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[1941] (d.d.) Foglio 1 recto

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(1)

1941

I.

[1941] (d.d.) Foglio 1 recto

Caro Spagnoletti,

1

Ho avuto il suo articolo e la sua lettera, cos€ cordiale. L’articolo mi ‚ parso buono, anche sommario come l’imponeva il carattere della rubrica. Vi sono gli elementi per un vero e proprio discorso. Se un giorno, come mi pare che accenni, le verrƒ fatto di esaurirlo, creda che lo legger„ con molto piacere.

Intanto la ringrazio anche per le buone parole che mi ha mandato privatamente.

Mi creda il suo amico Luzi

2

Saluti, se ne ha l’occasione, Pratolini;

3

e gli ricordi da parte mia di stare pi…

attento alla sua salute.

4

1Giacinto Spagnoletti (Taranto, 1920 – Roma, 2003).

2Mario Luzi (Castello, 1914 – Firenze, 2005) e Giacinto Spagnoletti si conobbero a Firenze sul finire degli anni Trenta (1938-39), presso il celebre Caff‚ de Le Giubbe Rosse frequentato, oltre che da Luzi, da Montale, Bo, Bigongiari, Soffici, Palazzeschi, Bonsanti, Vittorini, Gatto, Gadda, ecc. Cfr. ARNALDO PINI, Incontri alle Giubbe Rosse, Firenze, Polistampa, 2000 (a Luzi ‚ dedicato il saggio dal titolo Mario Luzi, un poeta fedele alla vita, pp. 59-76).

3 Vasco Pratolini (Firenze, 1913 – Roma, 1991) inizi„ ad inserirsi nell’ambiente letterario fiorentino nel 1937, frequentando in particolar modo la casa di Ottone Rosai. Collabor„ al

“Bargello” e nel 1938 fond„, con Alfonso Gatto, il polemico foglio letterario “Campo di Marte”; si trasfer€ poi a Roma dove nel 1941 pubblic„ un suo primo libro di racconti Tappeto verde. A Roma risiedette nella medesima pensione in cui tre volte a settimana si recava anche Mario Luzi che, dal 1941 al 1943, lavor„ presso “Il Libro Italiano” (Rassegna bibliografica generale a cura del Ministero dell’Educazione Nazionale e del Ministero della Cultura Popolare, diretta da Fernando Mezzasoma ed Edoardo Scardamaglia. Il Redattore Capo era Nino Sammartano, amico di Carlo Bo, ed il Redattore Nella Santovito Vichi), con sede a Roma in via del Collegio Romano 27 (cfr.

Ivi, la lettera XIII, nota 95). La rivista, fondata nel 1937, si interruppe con il fascicolo 4-5, aprile- maggio 1943.

Spagnoletti, in un saggio dal titolo Con Pratolini sulla terrazza di un ministero (in IDEM, I nostri contemporanei. Ricordi e incontri, Milano, Spirali, 1997, pp. 69-73), ripercorre i momenti pi…

salienti della sua amicizia con Pratolini, conosciuto a Firenze, presso il Caff‚ de Le Giubbe Rosse, nel 1941.

4Vasco Pratolini intorno agli anni Trenta si ammal„ di tubercolosi polmonare e fu costretto a numerosi ricoveri. L’esperienza fatta nei sanatori ‚ testimoniata nel Taccuino del convalescente (1935-1936), in VASCO PRATOLINI, Gli uomini che si voltano, Roma, Atlante, 1952 e poi confluito in IDEM, Diario sentimentale, Milano, Mondadori, 1977.

(2)

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto, s. d e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: si tratta di una delle prime missive che Mario Luzi scrive in risposta a Spagnoletti in quanto il registro ‚ ancora formale (si rivolge, nella formula d’esordio, al destinatario chiamandolo per cognome) e si firma con il solo cognome. Databile quindi al 1941, anno in cui Spagnoletti, a Firenze, conobbe anche Vasco Pratolini.

II.

[1941] (d.d.) Foglio 1 recto

Caro Spagnoletti,

grazie della tua lettera affettuosa. Essa dovrebbe veramente farmi inorgoglire se io ho potuto comunque sommuovere il fondo della tua giovinezza che mi pare tanto ricca e dubbiosa. Subito infatti vi ho potuto riconoscere l’inquietudine dimessa, e, quel che pi… conta, sensibile di una stagione ravvivata da tanti segni apprensivi, da tanti avvenimenti riflessi nel silenzio, da quell’intensa febbre senza oggetto: ‚ forse la pi… vera vita che vive senza alcuna elezione determinata, ansiosa e amara per tante accoglienze desiderate e deluse e nomina tante cose che appunto per il suo eccesso non sono giƒ pi… cose ma simboli. Io ho intuito in te tutto questo (o forse mi sono sbagliato?) e allora sar„ con te, quanto pi… mi ‚ possibile, delicato.

Lascer„ parlare te e legger„ con tanto piacere le tue poesie. Tuttavia, credimi, non

chiedere troppo al tuo tormento, non pretendere delle clausole dalla tua

mortificazione: al di lƒ della nostra natura c’‚ ancora la nostra immagine, la nostra

forma e lƒ mi pare che bisogna mirare. ‰ tanto tempo che ho voglia di scrivere su

ci„ e ora non trovo altri a cui confessarlo, pi… volentieri che a te. Io trovo che in

mezzo ai giovani della nostra etƒ (e pi… precisamente della tua) bisogna stare

molto guardinghi: essi non vivono abbastanza puramente, non guardano (non ‚ lƒ

(3)

[sic] nostra prima occasione?); essi vanno incontro a una civiltƒ nominale, a una psicologia dolcissima della “poesia”, e talvolta mi appaiono come delicati falsari.

Ma forse questa ‚ una mia impressione e tu hai diversa esperienza, per„ salvati e credi sopra tutto a te stesso. Questo che dico lo dico anche per me, poichŠ non mi sarebbe possibile consigliarti alcunchŠ. Tu mi offri un caro pretesto per ripetermi alcune cose che io devo sapere.

Mi pare di capire che sei amico di Iacobbi

5

e allora salutalo da parte mia.

Abbi un affettuoso augurio dal tuo Mario Luzi

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: si tratta di una delle prime lettere inviate da Luzi a Spagnoletti in quanto il mittente non si rivolge al destinatario chiamandolo per nome, ma ancora per cognome; il riferimento a Ruggero Jacobbi, leader del gruppo romano

‘sapientino’ fino al 1943, conosciuto da Spagnoletti a Roma presso la Facoltƒ di Lettere dell’Universitƒ degli Studi “La Sapienza”.

5Ruggero Jacobbi (Venezia, 1920 – Roma, 1981) si iscrisse, nel 1937, alla Facoltƒ di Lettere dell’Universitƒ degli Studi di Roma “La Sapienza” dove frequent„ le lezioni di Pietro Paolo Trompeo, come Giacinto Spagnoletti, preparando una tesi su MallarmŠ, ma non riusc€ mai a laurearsi. Fu militare a Tortona con Rosario Assunto e fu organico al gruppo ermetico fiorentino dal quale si allontanerƒ nel 1945 per via delle simpatie cattoliche di taluni ermetici. Collabor„

anche a “La Fiera Letteraria”.

Interessante ai fini di tale lavoro si ‚ rivelata la lettura dell’epistolario di RUGGERO JACOBBI / ORESTE MACRŒ, Lettere 1941-1981, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1993 ed, inoltre, del volume, sempre a cura di ANNA DOLFI, Terza generazione. Ermetismo e oltre, Roma, Bulzoni, 1997.

(4)

III.

[Luglio 1941] (d.d.) Foglio 1 recto

Carissimo,

sono molto contento della tua improvvisa toscanitƒ e rimpiango d’averla in una certa misura nel sangue e di non essermela conquistata da una situazione diversa.

Mi darebbe allora meno fastidio e produrrebbe pi… rari effetti di insofferenza. Per l’inquietudine e la perplessitƒ che ho sempre dentro di me, qua sto sempre sul forse: sulla cosiddetta salute della toscanitƒ io non godo alcun beneficio, sento anzi dei vincoli velenosi e ammaliati che possono molto efficacemente sul vizio mio. A me sarebbe occorso forse stancarmi in viaggi e venture e poi persuadermi o rassegnarmi: ma vedi l’infelicitƒ dei figli del secolo, irretiti prima dalle circostanze e poi dall’incredulitƒ.

E intanto? Tu lavori all’antologia

6

e ti auguro di trovare soddisfazione in codesta attivitƒ: ma intanto penso come sarebbe pi… importante dare con gli esempi una definizione di poesia, una definizione tua risoluta. I torti del Maulnier

7

sono gravi perchŠ ha trascurato e alterato la storia:

8

ma nel mondo attuale, non ‚ dovere nostro affermare ciascuno il proprio atto di vita? O la pensi anche tu come Ferrata?

