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Quanti soldi ci vogliono per aprire un centro estetico?

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Academic year: 2022

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Quanti soldi ci vogliono per aprire un centro estetico?

Autore: Sabrina Mirabelli | 16/08/2021

Il settore legato all’estetica è in costante espansione, perciò, presenta ottime opportunità lavorative.

Il benessere e l’estetica occupano una parte importante nella routine quotidiana di ciascuno di noi, tanto che sempre più uomini e donne, indipendentemente dall’età,

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si rivolgono ai centri estetici per la cura del proprio corpo e del proprio aspetto fisico. Ciò ha determinato una crescita esponenziale del numero di tali attività in tutto il territorio nazionale, che offrono alla clientela una vasta gamma di trattamenti quali ad esempio massaggi, manicure, pedicure, epilazione, abbronzatura con lampade solari, ecc. Quanti soldi ci vogliono per aprire un centro estetico?

Se vuoi quantificare le spese per l’apertura di un centro estetico devi considerare diverse voci. Ad esempio, devi valutare se aprire il centro in autonomia oppure se vuoi inserirti in un’attività già avviata, vedi quella di un parrucchiere, oppure se vuoi usufruire di un franchising, una soluzione che potrebbe comportare una riduzione dei costi iniziali sebbene il legame al relativo marchio concede, poi, poche libertà.

Va comunque detto che lo Stato italiano prevede una serie di agevolazioni fiscali per coloro che vogliono aprire un centro estetico, nonché dei finanziamenti come ad esempio quelli connessi all’imprenditoria femminile e al bando “Resto al Sud”, da tenere nella dovuta considerazione. Da questo punto di vista, un buon commercialista o un consulente specializzato potrebbe aiutare a trovare le migliori soluzioni per finanziare in alcuni casi anche fino al 100% dell’investimento.

Cosa serve per aprire un centro estetico

L’attività di estetista è regolamentata da un’apposita normativa secondo cui questa attività comprende tutte le prestazioni e i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano, il cui scopo esclusivo o prevalente è quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorarne e proteggerne l’aspetto estetico, modificandolo attraverso l’eliminazione o l’attenuazione degli inestetismi presenti [1].

Secondo la predetta normativa, queste mansioni possono essere svolte manualmente o con l’aiuto di apparecchi elettromeccanici per uso estetico oppure tramite l’applicazione di prodotti cosmetici.

Di conseguenza, chi intende aprire un centro estetico deve possedere la specifica qualifica di estetista, conseguita frequentando una scuola professionale o un corso regionale della durata di due anni, seguito da un corso di specializzazione di un anno oppure da un anno di inserimento presso un’impresa di

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estetista. In alternativa, deve aver effettuato un apprendistato di tre anni presso un’impresa già avviata, nonché aver seguito un corso teorico di almeno 300 ore.

Altresì, i requisiti per aprire un centro estetico sono disciplinati e definiti a livello regionale e comunale. Quindi, è opportuno informarsi presso lo Suap (Sportello unico delle attività produttive) del proprio Comune e presso la Camera di Commercio in merito alla procedura da seguire. In ogni caso, l’iter burocratico si articola in diversi passaggi, che consistono:

nell’iscrizione presso la Camera di Commercio del luogo di residenza;

nell’apertura della relativa partita Iva;

nella comunicazione di inizio attività al Comune;

nell’apertura delle posizioni Inps e Inail per il titolare e gli eventuali dipendenti;

nella richiesta del nulla osta igienico-sanitario all’Asl del Comune di competenza, il cui rilascio è connesso al rispetto delle disposizioni urbanistiche in materia di sicurezza, agibilità ed idoneità dei locali;

nella richiesta della licenza di estetista presso lo Suap del Comune di residenza;

nella nomina di un responsabile del centro, che potrà essere il titolare stesso, un familiare o un dipendente.

Quanto costa aprire un centro estetico

Aprire un centro estetico in maniera autonoma comporta delle spese iniziali rilevanti connesse all’acquisto delle attrezzature, dell’arredamento specifico e dei prodotti oltre ai costi relativi all’affitto dei locali, se non si possiede un immobile di proprietà da destinare all’attività, alle utenze ed alla gestione del personale. La spesa, quindi, si può aggirare intorno ai 40.000/50.000 euro.

Una soluzione alternativa è rappresentata dall’apertura di un centro estetico in franchising in modo da usufruire di un format chiavi in mano, comprensivo di formazione, assistenza, progettazione, allestimento e fornitura completa dei macchinari e degli arredi. Con il franchising è possibile sfruttare, con l’esclusività sulla zona di competenza, il marchio e le insegne distintive della catena prescelta, godendo anche dei riflessi di notorietà e di fiducia del cliente. In tale ipotesi, l’investimento iniziale può partire dai 10.000/15.000 euro. Se affidarsi ad un franchising comporta una riduzione dei costi iniziali, tuttavia si deve sottostare alle

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regole imposte dalla società madre e pagare un costo di ingresso e delle royalties sui profitti dell’attività.

Un ulteriore modo per aprire un centro estetico è inserendosi in un’attività già avviata, come ad esempio quella di un hair stylist, di una profumeria o di una farmacia/parafarmacia, così da dividere le spese relative all’affitto del locale, potendo contare sulla presenza di una parte dei clienti dell’altra attività. In tale ipotesi, bisogna considerare un investimento iniziale intorno agli 8.000 euro più i costi di gestione dell’attività, le bollette e l’affitto (all’incirca 25.000 euro annui di spese).

Quali sono le agevolazioni per aprire un centro estetico

Per avviare un centro estetico è possibile usufruire del bando “Resto al Sud”, che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria).

L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.

Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci. Per le imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro.

A supporto del fabbisogno di circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto di 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale, fino a un massimo di 40.000 euro per le società. Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi.

Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:

50% di contributo a fondo perduto;

50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

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Possono essere finanziate le spese per l’acquisto di apparecchiature specializzate, la ristrutturazione e l’arredo del locale, il pagamento dei canoni d’affitto e delle utenze.

Inoltre, è possibile usufruire delle azioni positive per l’imprenditoria femminile [2], che prevede delle agevolazioni per le “imprese in rosa” sia da avviare sia già esistenti. Possono beneficiare di tali agevolazioni le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile. Per le ditte individuali, il titolare deve essere donna. Per le società di persone e le cooperative, almeno il 60% dei soci deve essere costituito da donne. Per le società di capitali almeno i 2/3 delle quote devono essere detenute da donne e l’organo di amministrazione deve essere composto da donne per almeno i 2/3.

A queste agevolazioni possono avere accesso le imprese con meno di 50 dipendenti e con un fatturato inferiore a 7 milioni di euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni di euro. Una parte del finanziamento viene concessa a fondo perduto, senza obbligo di restituzione e una parte a tasso agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.

Infine, chi intende avviare l’attività di estetista può contare sulle agevolazioni fiscali per i clienti a partita Iva, ovvero agevolazioni per piccole, medie e grandi aziende, grazie alle quali si può ricevere una riduzione dell’Iva al 10%.

Note

[1] L. n. 1/1990, D.M. n. 352/1994 e successivo D.M. del 2011. [2] L. n. 215/1992.

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