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L’EX-PALAZZO FICINI

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 2

(2)

2.1 L’edificio

di

destinazione

L’edificio che l’Amministrazione Comunale di Castelfranco si propone di acquistare per destinarlo a biblioteca, spazio espositivo, sala conferenze ed informagiovani delle frazioni del Comune, è ubicato in pieno centro urbano, al centro della piazza principale del paese, piazza Roma, al numero civico 8.

La zona è prevalentemente residenziale, caratterizzata da edifici plurifamiliari a due o tre piani di altezza, spesso con esercizi commerciali di prima necessità al piano terra; la piazza, di ampie dimensioni, è attualmente utilizzata, per la vicinanza al centro dell’abitato, come il più ampio e importante spazio di parcheggio del paese.

Figura 1: Vista di Piazza Roma, con l’ex-Palazzo Ficini e la Palazzina Comunale

Il lotto, ricadente, nel R.U. comunale, approvato con D.C.C. n° 23 del 18-06-2003 e n° 24 del 19-06-2003, in zona urbanistica F2 ”aree destinate a verde ed

attrezzature di interesse collettivo ai sensi del D.M. 1444/68”, è inserito nella

zona del paese destinata ai servizi pubblici, poiché è adiacente alla Palazzina Comunale, sede degli Uffici Comunali distaccati, con accesso dalla stessa piazza Roma, e molto vicino all’Ufficio Postale della frazione.

Anche l’ex-Palazzo Ficini presenta una specifica vocazione pubblica, poiché in passato ha ospitato al piano terra la sede degli Uffici Comunali distaccati di Castelfranco, oggi trasferiti nell’adiacente Palazzina Comunale; gli spazi utilizzati dagli uffici comunali presentano ancora oggi alcuni particolari architettonici che ricordano la passata destinazione d’uso, come lo spazioso androne d’ingresso

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con volta a crociera su colonne con alto basamento, su cui si affacciano tutti gli ambienti del piano terra, e l’ampia scalinata di accesso ai piani superiori.

L’edificio, costruito in muratura portante negli ultimi decenni del XIX secolo, con accesso direttamente da piazza Roma, è adiacente sul lato Ovest ad una strada privata, mentre sugli altri due lati è circondato da resede esclusivo; consiste di tre piani fuori terra, oltre a soffitta non abitabile, collegati da un’ampia scala interna a doppia rampa, posta in posizione centrale del lato retrostante.

Il fabbricato, di impostazione molto tradizionale, presenta pianta quasi quadrata con lato di circa 15 m; i prospetti, mai intonacati per l’improvvisa sospensione dei lavori di costruzione, sono rigidamente simmetrici, con tre aperture per piano, tutte sormontate da una piattabanda in laterizi ad arco ribassato, alcune delle quali murate.

Figura 2: Prospetto Ovest dell’ex-Palazzo Ficini

Il fronte principale presenta un elegante portone d’ingresso con un’apertura ad arco molto strombato rivestito di pietra, motivo ripetuto nelle piattabande sovrastanti le finestre adiacenti; il portone d’ingresso doveva essere sovrastato da un terrazzino (previsto, ma non realizzato a causa dell’improvvisa sospensione dei lavori di costruzione per mancanza di fondi), di cui rimangono ancora ben visibili gli alloggiamenti per i sostegni lapidei.

L’interno, di impianto molto rigido e tradizionale, è costituito da diverse unità immobiliari, composte per la maggior parte di singoli vani, prevalentemente di ampie dimensioni, non comunicanti fra loro se non tramite ingressi, ballatoi o disimpegni di uso comune.

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Figura 4: Il portone di ingresso, con gli spazi per i sostegni del terrazzo non realizzato

Il piano terra è occupato per tutta la sua profondità dallo spazioso androne d’ingresso, coperto da volta a crociera su colonne con capitello dorico, su cui si affacciano tutti i locali, e dall’ampia scalinata a doppia rampa, che funge da unico accesso ai piani superiori. Solo alcuni locali del piano terra sono attualmente utilizzati come sede di associazioni ricreative e partiti politici, oltre che del Circolo Ricreativo-Culturale “Mondo Nuovo”, che ha accesso indipendente dal fronte retrostante dell’edificio, mentre tutti gli altri ambienti del palazzo risultano abbandonati da alcuni anni, e quindi in pessimo stato di conservazione.