9

6Antologia della poesia italiana contemporanea (1946).

7Thierry Maulnier (pseud. di Jacques-Louis Talagrand), drammaturgo e saggista francese nato ad Al‚s nel 1909. Tra le principali opere di saggististica si ricordano: La crise est dans l’homme (1932); Nietzsche (1933); Racine (1936); Introduction € la po•sie fran‚aise (1939); Poƒtes pr•cieux et baroques, in collab. con D. Aury (1941); Violence et conscience (1945); Langages (1946); La pens•e marxiste (1948); Cette Grƒce o„ nous sommes n•s (1964); Les vaches sacr•es (1977).

8Maulnier, da sempre su posizioni conservatrici, ha operato controcorrente distinguendosi per la vivacitƒ dei suoi interventi e le brillanti argomentazioni. Nella sua Introduction € la po•sie fran‚aise (1939) proponeva una paradossale interpretazione della storia letteraria francese da cui risultavano essere il Cinquecento e il Novecento i due grandi secoli creatori di poesia. Questa rottura degli schemi storiografici incise sicuramente sulla cultura contemporanea. Inoltre il suo pensiero politico antimarxista ma anche anticapitalista ‚ sfociato in un angosciato pessimismo e in un atto d’accusa nei riguardi della borghesia e dei suoi “calcoli egoisti” (Les vaches sacr•es, 1977).

L’eco di questo pensiero si ritrova poi anche nel suo teatro a partire dall’adattamento dell’Antigone di Robert Garnier fino alla riduzione per le scene di La condition humaine (1952) di Malraux, attraverso alcuni drammi come La course des rois (1947), La maison de la nuit (1951), Le sexe et le n•ant (1960), dove Maulnier ha continuato ad interrogarsi sulla “condizione umana”.

9Luzi fa riferimento a quanto scritto da Giansiro Ferrata (Milano, 1907 – 1986) nell’articolo, Fallacara e Parronchi, pubblicato su “Primato”, nella rubrica ƒCronache di poesia„, II, 13, 1

(5)

Vieni dunque presto a Firenze e vieni ex pleno corde, com’‚ bello e augurabile per sŠ e per gli amici. Mi dispiace che tu non ti sia voluto trattenere i soldi della stanza:

10

dove andr„ questa volta? Siamo tutti molto poveri e allora perchŠ farsi i complimenti?

Di’ a Ferruccio

11

che mi prepari le recensioni e, magari, il saggio su Nievo.

12

Tu non farai niente?

13

Dovrei ringraziare Giorgio Petr.[occhi]

14

di due recensioni che mi ha inviate.

15

Ti abbraccio affettuosamente, il tuo

Mario

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: Spagnoletti sta lavorando alla sua prima Antologia; Luzi fa riferimento all’articolo di Giansiro Ferrata, Fallacara e Parronchi, pubblicato su

“Primato” nel luglio 1941; il poeta ‚ in attesa di alcune recensioni da parte di

luglio 1941, pp. 15-16, in cui appunto Ferrata asseriva: •Su Parronchi come ora su Fallacara, ‚ passata in ispecie la poesia di Luzi, rispettivamente nella voce o nell’eco d’una esperienza colturale rifatta ai testi di Maulnier, al “petrarchismo” di Sc‚ve e a quello di Giovanni Della Casa movendo da un sensibilismo “metafisico” che certe simpatie per Foscolo e Swinburne, il ridicolo dannunziano, un’aria neo-cattolica e i verbi di Breton svariano, non esclusivamenteŽ.

10 Mario Luzi si riferisce ai soldi per la stanza della pensione presso la quale Spagnoletti alloggiava a Roma e che aveva messo a disposizione dell’amico in occasione delle sue venute nella Capitale per il lavoro presso “Il Libro Italiano”.

11Ferruccio Ulivi (Borgo San Lorenzo, Firenze 1912 – Roma, 2002), laureatosi in Giurisprudenza a Firenze nel 1934, fece il suo apprendistato letterario tra le redazioni di storiche riviste come

“Letteratura” e “Campo di Marte” e il circolo de Le Giubbe Rosse, dove conobbe Mario Luzi e Giacinto Spagnoletti.

12Di Ferruccio Ulivi nella rubrica •Letture italianeŽ, in “Il Libro Italiano”, VI, 1, gennaio 1942, alle pp. 59-61, si trova solo la recensione a Cesare Pavese: Paesi tuoi, mentre non c’… traccia del saggio su Ippolito Nievo. Che tuttavia Ferruccio Ulivi potesse al tempo condurre studi sul Nievo si ricava anche da un suo volume dal titolo Il romanticismo di Ippolito Nievo, pubblicato poi nel 1947 (Roma, Veritas).

13 Giacinto Spagnoletti consegnerƒ a Luzi, sempre per la rubrica •Letture italianeŽ, diverse recensioni: a Gianna Manzini, Venti racconti, in “Il Libro Italiano”, VI, I, gennaio 1942, pp. 56-58;

a Giovanni Battista Angioletti, Donata, VI, 3, marzo 1942, pp. 177-178; a Romeo Giovannini, Anacreontiche, VI, 4, aprile 1942, pp. 253-254, ed altre cui si farƒ esplicito riferimento pi… oltre.

14Giorgio Petrocchi (Tivoli, 1921 – Roma, 1989) e Giacinto Spagnoletti si conobbero, all’incirca nel 1938, a Roma nelle aule de “La Sapienza” dove entrambi erano studenti. Nella medesima cerchia d’amicizie si trovavano anche Tot„ Calef, Nello Sa€to, Carlo Laurenzi, Gabriele Baldini, Giame Pintor e altri.

15Nella rubrica •Letture italianeŽ compare, per„, a firma di Giorgio Petrocchi solo una recensione ad Arrigo Benedetti, Le donne fantastiche, “Il Libro Italiano”, VI, 4, aprile 1942, pp. 240-241.

(6)

Ferruccio Ulivi mentre ha giƒ ricevuto quelle di Giorgio Petrocchi sempre per la rassegna bibliografica generale de “Il Libro Italiano”.

IV.

30 ottobre [1941] (t.p.) Recto

Carissimo,

ti ringrazio per la recensione a Gatto;

16

essa mi sembra precisa, per quanto costretta dalla brevitƒ consigliata da me. Anche a Gatto

17

‚ piaciuta.

Sono molto lieto delle calde parole con cui mi parli del Brindisi:

18

tanto pi… che io ci tengo come a una cosa veramente importante.

Quanto all’Antologia,

19

parleremo a voce tra una settimana, quando sar„ a Roma.

20

Allora ti porter„ anche una poesia inedita, di cui giƒ a voce ti dissi alcuni versi la prima volta che venisti a Firenze.

Se intanto preparerai il saggio su Penna,

21

io sar„ molto contento di avere un numero del programma coperto per l’immediato futuro.

22

16La recensione di Giacinto Spagnoletti ad Alfonso Gatto: Poesie (Firenze, Vallecchi, 1941), fu pubblicata nella rubrica •Letture italianeŽ, in “Il Libro Italiano”, V, 11, novembre 1941, pp. 925- 929. Nello stesso numero e nella stessa rubrica a seguire, sempre a firma di Giacinto Spagnoletti, si trova anche una recensione a Nicola Lisi, Concerto domenicale, pp. 927-928.

17Alfonso Gatto (Salerno, 1909 – Capalbio, 1976), uno dei pi… accesi protagonisti dell’ermetismo, ha fondato e diretto con Pratolini, nel 1938, la rivista “Campo di Marte”. Spagnoletti conobbe Gatto a Milano prima della guerra, ma si iniziarono a frequentare pi… assiduamente dagli anni Cinquanta. Spagnoletti si occuperƒ inoltre in prima persona di comporre un numero speciale de

“La Fiera Letteraria” interamente dedicato a Gatto che uscirƒ il 25 dicembre 1955. Presso il Fondo manoscritti di Pavia si trovano conservate numerose lettere di Spagnoletti a Gatto relative al periodo 1952-1962. Mario Luzi, invece, conobbe Gatto, nel 1937 circa, a Firenze presso il Caff‚

de Le Giubbe Rosse.

18 La prima parte del testo poetico di Mario Luzi Un brindisi fu pubblicata sulla rivista

“Prospettive”, V, 16-17, 15 aprile-15 maggio 1941, pp. 7-8.

19Antologia della poesia italiana contemporanea di Giacinto Spagnoletti pubblicata nel 1946, in 2 volumi, presso l’editore Vallecchi di Firenze.

20Cfr. Ivi, la lettera I, nota 3.

