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2020_06_08_RELAZIONE TECNICA INTEGRATIVA Rev02 (3648 KB)

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Provincia di Treviso

Comune di Castello di Godego

ATTIVITÀ DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI, IN PROCEDURA ORDINARIA, AI SENSI EX ART.LO N° 208, D.LGS. N° 152/2006, SU EX DISCARICA DI 2^ CAT. TIPO “A” DENOMINATA “SACE”

SISTEMATA CON D.D.P. N. 721/2004 DEL 24/08/2004.

INTEGRAZIONI

PROGETTO DEFINITIVO

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELLE INTEGRAZIONI RICHIESTE

Data: maggio 2020 Cod.: 1658

Committente

GAZZOLA S.n.c.

di GAZZOLA Ferdinando, Stefano & C.

Via Brenta n. 175 – Castelfranco Veneto (TV)

STUDIO RONCATO

Architettura Ingegneria Ambiente

Via Brenta n. 21/B, 31030 Albaredo di Vedelago (TV) Tel. e fax: 0423451577-0423452853

C.F. e Part. I.V.A.: 03593590262 studioroncato.eu

Studio Tecnico Conte & Pegorer

ingegneria civile e ambientale

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: contepegorer@gmail.com - Sito web: www.contepegorer.it

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

(2)

INDICE

1 PREMESSE ... 7

2 RELATIVAMENTE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ... 7

2.1 RUMORE ... 7

2.2 VIABILITÀ ... 8

2.3 SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE ... 9

2.4 INQUINAMENTO LUMINOSO ... 10

2.5 SISTEMAZIONE PERIMETRALE A VERDE ... 10

3 RELATIVAMENTE ALL'APPROVAZIONE DEL PROGETTO E ALL'AUTORIZZAZIONE ALL'ESERCIZIO DELL'IMPIANTO GESTIONE RIFIUTI ... 11

3.1 PRESENTARE UN RILIEVO TOPOGRAFICO DI DETTAGLIO DI VERIFICA DI RISPETTO DEL LIMITE DEI 100M (DCR30/2015) POICHÉ SI È MOLTO PROSSIMI AL LIMITE. ... 11

3.2 PRESENTARE IL DIMENSIONAMENTO DELLE PAVIMENTAZIONI COLLEGATO AI CARICHI STATICI E DINAMICI NONCHÉ ALLE VIBRAZIONI IN FUNZIONE DEGLI ESITI DELLE PROVE GEOTECNICHE CONDOTTE E/O EVENTUALMENTE INTEGRATIVE, QUALORA NECESSARIE. ... 11

3.3 DEFINIRE LA GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO QUALI SOTTOPRODOTTO E LE INTERAZIONI CON LA GESTIONE DELL'IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI.DOCUMENTARE LA SUDDIVISIONE DELLE AREE TRA RIFIUTO E SOTTOPRODOTTO.COME VERRÀ AFFRONTATA LA PRESENZA DI SOTTOPRODOTTI, ALL'ATTO DEL DECOMMISSIONING DELL'IMPIANTO, CON L'OBBLIGO DI RIPRISTINO DEI LUOGHI E CONNESSE GARANZIE FINANZIARIE, IN CONSIDERAZIONE ANCHE DEL FATTO CHE SI È IN PRESENZA DELLA RICHIESTA DI VARIANTE URBANISTICA... 12

3.4 DEFINIRE LA TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO R12 CHE SI INTENDE SVOLGERE. ... 12

3.5 IN FUNZIONE DELL'INTERVENUTA MODIFICA DELL'ARTICOLO 184-TER DEL D.LGS.152/2006 DI CUI ALLA L. 128/2019, PRESENTARE UN AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI GESTIONE OPERATIVO-PGO ... 13

3.6 IN FUNZIONE DELL'INTERVENUTA MODIFICA DELL'ARTICOLO 184-TER DEL D.LGS.152/2006 DI CUI ALLA L. 128/2019, PRESENTARE UN AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI GESTIONE OPERATIVO-PGO ... 14

3.7 DEFINIRE MODALITÀ DI COPERTURA DEI RIFIUTI STOCCATI RELATIVI ALLA ZONA C. ... 15

3.8 PRESENTARE UNA PLANIMETRIA IN CUI SIA CHIARA LA GESTIONE LOGISTICA DELLE AREE CON RELATIVE DIMENSIONI, LA VIABILITÀ E IL POSIZIONAMENTO DEI CUMULI. CONDURRE UNA REVISIONE CRITICA DEL SISTEMA DI BAGNATURA CON SPRINKLER IN FUNZIONE DELLE MODIFICHE SULLA LOGISTICA DELLE AREE DI CUI SOPRA. ... 15

3.9 PRESENTARE PLANIMETRIA CON LA LOGISTICA DI CAVA (UFFICI, PESA, ALTRO) POSTA A SERVIZIO DELL'IMPIANTO DI RECUPERO E CON I PERCORSI DEI MEZZI. ... 16

3.10 FACENDO RIFERIMENTO ALLE LINEE GUIDA SNPA SOPRA RICHIAMATE, QUALORA POSSIBILE, DEFINIRE EVENTUALE SCADENZA DELLA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO E I TEMPI DI STOCCAGGIO DELL'EOW. ... 16 3.11 RELATIVAMENTE AL RIFIUTO CODICE EER170302-MISCELE BITUMINOSE DIVERSE DA QUELLE DI CUI ALLA

VOCE 170301, VIENE RICHIAMATO IL DM 69/2018 MA NON SONO RIPORTATE NEL DETTAGLIO LE PROCEDURE OPERATIVE E GESTIONALI ATTE A DESCRIVERNE COMPIUTAMENTE IL TRATTAMENTO E IL FINE

(3)

DEL TRATTAMENTO. PER ESEMPIO IL TRATTAMENTO SARÀ SVOLTO PER OTTENERE GRANULATO DI CONGLOMERATO BITUMINOSO PER REALIZZAZIONE DI RILEVATI E SOTTOFONDI STRADALI E/O PER L'UTILIZZO IN IMPIANTI DI BITUMAGGIO (UNI 13108 E/O 13242)? QUALI SARANNO LE PROCEDURE DI

AUTOCONTROLLO?TALI ASPETTI VANNO APPROFONDITI. ... 16

3.12 LA DITTA DEVE FORNIRE LE SCHEDE TECNICHE DEI MACCHINARI CHE VERRANNO UTILIZZATI, ANCHE DEL VAGLIO. IL MACCHINARIO IPOTIZZATO HA UNA PRODUZIONE MASSIMA DI 150 T/H, QUINDI, STANDO ALLE 750 T DI RIFIUTI TRATTABILI DICHIARATE, RISULTEREBBERO 5 ORE DI LAVORO GIORNALIERE, MENTRE LE ORE DICHIARATE SONO 8.QUESTO PRESUPPONE UN METODO DI CONTROLLO, DA INSTALLARE SE NON GIÀ PRESENTE, PER IDENTIFICARE LE ORE LAVORATE O LA QUANTITÀ DI MATERIALE LAVORATO... 17

