• Non ci sono risultati.

Non è un caso, quindi, che dall’analisi dell’ iconografia medievale

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Non è un caso, quindi, che dall’analisi dell’ iconografia medievale "

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

Conclusioni.

Il Medioevo è un periodo storico lungo circa un millennio che ha visto la società cambiare radicalmente, sia nelle strutture che nella mentalità. Si verificarono migrazioni di popoli, una nuova religione subentrò alle credenze antiche, penetrando a fondo in tutti gli aspetti della vita degli uomini, l’intera geografia politica e culturale dell’Occidente fu ridisegnata.

Le condizioni della produzione artistica cambiarono, i nuovi popoli portarono con sé altri gusti, altre abitudini e altre aspettative mentre, contemporaneamente, alcune tecniche e stili rimasero vitali nei luoghi in cui operavano artisti fedeli alla tradizione.

Variarono i committenti, le iconografie, le tipologie e sorsero sospetti ed ostilità nei confronti delle immagini come possibili veicoli di idolatria. Allo stesso tempo esse furono legittimate e messe al servizio della Chiesa come “Bibbia per gli illetterati” 1 .

Non è un caso, quindi, che dall’analisi dell’ iconografia medievale

dell’architettura emerga la netta prevalenza dei cantieri simbolici, legati alla narrazione biblica (schede 2; 3; 6; 7; 8; 16; 19; 22; 24; 35; 37; 39; 46; 47; 48;

49; 50; 58; 60; 69; 70), seguiti dai cantieri per la fondazione di edifici sacri e monasteri (schede 9; 12; 15; 20; 21; 26; 31; 32; 34; 38; 42; 51; 53; 54; 55; 59;

61; 66; 68; 72.). L’immagine medievale si rapporta sostanzialmente e per eccellenza al contesto religioso per tutta una serie di fattori storico-sociali ma, soprattutto, per il fatto che la società e la cultura del Medioevo non

contemplavano una sfera esistenziale diversa da quella religiosa.

In un periodo di grande fermento dal punto di vista edilizio, la Chiesa si propone come portatrice del messaggio della “buona architettura”: si costruiscono

cattedrali, chiese e monasteri per la gloria di Dio sulla Terra e per accogliere le schiere dei fedeli. Così come Noè ha costruito l’Arca secondo il volere di Dio e

1

Castelnuovo, 2004, p. VII.

(2)

Salomone ha fatto edificare il Tempio secondo un progetto divino, così gli uomini realizzano cattedrali magnifiche, seguendo un disegno più ampio,

stabilito dal Signore per il suo popolo. Coloro che cercano la gloria personale o, addirittura, osano sfidare la Potenza celeste, non possono che fallire

miseramente, andando incontro a conseguenze nefaste, come mostra l’iconografia della Torre di Babele.

Cantieri reali, dove osservare le tecniche costruttive, gli strumenti, le macchine, erano presenti in tutta Europa. Il ripetersi di alcune tematiche e del modo di renderle visivamente, come le anomalie nella costruzione della Torre di Babele, fa pensare ad una rielaborazione degli elementi tratti dall’osservazione diretta al fine di stabile i canoni di una precisa iconografia. La metafora dell’architettura, insieme alla Numerologia, occupa, infatti, un posto fondamentale nella Teologia medievale. 2

I cantieri che si riferiscono a costruzioni non ecclesiastiche riguardano la

fondazione o la ricostruzione di città ( Schede 1; 25; 33; 36; 43; 44; 45; 52; 56;

57; 62; 63; 64; 65) e appartengono a testi storiografici, con lo scopo di mostrare origini mitiche, esaltare personaggi importanti e segnare particolari momenti della vita di una comunità. In generale, conosciamo due tipi di opere

storiografiche medievali: testi che possiedono propositi letterari e stilistici e che portano, di solito, il titolo di Historie o di Vita, nel caso di biografie e di opere agiografiche, in cui immagini di cantieri sono per lo più inserite per celebrare la figura del personaggio di cui si tratta; testi che, invece, sono semplici rapporti su fatti avvenuti nel passato o contemporanei e che riportano date più precise

possibili, intitolati Chroniche o Annales, in cui la ricerca di un’ origine mitica della città o la storia della sua fondazione sono considerati aspetti salienti della trattazione.

2

Vendekerchove C., 1989, p.62.

(3)

Per quanto riguarda, invece, la presenza di una figura che dirige il cantiere, si può riscontrare che il committente è rappresentato un numero di volte

decisamente maggiore rispetto all’architetto. Fatta eccezione per lo straordinario esempio della Relatio de innovatione ecclesiae Sancti Geminiani di Modena, dove Lanfranco viene raffigurato e lodato come architetto (Scheda 21) e la miniatura delle Vite degli Offa, in cui il re conversa con l’architetto della cattedrale in costruzione (Scheda 34) , nelle miniature il committente è

immediatamente riconoscibile mentre l’architetto, come capocantiere più che come progettista, è difficilmente individuabile nella schiera dei lavoratori.

Siamo in un periodo in cui la figura di chi commissiona la costruzione di un edificio prevale su chi effettivamente si occupa della sua realizzazione. Il committente, spesso, veniva visto come il vero autore dell’opera e numerosi sono i casi in cui questi partecipava attivamente con consigli, suggerimenti e indicazioni alla creazione delle opere da lui ordinate. Valgano per esempio gli episodi in cui si attribuiscono a prelati capacità progettuali in campo

architettonico: si tratta dei cosiddetti “vescovi costruttori”, il cui nome si trova nelle iscrizioni accanto a termini come aedificator, fabricator, e verbi come fecit, construxit, e che, nella realtà dei fatti, erano coadiuvati nei loro progetti e

realizzazioni da esperti del mestiere.

Le lastre tombali, seppure non numerose, testimoniano come, con il passare del tempo, il rapporto committente-artista varia a favore di quest’ultimo, in un percorso lontano dall’essere semplice e lineare. L’iconografia dell’architetto troverà una sua forma matura durante il Rinascimento, quando, con il diffondersi di ritratti e di autoritratti, si stabiliranno ufficialmente i canoni della

rappresentazione dell’artista.

Riferimenti

Documenti correlati

Nel codice marciano che riporta la Quaestio de intensione et remissione formarum di Biagio de' Pelacani scripta manu Francisci auctoris filii è signifi- cativamente

L’unica citazione risiana del Dei delitti (ivi, De probationibus, I De confessione, p. 20) è contenuta in un elenco di oppositori della tortura. S OLIMANO in DBGI, cit. in questa

define 60 gait features, based on the angle between joints in the lower body part, and reach CM C(1) = 0.96 with S = 20 using SVM: it is quite similar to our results (0.97 for S = 20

1 year The results under- lines how the regular physical activity is not totally decisive for the definition of self-concept; howev- er, a higher number of session of sport

Come Klein, Frank si dedicò poi al ci- nema (Pull my Daisy è un cult degli anni Sessanta), di fatto rimanendo come fotografo, nonostante ne ab- bia fatti altri, l’uomo di un

Nella prima parte so- no così illustrati i temi centrali della storia medievale e nella seconda si raccontano i fatti, ordi- nati sulla base di venti grandi date?. INDICE

A una prima lunga fase formativa, in cui l’ideale della vita monastica si affermò come la più autentica forma di vita cristiana, segui- rono i «secoli d’oro» nei quali parve che

Lunedì 13 maggio 2019, ore 10.00 Aula G.113 Meda - Largo A.