21Sandro Penna (Perugia, 1906 – Roma, 1977) e Giacinto Spagnoletti si conobbero a Roma, dove il critico tarantino si era trasferito stabilmente dal novembre 1937 per seguire i corsi presso la Facoltƒ di Lettere dell’Universitƒ degli Studi di Roma “La Sapienza”. Spagnoletti ha raccontato il suo incontro e l’amicizia, “determinante” per la sua giovinezza, con Penna nello scritto Penna

(7)

Ti avrei voluto scrivere a lungo, ma vedi la fretta a cui mi sento costretto per delle sollecitazioni che mi vengono fatte da varie parti. Ho appena finito

Verso

un infame pezzo su Petrarca per Primato.

23

Ma temo lo dovr„ stracciare.

Aspettami dunque tra una settimana. Ti abbraccio intanto con affetto.

Il tuo Mario 30 ott.[obre]

Annotazioni

Cartolina postale autografa, recto e verso. Indirizzata a •Giacinto Spagnoletti / presso Bizzarri / Roma / via Piave 80Ž. Timbro postale di partenza: Firenze 31 – X – 1941. In calce ‚ indicato il giorno e il mese in cui la missiva ‚ stata scritta da Luzi: •30 ott.[obre]Ž. ‰ quindi possibile grazie al timbro postale risalire anche all’anno preciso: 1941.

precursore inconsapevole in GIACINTO SPAGNOLETTI, I nostri contemporanei. Ricordi e incontri, cit., pp. 37-42.

22La richiesta riguarda sempre il “Il Libro Italiano”, ma Spagnoletti non scrisse il saggio su Penna che difatti non compare tra i contributi della rassegna.

23La rivista “Primato”, sottotitolo “Lettere e arti d’Italia”, inizi† le pubblicazioni a Roma il 1‡

marzo 1940, sotto la guida congiunta di Giuseppe Bottai e Giorgio Vecchietti, e venne pubblicata con periodicitˆ quindicinale fino all’agosto 1943. Con il numero 15-16, dell’1-15 agosto 1943,

“Primato” termin† le pubblicazioni essendo giˆ sopraggiunta, il 25 luglio di quello stesso anno, la crisi del fascismo. La rivista, che si rifaceva nel titolo al Primato morale e civile degli Italiani di Vincenzo Gioberti, corrispose inizialmente a un disegno di politica culturale volto a diffondere l’ideologia fascista negli ambienti letterari, specie giovanili. Divenne, per„, in realtƒ palestra di discussioni che trascendevano, o talvolta persino rovesciavano, il fine propagandistico. Tra i collaboratori figuravano, infatti, molte personalitƒ che presto sarebbero passate alla Resistenza:

Pavese, Gatto, Pratolini, Della Volpe, Alicata, Binni, Muscetta e altri. Su “Primato” furono pubblicati capitoli importanti di Gadda, Brancati, Buzzati, e poesie di Campana, Ungaretti, Penna, ecc.

Da uno spoglio attento dei fascicoli della rivista, effettuato per gli anni 1941-43, non ‚ emerso alcun saggio a firma di Luzi dedicato a Petrarca. ‰ pertanto possibile che Luzi, non soddisfatto del suo scritto, avesse deciso di non pubblicarlo. Sull’interpretazione di Petrarca, opposto a Dante, di fondamentale interesse rimane il saggio di Mario Luzi L’inferno e il limbo, pubblicato dapprima in

“Societƒ”, II, 5, aprile-giugno 1946, e poi anche nella raccolta di saggi dall’omonimo titolo (Firenze, Marzocco, 1949).

(8)

1942

V.

[Gennaio 1942] (d.d) Foglio 1 recto

Carissimo,

ti ringrazio delle tue parole che conservano quel calore a cui sto facendo una dolce abitudine. Sono delle parole che ancora mi arrivano grate, non ancora incrinate, integre. Conservala, mio caro, questa pura forza interiore. Conservala per tutti e anche per me, qualunque cosa io possa fare per diffidarti. Sappi che oggi in questo mondo scarnito, ridotto al suo scheletro sociologico, cio‚ animale, le tue parole esistono, esistono intensamente per chiunque ancora ne abbia bisogno. Esse rappresentano la vita, quale dovette essere nei secoli che non ebbero la necessitƒ di nominarla o comunque di volerla, di fronte a tante immagini e apparenze di vita di cui oggi ci si vuol contornare. Tu sei pi… giovane di me, ma non per questo mi illudo, anch’io sono pi… giovane di me, in questo senso. Perci„ tu sei entrato nel numero esiguo dei miei amici pi… cari. Tanto pi… mi dispiace aver notizia delle tue esitazioni e degli incubi. Ma intanto prendi per buona la libertƒ che ti viene concessa per questi mesi e cerca di appropriartene e non soltanto per lavorare:

concedi il massimo abbandono alla tua vita, anche se il presentimento del vano ti abbia toccato giƒ come accade a chiunque abbia una

24

vera natura: poi si trovano delle resistenze capaci d’impegnarci nel senso terreno, che dev’essere in fondo il nostro, e queste ci aiutano a continuare.

Foglio 1 verso

Scusa questo tono da maestro, ma intanto io dicevo anche per me, come sempre succede.

24Cancellato il termine “giˆ”. A fianco della rasura … aggiunto “una”.

(9)

Quanto all’antologia,

25

ho capito l’antifona malapartiana

26

e naturalmente non ‚ neppure il caso di parlare del mio libretto.

27

Se vuoi che ne parli a Vallecchi,

28

lo far„ volentieri; a Guanda

29

non credo sia il caso di rivolgersi, perchŠ Bertolucci

30

credo abbia giƒ i suoi piani in proposito.

Ti ha comunicato la mia cartolina, l’Ulivi? Fai il possibile per accontentarmi.

31

Intanto l’articolo sulla Manzini

32

va molto bene e, anzi, cercher„ di servirmene per una recensione che anche io, non so come, far„ per Bonsanti,

33

eo exigente.

25Probabilmente Giacinto Spagnoletti cercava un editore per la sua Antologia della poesia italiana contemporanea (2 voll.), stampata poi presso l’editore Vallecchi nel 1946, al quale, nella presente lettera, Mario Luzi dice di poter rivolgersi “volentieri”.

26Il riferimento ‚ a Curzio Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich von Suckert, Prato, 1898 – Roma, 1957) che al tempo era il direttore di “Prospettive” (1937-1943), rivista con la quale Luzi inizi„ a collaborare dal 1940 in modo assiduo fino al 1943 (cfr. Ivi, la lettera VII, nota 45).

27La ristampa de La barca (1aed.: Modena, Guanda, 1935), pubblicata poi presso l’editore Parenti di Firenze, nella collana di •”Letteratura” / PoesiaŽ (finita di stampare il 15 settembre 1942).

28La casa editrice Vallecchi fu fondata nel 1913 da Attilio Vallecchi (1880-1946) che la diresse, dando spazio soprattutto ai giovani autori e alle riviste d’avanguardia, fino al secondo dopoguerra.

La direzione fu in seguito assunta dal figlio Enrico (1902-1990). Venduta nel 1962, la casa editrice fu infine riacquistata dalla famiglia Vallecchi nel 1983.

29Ugo Guandalini (Modena, 1905 – 1971), detto Guanda, fece conoscere agli italiani i grandi poeti stranieri come Eliot, Pound, Neruda, PrŠvert e Lorca, ma rivel„ al grande pubblico anche gli italiani Mario Luzi, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi e Gaetano Arcangeli. Fu intellettuale

‘scomodo’ e scrittore, professore universitario ed editore, amico del poeta Attilio Bertolucci, ma anche di Carlo Bo, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Oreste Macr€, Salvatore Quasimodo e Antonio Delfini. Con quest’ultimo a 22 anni fond„ la rivista “L’Ariete”, il cui primo numero porta la data del 24 maggio 1927, e nel 1928, sempre con Delfini, “Lo spettatore italiano”, due pubblicazioni che incontrarono l’ostilitƒ del regime fascista. Nel 1932 fond„ la casa editrice Guanda con sede a Parma. Mario Luzi conobbe l’editore Guanda nel 1934 a Modena, ove si era recato per proporgli le proprie poesie (La barca, cit.). Cos€ si espresse Luzi in un’intervista del marzo 2005 parlando dell’incontro: •Mi fermai a Modena e andai a cercare Guanda nel suo ufficio.

Mi dissero che non c’era e di ripassare dopo. Allora passeggiai per Modena e a un certo punto ci si incontra, e in un certo modo, pur non conoscendoci, ci si riconosce (gli avevo scritto che sarei andato a Modena). Erano insieme, Delfini e GuandaŽ. Durante gli anni trascorsi a Parma anche Spagnoletti collabor„ con Guanda. Il critico ha lasciato un ritratto dell’editore nel saggio dal titolo Un grande editore antifascista: Ugo Guanda, nel volume I nostri contemporanei. Ricordi e incontri, cit., pp. 92-97.