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Figura 6: Due viste dell’androne di ingresso del palazzo, con la volta a crociera su colonne e l’ampia scala condominale

I piani primo e secondo sono suddivisi rispettivamente in due e tre unità immobiliari, utilizzate in passato con destinazione residenziale, che hanno accesso dagli ampi ballatoi di piano che si aprono sulla scala condominiale.

La condizione igienico-sanitaria è assolutamente inadeguata per le esigenze attuali: sui ballatoi ubicati negli interpiani sono presenti due servizi igienici comuni, mentre solamente l’appartamento posto lato Sud-Est del secondo piano ha un servizio igienico proprio.

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Figura 7: Vista di un locale abbandonato di uno degli appartamenti del palazzo

L’edificio, abbandonato da alcuni anni, presenta un pessimo stato di conservazione, con infissi mancanti o pericolanti, e mobilio ammassato in modo confuso in molte stanze; inoltre le condizioni igienico-sanitarie, di sicurezza statica e degli impianti elettrici sono assai carenti ed assolutamente inadeguate a qualsiasi destinazione d’uso.

In seguito all’emissione dell’ordinanza n° 31/03 del Comune di Castelfranco di Sotto relativamente alle condizioni igienico-sanitarie e statiche del fabbricato, verificate in un sopralluogo effettuato dai professionisti dell’Ufficio Tecnico Comunale, sono stati intimati:

• la dichiarazione di inagibilità per il fabbricato, che attualmente continua ad essere occupato solo nei locali al piano terra utilizzati dal Circolo Ricreativo;

• lo sgombero immediato dall’edificio di persone e cose, non completamente realizzato, come già evidenziato;

• la completa chiusura degli accessi, per impedire l’intrusione di terzi ai piani superiori dell’edificio;

• l’installazione di una recinzione esterna al fabbricato, per individuare l’area soggetta al pericolo di eventuali crolli delle parti pericolanti (gronda, infissi, ecc.);

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Condizioni di benessere igienico-sanitario

L’edificio, che ancora conserva in larga parte l’impostazione del periodo della costruzione (ultimi decenni del XIX secolo), dal punto di vista igienico-sanitario l’edificio presenta evidenti carenze.

Nell’edificio sono infatti presenti quattro servizi igienici comuni, poiché solo l’appartamento posto al secondo piano all’angolo Sud-Ovest ha un servizio privato.

Tali servizi comuni, situati in colonna sui ballatoi di interpiano e sulle piattaforme di arrivo delle scale, con una piccola apertura sul fronte posteriore dell’edificio, pur idonei all’epoca della loro realizzazione, attualmente sono assolutamente inadeguati perché:

- all’attualità è inaccettabile la presenza di servizi comuni in un edificio residenziale;

- non rispondono alle attuali esigenze d’uso per la vetustà degli impianti e dei sanitari;

- non soddisfano i requisiti di adattabilità prescritti dalla L 13/89 e dal DPR 236/89, a causa delle dimensioni, poiché hanno una larghezza di soli 80 cm circa ed un’altezza inferiore a 2,00 m.

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Inoltre il tetto, non visibile per la presenza del solaio di copertura del secondo piano e neppure ispezionabile, è largamente danneggiato, come denunciato dalla presenza di evidenti tracce di infiltrazioni di acqua in vari punti; tali infiltrazioni idriche, molto estese e non riparate, hanno provocato negli anni la proliferazione di muffe sui muri anche dei piani inferiori.

Figura 9: Vista delle infiltrazioni sul solaio di copertura del secondo piano

L’impianto elettrico, risalente ad un intervento di manutenzione d adeguamento effettuato alcuni decenni fa, pur idoneo all’epoca della realizzazione, attualmente risulta all’attualità assolutamente inadeguato e privo dei requisiti minimi richiesti per la sicurezza.

