• Non ci sono risultati.

1 SCOPO DEL LAVORO La coltura

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "1 SCOPO DEL LAVORO La coltura"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

1 SCOPO DEL LAVORO

La coltura in vitro di piante medicinali ha assunto grande importanza, soprattutto per quelle specie che presentano problemi di propagazione classica o per le quali la produzione agricola non riesce a soddisfare la domanda del mercato. La micropropagazione in vitro permette infatti, oltre alla veloce moltiplicazione e all’ottenimento di piante in ogni stagione, una rapida propagazione di piante selezionate per le caratteristiche dei loro composti. Inoltre, la messa a punto di sistemi di colture in vitro di tessuti e cellule costituisce un presupposto indispensabile per la produzione di principi attivi a livello industriale.

La specie officinale oggetto della presente tesi sperimentale è l’Echinacea

angustifolia D.C., coltivata principalmente per la presenza di derivati dell’acido

caffeico, alchilammidi, flavonoidi e polisaccaridi nella droga, che è costituita in prevalenza da radici e rizomi. Tali composti presentano una comprovata attività

immunostimolante, antibatterica, antimicotica, antivirale ed antiinfiammatoria.

Consumata regolarmente da milioni di persone in tutto il mondo per combattere tosse, raffreddore, influenza, l’Echinacea angustifolia rappresenta il genere officinale di più largo consumo in Nord America.

Lo scopo della seguente tesi è quello di realizzare dei sistemi di coltivazione in

vitro per la produzione di biomassa di Echinacea angustifolia D.C. e di valutarne

l’efficienza per poter realizzare una produzione di metaboliti secondari con metodi economicamente convenienti.

In particolare, è stata messa a punto l’induzione di callo su substrati solidi in diverse condizioni ambientali caratterizzando le colture ottenute tramite la realizzazione di curve di crescita.

Inoltre, poiché dalla letteratura emerge che in molti casi la produzione di metaboliti secondari è strettamente associata al grado di differenziazione dei tessuti, si è voluto indagare se colture di callo di Echinacea angustifolia D.C. in rigenerazione (ovvero masse di cellule in attiva crescita che presentano dei centri di differenziazione con apici vegetativi e primordi fogliari) fossero più idonee alla realizzazione di colture liquide per l’estrazione di principi attivi.

(2)

Si è quindi iniziato un sistema di coltura cellulare su substrati liquidi osservando l’andamento della crescita del callo nelle diverse condizioni testate.

Tenendo in considerazione che i principi attivi presenti in questa specie sono di interesse nutraceutico, si è cercato di mettere a punto anche un sistema colturale che prevedesse l’utilizzo minimo di fitoregolatori e l’uso alternativo di sostanze naturali come il latte di cocco.

Infine, la biomassa ottenuta in vitro è stata caratterizzata eseguendo un’indagine qualitativa preliminare sul contenuto in clorofilla, xantofille e carotenoidi, antocianine, flavonoli e adcidi fenolici. E’ stata fatta anche una valutazione dell’attività antiossidante degli estratti al fine di stabilire quale dei sistemi di coltura adottati e quale dei substrati agarizzati e liquidi utilizzati, sia in grado di produrre biomassa con un elevato contenuto di sostanze, d’interesse per l’industria alimentare e farmaceutica.

Riferimenti

Documenti correlati

3 Definizione ai sensi del TUA (art.. m) “Contaminazione”: la presenza nelle matrici ambientali considerate di sostanze con concentrazioni superiori alle concentrazioni

un operaio per la guida della macchina raccoglitrice, due operai per il controllo del riempimento delle cassette (uno per lato), due operai per la sistemazione delle cassette

Per ovviare ai problemi di coltura già esposti nell'introduzione, sono state condotte due serie di esperimenti, la prima tendente a ridurre il volume delle

Siamo poi entrati nel campo del fiber tracking: utilizzando opportuni algoritmi, basati su mappe di “vector fields” abbiamo visto come sia possibile eseguire il tracciamento di

Questo indicatore analizza quindi la tipologia di sostanze o catego- rie di sostanze/miscele pericolose più diffuse negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, presenti

Oltre ai parametri per un confronto con i valori soglia di informazione e di allarme, con i valori obiettivo a lungo ter- mine per la protezione della salute umana e della

Il settore del trasporto stradale emette in modo costante circa la metà delle emissioni di ossidi di azoto dal 1990; a partire dal 1993 il trend crescente di queste emissioni si

I dati sono stati utilizzati, inoltre, per la verifica del rispetto del valore limite per la protezione della salute umana stabilito dalla normativa vigente in tema di valutazione