3.13 LE PROCEDURE GESTIONALI DEVONO PREVEDERE LE LAVORAZIONI PER LOTTO CHIUSO PRIMA DEL TRATTAMENTO. ... 17

3.14 SPECIFICARE QUALI SONO I RIFIUTI CHE VENGONO MESSI NEI CONTENITORI CHIUSI. ... 17

3.15 DEFINIRE SE SI OPERA IN DEPOSITO TEMPORANEO PER QUANTO CONCERNE I RIFIUTI PRODOTTI DI SCARTO, RISPETTANDONE I TERMINI, O SE SI OPTA PER IL REGIME DI AUTORIZZAZIONE, SI RAMMENTA CHE IN QUESTO CASO I QUANTITATIVI DOVRANNO ESSERE SPECIFICATAMENTE AUTORIZZATI ED INCIDERANNO SULL'IMPORTO DA GARANTIRE CON LE FIDEIUSSIONI. ... 18

3.16 NECESSITA MAGGIORE CHIAREZZA SU QUALI SARANNO I RIFIUTI ESITATI DAL TRATTAMENTO DA INVIARE A SMALTIMENTO, RAMMENTANDO CHE L'ISTANZA È PER IMPIANTO DI RECUPERO. ... 18

3.17 SI CHIEDE UNA VERIFICA SULLA DIREZIONE DI DEFLUSSO DELLA FALDA PERCHÉ APPARE SIGNIFICATIVAMENTE RUOTATA RISPETTO LA DIREZIONE REGIONALE PREVALENTE. LA VERIFICA DEVE PREVEDERE ANCHE LE QUOTE DEI PUNTI DI RIFERIMENTO RISPETTO I QUALI SI ESEGUONO LE MISURE FREATIMETRICHE.INOLTRE, DEVE ESSERE PROGETTATA UNA RETE DI MONITORAGGIO PERIODICO DELLE ACQUE DI FALDA (PUNTI DI CAMPIONAMENTO, PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO, PARAMETRI DA ANALIZZARE, FREQUENZA). ... 19

3.17.1 Programma di monitoraggio delle acque di falda ... 23

3.17.2 Modalità di campionamento delle acqua di falda ... 23

3.17.3 Parametri da analizzare nelle acque ... 24

3.18 SI NECESSITA DI UN PARTICOLARE DI PROGETTO PER L'ISOLAMENTO IDRAULICO DEL/DEI PIEZOMETRO/I CHE RICADE/ONO ALL'INTERNO DEL TRACCIATO DEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE. ... 25

3.19 IN FUNZIONE DELLA SOVRAPPOSIZIONE DELLA TRINCEA DISPERDENTE CON PIEZOMETRO DI MONITORAGGIO (VEDASI TAVOLA TAVCP1) SI CHIEDE LO SPOSTAMENTO DI TALE TRINCEA DISPERDENTE O IN ALTERNATIVA LA CEMENTAZIONE ED IL POSIZIONAMENTO DEL PIEZOMETRO IN POSIZIONE ALTERNATIVA MA SIGNIFICATIVAMENTE EQUIVALENTE AI FINI DEL MONITORAGGIO DELLE ACQUE DI FALDA RISPETTO LA FONTE DI PRESSIONE DISCARICA/IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI.AD OGNI BUON CONTO DEVE COMUNQUE ESSERE PRODOTTA UNA VERIFICA DELLA DISTORSIONE DEL DEFLUSSO DI FALDA CONNESSO ALLA TRINCEA DRENANTE IN PROGETTO, ALLA CORRELAZIONE DI QUESTA CON LA MASSA RIFIUTI DELLA DISCARICA. ... 25

3.20 PRESENTARE ELABORATI GRAFICI OPPORTUNAMENTE DETTAGLIATI IN CUI VISUALIZZARE E QUANTIFICARE GLI STERRI/RINTERRI, COSA INTERESSANO (TERRENI NATURALI IN POSTO, TERRE DI COPERTURA DELLA DISCARICA, RIFIUTI PRECEDENTEMENTE ABBANCATI IN DISCARICA) E COME ANDRANNO GESTITI. A TAL PROPOSITO È NECESSARIA UNA RICOSTRUZIONE DEL CIGLIO DISCARICA AL PIANO CAMPAGNA E DELL'INVASO DI DISCARICA. ... 26

(4)

3.21 PRESENTARE DETTAGLI DI ISOLAMENTO DELLE STRUTTURE INTERRATE CHE VENGONO ALLOGGIATE ENTRO IL CORPO RIFIUTI, SOPRATTUTTO PER LE STRUTTURE DOVE FLUISCONO E/O SONO STOCCATI

LIQUIDI... 27

3.22 PRESENTARE UNA VERIFICA DELLA STABILITÀ DELLA SCARPATA RIVOLTA AD OVEST SECONDO I CARICHI STATICI E DINAMICI DI PROGETTO (CUMULI, MACCHINARI, TRANSITO MEZZI). ... 27

3.22.1 Caratteristiche geotecniche ... 27

3.22.2 Esecuzione della verifica ... 31

3.22.3 Metodo Equilibrio Limite (LEM)... 31

3.22.4 Metodo di Morgenstern e Price (1965) ... 33

3.22.5 Valutazione dell’azione sismica ... 34

3.22.6 Sovraccarichi esterni ... 36

3.22.7 Falda ... 37

3.22.8 Ricerca della superficie di scorrimento critica ... 37

3.22.9 Verifica della scarpata ovest ... 38

3.23 DEFINIRE MEGLIO LE CARATTERISTICHE DI PROGETTO DEL MATERIALE MINERALE IMPERMEABILE PREVISTO PER L'IMPERMEABILIZZAZIONE DEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE, FORNENDONE LE CARATTERISTICHE GEOTECNICHE (IDRAULICHE, FISICHE, MECCANICHE), NONCHÉ DI RESA IN POSA D'OPERA. IL SUDDETTO MATERIALE DEVE COMUNQUE AVERE PERMEABILITÀ MINORE/UGUALE A 10-9 M/S. ... 45

3.24 DEVONO ESSERE FORNITE LE CARATTERISTICHE GEOTECNICHE E RELATIVO DIMENSIONAMENTO PROGETTUALE DELLA GHIAIA POSTA NEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A TUTTI QUEI PARAMETRI NECESSARIE ALLE VERIFICHE SUL PUNZONAMENTO E LACERAZIONE DELLA GEOMEMBRANA... 46

3.25 DIMENSIONAMENTO DEGLI ARGINI DI CONTENIMENTO DEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE CON RELATIVA TAVOLA GRAFICA QUOTATA. ... 46

3.26 DEVE ESSERE INTERPOSTO UN TESSUTO NON TESSUTO TNT ALL'INTERFACCIA TERRENO IN POSTO/MATERIALE MINERALE IMPERMEABILE, ALL'INTERFACCIA GHIAIA BACINO EVAPOTRASPIRAZIONE/GEOMEMBRANA.ANCHE PER TUTTI QUESTI MATERIALI SINTETICI DEVONO ESSERE FORNITE LE CARATTERISTICHE DI PROGETTO (IDRAULICHE, FISICHE, MECCANICHE), NONCHÉ DI RESA IN POSA D'OPERA. ... 46

3.27 DEVONO ESSERE PROGETTATI E RIPORTATI IN TAVOLE GRAFICHE GLI ANCORAGGI DEI GEOSINTETICI UTILIZZATI NEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE. ... 46

