• Non ci sono risultati.

Capitolo 2 Il Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Capitolo 2 Il Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp)"

Copied!
60
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo 2

Il Documento preliminare all’avvio della progettazione

(Dpp)

2.1 PREMESSA

Definizioni:

Analisi del Valore

Approccio organizzativo e creativo che utilizza un procedimento funzionale ed economico con lo scopo di aumentare il “valore” di un’ “entità”.

E’ un metodo dotato di una tecnica operativa che permette di verificare in termini misurati il soddisfacimento delle esigenze espresse ed implicite del committente/utilizzatore o utente dell’entità presa in esame in rapporto ai costi globali. Esso si basa su un’attività interdisciplinare, svolta per conto del committente e/o dell’utilizzatore/utente da esperti di varie discipline e da non esperti, sotto la guida di un coordinatore esperto AV, tesa ad analizzare le funzioni, costruzioni, impianti e servizi allo scopo di ottenere le prestazioni attese ed essenziali al più basso costo globale compatibilmente con le risorse disponibili e ai richiesti livelli di funzionalità, affidabilità, qualità e sicurezza. Tale attività è finalizzata a stabilire il coefficiente o l’indice di valore delle funzioni esplicate dall’entità nella soluzione prospettata e nelle soluzioni alternative, all’interno delle risorse disponibili.

Entità (UNI EN ISO 8402:95)

Ciò che può essere descritto e considerato individualmente: attività, processo, prodotto, servizio, organizzazione o una loro qualsiasi combinazione.

Qualità (UNI EN ISO 8402:95)

Insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono all’entità presa in considerazione la capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite.

Ciclo di vita

Periodo di tempo, noto o ipotizzato, in cui il prodotto, se viene sottoposto ad una adeguata manutenzione, si presenta in grado di corrispondere alle funzioni per le quali è stato

(2)

Costo di produzione

Somma dei costi che concorrono alla realizzazione di un prodotto (capitale d’investimento, spese di promozione, progettazione, costruzione, spese tecniche, utile dell’imprenditore, ecc.)

Costo di gestione nel ciclo di vita

Soma dei costi di esercizio, di manutenzione, ecc.

Costo finale

Costo per la dismissione, il ripristino funzionale o il cambio di destinazione d’uso al termine del ciclo di vita ipotizzato (demolizione e/o trasformazione per riuso ove trattasi di edificio)

Costo globale

Somma del costo di produzione, del costo di gestione nel ciclo di vita ipotizzato e del costo finale, attualizzati al momento dell’entrata in esercizio del prodotto considerato.

Funzione (UNI EN 1325-1:98)

Azione od effetto di un prodotto o di uno dei suoi componenti

Requisito (UNI 10838:99)

Traduzione di un’esigenza in fattori atti a individuare le condizioni di soddisfacimento da parte di un organismo edilizio o di sue parti spaziali o tecniche, in determinate condizioni d’uso e/o di sollecitazione.

I requisiti vengono normalmente classificati in: funzionali spaziali, ambientali, tecnologici, tecnici, operativi, di curabilità, di manutentibilità.

Utilità di una funzione

Contributo di una funzione al soddisfacimento di una esigenza manifestata, stimato da un gruppo di Analisi del Valore come importo in moneta che si è disposti a corrispondere per avere esplicata la funzione presa in considerazione, nel luogo, nel momento e nelle circostanze e condizioni ambientali di riferimento.

Valore di stima

Valore che si attribuisce ad un bene o ad un servizio anche in base a considerazioni psicologiche e sociali per il servizio reso, per la funzione che esplica

Valore di mercato

(3)

Valore (coefficiente di)

Rapporto tra l’utilità della funzione presa in considerazione ed il costo di produzione globale del componente che la esplica

Documento preliminare all’avvio della progettazione – Dpp

Documento che contiene gli obiettivi che si intendono raggiungere con l’opera od il servizio programmato, i vincoli, le classi di esigenze del committente/utilizzatore finale, le prestazioni attese, le classi di requisiti per l’ottenimento di un prodotto che soddisfi le esigenze manifestate all’interno delle risorse economiche del committente, per quanto attiene la produzione, e dell’utilizzatore per quanto riguarda la gestione nel ciclo di vita ipotizzato per il bene in esame

- Il “PROCESSO EDILIZIO”, a prescindere da chi è impegnato a promuoverlo (sia esso un soggetto pubblico o privato), si articola in quattro fasi:

1- PROGRAMMAZIONE 2- PROGETTAZIONE 3- REALIZZAZIONE 4- GESTIONE

Tale processo può essere efficacemente gestito con il metodo dell’Analisi del Valore il quale a sua volta si articola in cinque fasi:

1 - Nella fase informativa e di analisi funzionale, si raccolgono informazioni e dati nell’ordine indicato da Documento preliminare all’avvio alla progettazione (Dpp), secondo il FAST (Function Analysis Sistem Technique) relativo al “processo delle entità complesse”, successivamente si procede all’analisi funzionale della soluzione proposta – in seguito chiamata soluzione originaria – e si richiamano all’attenzione del gruppo AV analoghe esperienze relative al tema affrontato, evidenziando gli n ambiti funzionali

omogenei (AFOi) all’interno di quali vengono ridefinite le funzioni (con un verbo attivo ed

un sostantivo misurabile), che si classificano in primarie (da assoggettare a giudizio di valore) e secondarie (da eliminare)

(4)

2 – Nella fase creativa si fanno emergere eventuali soluzioni alternative, definendo le eventuali diverse funzioni primarie da assoggettare a giudizio di valore.

3 – Nella fase analitico-selettiva, relativamente alla soluzione originaria ed a quelle alternative prodotte dal gruppo AV, assunti come parametri gli indici di valore relativi alle singole funzioni primarie ed agli ambiti funzionali omogenei, si procede alla selezione delle proposte alternative selezionate in ordine di priorità in base agli indici di valore.

4 – Nella fase di sviluppo delle proposte selezionate, si introducono tutti gli elementi necessari a dimostrarne la validità e l’operatività delle stesse.

5 – Nella fase di presentazione si evidenziano al Responsabile del procedimento i motivi della scelta compiuta, con i vantaggi che ne derivano, in base a tutti gli elementi contenuti nel Dpp, che serviranno anche in fase di verifica, di validazione e di controllo, nelle successive tre fasi del processo: progettazione, realizzazione e gestione.

Il Dpp è il documento che contiene gli obiettivi che si intendono raggiungere con l’opera programmata, le esigenze del committente/utilizzatore, le prestazioni attese ed i requisiti per l’ottenimento di un prodotto che soddisfi le esigenze manifestate all’interno delle risorse economiche del committente (per quanto attiene la produzione) e dell’utilizzatore (per quanto riguarda la gestione nel ciclo di vita ipotizzato per il prodotto in esame). Oltre a rappresentare una linea guida per la progettazione fino alla scala di dettaglio della scelta dei materiali e dei componenti, il Dpp è al contempo una lista di controllo per le verifiche della completezza del progetto e della rispondenza funzionale degli elementi in esso riportati, verifiche da compiersi in fase progettuale internamente al gruppo di progettazione (design review) e al termine, nella validazione degli elaborati esecutivi da parte del responsabile del procedimento. La progettazione ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido, nel rispetto del miglior rapporto fra i benefici e i costi globali di costruzione, manutenzione e gestione ed è per questo motivo che il Progettista deve redigere il Dpp , cosi da poter avere sotto controllo la fase progettuale che deve rispettare le categorie d’intervento.

