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«La clinica» Prof. Mauro Minelli

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Academic year: 2022

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«La clinica»

Prof. Mauro Minelli

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E allora, se queste premesse sono inconfutabilmente valide per le malattie allergiche, perché non applicarle con analoga convinzione dottrinale anche alle patologie autoimmuni e, più in generale, alle malattie infiammatorie croniche immunomediate?

Il primato delle IMID

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La scelta di frammentare le malattie secondo i sintomi ed il punto

anatomico coinvolto, prescindendo dalla natura intrinseca delle stesse patologie (con ciò declupicando le competenze, i trattamenti e le spese sanitarie) ha finito per svilire l’organicità funzionale del Sistema

Immunitario, alla cui regolare attivazione si deve, invece, il controllo e la “gestione” delle attività infiammatorie che possono accendersi in un organismo.

Il primato delle IMID

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In effetti, l’adozione delle “Linee-guida per singola patologia d’organo”

fa sì che, in ossequio alla esclusiva rilevanza dei sintomi, il paziente atopico che abbia:

un eczema, venga visto prima dal dermatologo poi dallo pneumologo se interviene l’asma

poi dall’otorino se sopraggiunge la rinite

successivamente dall’oculista se si aggiunge anche la congiuntivite quindi dal gastroenterologo per eventuali evoluzioni successive,

…tutte apparentemente diverse, eppure tutte definite e documentate all’interno di una “evoluzione” precodificata

Il primato delle IMID

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Il primato delle IMID

• Eczema

• Problemi gastrointestinali

• Rinite

• Asma

• Asma adulta

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Risulta evidente, in termini di sostenibilità dei costi, che se una storia naturale di malattia comincia con una dermatite atopica e termina in una sindrome orticaria-angioedema, passando per allergia alimentare, asma bronchiale e rinite allergica, I CRITERI DI VALUTAZIONE

FARMACOECONOMICA mutano quando un intervento terapeutico si rivela capace di stabilizzare la patologia aperta, ridurre il consumo di farmaci ma soprattutto di controllare la naturale progressione di

malattia.

Il primato delle IMID

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Questo concetto fondamentale rende prioritaria la necessità di

riconoscere, anche nella pratica, una unica storia naturale ed una unica patogenesi per un coerente trattamento delle varie manifestazioni

cliniche della patologia immuno-allergica

Il primato delle IMID

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Dunque, dai pazienti allergopatici ci è facile trarre, almeno, un chiaro riferimento esemplificativo

…non importa se siano comparsi disturbi:

* a carico del naso o dei bronchi…

* a carico della congiuntiva…

* a carico della cute…

Il primato delle IMID

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E’ certo che, per affrontare efficacemente una “condizione allergica”, occorre “centralizzare” l’intervento medico indipendentemente

dall’organo in cui sia comparsa la manifestazione clinica, dunque indipendentemente dal fatto che si sia di fronte ad una rinite, ad un asma, ad un’orticaria o ad una congiuntivite.

Il primato delle IMID

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Il primato delle IMID

Age

Respiratory

Gastrointestinal Skin

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D’altro canto, nell’ambito delle malattie immunologiche, non

considerare i differenti sintomi sostenuti da uno stesso meccanismo patogenetico (e, dunque, considerarle come singole “malattie

d’organo”) ha creato non pochi problemi:

 moltiplicazione dei costi di gestione

 varo di definizioni insostenibili alla luce delle nuove evidenze scientifiche

 generazione di asimmetrie nei censimenti epidemiologici

Minelli M.: Le allergopatie respiratorie in Puglia e Basilicata: elevati costi sociali ed inappropriatezza degli interventi sanitari

S.I.J. 2006, Vol.I, Num.2, pp:30-40 (11)

Il primato delle IMID

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E’ sulla base di dati forniti dal Ministero della Salute che si è potuto, per esempio, rilevare che i riscontri ufficialmente registrati per l’anno 2003, relativamente ai ricoveri per ASMA BRONCHIALE in Puglia e Lucania, attribuiscono a tale patologia una incidenza:

* dello 0,03% in Puglia (1269 pazienti su 4.020.707 abitanti)

* dello 0,02% in Basilicata (136 pazienti su 597.768 abitanti)

