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Dalla scuola una nuova possibilità per accedere al mondo del lavoro

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Academic year: 2022

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Dalla scuola una nuova possibilità per accedere al mondo del lavoro

Quasi 30 giovani su 100 sono senza lavoro; a questo numero, preoccupante già di suo, si unisce l’ulteriore osservazione che la maggior parte delle nuove occupazioni sono rappresentate da lavori a tempo determinato.

Eppure è recente la sorprendente denuncia proveniente dal mondo dell’imprenditoria che ha lamentato la mancanza di tecnici specializzati nell’ordine di alcune decine di migliaia. La sintesi dell’apparente contraddizione è che vi è molta offerta di lavoro non qualificata, almeno rispetto ai settori in crescita, e molta domanda di lavoro qualificata: due mondi che non possono incontrarsi.

La ricetta per superare questa discrasia è certamente nel rilancio e nel rafforzamento di alcune politiche del lavoro orientate nella valorizzazione di istituti quali l’apprendistato e comunque nei contratti formativi.

In quest’ottica di potenziamento della formazione sembra importante segnalare un’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, di concerto con il Ministero del Lavoro e con le Regioni, che proprio a partire dal prossimo settembre inizierà concretamente ad operare: si tratta degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), “scuole” di alta formazione post diploma previsti dal DPCM 25/1/2008.

L’idea è quella di collegare la formazione scolastica direttamente con il mondo delle imprese e con le sue necessità di personale

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specializzato; ciò avviene coinvolgendo gli imprenditori proprio nella struttura formativa sia in termini di composizione degli organi decisionali dell’istituto, sia nella individuazione di parte del personale docente proveniente dal mondo del lavoro e sia nella predisposizione di stage formativi per gli studenti.

Gli ITS, che hanno assunto la forma di fondazioni di diritto privato costituite da scuole tecnico professionali, enti locali, imprese e dipartimenti universitari (attualmente sono circa cinquanta sparpagliati su tutto il territorio nazionale con l’eccezione della Calabria e della Basilicata), sono chiamati a realizzare dei percorsi finalizzati al conseguimento di diplomi di tecnico superiore con riferimento a sei aree tecnologiche; efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, tecnologie della informazione e della comunicazione.

Al termine dell’iter formativo, della durata ordinaria di quattro semestri (e comunque massimo di sei semestri), lo studente all’esito della positiva verifica delle competenze acquisite, dovrebbe comunque trovare occupazione presso l’azienda che ha contribuito alla sua formazione; ma il titolo conseguito avrà comunque un grande valore in termini di professionalità acquisita e si configurerà anche come credito formativo per un eventuale percorso universitario.

Avv. Pierpaolo Bagnasco

24 maggio 2011

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