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Salmo 103 (TM 104) a quel luogo che hai stabilito per essi. 3

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Academic year: 2022

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(1)

Salmo 103 (TM 104)

1 Benedici, anima mia, YHWH1

[YHWH] Mio ’Elohiym, veramente sei grande!

Sei vestito di splendore e magnificenza!

2 Avvolgi di luce come un manto!

Stendi i cieli come velo di tenda

3 raccogli le acque nelle sue camere superiori sulle nubi poni il suo carro

Cammini sulle ali del vento2

4 fa' suoi messaggeri i venti fuoco ardente suoi ministri.

5 Ha fondato le terra sulle sue basi:

non vacillerà in eterno, mai!

6 La ricoprivi come veste con l’abisso sopra i monti stavano le acque:

7 alla sua minaccia fuggivano si ritraevano alla voce del tuo tuono.

8 Salivano i monti, scendevano le valli a quel luogo che hai stabilito per essi.3

9 Un confine ha posto; non l’attraverseranno non torneranno a ricoprire la terra.

10 Fa mandare acque di sorgenti nei torrenti camminano tra i monti;

11 bevono tutti gli animali della steppa gli onagri estinguono la loro sete.

12 Presso, dimorano gli uccelli dei cieli;

di tra le fronde danno la loro voce.

13 Dai suoi piani superiori irriga i monti

col raccolto dei suoi magazzini è saziata la terra!

14 Per gli armenti fa crescere il foraggio e il frumento verde al servizio di ’Adàm per far uscire pane dalla terra

15 e vino che rallegri il cuore umano4 per far brillare i volti più dell’olio

e il pane perché si ristori il cuore di ’Adàm5

16 Possono saziarsi gli alberi di YHWH i cedri del Lebanon che egli ha piantato

17 là gli uccelli nidificano.

La cicogna: su i cipressi, la sua casa!

18 Per gli stambecchi, i monti più alti Le grotte, rifugio per gli iràci.

19 Per le stagioni ha fatto la luna il sole conosce il suo ingresso.

20 Poni le tenebre ed è notte

in essa brulicano tutti gli animali della foresta.

21 I leoncelli ruggenti per la preda cercano da ’El il loro cibo.

22 Splende il sole, si radunano nelle loro tane si accovacciano.

23 Per la sua opera può uscire ’Adàm, per il suo lavoro fino a sera!

1 Glossa liturgica ripresa alla fine. Le glosse notate sono segnalate da Briggs,329.

2 Glossa dal Sal 18,11

3 Glossa che intensifica la descrizione: pensa all’agitazione del mare nella tempesta.

4 Glossa: insieme all’olio non poteva essere omesso il vino.

5 Altra possibile glossa.

(2)

24 Quanto immense le tue opere YHWH le hai fatte tutte con sapienza

delle tue creature è piena la terra.

25 Ecco il mare grande e largo di mani:

là, un brulichio e non c’è numero:

animali piccoli con grandi.

26 Là le navi possono andare,

il Leviathan, che hai plasmato per giocare con lui.

27 Tutto sta in attesa verso di te, per dare il loro cibo a suo tempo.

28 Doni a loro, l’accolgono;

apri la tua Mano, si saziano di bene.

29 Nascondi il tuo Volto, si spaventano raccogli il loro soffio, muoiono e alla loro polvere ritornano!

30 Mandi il tuo respiro, sono ricreati e rinnovi la faccia del suolo.

31 La gloria di YHWH sia in eterno:

YHWH gioisca nelle sue opere,

32 egli guarda la terra ed essa trema, tocca i monti e fumano.

33 Canterò a YHWH nella mia vita,

nella mia esistenza inneggerò al mio ’Elohiym.

34 Sia soave per lui il mio sfogo in YHWH io gioirò.

35 Scompaiano i peccatori dalla terra e i colpevoli più non siano.

Benedici, anima mia, YHWH.

Il poeta è impressionato dalla grandezza (v 1) e dallo splendore della creazione, dalla sua bellezza, dal suo ordine, nel susseguirsi regolare del giorno e della notte, dal regime delle acque dalle sorgenti e delle acque dal cielo. Si stupisce della vita libera nelle foreste, sui monti a lui inaccessibili, nelle caverne del deserto; dal canto degli uccelli tra le fronde presso i fiumi; è impressionato dal brulichio di vita nelle acque del mare. Si meraviglia di avere un posto insieme alle altre creature in questo giardino di ’Elohiym, di condividere con loro il nutrimento dalla terra.