(5)

Ne deriva la necessità di ricorrere ad un rigoroso approccio metodologico interdisciplinare. Uno degli strumenti operativi più efficaci è l’Analisi del Valore (AV) introdotto, anche se in fase facoltativa, anche all’art. 15 del regolamento di attuazione della legge 109/94 e all’art. 11 del capitolato generale d’appalto dei lavori pubblici come metodo e tecnica operativa per verificare se un processo, un progetto, un prodotto o un servizio siano in grado di esplicare o meno le funzioni primarie corrispondenti al soddisfacimento delle esigenze esplicite ed implicite del committente/utilizzatore o utente e di offrire le prestazioni attese in rapporto alle risorse disponibili e ai costi globali programmati. L’analisi del valore si basa su un’attività organizzata di gruppo, interdisciplinare, svolta per conto del committente e/o utilizzatore/utente da esperti di varie discipline e da non esperti, sotto la guida di un coordinatore esperto di AV. Tale attività è finalizzata a stabilire il coefficiente o l’indice di valore delle funzioni esplicate dall’entità nella soluzione prospettata e nelle soluzioni alternative. Secondo la definizione di Miles il (Coefficiente di) Valore è il rapporto tra l’utilità della funzione presa in considerazione ed il costo globale del componente che la esplica, all’interno delle risorse disponibili per la produzione e la gestione nel ciclo di vita programmato. Il valore è quindi un concetto che si riferisce al servizio reso dall’entità in esame, valutato in termini dinamici in quanto non ci si limita a considerarne l’efficienza e l’efficacia al momento in cui si inizia ad utilizzare l’opera, bensì per tutto l’arco di tempo della sua vita utile. Progettare un’opera e verificarne la validità in termini di valore è quindi un passaggio culturale importate, specialmente quando si tratti di un intervento pubblico. Questo non vuol dire, ovviamente, che fino ad oggi non siano stati redatti progetti validi, ma significa che da quando è entrato in vigore il nuovo ordinamento sui lavori pubblici la verifica della validità del progetto, condizione necessaria anche se non sufficiente per la validità dell’opera, è richiesta per legge. Una altrettanto ovvia considerazione porta a mettere in evidenza che nel concetto di utilità e quindi di valore, c’è anche la richiesta della massima considerazione da dare alla qualità estetico compositiva delle opere. Tra i bisogni da soddisfare, richiamati nelle classi di esigenze, oltre all’efficienza dell’opera per garantire l’efficacia del servizio da rendere, c’è infatti anche quello che l’opera sia esteticamente valida oltre che godibile in condizioni di benessere e sicurezza. Si richiede quindi di soddisfare contestualmente alle tre categorie vitruviane: utilitas, firmitas e venustas. Il concetto di valore presuppone pertanto che la chiave di

(6)

lettura di un progetto si basi sulla globalità degli aspetti, con le componenti tecniche e tecnologiche, struttura e impianti, integrate quindi con quelle funzionali, dovendo l’intervento nel suo insieme, corrispondere alle condizioni tipiche di uno sviluppo sostenibile, rispettoso cioè di tutte le esigenze dell’attuale e delle future generazioni.

L’Analisi del Valore - value analysis -

L’analisi del valore (Av) - value analysis - un’attività organizzata di gruppo svolta per conto del committente e/o utilizzatore finale di una entità (progetto, prodotto o servizio) da esperti di varie discipline e da non esperti, sotto la guida di un coordinatore, esperto.

Tale attività consiste nell’individuare gli ambiti di maggiore incidenza funzionale dell’entità presa in esame, nel definire le funzioni e selezionare quelle necessarie richieste (primarie), in grado di soddisfare le esigenze espresse ed implicite del committente e/o utilizzatore finale e nel suggerire, in rapporto agli indici di valore delle funzioni, soluzioni alternative a quella esaminata contenendo il costo globale nei limiti compatibili con i livelli prestazionali richiesti e all’interno delle risorse disponibili per produrre e gestire l’opera nel ciclo di vita per essa ipotizzato.

L’indice di valore di una funzione è definito[1.1] invece come il rapporto fra il valore d’uso o utilità W che viene attribuito ad una funzione ed il costo di produzione o globale C del componente che esplica la funzione presa in esame

V = W / C [1.1]

Con l’applicazione di Av si può verificare la completezza e l’efficacia del progetto ed arrivare alla validazione dello stesso in rispondenza agli input iniziali forniti e contenuti nel Dpp.

Le attività svolte da un gruppo Av si possono elencare come di seguito: a) attribuire un indice di valore alle funzioni esplicate dalla soluzione proposta dai progettisti;

b) preventivare il costo globale (Cg) dell’opera

c) proporre soluzioni alternative con maggiore indice di valore.

(7)

2.2 OBIETTIVI

Obiettivo principale della presente tesi è di dar nuova vita ad un edificio rurale risalente al 1908 trasformandolo in residenza esclusiva ad uso privato (ipotizzando quindi una committenza di tale tipo). Le operazioni di rifacimento saranno curate seguendo un’attenta ristrutturazione dell’esistente volta a mantenere la tipicità toscana ed il recupero del territorio nel rispetto delle tradizione e del fascino del luogo. La ristrutturazione dovrà comunque soddisfare tutte le esigenze di sicurezza, benessere, fruibilità, aspetto, gestione, integrabilità e salvaguardia dell’ambiente ed avere tutti i requisiti necessari a soddisfarle rispettando un alto standard prestazionale quale si richiede all’esclusività del luogo.

Altro obiettivo è quello di applicare la nuova normativa sismica e di effettuare quindi un adeguamento sismico della struttura. Nello specifico sperimentare l’attuabilità della stessa anche nell’ambito del recupero di edifici esistenti in muratura ed in precarie condizioni statiche fermi restanti i vincoli derivanti dai Regolamenti Urbanistici locali che vietano per lo più (per ristrutturazioni di questo tipo) l’uso di materiali e di tecniche non tradizionali e che vietano lo snaturamento dell’organismo esistente obbligando al rispetto dell’interesse storico, ambientale ed architettonico ed in genere al rispetto della memoria agricola.

Obiettivo secondario è il progetto preliminare riguardante la ristrutturazione dell’annesso agricolo del casolare in esame (il fienile) inteso come edificio minore congiunto come complemento a quello principale (dependance).

(8)

2.6 VINCOLI PROGETTUALI

2.3.1 LO STATO DI FATTO (si vedano le tavole del rilievo)

[Fig.2.1] Vista del podere dalla via che scende da Montefoscoli

2.3.1.1 L’AREA

La bassa collina pecciolese e montefoscolese, nel cuore della Valdera, va dai 50 ai 200 metri sul livello del mare, ma è aperta verso di esso dal quale dista circa 45 chilometri in linea d'aria.

Il territorio esaminato si presenta con una serie di piccole aree agricole che si succedono a quelle boschive con un'alternanza regolare e proporzionata. In origine tutto il colle sovrastante il podere era coperto di fitta boscaglia, da cui il toponimo Montefoscoli. Nel corso dei secoli, dal manto selvoso assalito dall'uomo, furono conquistate aree per la coltura fino a raggiungere un'armonico equilibrio, poiché nella vita del mezzadro anche le risorse

(9)

del bosco sono indispensabili quanto quelle agricole, traendo il mezzadro dall'ambiente circostante, tutto ciò che serve al sostentamento della sua famiglia.

Tuttavia qui la varietà non è assoluta, poiché essendosi la natura del terreno dimostrata particolarmente favorevole alla viticoltura, larga parte dei poderi è stata destinata a questa produzione.

Tale rivoluzione agronomica sarebbe comunque abbastanza recente se ancora nel 1861 la produzione vinicola non risultava, in questa valle, particolarmente importante.

