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Produzione e controllo dello spazio nell'Algeria francese

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Academic year: 2021

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Parte Prima Produzione e controllo dello spazio nell'Algeria francese

Muovendo dalle origini del rapporto di dominazione, si analizzano la ridefinizione coloniale dello spazio in Algeria e la destrutturazione della società tradizionale, ritenute i “fattori di produzione” dell'emigrazione algerina, al fine di comprendere quest'ultima all'interno della storia nazionale francese, come esito della pratica coloniale.

Lo spazio viene inteso nel suo senso più ampio, come dimensione territoriale, ma anche giuridica e culturale. Spazio come condizione complessiva nella quale è immerso il dato storico preso in esame e dunque da esso inscindibile.

Assumendo come epicentro di analisi le dinamiche più strettamente spaziali, saranno spunto di riflessione gli interrogativi sul come sia stata possibile la convivenza del sistema coloniale con i principi della République e sulle modalità di costruzione di un soggetto indigeno, altro, escludibile dall'universo dei diritti.

Il n'y a pas de colonialisme sans racisme, scriveva Césaire nel 19541. L'intreccio di un razzismo scientifico (teoria della “gerarchia delle razze”) e di un razzismo popolare (immaginario differenzialista, zoo umani) preparerà le condizioni culturali e mentali all'impresa imperiale e determinerà l'approccio della società francese alle migrazioni coloniali. Approccio ancora oggi da scardinare, così come l'immaginario e l'intero portato ideologico coloniale.

In ultima analisi, si tracceranno le fasi migratorie degli algerini in Francia, al fine di aver presente, una volta che passeremo allo studio dello spazio dei migranti in Francia, le condizioni generatrici dell'emigrazione, le dinamiche con cui questa si esplica e la sua portata.

Nell'intento di dar voce ai dominati - laddove un'esperienza coloniale è già intrinsecamente un “oggetto sociale dominato”2 -, si è scelto di tracciare, o quantomeno tendervi, quella che Michel Foucault chiama genealogia. Cercando di scrollarsi di dosso la tradizionale storiografia eurocentrica, si offrono spunti per una storia del soggetto preso in esame, intesa non come costruzione lineare, ma come investigazione, in particolare “dans ce qui passe pour n'avoir point d'histoire”3, per decostruire le verità assodate, intrise di

1 Césaire A., La Nouvelle critique; citato in Blanchard P., Bancel N. (1998), De l'indigène à l'immigré, Découverte Gallimard,

Luçon.

2 L'espressione si riferisce a quegli oggetti di studio della sociologia che vengono approcciati pregiudizialmente

secondo la natura simbolica che socialmente li determina, plasmandone a priori il sistema di domande, i concetti e gli strumenti. Esempi sono la condizione operaia, le banlieues, l'edilizia popolare. Sayad A. (2008), L'immigrazione o i

paradossi dell'alterità. L'illusione del provvisorio, Ombre Corte, Verona; p. 20.

3 Foucault M. (1971), Nietzsche, la génealogie, l'histoire, in “Dits et écrits” vol. II, Gallimard, Paris, 1994, p. 136.

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interessi e potere.

In Nietzsche, la généalogie, l'histoire, Foucault scrive:

La généalogie est grise; elle est méticouleuse et patiemment documentaire. Elle travaille sur des parchemins embrouillés, grattés, plusieurs fois récrits. [...] Elle s'oppose au déploiement métahistorique des significations idéals et des indéfinies téléologies. Elle s'oppose à la recherche de l' « origine ». [...] La généalogie ne prétend pas remonter le temps pour rétablir une grande continuité par-delà la dispersion de l'oubli; sa tâche n'est pas de montrer que le passé est encore là, bien vivant dans le présent, l'animant encore en secret, après avoir imposé à toutes les traverses du parcours une forme dessinée dès le départ. Rien qui ressemblerait à l'évolution d'une espèce, au destin d'un peuple. Suivre la filière complexe de la provenance, c'est au contraire maintenir ce qui s'est passé dans la dispersion qui lui est propre: c'est repérer les accidents, les infimes déviations – ou au contraire les retournements complets -, les erreurs, les fautes d'appréciation, les mauvais calculs qui ont donné naissance à ce qui existe et vaut pour nous; c'est découvrir qu'à la racine de ce que nous connaissons et de ce que nous sommes il n'y a point la vérité et l'être, mais l'extériorité de l'accident.4

4 Ivi, p. 136 e segg.

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