3.28 DEFINIRE CHIARAMENTE L'IMPORTO DA GARANTIRE IN POLIZZA PER I COSTI DI RIPRISTINO AMBIENTALE. 47 3.29 DEVE ESSERE FORNITA INDICAZIONE SUL CODICE RIFIUTO EER 170202-VETRO SE VERRÀ GESTITO FACENDO RIFERIMENTO AI PUNTI 7 DELL'ALLEGATO 1 SUBALLEGATO 1 DEL DM05/02/1998 O ALTRO.IN FUNZIONE DELLE INDICAZIONI FORNITA LA DITTA DOVRÀ CONDURRE UNA REVISIONE CRITICA DELLA GESTIONE DEL RIFIUTO POSTO IN MESSA IN RISERVA POICHÉ POTREBBERO ESSERCI DEGLI RISVOLTI TECNICI E/O AMMINISTRATIVI (PER ESEMPIO: CRITERI DI VERIFICA DELLA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO PIUTTOSTO CHE L'IMPORTO UNITARIO DA GARANTIRE CON LA GARANZIA FINANZIARIA). ... 48 3.30 PER IL RIFIUTO AVENTE CODICE EER170802-MATERIALI DA COSTRUZIONE A BASE DI GESSO, DIVERSI

DA QUELLI DI CUI ALLA VOCE 170801, LA DITTA DEVE GARANTIRE CHE IL QUANTITATIVO DI MATERIALE INFIAMMABILE (PER ESEMPIO CARTA) SIA AL DI SOTTO DEI 50Q.PERTANTO LA DITTA DEVE ARGOMENTARE COME RITIENE DI POTER GARANTIRE IL RISPETTO DI TALE LIMITE IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO CHE

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VIENE CHIESTO UN QUANTITATIVO IN STOCCAGGIO ISTANTANEO DI RIFIUTI PARI A 10.000 T, CHE IN LINEA TEORICA POTREBBE ESSERE COMPLETAMENTE SATURATO DAL SOPRADDETTO CODICE. INOLTRE, NEL COMPUTO DEI QUANTITATIVI È NECESSARIO TENERE CONTO ANCHE DI EVENTUALI ALTRE COMPONENTI INFIAMMABILI (LEGNO/PLASTICHE ECC.) PRESENTI NEGLI ALTRI RIFIUTI, QUALI AD ESEMPIO IL CODICE EER 170904. ARMONIZZANDO IL TUTTO TENENDO IN CONSIDERAZIONE LA PREVISIONE, DICHIARATA NEGLI ELABORATI DI PROGETTO, DI GESTIRE I RIFIUTI DI SCARTO (LEGNO, PLASTICHE ECC.) IN DEPOSITO TEMPORANEO, QUINDI NEL RISPETTO DEI TRE MESI DI GIACENZA SENZA LIMITI QUANTITATIVI, O QUALORA SI ADOTTI IL CRITERIO DELL'ANNO DI GIACENZA PER UN TOTALE DI 30 M3(20 M3 NON PERICOLOSI E 10 M3 DI PERICOLOSI), È NECESSARIO SPECIFICARNE LE MODALITÀ. ... 48 3.31 LA DOCUMENTAZIONE TECNICA RELATIVA ALL'ANTINCENDIO, DICHIARAZIONE DI NON ASSOGGETTAMENTO

DELL'IMPIANTO ALLA NORMATIVA IN VIGORE SUI PROCEDIMENTI RELATIVI ALLA PREVENZIONE DEGLI INCENDI (D.P.R. N. 151/2011), DEVE ESSERE REDATTA DA PARTE DI TECNICO IN POSSESSO DEI REQUISITI DI CUI AL D.LGS. 139/2006 ART. 16 COMMA 4 E D.M. 05/08/2011 COME MODIFICATO 07/06/2016. ... 49 3.32 LA PROCEDURA PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN ENTRATA NON CONFORMI APPARE POCO CHIARA E FA

INTENDERE LA PRESENZA DI UN PRESTOCCAGGIO SENZA PRESA IN CARICO DEL RIFIUTO DA PARTE DELLA DITTA.NECESSITANO CHIARIMENTI A TAL PROPOSITO POICHÉ UNA PROCEDURA COME SOPRA DESCRITTA NON SI RITIENE CONDIVISIBILE. SI RITIENE CHE IL RIFIUTO DEBBA ESSERE RESPINTO SENZA ALCUN DEPOSITO IN PRESTOCCAGGIO CON IL MEZZO CON CUI È GIUNTO OVVERO POTREBBERO ESSERE CONSENTITE LE MERE OPERAZIONI DI TRASBORDO, COME DEFINITE NELL'ART. 192 COMMA 12 D.LGS. 152/2006. QUALORA LA DITTA DOVESSE PORRE IN STOCCAGGIO UN RIFIUTO IN INGRESSO NON CONFORME, OLTRE AD INDIVIDUARE IN PROGETTO L'AREA A CIÒ DEPUTATA, SI RITIENE DEBBA PRENDERLO IN CARICO E INVIARLO A IDONEO IMPIANTO DI TRATTAMENTO QUALE PRODUTTORE/DETENTORE, FATTI SALVI GLI ASPETTI (PER ESEMPIO ECONOMICI) CONTRATTUALMENTE PREVISTI CON IL CONFERITORE. .... 49 4 GESTIONE DEGLI SCARICHI ... 50

4.1 CHIARIRE QUALE MODALITÀ LA DITTA INTENDE ADOTTARE PER LA GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO DEL PIAZZALE IN CUI VENGONO EFFETTUATE LE OPERAZIONI DI STOCCAGGIO E DI LAVORAZIONE DEI RIFIUTI, SE MEDIANTE SISTEMA A CIRCUITO CHIUSO SENZA SCARICHI, COME RIPORTATO NELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE “RELAZIONE GENERALE “RG A PAG.2 9 E A PAG.18 DELLA

“RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA REV. 01” A01, O SE MEDIANTE UN SISTEMA CHE PREVEDE IL PASSAGGIO IN UN DISSABBIATORE DISOLEATORE, L'ACCUMULO PER LA BAGNATURA DEI CUMULI, E LO SCARICO DELLE ACQUE IN ECCESSO NEL FOSSATO IMPERMEABILIZZATO CON SUCCESSIVO SMALTIMENTO SUL SUOLO, COME RIPORTATO ALLA PAG.25 DELLA “RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA REV.01”A01 . 50 4.2 SE PREVEDE DI SCARICARE AL SUOLO, LA DITTA DOVRÀ DIMOSTRARE L'IMPOSSIBILITÀ TECNICA O

L'ECCESSIVA ONEROSITÀ A FRONTE DEI BENEFICI AMBIENTALI CONSEGUIBILI A RECAPITARE IN CORPI IDRICI SUPERFICIALI, QUALI IL TORRENTE BRENTONE (270 M A NORD) O IL FIUME MUSON DEI SASSI (840 M A NORD EST), O IN RETI FOGNARIE ... 50 4.3 TRASMETTERE LA SPECIFICA TECNICA DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE DI

DILAVAMENTO CON I CALCOLI IDRAULICI NECESSARI A GIUSTIFICARE IL SUO DIMENSIONAMENTO E CON LA GARANZIA DEL RISPETTO DEI LIMITI DI UN EVENTUALE SCARICO ... 51 4.4 INTEGRARE LA PLANIMETRIA TAV.CP1 DATATA FEBBRAIO 2019: ... 51

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4.5 INTEGRARE LA PLANIMETRIA TAV.CP2 DATATA FEBBRAIO 2019, CON: ... 52 4.6 EFFETTUARE UNA VERIFICA SULLE AREE DESTINATE ALLO STOCCAGGIO DELLE MPS E ALLA VIABILITÀ