(10)

[Fig.2.3]

(11)

2.3.1.2 L’EDIFICIO PRINCIPALE A= 2 0 P= 2 6 000 +5 -2 000 +12 000 -25 -20 h=300 h=300 h=300 h=295 h=288 h=302 h=320 h=325 Mangiatoia Mangiatoia in muratura Ma ng ia to ia Vasca +120 200 155 647 647 394 361 361 394 647 582 377 1657 1127 95 372 1285 101 51 101 51 74 173 11 8 19 0 120270 11627 0 96 110 55 88 70 130 67 130 67 130 90 55 90 55 4545 11 0 26 5 12 4 274 70125 54100 229 349 190 148 116 195 487 74 185 67 200 80 185 90 55 90 55 93 200 97 100 490 102 246 214 313 210 65 311 31 216 93 93 215 16 30 16 30 430 30 74 576 245 41 204 16 526 16 15 526 Copertura crollata Porcilaia Conigliera Stalla Magazzino Cantina Stalla Stalla Granaio Forno Pollaio Locale poco accessibile per la fitta vegetazione

x Superficie coperta edificio originario 144.8 MQ x Superficie coperta costruzioni postume (compresa porcilaia e

sottogabinetto) 39.4 MQ 713 712 301 335 366 336 316346 382349 15 +120 +160 +320 000 97135 60112 257 145 60 16 101 14 101 16 95 15 203 A= 2 0 P= 26 5388 30 30 6 215 212 218 420 11 152 29 115

Pianta scala al livello del primo pianerottolo 74 185 67 200 90 200 111 A= 2 0 P= 2 6 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 546 368 445 298 251 51 8 300 1 1 +8 h=292 2 2 1 1 3 1° N Murature originarie (1908) Murature successive Chiusure e ridimensionamenti delle aperture murarie

[Fig.2.5] Rilievo Piano Terra

3

N Murature originarie (1908)

Murature successive Chiusure e ridimensionamenti delle aperture murarie 131 21 6 77115 2850 Camera Camera Camera Camera 1 1 2 2 1 1 Copertura crollata

Copertura pericolante Copertura pericolante

Copertura pericolante +360 +360 A=1 9. 5 P= 26 77115 2850 60180 101 14100 16 Sottotetto +575 95 Gabinetto Altana 6070 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 80 200 80 200 L ave llo Scala per l'altana crollata Stanza inaccessibile Copertura crollata Solaio pericolante Stanza inaccessibile Resti del focolare

x Superficie coperta originaria 144.8 MQ

x Superficie gabinetto 3 MQ Voltina crollata 248 100135 100135 60180 88200 90200 90200 92200 100 135 100 135 90 135 90 200 100135 100135 11 0 95 138 60 100 225 Voltine del solaio crollate Stanza inaccessibile Travetti in acciaio 18x6 Stanza inaccessibile

Cucina Voltine del

solaio crollate

Gabinetto inaccessibile

livello e cenni della struttura di copertura prima del crollo

(12)

580 000 -10 580 360 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 PODERE L'ANNUNZIATA1 0°

Prospetto Sud - Est 1

1

[Fig.2.7] Rilievo prospetto Sud-Est

Scala 1:50

0 1 2 3 4 5

580

000 -67

Prospetto Nord - Ovest

1

1

[Fig.2.8] Rilievo propspetto Nord ovest

L’edificio principale originario risale al 1908 (abbandonato dal secondo dopoguerra circa) si trova in posizione pianeggiante (con lieve dislivello tra la parete Est e Ovest) e consiste in 2 piani fuori terra. Le dimensioni in pianta (esclusi volumi postumi accessori) sono di 13 metri per 11 circa per un totale di 145 mq.

Vi si accede tramite strada poderale sterrata. Il nucleo era monofamiliare ed il volume dell’edificio è compatto con l’eccezione di volumi accessori di costruzione postuma quali il

(13)

gabinetto (volume terra-tetto di 2.15 x 1.45 mt), il magazzino, il pollaio, la conigliera e la porcilaia. Tra questi volumi il magazzino ha la copertura completamente crollata, l’interno è invaso da erbacce ed alberi di grandi dimensioni quali due grossi fichi; Le murature che lo compongono non sono ammorsate all’impianto originario e da questo si distaccano. Ciononostante si può ancora risalire alla consistenza del suo volume e per tale ragione il locale verrà recuperato in sede progettuale. I piccoli casottini (di altezza inferiore a 1,5 mt) che accoglievano le bestie (maiali, conigli, polli) sono in pessimo stato di conservazione. Questi ultimi verranno eliminati in sede progettuale. Il gabinetto è in pessimo stato di conservazione ed ha le murature non ammorsate all’impianto originario. I locali bassi di tale volume presentano finte finestre e sono inaccessibili (privi di porte o punti d’accesso) in quanto le murature sottostanti hanno la sola funzione di sostenere il locale gabinetto al piano primo. Tale volume verrà abbattuto e non recuperato in sede progettuale così come è permesso dalle N.T.A del Regolamento Urbanistico per tali tipi di volumi.

Il “tipo” della dimora rurale è a “scala interna e cucina al primo piano”.

La facciata principale dell’edificio è orientata secondo l’asse eliotermico di modo che le stalle situate a sud-est godano di un buon irraggiamento per tutti i mesi invernali. E’ presente ed ancora funzionante il pozzo. Sotto la scala c’è il forno protetto da tettoia (andata distrutta). Sul tetto e come ultimo sbocco della scala è presente l’altana; elemento che serviva per creare un punto d’accesso al tetto a scopo manutentivo. Tale elemento dà anche luce al vano scala e permette l’aerazione del sottotetto mantenendo asciutte le strutture lignee di sostegno del tetto.

Tra gli annessi agricoli vi è ancora il fienile che descriverò in seguito. Gli altri edifici segnalati nel foglio catastale (il podere non figura al Catasto Leopoldino) sono totalmente scomparsi (quali il lavatoio e la vecchia carraia poi addossata al fienile)

In posizione appartata e riparata dai venti e dal sole (inserito in un avvallamento del terreno ed ancora circondato da piante di acacia) si notano ancora i resti (spezzoni di muratura affioranti dal terreno) del CASTRO.

(14)

2 2 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 580 000 -10 000 -69 -53 537

[Fig.2.9] Rilievo prospetto Nord-Est

2 537 580 000 252 375 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 000 -58

(15)

LE FONDAZIONI:

Le fondazioni delle murature perimetrali consistono in un semplice proseguimento del muro sotto il piano di campagna per una profondità di circa un metro (spessore del muro = 30 cm). Inesistenti le fondazioni delle murature interne dello spessore di 15 cm)

LE MURATURE:

[Fig.2.11] Tessitura muraria [Fig.2.12] Foto di un angolata

L'apparecchiatura muraria portante (murature perimetrali esterne) è costituita da pietre grezze (arenaria, alberese provenienti da spietramento dei campi) e laterizi di almeno tre forme e misure con frequenti ricorsi orizzontali ad una o più file di mattoni. Il materiale presenta un sufficiente stato di conservazione, ma la malta ha perso per lo più le sue proprietà leganti in superficie con giunti profondamente scarniti in più punti. La muratura era protetta da intonaco a calce in buona parte degradato e distaccato. Sopra le fondazioni la muratura è in laterizio omogeneo per un'altezza di almeno 80 cm. Gli angoli delle murature originarie sono in laterizio pieno e ben ammorsate. Le murature postume non sono sufficientemente ammorsate all'impianto originario.

Le murature interne hanno lo spessore di 15 cm (compreso il muro di spina che si estende per solo un terzo della lunghezza che dovrebbe avere) in mattone pieno e sono state soggette a continue forature e ricuciture per l’aperture di porte in varie posizioni tra la stalla la cantina ed il granaio.

(16)

Si nota in sezione la presenza di murature in falso (i muri interni del piano primo che raccolgono il carico del tetto scaricano il loro peso sul solaio invece che su murature sottostanti).

