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TREVISO
Il quadro dei principali comparti dell’alimentare trevigiano
Secondo i dati più recenti forniti dalla Camera di Commercio di Treviso, il settore alimentare locale poteva contare (nel 2011) su 174 imprese con più di 10 dipendenti. Non risulta siano disponibili altri dati che consentano di stimare le dinamiche più recenti, ma è plausibile che questa misura rappresenti ancora una valutazione realistica, pur con qualche elemento di ottimismo, del perimetro produttivo settoriale.
Il data base utilizzato per produrre questa analisi (il bilancio somma dei cinque principali comparti dell’alimentare trevigiano) raccoglie un numero più contenuto di aziende (nr. 124) , ma va riferito plausibilmente alla parte più solida e consistente del settore (mediamente aziende con più di venti addetti). Per queste ragioni si ritiene che il gruppo di imprese coinvolto in questa osservazione sia in grado di rappresentare in modo significativo (al 2013) lo stato economico finanziaria dei principali comparti dell’industria alimentare trevigiana.
1) Comparto - Prodotti da forno*, prov. di Treviso v.a. (000/Euro)
2011 2012 2013 2013/2011
(var. %)
Imprese 18 17 17
Dipendenti 746 807 852 14,3
Fatturato 216.623 223.132 242.413 11,9
ROS 6,8% 7,4% 7,9%
ROI 8,4% 9,1% 10,0%
Indebitamento 2,09 1,72 1,48
Fonte: Elaborazioni di Istituto Poster
*la stima non comprende la Bauli di Orsago (gruppo Bauli)
I dati del comparto “prodotti da forno” riguardano un gruppo di 17 imprese, con poco più di 800 dipendenti e oltre 240 milioni di € di fatturato. Negli ultimi tre anni il comparto ha segnato una dinamica positiva. Malgrado la fuoriuscita di un’azienda, il resto del comparto ha goduto di una discreta espansioneche ha consentito una crescita complessiva, sia del fatturato che dell’occupazione.
Rispetto l’andamento delle vendite è necessario sempre ricordare che esso può venire influenzato dal livello dei prezzi delle materie prime. Ad ogni modo, il buon andamento produttivo si è tradotto anche in un miglioramento degli indicatori di redditività, che mostrano una remunerazione positiva del capitale investito (Roi) e segnali di un crescente apprezzamento del prodotto (il Ros può essere letto come un indicatore che stima la capacità delle imprese di farsi riconoscere dal mercato un prezzo di vendita soddisfacente).
Una certa costanza di buoni risultati economici sembra aver permesso alle aziende di migliorare la propria situazione patrimoniale, rendendo ancora più sostenibile un già contenuto indice di indebitamento. E’ evidente l’importanza di una adeguata patrimonializzazione e di una ridotta esposizione debitoria: oltre a tener plausibilmente sotto controllo l’incidenza degli oneri finanziari, con questi livelli di indebitamento le aziende possono programmare delle politiche di investimento che non trovano ostacoli eccessivi in termini di disponibilità di capitali.
2) Comparto - Produzione di paste alimentari, prov. di Treviso v.a. (000/Euro)
2011 2012 2013 2013/2011
(var. %)
Imprese 9 9 9
Dipendenti 544 555 557 2,4
Fatturato 256.954 284.064 307.599 19,7
ROS 3,5% 3,1% 3,8%
ROI 3,0% 2,8% 3,4%
Indebitamento 2,54 2,16 2,06
Fonte: Elaborazioni di Istituto Poster
performance dell’unico grande gruppo presente. Peraltro, ad un buona andamento delle vendite non corrispondono delle dinamiche molto brillanti sul fronte della redditività e dell’apprezzamento qualitativo delle produzioni. Gli indicatori di redditività del capitale investito (Roi) e dell’apprezzamento delle vendite (Ros), malgrado l’espansione del fatturato rimangono a livelli modesti e segnalano la difficoltà di ottenere da queste produzioni margini significativi.
Anche qui è possibile che l’espansione del fatturato sia influenzata dalla dinamica dei prezzi delle materie prime, che, se in aumento, ridimensionerebbero la crescita in valore delle vendite.
La situazione patrimoniale di queste imprese risulta sostanzialmente sotto controllo, anche se si può notare che i ridotti margini di guadagno non permettono di contrarre significativamente l’esposizione finanziaria.
3) Comparto- Bevande, prov. di Treviso v.a. (000/Euro)
2011 2012 2013 2013/2011
(var. %)
Imprese 61 63 65
Addetti 1.098 1.176 1.230 12,0
Fatturato 613.713 683.460 719.089 17,2
ROS 3,4% 2,3% 3,7%
ROI 3,4% 2,4% 4,0%
Indebitamento 2,33 2,75 2,29
Fonte: Elaborazioni di Istituto Poster
Il comparto delle bevande rappresenta una segmento distintivo del territorio trevigiano.
Ovviamente, la parte preponderante della specializzazione si riferisce alla produzione vitivinicola, con tipologie produttive sovente a confine tra la produzione agricola e l’industria alimentare. La dimensione media delle unità produttive è modesta, in corrispondenza con una forte diffusione di aree vocate alla produzione vitivinicola. I risultati di questi anni sono da considerare positivamente, anche se tale giudizio è mitigato dalla diversa base di riferimento:
tra il 2011 ed il 2013, sono aumentate di 4 unità le imprese di capitale, con conseguente allargamento del perimetro d’imprese considerato.
