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7. “Ponte delle catene” e “Ponte Guglielmo Lera”

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Academic year: 2021

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7. “Ponte delle catene” e “Ponte Guglielmo Lera”

Per quanto riguarda questi due ponti ci siamo limitati all’analisi interferometrica.

Come spiegato nella parte introduttiva l’interferometro riesce a registrare in tempo reale le deformazioni di tutti i punti che la sua antenna riesce ad “illuminare”.

Questa tecnica non è stata applicata al ponte del Diavolo. Su di esso i carichi sono molto limitati in quanto pedonale. Inoltre, essendo molto rigido le deformazione dovuti ai pedoni sono minime ed anche se misurabili con lo strumento tendevano a confondersi con il rumore rendendo inutili le misure interferometriche.

Per ognuno dei due ponti abbiamo effettuato diverse misure.

In entrambi i casi ci siamo posizionati con lo strumento proprio sotto ai ponti come si vede dalle fotografie:

Figura 74

Sul Ponte delle Catene abbiamo effettuato letture con questi differenti carichi. Abbiamo prima effettuato una lettura durante il passaggio di pedoni; abbiamo poi effettuato letture delle deformazioni dovute a dei salti di 4 persone collocati in differenti punti del ponte ovvero ad ¼, a metà ed a ¾ della lunghezza.

Poiché il software di analisi dello strumento richiede anche una descrizione geometrica dell’oggetto in studio abbiamo effettuato altre due letture: una verticale per determinare l’altezza del ponte ed una orizzontale per determinare la lunghezza del ponte.

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Figura 75

Si vede che il picco di riflessione si ha alla distanza di 42 metri. Questo picco è dovuto alla costruzione su cui poggia il ponte proprio di fronte allo strumento.

Una volta effettuate tutte le letture il software di elaborazione dati rilascia diverse informazioni.

Una delle principali è l’andamento nel tempo degli spostamenti di tutti i punti illuminati. Si riporta a titolo di esempio il grafico degli spostamenti di uno dei punti:

Figura 76

Il punto scelto appartiene al range bin 16 ovvero è posto ad una distanza proiettata sull’asse del ponte di 2.8 m.

La lettura a cui si riferisce è quella del salto al centro del ponte. Si vede una prima deformazione negativa (verso il basso) dovuta agli operatori che raggiungono il centro del ponte. La parte centrale rappresenta invece la vibrazione del punto dovuta al salto. Infine l’ultima deformazione è quella dovuta all’uscita degli operatori dal ponte. Utilizzando grafici di questo tipo per il maggior numero di punti è possibile effettuare una interpolazione e determinare la deformata di tutto l’asse del ponte istante per istante.

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Se ne capisce quindi l’importanza soprattutto per lavori quali il collaudo di un ponte in cui la strumentazione necessaria e il tempo di montaggio della strumentazione stessa sono ben superiori ad un semplice radar che viene montato e messo in funzione in un tempo di circa 30 minuti.

Inoltre, utilizzando la tecnica FDD (Frequency Domain Decomposition) è possibile ricavare le frequenze della struttura. Nel nostro caso, l’output del software è stato il seguente:

Figura 77

Come si vede si ottiene un grafico con in ascissa i valori delle frequenze. Le frequenze rilevate della struttura in studio sono quelle relative ai picchi del grafico blu che sono segnati con dei quadratini neri.

Anche per il ponte Guglielmo Lera è stato effettuato lo stesso tipo di lavoro. La prima lettura fatta è stata quella relativa alle carattteristiche geometriche: una verticale per stabilire l’altezza del ponte ed una orizzontale per stabilire i vari punti ed in particolare le pile.

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Figura 78

Si notano diversi picchi. Per determinare quali corrispondessero alle pile abbiamo osservato i disegni del ponte e siamo quindi riusciti a stabilire i 4 picchi corrispondenti ad esse. Tali punti sono quelli cerchiati.

Tramite le stesse analisi viste prima abbiamo anche in questo caso trovato le frequenze proprie:

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