Posticcio inserimento di un pilastro nel bel mezzo della stalla per evitare il crollo del solaio soprastante che serviva la cucina.

1 1

SEZIONE 2-2

Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 30 0 000

(17)

2 2 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 29 5 43 0 28 0 44 537 580 000 -58 580

(18)

LE APERTURE:

[Fig.2.15] Ingresso principale murato [Fig.2.16] Finestra del primo piano

Le aperture originarie non presentano architravi, ma il sistema ad arco per le porte e la volterrana a mattoni per le finestre.

I SOLAI:

[Fig.2.17] Voltine in mezzane [Fig.2.18] Resti del solaio della cucina

I solai (ormai degradati ed in buona parte crollati) sono in volterrane su travetti d'acciaio fuori serie 18x6 e mezzane disposte in coltello. Tutti i solai scaricano nelle pareti corte. Le pavimentazioni sono ad una fila di mezzane incrociate.

(19)

LA COPERTURA:

[Fig.2.19] Copertura alla “Lombarda” [Fig.2.20] Vista dalla stalla

[Fig.2.21] Sottogronda [Fig.2.22] La falda ovest crollata

Il tetto è a capanna. La copertura originaria è alla "Lombarda" (detta anche alla "Romana") su arcarecci in abete 24x20, travicelli 8x8 e scempiato di mezzane. Il manto di copertura è in tegole marsiglesi. Buona parte del tetto è crollato (la falda ovest per intero) ed il rimanente è irrecuperabile.

Il tetto è privo di canala per la raccolta delle acque piovane. Per allontanare la linea di caduta dell'acqua dai muri delle facciate principali al fine di proteggerli (e con funzione timidamente estetica) troviamo la gronda costituita da due file di mattoni una di mezzane e debordaggio della tegola per un aggetto complessivo di circa 50 cm.

(20)

LA SCALA:

[Fig.2.23] Sottoscala visto dalla stalla [Fig.2.24] La scala che accedeva all’altana è crollata

La scala (manomessa dal disegno originario) è costituita da scalini in pietra arenaria appoggiati su muro e longherina rampante in acciaio 18x6 al piano inferiore.

Il pianerottolo e la rampa che portavano rispettivamente al GABINETTO esterno (di costruzione non sincrona) ed all'altana-sottotetto sono crollate ed erano sostenute da voltine a botte con gradini in mattoni e pavimento in mezzane.

Originariamente la scala era a 2 rampe poi portata a tre per permettere un accesso al primo piano al “nuovo” gabinetto interno.

IL GABINETTO:

[Fig.2.25] Vista sul volume che ospitava il gabinetto [Fig.2.26] Part. del “getto” detto anche “tromba”

Il gabinetto (di costruzione non sincrona) è situato alla sommità di un volume terra-tetto addossato alla facciata ovest. I volumi sottostanti sono (ed erano anche originariamente) inaccessibili ma dotati comunque di finestre. Vi si accedeva da una rampa della scala.

(21)

IL FORNO:

[Fig.2.27] Bocca del forno a legna [Fig.2.28] Interno della volta

Il forno si trova nel sottoscala. Interessante è la soluzione della vasca in muratura costruita nella stalla a ridosso della parte del forno che da all’interno. Questa permetteva di scaldare l’acqua quando il forno era acceso.

Presenta la volta scomposta con poche crepe, la canna fumaria è in pessimo stato di conservazione.

2.3.1.3 IL FIENILE

(22)

206 240 11 0 18 2 2 5 2 2 8 2 702 713 70 7 695 640 184 186 100 520 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 370 620 990 x Superficie coperta 53 MQ Murature originarie Murature successive Chiusure e ridimensionamenti delle aperture murarie 53°

N

378 592 438 21 9 21 9 309 69 8 367 622 12 6 12 8 314 377 592 642 136 171 147 166 30 30 30 CARRAIA 19.8 mq ATTREZZI 22.4 mq 1

[Fig.2.31] Rilievo del piano terra

11 0 182 11 0 18 2 182 110 11 0 18 2 210 240 185 185 370 30 138 30 137 30 137 30 138 30 700 105 105 547 522 30 167 30 166 30 167 30 620 185 31 166 53 120 53 167 30 310 153 157 220 342 220 130 130 FIENILE 19.8 mq (inaccessibile) FIENILE 22.4 mq (inaccessibile) Solaio e tetto

pericolanti Solaio e tetto

pericolanti

1 1

(23)

000 000 553 522 -50 -67 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 -43

[Fig.2.33] Rilievo fienile prospetto Sud-Est

000 000 522 553 -112 -141 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 -153

(24)

000 000 522 561 -157 522 561 -43 -111 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 -59 1

Prospetto Nord - Est

[Fig.2.35] Rilievo fienile prospetto Nord-Est

000 522 -50 -112 522 000 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 1

Prospetto Sud - Ovest

(25)

30 0 300 67 33 1 27 0 000 522 553 000 000 -47 182 51 15 28 5 Scala 1:50 0 1 2 3 4 5 -67

[Fig.2.37] Rilievo fienile sezione longitudinale

[Fig.2.38] Solaio a voltine [Fig.2.39] Interno della “carraia”

Il fienile è di costruzione successiva rispetto al podere. La muratura portante è costituita in laterizi pieni di varie forme.Il materiale presenta un sufficiente stato di conservazione, ma la malta ha perso per lo più le sue proprietà leganti in superficie con giunti profondamente scarniti in più punti. La muratura era protetta da intonaco a calce in buona parte degradato e distaccato. Gli angoli delle murature originarie sono in laterizio pieno e ben ammorsate.

(26)

- Le aperture originarie non presentano architravi, ma il sistema ad arco per le porte e la volterrana a mattoni per le finestre. Il grigliato di aerazione è a mezzane sfalsate disposte di taglio.

- I solai in buona parte degradati sono in volterrane su travetti d'acciaio 18x6 e mezzane disposte in coltello.

- Il tetto è a capanna. La copertura originaria è alla "Lombarda" (detta anche alla "Romana") su arcarecci in abete 24x20, travicelli 8x8 e scempiato di mezzane. Il manto di copertura è in coppi ed embrici.

- Il tetto è privo di canala per la raccolta delle acque piovane. Per allontanare la linea di caduta dell'acqua dai muri delle facciate principali al fine di proteggerli (e con funzione timidamente estetica) troviamo la gronda costituita da due file di mattoni una di mezzane e debordaggio della tegola per un aggetto complessivo di circa 50 cm.

- La scala di accesso ai piani superiori era disposta all'esterno a ridosso della facciata Sud - Est sostenuta da travetti di legno a sbalzo e completamente crollata.

(27)

2.3.2. LEGGI E NORME

In questo paragrafo si vogliono mettere a fuoco quelli che sono stati i vincoli presi in considerazione nell’elaborazione di questo progetto.

Strumento urbanistico:

Esso costituisce il primo documento da consultare per capire quali sono le prescrizioni che l’amministrazione ha fatto per la zona in esame e quali sono le modalità di attuazione delle stesse.

L’area è attualmente classificata nel subsistema di fondovalle ed il podere è schedato dall’amministrazione. Si riportano l’inquadramento, le schede e gli interventi ammissibili dalle Norme Tecniche Attuative del Regolamento Urbanistico.

(28)
(29)
(30)
(31)
(32)
(33)
(34)
(35)
(36)
(37)

SEZIONE I – INTERVENTI DI CONSERVAZIONE

Art. 10 - Manutenzione Ordinaria (A) e Straordinaria (B)

1. Sono gli interventi di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture, degli impianti tecnologici, di parti strutturali degli edifici, purché non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso

Art. 11 - Restauro e risanamento conservativo (C)

Sono gli interventi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.