INTERNA, IN CONSIDERAZIONE CHE IL PTA RICHIEDE, AI SENSI DEL COMMA 1 DELL ART. 39, CHE SIA FATTA UNA DISAMINA PUNTUALE DI QUALI SIANO LE CONDIZIONI CHE RICHIEDONO DI DOVER ASSOGGETTARE AGLI OBBLIGHI DELLO SCARICO LE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO, NON SOLO DEI RIFIUTI MA ANCHE DI TUTTE LE CIRCOSTANZE AZIENDALI CHE NE POTREBBERO RICHIEDERE LO STESSO ASSOGGETTAMENTO. ... 52

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1 PREMESSE

In data 21/11/2018 (prot. Prov. n. 0095899) la Ditta GAZZOLA SNC ha prodotto istanza finalizzata ad ottenere il provvedimento autorizzativo unico per il nuovo l'impianto di recupero rifiuti ubicato in comune di Castello di Godego

In data 03/04/2020 si è svolta la Conferenza di Servizi istruttoria a seguito della quale sono state richieste alla ditta, ai sensi del comma 5 dell'art. 27 bis del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti integrazioni alla documentazione progettuale:

2 RELATIVAMENTE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

2.1 RUMORE

Relativamente alla componente ambientale rumore, si richiede al Proponente di presentare una nuova Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, redatta secondo le modalità previste dalla DDG Arpav n. 3/2008, atta a verificare le immissioni di rumore nei confronti dei ricettori più vicini, caratterizzando tutte le sorgenti sonore che risulteranno funzionanti nello specifico contesto. Qualora l’elaborato dimostri un potenziale non rispetto anche di uno solo dei limiti vigenti, la documentazione dovrà comprendere l’individuazione delle misure e degli interventi necessari a mantenere emissioni ed immissioni entro i limiti di norma. Si specifica che secondo l’art. 2, comma 1, lettera b) della Legge n. 447/1995, si definisce ambiente abitativo “ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla permanenza di persone o di comunità ed utilizzato per le diverse attività umane, fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività produttive per i quali resta ferma la disciplina di cui al decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, salvo per quanto concerne l'immissione di rumore da sorgenti sonore esterne ai locali in cui si svolgono le attività produttive”.

Il Comune di Castello di Godego è dotato di Piano di Classificazione Acustica Comunale.

Nel nuovo elaborato si richiede al Tecnico Competente di verificare il rispetto dei limiti di emissione e dei limiti assoluti di immissione previsti nell’ambiente esterno dalla zonizzazione di tale piano, non dei limiti del regime transitorio di cui all’art. 6 del DPCM 1 marzo 1991.

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Diversamente dall’elaborato ad oggi presentato, nel rendere conto della rumorosità residua dello stato acustico di “ante operam”, dovranno essere escluse le emissioni dei macchinari e delle attività della ditta GAZZOLA s.n.c. già in esercizio.

La rumorosità ambientale deve comprendere il contributo di tutte le sorgenti in funzione sulle aree in proprietà/gestione del Proponente, quelle attualmente esistenti e quelle di prevista installazione (per lo stato di “ante operam” le sorgenti dell’area attività esistenti, per lo stato di “post operam” le sorgenti dell’area attività esistenti + quelle previste sull’area nuovo impianto).

Nella verifica del rispetto dei limiti differenziali di immissione, la rumorosità ambientale va confrontata con il livello residuo rilevato in assenza di ogni attività della ditta GAZZOLA s.n.c.

Ai fini delle nuove verifiche servirà ripetere i rilievi strumentali già eseguiti e integrarli con altre misure, effettuate in tempi di misura più estesi, affinché al loro interno possano manifestarsi tutti i fenomeni sonori rilevabili nello specifico contesto. Con riferimento ai certificati forniti in allegato A alla documentazione di impatto acustico, si segnala che la strumentazione utilizzata - sia la catena fonometrica che il calibratore acustico - deve essere provvista, ai sensi del comma 4 dell’art. 2 del DM 16/3/98, di certificato di taratura in corso di validità.

Secondo le Linee Guida ARPAV per l’elaborazione della Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, “la valutazione dovrà riguardare anche gli effetti generati dalle emissioni rumorose del traffico veicolare indotto dall’esercizio della nuova opera/attività e dalle prevedibili emissioni sonore di origine antropica connesse con l’attività stessa, ancorché non riconducibili direttamente a sorgenti sonore comprese nel progetto.”

Nell’elaborato di progetto “RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA” si indica che a seguito dell’avvio della nuova attività di recupero rifiuti, all’area della ditta GAZZOLA s.n.c.

accederanno mediamente n. 12 mezzi pesanti al giorno. Non è chiaro se nelle valutazioni del Tecnico Competente ad oggi prodotte sia stata considerata anche la rumorosità generata dal movimento di tali mezzi, né se sia stato considerato il flusso di camion richiamato dalla limitrofa attività di lavorazione inerti, i cui impatti contribuiscono al raggiungimento dei limiti stabiliti dal Piano di Classificazione Acustica Comunale.

Risposta

Si trasmette la nuova versione della relazione acustica. Per limitare le emissioni acustiche si fa presente che gli impianti di vagliatura (esistente) e di triturazione (in progetto) verranno usati solo separatamente.

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2.2 VIABILITÀ

Si richiede di integrare lo “Studio sull’Impatto della Viabilità”, specificando il flusso di mezzi pesanti richiamato dall’attività di lavorazione inerti attualmente svolta dalla ditta GAZZOLA s.n.c.

Considerata l’ampiezza limitata della sede viabile di Via Pagnana, necessariamente percorsa dai mezzi in entrata ed uscita dall’area di cava, si richiede al Proponente di produrre un numero significativo di sezioni trasversali quotate di tale strada, dando dimostrazione che l’incrocio tra mezzi leggeri e pesanti, in movimento nelle direzioni nord e sud, avvenga in adeguate condizioni di sicurezza, indicando l’eventuale esistenza di specifiche aree di scambio.

Risposta

Si trasmette la nuova versione della relazione di viabilità con le integrazioni richieste.

Il flusso dei mezzi pesanti richiamato dall’esistente attività di lavorazioni inerti è pari a una media di 5 mezzi al giorno.

Anche questi mezzi sono stati conteggiati nel rilievo del traffico e non implicano il peggioramento del livello di servizio ottimo dell’arteria stradale.

Si inseriscono le sezioni stradali richieste e le considerazioni sugli incroci tra mezzi.

Tutta via Pagnana ha una sezione minima di m 5,60 con corsie pari a 2.75 m, la classificazione è di strada locale e, ai sensi dell’art. 140 del Regolamento di attuazione del Nuovo Codice della Strada, è idonea al passaggio di mezzi pesanti senza necessità di isole di scambio.

In prossimità dell’incrocio col viottolo Pagnana, esiste una strettoia dovuta alla presenza di edifici adiacenti alla strada in cui la viabilità è regolata a senso unico alternato.

2.3 SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE

Relativamente allo smaltimento delle acque meteoriche, si richiede al Proponente di integrare la documentazione tecnica ad oggi prodotta, dando dimostrazione che il bacino di evapotraspirazione previsto perimetralmente all’area del nuovo impianto sia realizzato all’esterno della preesistente discarica, a distanza sufficientemente cautelativa dalla stessa.

Risposta

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Come riportato nella nuova tavola TG03 allegata, la distanza minima del corpo discarica dei rifiuti dal contorno della recinzione è pari a 5.0 m.

Nella tavola TG05 si ripota la sezione tipo come da dimensioni reali (verificate anche tramite sondaggi in sito).