Non rispetta infatti i requisiti di sicurezza necessari secondo le attuali normative, elencate nel paragrafo relativo ai vincoli da rispettare durante la fase di progettazione, in quanto:

• i cavi che raggiungono le singole unità corrono lungo la muratura, sia esterna che interna;

• i suddetti cavi elettrici sono dovunque privi di protezione;

• i contatori dell’energia elettrica si trovano sul ballatoio fra il piano primo e secondo;

• i suddetti contatori, seppur dotati di dispositivo salvavita, non sono provvisti del richiesto scarico a terra.

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Figura 10: Vista dei cavi dell’impianto di illuminazione privi di protezione

Figura 11: Vista dei contatori elettrici sui ballatoi delle scale

(11)

Sono inoltre completamente assenti in tutto l’edificio:

• un impianto di illuminazione autonomo per l’ingresso, le scale e le parti comuni;

• impianti di riscaldamento in tutte le parti dell’edificio, che veniva finora riscaldato con stufe e camini.

Pertanto, al fine di poter garantire la conformità igienico-sanitaria dell’edificio, a seguito dell’emissione dell’ordinanza n° 31/03 del Comune di Castelfranco di Sotto, secondo i tecnici dell’Amministrazione Comunale si rendono necessari e inderogabili i seguenti interventi:

• la rimozione dei contatori dell’energia elettrica posti nel ballatoio di interpiano e la successiva collocazione degli stessi nell’ingresso al piano terra;

• la realizzazione di un impianto elettrico autonomo, del tipo sottotraccia sfilabile, per l’illuminazione delle parti condominiali;

• l’installazione di impianto di messa a terra per lo scarico delle tensioni elettriche;

• la rimozione dei servizi igienici posti nei ballatoi di interpiano;

• la realizzazione, all’interno delle singole unità immobiliari, di servizi igienici privati, più idonei alle attuali esigenze;

• la bonifica delle murature dall’umidità;

• la realizzazione di colonne uniche per gli scarichi civili;

• la predisposizione per l’installazione di un ascensore condominiale (o in alternativa di un impianto servoscala) nella colonna adiacente alle scale attualmente occupata dai servizi igienici comuni;

• la realizzazione di nuovi impianti elettrici;

• la predisposizione per l’installazione di impianti di riscaldamento autonomi;

• la sostituzione degli infissi danneggiati;

• la realizzazione dell’intonaco esterno e la sostituzione di quello interno, ampiamente danneggiato.

(12)

Condizioni di sicurezza statica

Le strutture portanti verticali, tutte non intonacate per l’improvvisa sospensivo e dei lavori di costruzione, sono realizzate in muratura mista di pietra e mattoni di vario spessore; alcuni laterizi dei muri esterni, realizzati con argilla locale non cotta, e di conseguenza molto friabili, risultano rovinati dall’intervento degli uccelli.

Grazie all’assenza di intonaco, sono ben visibili anche gli ammorsamenti agli angoli dei muri portanti esterni, realizzati con elementi lapidei di notevole spessore al piano terra e mattoni a corsi incrociati ai livelli superiori.

Lungo la direzione Est-Ovest sono presenti due tiranti al livello del secondo impalcato, i cui ancoraggi sono ben visibili sui prospetti esterni; nei prospetti esterni sono ancora visibili le buche pontaie utilizzate per appoggiare i ponteggi alla facciata durante la costruzione.

(13)

Tutte le aperture presenti nei prospetti esterni (tre per piano su ogni lato) sono sormontate da un architrave in pietra e da una piattabanda in laterizi ad arco ribassato.

Figura 14: Paramento murario esterno del prospetto Ovest, con le buche pontaie e la testata di ancoraggio di uno dei tiranti

I solai orizzontali di copertura del piano terra e primo presentano l’intradosso a volta, realizzata con mattoni in folio, su cui presumibilmente posano paretine di forati che sostengono il piano di calpestio superiore, come è ben visibile nei tratti mancanti di intonaco; tali volte presentano l’intradosso:

- a botte per la porzione di androne prospiciente il fronte principale; - a crociera per la rimanete parte dell’androne;

- a padiglione in tutti gli altri ambienti del piano terra e primo piano. Solo l’ambiente centrale, ubicato sul prospetto Nord al primo piano, è coperto da una volta a schifo non portante, ma realizzata con una struttura di canne di bambù intrecciate, che reca ancora tracce di decorazioni ad affresco, presumibilmente appesa al solaio in legno sovrastante, come visibile attraverso le porzioni prive di intonaco.