Art. 12 - Ristrutturazione Edilizia (D)

2. Sono gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme

sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino e la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti.

3. Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono così classificati:

Risanamento conservativo senza alterazione di volumi e superfici (D1)

Sono gli interventi che comportano anche la riorganizzazione funzionale interna delle singole unità immobiliari, senza che ne siano alterati i volumi e le superfici, con modifiche agli elementi verticali non strutturali, e fermi restando i caratteri architettonici e decorativi dell’edificio, nonché gli elementi costituenti arredo urbano.

(38)

Riorganizzazione funzionale per adeguamento igienico-sanitario (D2)

Sono gli interventi che, anche in deroga agli art. 7, 8 e 9 del D.M. 1444/68, comportino la riorganizzazione funzionale interna delle singole unità immobiliari finalizzate al loro adeguamento igienico-sanitario, con modifiche non incidenti sugli elementi strutturali, verticali e orizzontali per :

- costituzione di servizi igienici in ampliamento della volumetria esistente (D2.a); - rialzamento dell’ultimo piano, nel caso che questo risulti abitato e senza che si costituiscano nuove unità immobiliari (D2.b);

- ristrutturazione a destinazione residenziale di volumi destinati ad altri usi (D2.c).

í D2.a - Costruzione di servizi igienici in ampliamento della volumetria

esistente.

L’intervento è ammesso qualora sia dimostrata l’impossibilità di ricavare i servizi igienici all’interno dell’edificio operando una riorganizzazione funzionale e sempreché non vi siano servizi igienici adeguati nella misura di 1 per unità immobiliare. L’inserimento di servizi igienici e tecnologici dovrà essere tale da non produrre alterazioni o forme di degrado tipologico e/o ambientale. L’incremento volumetrico non dovrà causare modifiche ai profili dei tetti e all’andamento delle falde di copertura. La superficie massima di incremento viene stabilita in 6 mq. I nuovi servizi igienici dovranno essere preferibilmente ubicati nelle cellule retrostanti rispettando i caratteri del tipo edilizio nel quale si collocano. Non sono ammessi volumi in ampliamento per gli edifici unitari conclusi, se non nei casi previsti dalle presenti N.T.A.. Contestualmente all’intervento dovranno essere demoliti eventuali volumi esterni o superfetazioni estranei al tipo edilizio precedentemente usati quali servizi igienici, in modo da conseguire il miglioramento tipologico e la riqualificazione dell’area di pertinenza.

- D2.b - Rialzamento dell’ultimo piano

E’ ammessa la sopraelevazione dell’ultimo piano qualora lo stesso risulti abitato, abbia altezza media minore di m 2,70 ed alla condizione che non vengano create

(39)

nuove unità immobiliari. Il rialzamento della copertura viene consentito nella misura massima di cm.80 da misurarsi in gronda. Tra il piano di calpestio e l’altezza sottogronda potrà essere consentito il raggiungimento di una altezza massima di ml. 2.30 purché l’altezza media non sia inferiore a ml. 2.70. L’intervento dovrà essere realizzato nel rispetto dei caratteri tipologici e formali dell’edificio in oggetto e degli edifici ad esso contigui. La sopraelevazione non sarà consentita nelle seguenti eventualità : a) qualora costituisca motivo di interruzione nella continuità di lettura dell’edilizia circostante; b) qualora il piano interessato alla sopraelevazione risulti parte morfologica interessante del tipo edilizio ed elemento caratterizzante della configurazione unitaria dei prospetti (altane, ecc.).

í D2.c - Ristrutturazione a destinazione residenziale di volumi destinati ad

altri usi.

Tale intervento é ammesso purché compatibile con la tipologia dell’edificio e finalizzato al superamento delle condizioni di degrado. Non è ammessa la ristrutturazione di volumi non residenziali isolati rispetto all’abitazione principale (garages, capannoni, ecc.) o tipologie specialistiche, se non prevista da specifici Piani Attuativi. Per il sistema ambientale tale tipologia d’intervento, ove non specificatamente previsto dalle schede di cui all’Allegato n° 1 alle presenti N.T.A., è ammesso senza Piano Attuativo.

Ristrutturazione edilizia all’interno della volumetria esistente (D3)

Tale intervento consente la modifica degli elementi strutturali orizzontali e verticali dell’edificio con una diversa organizzazione distributiva, fino allo svuotamento dell’immobile edilizio. Sono ammessi, nei prospetti privi di unitarietà compositiva, interventi volti al miglioramento tipologico e formale mediante la modifica delle aperture secondo criteri di coerenza al tipo edilizio. Gli interventi di ristrutturazione devono essere attuati nel rispetto degli eventuali elementi tipologici, architettonici e formali significativi o di pregio esistenti.

(40)

• Ristrutturazione edilizia (D4)

Demolizione con fedele ricostruzione degli edifici, intendendo con fedele ricostruzione quella realizzata con vincolo tipologico e/o destinazione d’uso, identici materiali e con lo stesso ingombro planivolumetrico, fatte salve esclusivamente le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

• Ristrutturazione edilizia (D5)

Demolizione di volumi secondari e la loro ricostruzione in diversa collocazione sul lotto di pertinenza. tale intervento verra attuato attraverso Piano di Recupero

• Ristrutturazione edilizia (D6)

Ampliamento dell’edificato esistente con vincolo tipologico e di destinazione attraverso incremento in profondità e/o crescita in altezza. La realizzazione di tale intervento dovrà essere coerente alla tipologia sia nell’aspetto formale che nei materiali utilizzati

Altre leggi e norme:

Oltre a questo vincolo di tipo legislativo devono essere rispettati altri tipi di vincolo che riguardano i parcheggi, il superamento delle barriere architettoniche, i requisiti igienico - sanitari, la sicurezza, gli impianti termici, l’illuminazione e l’acustica

Parcheggi:

- Legge N.122 (Tonioli) del 24/03/89 art.2 secondo comma

Superamento delle barriere architettoniche :

- Legge n° 13 del 9/01/1989 — “Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” e successive modifiche ed integrazioni

(41)

- D.M. n° 236 del 14/06/1989 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”

Requisiti igienico - sanitari:

- D.M. del 5 Luglio 1975 – “Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20

giugno 1896 relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igenico-sanitari principali dei locali d’abitazione”

Sicurezza statica:

- Testo Unico Norme Tecniche Per Le Costruzioni D.M. 14/09/2005 (Ministro

Lunardi)

- Norme Tecniche Per il Progetto, la Valutazione e l’Adeguamento sismico

degli edifici OPCM 3431/2005

Sicurezza idrogeologica:

- Pericolosità ai sensi della D.C.R. 94/85.

Delle 4 classi previste l’edificio si trova in una zona di classe 2: Pericolosità bassa. Corrisponde a situazioni geologico - tecniche apparentemente stabili sulle quali però permangono dubbi che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica di supporto alla progettazione edilizia.

- Pericolosità ai sensi della D.C.R. 230/94.

Delle 4 classi previste l’edificio si trova in classe 2: Pericolosità bassa. Aree di fondovalle per le quali ricorrono le seguenti condizioni:

(42)

b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a ml. 2 rispetto al piede esterno dell’argine o, in mancanza, al ciglio di sponda.

- Pericolosità idraulica ai sensi dell’art. 7 del P.T.C. della Provincia di Pisa.

Delle 4 classi previste l’edificio si trova in una zona di classe 2: Pericolosità bassa.