30 Attilio Bertolucci (Parma, 1911 – Roma, 2000) nel 1939 inaugur„ con Ugo Guanda •La FeniceŽ, la prima collana di poesia straniera in Italia. La direzione della collana fu successivamente affidata a Giacinto Spagnoletti.

31Cfr. Ivi, le lettere III, nota 13, e IV, nota 16.

32La recensione di Giacinto Spagnoletti a Venti racconti di Gianna Manzini fu pubblicata nella rubrica •Letture italianeŽ, “Il Libro Italiano”, VI, 1, gennaio 1942, pp. 56-58.

Gianna Manzini (Pistoia, 1896 – Roma, 1974) laureatasi a Firenze, cominci„ giovanissima a collaborare a “Solaria” e “Letteratura”. Esord€ nel 1928 con Tempo innamorato, cui hanno fatto seguito numerose altre opere di narrativa: Boscovivo (1932); Lettera all’editore (1945); Il walzer del diavolo (1947); La sparviera (1956, Premio Viareggio); Allegro con disperazione (1965);

Ritratto in piedi (1971, Premio Campiello). Fu scrittrice di moda anche con lo pseudonimo di Vanessa.

(10)

Ieri sera, dal tempo che tu eri qui, ho visto Pierino

34

che sta bello caldo e tranquillo come un vero marito; Donatella

35

‚ invece ammalata, pare leggermente.

Ti salutano. E Sandro

36

anche e tutti gli amici di qui. Io ti abbraccio fraternamente.

Mario

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto e verso, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: Spagnoletti deve trovare ancora un editore per la sua Antologia e Luzi per nuova edizione de La barca; Spagnoletti ha inviato a Luzi la recensione alla raccolta appena edita di Gianna Manzini Venti racconti; Mario Luzi collabora con Alessandro Bonsanti alla prima serie di “Letteratura”; Piero Bigongiari si ‚ giƒ sposato con Donatella Carena, figlia del pittore Felice Carena,

33Alessandro Bonsanti (Firenze, 1904 – 1984) assunse nel 1937 la direzione di “Letteratura”, rivista che raccolse l’ereditƒ di “Solaria”, nel frattempo chiusa. A questo stesso anno risale l’amicizia con Mario Luzi. I due si conobbero presso il Caff‚ de Le Giubbe Rosse e il poeta inizi„

da subito a collaborare con la neonata rivista. Sul numero 3 di “Letteratura” fu, infatti, pubblicato lo scritto di Luzi Memorie di pasqua.

Per la recensione di Mario Luzi alla Manzini cfr. Ivi, la lettera VII, nota 68.

34Piero Bigongiari (Pisa, 1914 – Firenze, 1997) e Mario Luzi si conobbero nel 1932 nelle aule dell’Universitƒ di Firenze. Ai tempi degli studi universitari passavano entrambi le serate a discutere con Parronchi, Macr€, Traverso, Landolfi, ecc. Tra una discussione e l’altra nacquero il primo ermetismo e la rivista “Il Ferruccio”. L’intero gruppo pass„ poi alla rivista “Letteratura”, diretta da Alessandro Bonsanti. Bigongiari si spos„ nel 1941 con Donatella Carena, figlia del pittore Felice, matrimonio poi annullato al quale segu€ quello con Elena Ajazza Mancini (1951).

Bigongiari vinse concorsi e cattedre anche all’estero, ma decise di restare a Firenze dove fond„, nel 1964, la cattedra di Letteratura moderna e contemporanea.

Mario Luzi dedic„ a Bigongiari Canto notturno per le ragazze fiorentine, presente sin nella prima edizione de La barca (1935). Per il rapporto Piero Bigongiari – Giacinto Spagnoletti cfr. CARLO

PIROZZI, Incontrando B. lungo il nastro di M…ebius. Dialoghi con Piero Bigongiari, Roma, Bulzoni, 2007, pp. 62-99.

35Donatella Carena (cfr. Ivi, nota precedente).

36 Sia qui che in altre lettere Mario Luzi si riferisce ad Alessandro Parronchi chiamandolo confidenzialmente Sandro. Casi analoghi non verranno pi… segnalati in nota.

Alessandro Parronchi (Firenze, 1914 – 2007) collabor„ a giornali e riviste fiorentine, da “Il Frontespizio” a “Campo di Marte”, da “Letteratura” a “La Chimera”, a fianco di Mario Luzi, Carlo Bo, Oreste Macr€, Gianfranco Contini e al fiorentino d’adozione Eugenio Montale. In questa atmosfera culturale particolarmente fervida e produttiva conobbe poeti e pittori tra cui Carlo Betocchi, Alfonso Gatto, Luigi Fallacara, Piero Bigongiari e Ottone Rosai; con alcuni strinse durature e fraterne amicizie. Parronchi e Luzi si conobbero all’Universitƒ di Firenze. La loro amicizia fu da subito molto intesa per la comune vocazione alla poesia e l’affine gusto artistico. A Parronchi Mario Luzi dedic„ la poesia “A Sandro” in Avvento notturno (Firenze, Vallecchi, 1940) scritta nel 1938. Nel 1941 Parronchi pubblic„ il suo primo libro di poesie, I giorni sensibili;

seguirono le raccolte di poesie I visi (1943), Un'attesa (1949) e, nel 1952, L’incertezza amorosa, presso l’editore Schwarz nella collana •CampionarioŽ diretta da Giacinto Spagnoletti (cfr. Ivi, la lettera LXXXIV).

(11)

e vive nei pressi di Santa Croce, in Piazza Cavalleggeri 2, dove risiederƒ fino alla morte.

VI.

[Febbraio/marzo 1942] (d.d.) Foglio 1 recto

Carissimo,

sono rimasto alquanto sorpreso delle novitƒ che mi comunichi. In ogni modo ‚ bene non polemizzare coi propri sentimenti e con le necessitƒ che sembrano derivarne. Cosa che io da qualche tempo ho disimparata e mi dispiace infinitamente. Tutto quello che capita in quel senso ‚ sempre una fortuna, tutte le emozioni meritano il nostro ringraziamento: io non so che cosa darei per una di esse la quale non fosse giƒ inizialmente segnata dal triste destino della consapevolezza, ombreggiata dallo sgomento glaciale che l’essere ha finalmente nel mio spirito. Se le illusioni continuassero a vivere inconsciamente e non sotto i soliti presagi.

La mia insofferenza di questo continente ‚ arrivata al colmo e ci„ dipende tanto dalla mia inquietudine quanto dalle continue allusioni che esso adopera per non lasciarla dormire.

Ma veniamo ad altro. Dunque tu sei libero e civile. Questa s€ che ‚ una notizia che non dƒ adito a dubbi. Est bibendum: e berremo a Roma, ma ricordatelo, tra una settimana circa.

Non ti ho risposto subito. E la ragione ‚ che sono stato occupato nello scrivere sull’epistolario del Foscolo

37

e nel rabberciare La Barca [sic] che o giƒ consegnata a Bonsanti per la ristampa.

38

Non ho ritoccato il testo altro che qua e lƒ; ho invece

37Il saggio di Mario Luzi Sull’epistolario del Foscolo fu pubblicato su “Il Libro Italiano”, VI, 3, marzo 1942, pp. 147-152.

38Il successo editoriale de La barca (cit., 1935) spinse Mario Luzi a ristampare la sua raccolta poetica dopo un’attenta sistemazione. Nel settembre 1942, Luzi pubblic„, per la collana

•“Letteratura” / PoesiaŽ curata da Marino Parenti e legata alla rivista “Letteratura” diretta da Alessandro Bonsanti, la seconda edizione de La barca (finita di stampare il 15 settembre 1942). Il

(12)

tolto varie poesie,

39

sostituendole con altre di quel tempo che mi sono ritornate tra mano.

40

E tu? Dovresti ricordare a Ulivi il suo debito di recensioni con il Libro Italiano.

41

Non importa che stia a mandarle. Le ritirer„ io stesso.

E ora addio, addio.

Tuo

Mario

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: Mario Luzi ha giƒ scritto il saggio sull’Epistolario di Ugo Foscolo ed ha inoltre consegnato giƒ a Bonsanti i materiali per la ristampa de La barca (la raccolta uscirƒ nel settembre 1942); Luzi sollecita ancora, tramite Spagnoletti, Ferruccio Ulivi affinchŠ gli prepari le recensioni per la rassegna bibliografica de “Il Libro Italiano”.

nuovo volume, in un’edizione quindi modificata e accresciuta, si compone di 305 esemplari su carta doppio guinea numerati da 1 a 305; segue l’indicazione di stampa di altri 50 esemplari su carta comune “riservati al servizio a stampa”. Il volume … inoltre arricchito da un ritratto del poeta eseguito da Mario Marcucci, pittore versiliese che Luzi aveva conosciuto nel 1943.