I solai dell’ultimo piano presentano invece una struttura portante in travi e travicelli in legno, appena sbozzati, con mezzane in cotto, secondo la tradizionale tipologia toscana; solo l’ambiente ubicato nell’angolo Nord-Ovest presenta una struttura simile, ma con impalcato ad elementi di maggiori dimensioni, presumibilmente tavelloni.

(14)

Viste degli intradossi delle tipologie di solaio presenti al piano terra del palazzo: Figura 15: particolare di una delle volte a padiglione realizzate con mattoni in folio

Figura 16: una delle volte a padiglione intonacate

(15)

L’unico ambiente con una differente struttura di copertura è quello ubicato nell’angolo a Nord-Est, che presenta una copertura a voltine, con elementi in laterizio sostenuti da profilati in acciaio a doppio T, tutti intonacati.

La struttura del tetto, non visibile né ispezionabile, è presumibilmente del tipo in travi e travicelli in legno, con assito in mattoni pieni sottili (mezzane), che sorreggono il sovrastante manto di copertura in tegole marsigliesi; informazioni più precise su tale struttura, che funge da copertura solo alla soffitta non abitabile, si possono ricavare solo da quanto visibile attraverso le porzioni del solaio di copertura del secondo piano mancanti di mezzane o dalla copertura dell’antibagno servizio igienico comune del secondo piano.

Figura 18: la volta realizzata con una struttura di canne di bambù intrecciate

(16)

Viste della struttura del tetto:

Figura 20: struttura attraverso porzione danneggiata del solaio del secondo piano Figura 21: puntone angolare del tetto

(17)

La gronda, di dimensioni molto ridotte, è sorretta da un cornicione, appena abbozzato, realizzato con mattoni forati in aggetto, che dovevano evidentemente essere rivestiti con malta nelle intenzioni dei committenti.

La vetustà dell’edificio e la mancanza di efficaci collegamenti fra le strutture verticali ed orizzontali ha creato nel tempo dei dissesti statici nell’edificio, che si manifestano soprattutto nei modi seguenti:

• presenza di lesioni nelle strutture portanti perimetrali, con evidenti fessurazioni e deformazioni soprattutto nel paramento murario a Sud (sul retro dell’edificio);

• presenza di evidenti lesioni nei solai a volta, soprattutto nella parte Nord;

• cattivo stato di conservazione dell’impalcato di copertura, formato da un doppio solaio in legno, ampiamente attaccato dall’umidità a causa delle infiltrazione dal tetto;

• presenza di tratti rotti o pericolanti nella gronda in laterizio lungo il lato Sud-Ovest.

In seguito all’emissione dell’ordinanza n° 31/03 del Comune di Castelfranco di Sotto, è stata dichiarata l’inagibilità del fabbricato, con la conseguente necessità di un immediato intervento di risanamento strutturale (non ancora realizzato). In particolare i tecnici dell’Amministrazione Comunale hanno prescritto:

• la realizzazione di un ponteggio perimetrale, necessario per mettere in sicurezza l’edificio e per la realizzazione dei successivi e improrogabili lavori di ristrutturazione del fabbricato;

• lo smantellamento dell’impalcato di copertura, costituito dal solaio al piano secondo e dal tetto di copertura;

• la realizzazione di una nuova copertura in legno, con cordolo perimetrale in cemento opportunamente armato;

• l’installazione di nuove grondaie e pluviali per lo scolo delle acque piovane dalla copertura;

• la realizzazione di tiranti metallici di collegamento fra strutture verticali e orizzontali;

• il risanamento e la ricucitura di tutte le lesioni presenti nelle strutture verticali, mediante la demolizione e il rifacimento delle porzioni dissestate;

(18)

Figura 23: Vista delle lesioni sopra l’architrave di una finestra nel paramento murario Sud

Figura 24: Vista delle lesioni interne, allo spigolo della volta e sull’architrave della finestra

(19)

2.2

L’analisi storica

Oggetto del presente paragrafo sono le vicende storiche dell’ex-Palazzo Ficini, le quali, finora mai indagate, sono state analizzate mediante specifiche ricerche archivistiche, presso l’Archivio Storico di Pisa e presso l’Archivio di Deposito di San Miniato.

Il sito dell’attuale Palazzo Ficini faceva parte fin dal XVI secolo delle vaste proprietà della famiglia Ficini, che, originaria della vicina Corte Bisti, si era notevolmente arricchita negli anni, fino a possedere gran parte dei terreni corrispondenti all’attuale centro abitato, rivaleggiando con le proprietà ecclesiastiche, che si estendevano fino alla zona detta Il Castello, corrispondente al sito dell’attuale chiesa parrocchiale1.

Il sito dell’attuale abitato di Orentano ricadeva nel primo Catasto Toscano, detto

Leopoldino (il cui impianto originario risale al 1830), dapprima nel foglio 8 della Sezione I di Santa Croce, poi della Sezione Q di Castelfranco, detta del Grugno,

dopo il definitivo passaggio della frazione nell’amministrazione unica del Comune di Castelfranco di Sotto, a seguito del RD n° 259 del 7 luglio 1910.

In questa cartografia, l’ubicazione dell’attuale Palazzo Ficini corrispondeva a porzione delle particelle n° 899 e 900, prospicienti la Strada Comunale che

conduce alla Chiesa, nei pressi dell’intersezione con la Via che dal Grugno conduce ad Orentano, come riportato nell’estratto di mappa riportato2.

Da tale cartografia catastale, il cui rilievo risale agli anni 1820-29, si nota l’assenza in quel periodo di un vero centro abitato, quanto piuttosto la presenza nella campagna circostante al sito del futuro Palazzo Ficini, posto tra le località dette Il Castello, A Centrelli, A Carlini ed Alla Chiesa, di vari nuclei sparsi, a carattere prevalentemente agricolo.

Nel Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, le due particelle suddette, corrispondenti all’ubicazione dell’attuale Palazzo Ficini, rispettivamente di 3822 e 6917 braccia2 (circa 1274 e 2306 m2), sono descritte come riportato nella seguente tabella3.

In particolare si rileva che le particelle, destinate alla stessa coltura (lavorativo

vitato) hanno proprietari distinti, ma comunque membri della medesima famiglia

Ficini.

1

Sezione Q di Castelfranco (detta del Grugno), Catasto Leopoldino (1830), Archivio Storico di Pisa

(20)

Descrizione al 1830 delle particelle corrispondenti all’attuale Palazzo Ficini

(Catasto Leopoldino, Sezione Q di Castelfranco, detta del Grugno)4

Elementi Particella n° 899 Particella n° 900

Proprietà Ficini Bartolomeo di Giuseppe Ficini Domenico di Giovan Battista Superficie5 3822 braccia 2 (circa 1274 m2) 6917 braccia2 (circa 2306 m2)

Specie Lavorativo vitato Lavorativo vitato

Articolo nella lista

alfabetica 616 627

Attraverso una lunga serie di passaggi di proprietà, in parte per successione, in parte per compravendita, ma sempre all’interno della famiglia Ficini, le due particelle giungono nel 1874 nella proprietà di Ficini Serafino ed altri, come risulta dal Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce.

Dal medesimo Registro risulta in data 31/7/1882 uno stato di cambiamento, corrispondente al frazionamento delle originarie particelle n° 899 e 900 nella particella n° 2426, corrispondente, secondo la planimetria allegata, all’ingombro attuale del Palazzo; dal medesimo Arroto, contrassegnato dal n° 224.225, risulta anche la costruzione di un edificio agricolo, ancora attualmente presente sul retro del Palazzo, come testimoniato dal frazionamento della particella n° 985 nella particella n° 2427.

Dal medesimo Registro delle Partite risulta in data 26/8/1882 il passaggio della particella n° 2426, corrispondente al Palazzo Ficini, al Registro delle Partite n° 183 dei fabbricati civili6.

A tale data (1882 circa), come risulta da tutti i suddetti documenti catastali, si può quindi far risalire la costruzione del Palazzo Ficini, con lo stesso ingombro planimetrico e nella stessa posizione dell’edificio attuale.

Dagli scarni documenti catastali reperiti, ma a maggior ragione sulla base dei caratteri tipologici di compattezza planivolumetrica e di omogeneità stilistica dell’edificio, visibili ancora attualmente, si può quindi presumere che il Palazzo Ficini sia stato costruito dalle fondazioni fino alla copertura in un’unica fase di lavori, con caratteristiche nel complesso abbastanza simili a quelle che presenta ancora oggi.

4

Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, Catasto Leopoldino (1830), Archivio Storico di Pisa

5

1 braccio2 = 0,33 m2

6

Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, 1882, Catasto Leopoldino (impianto 1830), Archivio Storico di Pisa

(21)

Figura 26: Estratto di mappa del Catasto Leopoldino (1830 circa), con indicazione delle particelle corrispondenti all’attuale ubicazione del Palazzo Ficini

(22)

Figura 27: Estratto dal Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni Leopoldino di Santa Croce, relativo alla costruzione del Palazzo Ficini nel 1882 7

Tale Palazzo, per il tipo edilizio, per il carattere sincronico della costruzione e per i materiali utilizzati, si differenzia in modo notevole dalle costruzioni del posto, che consistono soprattutto negli edifici a corte, caratteristici dell’ambiente rurale e soggetti ad ampliamenti successivi in relazione alla mutata consistenza della famiglia.

L’edificio, per complessivi tre piani fuori terra, oltre a soffitta non abitabile, collegati da un’ampia scala interna a doppia rampa, presenta ancora oggi un’impostazione planivolumetrica tradizionale, caratteristica dell’epoca di costruzione: pianta quasi quadrata, con lati di circa 15 m, e prospetti rigidamente simmetrici, con tre aperture per piano (alcune delle quali presenti solo per simmetria, ma presumibilmente mai realizzate), tutte sormontate da una piattabanda in laterizi ad arco ribassato.

7

Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, 1882, Catasto Leopoldino (impianto 1830), Archivio Storico di Pisa

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L’edificio denuncia ancora oggi il sistema resistente, a causa della mancanza di intonaco esterno in relazione al caratteristico sistema costruttivo locale detto alla

lucchese, che prevedeva un’accurata stuccatura dei commenti con la totale

assenza di intonaco; la struttura, in muratura a sacco, presenta un paramento esterno di pietra locale appena squadrata, disposta nel modo detto a Madonna, con apparecchiatura muraria abbastanza disorganizzata.

Solo sulla porzione baricentrica del fronte Sud (corrispondente alla scala interna), l’edificio presenta un paramento più regolare, ma realizzato con materiali dalle caratteristiche più povere, con blocchi di cls realizzato con materiali locali (tra cui la sabbia calcarea del padule dal caratteristico colore giallo), con ricorsi discontinui di mattoni pieni.

L’edificio aveva destinazione d’uso residenziale per i piani superiori, mentre il piano terra era destinato ad uffici, tanto che la distribuzione planimetrica e molti particolari architettonici, oltre alla presenza di due zone intonacate sul prospetto principale ad uso di insegne, denunciano ancora la passata destinazione d’uso; in particolare i locali a sinistra dell’androne erano occupati dalla sede del Consorzio di Bonifica, mentre quelli a destra dagli uffici distaccati del Comune di Castelfranco di Sotto (anagrafe).

L’interno conserva ancora attualmente un impianto molto rigido e tradizionale, con diverse unità immobiliari, composte per la maggior parte di singoli vani, prevalentemente di ampie dimensioni, non comunicanti fra loro se non tramite ingressi, ballatoi o disimpegni di uso comune.

Oltre alla struttura portante ed ai caratteri distributivi, anche alcuni interessanti particolari architettonici denotano ancora oggi l’epoca di costruzione, come:

9 l’elegante portone d’ingresso sul fronte principale, con un’apertura ad arco molto strombato rivestito di pietra, motivo ripetuto nelle piattabande sovrastanti le finestre adiacenti;

9 il terrazzino, che nelle previsioni doveva sovrastare il suddetto portone d’ingresso, non realizzato, ma di cui rimangono ancora ben visibili gli alloggiamenti per i sostegni lapidei;

9 il marcapiano in mattoni che evidenzia il piano nobile sui tre prospetti principali;

9 l’elaborata struttura in laterizio di sostegno dell’aggetto di gronda;

9 lo spazioso androne d’ingresso con volta a crociera su colonne prive di basamento, su cui si affacciano tutti gli ambienti del piano terra;

(24)

Pochi anni dopo la costruzione, nel 1895 risulta dal suddetto Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce un successivo frazionamento delle due particelle originarie (n° 899 e 900) e delle due retrostanti (n° 985 e 986) in nove nuove particelle, designate con i numeri progressivi dal n° 2757 al 2765. La formazione delle nuove particelle, corrispondenti al resede esterno circostante al Palazzo ed a tre vialetti di accesso all’edificio, come risulta dalla planimetria allegata nel medesimo Registro delle Partite all’Arroto n° 33.34.36, indica la realizzazione di importanti lavori di sistemazione esterna al Palazzo, con la probabile creazione di un giardino intorno all’edificio, con vialetto d’accesso principale dall’attuale via Martiri della Libertà 8.

Figura 28: Estratto dal Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni Leopoldino di Santa Croce, relativo ai lavori di sistemazione esterna al Palazzo nel 1895 9

8

Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, 1895, Catasto Leopoldino (impianto 1830), Archivio Storico di Pisa

9

Registro delle Partite n° 109 del Catasto Terreni di Santa Croce, 1895, Catasto Leopoldino (impianto 1830), Archivio Storico di Pisa

(25)

Anche a causa dell’assenza di mappe catastali fino agli anni 1940, non si ha notizia di altri cambiamenti relativi al Palazzo od al territorio immediatamente circostante per circa un cinquantennio.

Nel lasso di tempo privo di documentazioni catastali, l’edificio, come tutta la zona di Orentano, è stato interessato dai due seguenti eventi sismici 10:

9 in data 27/10/1914, alle ore 10.30, un sisma con epicentro a Frignano (Appennino Tosco-Emiliano) di cui il pievano Giuliano Buonaguidi ha annotato che “sono avvenute due fortissime scosse di terremoto, con due

secondi di distanza. La prima scossa è stata sussultoria, la seconda ondulatoria. Il terremoto è stato preceduto da rombo, ed ha avuto la durata di 10 secondi. Ha prodotto crepature ai muri della canonica e ed altre crepature alla chiesa… Il panico nel popolo è stato grandissimo…” 11;

9 in data 7/9/1920, alle ore 8.06, un sisma di magnitudo 9-10 della scala Mercalli, con epicentro in Alta Garfagnana tra Fivizzano e Pieve Fosciana, di cui il suddetto pievano Buonaguidi ha annotato che “si è avuto una forte

scossa di terremoto, che ha leggermente lesionato la chiesa, risparmiando disgrazie alle persone. L’Alta Garfagnana è stata provata terribilmente… parecchi paesi sono stati rasi letteralmente al suolo… numerosissimi in quei luoghi sono stati i morti…” 12.

A seguito di tali eventi sismici il Palazzo Ficini, come la maggior parte degli edifici circostanti, ha subito notevole danni, con numerose lesioni interne ed esterne ancora oggi visibili, tra cui le profonde lesioni con il caratteristico andamento a forma di X che sovrastano alcuni architravi delle aperture del prospetto Sud. I successivi interventi di ripristino sono consistiti soprattutto nella collocazione al livello del secondo impalcato di due catene metalliche in direzione Est-Ovest, con funzione statica di tiranti, allo scopo di eliminare o per lo meno ridurre le spinte orizzontali trasmesse alle murature verticali dall’orditura spingente in legno del tetto. Tali catene, le cui testate arrugginite di ancoraggio a paletto inclinato sono ancora oggi visibili sui prospetti Est e Ovest, hanno probabilmente subito nel tempo una progressiva perdita della tensione originaria, che le porta ad essere considerate oggi quasi inefficaci.

10

www.mi.ingv.it/doc/eventi_sismici

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Sezione di Milano 11

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

(26)

Figura 29: Cartolina di Orentano (primi anni del XX secolo)

In una cartolina risalente ai primi anni del XX secolo, che raffigura il centro di Orentano, si vede un tratto di via della Chiesa, ancora poco urbanizzata, con i terreni antistanti il Palazzo Ficini, che erano ancora dedicati all’agricoltura.

La successiva cartografia catastale che rappresenta la zona è la mappa redatta nel 1942, in cui il centro abitato di Orentano è compreso nel foglio n° 10 del Comune di Castelfranco di Sotto, ed il Palazzo Ficini corrisponde alla particella n° 38713.

Da tale mappa catastale (il cui rilievo risale agli anni intorno al 1938), non si evincono trasformazioni al Palazzo od al territorio immediatamente circostante, tranne alcuni interventi di sistemazione esterna, corrispondenti soprattutto allo spostamento in posizione baricentrica rispetto al Palazzo ed all’ampliamento del preesistente vialetto di accesso principale dall’antica via del Valico (oggi via Martiri della Libertà)14.

Un tratto del terreno antistante il Palazzo Ficini con tale vialetto è visibile anche in una cartolina d’epoca, risalente agli anni intorno al 1950, che rappresenta il suo imbocco su via della Chiesa, sottolineato dalla presenza ai due lati di due cipressi.

13

Foglio n° 10 del Comune di Castelfranco di Sotto, Agenzia del Territorio di Pisa

(27)

Figura 30: Estratto di mappa catastale (1942) del foglio n° 10 del Comune di Castelfranco di Sotto, con indicazione del Palazzo Ficini15

Figura 31:Cartolina di Orentano (1950 circa), con l’imbocco del vialetto del Palazzo Ficini

(28)

Nel lasso di tempo non coperto dai documenti la zona del Palazzo Ficini non risulta neppure interessata dalla costruzione di nuovi edifici o strade, mentre figurano alcuni frazionamenti del terreno circostante all’edificio, con la formazione di particelle di piccole dimensioni, presumibilmente compresi nel suddetto intervento di risistemazione di tale superficie.

La trasformazione più significativa dell’intero paese nel secondo dopoguerra è rappresentata dalla creazione della Piazza Roma, antistante il Palazzo Ficini, negli anni intorno al 1954. Per la formazione dell’ampio spiazzo furono espropriati tutti i terreni antistanti il Palazzo Ficini, fino a filo del prospetto principale.

Il proprietario dei terreni interessati, corrispondenti alle particelle catastali n° 365 e 366, Lorenzo Controni, organizzò addirittura un movimento di opinione contrario alla scelta della localizzazione della Piazza scelta dall’Amministrazione Comunale, proponendo luoghi alternativi, più vicini al centro del paese ed alla Chiesa.

Il suo tentativo non ebbe successo e nella versione più recente della cartografia catastale, risalente all’incirca agli anni 1980, compare davanti al Palazzo Ficini l’ampia superficie di Piazza Roma, diventata la piazza centrale del paese16.

Figura 32: Localizzazioni proposte dalla cittadinanza per Piazza Roma17

16

Foglio n° 10 del Comune di Castelfranco di Sotto, Agenzia del Territorio di Pisa

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In tale cartografia, in cui il Palazzo Ficini corrisponde, come nella variante precedente, alla particella n° 387 del foglio n°10, non si assiste a sostanziali trasformazioni né al Palazzo né alla zona retrostante.

La suddetta piazza, di forma all’incirca quadrata, è stata realizzata in posizione baricentrica rispetto al prospetto Nord del Palazzo, occupando tutta la porzione di terreno compresa tra la strada ed il Palazzo, fino a filo del prospetto principale, con la conseguenza di una notevole alterazione del contesto del Palazzo rispetto all’epoca della sua costruzione.

Figura 33: Estratto mappa catastale più recente (foglio n° 10 del Comune di Castelfranco di Sotto), con indicazione del Palazzo Ficini18

Figura

Figura 1: Vista di Piazza Roma, con l’ex-Palazzo Ficini e la Palazzina Comunale
Figura 2: Prospetto Ovest dell’ex-Palazzo Ficini
Figura 3: Sezione e pianta dello stato di fatto
Figura 4: Il portone di ingresso, con gli spazi per i sostegni del terrazzo non realizzato
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