Riguarda le aree, anche se costituite da depositi di origine alluvionale o palustre di età olocenica, apparentemente non coinvolgibili da eventi di esondazione o sommersione: si individuano su base geomorfologia e corrispondono ai depositi terrazzati, distanti in quota dall’attuale reticolo fluviale;

Sicurezza interna :

- Decreto Legislativo 19 settembre 1996 n° 626 “Adeguamento delle direttive

89/392/CEE , 89/654/CEE , 89/655/CEE , 89/656/CEE , 90/269/CEE , 90/270/CEE , 90/269/CEE , 90/394/CEE , 90/679/CEE , 93/88/CEE , 97/42/CE ,e 199/38CE riguardanti il miglioramento durante il lavoro”

- D.P.R n° 37 del 12/01/1998

Impianti termici :

- Legge del 9 gennaio 1991 n° 10 “Norme per l’adattamento del Piano

Energetico Nazionale in materia di uso dell’energia , di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili”

- D.P.R. n° 412/93 “Regolamento recante norme per la progettazione degli

impianti termici , l’installazione , l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi energetici , in attuazione dell’articolo 4 , comma 4 della L. 10/91”

(43)

Illuminazione :

- Norme UNI 10380A1 “Illuminazione di interni con luce naturale”

Acustica :

- D.M dl 16 marzo 1998 “Tecniche di rilievo e di misurazione

dell’inquinamento”

(44)

2.4 CLASSI DI ESIGENZE

Le classi di esigenze sono trattate dalla norme UNI 8289 e sono viste come esplicitazione dei bisogni dell’utenza finale tenendo conto dei vincoli che l’ambiente naturale, pone all’ambiente costruito. Per l’individuazione delle classi di esigenza facciamo riferimento ai bisogni da soddisfare, sia nei confronti dell’ambiente che dal punto di vista culturale ed economico.

La norma UNI 8289 individua 7 classi di esigenza :

1. Sicurezza : “insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti , nonché

alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali , nell’esercizio del sistema edilizio” ;

2. Benessere : “insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati

alla vita , alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti”;

3. Fruibilità : “insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio ad essere

adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività”;

4. Aspetto : “insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema

edilizio da parte degli utenti”;

5. Gestione : “ insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema

edilizio”;

6. Integrabilità : “insieme delle condizioni relative all’attitudine delle unità e degli

elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra di loro”;

7. Salvaguardia : “insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento

(45)

Per ogni Classe di Esigenza possiamo individuare delle esigenze specifiche che entrano più nel dettaglio dell’edificio in esame ed attraverso la loro soddisfazione ed il loro controllo, possiamo operare le modifiche necessarie per una migliore ottimizzazione dell’opera.

Sicurezza : l’edificio per essere sicuro e garantire l’incolumità dei fruitori dovrà

assicurare :

- Sicurezza da agenti atmosferici e naturali ;

- Sicurezza statica ;

- Sicurezza in caso di incendio;

- Sicurezza nel normale utilizzo degli impianti ;

- Sicurezza dei materiali ;

- Sicurezza antifurto e antintrusione .

Benessere : questa è una delle esigenze che è più facile riscontrare nella soddisfazione dei

fruitori e perciò merita una particolare attenzione , il benessere può essere :

- termoigrometrico ( si opera sulla temperatura 20°C, umidità relativa

50-60%, velocità aria < 0,5 m/s) ;

- acustico ( utilizzando accorgimenti e materiali al fine di abbattere il livello

sonoro , portando l’isolamento acustico a 50-60 db e tempo di riverbero ottimale > 0.16 V / ȈSĮ);

- visivo (definire gli spazi, sfruttare la luce naturale ed evitare gli

abbagliamenti)

- luminoso (si interviene progettando un impianto di illuminazione adatto al

tipo di locale presentando valori tra i 300 e 1000/1500 lux);

- igenico-olfattivo (ricambi d’aria costanti con 15/20 mc/h a persona)

Accessibilità e fruibilità : l’ottenimento di questa esigenza si deve basare sul principio di

realizzare ambienti che permettano , integrazione ,comodità d’uso e manovra in qualsiasi condizioni . Quindi opereremo :

- sulle unità spaziali; - sui collegamenti;

(46)

Aspetto : l’edificio si dovrà presentare di facile lettura così da rendere la fruizione più

semplice e immediata. Dovrà essere di bell’aspetto nel rispetto dei materiali locali e delle tecniche costruttive tradizionali

Gestione : punti critici :

- manutenzione ordinaria preventiva

- manutenzione straordinaria

- pulibilità degli elementi

- riparabilità degli elementi

- sostituibilità di parti o completa degli elementi

Integrabilità : l’edificio dovrà presentarsi come un’insieme di elementi tra loro uniti e

omogenei , mostrando una certa logica nel loro assembramento .

Salvaguardia dell’ambiente : realizzare un’opera che utilizzi materiali riciclabili in fase di

smaltimento e prevedere sistemi atti alla riduzione di agenti inquinanti ed infine mantenere l’identificazione dei valori storico culturali , morfologici dell’opera .

ESIGENZA Grado di rilevanza

Nullo Basso Medio Alto Molto alto

SICUREZZA x BENESSERE x FRUIBILITA’ x ASPETTO x GESTIONE x INTEGRABILITA’ x SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE x

[Tab. 2.1] Grado di rilevanza delle varie esigenze

L’elevata particolarità, delicatezza ed esclusività dell’intervento giustifica il fatto che tutte le esigenze abbiano un grado di rilevanza [Tab.2.1] molto alto

(47)

2.6 ATTIVITA’ E AREE FUNZIONALI OMOGENEE

Le funzioni derivano dalle aspettative che ci siamo posti con il tipo di intervento che vogliamo realizzare . L’analisi funzionale viene fatta per limitare opportunamente il campo d’azione nella progettazione ; attraverso essa si definiscono e chiariscono i requisiti così da classificare e organizzare le idee modo sistematico e qualitativo. Individuando le aree funzionali possiamo omogeneizzare le funzioni così da poter distinguere all’interno del nostro spazio diverse unità , che rispondono a loro volta ai requisiti dati dalle indicazioni di carattere tecnico, approfondite nelle fasi successive.

Definendo gli ambiti spaziali omogenei in relazione alle funzioni che il prodotto finale dovrà assolvere, è possibile nelle fasi successive determinare le dimensioni migliori degli ambienti , anche basandoci semplicemente sugli ingombri degli arredi , degli utenti e delle attrezzature , in modo da ottenere una riduzione degli scarti, cioè quei mq in eccesso e male utilizzati.

Elenco delle funzioni e delle attività

Utenti regolari dell’edificio:

Sono le normali attività di fruizione di unità abitative, si elencano le essenziali:

•Dormire •Riposare •Cambiarsi abiti •Riporre abiti

•Espletare bisogni fisiologici •Lavarsi •Pulirsi •Conservare cibi •Preparare cibi •Cuocere cibi •Lavare stoviglie •Riporre stoviglie

(48)

•Lavare indumenti, tovaglie etc… •Consumare cibi

•Raccogliere rifiuti derivanti dalla consumazione/preparazione dei cibi o altro •Conversare

•Parcheggiare mezzi di locomozione

Individuazione ambiti funzionali omogenei AFO Residenziale

E’ costituito dall’insieme degli ambienti fruiti dagli utenti fissi della struttura, nonché dagli utenti occasionali della struttura (ospiti, clienti)

AFO Sistemazioni esterne

E’ costituito dall’insieme degli ambienti esterni rispetto alle due strutture edificate(edificio principale e fienile/dependance); questo ambito funzionale omogeneo è importante sia come spazio di connessione e unione fra i due precedenti, sia come spazio dall’importanza intrinseca: obiettivo principale è quello che diventi un luogo di svago fruibile e fruito sia dagli utenti fissi della struttura, che dagli utenti occasionali, al fine di conferire al luogo la funzione integrativa con l’ambiente naturale preesistente.

