Torresi

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