Il primato delle IMID

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Appare evidente l’incongruenza, riscontrata in un ambito territoriale omogeneo, tra la crescente rilevanza sociale delle allergopatie

respiratorie (e più in generale delle malattie attribuibili alla materia

“Immunologia Clinica”), e la disarmante inconsistenza dei dati ufficiali, dai quali non può che derivare, in ultima analisi:

una attribuzione di risorse

una attribuzione di strutture

una programmazione di interventi “dedicati”

INAPPROPRIATE

perché sostanzialmente originate da dati di fondo non corretti

Il primato delle IMID

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In ragione di quanto fin qui esposto andrà, dunque, impostato il ripensamento epistemologico della Attività Medica con:

• Il ridisegno delle mappe

• La riorganizzazione di relazioni integrate fra le discipline che la sostengono

• L’assegnazione di priorità strategiche alle Specialità impostate sullo studio fisiologico e fisiopatologico dei “sistemi” (dalle cui aberrazioni funzionali scaturiscono le varie manifestazioni d’organo)

• La revisione del ricorso ragionieristico all’insostenibile minimalismo dei “DRGs”

Il primato delle IMID

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Diagnosis Related Groups (DRGs) (sistema per la categorizzazione delle attività di ricovero) alienanti forzature di un sistema disetico,

inamovibilmente impostato sulla rendicontazione, sul finanziamento a prestazione, sulla possibile distorsione diagnostica.

Il primato delle IMID

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In effetti se il DRG di un asma estrinseco (al pari di altri DRGs che costituiscono il “core business” dell’area immuno-allergologica) ha un basso peso medio e dunque assorbe - rispetto, per esempio, ad una bronchite cronica riacutizzata - una minore quantità di risorse a

vantaggio della complessiva attività clinica del reparto, risulta evidente l’impostazione preferenziale di un referto di dimissione che, al termine di un ricovero, da quel reparto verrà rilasciato

Il primato delle IMID

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Allora, il vero problema per una Struttura sanitaria che si occupi di IMID non è tanto quello di far crescere l’attività, quanto quello di tutelarla, fornendo le basi per evitare che venga schiacciata da piani regionali, esigenze di bilancio e controlli sull’appropriatezza, per far sì che

l’attività che lì si svolge venga garantita in quanto propedeutica ad un obiettivo di largo respiro, che poi è il fine ultimo della attività medica:

GUARIRE GLI AMMALATI

Il primato delle IMID

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I messaggi

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I messaggi che ci circondano

• Insostenibile pesantezza dello “stato sociale”

• Mercato

• Competizione

• Azienda Ospedale / Azienda ASL

• DRGs

• Costi e ricavi

• Tariffe

• Manager

• Produttività

I messaggi

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I messaggi attesi

• Sanità come “Servizio per la Comunità locale”

• Territorio

• Programmazione sanitaria

• Prevenzione

I messaggi

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I messaggi che stentano ad affermarsi

• Accessibilità

• Equità

• Qualità

• Verifica

• Condivisione

• Responsabilizzazione

• Revisione controllo

• Audit

I messaggi

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L’evoluzione dei sistemi nel tempo

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Le pandemie e le grandi emergenze sanitarie

Dal 1900 al 1950, i Sistemi Sanitari occidentali hanno cominciato a

muovere in maniera organizzata i primi passi orientandoli, da principio, al contrasto della diffusione delle grandi infezioni ancora fuori controllo.

Erano gli anni del “pericolo poliomielite”, delle pandemie planetarie

come l’Influenza Spagnola del 1918, capace di mietere milioni di vittime in pochi mesi.

L’evoluzione dei sistemi nel tempo

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Con la prevenzione dei contagi attraverso le vaccinazioni di massa, i Sistemi Sanitari sono stati successivamente rimodulati per sostenere, negli anni a cavallo tra il 1950 ed il 2000, l’impatto sociale altrettanto diffuso delle grandi emergenze mediche.

L’evoluzione dei sistemi nel tempo

Insufficienze cardiovascolari

Insufficienze respiratorie

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Il XX secolo è stato, dunque, il periodo della lotta alle malattie acute, che ha visto la creazione ed il progressivo consolidamento della

medicina d’urgenza.