39Rispetto alla prima edizione vengono espunte: Donne, Le fidanzate, Grandezza della Patria, Gli invasori e Ultimo canto di Don Giovanni.

40Nella nuova edizione La barca ‚ suddivisa in tre parti: Serenata, La Barca e Poesie diverse. Le poesie aggiunte sono nove: 2 (Serenata di piazza d’Azeglio e Toccata) nella prima sezione e sette (Giovinette, Le fanciulle di S. Nicol†, Scendono primavere eteree, Terrazza, All’autunno, Copia da Ronsard, Giovinetta, giovinetta) nella terza.

41Cfr. Ivi, la lettera III.

(13)

VII.

[Marzo/aprile 1942] (d.d.) Foglio 1 recto

Carissimo,

le poesie che ho scritte dopo l’Avvento

42

sono nel seguente ordine di tempo:

quelle di Letteratura

43

nella successione secondo cui furono pubblicate;

44

Impresa (su Prospettive),

45

Esperide,

46

un Limbo (su Primato),

47

Piccolo Inno,

48

Rada (su

42MARIO LUZI, Avvento notturno, Firenze, Vallecchi, 1940; 2a ed. in: IDEM, Il giusto della vita, Milano, Garzanti, 1960, pp. 45-82; 3aed. novembre 1971; 4aed. in: IDEM, Tutte le poesie, Milano, Garzanti, 1979, pp. 43-80; 5a ed in: IDEM, Tutte le poesie, con un’appendice di testi inediti, Milano, Garzanti, 1988, pp. 45-82; 6aed.: settembre 1991; 7a ed.: settembre 1993; 8aed. gennaio 1996; 9a ed. in: edizione accresciuta maggio 1998. A tale proposito cfr. Ivi, Appendice 1.

Il titolo della raccolta, Avvento notturno, fu ispirato a Luzi da un’espressione di Parronchi utilizzata per indicare le prove di oscuramento effettuate nella cittˆ di Firenze durante la guerra. Le poesie della raccolta, composte fra il 1935 e il 1939, furono in parte anticipate sulle riviste alle quali Luzi collaborava (“Frontespizio”, “Letteratura”, “Corrente”, “Incontro”, ecc.); nel 1939 il poeta, mentre si trovava ancora a Parma, decise di affidare quei componimenti all’editore Vallecchi rassicurato dal fatto che l’edizione sarebbe stata seguita, a Firenze, dall’amico Parronchi.

43La rivista “Letteratura” … stata una delle principali riviste letterarie del Novecento. Fondata a Firenze nel gennaio 1937 e diretta da Alessandro Bonsanti, aveva carattere trimestrale (poi bimestrale) ed era pubblicata dai Fratelli Parenti Editori di Firenze. Raccolse l’ereditˆ di “Solaria”, conservandone il gusto squisitamente letterario, ma attento agli esperimenti formali delle avanguardie europee e americane. La prima serie, chiusa nel 1947, fu particolarmente significativa e ad essa collaborarono validi scrittori come Carlo Emilio Gadda, Elio Vittorini, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Arturo Loria, e critici come Giuseppe De Robertis, Gianfranco Contini, Carlo Bo, Walter Binni. Accanto alla rivista, con la stessa editrice e tipografia, escono sempre negli anni 1937-1943, 57 volumi della Collezione di ƒLetteratura„ la quale si articola nelle serie:

“Saggi e memorie”, “Romanzi e racconti”, “Poesia”, “Teatro” e “Monografie d’arte”. Conclusasi la prima serie, la rivista ha seguito una storia articolata in altre tre serie, sempre curate da Bonsanti, delle quali la prima uscita nel biennio 1950-51 (12 numeri sotto la testata “Letteratura-Arte contemporanea”, stampata prima presso l’editore Carnesecchi di Firenze poi presso Neri Pozza a Venezia ); a questa segu‰ la serie iniziata nel 1952 e conclusasi nel 1968 (con titolo originale

“Letteratura” e sottotitolo “Rivista di letteratura e arte contemporanea”, stampata a Roma presso l’editore De Luca) ed, infine, la terza serie che ricopr‰ gli anni dal 1969 al 1971 (14 fascicoli, titolo

“Arte e poesia” sottotitolo “Rivista di arte e poesia contemporanea”, editore De Luca).

44Il cuore di vetro, Clinamen, Dolci tregue d’amore e Fenice furono pubblicate per la prima volta in “Letteratura”, IV, 16, ottobre-dicembre 1940, pp. 35-37. Clinamen e Dolci tregue d’amore verranno poi espunte dall’edizione del 1960: MARIO LUZI, Il giusto delle vita, cit.

45Impresa fu pubblicata per la prima volta in “Prospettive”, IV, 11-12, 15 dicembre 1940, p. 21, nella rubrica ƒMisteri della poesia„ (preceduta da Gli orecchini di Eugenio Montale); poi in MARIO LUZI, Un brindisi, Firenze, Sansoni, 1946.

“Prospettive”, periodico mensile e poi bimestrale, fu fondato e diretto da Curzio Malaparte. Dopo le prime uscite gradite ai notabili del regime, invent„ aperture assai coraggiose, sia nell’ambito nazionale con inchieste “quasi spregiudicate”, ma anche aprendo alla cultura europea. Si articol„

in due serie: la prima iniziata nel 1937 e conclusa con il numero del 15 settembre 1939; la seconda, sempre diretta da Malaparte con la collaborazione di Augusto Mazzetti, si concluse nel con il numero 38-39 del 15 febbraio-15 marzo 1943. Mario Luzi inizi„ a collaborare a “Prospettive” dal 1940 scrivendo, per il fascicolo dedicato al “surrealismo in Italia” (IV, 1, 15 gennaio 1940), una nota Ciels s•duits e vi collabor„ fino al 1943.

(14)

Primato),

49

Quinta,

50

Un brindisi,

51

Passaggio (su Primato),

52

Portico,

53

Donna in Pisa,

54

Frammento,

55

A Ebe (a una donna),

56

Calypso (che per ora non conosci, ma te la far„ leggere alla prima occasione).

57

Se tu sai dirmi quali sceglieresti, te le far„ trovare copiate per

58

quando sarai a Firenze.

Nella Barca

59

c’…, s‰, anche la Serenata:

60

l’ho messa perchŠ mi … sembrato di individuare dei nuclei importanti per me, specialmente per il lavoro di ora e prossimo. Forse non ti piace?

Quanto a Vittorini,

61

forse non ‚ il caso di recensirlo essendo uscito ormai da molti mesi

62

– e il libro italiano tiene ad essere… aggiornato. Forse si potrebbe

46Esperide fu pubblicata per la prima volta in “Primato”, poi con nuovo titolo Vista compare nella raccolta Un brindisi, cit.

47Un limbo fu pubblicata per la prima volta in “Primato”, poi con un nuovo titolo, Gi€ goccia la grigia rosa il suo fuoco, compare nella raccolta Un brindisi, cit.

48Piccolo inno fu pubblicata con un nuovo titolo Non so come e diverse modifiche nella raccolta Un brindisi, cit.

49Rada fu pubblicata per la prima volta in “Primato”, II, 23, 1 dicembre 1941, p. 8, ma fu poi espunta dalla raccolta Un brindisi, cit.

50Quinta fu pubblicata per la prima volta in “Il Tesoretto”. Almanacco dello “Specchio” 1942, a cura di Alberto Mondadori e Arturo Toffanelli, Milano, Mondadori, 1941, p. 381; poi in MARIO

LUZI, Un brindisi, cit.

51La prima parte di Un brindisi fu pubblicata in “Prospettive”, V, 16-17, 15 aprile-15 maggio 1941, pp. 7-8; poi in MARIO LUZI, Un brindisi, cit.

52Passaggio fu pubblicata per la prima volta in “Primato”, II, 23, 1 dicembre 1941, p. 8; poi in Un brindisi, cit.

53Portico poi espunta dalla raccolta Un brindisi, cit.

54 Donna in Pisa fu pubblicata per la prima volta in “La Ruota”, s. III, f. II, 10-12, ottobre- dicembre 1941, p. 241; poi in MARIO LUZI, Un brindisi, cit.