(49)

2.6 REQUISITI

Criteri di identificazione dei requisiti:

Si fa riferimento alla NORMA UNI 8290 Parte 2°

I requisiti sono considerati come trasposizione a livello tecnologico delle esigenze, in connessione con l’approccio generale al processo edilizio.

La loro individuazione passa attraverso l’analisi delle esigenze stesse, confrontate con i sistemi di agenti, ovvero dell’insieme dei fattori ambientali ed economici che interessano gli edifici.

La norma non indica tutti i requisiti possibili, bensì i principali requisiti attribuiti ad un sistema tecnologico per l’edilizia residenziale, così come essi sono noti alla data della stesura della norma.

Pertanto l’elenco dei requisiti è suscettibile di espansione o variazione nel tempo.

E’ inoltre prevedibile che, attraverso approfondimenti delle conoscenze e secondo finalizzazioni specifiche rispetto agli oggetti edilizi, nonché alle loro condizioni e destinazioni d’uso, siano definibili a livello normativo i quadri di gerarchizzazione dei requisiti.

I requisiti di cui alla presente norma non sono associati ad unità di misura in quanto esse saranno conseguenza dei parametri utilizzati per quantificare il requisito stesso.

Ai parametri saranno attribuiti i relativi livelli ammessi nelle singole specificazioni e nel contempo dovrà essere indicato il metodo di verifica.

Per fini operativi, altri requisiti possono essere individuati e definiti in norme aventi scopo specifico, a condizione che essi non siano sinonimi dei requisiti contenuti nella presente norma ed a condizione che i parametri che li misurano siano né inversi, né complementari, né correlati attraverso costanti ai parametri che quantificano i requisiti di cui alla presente norma.

Ciascun requisito analizzato è definito in forma descrittiva e linguistica, e mentre, quando siano richieste definizioni contestualizzate ed esplicitamente legate alle esigenze da soddisfare,. queste saranno costruite in forma normalizzata, secondo la cadenza formale che segue:

(50)

- sotto l’azione degli agenti - nelle condizioni d’uso - deve soddisfare il requisito - al fine di rispondere alle esigenze

Lista dei requisiti ( in ordine alfabetico) 1 Affidabilità

Capacità di mantenere invariata nel tempo la propria qualità in condizioni d’uso determinate

2 Anigroscopicità

Attitudine a non subire mutamenti di aspetto e/o morfologia, di dimensione e comportamento in seguito ad assorbimento di acqua o di vapor d’acqua

3 Asetticità

Attitudine ad impedire l’impianto e lo sviluppo dei germi patogeni

4 Assenza dell’emissione di odori sgradevoli

Attitudine a non produrre né riemettere odori giudicabili come sgradevoli

5 Assenza dell’emissione di sostanze nocive

Attitudine a non produrre o riemettere sostanze tossiche, irritanti o corrosive

6 Assorbimento acustico

Attitudine di un oggetto a trasformare parte dell’energia di una radiazione sonora si di esso incidente, in altre forme di energia

7 Assorbimento luminoso

Attitudine di un oggetto a trasformare parte dell’energia di una radiazione luminosa, su di esso incidente, in altre forme di energia

8 Attitudine all’integrazione impiantistica

Possibilità di completare funzionalmente oggetti edilizi non impiantistici con oggetti edilizi impiantistici accostati, fissati od incorporati

9 Attrezzabilità

Attitudine a consentire l’installazione di attrezzature ed arredi

10 Comodità d’uso e manovra

(51)

11 Comprensibilità della manovra

Attitudine a presentare manovre e comandi facilmente comprensibili sia direttamente sia attraverso istruzioni

12 Controllo del contenuto energetico intrinseco

Contenimento entro determinati livelli della quantità di energia accumulata in un oggetto con riferimento sia alla sua natura, sia al suo ciclo produttivo

13 Controllo del fattore solare

Attitudine a consentire un adeguato ingresso di energia termica raggiante attraverso superficie in funzione delle condizioni climatiche

14 Controllo del flusso luminoso

Attitudine a consentire l’ingresso di energia luminosa

15 Controllo del rumore prodotto

Attitudine a non produrre eccessivo rumore

16 Controllo dell’aggressività dei fluidi

Limitazione del contenuto di sostanze incrostanti, corrosive, irritanti e tossiche nei fluidi

17 Controllo della combustione

Realizzazione e mantenimento di condizioni tali da produrre processi di combustione a massimo rendimento di trasformazione e minima produzione di scorie e sostanze inquinanti

18 Controllo della condensazione interstiziale

Attitudine ad evitare la formazione di acqua all’interno degli elementi

19 Controllo della condensazione superficiale

Attitudine ad evitare la formazione di condensa sulla superficie degli elementi

20 Controllo dell’inerzia termica

Attitudine ad attenuare entro opportuni valori l’ampiezza di oscillazione della temperatura e a ritardarne di una opportuna entità l’effetto

21 Controllo della portata

Attitudine a garantire valori (minimi) di portata dei fluidi circostanti

22 Controllo della pressione di erogazione

Attitudine ad assicurare un’opportuna pressione di emissione dei fluidi

23 Controllo della scabrosità

(52)

24 Controllo della temperatura dei fluidi

Possibilità di mantenere la temperatura dei diversi fluidi utilizzati entro opportuni livelli

25 Controllo della temperatura di uscita dei fumi

Attitudine ad espellere fumi a temperature adeguate

26 Controllo delle dispersioni (fluidi, gas, elettricità)

Idoneità ad impedire fughe

27 Controllo delle dispersioni di calore per rinnovo di aria

Contenimento entro determinati delle perdite di calore per riscaldamento dell’aria esterna di ricambio

28 Controllo delle dispersioni di calore per trasmissione

Contenimento entro determinati livelli delle perdite di calore per conduzione, convezione e irraggiamento

29 Controllo delle tolleranze

Contenimento entro opportuni livelli degli scostamenti massimi ammissibili tra valore nominale e valore effettivo di una grandezza

30 Degradazione biologica dei liquami

Possibilità di riduzione del carico inquinante dei liquami effluenti da un organismo abitativo prima dell’ingresso nel sistema fognante

31 Efficienza

Capacità costante di rendimento del funzionamento

32 Facilità di intervento

Possibilità di operare ispezioni, manutenzione e ripristini in modo agevole

33 Idrorepellenza

Attitudine a non essere penetrato dai fluidi liquidi

34 Impermeabilità ai fluidi aeriformi

Attitudine a non essere permeato da fluidi gassosi

35 Impermeabilità ai liquidi

Attitudine a non essere permeato da fluidi liquidi

36 Integrazione

(53)

37 Isolamento acustico

Attitudine a fornire un’adeguata resistenza al passaggio dei rumori

38 Isolamento elettrico

Attitudine a formare un’idonea resistenza al passaggio di cariche elettriche

39 Isolamento termico

Attitudine ad assicurare un’opportuna resistenza al passaggio di calore in funzione delle condizioni climatiche

40 Limitazione dei rischi di esplosione

Attitudine a non presentare reazioni esplosive

41 Manutenibilità

Possibilità di conformità a condizioni prestabilite entro un dato periodo di tempo in cui è compiuta l’azione di manutenzione

42 Pulibilità

Attitudine a consentire la rimozione di sporcizia e sostanze indesiderate

43 Reazione al fuoco

Grado di partecipazione di un materiale combustibile ad un fuoco al quale è sottoposto

44 Recuperabilità

Attitudine alla riutilizzazione di materiali o di elementi tecnici dopo demolizione o rimozione

45 Regolabilità

Attitudine a subire variazioni, indotte intenzionalmente da un operatore attraverso dispositivi tecnici, di un valore o di una funzione

46 Resistenza agli agenti aggressivi

Attitudine a non subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell’azione di agenti aggressivi chimici