L’aumento del fatturato e degli addetti va, quindi, apprezzato, ma si deve considerare che potrebbe in qualche misura dipendere dal contributo delle nuove aziende inserite nel calcolo. Su basi più certe si esplicita il commento relativo agli indicatori di redditività. Su questo terreno il comparto segnala una tendenza alla ripresa nell’ultimo anno, anche se va sottolineato che in termini assoluti le performance, pur positive, non sono brillanti. A ciò va collegato un trend di indebitamento che non subisce significativi miglioramenti, pur se non può essere ancora considerato preoccupante.
Le valutazioni sull’andamento del comparto devono tenere in qualche considerazione la peculiarità organizzativa di molte imprese locali. La presenza delle cantine sociali prospetta dei criteri di gestione economica dell’azienda sottoposti ad alcune condizioni: i risultati dell’impresa potrebbero essere fortemente condizionati dalle politiche di remunerazione dei soci conferitori, per cui a seconda che si privilegi il risultato dell’impresa di produzione o la redditività dei soci il quadro cambia decisamente.
4) Comparto- Lattiero Caseario, prov. di Treviso v.a. (000/Euro)
2011 2012 2013 2013/2011
(var. %)
Imprese 23 22 22
Addetti 907 938 919 1,3
Fatturato 355.650 384.714 394.875 11,0
ROS 3,4% 5,0% 3,6%
ROI 4,6% 7,4% 5,2%
Indebitamento 2,28 2,23 1,98
Fonte: Elaborazioni di Istituto Poster
Il comparto lattiero caseario nazionale è tra i segmenti dell’industria alimentare più sottoposti a tensione per le trasformazioni di mercato in atto. Le aziende devono contrastare una duratura riduzione dei consumi sul mercato domestico, non sufficientemente compensata dalla crescita delle esportazioni. Una parte del settore cerca di reagire con una crescente attenzione agli aspetti qualitativi del prodotto, ma ciò deve misurarsi con delle tensioni sui prezzi del prodotto sul mercato finale che non sempre consentono un’adeguata remuneratività.
In questo quadro il comparto trevigiano riesce a difendere con qualche difficoltà le proprie posizioni. L’occupazione risulta in leggerissima crescita mentre le dinamiche del fatturato mostrano un trend abbastanza confortante, anche se si deve tener conto che dopo la contrazione del 2012 nell’anno successivo la quotazione del latte è ripresa, giustificando almeno in parte una spinta verso l’aumento dei fatturati.
Non a caso, le aziende hanno approfittato della contrazione del costo della materia prima per migliorare le proprie performance nel 2012, mentre l’anno successivo questo effetto appare in qualche misura ridimensionato. Complessivamente gli indicatori di redditività medi appaiono abbastanza soddisfacenti, pur se vi sono segnali di una maggiore difficoltà a far apprezzare la qualità del prodotto anche in termini di aumento dei prezzi. L’indebitamento appare sotto controllo e consente potenzialmente alle imprese di programmare politiche di investimento che non abbiano un carattere meramente conservative.
5) Comparto – Lavorazione della carne* prov. di Treviso v.a. (000/Euro)
2011 2012 2013 2013/2011
(var. %)
Imprese 12 12 11
Addetti 306 311 269 -12,1
Fatturato 219.444 225.906 203.629 -7,2
ROS 3,0% -5,7% 2,7%
ROI 5,4% -13,0% 6,1%
Indebitamento 2,63 6,79 1,86
Fonte: Elaborazioni di Istituto Poster
*la stima non considera i risultati della Avicola Tre valli (gruppo Aia)
della filiera alimentare locale appare quello più in difficoltà, risentendo di una contrazione delle vendite che colpisce anche i livelli occupazionali.
A ben vedere, il repentino peggioramento degli indicatori registrato nel 2012 sembra dovere essere attribuito sostanzialmente alla crisi della Leiballi carni, che ha subito un tracollo improvviso in quell’anno che l’ha portata a dover liquidare le proprie attività. La stima sull’andamento del comparto, depurata dei dati negativi della Leiballi, propone un quadro più accettabile, anche se gli indicatori valorizzano meglio la redditività del capitale investito che il margine sulle vendite. Alla luce di ciò, è possibile esprimere un giudizio meno negativo della situazione.
Si tenga conto che l’indice di redditività può dipendere anche da condizioni esterne alle imprese: dinamica dei consumi, spostamento della domanda da una tipologia di prodotto ad un’altra, ecc. In questi casi si può verificare che i risultati di redditività dipendano da una efficiente organizzazione aziendale (buona produttività, controllo dei costi, ecc.) e non da una forte immissione di capitale. Se le cose vanno in questo modo si può riuscire a conseguire discreti risultati di vendita anche in presenza di tassi modesti di investimento. Anche la struttura debitoria del comparto, depurata dal peso della situazione di Leiballi, risulta rassicurante, a riprova di attività che non sembrano necessitare di vincoli di capitalizzazione elevati.