Profondamente coinvolto, contempla l'opera di ’Elohiym, riflette, immagina l'inizio quando tutto fu creato. E, contemplando l'opera, dialoga con l'Autore. Si rivolge a lui con il timore e la confidenza di questo canto di lode (v 34).

La prima realtà che lo impressiona è la luce del sole (v 19.22). La luce aurorale investe improvvisa l'abitante della Terra. Chi viene svegliato dalla prima luce dell'alba vede poco alla volta rinascere le cose dopo il buio della notte che le ha sottratte, insieme al sonno, ai suoi occhi. Attraverso la luce riappare la terra: gradatamente esce dal colore amorfo delle tenebre (di intensità diversa a seconda delle fasi della luna) che l'avvolgevano. La Terra si ammanta di tutte le sfumature di colori: le pietre si illuminano; gli arbusti e i radi alberi si tingono di verde; prendono rilievo le rughe della terra che si eleva nei monti illuminati, si abbassa nelle gole ove resta ancora per un poco un residuo di tenebra nelle ombre.

Chi ha passato una notte sui monti deserti della Giudea, alla mattina tenendo il volto verso l'orizzonte dal quale esce il sole (v 19) intravede sempre meglio la profonda vallata (v 10) del Giordano; immagina il maestoso corso d'acqua che scende dai monti del settentrione, dall’ Hermon, dal Libano. Lungo le sue sponde si snoda un serpente di verde pieno di vita: "casa" (v 17) ideale di ogni tipo d'uccelli. Il sole s'incammina verso ponente, verso il grande Mare (v 25): immenso, grandioso; ed in qualche modo estraneo all'israelita che abita preferibilmente le montagne. Tutto questo prende forma all'erompere della luce del sole che è subito sopra. Il suo calore si fa sempre più cocente.

Il poeta vede in questa luce del sole che scava e ricrea le cose, il manto regale di

’Elohiym: manto luminoso e maestoso che, come una veste, svela e nasconde. Nasconde e svela il Creatore della luce e del cosmo. E tutte le cose avvolte da quella luce sono rivelate come opere delle Mani di ’Elohiym.

(3)

Partendo dall' esperienza quotidiana, il poeta religioso immagina quando i cieli furono creati da ’Elohiym (cfr v 19). Per esprimersi parte dall'esperienza quotidiana del nomade che innalza e stende ogni sera la sua tenda. Azione rimasta viva nella mente di un popolo dalle origini nomadi. Il nomade-pastore stende ogni sera sopra di sé un cielo di tela o di pelle di capra: è il velo della sua tenda che delimita, per una notte, il suo universo familiare. Così il poeta immagina abbia fatto ’Elohiym quando creò i cieli; e in un modo infinitamente grandioso. La sua Mano stese (e tuttora resta tesa) questa immensa tenda luminosa sotto la quale tutti siamo: i cieli.

Sopra i cieli, ’Elohiym ha raccolto come in magazzini le acque. Sono così pensate le camere superiori del palazzo celeste di ’Elohiym. Là sono raccolte le acque così intensamente attese dagli agricoltori della Terra come fonti di vita per la terra, per le piante, per gli animali e infine per ’Adàm stesso. Esse arriveranno, annunciate dalle formazioni di nubi cariche di questa benedizione. Il rombo del temporale annuncerà l'imminenza del dono. Per il poeta religioso quel rombo è segno di presenza di ’Elohiym:

presenza del cocchio - carro regale che arriva annunciando la pioggia. Anche i venti scatenati, insieme ai fulmini, sono messaggeri della sua presenza. La pioggia scende a dissetare la terra. E' segno che ’Elohiym continua a realizzare la creazione delle cose; si prende a cuore la vita di tutti coloro (umanità ed animali) che abitano sotto la sua Tenda celeste, ospiti che egli nutre.

E ciò, dalla creazione della Terra, evocata nei vv 5 ss. La creazione è immaginata qui come la costruzione di una casa posta su fondazioni profonde che la mantengono salda, immobile, ben fissata sulle sue basi. Le fondamenta restano immerse nel mare cosmico.

La saldezza della terra è una certezza basata sulla fedeltà di ’Elohiym: "non vacillerà".