47 Resistenza agli attacchi biologici

Attitudine a non subire riduzioni di prestazioni a seguito di organismi viventi

48 Resistenza al fuoco

Attitudine a conservare, entro limiti determinati, per un intervallo di tempo determinato, le prestazioni fornite

(54)

49 Resistenza al gelo

Attitudine a non subire disgregazioni e/o mutamenti di dimensione ed aspetto a causa della formazione del ghiaccio

50 Resistenza alle intrusioni

Attitudine ad impedire, con appositi accorgimenti, l’ingresso ad animali nocivi o persone indesiderate

51 Resistenza all’irraggiamento

Attitudine a non subire mutamenti di aspetto e caratteristiche chimico fisiche a causa dell’esposizione di energia raggiante

52 Resistenza meccanica

Idoneità a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l’azione di determinate sollecitazioni

53 Riparabilità

Attitudine a ripristinare l’integrità, la funzionalità e l’efficienza di parti o di oggetti guasti

54 Smaltimento dei gas nocivi

Attitudine ad evacuare gli aeriformi tossici, nocivi, irritanti

55 Sostituibilità

Attitudine a consentire la collocazione di elementi tecnici al posto di altri

56 Stabilità chimico reattiva

Attitudine di un determinato materiale a mantenere invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche

57 Stabilità morfologica

Attitudine di un elemento tecnico di mantenere invariata nel tempo la sua forma

58 Tenuta agli aeriformi

Attitudine ad impedire l’ingresso d’aria ed altri aeriformi

59 Tenuta all’acqua

Attitudine ad impedire l’ingresso dell’acqua

60 Tenuta alla grandine

Attitudine ad impedire l’ingresso di acqua anche in presenza di momentanei ristagni dovuti ad accumuli localizzati di grandine

(55)

61 Tenuta alla neve

Attitudine ad evitare l’ingresso di acqua in seguito ad accumuli anche localizzati di neve

62 Tenuta alle polveri

Attitudine ad evitare l’ingresso di polveri

63 Ventilazione

Possibilità di ottenere ricambio d’aria per via naturale o meccanica

Le norme UNI definiscono quindi il requisito come la “traduzione tecnica di un’esigenza in fattori atti a individuare le condizioni di soddisfacimento da parte di un organismo edilizio o di sue parti spaziali o tecniche, in determinate condizioni d’uso e/odi sollecitazione” I requisiti, precedentemente elencati in ordine alfabetico vengono di seguito classificati in: - funzionali spaziali;

- ambientali; - tecnologici; - di durabilità - di manutenibilità.

Requisiti funzionali spaziali

Il requisito funzionale spaziale è la “traduzione di un’esigenza in fattori geometrico dimensionali e di organizzazione degli spazi, atti a individuarne le condizioni di soddisfacimento da parte di un elemento spaziale”.

All’interno di questa classe di requisiti possiamo individuare alcuni aspetti che verranno di seguito chiariti:

- flessibilità e adattabilità;

- accessibilità;

(56)

Flessibilità e adattabilità

La struttura dovrà essere progettata con caratteristiche di flessibilità, in modo da consentire la pratica del maggior numero di attività di previste da parte dei fruitori della struttura.

Accessibilità

Per barriere architettoniche si intendono:

a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta

o impedita in forma permanente o temporanea;

b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti;

c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

d) Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.

e) Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta.

(57)

f) Per adattabilità si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.

- La legge 13 dell’89 prescrive:

Ogni unità immobiliare, qualsiasi sia la sua destinazione, deve essere visitabile, fatte salve le seguenti precisazioni: negli edifici residenziali non compresi nelle precedenti categorie il requisito di visibilità si intende soddisfatto se il soggiorno o il pranzo, un servizio igienico ed i relativi percorsi di collegamento interni alle unità immobiliari sono accessibili.

Negli edifici residenziali unifamiliari ed in quelli plurifamiliari privi di parti comuni, è sufficiente che sia soddisfatto il solo requisito dell’adattabilità.

Nelle unità immobiliari visitabili di edilizia residenziale,di cui all’art.3, deve essere consentito l’accesso, da parte di persona su sedia a ruote, alla zona di soggiorno o di pranzo, ad un servizio igienico ed ai relativi percorsi di collegamento.

SPAZI DI MANOVRA

(58)

Sicurezza

1. Sicurezza statica

Dovrà essere garantita la sicurezza ai carichi, ai sovraccarichi e ai carichi eccezionali tenendo conto delle seguenti sollecitazioni, e delle loro possibili combinazioni:

- peso proprio;

- sovraccarichi accidentali e permanenti; - azioni sismiche;

- cedimenti del terreno, azione del vento; - vibrazioni;

- dilatazioni termiche.

Tutte le parti dell’organismo dovranno essere verificate o progettate nel rispetto delle vigenti norme tecniche per le costruzioni in zona sismica.

2. Sicurezza al fuoco

Le definizioni dei parametri sono riportate nel D.M. del 30/11/1983, che stabilisce una terminologia di base che mira a uniformare il linguaggio di tutte le normative emanate. Tale decreto non reca specifiche dimensionali o prestazionali, demandando tale compito alle normative specifiche relative alle varie destinazioni degli edifici.

3. Sicurezza igienica

L’edificio dovrà essere realizzato prediligendo materiali che garantiscano un a facile pulizia, con particolare attenzione ai locali destinati a servizi igienici.

(59)

4. Sicurezza nella circolazione

I locali destinati alla circolazione (corridoi, vie di fuga, ecc.) non dovranno presentare ostacoli alla circolazione stessa. Qualora detti locali affaccino su doppi volumi o strutture similari che presentino rischi per la caduta dovrà essere previsto un parapetto dell’altezza minima di 100cm.

4. Protezioni da agenti naturali

Nella progettazione dell’edificio si dovrà tener conto anche della protezione da agenti naturali. In particolar modo dovrà essere realizzato idoneo impianto a protezione dell’edificio in caso di fulmini.

(60)

Valutazione dei costi

Si ritiene opportuno inserire a questo punto una stima molto sommaria dei costi , effettuata con il preciso obiettivo di conoscere, in linea di massima, l’entità delle risorse finanziarie che è necessario investire, al fine di predisporre una adeguata programmazione dell’intervento.

Valutazione sommaria del costo di adeguamento della struttura in muratura (Casolare e fienile)

Valutazione sommaria dei costi impiantistici

Valutazione sommaria dei costi per gli elementi di finitura Valutazione sommaria dei costi per le sistemazioni esterne Valutazione sommaria dei costi per la sicurezza

Spese tecniche Imprevisti I.V.A.

TOTALE = 354.000,00 Euro [Tab. 2.2] Valutazione sommaria dei costi

Riferimenti

Documenti correlati

• Lezione a distanza come strumento compensativo: spesso la lezione a distanza viene vista come strumento compensativo, specialmente nel caso in cui si

The synthesis of ICJ doctrine up to 2007 (ie excluding Dispute regarding Navigational and Related Rights) contained in Linderfalk (n 76) 95 seems to include the condition as well,

Which are the effects that future Climate Change will have on the magnitude and frequency of extreme flood events in the Po River basin, and how these effects will reflect in terms

The steps for a country towards a fiscal space increase then are: in the first place to issue only debt in the local currency, which mainly involves non advanced economies,

Ricordiamo poi l’OIC 19 (relativo ai fondi rischi e oneri nella versione del 2005) che, al paragrafo C.VII, stabilisce che alle operazioni fuori bilancio relative a derivati su

Institutional logics play a greater role in the sense that they shape preferences over two gover- nance tiers. Indeed, the effect of self-rule is particularly marked, as it

In the corresponding IV-LATE estimation the assignment to treatment is de¯ned as the intersection of the following two events: \being born in Austria or Germany&#34; and \being

Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva