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Il bricchettificio IERI

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Academic year: 2021

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D.E.S.T .e C. | Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Edile Architettura | A. A. 2014/15 Candidato: Luciano Mongelli | R elatori: P rof . Ing. F . F antozzi, P rof . Ing. M. G. Bevilacqua, Arch. T . Cer vino Tesi di Laurea: recupero architettonico e riqualificazione energetica del Bricchettificio di San Giovanni in V aldar no Università degli Studi di Pisa Scuola di Ingegneria

01 15 Planimetria Scala grafica 1:1000 / 1:500

Sezioni ambientali Scala grafica 1:1000

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il bricchettificio IERI

Nel 1906 venne costruita, nel pressi di Castelnuovo, una centrale termo-elettrica, per iI cui funzionamento furo- no usati gli scarti del minerale, che entrò successiva- mente in servizio il 1° novembre 1907. Durante la Prima Guerra ne fu accresciuta la potenza, che poi raggiunse il massimo negli anni dal ‘40 al ‘44, attirando sempre lavoratori dalle zone limitrofe, fra cui appunto San Gio- vanni, con iI quale la stessa produzione, lavorazione e utilizzazione della lignite stabiliva rapporti morto stretti.

Fu proprio in quest’ultimo luogo, più precisamente in Ponte alle Forche, che, nel 1908, la Società delle Minie- re del Valdarno costruisce anch’essa una fabbrica delle bricchette. L’impianto era collegato alla stazione ferro- viaria con binari propri, per iI trasporto del materiate; la manovra e il traino dei carri ferroviari erano compiuti da cavalli, come testimonia il lungo e stretto edificio delle stalle, lungo la sponda del fosso di Vacchereccia, suc- cessivamente adibito a deposito di materiali. Gli scarti di lignite delle varie miniere della Società erano trasportati allo stabilimento utilizzando una linea ferroviaria, di cui restano oggi solo alcuni tratti, con verghe inizialmente di 5 kg al metro poi sostituite da binari di 15 kg con iI passaggio dalla trazione animale a quello a vapore.

Tuttavia, a causa dell’introduzione delle nuove tecnolo- gie di produzione di energia, basate su nuove tipologie di combustibili quali appunto il petrolio e il gas natu- rale, lo stabilimento di Ponte alle Forche cessò la pro- duzione nel 1944, rimanendo tuttavia intatto e quasi inalterato fino ai giorni nostri. Da allora, a parte alcuni lavori eseguiti subito dopo il conflitto, la fabbrica di bric- chette giace in uno stato di completo abbandono, che ha creato un’aura di fascino e mistero intorno a que- sto edificio singolare, in modo da rendere il bricchetti- ficio una monumentale rovina dell’epoca industriale.

Il bricchettificio OGGI

Il bricchettificio di Ponte alle Forche ha dunque una carat- teristica unica tra tutti gli edifici industriali presenti nel ter- ritorio valdarnese: essendo stata dismessa oltre cinquan- ta anni fa ha conservato i caratteri architettonici originali che altri complessi hanno in parte perduto in seguito ad ammodernamenti, ampliamenti o cambi di produzione.

Il complesso è costituito da cinque corpi di fabbrica di dimensioni diverse, aggregati a formare un insieme piut- tosto compatto, che potremmo definire a “croce latina”:

• Il corpo caldaia, posto ad Ovest, nel quale appun- to erano confinati tutti i macchinari relativi alla produzio- ne di vapore, necessario ad assicurare una pressione sufficiente al funzionamento del resto delle attrezzature per l’essiccatura e il confezionamento delle bricchette;

• Il corpo centrale, che svetta su tutti gli altri, nel quale si ritrovano le strutture di collegamento ver- ticale, ovvero il blocco scale e l’elevatore a tazza;

• Il corpo deposito, posto a Nord, e stoccaggio del materiale grezzo, la lignite, costituito da un bloc- co chiuso rettangolare in cotto adibito in un primo mo- mento a stalla per i cavalli da traino, e da uno spiaz- zo all’aperto coperto da una grande capriata metallica;

• Il corpo macchine, posto ad Est, nel quale venivano effettuate le lavorazio- ni della lignite tramite presse e forni di essicazione;

• Il corpo deposito, e stoccaggio del materiale lavo- rato, ovvero le bricchette, posto a Sud, dal quale veniva poi caricato su carri a rotaia collegati con la vicina strada ferrata.

La ritmica sequenza delle grandi finestrature ed aper- ture archeggiate, alcune delle quali tamponate, insie- me all’alternarsi composto delle masse murarie, il do- sato controllo delle proporzioni ed il disegno sicuro dei paramenti esterni, articolato da lesene, fasce, cornici e modanature identificano un linguaggio sospeso tra un sobrio funzionalismo ed accenni di sapore neoclas- sico, che sembra preludere allo “Stile Novecento”.

| il Comune di San Giovanni in Valdarno

La fabbrica nel 1913

Le cave di lignite

Il fronte Ovest oggi

Il fronte Est oggi

Sezione ambientale longitudinale Sezione ambientale trasversale

INQUADRAMENTO STORICO

La costruzione della città di San Giovanni fu approvata dal Consilio dei Cento della Repubblica Fiorentina il 26 Gennaio 1299, nell’ottica di espansione territoriale intrapresa da Firenze per contrastare il dominio esercitato sul territorio da alcune famiglie nobili locali, in particolar modo gli Ubertini, i Pazzi, i Guidi ed i Ricasoli. L’avvento dell’era industriale rappresentò il passaggio da piccolo centro agricolo e amministrdtrvo a grosso centro industriale catalizzatore di fenomeni di immigrazione: tanto da far nascere per la città l’epiteto di “piccola Manchester”.

I nuovi impianti industriali rappresentarono le prime direttrici dell’ espansione urbana fuori dalle mura: ciminiere in laterizio e strutture di grandi dimensioni, disegnarono e connotarono fortemente il paesaggio urbano di San Giovanni nello sfondo collinare che lo circondava.

INQUADRAMENTO CLIMATICO

I valori medi mensili delle temperature medie giornaliere descrivono una condizione climatica caratterizzata da temperature miti durante entrambe le stagioni di climatizzazione, attestate in un range di valori compreso tra i 6 °C ed i 25 °C.

In merito alla piovosità, San Giovanni è caratterizzato da livelli medio-alti, considerando che annualmente si raccolgono più di 800 mm di precipitazioni, per un totale di 96 giorni piovosi, mentre l’umidità è compresa tra il 36% ed il 65%, caratterizzando quindi l’area di intervento come moderatamente umida.

Come ci si sarebbe potuto aspettare, i valori massimi della radiazione solare si registrano per i mesi estivi da Maggio ad Agosto, mentre le punte minime nei mesi di Gennaio e Dicembre, facendo registrare un’irradiazione solare annuale su piano orizzontale pari a 1.438 kWh/m

2

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Modello planivolumetrico

N

N

Andamento delle temperature medie esterne Precipitazioni e giorni piovosi Irradiazione globale giornaliera media mensile

Studio dell’ irradiazione solare Profilo ombreggiamento | Gennaio

766 kWh/m2

692 618542 471398 324250 177103 30

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