Ma prima, la Terra era ricoperta, come da una veste, dalle acque primordiali: il

"Tehom". Questa veste acquatica immergeva la terra sulla quale ora vive il poeta, il popolo Yisra’èl. Il "Tehom" ricopriva anche gli attuali picchi delle montagne, scendeva nelle gole degli attuali wadi. Immagina una realtà indistinta, mancanza di limiti, di confini, mancanza dell’attuale ordine. La separazione che ora esiste e che la luce del giorno rende visibile è intuita come esecuzione di un ordine di ’Elohiym. L'eco di quella ingiunzione si scorge ancora nei suoi effetti. La Voce di ’Elohiym parlò nel tuono e riempì "Tehom"

di terrore obbediente. Quelle acque (quasi personificate) fuggirono al posto loro assegnato. ’Elohiym pose un limite: è la scogliera contro la quale ora le acque del grande mare continuano instancabilmente ad infrangersi. Ondate a volte potenti ma senza la forza di trasgredire: non riusciranno ad invadere la terra asciutta.

Ora quelle acque sono al posto loro assegnato; e servono a ’Elohiym che le dona alle sue creature per farle vivere, come fresche acque di sorgenti. Le acque che un tempo coprivano la terra sono ora diventate una condizione di vita. Fecondano e danno vita! Con un gesto che mostra la sua cura a dissetare gli assetati ’Elohiym "manda" quelle acque dalle sorgenti nei torrenti. Esse camminano nelle rughe della terra nutrendo sulle loro sponde la vita verdeggiante degli alberi. Ad esse si dissetano gli animali selvaggi. Tra essi, come rappresentante di tutti, l'onagro selvatico (zebra o asino selvatico?) è ricordato per la sua bellezza e per il suo amore della libertà. Altri animali sono richiamati nel v 18 ove è notata la ripartizione territoriale dello svolgimento della vita degli animali: sono gli

"stambecchi", capri di montagna che vedendo ’Adàm fuggono; e l'irace: un piccolo mammifero simile alla marmotta, difficilmente avvicinabile. Tra gli uccelli che vivono lontano dall'abitato, nel v 17, la cicogna che abita su alberi altissimi. Sugli arbusti e gli alberi, lungo i corsi d'acqua fanno il nido altre e svariate specie di uccelli. La vitalità che viene loro dalla presenza dell'acqua si esprime nel loro incessante canto. Dalle camere superiori le acque sono riversate da ’Elohiym attraverso finestre. Queste acque a loro volta saziano i cedri giganteschi piantati su monti lontano dai corsi di acqua. Così sia l'acqua fecondante dai cieli che quella dalle sorgenti rende possibile il proseguire del ritmo vitale della vegetazione, degli animali e di ’Adàm. L'acqua fa nascere e crescere cibo anche per la fame degli animali domestici e di ’Adàm stesso. Foraggio per i primi;

erbe fresche che matureranno in frumento e diverranno pane per la vita di ogni giorno come dieta vegetariana per ’Adàm. L'acqua dal cielo fa uscire dalla terra infine il pane prodotto del lavoro dell'uomo e della donna. Anche l'olio è prodotto dal servizio di ’Adàm a piante che hanno bisogno come il frumento di coltivazione. Pane ed olio fanno brillare il volto di ’Adàm che si sente ospite e collaboratore di ’Elohiym. Egli che non è il centro dell'universo è invitato a sedersi alla mensa di ’Elohiym, ospite come tutti gli animali e gli uccelli. ’Adàm come gli altri animanti è ospite: un ospite che certo può dire:

"’Elohay!". Ma come tutti, guarda ed attende con speranza da ’Elohiym il cibo. La vita di tutti dipende da lui. Ed ’Elohiym-Ospite-Nutritore continua ad aprire giorno dopo giorno

(4)

la sua Mano creatrice; e tutti si saziano (v 28). Alla mensa della creazione gli animanti si accostano a turno, in tempi diversi, in modo che ci sia cibo per tutti. Il ritmo non è stabilito da ’Adàm. E' scandito da due creature di ’El che sono al suo servizio: dalla luna e dal sole. Il ritmo del giorno e della notte condiziona il ritmo della nutrizione. La luna menzionata per prima forse per l'importanza del calendario lunare (essa segna le stagioni), illumina la notte. E' questo il tempo in cui gli animali selvaggi si nutrono. E' il turno dei leoncelli che rappresentano tutti gli animali selvaggi. Appena il sole è nella sua tenda ruggiscono a caccia di preda. ’Adàm non si interessa del loro cibo: essi non dipendono da lui. Aspettano direttamente da ’Elohiym. Alla fine della notte, quando il sole rispunta, trovano riposo dalla fatica della caccia nelle loro tane. Il giorno per loro è tempo di riposo.

Devono lasciare posto ad ’Adàm che esce di casa va a lavorare avvolto dalla luce di

’Elohiym; va al suo servizio alla terra fino a sera. La notte per ’Adàm è tempo di riposo per la fatica giornaliera.

Ma l'azione del Creatore è anche nel mare, il Grande Mare, per il poeta, più misterioso della terra. Il mare "spazioso di mani": le mani, come unità di misura, non possono servire per misurarlo! Immisurabile, immenso. In esso esplosione di vitalità nella immensa quantità di pesci piccoli e grandi. C'è anche il "Leviathan" un grande mostro marino, probabilmente la balena. Troppo grande per ’Adàm, per ’Elohiym invece è come un piccolo animale acquatico con cui giocare. Lo ha plasmato infatti per sé non per ’Adàm!

Non solo per il cibo gli animanti dipendono da ’Elohiym, ma anche, in un modo ancora più radicale, devono a lui il respiro che hanno ricevuto in prestito. La vita di tutti resta sempre dipendente dal ritmo della respirazione ricevuta da ’Elohiym. Ogniqualvolta

’Elohiym nasconde il suo Volto, gli animanti sono colti da terrore e da paura. Nel ciclo delle stagioni, infatti quando in periodo di siccità ’Elohiym sembra aver volto altrove il suo Volto, la vegetazione viene meno e gli animanti sono turbati temendo la morte. Ma la vita continua: egli manda il suo spirito ed essi sono ricreati.

Il verbo "bara’" usato al v 30 si riferisce sempre all' operare di YHWH e indica che la creazione è opera dell' onnipotenza di ’Elohiym. Umanità e cose sono rinnovati. Tutto, al respiro di ’Elohiym, viene ricreato e si rinnova la faccia del suolo.

Ma la morte viene realmente sperimentata dagli animanti. Giunge il tempo in cui

’Elohiym raccoglie, ritira a sé lo spirito vitale che egli ha dato loro. Ed essi, cadute le forze, emettono l'ultimo respiro. Ma la vita continua: altri animanti subentrano e vivono con il respiro ricevuto da ’Elohiym. I misteri della morte e della vita sono in Mano sua: il continuo processo della ricreazione del mondo è opera sua. Di generazione in generazione la vita è in mano ad ’Elohiym. Morte e vita, siccità e vegetazione tutto dipende dalla volontà e dall'operazione di ’Elohiym. Così ’Elohiym YHWH Creatore di tutto e Redentore di Yisra’èl va manifestando la sua gloria nella creazione; e continua a gioire delle opere delle sue Mani che seguono i suoi disegni. Ed Yisra’èl che ha conosciuto YHWH nella rivelazione storica e che lo sa ’Elohiym creatore di tutto, intona ad alta voce e con entusiasmo questo inno di lode meravigliata: il popolo si unisce alla gioia di YHWH che come un artista contempla la sua opera.

Salmo 32

6

(TM 33)

Inno a YHWH Creatore, fedele e provvida Guida della storia. Yisra’èl, popolo dei giusti e dei retti di cuore (v 1; cfr. 4), adunato in assemblea, è invitato ripetutamente ad esprimere lode, ringraziamento con ogni mezzo espressivo, vivendo un clima di gioiosa festività. Nel Tempio.

1 Esultate, iSaddiyqiym, in YHWH;

nel lodare, o Retti, il Glorioso!

Traduzione di Dahood,199: “Exult.../ in lauding, O upright, the Glorious One!”. Ranan: “giubilare, emettere grida di gioia”: “gridate di gioia”; cfr. Sal 35,27; il Pi nel Sal 5,12; 63,8; 71,23; 132,9.16. Concettualmente vicino a samaih “gioire”: 67,5; 99,14. Questo verbo è nel v 21. “In”: esprime la causa dell’esultanza. Per quello che YHWH è per il suo popolo, per quello che ha detto, per quello che ha fatto.

Nello stico parallelo Dahood,201 legge in layešariym un vocativo. Due vocativi paralleli come nel Sal 32,11. Nella parola che segue na’wah Dahood,201 legge un infinito costrutto Pi della radice n’w che significa “to

6 Salmo alternativo.

(5)

laud” = “to hymn”. In Es 15,2 è tradotto dai LXX con “glorificherò”; Vg “glorificabo”. Ricorre anche nel Sal 95,12:

“Nella tua casa saranno lodati (“will be lauding”) dai santi per giorni senza fine” e Sal 147,1: “Come è bello inneggiare (zamar) al nostro ’Elohìym, come è delizioso lodare (na’wah, “to laud”) il nostro Glorioso!”. Da questo Sal, per il parallelismo tra ’Elohìym e tehillah vede in quest’ultima parola un’appellativo divino come nel Sal 22,4:

tehillot Yisra’èl “the Glory of Yisra’èl”.

Yisra’èl qui è designato col plurale isaddiyqiym e yešariym (sottinteso di “cuore” come è espresso nel Sal 7,11;125,4 (cfr. 11,7; 49,15; 107,42); cfr. Zorell,339). Yisra’èl in seno all’umanità: v 13.

2 Lodate YHWH con il kinnor, con l’arpa a dieci corde cantate a lui.

Il kinnor è la cetra, la lira: Sal 71,22; 147,7; 149,3; 150,3.

3 Cantate a lui un canto nuovo,

suonate bene la cetra nell’acclamazione.

Heyitiyvu Hif di itov: “fare bene”; qui “suonare bene”; cfr. Ez 33,22. Essere abili nello suonare,

“Acclamazione” è terucah: richiama sia il sono della tromba (šofàr) (Nm 10,5; Sal 150,5) che della voce umana (cfr.

BG,1150). L’invito giunge al suo culmine sonoro e partecipativo. “Nuovo” (ihadaš): un evento da aggiungere all’elenco degli interventi salvifici di YHWH.

4 Sì! Retto Devar-YHWH e ogni sua opera, in fedeltà.

E’ indicato il motivo per cui lodare e ringraziare. “Retto”, yašar: che conduce al bene: così sono detti i precetti di YHWH in 19,9; 119,137; YHWH stesso è detto Yašar in Dt 32,4; Sal 25,8; 92,16. Egli è fedele alla sua promessa. E ogni opera delle sue Mani manifesta questa fedeltà (’emunah)

5 Ama giustizia e diritto, dell’ihèsed di YHWH è piena la terra.

Nel primo emistico il verbo è un participio presente: “amante”. “Giustizia”, isedaqàh. La parola indica prima di tutto una qualità di YHWH: egli fa e dona quello che ha promesso mostrandosi provvido protettore e salvatore del suo popolo. La sua è giustizia salvifica: Sal 24,5; è implorata con la preghiera: Sal 5,9; 31,2; 36,11 (ihèsed); 71,2; 119,40; 143,1.11; 145,7. Una volta sperimentata, nasce l’eucaristia come risposta alla manifestazione della sua fedeltà: Sal 22,32; 36,7; 40,11; 51,16; 71,15. YHWH ama essere fedele. I suoi fedeli posseggono isedaqàh quando sono onesti, osservano la Toràh: Sal 106,3. In questo senso antropologico si trova anche il sinonimo mišpat che indica azione giudiziale in cui è giudicato e proclamato il diritto, l’innocenza ecc. E’ attribuito a YHWH nel Sal 1,5. Tale “giudizio” spesso è “protezione, difesa” degli innocenti, dei deboli, degli oppressi: Sal 9,5; 17,2; 103,6;

140,13; 146,7. Per il parallelismo ed il contesto, si possono intendere ambedue come espressione di qualità di YHWH: ama essere fedele e proteggere i suoi. Per ihèsed: BG,1956 (Os 2,21). Universale cura di YHWH: parla ed agisce per tutta la terra.

6 Nel Devar-YHWH i cieli sono fatti,

e nella rùaih della sua Bocca ogni loro schiera.

“Bocca”: da essa esce Verbo e Soffio. Sono in parallelo e concomitanti anche nell’esperienza umana:

la parola esce col soffio-respiro. Davar: verbo rivelatore nella creazione. Rùaih (f.): “soffio-spirito”: 6-7.9; cfr. 4;

cfr. Gen 1,2; Ag 2,5; Zc 4,6; Gb 23,16; 33,4. Con Rùaih, YHWH conduce il popolo Yisra’èl in Is 63,10-14; Sal 143,10. L’Assemblea percepisce nell’ordine del cielo con il suo ornamento (“schiere, armate”: luna, sole e stelle;

Gdc 5,20; Sal 103,20-21), la potenza del Verbo-Soffio di YHWH e l’opera della sua Mano. Questa visione evoca l’atto creativo di cui al v 9: ordinò e tutto fu; comandò e tutto stette; cfr. 11.

7 Raccoglie come otre le acque di yam, dà in riserve gli abissi.

Evoca la formazione del mare. Il participio: tiene sempre raccolte (cfr. Ec 2,8.26; 3,5). Il TM kammed è letto da LXX S “velut in utre” = no(’)d: “otre” per contenere liquidi vino e latte (Gs 9,4.13; 1 Sam 16,20; Sal 56,9).

Briggs,287: “flask”. L’idea si trova in Gb 38,8-10.22.37; Sal 135,7; Is 45,3; Ger 10,13 che menzionano magazzini di neve ecc. nei cieli. Vedi: Es 15,8. Dahood,201 vocalizza kened “jar, pitcher” e traduce: “He gathers into a jar the waters”. La parola parallela indica i magazzini in cui raccogliere la acque abissali (tehomot).

8 Temano davanti a YHWH, tutta la terra, tremino davanti a Lui tutti gli abitanti del mondo,

Davanti a tale potenza che ha creato cielo e yam, l’umanità intera è esortata a temere YHWH: il Sal ha una chiara connotazione universalistica. Reazione di tutto alla potenza creatrice di YHWH. Gen 1,3; 105,31;

107,25. “Temere” equivale a rendere culto: Gs 24,14; 1 Re 18,3. Soggetto singolare, verbo plurale: ognuno che fa parte dell’universo. Sul timore: Sal 22,24.

9 Sì! Egli parla ed è, Egli comanda e sta.

Obbedienza delle creature al Creatore.

10 YHWH annulla il consiglio dei Goyìm, rende vani i progetti dei popoli.

(6)

Il suo Davar e la sua Rùaih conducono la storia. La parola ceisahindica il decreto, la ferma volontà.

Egli è signore universale della storia.

11 Il Consiglio di YHWH per sempre starà,

i progetti del suo Cuore di generazione in generazione.

12 Beato il popolo (goiy): YHWH suo ’Elohìym!

il popolo (cam) che sceglie come proprietà per sé.

I vv 11-12 sono glosse? Baihar: eleggere, scegliere: elezione gratuita. Quel popolo è sicuro nelle Mani di YHWH. “Proprietà”: naihalah.

13 Dai cieli guarda YHWH, vede tutti i figli di ’Adàm.

14 Dal luogo della suo seggio scruta tutti gli abitanti della ’adamah,

Dal suo trono celeste ove siede re in eterno, guarda, vede e osserva con amore che salva. YHWH ha sapientemente fatto dalla terra animali (Gen 2,19) e l’umanità.

15 Lui che ha plasmato, ispeziona il loro cuore lui comprende tutte le loro opere.

Yoiser “vasaio”: colui che plasma. Dahood,202: “inspects”. Creatore di tutto, ispettore universale; cfr.

11,4; 14,2. Nulla sfugge al Creatore di tutto.

16 Non c’è re che vinca per più armati;

non eroe che si libera per il suo grande vigore.

17 menzogna il cavallo per la vittoria,

e per più la molta sua forza non potrà salvare.

Glossa? Sembra un proverbio. I progetti delle nazioni si fanno sulla forza.

18 Ecco, l’Occhio di YHWH su chi lo teme, su chi spera nel suo ihèsed,

Come vede i progetti distruttivi, così vede il cuore del suo popolo. Il verbo yàihal: “aspettare”: esprime lo stato d’animo della fiducia: “confidare” (cfr. Sal 31,25; 33.18.22).

19 per liberare da Morte la loro nèfeš e farli vivere nella carestia.

20 La nostra nèfeš attende YHWH:

nostro aiuto e nostro scudo, lui!

Risposta dell’Assemblea che celebra; è in attesa di vedere con gioia e di incontrare YHWH in un atto della sua misericordia. Tutto il nostro essere “attende”: spera, aspetta con desiderio e con fiducia: Is 8,17; 64,3; Hab 2,3; So 3,8; cfr. Sal 106,13; Gb 3,21; Is 30,18.

21 Sì! In Lui gioirà il nostro cuore!

Sì! Nel Nome della sua santità confidiamo!

“Gioire, essere lieto” è detto del popolo in 14,7; 85,7; di iSiyyòn: nel Sal 97,8; il monte iSiyyòn: 48,12;

il cuore di qualcuno: 16,9 ecc. “In YHWH”: 32,11; 40,17; 63,12. Nel Sal 104,31 è YHWH che gioisce. In parallelo il verbo bataih: “confidare, essere sicuro, collocare la speranza in”: avere fiducia, sentirsi sicuro, sperare fermamente.

Il popolo degli isaddiyqiym pone la sua fiducia solo in YHWH e solo in lui si sente sicuro. Chouraqui,1139: “nous abandonnons”.

22 Sia il tuo ihèsed,YHWH, su di noi / poiché speriamo in te.

APPENDICE

[33:1] Esultate, iSaddiyqiym, in YHWH;

nel lodare, o Retti, il Glorioso!

`hL'(hit. hw"ïan" ~yriªv'y>l;÷ hw"+hyB;( ~yqiyDIc;â WnæN>r;

rannünû caDDîqîm Byhwh(Ba|´dönäy) layüšärîm nä´wâ tühillâ [33:2] Lodate YHWH con il kinnor,

con l’arpa a dieci corde cantate a lui.

`Al*-WrM.z: rAfª['÷ lb,nEïB. rAN=kiB. hw"åhyl; WdåAh

hôdû lyhwh(la´dönäy) Bükinnôr Bünëºbel `äSôr zammürû-lô [33:3] Cantate a lui un canto nuovo,

suonate bene la cetra nell’acclamazione.

`h['(Wrt.Bi !GE©n:÷ Wbyjiîyhe vd'_x' ryviä Alß-Wryvi(

šî|rû-lô šîr Hädäš hê†îºbû naGGën Bitrû`â [33:4] Sì! Retto Devar-YHWH

e ogni sua opera, in fedeltà.

`hn")Wma/B, Whfeª[]m;÷-lk'w> hw"+hy>-rb;D> rv"ïy"-yKi(

(7)

Kî|-yäšär Dübar-yhwh(´ädönäy) wükol-ma`áSëºhû Be´émûnâ

[33:5] Ama giustizia e diritto, dell’ihèsed di YHWH è piena la terra.

`#r,a'(h' ha'îl.m' hw"©hy>÷ ds,x,î jP'_v.miW hq"åd'c. bheaoâ

´öhëb cüdäqâ ûmišPä† Heºsed yhwh(´ädönäy) mäl´â hä´äºrec [33:6] Nel Devar-YHWH i cieli sono fatti,

e nella rùaih della sua Bocca ogni loro schiera.

`~a'(b'c.-lK' wyPi÷ª x;Wrïb.W Wf+[]n: ~yIm:åv' hw"hy>â rb:åd>Bi

Bidbar yhwh(´ädönäy) šämaºyim na`áSû ûbürûªH Pîw Kol-cübä´äm [33:7] Raccoglie come otre le acque di yam,

dà in riserve gli abissi.

`tAm)AhT. tAråc'aoB. !tEßnO ~Y"+h; ymeä dNEK;â snEåKo

Könës Kannëd mê hayyäm nötën Bü´öcärôt Tühômôt [33:8] Temano davanti a YHWH, tutta la terra,

#r,a'_h'-lK' hw"hy>meâ Waår>yyI)

yî|r´û myhwh(më´dönäy) Kol-hä´äºrec

tremino davanti a Lui tutti gli abitanti del mondo,

`lbe(te ybeîv.yO-lK' WrWg©y"÷ WNM,îmi

mimmeºnnû yägûºrû Kol-yöšbê tëbël [33:9] Sì! Egli parla ed è,

Egli comanda e sta.

`dmo)[]Y:w:¥ hW"©ci÷-aWh) yhiY<+w: rm:åa' aWhå yKiÛ

Kî hû´ ´ämar wayyeºhî hû|´-ciwwâ wa|yya`ámöd [33:10] YHWH annulla il consiglio dei Goyìm,

rende vani i progetti dei popoli.

`~yMi([; tAbïv.x.m; aynI©he÷ ~yI+AG-tc;[] rypiîhe hw"©hy>)

yü|hwâ hëpîr `ácat-Gôyìm hënî´ maHšübôt `ammîm [33:11] Il Consiglio di YHWH per sempre starà,

dmo+[]T; ~l'äA[l. hw"hy>â tc;ä[]

`ácat yhwh(´ädönäy) lü`ôläm Ta`ámöd

i progetti del suo Cuore di generazione in generazione.

`rdo*w" rdoæl. ABªli÷ tAbïv.x.m;

maHšübôt liBBô lüdör wädör

[33:12] Beato il popolo (goiy): YHWH suo ’Elohìym!

wyh'_l{a/ hw"åhy>-rv,a] yAGh;â yreäv.a

´ašrê haGGôy ´ášer-yhwh(´ädönäy) ´élöhäyw il popolo che sceglie come proprietà per sé.

`Al* hl'äx]n:l. rx:ßB' Ÿ~['¦h' hä`äm BäHar lünaHálâ lô

[33:13] Dai cieli guarda YHWH, vede tutti i figli di ’Adàm.

`~d'(a'h' ynEïB.-lK'-ta,( ha'ªr'÷ hw"+hy> jyBiähi ~yIm;V'miâ

miššämayìm hiBBî† yhwh(´ädönäy) rä´â ´e|t-Kol-Bünê hä´ädäm [33:14] Dal luogo della suo seggio scruta

tutti gli abitanti della terra,

`#r,a'(h' ybeäv.yO-lK' la,Þ x;yGI+v.hi ATïb.vi-!AkM.mi(

mi|mmükôn-šibTô hišGîªH ´el Kol-yöšbê hä´äºrec

[33:15] Lui che ha plasmato, ispeziona il loro cuore lui comprende tutte le loro opere.

`~h,(yfe[]m;-lK'-la, !ybiªMeh;÷ ~B'_li dx;y:å rcEåYOh;

hayyöcër yaºHad liBBäm hammëbîn ´el-Kol-ma`áSêhem [33:16] Non c’è re che vinca per più armati;

non eroe che si libera per il suo grande vigore.

`x;Ko)-br'B. lceîN"yI-al{) rABªGI÷ lyIx"+-br'B. [v'äAn %l,M,h;â-!yae(

´ê|n-hammelek nôšä` Bürob-Häºyil GiBBôr lö|´-yinnäcël Bürob-KöªH [33:17] menzogna il cavallo per la vittoria,

e per più la molta sua forza non potrà salvare.

`jLe(m;y> al{å Alªyxe÷ broïb.W h['_Wvt.li sWSh;â rq,v,ä

šeºqer hassûs litšû`â ûbüröb Hêlô lö´ yümallë†

[33:18] Ecco, l’Occhio di YHWH su chi lo teme, su chi spera nel suo ihèsed,

`AD*s.x;l. ~yliîx]y:m.l;( wya'_rey>-la, hw"hy>â !y[eä hNEÜhi

hinnË `ên yhwh(´ädönäy) ´el-yürë´äyw la|myaHálîm lüHasDô [33:19] per liberare da Morte la loro nèfeš

e farli vivere nella Fame.

`b['(r'B' ~t'ªAYx;l.W÷ ~v'_p.n: tw<M"åmi lyCiäh;l.

lühaccîl mimmäºwet napšäm ûlüHayyôtäm Bärä`äb [33:20] La nostra nèfeš attende YHWH:

(8)

nostro aiuto e nostro scudo, lui!

`aWh) WnNEågIm'W WnreÞz>[, hw"+hyl;( ht'äK.xi Wnvep.n:â

napšënû HiKKütâ lyhwh(la|´dönäy) `ezrëºnû ûmäginnëºnû hû´

[33:21] Sì! In Lui gioirà il nostro cuore!

Sì! Nel Nome della sua santità confidiamo!

`Wnx.j'(b' Avåd>q' ~veÞb. yKiÛ WnBe_li xm;äf.yI Abâ-yKi

Kî-bô yiSmaH liBBëºnû Kî büšëm qodšô bä†äºHnû

[33:22] Sia il tuo ihèsed,YHWH, su di noi / poiché speriamo in te.

`%l") Wnl.x;îyI rv,ªa]K;÷ Wnyle_[' hw"åhy> ^åD>s.x;-yhi(y>

yühî|-HasDükä yhwh(´ädönäy) `älêºnû Ka´ášer yiHaºlnû läk

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