2.4 INQUINAMENTO LUMINOSO

Se l’opera comprende l’installazione di più di 4 nuovi punti luce il Proponente è tenuto a presentare il progetto illuminotecnico previsto dall’art. 7 L.R. 17/09. I criteri per la redazione della documentazione tecnica progettuale sono disponibili sul sito internet di Arpav all’indirizzo www.arpa.veneto.it/temiambientali/luminosita-del-cielo/criteri-e-linee- guida-1. In ogni caso i nuovi punti luce dovranno possedere i requisiti regolamentati dall’art. 9 della stessa legge.

Risposta

L’opera non prevede nessun punto luce in progetto. Si valuterà in seguito se inserire un unico punto luce di sicurezza notturno.

2.5 SISTEMAZIONE PERIMETRALE A VERDE

Si richiede di presentare una Tavola di progetto con riportati gli interventi da effettuare per incrementare la siepe perimetrale individuando le piante messe a dimora che devono comprendere Populus nigra var. italica altri arbusti autoctoni sempreverdi.

Si prevede l’inserimento delle essenze richieste e si allegano le tavole TG04-TG05-TG07 aggiornate. Le piante d’alto fusto non vengono collocate lungo la siepe per il rispetto dell’art. 892 del Codice Civile e nemmeno nel vecchio corpo della ex-discarica.

(11)

3 RELATIVAMENTE ALL'APPROVAZIONE DEL PROGETTO E ALL'AUTORIZZAZIONE ALL'ESERCIZIO DELL'IMPIANTO GESTIONE RIFIUTI

3.1 PRESENTARE UN RILIEVO TOPOGRAFICO DI DETTAGLIO DI VERIFICA DI RISPETTO DEL LIMITE DEI 100M (DCR30/2015) POICHÉ SI È MOLTO PROSSIMI AL LIMITE.

Risposta

Il rilievo topografico è stato integrato con l’inserimento dei punti topografici dell’abitazione più vicina. Si allega nuova tavola TG03 datata maggio 2020.

3.2 PRESENTARE IL DIMENSIONAMENTO DELLE PAVIMENTAZIONI COLLEGATO AI CARICHI STATICI E DINAMICI NONCHÉ ALLE VIBRAZIONI IN FUNZIONE DEGLI ESITI DELLE PROVE GEOTECNICHE CONDOTTE E/O EVENTUALMENTE INTEGRATIVE, QUALORA NECESSARIE.

Risposta

Si propone il calcolo della pavimentazione dell’area B in cui poggia il trituratore.

Per evitare problematiche di vibrazioni e tenuta del sottofondo si opta per una pavimentazione in C.A. di spessore 25 cm armata con doppia rete elettrosaldata.

Con i carichi di esercizio in gioco le tensioni sul fondo sono molto basse (max. 0.27 kg/cmq). Si allega relazione di calcolo.

Per quanto riguarda le operazioni di stoccaggio, le aree A e C saranno provviste di una pavimentazione in stabilizzato da cm 25.

Dalla verifica delle tensioni derivanti dal peso dei cumuli, anche in questo caso le pressioni calcolate sono molto basse:

mq base inf mq base sup altezza mc PS

(t/mc) ton Press base (kg/cmq)

Cumulo A 297,0 17,0 5,0 785,0 1,6 1256 0,42

Cumulo D 504,0 128,0 5,5 1738,0 1,6 2780,8 0,55

Le indagini geologiche effettuate hanno evidenziato un buon grado di costipamento dei riporti ( vedi relazione geologica) e paragrafo 3.22.

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3.3 DEFINIRE LA GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO QUALI SOTTOPRODOTTO E LE INTERAZIONI CON LA GESTIONE DELL'IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI. DOCUMENTARE LA SUDDIVISIONE DELLE AREE TRA RIFIUTO E SOTTOPRODOTTO. COME VERRÀ AFFRONTATA LA PRESENZA DI SOTTOPRODOTTI, ALL'ATTO DEL DECOMMISSIONING DELL'IMPIANTO, CON L'OBBLIGO DI RIPRISTINO DEI LUOGHI E CONNESSE GARANZIE FINANZIARIE, IN CONSIDERAZIONE ANCHE DEL FATTO CHE SI È IN PRESENZA DELLA RICHIESTA DI VARIANTE URBANISTICA.

Risposta

Si rinuncia a gestire terre e rocce da scavo sia come rifiuti che come sottoprodotto.

L’impianto opererà solo su rifiuti che saranno recuperati secondo le procedure previste dal decreto ministeriale 5 febbraio 1998 smi.

3.4 DEFINIRE LA TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO R12 CHE SI INTENDE SVOLGERE.

Risposta

Si rinuncia a richiedere l’autorizzazione all’operazione R12. L’impianto effettuerà solo le operazioni R5 e R13.

(13)

3.5 IN FUNZIONE DELL'INTERVENUTA MODIFICA DELL'ARTICOLO 184-TER DEL D.LGS. 152/2006 DI CUI ALLA L. 128/2019, PRESENTARE UN AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI GESTIONE OPERATIVO-PGO

Risposta

Si allega la nuova versione del Piano di Gestione Operativa.

In considerazione degli spazi a disposizione e delle problematiche legate alla gestione del vetro, delle miscele bituminose, della terra e rocce da scavo e dei materiali da costruzione a base di gesso si dichiara di rinunciare ai codici barrati in tabella. Nell’allegata relazione A01 bis sono stati integralmente stralciati.

C.E.R. Descrizione

Operazione All.

C D.Lgs.

152/2006

Attività di recupero Par. D.M.

5/2/98

01

RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MINERALI

01 04 Rifiuti prodotti dal trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi

01 04 08 Scarti di ghiaia e pietrisco diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 R13 – R12 – R5 7.2.3 d) f) 01 04 10 Polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 R13 – R12 – R5 7.2.3 d) f)

01 04 13 Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi da

quelli di cui alla voce 01 04 07 R13 – R12 – R5 7.2.3 d) f) 10 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI

10 13 Rifiuti della fabbricazione del cemento, calce gesso e manufatti di tali materiali

10 13 11 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento

diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

17

RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)

17 01 Cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche

17 01 01 Cemento R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

17 01 02 Mattoni R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

17 01 03 mattonelle e ceramiche R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

17 01 07 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,

diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06 R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c) 17 02 Legno, vetro e plastica

17 02 02 Vetro R13 – R12 – R5 2.1.3 c)

(14)

17 03 Miscele bituminose

17 03 02 Miscele bituminose diverse di quelle di cui alla voce 17 03 01 R13-R12– R5 7.6.3 c)

17 05 terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) rocce e fanghi di dragaggio

17 05 04 terra e rocce diverse da quelle di cui alla voce 17.05.03 R12 – R13 – R5 7.31.bis.3 c) 17 05 08 Pietrisco per massicciate ferroviarie R13 – R12 – R5 7.11.3 d) 17 08 materiali da costruzione a base di gesso

17 08 02 materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla

voce 17 08 01 R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

17 09 altri rifiuti dell’attività di costruzione demolizione

17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli

di cui alle voci 17.09.01, 17.09.02 e 17.09.03 R13 – R12 – R5 7.1.3 a) c)

3.6 IN FUNZIONE DELL'INTERVENUTA MODIFICA DELL'ARTICOLO 184-TER DEL D.LGS. 152/2006 DI CUI ALLA L. 128/2019, PRESENTARE UN AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI GESTIONE OPERATIVO-PGO

“dove si mettano bene in evidenza le procedure di autocontrollo e si adotti l'autocertificazione prendendo per esempio a riferimento le ”Linee Guida per l’applicazione della disciplina End of Waste di cui all’art.184 ter comma 3-ter del D.Lgs.152/2006 - Delibera del Consiglio SNPA. Seduta del 06.02.2020. Doc. n.62/20”, reperibili al seguente link https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2020/02/LG_SNPA_23_20_End_of_Waste.pdf A tale scopo necessita sapere se siano rispettati pedissequamente i punti del DM e quali, spiegando se ci si discosti e in cosa. Qualora ci si discosti dal DM 05/02/1998, specificare quali siano le condizioni per assicurare che vi sia rispetto del comma 1 dell'art. 184-ter e le relative procedure di controllo nel rispetto di quanto indicato dal comma 3 del medesimo articolo.