La rivista “La Ruota”, fondata nel gennaio 1937 e diretta da Mario Alberto Meschini, riusc€ a diventare uno dei punti di riferimento della cultura antifascista, prima di essere chiusa definitivamente nel 1943. La terza serie inaugurata nell’aprile 1940, dopo due anni d’interruzione,

‚ certamente la pi… importante e matura. Tra i membri del comitato redazionale figurano: Mario Alicata, Giulio Briganti, Carlo Muscetta, Antonello Trombadori e Guglielmo Petroni. Per tramite di Alicata Mario Luzi collabor„ a “La Ruota”, dal 1941 al 1943, con poesie (Donna in Pisa, Quais, Diuturna) e note teoriche (Il movimento nella poesia, La personalit€ e la poesia in Cardarelli).

55Frammento fu pubblicata per la prima volta in “Prospettive”, V, 22, 15 ottobre 1941, p. 9; poi in MARIO LUZI, Un brindisi, cit.

56A Ebe apparve per la prima volta in “Prospettive”, V, 22, 15 ottobre 1941, p. 9; poi in MARIO

LUZI, Un brindisi, cit.

57Di un componimento dal titolo Calypso non rimane alcuna traccia nelle raccolte poetiche di Luzi.

58Aggiunto su rasura sopra il rigo.

59La barca, ed. modificata e accresciuta, Firenze, Parenti, 19422(ƒ“Letteratura” / Poesia„, finita di stampare il 15 settembre 1942).

60Nella prima edizione de La barca (cit., 1935) non era inclusa la sezione Serenata (formata da due testi poetici: Serenata di piazza d’Azeglio e Toccata) che inaugura, invece, la seconda edizione (Firenze, Parenti, 1942).

61Elio Vittorini (Siracusa, 1908 – Milano, 1966) e Mario Luzi si conobbero nel 1937 al caff‚

fiorentino de Le Giubbe Rosse. Nel 1939 Vittorini si trasfer€ a Milano dove ebbe un incarico

(15)

riferirsi all’ultima edizione che credo sia uscita nel ’42:

63

‚ una scusa che corrisponde al motivo. Guarda dunque.

Intanto ricordami a Myrtia

64

per cui ho concepito una simpatia, una simpatia umana e vera. Se mi manderai il suo indirizzo le scriver„ un biglietto. E salutami anche Caproni,

65

Bigiaretti,

66

la Danzi, il Proia, il Primerano.

67

Sai che la Manzini

68

sia incazzata con me? Non mi ha scritto neppure una riga.

Evidentemente…

Un abbraccio, buon lavoro il tuo

Mario

editoriale presso la Bompiani. A partire dal 1951, senza mai trascurare la sua attivitƒ di scrittore, Vittorini diresse per Einaudi la collana •I GettoniŽ facendo precise scelte editoriali e accogliendo le opere di giovani scrittori, tra i quali Italo Calvino. A partire dal 1960 diresse anche la collana

•La MedusaŽ per Mondadori.

62 Mario Luzi si riferisce al romanzo di Vittorini Conversazione in Sicilia, edito dapprima in cinque puntate sulla rivista “Letteratura” (dal n. 6 dell’aprile 1938 al n. 10 dell’aprile 1939), poi, nel 1941, in un unico volume con il titolo Nome e lagrime (Firenze, Parenti, 1941).

63Ne “Il Libro Italiano” (VII, 1, gennaio 1943, pp. 45-47) si trova in effetti una recensione, nella rubrica ƒLetture italiane„, alla seconda edizione di Conversazione in Sicilia (Milano, Bompiani, 1942), dal titolo Modo di Vittorini, ma ‚ a firma di Manlio Dazzi e non di Giacinto Spagnoletti.

64Myrthia Ciarlantini figlia del giornalista Franco Ciarlantini, ricordata da Luzi anche in una lettera a Caproni datata 24.4.[1942] in MARIO LUZI - GIORGIO CAPRONI, Carissimo Giorgio, Carissimo Mario. Lettere 1942-1989, a cura di Stefano Verdino e con uno scritto di Mario Luzi, Milano, Scheiwiller, 2004 (•PlayOnŽ), p. 26, nota 3.

65Giorgio Caproni (Livorno, 1912 – Roma, 1990) “ventitreenne”, come ricordato da Stefano Verdino, •fu il primo plaudente recensore dell’esordio di Mario Luzi, con La barca‡ (MARIO LUZI

- GIORGIO CAPRONI, Carissimo Giorgio, Carissimo Mario. Lettere 1942-1989, cit., p. 9). La recensione di Caproni fu pubblicata il 29 novembre 1935 su “Il popolo di Sicilia”. I due in precedenza non si conoscevano, ma da quel momento nacque tra loro un’amicizia durata sino alla morte di Caproni.

66Libero Bigiaretti (Macerata, 1905 – Roma, 1993) si trasfer€ a Roma sin da giovanissimo ed esord€ come poeta con le raccolte Ore e stagioni (1936) e Care ombre (1940). Pass„ poi alla narrativa scrivendo racconti e romanzi. Nel 1942 pubblic„ la sua prima prova narrativa: Esterina.

Un’amicizia difficile, recensita da Spagnoletti ne “Il Libro Italiano”, VI, 9, settembre 1942 (cfr. Ivi, la lettera XII, nota 86). Interlocutore prediletto tra il 1932 e il 1990 di tanti esponenti della cultura novecentesca – da Giorgio Caproni a Mario Luzi – Bigiaretti ha raccolto in un unico carteggio oltre settecento lettere che ha donato allo scrittore Alfredo Luzi nel 1986.

67Non ‚ stato possibile identificare e, di conseguenza, reperire notizie bio-bibliografiche inerenti queste persone.

68 Gianna Manzini poteva essere arrabbiata con Mario Luzi per la recensione a firma di quest’ultimo: Venti racconti di Gianna Manzini, pubblicata su “Letteratura”, VI, 1, gennaio-marzo 1942, pp. 83-84. La recensione era stata giˆ annunciata da Luzi a Spagnoletti in una precedente missiva (cfr. Ivi, la lettera V). In effetti in questa recensione Luzi esprime dei giudizi a volte un po’ troppo forti sulla Manzini fino a concludere: ƒMa nella Manzini anche la coscienza … una qualitˆ umana sfinita e decaduta; veramente il suo mondo … pi• triste della disperazione, … squallido„ (Idem, p. 84).

(16)

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: la seconda edizione de La barca di Luzi non ‚ ancora stata pubblicata (uscirƒ nel mese di settembre 1942); Luzi chiede a Spagnoletti notizie della Manzini dopo l’uscita della sua, non molto favorevole, recensione a Venti racconti, apparsa su “Letteratura” nel numero VI, 1, gennaio-marzo 1942.

VIII.

[12 aprile 1942] (t.p.) Foglio 1 recto

= Domenica telefona Pnatolini [sic]

69

= Luzi =

Annotazioni

Telegramma dattiloscritto su modulo prestampato, inviato da Mario Luzi a

•Spagnoletti Cavour 26 TarantoŽ.

Ricevuto il 12 aprile 1942; •QUALIFICA: 309; DESTINAZIONE: TARANTO;

PROVENIENZA: FIRENZE; NUM. 65200; PAROLE: 10; VISTATOŽ.

69Vasco Pratolini.

(17)

IX.

12 maggio [1942] (t.p.) Recto

12/5 Carissimo,

grazie della recensione a Pratolini.

70

Se tu potessi domani mercoled€ spedirmi per espresso il Trompeo benissimo; altrimenti lo lasceremo al prossimo numero.

71

Mi ‚ piaciuta molto la lettera a Betocchi;

72

la ritengo senz’altro la tua cosa pi•

aperta e decisa. Tanto pi• grande … quindi l’aspettazione per quella che dici di aver indirizzato a me.

Mi occorrerebbe intanto un piacere da te: ho bisogno di un certificato di cittadinanza italiana che soltanto il Municipio di Parma pu† rilasciarmi essendo ancora residente in quella cittˆ.

73

Scrissi tempo fa alla Signora Marchi„, mia vecchia affittuaria, in Borgo Riccio 5, piano ultimo, sopra al Marchese Annibale.

Non ho avuto risposta. Vorresti chiederle che cosa ha fatto; e se non avesse fatto niente potresti andare tu in Comune? Ti sarei molto grato.

70La recensione di Spagnoletti a Via de’ Magazzini di Vasco Pratolini fu pubblicata nella rubrica

•Letture italianeŽ, in “Il Libro Italiano”, VI, 5, maggio 1942, pp. 324-326.

71La recensione di Spagnoletti a Il lettore vagabondo di Pietro Paolo Trompeo fu pubblicata in effetti nel numero doppio successivo, sempre nella rubrica •Letture italianeŽ, in “Il Libro Italiano”, VI, 7-8, luglio-agosto 1942, pp. 482-484.

72Carlo Betocchi (Torino, 1899 – Firenze, 1986) visse quasi tutta la sua vita a Firenze ed ‚ stato tra i primi interlocutori e amici di Mario Luzi. I due si conobbero nel 1933 ad una delle riunioni del sabato del “Frontespizio”, rivista fondata nel 1929 a Firenze, cui aderirono ben presto la maggior parte degli intellettuali cattolici antifascisti, ed alla quale anche Luzi inizi„ a collaborare nel 1935 su invito di Nicola Lisi e Carlo Bo. Betocchi fu, inoltre, dal 1958 e fino alla fine della rubrica nel 1977, redattore de “L’Approdo letterario”, occupandosi principalmente dell’edizione radiofonica.

Mario Luzi ha dedicato a Carlo Betocchi la poesia Nel corpo oscuro della metamorfosi, in occasione dei “suoi meravigliosi settanta anni”, apparsa per la prima volta su “L’Approdo letterario”, n.s. XV, 46, aprile-giugno 1969, pp. 154-166, poi accolta in Su fondamenti invisibili (Milano, Rizzoli, 1971). Giacinto Spagnoletti e Carlo Betocchi si conobbero, invece, intorno al 1938 a Firenze (cfr. Ivi, Premessa, p. VIII). Il critico ha lasciato un toccante ricordo dell’amico nel saggio intitolato Betocchi, un “amico” di Dio, in I nostri contemporanei. Ricordi e incontri, cit., pp. 74-78; ed inoltre si segnala, sempre di Giacinto Spagnoletti, lo scritto L’ardore di Betocchi, in Poesia italiana contemporanea, Milano, Spirali, 2003, pp. 306-324.

73 Mario Luzi nel 1938 fu nominato professore straordinario di Latino e Storia all’Istituto Magistrale “Macedonio Melloni” di Parma. Insegn† a Parma fino al gennaio 1941.

(18)

Auguri per la durata della tua felicitƒ: se questa specialmente ‚ una condizione ideale per lavorare, come ti sembra. Quanto a me, la gioia mi turba spesso quanto il dolore; ma ‚ certamente pi… fertile, pi… necessaria.

Verso

Viva dunque il nostro carissimo Oreste,

74

gloriones, guascone, affabile e nuvoloso.

Vorrei tanto dargli il famoso colpo sulla spalla. Intanto avrƒ ricevuto i Pustigios e sarƒ informato che gli Oaristes non tarderanno a entrare in tipografia,

75

mentre Siena e l’estate saranno dedicate a non so quale altro libro. M‚ naturalmente! Un abbraccio affettuoso dal vostro

Mario

Annotazioni

Cartolina postale autografa, recto e verso, datata: •12/5Ž senza indicazione dell’anno. Indirizzata a •Prof. Giacinto Spagnoletti / Parma / Borgo Tommasini 37Ž. La datazione completa ‚ ricavabile dal timbro postale di partenza: Firenze 12.

V. [19]42.

74Oreste Macr€ (Maglie, Lecce, 1913 – Firenze, 1998) e Mario Luzi si conobbero nel 1933 presso l’Universitƒ di Firenze. Anche Giacinto Spagnoletti conobbe Macr€ a Firenze, ma furono molto legati soprattutto durante gli anni della guerra trascorsi da entrambi nel parmense. Oreste Macr€ fu infatti testimone di nozze di Giacinto Spagnoletti. Il loro rapporto d’amicizia si incrin„, per„, profondamente nel 1956 per la polemica sorta intorno al volume di Macr€, Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea (Firenze, Vallecchi, 1956), recensito aspramente da Spagnoletti su

“La Fiera Letteraria”. Per maggiori dettagli sulla querelle Macr€-Spagnoletti cfr. Ivi, Premessa (pp.

X-XV), le lettere CXVII e CXVIII ed, infine, Appendice 4.

75Potrebbe trattarsi delle seguenti opere di Oreste Macr€: GERARD DE NERVAL, Le figlie del fuoco, a cura di Oreste Macr€ (Modena, Guanda, 1942) e FEDERICO GARCIA LORCA, Donna Rosita nubile, a cura di Albertina Baldo, traduzione e presentazione di Oreste Macr€ (Modena, Guanda, 1943).

(19)

X.

[16 maggio 1942] (t.p.) Recto

Carissimi,

nei luoghi della vostra assenza (i grandi assenti!), pensiamo al vostro sodalizio e, in fondo, v’invidiamo.

Mario

Al momento ti prego di mandarmi un tuo scritto facendomi nota dei tuoi giorni a Parma

ora lascio lo spazio a Ulivi e salutandoti con affetto tuo

Antonio Vangelli

76

Scusatemi se finora non ho scritto, […] [?] a Giacinto anche del suo scritto per Betocchi;

77

carissimo, veramente.

Faccio di nuovo la promessa di non dimenticarmi neppure per iscritto

78

vostro Ferruccio

79

76Antonio Vangelli (Roma, 1917 – 2004) nato in una famiglia di pittori, architetti, scultori e musicisti, si interess„ anch’egli ben presto d’arte, di pittura in particolare. Compiuti gli studi, sotto la guida del padre e dei fratelli – Pier Gabriele, scultore, e Alessandro, pittore – incominci„ il suo percorso nella pittura. In un primo tempo fu vicino ai modi della “Scuola Romana” (Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Corrado Cagli, Giuseppe Caporossi, Fausto Pirandello, Alberto Ziveri), per poi approdare ad una sintesi unica nel suo tempo fatta di segno, colore e musicalitƒ.

Tra il 1938-1940 frequent„ l'ambiente culturale della rivista “Roma fascista”, dove conobbe Giacinto Spagnoletti, Ruggero Jacobbi, Giorgio Caproni, Carlo Betocchi, Alfonso Gatto, Umberto Milani, Gino Severini e altri.

Nel 1942 Giacinto Spagnoletti pubblic„ su “Fiamma. Rivista mensile d’arte” uno scritto dal titolo Vangelli o della grazia. Sull’opera di Antonio Vangelli hanno scritto inoltre: Nicola Ciarletta, Antonio del Guercio, Giacomo Etna, Cipriano Efisio Oppo, Marcello Venturoli, Carlo Barbieri, Virgilio Guzzi, Giuseppe Marotta, Carlo Giacomozzi, Bruno Morini, Eraldo Miscia, Mimmo Coletti, Mario Piazzola, Franco Piccinini, Antonello Trombadori, Carlo Innamorati, Michele Calabrese, Sante Monachesi, Augusto Premoli, Silvano Villani, Elio Mercuri, Enzo Nasso, Mario Truffelli, Fortunato Bellonzi, Renato Civello, Dario Micacchi, Vito Apuleo, Emilio Villa, Sergio Bochicchio, Salvatore Ciccone, Gianluca Ciccarelli, Emanuele Lombardi, Anna Sabre e Mario Luzi (Cfr. MARIO LUZI, Per Antonio Vangelli, in AA. VV., Antonio Vangelli. Opere dal 1946 al 1997, I Quaderni della Fondazione Tito Balestra, Fondazione Tito Balestra, Castello Malatestiano di Longiano, 1997).

77Cfr. Ivi, la lettera IX.

78 La grafia di Ferruccio Ulivi presenta notevoli problemi di decifrazione: la ricostruzione del brano pertanto viene proposta con parziale riserva.

79Ferruccio Ulivi.

(20)

Annotazioni

Cartolina postale a pi… grafie e firme: il primo testo scritto da Mario Luzi; il secondo da Antonio Vangelli; il terzo da Ferruccio Ulivi. Indirizzata a •Giacinto e Oreste Macr€/ Parma / Borgo Tommasini 37Ž. Data ricavabile dal timbro postale di partenza: Roma, 16 – V – [19]42, e di arrivo: Parma, 17 – 5 – [19]42.

XI.

30 luglio [1942] (t.p.) Foglio 1 recto

Balme (Torino) 30 luglio Carissimo,

scusa il ritardo con cui ti scrivo. Prima non sapevo il tuo indirizzo e perci„ scrissi alla Piera

80

anche per ringraziarvi dei magnifici dischi. Quando la tua cartolina ‚ arrivata a Castello, io ero giƒ in viaggio per Balme, dove ora sono alloggiato nella casa di Piero, insieme a lui e alle nostre legittime.

81

Anche a me dispiacque di non ospitarti a Firenze e di non avere avuto la possibilitƒ di presentarti Elena,

82

che del resto giƒ tu conosci di vista. Ma la strada per Parma passa da Firenze.

Ora la mia forza attiva sembra spesso portarmi al di lƒ della situazione determinatasi intorno a me e renderla inconcreta, ora l’indugio e la circostanza precisa del presente mi stupisce dei visi, delle cose che abitano la mia piccola orbita. E mi domando spesso se essi stabiliranno un vero, naturale limite umano alla mia mobilitƒ o invece saranno travolti. Caro Giacinto, ti confesso che ora,

80Piera Incerti (Parma, 29 luglio 1924) moglie di Giacinto Spagnoletti, vive attualmente a Roma.

Si conobbero a Parma durante la guerra, quando Giacinto prestava servizio presso l’Infermeria Presidiaria. Si sposarono il 18 settembre 1943. I loro testimoni di nozze furono Ugo Guanda e Oreste Macr€ (cfr. Ivi, Appendice 2).

81La moglie di Mario Luzi, Elena Monaci, e la moglie di Piero Bigongiari, Donatella Carena (cfr.

Ivi, la lettera V, nota 34).

82Cfr. nota precedente e seguente.

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conoscendomi almeno dall’esterno assai meglio, ho paura, un po’ paura, di quel che sono.

E tu, povero fantaccino, che dirai? Spero che con le tue facoltƒ d’assestamento (ma non d’adattamento!) riuscirai a renderti l’ambiente sopportabile e a non soffocare. Ricordati di me spesso e scrivimi a Castello, o in Viale Milton 55.

83

Fino al 15 agosto saremo quass….

Addio Giacinto. Ti abbraccio affettuosamente.

Mario

Foglio 1 verso

Caro Giacinto, aggiungo il mio cenno che tu mi scriva. Ho avuto le due cartoline, e sono lieto che tu sia sereno. Ma annunciati un po’ di pi…, e dammi un indirizzo pi… certo. Anche per l’antologia,

84

va bene come dici. Tanti saluti anche da Donatella.

Il tuo Piero

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto e verso, a pi… grafie e firme: il primo testo ‚ a firma di Mario Luzi; il secondo a firma di Piero Bigongiari. Datata •Balme (Torino) 30 luglioŽ senza indicazione dell’anno, con busta da lettera recto e verso.

Indirizzata a •Giacinto Spagnoletti / Roma / fermo postaŽ. Data ricavabile dal timbro postale di arrivo: Roma – fermo posta, 1 – 8 – [19]42.

83Mario Luzi si trasfer€ in Viale Milton 55, in un villino di proprietƒ dei conti Blasi Foglietti, dopo il matrimonio con Elena Monaci celebrato il 20 giugno 1942.

84 Giacinto Spagnoletti aveva iniziato a lavorare alla sua Antologia della poesia italiana contemporanea (cit., 1946), in cui includerƒ due testi poetici di Piero Bigongiari: La festa e Trama, tratte dalla raccolta La figlia di Babilonia, Firenze, Parenti, 1942.

(22)

XII.

[Fine agosto/inizio settembre 1942] (d.d.) Foglio 1 recto

Caro Giacinto,

sono rientrato a Firenze, Viale Milton 55.

85

Ho trovato la tua lettera angosciata e insieme il pezzo per Bigiaretti.

86

Ti ringrazio di tutto e intanto mi adiro con me stesso per non sapere in nessuna maniera trovare delle parole per te, per te nella presente situazione. L’assillo, la tristezza, la noia degli altri

87

trovano subito in me un pronto e convinto estimatore: sono sempre disposto ad attribuirvi la gravitƒ e l’irrimediabilitƒ che prendono spesso al fondo della mia natura. E allora altro che consolare! Sempre mi viene fatto di confermare gli altri nel proprio fastidio. Il tuo, presente, ha almeno le qualitƒ di una contingenza precisa e quindi transitoria. ‰ giƒ un motivo per imparare ad attendere, a starsene sospesi.

Ti auguro dunque di andare a Parma dove saresti veramente Achille a Laro o Rinaldo nel regno di Armida.

Di me non ti dir„ altro per ora se non che Elena

88

‚ da qualche tempo poco in salute con frequenti febbri: ci„ sposta continuamente il mio punto d’appoggio e fa s€ che debba ricorrere ad “affetti” sempre diversi e comunque poco partecipi del primitivo, siano o quasi impercettibili. Io ho corretto giƒ le prime bozze di Biografia a Ebe e aspetto le seconde.

89

Intanto anche la Barca ‚ quasi passata.

90

Mi domando con grande distacco, con una specie di ironia e di sarcasmo che cosa saranno capaci d’intendere in quei libretti e specialmente nel pri-

Foglio 1 verso

85Mario Luzi era stato in vacanza con la sua famiglia a Balme (Torino) fino al 15 agosto. Cfr. Ivi, la lettera XI.

86 Recensione di Giacinto Spagnoletti a Esterina di Libero Bigiaretti, per la rubrica •Letture italianeŽ de “Il Libro Italiano”, VI, 9, settembre 1942, pp. 539-540 (cfr. Ivi, la lettera VII, nota 66).

87Aggiunto sopra il rigo.

88Elena Monaci, moglie di Mario Luzi. Casi analoghi non verranno pi… segnalati in nota.

89La prosa di Mario Luzi Biografia a Ebe usc€ presso la casa editrice Vallecchi di Firenze nel novembre 1942.

90 La seconda edizione de La barca, modificata e accresciuta (Firenze, Parenti) fu finita di stampare il 15 settembre 1942.

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-mo, questi imbecilli che ci stanno alle costole.

Il tuo articolo su Prospettive, invece, ‚ ancora l’unico intelligente che ci sia scritto sui miei poveri saggi: ‚ finalmente un discorso indipendente, interiore. L’ho inteso molto bene e mi pare, nonostante l’affetto, veramente acuto. Te ne ringrazio ancora.

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Anch’io ho voglia di vederti e, se passi da Firenze, vieni a casa mia o telefona.

Anche Elena ti saluta, io ti abbraccio Mario

Ho ricevuto ieri una cartolina da Oreste e Albertina da Torino. Mi … parso di capire da una precedente lettera che avesse intenzione di sposarsi circa questo tempo.

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Ne sai niente?

Annotazioni

Lettera autografa, 1 foglio recto e verso, s. d., con busta da lettera (solo verso).

Indirizzata a •Giacinto Spagnoletti / presso Tamburelli / Roma / via Buonarroti, 30Ž. Datazione desumibile dai seguenti contenuti testuali: Luzi ha ricevuto da Spagnoletti la recensione a Esterina di Libero Bigiaretti ed ‚ alle prese con le prime bozze del volume Biografia a Ebe; La barca, seconda edizione, ‚ ormai pronta; Luzi fa, infine, riferimento all’articolo-recensione di Spagnoletti pubblicato su “Prospettive” e all’imminente matrimonio tra Oreste Macr€ ed Albertina Baldo.

91L’articolo scritto da Spagnoletti, L’umanesimo di Luzi, pubblicato su “Prospettive”, VI, 28-29, 15 aprile-15 maggio 1942, pp. 20-21, concerne la raccolta di MARIO LUZI, Un’illusione platonica e altri saggi, Firenze, Edizioni di Rivoluzione, 1941. ‰ ora contenuto in GIACINTO SPAGNOLETTI, Poesia italiana contemporanea, cit., pp. 401-408.

92Le nozze tra Oreste Macr€ e Albertina Baldo furono celebrate a Torino il 26 settembre 1942.

(24)

XIII.

17 settembre [1942] (t.p.) Recto

Caro Giacinto,

in questi giorni sar„ a Roma.

93

Ci vedremo?

Cercami

94

presso il Vasco.

95

Tu hai telefono? Comunque arrivederci e tanti affettuosi saluti dal tuo

Mario

17 Sett.[embre]

Annotazioni

Cartolina postale autografa, recto, datata •17 Sett.[embre]Ž senza indicazione dell’anno. Indirizzata a •Giacinto Spagnoletti / Roma / Via Bonarroti [sic] 30Ž.

Data ricavabile dal timbro postale di partenza: Firenze, 18 – 9 – [19]42.

XIV.

[16 ottobre 1942] (t.p.) Recto

Caro Giacinto,

tanti auguri, tanti saluti alla Piera

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anche da parte di Elena.

Io sono stato ammalato e non sono del tutto guarito. Ti scriver„ pi… a lungo quando star„ meglio.

E Oreste? E l’Albertina? Salutameli. Come vanno gli studi di medicina?

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93Per il suo incarico presso “Il Libro Italiano”.

94Aggiunto su rasura sopra il rigo.

95Mario Luzi, a Roma, alloggiava solitamente presso la pensione Fabrello, dove risiedeva anche l’amico Vasco Pratolini (cfr. Ivi, la lettera I, nota 3).

96Piera Incerti Spagnoletti. Casi analoghi non verranno pi… segnalati in nota.

97Giacinto Spagnoletti prestava al tempo della guerra servizio presso l’Infermeria Presidiaria di Parma.

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