L’evoluzione dei sistemi nel tempo

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L’evoluzione dei sistemi nel tempo

Relativamente alle

Malattie Acute per essere maturati,

perfezionati e integrati arco temporale

100 anni i modelli di

organizzazione sanitaria

i modelli di gestione sanitaria

Le componenti della transizione

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Nel XXI secolo, le statistiche pubbliche hanno cominciato a indicare un radicale mutamento delle necessità socio-assistenziali e sanitarie, anche in ragione di un significativo AUMENTO DEGLI ANNI DI VITA, non disgiunto, però, da un parallelo incremento delle

PATOLOGIE CRONICHE di medio e, soprattutto, di lungo periodo

L’evoluzione dei sistemi nel tempo

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Malattie Infiammatorie Croniche

Piaga sociale che, in ragione della sua complessità, ha modificato

radicalmente gli scenari e le aspettative della popolazione, e per la cui corretta comprensione ancora oggi manca una adeguata cultura

fisiopatologica.

L’evoluzione dei sistemi nel tempo

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Criticità endogene

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Anacronismi metodologici in fisiopatologia e in clinica

Esiste diffusamente ancora oggi l’inclinazione a pensare (e a comportarsi) come se la Malattia Infiammatoria Cronica fosse

semplicemente una MALATTIA ACUTA CHE DURA PIU‘ A LUNGO Introdotto dal fisiopatologo e clinico Claude Bernard alla fine dell’800 e tuttora sufficientemente valido per la comprensione delle malattie

acute, il nesso lineare causa effetto sembra ancor oggi

rappresentare il principale pilastro metodologico del pensiero e della condotta del medico; ciò che, di fatto, vanifica la ricchezza che la ricerca degli ultimi decenni ha messo a disposizione del clinico

Criticità endogene

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“Siamo entrati nell’era delle malattie croniche, ma il Sistema è ancora focalizzato sulle crisi acute. Noi siamo completamente impreparati a questa realtà. Attualmente il paziente con condizioni patologiche multiple, tipicamente consulta più dottori e riceve prescrizioni

terapeutiche multiple. Dobbiamo cominciare a pagare un medico che possa coordinare tutti gli altri.”

Criticità endogene

Gerard Anderson

Istituto BLOOMBERG di Sanità Pubblica, Baltimora The NEW ENGLAND JOURNAL of MEDICINE

21 luglio 2005 num.3, vol. 353

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La classe medica non sembra abbia richiesto né favorito l’adozione del modello “coordinato”, verosimilmente perché ciò avrebbe:

…comportato l’accettazione di un approccio pluridisciplinare

…con prevista riassegnazione delle competenze

…con possibile ridistribuzione equanime delle risorse gestionali ed economiche

Criticità endogene

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Tale impostazione, anzi, è stata negli anni sottaciuta e filtrata nel

tentativo di inglobare (in maniera rapida e semplificata) nelle vecchie

“discipline d’organo”, le nuove conoscenze connesse ai crescenti supporti cognitivi soprattutto offerti dalle emergenti “discipline

biologiche”.

Tentativo riduzionista e, dunque, inopportuno in termini di artificiosa moltiplicazione numerica delle prestazioni e degli interventi terapeutici, ma anche e soprattutto in termini assoluti di efficacia degli interventi stessi.

Criticità endogene

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Il mito di Crono nell’era della globalizzazione

Nel passaggio dalla mitologia alla realtà, individuiamo ancora una volta nella CRONICITA’ l’elemento critico nel momento in cui rileviamo

l’incapacità del sistema di riconoscerle la dignità di entità dotata di una sua propria identità, fortemente negativa in termini di disagi per i

pazienti, di spesa sanitaria, di organizzazione assistenziale dedicata, di presìdi funzionali alla sua gestione.

Ed è chiaro che tutto questo richiama la mitologia, in quanto adombra, proprio per ciò che di fatto oramai assorbe la più gran parte della spesa sanitaria…

Criticità endogene

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Il rischio “involuzione”

Sostanziale inamovibilità di un sistema che, divorando le proprie

risorse, continua a proporre se stesso come unica alternativa possibile ad una transizione destinata a non finire mai.

Criticità endogene

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Cambiare il paradigma

(37)

Cambiare il paradigma

…dal “fai da te”

(38)

Cambiare il paradigma

…al “lavoriamo insieme”

Riferimenti

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