Si richiama l'attenzione per esempio sul codice EER 170504-terre e rocce da scavo, rifiuto per il quale nel DM 05/02/1998 non è previsto un trattamento al punto 7.31bis che ne determini la cessazione della qualifica di rifiuto”.

Risposta

Come indicato nel paragrafo soprastante sono stati stralciati i codici del vetro delle miscele bituminose, le terre e rocce da scavo e i materiali da costruzione a base di gesso.

(15)

I recuperi saranno effettuati conformemente alle previsioni del decreto ministeriale 5 febbraio 98 smi.

3.7 DEFINIRE MODALITÀ DI COPERTURA DEI RIFIUTI STOCCATI RELATIVI ALLA ZONA C.

Risposta

La zona C servirà per lo stoccaggio temporaneo di eventuali rifiuti eliminati dai detriti di demolizione, quali acciaio di armature, plastica o legno.

Si prevede che la quantità di tali rifiuti sia minima e stoccabile in cassoni opportunamente coperti come da foto esempio.

3.8 PRESENTARE UNA PLANIMETRIA IN CUI SIA CHIARA LA GESTIONE LOGISTICA DELLE AREE CON RELATIVE DIMENSIONI, LA VIABILITÀ E IL POSIZIONAMENTO DEI CUMULI. CONDURRE UNA REVISIONE CRITICA DEL SISTEMA DI BAGNATURA CON SPRINKLER IN FUNZIONE DELLE MODIFICHE SULLA LOGISTICA DELLE AREE DI CUI SOPRA.

Risposta

Si allegano le nuove tavole TG08 e TG09.

Sono stati organizzati i cumuli di stoccaggio in modo che tutta l’area sia percorribile dalla pala meccanica per le operazioni di carico-scarico.

Si ritiene che gli stoccaggi massimi possibili sia quelli in tabella:

(16)

mq base inf mq base sup altezza mc PS

(t/mc) ton Press base (kg/cmq)

Cumulo A 297,0 17,0 5,0 785,0 1,6 1256 0,42

Cumulo D 504,0 128,0 5,5 1738,0 1,6 2780,8 0,55

Si prevede la posa in opera di sprinkler del tipo agricolo con gittata pari a 30.0 m 8vedi tavola TG09).

3.9 PRESENTARE PLANIMETRIA CON LA LOGISTICA DI CAVA (UFFICI, PESA, ALTRO)

POSTA A SERVIZIO DELL'IMPIANTO DI RECUPERO E CON I PERCORSI DEI MEZZI.

Risposta

Si allega la tavola TG10 con la logistica di cava.

3.10 FACENDO RIFERIMENTO ALLE LINEE GUIDA SNPA SOPRA RICHIAMATE, QUALORA POSSIBILE, DEFINIRE EVENTUALE SCADENZA DELLA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO E I TEMPI DI STOCCAGGIO DELL'EOW.

Risposta

I recuperi avverranno conformemente alle previsioni del d.m. 5.2.98 smi.

I materiali EOW saranno stoccati nelle aree apposite.

3.11 RELATIVAMENTE AL RIFIUTO CODICE EER 170302-MISCELE BITUMINOSE DIVERSE DA QUELLE DI CUI ALLA VOCE 170301, VIENE RICHIAMATO IL DM 69/2018 MA NON SONO RIPORTATE NEL DETTAGLIO LE PROCEDURE OPERATIVE E GESTIONALI ATTE A DESCRIVERNE COMPIUTAMENTE IL TRATTAMENTO E IL FINE DEL TRATTAMENTO.PER ESEMPIO IL TRATTAMENTO SARÀ SVOLTO PER OTTENERE GRANULATO DI CONGLOMERATO BITUMINOSO PER REALIZZAZIONE DI RILEVATI E SOTTOFONDI STRADALI E/O PER L'UTILIZZO IN IMPIANTI DI BITUMAGGIO (UNI13108 E/O 13242)?

QUALI SARANNO LE PROCEDURE DI AUTOCONTROLLO? TALI ASPETTI VANNO APPROFONDITI.

Risposta

Si rinuncia a trattare il fresato di asfalto.

(17)

3.12 LA DITTA DEVE FORNIRE LE SCHEDE TECNICHE DEI MACCHINARI CHE VERRANNO UTILIZZATI, ANCHE DEL VAGLIO. IL MACCHINARIO IPOTIZZATO HA UNA PRODUZIONE MASSIMA DI 150 T/H, QUINDI, STANDO ALLE 750 T DI RIFIUTI TRATTABILI DICHIARATE, RISULTEREBBERO 5 ORE DI LAVORO GIORNALIERE, MENTRE LE ORE DICHIARATE SONO 8. QUESTO PRESUPPONE UN METODO DI CONTROLLO, DA INSTALLARE SE NON GIÀ PRESENTE, PER IDENTIFICARE LE ORE LAVORATE O LA QUANTITÀ DI MATERIALE LAVORATO.

Risposta

La macchina trituratrice scelta è la Franzoi TAZ280 che ha una produzione massima di 150 t/h.

Anche le 750 t/d sono la quantità massima trattabile al giorno, pertanto, nel caso la macchina trituratrice lavorasse a pieno regime si prevede lo stop delle lavorazioni dopo 5 ore. Si prevede un conta-ore installato alla macchina trituratrice.

Rispetto al progetto iniziale si intende richiedere in riduzione i seguenti quantitativi:

- Quantità massima di rifiuti recuperabili presso l’impianto: 80'000 ton/anno;

- Stoccaggio massimo istantaneo: 5'000 ton (circa 3'000 mc) che comprendono:

o Rifiuti in ingresso all’impianto in attesa di essere lavorati;

o Materiali lavorati in attesa delle verifiche che attestino il loro utilizzo come Materia Prima Secondaria;

o Rifiuti esitati dalle operazioni di recupero.

Per quanto riguarda il vaglio, è un impianto di fine anni 70 di cui non si possiede scheda tecnica.

3.13 LE PROCEDURE GESTIONALI DEVONO PREVEDERE LE LAVORAZIONI PER LOTTO CHIUSO PRIMA DEL TRATTAMENTO.

Risposta

Si accetta la prescrizione.

3.14 SPECIFICARE QUALI SONO I RIFIUTI CHE VENGONO MESSI NEI CONTENITORI CHIUSI.

Risposta

(18)

La zona C servirà per lo stoccaggio temporaneo di eventuali rifiuti eliminati dai detriti di demolizione, quali acciaio di armature, plastica o legno o altri.

Si prevede che la quantità di tali rifiuti sia minima e stoccabile in cassoni opportunamente coperti.

C.E.R. Descrizione

19

RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO, NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE

19 12 rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti non specificati altrimenti

19 12 01 carta e cartone 19 12 02 metalli ferrosi 19 12 03 metalli non ferrosi 19 12 04 plastica e gomma 19 12 05 vetro

19 12 07 legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 19 12 08 prodotti tessili

19 12 12 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11

3.15 DEFINIRE SE SI OPERA IN DEPOSITO TEMPORANEO PER QUANTO CONCERNE I RIFIUTI PRODOTTI DI SCARTO, RISPETTANDONE I TERMINI, O SE SI OPTA PER IL REGIME DI AUTORIZZAZIONE, SI RAMMENTA CHE IN QUESTO CASO I QUANTITATIVI DOVRANNO ESSERE SPECIFICATAMENTE AUTORIZZATI ED INCIDERANNO SULL'IMPORTO DA GARANTIRE CON LE FIDEIUSSIONI.

Risposta

Si opta per il regime in autorizzazione.

3.16 NECESSITA MAGGIORE CHIAREZZA SU QUALI SARANNO I RIFIUTI ESITATI DAL TRATTAMENTO DA INVIARE A SMALTIMENTO, RAMMENTANDO CHE L'ISTANZA È PER IMPIANTO DI RECUPERO.

Risposta

(19)

C.E.R. Descrizione

19

RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO, NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE

19 12 rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti non specificati altrimenti

19 12 01 carta e cartone 19 12 02 metalli ferrosi 19 12 03 metalli non ferrosi 19 12 04 plastica e gomma 19 12 05 vetro

19 12 07 legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 19 12 08 prodotti tessili

19 12 12 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11

3.17 SI CHIEDE UNA VERIFICA SULLA DIREZIONE DI DEFLUSSO DELLA FALDA PERCHÉ APPARE SIGNIFICATIVAMENTE RUOTATA RISPETTO LA DIREZIONE REGIONALE PREVALENTE. LA VERIFICA DEVE PREVEDERE ANCHE LE QUOTE DEI PUNTI DI RIFERIMENTO RISPETTO I QUALI SI ESEGUONO LE MISURE FREATIMETRICHE. INOLTRE, DEVE ESSERE PROGETTATA UNA RETE DI MONITORAGGIO PERIODICO DELLE ACQUE DI FALDA (PUNTI DI CAMPIONAMENTO, PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO, PARAMETRI DA ANALIZZARE, FREQUENZA).

Risposta

In data 01/06/20 è stata effettuata una nuova misurazione della quota di falda.

Quota assoluta di bocca pozzo

Livello della falda da bocca pozzo

Quota assoluta della falda (01/06/2020)

m s.l.m. m m s.l.m.

P1 48,04 12,57 35,47

P2 47,79 12,86 34,93

P3 47,81 12,96 34,75

(20)

Nelle foto che seguono si rappresentano i tre piezometri con indicato il punto di riferimento per la misura del livello della falda.

Foto 1 Pz1 con indicato il punto di misura (foto 2018)

Foto 2 Pz1 sistemazione 2020

(21)

Foto 3 Pz2 con indicato il punto di misura (foto 2018)

Foto 4 Pz2 sistemazione 2020

(22)

Foto 5 Pz3con indicato il punto di misura (foto 2018)

Foto 6 Pz3 sistemazione 2020

(23)

Figura 1 Andamento della falda in data 01 06 2020

Le quote assolute della falda in data 01 giugno 2020 variavano tra 35,5 m s.l.m. a monte del sito e 34,75 m s.l.m. a valle del sito, con una soggiacenza di circa 12-13 m da p.c..

La falda ha un deflusso Nord Ovest /Sud Est , più simile all'andamento regionale, con un gradiente dello 0,7%.

3.17.1 Programma di monitoraggio delle acque di falda

Risposta

Le analisi effettuate a maggio 2018 sulle acque di falda campionate dai 3 piezometri presenti in sito hanno evidenziato il rispetto dei limiti della tabella 2 “acque sotterranee”

dell'all. 5 del Titolo V nella parte quarta del D.Lgs. 152/06.

Si propone quindi un piano di monitoraggio a partire dal termine della realizzazione del capping che preveda 2 campagne di analisi ( frequenza semestrale).

In campionamento interesserà i 3 piezometri realizzati nel 2018.

3.17.2 Modalità di campionamento delle acqua di falda Risposta

(24)

Il campionamento delle acque verrà effettuato concordando le modalità di prelievo con Arpav e secondo standard EPA che prevedono il prelievo mediante opportuna pompa, a seguito di uno spurgo condotto a bassa portata.

In particolare:

 spurgo dell’acqua presente nel piezometro con l’utilizzo di pompa sommersa posizionata ad una profondità intermedia tra il livello della falda ed il fondo del piezometro;

 utilizzo obbligatorio di sonda multiparametrica al fine di controllare i valori di pH, conducibilità, temperatura, potenziale redox e torbidimetro (tutti i parametri verranno riportati sul verbale di campionamento);

 eliminazione di almeno 3/5 volumi di acqua contenuta nel piezometro fino ad ottenere la stabilizzazione dei parametri della sonda;

 campionamento dell’acqua di falda utilizzando una portata < 1 litro al minuto, in particolare tra 0,1 e 0,5 l/min;

 utilizzo di più contenitori in vetro da 1 litro c.u., accuratamente puliti e seccati precedentemente, secondo specifiche atte a garantire l’assenza di ogni possibilità di contaminazione del campione muniti di tappo a tenuta, per la determinazione dei composti organici;

 etichettatura dei contenitori con il luogo del prelievo, la sigla del piezometro, la data e l’ora del prelievo;

 conservazione dei campioni a 4 °C (con ghiaccio secco) all’interno di frigo portatile.

Per la determinazione dei metalli, i campioni verranno prelevati previa filtrazione in campo a 0,45 m e saranno acidificati nel più breve tempo possibile con acido nitrico pari allo 0,5% in volume.

Tutte le aliquote dei campioni saranno opportunamente chiuse ed etichettate quindi consegnate il giorno stesso al laboratorio di analisi.

3.17.3 Parametri da analizzare nelle acque

Risposta

Tutti i campioni saranno sottoposti ad analisi per:

- pH - TOC

- Azoto ammoniacale - Nitriti

(25)

- Nitrati - Cloruri - Solfati

- Fosforo totale

- Idrocarburi totali (n-esano) - Metalli;

- BTEX

- Composti Alifatici Clorurati Cancerogeni - Composti Alifatici Clorurati non Cancerogeni - Composti Alifatici Alogenati Cancerogeni

3.18 SI NECESSITA DI UN PARTICOLARE DI PROGETTO PER L'ISOLAMENTO IDRAULICO DEL/DEI PIEZOMETRO/I CHE RICADE/ONO ALL'INTERNO DEL TRACCIATO DEL BACINO DI EVAPOTRASPIRAZIONE.

Risposta

E’ stato spostato il sistema trincea drenante lontano dal corpo discarica e dal Piezometro 2.

3.19 IN FUNZIONE DELLA SOVRAPPOSIZIONE DELLA TRINCEA DISPERDENTE CON PIEZOMETRO DI MONITORAGGIO (VEDASI TAVOLA TAV CP1) SI CHIEDE LO SPOSTAMENTO DI TALE TRINCEA DISPERDENTE O IN ALTERNATIVA LA CEMENTAZIONE ED IL POSIZIONAMENTO DEL PIEZOMETRO IN POSIZIONE ALTERNATIVA MA SIGNIFICATIVAMENTE EQUIVALENTE AI FINI DEL MONITORAGGIO DELLE ACQUE DI FALDA RISPETTO LA FONTE DI PRESSIONE DISCARICA/IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI.AD OGNI BUON CONTO DEVE COMUNQUE ESSERE PRODOTTA UNA VERIFICA DELLA DISTORSIONE DEL DEFLUSSO DI FALDA CONNESSO ALLA TRINCEA DRENANTE IN PROGETTO, ALLA CORRELAZIONE DI QUESTA CON LA MASSA RIFIUTI DELLA DISCARICA.

Risposta

Si allegano le nuove tavole con lo spostamento della trincea disperdente in posizione lontana rispetto al pozzo ed al corpo discarica. A seguito dello spostamento non si ha più alcuna interferenza tra trincea drenante e piezometro.

(26)

3.20 PRESENTARE ELABORATI GRAFICI OPPORTUNAMENTE DETTAGLIATI IN CUI VISUALIZZARE E QUANTIFICARE GLI STERRI/RINTERRI, COSA INTERESSANO (TERRENI NATURALI IN POSTO, TERRE DI COPERTURA DELLA DISCARICA, RIFIUTI PRECEDENTEMENTE ABBANCATI IN DISCARICA) E COME ANDRANNO GESTITI. A TAL PROPOSITO È NECESSARIA UNA RICOSTRUZIONE DEL CIGLIO DISCARICA AL PIANO CAMPAGNA E DELL'INVASO DI DISCARICA.

Risposta

Si allega la tavola TG11 con le indicazioni degli sterri e riporti. Il ciglio discarica è stato verificato essere a minimo 5.0 m dalla recinzione.

Di seguito si elenca un riepilogo.

RIPORTI

1) Materiale misto granulometrico compatto sp. 25 cm: 3300 mq, 825 mc 2) Misto cementato sp. 25 cm: 2049 mq, 512 mc

3) Piazzola in C.A. sp. 25 cm: 98 mq, 24.5 mc

4) Materiale limoso impermeabilizzante del fossato di invaso e delle vasche di depurazione: 270 mc

5) Riporti pietrisco su trincea drenante: 5.0 mc

STERRI

1) Escavazione fossato perimetrale di invaso (su capping discarica e terreno in posto):

260 mc

2) Escavazione capping e terreno in posto per impianti vari di depurazione, scarichi, trincea drenante: 10 mc

3) Altri sterri di minor conto (su terreno in posto) per posa tubazioni sprinkler e tubi di collegamento fossato (con riutilizzo del materiale per ricoprimento tubi)

4) Escavazione rifiuti inerti per posa depuratore: 60 mc.

I rifiuti inerti rimossi dal corpo di discarica (punto 3) verranno allontanati e conferiti in discarica autorizzata.

(27)

3.21 PRESENTARE DETTAGLI DI ISOLAMENTO DELLE STRUTTURE INTERRATE CHE VENGONO ALLOGGIATE ENTRO IL CORPO RIFIUTI, SOPRATTUTTO PER LE STRUTTURE DOVE FLUISCONO E/O SONO STOCCATI LIQUIDI.

Risposta

Si ripropone la tavola CP2 con i dettagli costruttivi aggiornati.

L’isolamento delle strutture interrate che vengono alloggiate all’interno del corpo rifiuti, ossia le vasche dell’impianto di depurazione, viene garantito da uno strato di materiale limoso ad alta impermeabilità dello spessore di 25 cm.

3.22 PRESENTARE UNA VERIFICA DELLA STABILITÀ DELLA SCARPATA RIVOLTA AD OVEST SECONDO I CARICHI STATICI E DINAMICI DI PROGETTO (CUMULI, MACCHINARI,

TRANSITO MEZZI).

3.22.1 Caratteristiche geotecniche

Risposta

La scarpata rivolta ad ovest è costituita interamente da rifiuto inerte che ha colmato la ex cava fino alla profondità di 9-10 m dal piano attuale.

I rifiuti inerti sono rappresentati in prevalenza da terreno limoso sabbioso e argilloso con laterizi e ghiaia. A circa 9-10 m si rilevano i terreni ghiaiosi naturali.

Le caratteristiche geotecniche dei rifiuti inerti che costituiscono la scarpata rivolta ad ovest sono stati desunti dai dati derivati dalle prove SPT effettuate durante il carotaggio del sondaggio realizzato nel maggio 2018 al centro dell'area dell'impianto come riportate nella relazione geologica allegata al progetto.

(28)

Le prove sono state effettuate alle seguenti profondità con i relativi risultati:

Profondità di esecuzione (m da p.c.)

di colpi per l’infissione dei primi 15 cm

di colpi per l’infissione degli ultimi due tratti da 15 cm

N° di colpi risultante

dalla somma

precedente

(da usare per le correlazioni)

S centro

2,00 4 4+3 7

4,00 3 4+5 9

6,50 7 5+7 12

9,00 8 6+5 11

Tabella 1 Risultati delle prove SPT in S centro.

Nella tabella sottostante vengono riportate le correlazioni tra numero di colpi necessario per l’infissione dell’ultimo tratto di 30 cm (piede) ed angolo di attrito.

Tabella 2 Tabella di correlazione N° colpi da SPT/angolo di attrito per terreni incoerenti

Terreno

Penetrometro

standard N° di colpi per piede

Angolo di attrito

Molto

sciolto <4 <30°

Sciolto 4 – 10 30° - 35°

Compatto 10 – 30 35° - 40°

Denso 30 – 50 40° - 45°

Molto

denso >50 >45°

Dalle prove effettuate risulta quindi che gli strati sono sciolti con angolo di attrito tra 30°- 35° fino a 4 m da p.c e compatti tra 6 e 9 m da p.c. con angolo di attrito compreso tra 35°

e 40 ° .

Le prove effettuate indicano che l’argilla varia tra mediamente consistente e consistente in quanto presenta valori che variano tra 2 e 2,8 kg/cmq (vedi valori indicati sulla scheda stratigrafica allegata).

Le prove effettuate con con Torvane hanno dato valori di Cu speditivi compresi tra 0,4 e 0,5 kg/cmq (vedi valori indicati sulla scheda stratigrafica allegata).

Nella verifica di stabilità si sono assunti i parametri minimi:

angolo di attrito = 30°

(29)

coesione non drenata = 0,4 kg/cmq

coesione drenata = 0,04 kg/cmq (valore tipico per argille mediamente consistenti)

Per i terreni naturali ghiaiosi si sono assunti i valori tipici di angolo di attrito dell'alta pianura trevigiana, più cautelativi:

angolo di attrito = 38°

Parametri geotecnici sezione scarpata ovest Strato Coesione

(kg/cm²)

Coesione non drenata

(kg/cm²)

Angolo resistenza

al taglio (°)

Peso unità di volume

(Kg/m³)

Peso saturo (Kg/m³)

Litologia

1 0.04 0,4 30 2000 2200 Rifiuti inerti

argilloso limosi

2 0 0 38 1900 2100 Ghiaia con

sabbia o ghaia sabbiosa

La verifica è stata condotta lungo la sezione 3 delle tavole di progetto:

Figura 2 sezione 3

(30)

Figura 3 stralcio della planimetria di progetto.

Per una visione più dettagliata si rimanda alle planimetrie allegate alla documentazione integrativa.

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