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Appendice 2 Nell’ambito di questa tesi sono stati sviluppati, in ambiente Matlab

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Academic year: 2021

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Appendice 2

Nell’ambito di questa tesi sono stati sviluppati, in ambiente Matlab, i programmi che hanno permesso le procedure di calcolo descritte nei precedenti capitoli e che forniscono i risultati dell’Appendice 1. Per completezza e per permettere una più agevole lettura a chi dovrà utilizzare tali algoritmi, si fornisce di seguito una loro schematizzazione.

Schema dell'algoritmo di monitoring 1. caricare le matrici

2. preparare le matrici di lavoro 3. cicli (1200)

3.1. inserire gli errori fittizi 3.2. controllare le pressioni nulle:

3.2.1. se p0 è nulla modificare il vettore di status k1

3.2.2. se nella cerchio 3 ci sono pressioni nulle modificare il vettore di status k1

3.2.3. se nella cerchio 6 ci sono pressioni nulle modificare il vettore di status k1 3.2.4. se nella cerchio 8 ci sono pressioni nulle modificare il vettore di status k1

3.3. controllare le differenze doppie di pressione:

3.3.1. se il vettore di status k1 della cerchio 3 non è stato modificato: 3.3.1.1. calcolare le differenze doppie e semplici di pressione 3.3.1.2. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.3.1.3. confrontare le differenze doppie di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.3.1.4. se c’è un’avaria:

3.3.1.4.1. identificare l’avaria attraverso i vettori d’errore già memorizzati e inserirla nel vettore di status k1 (prima riga)

3.3.1.4.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 1 (quella associata alla cerchio 3) è in avaria

3.3.1.4.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di

status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.3.2. se il vettore di status k1 della cerchio 6 non è stato modificato: 3.3.2.1. calcolare le differenze doppie e semplici di pressione

(2)

77 3.3.2.2. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.3.2.3. confrontare le differenze doppie di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.3.2.4. se c’è un’avaria:

3.3.2.4.1. identificare l’avaria attraverso i vettori d’errore già memorizzati e inserirla nel vettore di status k1 (prima riga)

3.3.2.4.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 2 (quella associata alla cerchio 6) è in avaria

3.3.2.4.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di

status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.3.3. se il vettore di status k1 della cerchio 8 non è stato modificato: 3.3.3.1. calcolare le differenze doppie e semplici di pressione 3.3.3.2. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.3.3.3. confrontare le differenze doppie di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.3.3.4. se c’è un’avaria:

3.3.3.4.1. identificare l’avaria attraverso i vettori d’errore già memorizzati e inserirla nel vettore di status k1 (prima riga)

3.3.3.4.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 3 (quella associata alla cerchio 8) è in avaria

3.3.3.4.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di

status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.4. controllare le differenze semplici di pressione:

3.4.1. se il vettore di status k1 della cerchio 3 è maggiore di zero: 3.4.1.1. calcolare le differenze semplici di pressione

3.4.1.2. identificare il valore nel vettore di status k1 e in base al valore scegliere le differenze semplici da utilizzare (5 casi)

3.4.1.3. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.4.1.4. confrontare le differenze semplici di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.4.1.5. se c’è un’avaria:

3.4.1.5.1. identificare l’avaria attraverso vettori d’errore già

(3)

78 3.4.1.5.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 1 (quella associata

alla cerchio 3) è in avaria

3.4.1.5.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di

status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.4.2. se il vettore di status k1 della cerchio 6 è maggiore di zero: 3.4.2.1. calcolare le differenze semplici di pressione

3.4.2.2. identificare il valore nel vettore di status k1 e in base al valore scegliere le differenze semplici da utilizzare (5 casi)

3.4.2.3. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.4.2.4. confrontare le differenze semplici di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.4.2.5. se c’è un’avaria:

3.4.2.5.1. identificare l’avaria attraverso vettori d’errore già

memorizzati e inserirla nel vettore di status k1 (seconda riga) 3.4.2.5.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 2 (quella associata

alla cerchio 6) è in avaria

3.4.2.5.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di

status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.4.3. se il vettore di status k1 della cerchio 8 è maggiore di zero: 3.4.3.1. calcolare le differenze semplici di pressione

3.4.3.2. identificare il valore nel vettore di status k1 e in base al valore scegliere le differenze semplici da utilizzare (5 casi)

3.4.3.3. determinare gli intervalli di riferimento (da look-up-table)

3.4.3.4. confrontare le differenze semplici di pressione con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.4.3.5. se c’è un’avaria:

3.4.3.5.1. identificare l’avaria attraverso vettori d’errore già

memorizzati e inserirla nel vettore di status k1 (seconda riga) 3.4.3.5.2. indicare nel vettore di status k2 che la rete 3 (quella associata

alla cerchio 8) è in avaria

3.4.3.5.3. bloccare il valore del vettore di status k1 e del vettore di status k2 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.5. creare il p0 alternativo:

(4)

79 3.5.1.1. controllare le pressioni nulle:

3.5.1.1.1. se una pressione della cerchio 1 o 2 è nulla modificare il vettore di status k0 (4 casi)

3.5.1.2.controllare le differenze semplice di pressione:

3.5.1.2.1. se il vettore di status k0 non è stato modificato: 3.5.1.2.1.1. calcolare le differenze semplici di pressione

3.5.1.2.1.2. determinare gli intervalli di riferimento (da

look-up-table)

3.5.1.2.1.3. confrontare le differenze semplici di pressione della cerchio 1 con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.5.1.2.1.4. se c’è un’avaria:

3.5.1.2.1.4.1. identificare l’avaria attraverso i vettori d’errore già memorizzati e inserire il caso (tra i 4 possibili) associato nel vettore di status k0

3.5.1.2.2. bloccare il valore del vettore di status k0 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.5.1.2.2.1. se il vettore di status k0 è ancora nullo:

3.5.1.2.2.1.1. confrontare le differenze semplici di pressione della cerchio 2 con gli intervalli di riferimento e creare il vettore d’errore

3.5.1.2.2.1.2. se c’è un’avaria:

3.5.1.2.2.1.2.1. identificare l’avaria attraverso vettori d’errore già memorizzati e inserire il caso (tra i 4 possibili) associato nel vettore di status k0

3.5.1.2.2.1.2.2. bloccare il valore del vettore di status k0 dopo 12 ripetizioni consecutive

3.5.1.3. calcolare il p0 alternativo: 3.5.1.3.1. se k0 indica il caso 1:

3.5.1.3.1.1. inserire i valori di pressione

3.5.1.3.1.2. calcolare la media e l’interpolazione 3.5.1.3.1.3. calcolare p0’ con un’ulteriore media 3.5.1.3.2. se k0 indica il caso 2:

(5)

80 3.5.1.3.2.2. calcolare la media e l’interpolazione

3.5.1.3.2.3. calcolare p0’ con un’ulteriore media 3.5.1.3.3. se k0 indica il caso 3:

3.5.1.3.3.1. inserire i valori di pressione

3.5.1.3.3.2. calcolare p0’ attraverso la media e l’interpolazione 3.5.1.3.4. se k0 indica il caso 4:

3.5.1.3.4.1. inserire i valori di pressione

3.5.1.3.4.2. calcolare p0’ attraverso la media e l’interpolazione 3.5.1.4. sostituire al p0 in avaria il p0 alternativo

4. salvare i vettori di status k0, k1, k2

Schema dell'algoritmo di calcolo 1. caricare le matrici

2. preparare le matrici di lavoro 3. cicli (1200)

3.1. se il vettore di status k2 indica che tutte e tre le reti sono in avaria:

3.1.1. scrivere un messaggio in cui si informa di non poter eseguire calcoli 3.2. se il vettore di status k2 indica che due delle reti sono in avaria:

3.2.1. inserire i valori delle pressioni della rete rimanente normalizzati 3.2.2. se il sensore 0 è in avaria:

3.2.2.1. calcolare α, β, V con la rete neurale dedicata (leggere il caso nel vettore di status k0)

3.2.3. altrimenti calcolare α, β, V con la rete neurale 3.3. se il vettore di status k2 indica che una rete è in avaria:

3.3.1. inserire i valori delle pressioni della reti rimanenti normalizzate 3.3.2. se il sensore 0 è in avaria:

3.3.2.1. calcolare α, β, V con la rete neurale dedicata (leggere il caso nel vettore di status k0)

3.3.3. altrimenti calcolare α, β, V con le reti neurali 3.3.4. effettuare una media dei valori trovati

3.4. se il vettore di status k2 indica che nessuna rete è in avaria: 3.4.1. inserire i valori delle pressioni della reti normalizzate

(6)

81 3.4.2. se il sensore 0 è in avaria:

3.4.2.1. calcolare α, β, V con la rete neurale dedicata (leggere il caso nel vettore di status k0)

3.4.3. altrimenti calcolare α, β, V con le reti neurali 3.4.4. effettuare una media dei valori trovati

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